CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

venerdì 18 ottobre 2019

le 3 torri distrutte da cariche esplosive


di Rino Di Stefano


La copertina del dossier degli Architetti & Ingegneri
Le Torri del World Trade Center di New York non sarebbero state distrutte dall’impatto di due aerei di linea, bensì da un’operazione di demolizione controllata condotta con esplosivi militari a base di nano-termite.
A muovere questa pesantissima accusa, che mette in una nuova e drammatica luce l’attentato dell’11 Settembre 2001, è l’associazione americana non profit Architects & Engineers for 9/11 Truth (Architetti & Ingegneri per la verità sull’11 Settembre), costituita dai 2.363 architetti e ingegneri statunitensi che hanno firmato una petizione indirizzata al Congresso degli Stati Uniti per riaprire una vera investigazione indipendente sulla distruzione del World Trade Center. 
A tale scopo, questi professionisti hanno appena realizzato una pubblicazione di 56 pagine intitolata Beyond Misinformation: What Science Says About the Destruction of World Trade Center Buildings 1,2 and 7 (Oltre la Disinformazione: Ciò che la Scienza Dice Circa la Distruzione dei Palazzi 1,2 e 7 del World Trade Center), inviata a oltre 20 mila professionisti, professori, legislatori e giornalisti. L’autore del dossier è Ted Walter, direttore del settore Strategia e Sviluppo dell’associazione Architetti & Ingegneri per la Verità sull’11 Settembre, che ha preparato l’opera insieme ad un Comitato composto da Sarah Chaplin, architetto e consulente di Sviluppo Urbano, ex rettore della Scuola di Architettura e Paesaggio dell’Università di Kingston, a Londra; Dr. Mohibullah Durrani, professore di Ingegneria e Fisica presso il Montgomery College del Maryland, USA; Richard Gage, fondatore e direttore generale dell’Associazione Architetti e Ingegneri per la Verità sull’11 Settembre; Dr. Robert Korol, professore emerito di Ingegneria Civile presso l’Università McMaster dell’Ontario; Dr. Graeme MacQueen, professore emerito di Studi Religiosi e di Studi di Pace presso l’Università McMaster dell’Ontario; Roberto McCoy, architetto; Dr. Oswald Rendon-Herrero, professore emerito di Ingegneria Civile e Ambientale presso l’Università Statale del Mississippi.

Le cause della distruzione:

Secondo la versione ufficiale rilasciata dal governo Bush, le Torri Gemelle del World Trade Center di New York (entrambe di 110 piani per un’altezza di 415 metri) sono crollate a causa dell’impatto, e del conseguente incendio, provocato da due aerei di linea nel corso di un attentato portato a termine da un gruppo di terroristi mediorientali. Inoltre, anche la terza Torre, chiamata WTC 7, un edificio di 47 piani alto 174 metri, sarebbe crollata simmetricamente su se stessa nel pomeriggio di quel giorno, in seguito all’incendio provocato dai detriti della Torre uno. 
Ebbene, questa soluzione non viene accettata, in quanto definita “non scientifica”, da buona parte degli architetti e degli ingegneri americani. Questi esperti dell’edilizia dichiarano, infatti, che le tre Torri siano state fatte crollare in seguito ad un’accurata operazione di demolizione controllata provocata dalla disposizione di esplosivi e altri dispositivi, fatti detonare al momento opportuno per far crollare le strutture nel modo desiderato. Non solo. 
L’associazione degli Architetti & Ingegneri dice chiaramente che l’operazione sarebbe stata preparata prima dell’11 Settembre da specialisti della demolizione che hanno avuto libero accesso alle Torri nei giorni precedenti l’attentato. Allo scopo di dimostrare la loro “ipotesi”, così viene definita nel testo per porre un termine di confronto con la tesi ufficiale voluta dal governo Bush, i professionisti americani passano ad una precisa analisi dell’evento, da un punto di vista esclusivamente scientifico.

Formulazione di un’ipotesi:

La storia del crollo di edifici a completa struttura metallica (come le Torri Gemelle) comprende circa cento anni. Durante questo periodo, non si è mai verificato che un edificio di quel genere fosse crollato a causa di un incendio. 
Tutti, infatti, sono stati abbattuti nel corso di operazioni di demolizione controllata. 
Nonostante questo dato di fatto, il NIST (National Institute of Standards and Technology), incaricato dal governo Bush di indagare sul disastroso attentato, nei risultati della sua indagine ufficiale ha scritto che ha trovato 22 casi di incendio che tra il 1970 e il 2002 hanno portato al crollo di altrettanti palazzi. 
Di questi 22 casi, 15 furono crolli parziali, dei quali cinque superavano i 20 piani di altezza. Analizzando invece ogni singolo caso, lo studio accertò che soltanto in quattro casi si verificò un totale crollo dell’edificio interessato all’incendio, ma nessuno di questi aveva una struttura metallica e il più alto era di nove piani. Vennero fatti anche diversi test presso il Building Research Establishment (BRE) Laboratories di Cardington, in Inghliterra, ma in nessun caso risultò che edifici con una struttura metallica potessero crollare completamente a causa di un incendio, per quanto devastante. La probabilità che un’evenienza di questo tipo potesse accadere, venne scritto, era “extremely low” (estremamente bassa). Se poi si confrontano gli effetti di un crollo dovuto ad incendio rispetto ad un crollo da demolizione controllata, le differenze saltano agli occhi. 
Nel primo caso, infatti, il collasso dell’edificio è sempre parziale e si ferma ai piani inferiori. In una demolizione controllata, invece, il collasso è totale, avviene in pochi secondi e la caduta è libera, con 
una discesa simmetrica sul proprio asse.
C’è poi il discorso delle esplosioni. Mentre nel crollo da incendio, se mai si dovesse verificare un’esplosione, avverrebbe là dove le fiamme si sono sviluppate, nel crollo da demolizione controllata le esplosioni si vedono chiaramente piano per piano, all’esterno dell’edificio. Ed è quello che è accaduto nelle Torri Gemelle. 
In sostanza, quale delle due ipotesi sembra la più probabile per spiegare il crollo delleTorri Gemelle? “Prima di tutto – risponde lo studio degli Architetti & Ingegneri – la probabilità di un incendio che possa aver causato il crollo totale di un edificio molto alto con una struttura metallica, è estremamente basso. Un evento di questo genere non è mai accaduto prima dell’11 Settembre 2001. D’altra parte, nella storia ogni crollo totale di un edificio molto alto a struttura metallica, è stato causato da demolizione controllata. 
Secondo punto, un incendio che induce un cedimento delle strutture, di fatto non mostra alcuna delle caratteristiche di una demolizione controllata. Inoltre, come può essere visto in ciò che è accaduto l’11 Settembre 2001, la distruzione del WTC 1, WTC 2, e WTC 7 mostra quasi tutte le caratteristiche della demolizione controllata e nessuna caratteristica del collasso provocato da un incendio”. 
Edward Munyak, un ingegnere specializzato in misure anti-incendio, afferma: “Un collasso globale progressivo potrebbe anche essere straordinario. Ma averne tre in un giorno va oltre ogni comprensione”.

Le investigazioni ufficiali:

Premesso che per oltre un anno dal disastro il governo Bush ha impedito qualunque investigazione su quanto accadde quel giorno, prima del NIST le indagini ufficiali erano state condotte dalla FEMA (Federal Emergency Management Agency). Il primo a parlare di bombe situate all’interno delle Torri Gemelle, fu l’ingegner Ronald Hamburger della ASCE (American Society of Civil Engineers), che collaborava con la FEMA. Tuttavia, Hamburger si rimangiò i propri dubbi quando gli venne detto che nessuno aveva sentito esplosioni nei pressi delle Torri Gemelle. Non fu il solo a smentire la propria prima impressione. Van Romero, un esperto di esplosivi della New Mexico Tech, rilasciò un’intervista al quotidiano Albuquerque Journal sostenendo: “Il crollo dei palazzi è stato troppo ordinato per essere il risultato fortuito dell’impatto di aeroplani contro le strutture. La mia opinione, basata su quanto ho visto nei filmati, è che dopo che gli aerei hanno colpito il World Trade Center, ci siano stati dei congegni esplosivi dentro i palazzi che hanno causato il crollo delle Torri”. Il 21 Settembre, dopo aver parlato con non meglio identificati “ingegneri strutturali”, Romero ritrattò tutto. Il fatto è che il fuoco dell’incendio doveva essere ufficialmente la causa del disastro. I dubbi, però, non mancavano.
Il 29 Novembre del 2001 William Baker, uno degli ingegneri della FEMA, rilasciò al New York Times la seguente affermazione: “Noi sappiamo che cosa è accaduto alle Torri 1 e 2, ma perché la 7 è venuta giù?”. Certo è che, come scrissero i cronisti James Ganz e Eric Lipton del New York Times, per mesi dopo l’11 Settembre gli investigatori non riuscirono ad ottenere i progetti dettagliati degli edifici crollati, ad ascoltare i testimoni del disastro, a fare ispezioni a Ground Zero e ad ascoltare le voci registrate della gente che era rimasta intrappolata all’interno delle Torri. Inoltre la FEMA impedì che gli investigatori si rivolgessero al pubblico per ottenere fotografie e video che avrebbero potuto aiutarli nelle indagini. Sempre in questo ambito di incomprensibile comportamento da parte delle autorità di governo, gli investigatori non riuscirono neppure a prelevare campioni dei detriti delle Torri in quanto, con una fretta sospetta, le migliaia di tonnellate di macerie vennero prelevate, caricate su alcune navi e inviate in Cina e in India per essere smaltite. Così, in data primo Maggio 2002, la FEMA presentò un dossier intitolato World Trade Center Building Performance Study: Data Collection, Preliminary, Observations, and Reccomandations (Studio sulle prestazioni edilizie del World Trade Center: raccolta dati, indagine preventiva, osservazioni e raccomandazioni) nel quale non forniva una spiegazione definitiva per la distruzione di ogni singolo edificio. Invece, dopo aver posto la questione in termini generali, raccomandava ulteriori indagini per determinare la ragione delle cause. In linea generale, comunque, la FEMA sposava quella che allora sembrava l’ipotesi più verosimile, cioè la “teoria pancake”. 
Spiegata in termini molto prosaici, vorrebbe dire che le singole solette di cemento dei vari piani superiori, colpiti dall’aereo, sarebbero crollate sul piano inferiore determinando un effetto domino. 
Il punto, però, è che il piano sottostante in condizioni normali avrebbe resistito all’impatto. 
Se non lo ha fatto, chiariscono gli architetti e gli ingegneri americani, è perché è venuta meno la forza della sua resistenza. In altre parole, quando un piano crollava su quello inferiore, alcune cariche esplosive distruggevano le colonne portanti di quella seconda soletta, innescando un effetto a catena. Intanto, il 21 Agosto 2002 il NIST subentrava alla FEMA, annunciando nuove investigazioni per 24 mesi. Il NIST ha presentato i suoi rapporti in data Dicembre 2002, Maggio 2003, Giugno 2004, Aprile 2005 e Settembre 2005. 
Per quanto riguarda le Torri Gemelle, il NIST si è fermato alla “teoria del pancake”, mentre per il terzo edificio, il WTC 7, se l’è cavata sostenendo di non aver notato alcuna “prova che il crollo del WTC 7 fosse causato da bombe, missili o demolizione controllata”. 
A quel punto, nell’Agosto del 2006 il NIST ha affidato un nuovo contratto alla Applied Researh Associates per studiare il crollo della terza Torre. Il risultato si è avuto nell’Agosto del 2008 quando è stato dichiarato ufficialmente che l’edificio era crollato a causa del fuoco.
La distruzione delle Torri Gemelle:

