TRAPIANTI ILLEGALI E TRAFFICO DI ORGANI UMANI: APPUNTI DI UN MEDICO
Franco Giusto
"Dottore c'è un signore che le vuol parlare" così l'infermiera, che mi aveva accompagnato a fare la contro visita pomeridiana di un giorno delle festività natalizie di circa 20 anni fa, mi annunciava la visita di uno sconosciuto che avevo intravisto seduto ai bordi della corsia. Il reparto è quello della seconda chirurgia generale al terzo piano del padiglione 18 dell'ospedale S.Corona di Pietra Ligure, nel quale allora svolgevo il ruolo di aiuto chirurgo. Lo ricevetti nel piccolo studio condiviso con altri colleghi, ma con una vista impagabile sul mare che gratificava le nostre lunghe giornate lavorative. Si presentò un giovane di circa 30 anni con un completo grigio, un'espressione tesa e agitata e un forte odore di sudore stantio che in un attimo pervase tutto l'ambiente. Credevo fosse il parente di qualche paziente operato e invece, porgendomi la mano, esordì così: “dottore mi scusi per quello che sto per dirle, ma sono veramente disperato e vorrei vendermi un rene, mi sa dire come posso fare?”. Esistono secondi nella vita che sono destinati a divenire eterni e quelli che trascorsero per me dopo quella frase gli appartengono. Non ero preparato a una tale domanda e non avevo neppure una risposta. Ripresomi non chiesi le cause della sua disperazione anche se mi frullarono per la mente pensieri di possibili debiti da gioco, ma chissà forse non era così; dopo avergli confermato la mia assoluta mancanza di conoscenza per quanto mi stesse chiedendo, cercai di farlo ragionare un poco sugli svantaggi e i rischi sanitari a cui sarebbe andato incontro. Allora apparve un poco interessato a queste notizie ma a breve si congedò e mi sembrò sempre risoluto nelle sue decisioni.
Recentemente è uscito qui in Italia il libro Quel segno sulla fronte (edizioni Imprimatur) scritto da Emilia Costantini, giornalista, scrittrice e critico teatrale. Sebbene tratti di una storia romanzata, l'autrice afferma nella sua prefazione di averla scritta sulle tracce di una storia vera di trapianti illegali e commercio di organi di minori. Asserisce di essere a conoscenza dell'esistenza nel nostro Paese di cliniche privatissime che eseguono trapianti di organi in modo illegale e pone l'attenzione sulla scomparsa di molti bambini ogni anno e mai ritrovati, probabili vittime di espianto d'organi. Un vero messaggio rivolto, oltre che ai lettori, alle istituzioni che presiedono il controllo della legalità nel nostro Paese. La giornalista provoca così una crepa profonda nel muro di omertà che protegge i trapianti illegali e il traffico d'organi correlato. D'altronde già il 25 febbraio del 2009 l'allora ministro dell'interno Roberto Maroni dichiarava l'importanza della partecipazione dell'Italia al Trattato di Prum ( istituzione banca dati DNA ) quale strumento efficacissimo per contrastare l'immigrazione clandestina , la criminalità e il traffico d'organi a tutela soprattutto dei minori e dei bambini ( riferimento tratto dall'articolo di Gianni Lannes “ Europa: popoli ignari schedati con il DNA “ del 23\07\2014 sul blog internautico Su La Testa). Esistono documentari investigativi che trattano del commercio illegale di organi nel mondo, ma qui in Italia questo argomento per ora è un tabù. Recentemente un'altra coraggiosa giornalista freelance, Paola Botte, sta seguendo una storia di denunce per sospetti trapianti avvenuti sia nel nostro paese che all'estero. Ora come medico e chirurgo mi accorgo che nell'ambito della nostra categoria professionale ben poco si sa di quanto stia accadendo a proposito di questo argomento e forse gli stessi ordini provinciali dei Medici non ne sono al corrente e per ora non affrontano la questione. Ma perchè? Perchè mentre la corretta esecuzione di un espianto d'organo può essere fatta da un chirurgo con buona esperienza, il trapianto può essere eseguito solo da chirurghi super specializzati nel settore trapianti e quindi nell'ambito di un' élite molto ristretta. Probabilmente con protezioni non indifferenti. Mi fa orrore pensare che qualche emerito collega blasonato possa mettere a disposizione di un simile crimine la propria professionalità in cambio di denaro, offrendo collaborazione a spietate organizzazione di mercenari che reclutano bambini e persone nelle realtà povere di molti paesi. Anche in Italia scompaiono ogni anno centinaia di bambini senza essere mai più ritrovati.. ma quel muro di silenzio copre anche queste realtà. Allora chi sappia qualcosa di certo , e mi rivolgo soprattutto ai colleghi medici e chirurghi, a proposito del commercio e dei trapianti illegale di organi, trovi il coraggio di parlarne e affiancare le istituzioni e i giornalisti investigativi che se ne occupano . Non è possibile rimanere impassibili sapendo che a bambini, ragazzi e adulti vengano tutt'oggi espiantati organi dal loro corpi; privati della loro integrità fisica e a volte della loro stessa vita da mani e menti assassine, per offrire “ pezzi di ricambio “ al corpo di persone malate ma facoltose e senza scrupoli.
fonte: sulatestagiannilannes.blogspot.it
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