Il titolo del libro scritto dai ricercatori Frank Legge e Anthony Szamboti è molto esplicito: 9/11 and the Twin Towers: Sudden Collapse Initiation was Impossible (L’11 Settembre e le Torri Gemelle: l’inizio del crollo repentino era impossibile). Infatti, sostengono gli autori, “Un lento, prolungato e cedevole collasso non è stato osservato… Come si nota dai video… la sezione più alta improvvisamente ha iniziato a cadere e a disintegrarsi”. 
Questo punto di vista tecnico è largamente condiviso nel dossier degli architetti e ingegneri, i quali contestano altre conclusioni cui è giunto il NIST. Per esempio, gli esperti del governo sostengono che le colonne portanti dei piani delle Torri si siano deformate diversi minuti prima del crollo. Di contro, gli architetti e ingegneri fanno osservare che non si sono visti affatto gli “inconfondibili segni d’avvertimento” e le “grandi deformazioni” che ci si aspetterebbe prima di un crollo. Se questo processo è avvenuto, scrivono i professionisti, allora è stato invisibile ed è avvenuto nel singolo istante in cui le strutture sono crollate. Secondo Kevin Ryan, un ex direttore della Underwriters Laboratories, “la diffusione dell’instabilità avrebbe richiesto molto più tempo e non risulterebbe nella caduta libera delle sezioni superiori sulle strutture inferiori”.
Il NIST afferma che la Torre WTC 1 è crollata in 11 secondi, mentre la WTC 2 in 9 secondi. In un report di 10mila pagine intitolato Events Following Collapse Initiation (Gli eventi che sono seguiti dopo l’inizio del crollo), il NIST afferma che la caduta libera delle Torri è dimostrata dai video, in  quanto “i piani inferiori al livello del crollo hanno offerto una minima resistenza alla tremenda energia rilasciata dalla massa dell’edificio che stava cadendo”.  
Il NIST, dunque, non ha provato con alcun calcolo o spiegazione il perché quel crollo sia avvenuto. Ed è per questo che, in seguito alla legge Information Quality Act del 2007, un gruppo di scienziati, un architetto e due familiari delle vittime hanno presentato una richiesta di correzione affermando che le motivazioni del NIST “non erano scientificamente valide”. Secondo questo esposto, il NIST non avrebbe spiegato le cause tecniche, che cosa è realmente accaduto e perché è successo. In altre parole, come poi il NIST fu costretto ad ammettere, gli esperti del governo “non erano in grado di fornire una spiegazione completa del crollo totale”.
Un'altra osservazione che mette in forte dubbio i risultati del NIST, riguarda l’assoluta mancanza di decelerazione durante il crollo delle Torri. “Una mancanza di decelerazione – riporta il dossier – indicherebbe con assoluta certezza che la struttura inferiore è stata distrutta da un’altra forza, prima che la parte superiore la raggiungesse”. 
L’argomento ha provocato molte polemiche. Il primo studio a mettere in dubbio i risultati del NIST è stato The Missing Jolt: A Simple Refutation of the NIST-Bazant Collapse Hypothetis (Il colpo mancante: una semplice confutazione dell’ipotesi del crollo di NIST-Bazant) di Anthony Szamboti, ingegnere meccanico, e Richard Johns, professore di Filosofia della Scienza. 
Questo studio metteva in discussione le teorie del Dr. Zdenek Bazant e di Jia-Liang Le del NIST, sostenendo che avevano calcolato male la resistenza delle colonne all’interno delle Torri Gemelle. “Semplicemente correggendo quei valori – dicono Szamboti e Johns – l’analisi di Bazant e Le attualmente prova che la decelerazione della sezione superiore sarebbe significativa (se la demolizione non fosse coinvolta) e che il crollo si sarebbe arrestato in circa tre secondi”. 
Gli esperti del NIST risposero dalle colonne della rivista Journal of Engineering Mechanics della ASCE con un articolo intitolato Why the Observed Motion History of the World Trade Center Tower is Smooth (Perché la storia del moto osservato delle Torri del World Trade Center è regolare). Secondo la risposta fornita dal dottor Bazant nel 2011, la decelerazione della parte superiore del WTC 1 era “troppo piccola per essere percettibile”. La polemica è ancora in corso, anche se successivi studi hanno accertato che “la costante accelerazione e la mancanza di una osservabile decelerazione, per se stesse, costituiscono una irrefutabile evidenza che siano stati usati esplosivi per distruggere le Torri Gemelle”.
Polverizzazione, dismembramento
e espulsione esplosiva dei materiali:


Una delle caratteristiche più evidenti della distruzione delle due Torri è stata la quasi totale polverizzazione del cemento. L’allora governatore di New York, George Pataki, scrisse nella sua relazione sul disastro: “Non c’è cemento. C’è veramente poco cemento. Tutto quello che si vede è alluminio e acciaio. Il cemento è stato polverizzato. Ero lì martedì ed era come essere su un pianeta alieno. Su tutta la parte bassa di Manhattan – non soltanto sul posto – da fiume a fiume, c’era polvere, una finissima polvere spessa cinque, sette centimetri e mezzo. Il cemento era del tutto polverizzato”.
Oltre a questo, le strutture d’acciaio delle Torri erano quasi interamente smembrate. A parte alcuni muri esterni ancora in piedi alla base di ogni edificio, virtualmente tutti gli scheletri d’acciaio erano rotti in diversi pezzi, con la parte centrale separata dalle colonne esterne. Che cosa potrebbe mai spiegare la quasi totale polverizzazione di circa 3 milioni di metri quadrati di solette di cemento e il quasi totale smembramento di 220 piani di struttura d’acciaio? Il NIST non fornisce alcuna spiegazione e la sola forza di gravità non appare plausibile. Anche perché, viene spiegato nel dossier, l’energia necessaria per polverizzare il cemento e smembrare le strutture d’acciaio è calcolabile in 1.255 gigajoule. Una misura decisamente lontana dagli stimati 508 gigajoule di potenziale energia gravitazionale contenuta negli edifici. La quasi totale polverizzazione del cemento e lo smembramento delle strutture d’acciaio diventa ancora più incomprensibile se si pensa che il crollo è avvenuto “essenzialmente in caduta libera”. 
Secondo il dottor Steven Jones, ex professore di fisica presso la Brigham Young University, “Il paradosso è facilmente risolvibile con l’ipotesi della demolizione esplosiva, là dove gli esplosivi facilmente rimuovono i materiali dei piani inferiori, incluse le colonne portanti, permettendo di fatto un crollo in caduta libera”.
Un altro fattore inspiegabile è il lancio di materiali verso l’alto e lateralmente, piuttosto distanti dal perimetro degli edifici. Secondo l’analisi Building Performance Study (Studio delle caratteristiche strutturali del palazzo) della FEMA, i materiali dei due edifici sono stati lanciati fino a oltre 150 metri dalla base di ogni Torre. Nel video intitolato North Tower Exploding (L’esplosione della Torre Nord), prodotto dal docente di fisica David Chandler, il professore fa osservare l’espulsione esplosiva di materiali dalla WTC 1: “Sotto la cappa di detriti cadenti, vedete la rapida sequenza di espulsioni esplosive di materiali? Alcuni di questi getti sono stati misurati in oltre 170 km/h… Essi sono continui e molto estesi. Si muovono progressivamente verso il basso dell’edificio, andando allo stesso ritmo dei detriti cadenti… Il palazzo è stato progressivamente distrutto, a partire dalla cima, da ondate di esplosioni che hanno creato una spessa coltre di detriti”.
E continua: “Notate che insieme alla nuvola di polvere vi sono pesanti travi e intere sezioni di frammenti d’acciaio che sono stati lanciati fuori dal palazzo… Alcuni sono finiti così lontano, come due campi di football dalla base della Torre”.
Rispondendo a coloro che hanno spiegato l’espulsione esplosiva di questi frammenti degli edifici come il prodotto del crollo, il professor Chandler risponde: “Alcuni suggeriscono che il peso della Torre che crollava sulle travi, le abbia fatte flettere e quindi espellere a causa del conseguente moto. Ma noi non abbiamo visto isolate travi lanciate all’esterno. Noi abbiamo visto la maggior parte della massa dell’edificio… ridotta in piccoli pezzi di pietrisco e polvere fina, espulsa esplosivamente in tutte le direzioni”.

Le cariche esplosive della demolizione:

Secondo lo scienziato Kevin Ryan, l’espulsione esplosiva dei materiali dalle Torri è spiegabile soltanto come “scoppi ad alta velocità di detriti espulsi da precisi punti degli edifici”. “L’ipotesi della demolizione – afferma Ryan – suggerisce che questi scoppi di detriti siano il risultato della detonazione di cariche esplosive piazzate in punti chiave della struttura, per facilitare la rimozione della resistenza”. Inoltre: “Nei video possiamo vedere questi getti essere espulsi dai lati delle Torri a circa 30 piani sotto il fronte del crollo… Ognuno di questi scoppi era costituito da un’improvvisa e secca emissione che appariva provenire da un preciso punto, espellendo approssimativamente tra i 15 e i 30 metri dal lato del palazzo, in una frazione di secondo. Dai fotogrammi estratti da un video della KTLA, possiamo stimare che uno di questi scoppi è durato complessivamente 0,45 secondi. 
Questo ci fornisce una velocità media di circa 52 metri al secondo”.E’ significativo che il NIST non abbia nemmeno parlato di questi scoppi nella sua relazione finale, mentre nelle sue FAQs (Frequently Asked Questions, cioè le domande più gettonate della relazione stessa) citi gli scoppi come “sbuffi di fumo”, sostenendo che “la massa crollante del palazzo aveva compresso l’aria sottostante – quasi come l’azione di un pistone – forzando il fumo e i detriti fuori dalle finestre mentre i piani inferiori crollavano sequenzialmente”.
Secondo Ryan, la spiegazione del NIST non è valida. “I piani delle Torri – sostiene lo scienziato – non erano containers chiusi e altamente pressurizzati in grado di generare alte pressioni abbastanza forti da far scoppiare le finestre. La massa crollante avrebbe dovuto agire come un disco piatto che esercita una pressione uniforme su tutti i punti. Ma le sezioni superiori, esse stesse disintegrate come si vede nei video, non possono esercitare una pressione uniforme. Anche prendendo in considerazione un ipotetico perfetto container e una pressione uniforme, usando la Legge del Gas Ideale per calcolare il cambiamento della pressione, noi possiamo determinare che la pressione dell’aria non potrebbe aumentare abbastanza per far scoppiare le finestre. Gli scoppi contenevano detriti polverizzati, non fumo e polvere. Inoltre i detriti del palazzo da 20 a 30 piani sotto la zona del crollo, non potevano essere polverizzati ed espulsi lateralmente dalla pressione dell’aria”.
I racconti dei testimoni delle esplosioni



Oltre al ricco materiale fotografico e televisivo riguardante la distruzione delle Torri Gemelle, bisogna considerare anche il numero delle testimonianze raccolte dal New York Fire Department (FDNY) nella sua relazione World Trade Center Task Force Interviews che comprende da 10.000 a 12.000 pagine di dichiarazioni giurate di oltre 500 dipendenti dello stesso FDNY. Non solo. Il dottor Graeme MacQueen, professore emerito di Studi Religiosi alla McMaster University, ha documentato al capitolo 8 del suo The 9/11 Toronto Report, 156 testimoni oculari che hanno parlato esplicitamente delle esplosioni che hanno visto e sentito durante il crollo delle Torri. Di questi 156, 121 appartengono al FDNY e 14 alla Port Authority Police Department. Altri 13 sono giornalisti presenti sul posto. Il professor MacQueen riporta che, in caso di incendio di edifici, si registrano quattro tipi di esplosioni: da vapore, da impianti elettrici, da fumo e da combustione.
I vigili del fuoco del FDNY sanno riconoscere questi fenomeni, anche perché sono irregolari e certamente non sincronizzati. Invece, nel caso delle Torri Gemelle, i testimoni hanno parlato di esplosioni precise e distanziate di pochi secondi l’una dall’altra, tanto che alcuni si sono spinti ad affermare che “le Torri Gemelle sono state distrutte dalle esplosioni”. “Si è arrivati al punto – spiega Cristopher Fenyo nell’intervista che ha rilasciato al WTC Task Force – che è infuriata una discussione sulla percezione che abbiamo avuto circa il fatto che il palazzo sembrava fosse stato fatto saltare in aria con delle cariche”. “In effetti, ho pensato che stava esplodendo – ricorda John Coyle, un altro testimone – Questo è ciò che ho pensato in seguito per diverse ore… Penso che chiunque a quel punto pensasse che quei palazzi fossero esplosi”.
Nonostante il NIST si ostini ad ignorare le testimonianze, sostenendo invece che non ci siano prove di esplosioni nelle Torri Gemelle, il professor MacQueen, riferendosi alla relazione dei vigili del fuoco di New York, afferma: “Abbiamo avuto 118 testimoni su 503 intervistati.



Circa il 23 per cento del gruppo sono testimoni delle esplosioni. A mio avviso, questa è un’alta percentuale di testimoni, specialmente considerando che a queste persone non sono state rivolte domande circa le esplosioni e, nella maggior parte dei casi, neanche sono state poste domande circa il crollo delle Torri. I testimoni che abbiamo sentito sono stati volontari e, di conseguenza la loro quantità rappresenta non il massimo numero delle testimonianze, ma il minimo”.
In conclusione, il dossier sostiene che il NIST, decidendo di non indagare a fondo su quelle che sono state le vere cause del crollo delle Torri Gemelle, ha condotto una “piccola analisi” sul comportamento tenuto dalle strutture edilizie, ignorando volutamente qualunque prova ne potesse derivare. Di conseguenza, il NIST è giunto a conclusioni di carattere speculativo e non scientifico. D’altra parte, l’ipotesi della demolizione controllata spiega largamente tutto ciò che è effettivamente accaduto.

La distruzione della terza Torre (WTC 7):



La terza Torre è crollata su se stessa intorno alle 17 dell’11 settembre, senza essere stata colpita da nessun jet o comunque coinvolta nel crollo delle altre due Torri. Per il NIST, l’evento è normale e rientra nella logica delle cose. L’incendio si sarebbe esteso anche al terzo edificio del complesso, indebolendone le strutture e facendolo crollare. Oltre alla spiegazione verbale, il NIST non ha fornito alcuna motivazione strutturale o scientifica. Secondo David Chandler, docente di fisica che ha studiato a fondo il comportamento del WTC 7, tale spiegazione è del tutto inconsistente. “La terza legge di Newton – afferma il professor Chandler nel suo articolo Free Fall and Building 7 on 9/11 (Caduta libera e il palazzo 7 il 9/11) – spiega che quando gli oggetti interagiscono, essi esercitano sempre una forza uguale ed opposta l’uno verso l’altro. Di conseguenza, mentre un oggetto è in caduta libera, se esso esercita una qualunque forza durante il suo percorso, incontrerà degli oggetti che lo spingeranno indietro, rallentandone la caduta. Se dunque un oggetto è osservato essere in caduta libera, possiamo concludere che nulla su quel sentiero esercita una forza per farlo rallentare...”.
E continua: “La caduta libera non è compatibile con qualunque scenario naturale che abbia a che fare con la debolezza, la deformazione o la frantumazione delle strutture, in quanto in ognuno di questi scenari ci sarebbero grandi forze di interazione con le sottostanti strutture, che avrebbero fatto rallentare la caduta… Il crollo naturale risultante da caduta libera, semplicemente non è plausibile…”.
Il professor Chandler giunge dunque alla conclusione che la caduta libera del WTC 7 è la prova lampante della demolizione controllata. Per confutare questo risultato, il NIST interviene sostenendo che, nel caso del WTC 7, non vi fu caduta libera poiché 18 piani dell’edificio sono crollati in 5,4 secondi, cioè con un margine del 40% più lungo (circa 1,5 secondi) rispetto al tempo stimato della caduta libera. Nonostante questa divergenza di vedute (anche perché pare che l’edificio per circa un secondo sia rimasto fermo, prima di crollare su se stesso), il professor Chandler ha fatto notare che “il crollo non è avvenuto per il cedimento di una colonna, o di alcune colonne o di una sequenza di colonne. Tutte le 24 colonne interne e le 58 perimetrali sono state rimosse simultaneamente nell’arco di otto piani e in una frazione di secondo. In questo modo la metà superiore dell’edificio è rimasta intatta”.

Dismembramento strutturale in un cumulo di rifiuti:



Così come le Torri Gemelle, anche la struttura metallica del WTC 7 è stata completamente smembrata e i detriti hanno formato un compatto cumulo di rifiuti nell’ambito del perimetro dell’edificio. E anche in questo caso lo smembramento dell’edificio si può spiegare soltanto con la demolizione controllata. Del resto, come spiegava nel corso di un’intervista del 1996 Stacey Loizeaux della Controlled Demolition Inc., i demolitori agiscono da due a sei piani, a seconda dell’altezza del palazzo, per colpire le colonne portanti e far crollare l’edificio su se stesso, riducendo anche la grandezza degli eventuali detriti. Inoltre, più che di “esplosione” si dovrebbe parlare di “implosione”, in quanto il palazzo deve crollare senza uscire dal proprio perimetro. Come, appunto, è accaduto nel caso del WTC 7.
C’è poi il discorso delle esplosioni. Il NIST, sempre per confutare l’ipotesi della demolizione controllata, afferma che i testimoni presenti sul posto non hanno udito alcuna esplosione. Invece, come dimostrano i video e le testimonianze, i botti ci furono e in molti li sentirono prima e durante la distruzione. “Improvvisamente ho guardato verso l’alto e ho visto che il palazzo crollava su se stesso – afferma Craig Bartmer, ex agente di polizia di New York – Ho cominciato a correre e per tutto il tempo ho sentito thum, thum, thum, thum, thum. Credo di riconoscere un’esplosione, quando la sento”



“Abbiamo sentito delle esplosioni – dice il volontario Kevin McPadden – Come BA–BOOOOOM! ... ed era come un suono distinto BA–BOOOOOM. Si poteva sentire un rombo nel terreno, come se ci si volesse aggrappare a qualcosa”.
Tra le altre testimonianze, c’è anche quella della cronista televisiva Ashleigh Banfield della MSNBC, che si trovava proprio nei pressi del WTC 7 quando è crollato. Nel servizio televisivo che lei stava realizzando, ad un certo punto si sente una forte esplosione e lei dice: “O mio Dio… Ci siamo”. Circa sette secondi dopo che lei aveva sentito la forte esplosione, il WTC 7 è crollato.
Preconoscenza della distruzione del WTC 7
Circa un’ora dopo la distruzione delle Torri Gemelle, le autorità hanno cominciato a parlare del crollo del WTC 7 con un alto grado di sicurezza e di precisione.
Le loro anticipazioni erano talmente certe che alcuni giornali hanno scritto del crollo del WTC 7 ancora prima che avvenisse. Di primo acchito verrebbe da dire che la previsione fosse basata sulla deduzione di quanto era accaduto alle Torri Gemelle. Tuttavia, quando i filmati video furono esaminati con calma, ci si accorse che la notizia era basata su una precisa conoscenza dei fatti. Dal momento che gli ingegneri si definivano sbalorditi per quanto era accaduto al WTC 7, come facevano le autorità a predire un evento che neanche gli ingegneri sapevano spiegarsi quattro anni e mezzo dopo?
Del resto, ci sono prove inconfutabili di esplosioni avvenute nell’edificio: durante una ripresa televisiva, la CNN ha registrato l’inconfondibile suono di un’esplosione proveniente dal WTC 7 e l’urlo di un operaio che avvertiva come il WTC 7 “stava esplodendo”, pochi secondi prima del crollo. Nonostante tutto questo, il NIST si è rifiutato di prendere in considerazione qualunque prova.
Le reazioni ad alta temperatura della termite



Secondo la NFPA 921, cioè la guida ufficiale americana le cui norme devono essere seguite in caso di indagini inerenti eventuali incendi o esplosioni, è necessario valutare tutte le possibili fonti per accertare le cause dei disastri sui quali si indaga.
Una di queste fonti, da prendere in considerazione nell’eventualità di fusione dell’acciaio, è la termite. Si tratta di una miscela esplosiva altamente incendiaria, a base di polvere di alluminio e triossido di ferro, in grado di sciogliere istantaneamente l’acciaio. Normalmente, la termite viene usata per saldare i binari e per usi militari (all’interno delle granate). Ebbene, per evitare di parlare della termite nel caso dell’11 Settembre, il NIST si è rifiutato di adottare la consueta procedura della NFPA 921 “negando, ignorando o accampando spiegazioni di carattere speculativo, non basate su analisi di tipo scientifico”. E questo, afferma il dossier, “in quanto non esiste alcuna plausibile e logica spiegazione della presenza di reazioni chimiche ad alta temperatura, se non quella di una demolizione controllata, usando meccanismi a base di termite”.
Secondo il NIST, i rivoli di metallo fuso che fuoriuscivano già dalla Torre 2 prima del crollo totale, erano di alluminio fuso. C’è un problema, però.
Come si vede distintamente dai video sul disastro di New York, i rivoli di metallo fuso che fuoriuscivano dalle Torri Gemelle erano di un giallo-fuoco brillante, mentre l’alluminio fuso è di colore argenteo. Come spiega il dottor Steven Jones nel suo Why Indeed Did the WTC Buildings Completely Collapse (Perché davvero gli edifici del WTC sono completamente crollati), “Il color giallo implica un metallo fuso con una temperatura approssimativa di 1000 °C, evidentemente al di sopra di quella che l’incendio da idrocarburi avvenuto all’interno delle Torri avrebbe potuto produrre. Inoltre, il fatto che il metallo liquido tendesse ad una sfumatura color arancio in prossimità del terreno… esclude ulteriormente la presenza di alluminio”.
Il NIST, non appena si è reso conto che la sua posizione era indifendibile, ha cercato di correre ai ripari sostenendo che “il color arancio era dovuto al fatto che l’alluminio liquido si era mescolato con solidi materiali organici, cambiando colore”. Tuttavia il NIST non si è premurato di verificare se questa affermazione corrispondesse alla realtà. Lo ha fatto, invece, il dottor Jones accertando che, anche in quel caso, “l’alluminio fuso non altera affatto il suo colore”.

Metallo fuso tra i detriti:



A complicare la situazione del NIST, che palesemente cercava di “vendere” soluzioni diverse dalla realtà oggettiva, c’erano le testimonianze in loco. Leslie Robertson, uno dei progettisti delle Torri Gemelle, ha raccontato: “Eravamo al livello B-1 e uno dei vigili del fuoco ha detto: ‘Credo che questo dovrebbe interessarvi’. E ci ha mostrato un grosso blocco di cemento sul quale scorreva un piccolo rivo di acciaio fuso”.
Ma non fu l’unico testimone. Il capitano Philip Ruvolo ricorda la scena a cui assistette insieme ad altri vigili del fuoco: “Se guardavi sotto, vedevi acciaio fuso, acciaio fuso che scorreva giù, lungo i canali delle inferriate, come se fossimo stati in una fonderia, come lava”.
Secondo il NIST, il più alto grado di temperatura raggiunto dagli incendi nelle Torri, è stato di 1.100 °C. Tuttavia, l’acciaio delle strutture non comincia a fondere con meno di 1.482 °C. Come si spiega, dunque, la presenza del metallo fuso? Il NIST semplicemente non risponde, ignorando il problema.
Acciaio solforato nel WTC 7
Ben presto un altro importante dettaglio metteva in grosse difficoltà il NIST e i suoi investigatori. Come hanno scritto James Glanz e Eric Lipton sul New York Times nel febbraio del 2002, parlando di alcuni pezzi di acciaio provenienti dal WTC 7, “Un’analisi preliminare del Worcester Polytechnic Institute… suggerisce che zolfo rilasciato durante gli incendi - nessuno sa da dove – possono essersi combinati con atomi dell’acciaio formando un composto che si scioglie a temperature più basse”. Pare che i docenti del WPI fossero scioccati dall’apparenza di “formaggio svizzero” assunta dai frammenti di acciaio. Come era potuto accadere? La risposta è venuta dal dottor Steven Jones che nel suo “Revisiting 9/11 – Applying the Scientific Method” (Rivisitare l’11 Settembre – Applicando il Metodo Scientifico) afferma: “Una semplice spiegazione per l’origine dello zolfo, così come per la corrosione e l’erosione da alta temperatura, è la termate, che viene prodotta quando lo zolfo è aggiunto alla termite.
Quando si aggiunge lo zolfo alla termite, si fa in modo che l’acciaio fonda ad una temperatura molto più bassa e più velocemente. Per cui, invece di avere un grado di fusione a 1.538 °C, fonde a circa 988 °C e si ottengono la solforazione e l’ossidazione dell’acciaio attaccato…”.
Ancora una volta il NIST ha ignorato l’evidenza, rispondendo che di fatto non era possibile analizzare un pezzo di acciaio proveniente dal WTC 7, in quanto tutti i detriti erano stati portati via da un pezzo, quando le indagini sono iniziate. In seguito, ricevendo ulteriori pressioni, il NIST ha ammesso di aver fatto analizzare un pezzo di acciaio proveniente dal WTC 7 (prima ne aveva negato l’esistenza), ma dagli esami non era risultato nulla.
Sfere di ferro e altre particelle nella polvere del WTC



Tre diversi studi scientifici hanno accertato la presenza di altissime temperature durante la distruzione delle Torri Gemelle. Il primo, The RJ Lee Report, presentato nel maggio 2004, era intitolato WTC Dust Signature (WTC La firma della polvere) e aveva identificato nella polvere del WTC “sfere di ferro e sfere o vescicole di particelle di silicio, che risultano essere prodotte dall’esposizione ad alte temperature”. Nel dettaglio, era spiegato che mentre nella normale polvere di un edificio le particelle di ferro costituiscono fino allo 0,4 per cento, in quella del WTC la percentuale era del 5,87 per cento. Inoltre, molto alta era anche la percentuale di ossido di piombo, prodotto quando il piombo raggiunge il suo punto di ebollizione a 1.749 °C.
Il secondo documento era The USGS Report, presentato nel 2005 come studio dell’US Geological Survey con il titolo Particle Atlas of World Trade Center Dust (Atlante delle particelle nella polvere del World Trade Center). Questo studio rivelava nella polvere particelle ricche di sfere di ferro.
Il terzo studio è stato pubblicato dal dottor Steven Jones e altri sette scienziati nel 2008 con il titolo Extremely High Temperatures during the World Trade Center Destruction (Temperature estremamente alte durante la distruzione del World Trade Center). In questo caso sono state rintracciate nella polvere del WTC sfere di ferro e silicati, oltre ad altre di molibdeno. Tutto questo materiale è stato vaporizzato nell’aria a causa di altissime temperature. Nel caso del molibdeno, il suo punto di fusione è a 2.623 °C.

Nano-termite nella polvere del WTC:



Ma le sorprese non sono finite qui. Nell’aprile del 2009 un gruppo di scienziati guidati dal dottor Niels Harrit, un esperto di nano-chimica che ha insegnato per oltre 40 anni all’Università di Copenaghen, ha pubblicato sulla rivista internazionale Open Chemical Physics Journal, un articolo intitolato Active Thermitic Materials Discovered in Dust from 9/11 World Trade Center Catastrophe (Materiali termitici attivi scoperti nella polvere della catastrofe dell’11 Settembre al World Trade Center). Questo studio ha rivelato la presenza di nano-termite (e cioè una specie di termite esplosiva progettata a livello di nano-particelle) nella polvere seguita al disastro. I campioni da analizzare furono prelevati in due riprese: il primo venti minuti dopo il crollo del WTC 1, gli altri due nel giorno successivo. Lo studio giunse alla conclusione che WTC 1, WTC 2 e WTC 7 furono tutti distrutti da demolizione controllata e altri materiali incendiari. Inutile dire che, anche questa volta, il NIST ha ignorato la richiesta dei ricercatori indipendenti sulle cause che hanno portato alla distruzione del WTC.

Le prove del NIST per il fallimento dell’incendio indotto:



Premesso che il NIST riuscì ad ottenere 236 pezzi dell’acciaio del WTC, il risultato delle sue analisi è sempre stato in aperta polemica con i sostenitori della demolizione controllata.
In tutti i modi il NIST ha provato a ribattere alla pioggia di critiche di chi portava prove e fatti a dimostrazione che le tre Torri siano state intenzionalmente distrutte con esplosivi.
Il problema è che, in realtà, non ci sono prove a supporto della teoria che gli incendi abbiano fatto crollare edifici a struttura metallica come quelli.
Il NIST ha provato anche a costruire modelli digitali per dimostrare le proprie tesi, ma sono sempre mancate le prove scientifiche per poter affermare senza possibilità di dubbio che, in effetti, siano proprio stati gli incendi ad abbattere quei giganti della moderna edilizia e ad uccidere quasi tremila persone.
L’unica possibilità per accertare la verità resta dunque quella di una nuova indagine parlamentare, libera dal controllo governativo e dalla supervisione politica. Intanto, gli Architetti & Ingegneri per la verità sull’11 Settembre hanno presentato un esposto internazionale affinché l’AIA Convention 2016 appoggi una nuova indagine su quanto accadde quel giorno a New York.
Di certo anche l’attuale governo degli USA non ha alcun interesse a mettere in piazza eventuali responsabilità governative sull’11 Settembre. L’americano medio non può e non vuole accettare l’idea che il proprio governo sia implicato in un atto criminale di quelle proporzioni.
 Che fine farebbe la fiducia degli americani verso le proprie istituzioni?
Dunque, al momento, tutto resta vago e indefinito.
L’unica cosa certa è che le 2974 vittime degli attentati al WTC di New York (2999 se si calcolano anche quelle morte in seguito) restano sempre in attesa di giustizia. Se il tempo sarà galantuomo, prima o poi i colpevoli di questa immane strage avranno un nome e un cognome, additati al pubblico disprezzo dall’umanità intera.

https://www.rinodistefano.com/it/articoli/11-settembre.php#

fonte: MAESTRO DI DIETROLOGIA

domenica 18 agosto 2019

le autopsie rivelano che i tumori...


Marcello Pamio - tratto da "Cancro Spa"

Luigi De Marchi, psicologo clinico e sociale, autore di numerosi saggi conosciuti a livello internazionale, parlando con un amico anatomo-patologo del Veneto sui dubbi dell’utilità delle diagnosi e delle terapie anti-tumorali, si sentì rispondere: «Sì, anch’io ho molti dubbi. Sapessi quante volte, nelle autopsie sui cadaveri di vecchi contadini delle nostre valli più sperdute ho trovato tumori regrediti e neutralizzati naturalmente dall’organismo: era tutta gente che era guarita da sola del suo tumore ed era poi morta per altre cause, del tutto indipendenti dalla patologia tumorale».
«Se la tanto conclamata diffusione delle patologie cancerose negli ultimi decenni - si chiese Luigi De Marchi - in tutto l’Occidente avanzato fosse solo un’illusione ottica, prodotta dalla diffusione delle diagnosi precoci di tumori che un tempo passavano inosservati e regredivano naturalmente? E se il tanto conclamato incremento della mortalità da cancro fosse solo il risultato sia dell’angoscia di morte prodotta dalle diagnosi precoci e dal clima terrorizzante degli ospedali, sia della debilitazione e intossicazione del paziente prodotte dalle terapie invasive, traumatizzanti e tossiche della Medicina ufficiale. Insomma, se fosse il risultato del blocco che l’angoscia della diagnosi e i danni delle terapie impongono ai processi naturali di regressione e guarigione dei tumori?”.
Con quanto detto da Luigi De Marchi - confermato anche da autopsie eseguite in Svizzera su cadaveri di persone morte non per malattia - si arriva alla sconvolgente conclusione che moltissime persone hanno (o avevano) uno o più tumori, ma non sanno (o sapevano) di averli.
In questa specifica indagine autoptica (autopsie) fatta in Svizzera, ed eseguita su migliaia di persone morte in incidenti stradali (quindi non per malattia), è risultato qualcosa di sconvolgente: 


- Il 38% delle donne (tra i 40 e 50 anni) presentavano un tumore (in situ) al seno;
- Il 48% degli uomini sopra i 50 anni presentavano un tumore (in situ) alla prostata;
- Il 100% delle donne e uomini sopra i 50 anni presentavano un tumore (in situ) alla tiroide.


Con tumore in situ s’intende un tumore chiuso, chiuso nella sua capsula, non invasivo che può rimanere in questo stadio per molto tempo e anche regredire.
Nel corso della vita è infatti "normale" sviluppare tumori, e non a caso la stessa Medicina sa bene che sono migliaia le cellule tumorali prodotte ogni giorno dall’organismo.
Queste, poi, vengono distrutte e/o fagocitate dal Sistema Immunitario, se l’organismo funziona correttamente.
Molti tumori regrediscono o rimangono incistati per lungo tempo quando la Vis Medicratix Naturae (la forza risanatrice che ogni essere vivente possiede) è libera di agire.
Secondo la Medicina Omeopatica , la “Legge di Guarigione descrive il modo con cui tale forza vitale di ogni organismo reagisce alla malattia e ripristina la salute”.
Cosa succede alla Legge di Guarigione, al meccanismo vitale di autoguarigione, se dopo una diagnosi di cancro la vita viene letteralmente sconvolta dalla notizia del male?
E cosa succede all’organismo (e al Sistema Immunitario) quando viene fortemente debilitato dai farmaci? 

Ulteriori dati poco conosciuti

Poco nota al grande pubblico è la vasta ricerca condotta per 23 anni dal prof. Hardin B. Jones, fisiologo dell’Università della California, e presentata nel 1975 al Congresso di cancerologia presso l’Università di Berkeley. Oltre a denunciare l’uso di statistiche falsate, egli prova che i malati di tumore che NON si sottopongono alle tre terapie canoniche (chemio, radio e chirurgia) sopravvivono più a lungo o almeno quanto coloro che ricevono queste terapie. 
Il prof. Jones dimostra che le donne malate di cancro alla mammella che hanno rifiutato le terapie convenzionali mostrano una sopravvivenza media di 12 anni e mezzo, quattro volte superiore a quella di 3 anni raggiunta da coloro che si sono invece sottoposte alle cure complete.
Un'altra ricerca pubblicata su The Lancet del 13/12/1975 (che riguarda 188 pazienti affetti da carcinoma inoperabile ai bronchi), dimostra che la vita media di quelli trattati con chemioterapia è stata di 75 giorni, mentre quelli che non ricevettero alcun trattamento ebbero una sopravvivenza media di 120 giorni.
Se queste ricerche sono veritiere, una persona malata di tumore ha statisticamente una percentuale maggiore di sopravvivenza se non segue i protocolli terapeutici ufficiali.
Con questo non si vuole assolutamente spingere le persone a non farsi gli esami, gli screening e i trattamenti oncologici ufficiali, ma si vogliono fornire semplicemente, delle informazioni che normalmente vengono oscurate, censurate e che possono, proprio per questo, aiutare la scelta terapeutica di una persona.
Ma ricordo che la scelta è sempre e solo individuale: ogni persona sana o malata che sia, deve assumersi la propria responsabilità, deve prendere in mano la propria vita. Dobbiamo smetterla di delegare il medico, lo specialista, il mago, il santone che sia, per questo o quel problema.
Dobbiamo essere gli unici artefici della nostra salute e nessun altro deve poter decidere al posto nostro.
Possiamo accettare dei consigli, quelli sì, ma niente più.

I pericoli della chemioterapia

Il principio terapeutico della chemioterapia è semplice: si usano sostanze chimiche altamente tossiche per uccidere le cellule cancerose.
Il concetto che sta alla base di questo ragionamento limitato e assolutamente materialista è che alcune cellule, a causa di fattori ambientali, genetici o virali, impazziscono iniziando a riprodursi caoticamente creando delle masse (neoplasie).
La Medicina perciò tenta di annientare queste cellule con farmaci citotossici (cioè tossici per le cellule). Tuttavia, questa feroce azione mortale, non essendo in grado di distinguere le cellule sane da quelle neoplastiche (impazzite), cioè i tessuti tumorali da quelli sani, colpisce e distrugge l’intero organismo vivente.
Ci hanno sempre insegnato che l’unica cura efficace per i tumori è proprio la chemioterapia, ma si sono dimenticati di dirci che queste sostanze di sintesi sono dei veri e propri veleni. Solo chi ha provato sulla propria pelle le famose iniezioni sa cosa voglio dire. 
«Il fluido altamente tossico veniva iniettato nelle mie vene. L’infermiera che svolgeva tale mansione indossava guanti protettivi perché se soltanto una gocciolina del liquido fosse venuta a contatto con la sua pelle l’avrebbe bruciata. Non potei fare a meno di chiedermi: ‘Se precauzioni di questo genere sono richieste all’esterno, che diamine sta avvenendo nel mio organismo?’. Dalle 19 di quella sera vomitai alla grande per due giorni e mezzo. Durante la cura persi manciate di capelli, l’appetito, la colorazione della pelle, il gusto per la vita. Ero una morta che camminava». 

[ Testimonianza di una malata di cancro al seno ] 
Un malato di tumore viene certamente avvertito che la chemio gli provocherà (forse) nausea, (forse) vomito, che cadranno i capelli, ecc.
Ma siccome è l’unica cura ufficiale riconosciuta, si devono stringere i denti e firmare il consenso informato, cioè si sgrava l’Azienda Ospedaliera o la Clinica Privata da qualsiasi problema e responsabilità.
Le precauzioni del personale infermieristico che manipolano le sostanze chemioterapiche appena lette nella testimonianza, non sono una invenzione. L’Istituto Superiore di Sanità italiano ha fatto stampare un fascicolo dal titolo “Esposizione professionale a chemioterapici antiblastici” per tutti gli addetti ai lavori, cioè per coloro che maneggiano fisicamente le fiale per la chemio (di solito infermieri professionali e/o medici). Fiale che andranno poi iniettate ai malati.
Alla voce Antraciclinici (uno dei chemioterapici usati) c’è scritto che dopo la sua assunzione può causare: “Stomatite, alopecia e disturbi gastrointestinali sono comuni ma reversibili. La cardiomiopatia, un effetto collaterale caratteristico di questa classe di chemioterapici, può essere acuta (raramente grave) o cronica (mortalità del 50% dei casi). Tutti gli antraciclinici sono potenzialmente mutageni e cancerogeni”.
Alla voce Procarbazina (un altro dei chemioterapici usati) c’è scritto che dopo la sua assunzione può causare: “E’ cancerogena, mutagena e teratogena (malformazione nei feti) e il suo impiego è associato a un rischio del 5-10% di leucemia acuta, che aumenta per i soggetti trattati anche con terapia radiante”.
In un altro documento, sempre del Ministero della Sanità (Dipartimento della Prevenzione – Commissione Oncologica Nazionale) dal titolo “Linee-guida per la sicurezza e la salute dei lavoratori esposti a chemioterapici antiblastici in ambiente sanitario” (documento pubblicato dalle Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano) c’è scritto: “Uno dei rischi rilevati nel settore sanitario è quello derivante dall’esposizione ai chemioterapici antiblastici. Tale rischio è riferibile sia agli operatori sanitari, che ai pazienti”.
Qui si parla espressamente dei rischi per operatori e pazienti.
Il documento continua dicendo: “Nonostante numerosi chemioterapici antiblastici siano stati riconosciuti dalla IARC (International Agency for Research on Cancer) e da altre autorevoli Agenzie internazionali come sostanze sicuramente cancerogene o probabilmente cancerogene per l’uomo, a queste sostanze non si applicano le norme del Titolo VII del D.lgs n. 626/94 ‘Protezione da agenti cancerogeni’. Infatti, trattandosi di farmaci, non sono sottoposti alle disposizioni previste dalla Direttiva 67/548/CEE e quindi non è loro attribuibile la menzione di R45 ‘Può provocare il cancro’ o la menzione R49 ‘Può provocare il cancro per inalazione’”.
Quindi queste sostanze, nonostante provochino il cancro, non possono essere etichettate come cancerogene (R45 e R49) semplicemente perché sono considerate “farmaci”.
Questa informazione è molto interessante.
Andiamo avanti: “Nella tabella 1 [vedi sotto, ndA] è riportato un elenco, non esaustivo, dei chemioterapici antiblastici che sono stati classificati dalla IARC nel gruppo ‘cancerogeni certi per l’uomo’ e nel gruppo ‘cancerogeni probabili per l’uomo’. L’Agenzia è arrivata a queste definizioni prevalentemente attraverso la valutazione del rischio ‘secondo tumore’ che nei pazienti trattati con chemioterapici antiblastici può aumentare con l’aumento della sopravvivenza. Infatti, nei pazienti trattati per neoplasia è stato documentato lo sviluppo di tumori secondari non correlati con la patologia primitiva”.

Tabella 1

Cancerogeni per l’uomo:
Butanediolo dimetansulfonato (Myleran) - Ciclofosfamide - Clorambucil - 1(2-Cloretil)-3(4-metilcicloesil)-1-nitrosurea (Metil-CCNU) - Melphalan - MOPP (ed altre miscele contenenti alchilanti) - N,N-Bis-(2-cloroetil)-2-naftilamina (Clornafazina) - Tris(1-aziridinil)fosfinsolfuro (Tiotepa
Probabilmente cancerogeni per l’uomo: Adriamicina - Aracitidina - 1(2-Cloroetil)-3-cicloesil-1nitrosurea (CCNU) - Mostarde azotate - Procarbarzina 
Certamente si tratta di un elenco incompleto perché, sfogliando una trentina di bugiardini di chemioterapici, mancano diverse molecole cancerogene per ammissione stessa dei produttori.
In conclusione, il documento sulle “linee guida” riporta alla voce “Smaltimento”: “Tutti i materiali residui dalle operazioni di manipolazione dei chemioterapici antiblastici (mezzi protettivi, telini assorbenti, bacinelle, garze, cotone, fiale, flaconi, siringhe, deflussori, raccordi) devono essere considerati rifiuti speciali ospedalieri. Quasi tutti i chemioterapici antiblastici sono sensibili al processo di termossidazione (incenerimento), per temperature intorno ai 1000-c La termossidazione, pur distruggendo la molecola principale della sostanza, può comunque dare origine a derivati di combustione che conservano attività mutagena. È pertanto preferibile effettuare un trattamento di inattivazione chimica (ipoclorito di sodio) prima di inviare il prodotto ad incenerimento. Le urine dei pazienti sottoposti ad instillazioni endovescicali dovrebbero essere inattivate prima dello smaltimento, in quanto contengono elevate concentrazioni di principio attivo”.
Queste sostanze, che vengono sistematicamente iniettate nei malati, anche se incenerite a 1000°C conservano attività mutagena”.
Ma che razza di sostanze chimiche sono mai queste?
La spiegazione tra poche righe.
L’amara conclusione, che si evince dall’Istituto Superiore di Sanità, è che l’oncologia moderna per curare il cancro utilizza delle sostanze chimiche che sono cancerogene (provocano il cancro), mutagene (provocano mutazioni genetiche) e teratogene (provocano malformazioni nei discendenti).
C’è qualcosa che non torna: perché ad una persona sofferente dal punto di vista fisico, psichico e morale, debilitata e sconvolta dalla malattia, vengono iniettate sostanze così tossiche?
Questo apparente controsenso - se non si abbraccia l’idea che qualcuno ci sta coscientemente avvelenando - si spiega nella visione riduzionista e totalmente materialista che ha la Medicina , ma questo è un argomento che affronteremo più avanti.
In Appendice sono stati pubblicati alcuni degli effetti collaterali (scritti nei bugiardini dalle lobby chimico-farmaceutiche che li producono) di circa trenta farmaci chemioterapici.
Uno per tutti: l’antineoplastico denominato Alkeran® (50 mg/10 ml: polvere e solvente per soluzione iniettabile che contiene come eccipiente: “acido cloridrico”) della GlaxoSmithKline. “Un alchilante analogo alla mostarda azotata”. Alchilante è un farmaco capace di combinarsi con gli elementi costitutivi della cellula provocandone la sua alterazione.
Dal bugiardino si evince che questa sostanza chimica (usata nei malati tumorali), oltre a provocare la leucemia acuta (“è leucemogeno nell’uomo”), causa difetti congeniti nella prole dei pazienti trattati.
Alla voce “Eliminazione”, viene confermato quanto riportato sopra: “L’eliminazione di oggetti taglienti, quali aghi, siringhe, set di somministrazione e flaconi deve avvenire in contenitori rigidi etichettati con sigilli appropriati per il rischio.
Il personale coinvolto nell’eliminazione (dell’Alkeran) deve adottare le precauzioni necessarie ed il materiale deve essere distrutto, se necessario, mediante incenerimento”.
Incenerimento, come abbiamo letto prima, alla temperatura di 1000-1200 gradi!
La spiegazione è che queste sostanze sono analoghe alle “mostarde azotate”.
Il sito del Ministero della Salute italiano, alla voce “Emergenze Sanitarie”, si esprime così: “Le mostarde azotate furono prodotte per la prima volta negli anni ’20 e ’30 come potenziali armi chimiche. Si tratta di agenti vescicatori simili alle mostarde solforate che si presentano in diverse forme e possono emanare un odore di pesce, sapone o frutta. Sono note anche con la rispettiva designazione militare HN-1, HN-2 e HN-3. Le mostarde azotate sono fortemente irritanti per pelle, occhi e apparato respiratorio. Sono in grado di penetrare nelle cellule in modo molto rapido e di causare danni al sistema immunitario e al midollo osseo (…) che si manifestano già dopo 3-5 giorni dall’esposizione, che causano anche anemia, emorragie e un maggiore rischio di infezioni. Quando questi effetti si presentano in forma grave, possono condurre alla morte”.
Per “curare” il tumore oggi vengono utilizzati degli ‘agenti vescicanti’: prodotti militari usati nelle guerre chimiche.
Anche se la ”guerra al cancro” viene portata avanti con ogni mezzo dall’establishment, ritengo che ci sia un limite a tutto.

Mi asterrò dal recar danno e offesa.
Non somministrerò ad alcuno,
neppure se richiesto, un farmaco mortale. 


[ Giuramento di Ippocrate ]  

Marcello Pamio - tratto da "Cancro Spa: leggere attentamente le avvertenze"

fonte: DISINFORMAZIONE

mercoledì 14 agosto 2019

pedofilia al governo? La morte di Epstein fa comodo a tanti

Una morte stranissima e soprattutto provvidenziale, quella di Jeffrey Epstein, arrestato il 6 luglio con l’accusa di sfruttamento della prostituzione su minori e violenza carnale su oltre 30 ragazze minorenni, almeno dal 2002 al 20045, nella sua residenza di New York e nella sua tenuta in Florida. Già dieci anni fa era stato condannato per gli stessi reati, ma ora a tremare erano i pezzi da novanta dell’establishment, americano e non solo: da Trump a Clinton, dall’ex premier israeliano Ehud Barak al principe Andrea d’Inghilterra. Strana morte, scrive Zara Muradyan su “Sputnik News”, in una nota tradotta da “Come Don Chisciotte”: l’improvvisa fine di Epstein arriva poche settimane dopo «le affermazioni secondo cui il finanziere americano il 23 luglio era stato trovato ferito e inconscio sul pavimento della sua cella a Manhattan», nel Metropolitan Correctional Center. All’epoca, diversi media avevano suggerito che avrebbe potuto tentare il suicidio. Eppure, «la dinamica degli eventi non è stata chiarita». Epstein era stato trovato privo di sensi e «con segni sul collo che, apparentemente, sembravano autoinflitti». Da allora, «era stato messo sotto sorveglianza speciale anti-suicidio». Risultato: si sarebbe suicidato lo stesso, il 10 agosto. Una storia che puzza da lontano: Wayne Madsen, già dirigente della Nsa, accusa esplicitamente il Mossad israeliano. Oggi popolare polemista, autore di acute analisi sui retroscena del potere, Madsen è stato tra i primi ad additare il ruolo occulto dell’intelligence nel massacro del G8 di Genova, nel luglio del 2001: vi lavorarono non meno di 1.500 agenti della Heffrey EpsteinNational Security Agency, ha rivelato. Un’operazione sostanzialmente terroristica, secondo Madsen progettata dalla presidenza Bush: «All’epoca – spiega l’ex dirigente della Nsa a Franco Fracassi, nel saggio “G8 Gate” – a spaventare le multinazionali era il movimento NoGlobal, che rappresentava la prima rivolta universale contro l’ingiustizia, senza confini territoriali né bandiere di partito: la macelleria di Genova fu accuratamente progettata, manipolando la polizia italiana, per stroncare quel movimento di cui l’élite finanziaria della globalizzazione aveva il terrore». Altrettanto tagliente il giudizio di Madsen sul caso Epstein: politica e pedofilia rappresentano un mix demoniaco, scrive l’ex dirigente della Nsa in un’analisi su “Strategic Culture” ripresa sempre da “Come Don Chisciotte”. Il rinvio a giudizio del facoltoso investitore, con l’accusa di “sfruttamento internazionale della prostituzione e cospirazione”, aveva «causato ondate di shock in tutti i settori politici, economici e sociali degli Stati Uniti e di altri paesi».
La flotta di aerei privati di Epstein e le sue numerose residenze avevano indotto gli investigatori delle forze di polizia a indagare a fondo su varie attività, in un arco di diversi decenni, attinenti al passato recente e remoto di Epstein. Secondo i rapporti degli inquirenti, i documenti giudiziari e le dichiarazioni dei testimoni, «la cerchia degli amici di Epstein comprendeva alcune delle persone politicamente più importanti al mondo, tra cui il presidente Donald Trump, l’ex presidente Bill Clinton, il principe inglese Andrea, il duca di York e l’ex primo ministro israeliano Ehud Barak». Tutti questi vip, così come altri, avevano socializzato con Epstein. E Trump, in particolare, era ben consapevole della predilezione di Epstein per ragazze «veramente molto giovani». In realtà, ricorda Madsen, Trump ed Epstein furono citati come co-imputati in una causa del 2016, sulla base del presunto stupro di una ragazza di 13 anni avvenuto nel ‘94 nella dimora di Epstein a Manhattan. «La Epstein con Trumpconnessione di Epstein con l’amministrazione Trump includeva anche la scelta di Trump per la carica di segretario del lavoro di Alex Acosta, il procuratore degli Stati Uniti per la Florida del sud nel 2007-2008, che aveva firmato un accordo di mancata prosecuzione, valido a livello federale e per lo Stato della Florida, che metteva al riparo Epstein e i suoi complici da eventuali futuri procedimenti giudiziari statali o federali relativi allo sfruttamento della prostituzione minorile da parte di Epstein».
In cambio di questo patteggiamento “dolce,” Epstein si era semplicemente dichiarato colpevole di alcune accuse di incitamento alla prostituzione di ragazze minorenni. Così aveva scontato una condanna virtuale “a porte aperte” di tredici mesi nella Contea di Palm Beach e aveva accettato di farsi registrare come colpevole di reati sessuali. Gli interrogativi sul ruolo di Acosta nell’affare Epstein e sull’accordo da lui firmato avevano portato alle sue dimissioni da segretario al lavoro della Florida, carica da cui avrebbe anche dovuto vigilare sul traffico di donne e bambini a scopo di prostituzione. La natura internazionale dei traffici di Epstein – scrive Madsen – è evidenziata dal fatto che possedeva due isole al largo di St. Thomas, Little St. James e Greater St. James, nelle Isole Vergini americane. Aveva anche residenze a Manhattan, nel New Mexico e a Palm Beach, in Florida, vicino al complesso turistico Mar-a-Lago di Trump. «Epstein usava un passaporto austriaco rilasciato sotto falso nome», aggiunge Madsen, spiegando che «l’uso di passaporti Bill Clintonfalsi o autentici ma con identità false è una specialità del Mossad, che dispone in Israele di una “fabbrica di passaporti” utilizzata per produrre documenti di viaggio fasulli».
Sempre secondo Madsen, i falsi passaporti “made in Israel” sono stati utilizzati per le operazioni del Mossad in Australia e Nuova Zelanda, Stati Uniti e Canada, ma anche in paesi europei come Svizzera, Francia, Spagna, Germania e Gran Bretagna, oltre che in Est Europa (Bielorussia, Ucraina), nei paesi arabi (Dubai), ma anche in Asia (dall’India alla Thailandia) e in paesi come Costa Rica e Messico, Perù, Brasile, Trinidad e Tobago, Venezuela, e anche in Turchia e nella Corea del Nord. «Epstein aveva usato il suo falso passaporto austriaco per viaggiare in Francia, Spagna (comprese le Isole Canarie), Arabia Saudita e Gran Bretagna». I vertici della struttura politica e dell’intelligence israeliana sono anch’essi ben rappresentati nella cerchia degli associati e degli amici di Epstein, scrive Madsen: i misteriosi legami di Epstein con servizi di intelligence non identificati erano venuti alla luce dopo le rivelazioni che ad Acosta, mentre era procuratore degli Stati Uniti a Miami, era stato ordinato da un’autorità superiore di «stare alla larga» dal caso Epstein perché il finanziere «apparteneva all’intelligence» e Acosta avrebbe dovuto «lasciarlo in pace».
Osserva Madsen: «Mentre l’uso del ricatto sessuale da parte delle agenzie di intelligence è vecchio quanto le operazioni di intelligence stesse, l’uso dei minori in queste “trappole al miele,” in genere, è di competenza di poche organizzazioni di spionaggio, di cui la principale è il Mossad israeliano. E considerando le connessioni israeliane di Epstein – aggiunge l’analista – ci sono ottime possibilità che fosse proprio il Mossad l’organizzazione per la quale Epstein preparava ricatti politici». In primo luogo, il finanziere dei vip aveva gestito il portafoglio finanziario di Leslie Wexner, il magnate dei negozi al dettaglio con sede in Ohio. E la Wexner Foundation «aveva elargito generose sovvenzioni ad organizzazioni israeliane, comprese borse di studio per quei funzionari del governo israeliano che avessero voluto conseguire diplomi post-laurea presso la John F. Kennedy School of Government dell’Università di Harvard». In secondo luogo, l’assistente amministrativa di lunga data di Robert MaxwellEpstein era Ghislaine Maxwell, figlia del defunto magnate britannico dei media, Robert Maxwell. «Epstein e Ghislaine Maxwell erano stati, per parecchio tempo, frequentatori abituali del club Mar-a-Lago di Trump».
Sebbene ci siano state diverse illazioni sui legami di Robert Maxwell con vari servizi di intelligence, la sua sepoltura sul sacro Monte degli Ulivi a Gerusalemme, riservata ai collaboratori più fedeli di Israele, è la prova lampante della sua vita di servitore dello Stato israeliano. Nel necrologio di Maxwell del 1991, l’allora primo ministro israeliano Yitzhak Shamir dichiarò che Maxwell «aveva fatto per Israele di più di quanto si possa dire oggi». Andando indietro nel tempo, aggiunge Madsen, quella lealtà era servita ad Israele «non solo perché Maxwell era un parlamentare del Regno Unito per il Partito Laburista, ma anche come assicurazione sul fatto che il Partito Laburista avrebbe mantenuto un atteggiamento filo-israeliano». Inoltre, Maxwell «manteneva stretti rapporti con i leader comunisti dell’Europa orientale». Da canto suo, sempre secondo Madsen, «Epstein trafficava in ragazze minorenni provenienti dall’Europa dell’Est, compresa l’ex Jugoslavia e la Cecoslovacchia», paese natale di Robert Maxwell. Dal canto suo, Epstein era sempre in viaggio: dalla Slovacchia al Messico,Ehud Barakdal Sudafrica al Marocco. «Aveva sempre pronta una scorta di denaro, e anche cospicua». Possedeva anche una flotta di jet, tra cui un Boeing 727, soprannominato “Lolita Express”.
Epstein disponeva di un enorme ranch nel New Mexico e possedeva un appartamento in Avenue Foch, vicino all’Arc de Triomphe, nel quartiere più costoso di Parigi. La residenza di sette piani di Epstein nell’Upper East Side di Manhattan veniva usata per intrattenere la nobiltà della politica, dello spettacolo e persino della scienza. «Mentre parte della ricchezza di Epstein proveniva indubbiamente dalla gestione del portafoglio di Wexner e dagli investimenti per l’ormai defunta società di titoli Bear Stearns di Wall Street e dall’uomo d’affari saudita Adnan Khashoggi – scrive Madsen – l’aumento costante delle finanze di Epstein, sia durante i periodi sia di rialzo che di ribasso di Wall Street, aveva sconcertato gli esperti finanziari. L’uso da parte di Epstein di una serie di società di comodo per spostare i suoi capitali è un forte indizio del fatto che alcuni di questi provenissero dall’intelligence israeliana, mentre altri flussi di cassa derivavano dai pagamenti dei ricatti da parte di coloro che erano implicati nelle attività di Epstein». Il trasferimento da parte di Epstein di ingenti somme dagli Usa a conti esteri «aveva fatto sì che Jp Morgan Chase e Deutsche Bank troncassero i legami con lui».
Non solo: «Il movimento di fondi di Epstein attraverso le filiali della Deutsche Bank a New York e a Jacksonville, in Florida, nel 2015 e nel 2016, aveva indotto la banca ad informare il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti tramite rapporti su attività sospette». La filiale di Jacksonville, continua Madsen, aveva anche segnalato movimenti sospetti di denaro attraverso Deutsche Bank da parte della Kushner Companies, la società di proprietà del genero di Trump, Jared Kushner, e della Trump Organization. Fiumi di soldi sospetti, frequentazioni altolocate, viaggi continui. E residenze favolose, dotate di sofisticati sistemi di intercettazione e telecamere di sorveglianza. «La Little St. James Island di Epstein aveva una rete WiFi e cellulare estesa a tutta l’isola che serviva ad intercettare telefonate, e-mail e messaggi di testo inviati e ricevuti nell’area di copertura». Il principe Andrea con Elisabetta d'Inghilterra - CopiaIn una causa contro Epstein intentata da una delle sue numerose vittime, si afferma che Epstein aveva installato telecamere nascoste in tutte le sue proprietà per registrare, a scopo di ricatto, le attività sessuali con ragazze minorenni di personaggi importanti.
«Durante la sua visita di Stato a Londra, il principale accompagnatore di Trump era stato il principe Andrea», che – al di là delle smentite ufficiali – ha avuto «un ruolo di primo piano nella cerchia degli amici di Epstein». Senza scordare, aggiunge Madsen, che la Gran Bretagna «non si è ancora ripresa dalle gesta pedofile dell’intrattenitore di lunga data della “Bbc”, Jimmy Savile». Non è tutto: «Implicati per diversi decenni nella dissolutezza di Savile erano stati anche il primo ministro conservatore Edward Heath, l’ex funzionario dei servizi segreti del Mi-6, Sir Peter Hayman, il deputato democratico liberale Cyril Smith, il parlamentare del Partito Liberale, Sir Clement Freud (nipote del famoso psicopatologo Sigmund Freud) e il collega del Partito Laburista, Lord Greville Janner». Secondo Madsen, «è indiscutibile il fatto che i vertici dell’establishment della sicurezza e dell’intelligence britannica siano Sarkozy tra i coniugi Macronaffollati di pedofili». Indagini ad alto rischio: «Politici e media che cercano di scoprire fino a che punto i pedofili rivestano posizioni di alto livello nel governo, nella Chiesa, nello spettacolo e in altri settori sono spesso oggetto di minacce».
D’altro canto, continua Madsen, i soldi di Epstein avevano assicurato il silenzio dei governi delle Isole Vergini americane, del Nuovo Messico, della Florida e dell’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan. «Il “Miami Herald”, i suoi giornalisti e i suoi editori che avevano scoperto i dettagli del caso Epstein, erano stati minacciati. Così anche i politici che avevano perseguito i complici politici di Epstein in Florida». Tra quelli minacciati figurano in Florida la senatrice Lauren Book e in Pennsylvania Kathleen Kane, procuratore generale del Commonwealth: «A causa delle sue ostinate indagini sui pedofili nel governo dello Stato della Pennsylvania, Kathleen Kane è stata incriminata sulla base di false accuse, costretta a dimettersi dall’incarico e condannata a una pena detentiva». L’ex ministro della sanità dell’Isola di Jersey, Stuart Syvret, è stato etichettato dai media come “pazzo cospirazionista” per le sue indagini sugli abusi sessuali su minori nell’orfanotrofio dell’isola di Haute de Garenne. In Wayne Madsenun’intervista del 2007 ad una rivista francese, il presidente francese Nicolas Sarkozy aveva scioccato la Francia dicendo che era «incline a pensare che le persone nascano pedofile e che sia anche un problema che non sappiamo come gestire».
Osserva Madsen che la Francia sarebbe stata tiepida, con Epstein, anche sotto la presidenza Macron: anche se il finanziere è stato arrestato in un aeroporto del New Jersey mentre era di  ritorno da Parigi sul suo aereo privato, «le autorità francesi non sono state particolarmente veloci nell’aprire un’indagine sulle attività di Epstein in Francia». Secondo Madsen, Jeffrey Epstein godeva di potentissime protezioni internazionali: «È stato l’insabbiamento della sua passata attività di pedofilia che aveva fatto finire in prigione l’ex presidente repubblicano della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, Dennis Hastert, un tempo il secondo in ordine di importanza per la candidatura alla presidenza degli Stati Uniti». E ora, il processo federale contro Epstein era previsto per l’estate del 2020, «proprio nel bel mezzo della campagna presidenziale degli Stati Uniti». Le prove che sarebbero state presentate, «oltre un milione di pagine», avrebbero potuto influenzare pesantemente l’esito delle elezioni. «Gli stretti rapporti di Trump con Epstein – ha scritto Madsen, prima del presunto suicidio del finanziere – potrebbero essere la ragione per cui così tanti membri repubblicani della Camera dei Rappresentanti stanno abbandonando la nave». Ma niente paura: ora Jeffrey Epstein non parlerà più.

fonte: LIBRE IDEE

sabato 27 luglio 2019

scienza proibita: la bufala del riscaldamento globale (cos’e` il riscaldamento globale?)

L ‘”Effetto serra” noto anche come “riscaldamento globale” o “cambiamento climatico” si riferisce al riscaldamento che si verifica quando alcuni gas nell’atmosfera terrestre intrappolano il calore.




Questi gas, per lo più emessi naturalmente, permettono alla luce del sole di illuminare ma impediscono al calore di fuoriuscire, come le pareti di vetro di una serra.
In primo luogo, la luce del sole brilla sulla superficie terrestre, dove viene assorbita e quindi irradiata nell’atmosfera sotto forma di calore. Nell’atmosfera, le molecole di “gas serra” trattengono parte di questo calore perché non sono trasparenti ad alcune lunghezze d’onda della radiazione termica. Quando i gas serra assorbono l’energia termica infrarossa; la loro temperatura aumenta. Il resto fugge nello spazio. Più gas serra sono nell’atmosfera, più calore viene trattenuto.
Il biossido di carbonio (CO2), insieme al vapore acqueo (H2O), metano (CH4) e protossido di azoto (N2O), sono considerati “gas serra”. La CO2 viene prodotta e assorbita da varie fonti naturali ed e` essenziale per la crescita delle piante . Ma poiché anche l’attività umana industriale e automobilistica (automobili, aeroplani, ciminiere, ecc.) Emettono CO2, si afferma che i meccanismi naturali della Terra non possono bilanciare tutta questa CO2 extra.
Si dice che se la CO2 prodotta dall’uomo e, in misura minore, l’N2O e il CH4 non sono tenuti sotto stretto controllo dal governo, le emissioni faranno si che una grande quantita` di calore venga intrappolata “all’interno della serra” provocando lo scioglimento del ghiaccio polare terrestre dall’Antartide e dalla Groenlandia che inondera` le aree costiere del mondo in modo catastrofico. Si prevede inoltre che il riscaldamento globale / cambiamento climatico (GW / CC) aumenti il numero delle forti tempeste e delle estreme oscillazioni della temperatura.



 1970: IL PRIMO EARTH DAY

L’Earth Day è un evento annuale a livello mondiale che si svolge ogni 22 aprile. L’evento è stato concepito dall’attivista liberale John McConnell nel 1969 in una conferenza delle Nazioni Unite a San Francisco. Un radicale hippie comunista e assassino condannato di nome Ira Einhorn affermo` di essere stato un co-fondatore della Giornata della Terra.
Sebbene i liberali sostengano che l’affermazione di Einhorn non sia vera, fu in effetti uno dei principali organizzatori degli eventi di Filadelfia del Earth Day nel 1970.
Un altro dei giocatori chiave (i giocatori che siamo in grado di vedere) dietro il lancio della Giornata della Terra è stato il senatore liberale Gaylord Nelson (D-WI), che in seguito è stato riconosciuto per i suoi sforzi con una medaglia della libertà presidenziale  da Bill Clinton.
La Giornata della Terra nel 1970 è stata lanciata con una insolita fanfara e clamore mediatico, incluse le prime pagine in quasi tutti i giornali in America, e uno speciale della CBS TV ospitato dal leggendario anchorman, Walter Cronkite, alias “L’uomo più affidabile d;America”. Oltre ai grandi eventi organizzati a New York e da Einhorn in Philadelphia, le celebrazioni si sono svolte in duemila college e università, circa diecimila scuole primarie e secondarie e centinaia di comunità in tutta America.
Era ovvio che la classe dominante americana, attraverso i suoi media interamente controllati, stava fortemente spingendo la nuova “vacanza comandata”.  Per quanto riguarda il motivo presunto – la “causa” che ha spinto tante persone ben intenzionate ma ignoranti nelle strade – si trattava di “salvare il pianeta ” dall’estrazione di petrolio, dall’inquinamento atmosferico, dall’inquinamento delle acque e da varie crisi ancora da scoprire (o inventate).
L'”opinione pubblica” artificialmente scatenata nata dall’evento ha portato all’istituzione dell’EPA (Environmental Protection Agency) meno di 8 mesi dopo. Come tutte le nuove agenzie governative, l’EPA è partito in piccolo e con poteri limitati. Oggi, quasi mezzo secolo dopo, l’EPA è la più dittatoriale ed economicamente distruttiva tra tutte le agenzie di regolamentazione americane. L’agenzia, fuori controllo, è addirittura arrivata al punto di dichiarare come “inquinante” la CO2 (cibo per le piante). Ma certo. L’assassino comunista e co-fondatore della Giornata della Terra Ira Einhorn dovra` aver sorriso dalla sua cella di prigione.





Walter Cronkite e la massiccia promozione dei media di “Earth Day 1970” è stata una sicura indicazione di una spinta globalista per qualche programma sinistro
ANNI 80: L’EFFETTO SERRA/ IL RISCALDAMENTO GLOBALE

Dopo alcuni inverni più rigidi del normale in Nord America, il tentativo di creare terrore per una vicina era glaciale fu vanificato alla fine degli anni ’70 (ne parleremo più avanti). Vedete, la difficoltà nel propagandare la bufala dell’era glaciale è che richiede un’espansione meridionale osservabile anno dopo anno della copertura di ghiaccio permanente nelle aree abitate. Questo è essenzialmente ciò che è un’era glaciale. Le persone che vivono nel nord dovrebbero notare che la neve che scende in inverno improvvisamente non si scioglie in estate. Altrimenti, la paura dell’era glaciale non intaccherra` i cuori delle persone.
In un momento in cui la popolazione mondiale e le emissioni di CO2 (nutrimento per le piante) erano molto più basse di quelle odierne, le preoccupazioni per un’età glaciale sono state improvvisamente sostituite da racconti di un “effetto serra” che dovrebbe provocare il caos entro l’anno 2000.
Dopo quasi 40 anni, nessuna delle terribili previsioni si sono avverate. Il nuovo giorno del giudizio e` stato posticipato nel fututo.
Creando la truffa di un “Effetto Serra” provocato dalla CO2 la quale blocca il calore in modo che non possa sfuggire nell’atmosfera superiore, i poteri che sono hanno prodotto delle “Fake News” portando il pubblico a credere che il ghiaccio polare un giorno si sarebbe sciolto a causa del “calore intrappolato” – inondando così le nostre coste. Dal momento che nessuno vive realmente all’interno della Groenlandia o dell’Antartide, dobbiamo credere agli “scienziati” i quali ci dicono che il ghiaccio polare si sta gradualmente “sciogliendo” e che il problema aumentera` esponenzialmente in futuro.




1980-GIORNI NOSTRI: I MEDIA OPERANO CON REGOLE SEVERE/MAI INTERVISTARE UNO SCIENZIATO CONTRARIO AL RISCALDAMENTO GLOBALE

Attraverso così tante grandi e “prestigiose” istituzioni dei “media mainstream” degli Stati Uniti e dell’Europa, c’è stata una totale assenza di voci opposte sulla questione della GW / CC (Global Warming/Climate Chagne). Una scrupolosa ricerca negli archivi del poderoso New York Times e del Washington Post ci mostrera` le tesi di tutti i principali sostenitori del riscaldamento globale (come Stephen Schneider, Michael Mann, James Hansen e altri); ma mai, e intendo mai, nessuna contro-tesi dei più importanti “negazionisti del cambiamento climatico” (come Richard Lindzen, John Coleman, Fred Singer e altri).
Se i “negazionisti” hanno mai avuto l’occasione di essere intervistati, è sempre stato un evento ironico con un intervistatore ostile e retoricamente esperto che controlla strettamente la direzione della conversazione. Mai le solide argomentazioni dei “negazionisti” sono state presentate per intero, e senza interruzioni contraddittorie.
Anche le principali reti di notizie (ABC, NBC, CBS, PBS, CNN) non danno ai “negazionisti” la possibilita` di parlare, così come le principali riviste di stampa e di notizie online (Time, Newsweek, US News e World Report, l’Economist, il Huffington Post ecc.) E riviste scientifiche / naturalistiche (Popular Science, Nature, Scientific American, National Geographic, Discover ecc.). Anche la presunta “conservatrice” FOX News e il Wall Street Journal, sebbene permettano un dibattito generale sulla causa e sull’estensione del “problema”, forniscono solo una copertura limitata agli scienziati che negano del tutto il GW / CC creato dall’uomo.
L’esempio più eclatante di censura è stata la decisione dell’ultimo minuto della PBS di fermare l’eccellente documentario britannico The Greenhouse Conspiracy dalla messa in onda su una stazione affiliata nel 1991. La produttrice della PBS Linda Harrar ha detto, riguardo la sua decisione di bloccare il film:
“Non sono sicuro che sia utile includere ogni singolo punto di vista.”
Come può essere che clown che si definiscono scienziati come Bill Nye e Neil DeGrasse Tyson vengano intervistati come “autorità” sul tema GW / CC, mentre gli uomini seri di vera scienza, uomini considerati élite nei loro campi, vengano ignorati? In che modo PBS e il National Geographic Channel possono mandare in onda “pseudocumentari” sul GW / CC, ma non hanno mai trasmesso una serie di film creati da professionisti che sfidano il dogma ufficiale? I media hanno la responsabilità morale nei confronti del pubblico di presentare tutti i lati di un dato problema. Chi diavolo sono loro per decidere cosa dovresti e non dovresti vedere?
Questa palese selettività costituisce una prova chiara, convincente e innegabile che i capi dei grandi media sono in collusione per negare l’accesso dei “negazionisti” al pubblico. Non può esserci altra deduzione logica


CENSURA!
1987: I PROTOCOLLI DI MONTREAL E IL BUCO NELL’OZONO

Anni prima che l’isteria sul “riscaldamento globale” diventasse il problema dominante della vita quotidiana, la crisi più urgente riguardava il fittizio “buco nello strato di ozono”, che si dice essere causato da clorofluorocarburi (CFC) trovati in spray e refrigeranti. Il “buco”, ci è stato detto, stava lasciando entrare pericolose radiazioni dannose per la vita. Il protocollo di Montreal ha accettato di limitare le sostanze chimiche che presumibilmente danneggiano lo strato di ozono.



L’imbroglio dell’assottigliamento dello strato di ozono non è oggetto di questa esposizione e non vogliamo discorrere dal nostro argomento principale. Solleviamo questo problema solo perché è davvero affascinante, alla luce dell’isteria che un tempo circondava questa “crisi”, di come nessuno ne parli ormai più. Proprio come nel panico per la mini era glaciale degli anni ’70, l’isteria dell’ozono sembrò improvvisamente ridursi quando “L’effetto serra” ebbe il ruolo di protagonista.
Evidentemente, i pianificatori di alto livello erano, in momenti diversi, non del tutto sicuri su quale bufala ambientale scommettere. Quando finalmente trovarono un accordo e pensarono di puntare esclusivamente sull “Effetto Serra / Riscaldamento Globale”, tutti i media cominciarono ad informare il pubblico che “il buco nello strato di ozono” aveva improvvisamente smesso di espandersi, come se qualcuno avesse premuto un interruttore. Molto strano!


L’ansia da bombolette spray killer era molto diffusa negli anni 80 e 90. La passione si e` spenta per non distrarre il pubblico dal Climate Change
E le pioggie acide???


1988 – VIENE FONDATO L’IPCC DELL’ONU

Il Gruppo di esperti intergovernativi delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (IPCC) è stato formato per raccogliere e valutare le prove sul “riscaldamento globale”. Molti dei piu` influenti sacerdoti del culto del “Riscaldamento Globale” siedono o consigliano questo pannello, e vengono pagati molto bene per farlo.
La “prestigiosa” ossessione delle Nazioni Unite per questo problema non solo dà maggiore credibilità alla “crisi”, ma consente all’organismo mondiale di acquistare sostegno per “salvare il pianeta” dai paesi più poveri non sviluppati in cambio di pacchetti di aiuti al posto dell’industrializzazione. L’IPCC è una delle forze trainanti che promuovere questo scherzo e trova “soluzioni”


La formidabile influenza dell’ONU e l’influenza poco conosciuta sui programmi di educazione pubblica globale aggiungono credibilità alle false affermazioni dei warmisti
MARZO 1989:IL DISASTRO PETROLIFERO EXXON VALDEZ VIENE UTILIZZATO PER DENIGRARE L’ESTRAZIONE DI PETROLIO



Sebbene questo particolare evento non avesse nulla a che fare con la campagna di propaganda per vendere il GW / CC, fu effettivamente usato per attaccare e controllare ulteriormente l’industria petrolifera –  uno dei principali obiettivi nascosti dei sostenitori del riscaldamento globale.
La fuoriuscita di petrolio di Exxon Valdez si è verificata nel Prince William Sound, in Alaska, quando la gigantesca petroliera ha colpito una scogliera e ha versato 10,8 milioni di galloni di petrolio greggio nel corso di pochi giorni. Fu, al momento, la peggiore fuoriuscita di petrolio nella storia. La posizione remota del Prince William Sound rese difficili gli sforzi per contenere la fuoriuscita di petrolio che si estendeva per centinaia di miglia di costa dell’Alaska e per a 10.000 miglia quadrate di oceano.
Notte dopo notte, per settimane, i telespettatori sono stati sottoposti alla vista “straziante” di foche, lontre e uccelli coperti di petrolio. La copertura dell’inchiesta sullo sversamento è durata per mesi. Certamente, la storia era degna di nota. Il problema era che la prolungata e pesante copertura di un evento in cui nessuno era stato ucciso, e la fustigazione pubblica di Exxon e del capitano della nave, Joseph Hazelwood, erano grossolanamente sproporzionati e ingiusti.
Il fatto che i meccanismi naturali di pulizia della natura potessero, e lo fecero, riportare la regione a condizioni originarie entro diversi anni non fu mai riportata. Gli spettatori rimasero con la falsa impressione che un pezzo di Alaska fosse sparito per sempre.
La copertura esagerata e spaventosa dell’evento ha inferto un enorme e duraturo colpo alla reputazione dell’industria petrolifera, un duro colpo che sicuramente deve aver soddisfatto i pianificatori della beffa GW / CC. Arrivando solo un anno prima del ventesimo anniversario della “Giornata della Terra”, lo sversamento di Exxon Valdez ha dato agli attivisti verdi e ai loro padroni nascosti un’altra ragione per gridare: “Vedi. Vi abbiamo detto che dobbiamo abbandonare il petrolio “.
In effetti, i warmisti stanno ancora parlando di Exxon Valdez e continuano a mentire su come la regione “non si sia mai completamente ripresa”. Il contenzioso correlato contro Exxon non si è concluso fino al 2016


I warmisti usavano le immagini tristi di uccelli e lontre coperti d’olio per protestare implacabilmente contro il petrolio. Le potenti immagini della storia sono state tenute in vita dai media per mesi. Anche oggi, nonostante il fatto che l’area sia pulita come prima dello sversamento, continuano a portare avanti l’evento. Perché?
APRILE 1990: NEL VENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA GIORNATA DELLA TERRA L”INIZIATIVA DIVENTA GLOBALE

La macchina mediatica si e` data da fare per promuovere artificialmente il ventesimo anniversario della Giornata della Terra. Per quanto provino, la “vacanza” non è mai stata realmente presa dalle grandi masse d’America. Tuttavia, tra la sinistra politica (persone che credono nel grande governo e nel governo internazionale) la Giornata della Terra del 1990 è stata un grande evento.
È stato un attivista e membro di sinistra del governo, Dennis Hayes, che ha organizzato la grande campagna e ha reso la 20 ° Giornata della Terra un evento globale. Circa 750.000 persone si sono incontrate in Central Park a New York City (almeno questo è ciò che sostengono gli organizzatori). A Washington DC sono apparsi 100.000 – 250.000 (a seconda del numero dei quali si vuole credere). In tutta l’America e in tutto il mondo, molti altri militanti di sinistra e sciocchi liberali ben intenzionati si sono mobilitati in 141 paesi diversi per creare una “consapevolezza” globale sulle questioni ambientali.
A differenza del Earth Day 1970, tenutosi in un’epoca in cui le prime teorie sul raffreddamento globale stavano nascendo, la Giornata della Terra del 1990 si concentrò molto e diede un enorme impulso internazionale allo scherzo dell’ “Effetto serra / Riscaldamento globale”. Dal clamore suscitato dalla Giornata della Terra del 1990 è arrivata la spinta pianificata per una grande conferenza che si sarebbe materializzata nella forma del Summit della Terra delle Nazioni Unite del 1992 a Rio de Janeiro.


La folla manipolata dai media di tutto il mondo ha cercato di “salvare il pianeta”.
1990- 1996: I MEDIA BERSAGLIANO I BAMBINI CON PROPAGANDA 

Il programma televisivo per bambini, Captain Planet and the Planeteers è stato trasmesso dal Globalista (una persona che vuole un governo mondiale) Ted Turner dal 1990 al 1992. Una serie sequel, The New Adventures of Captain Planet è stata successivamente trasmessa dal 1993 al 1996 . Milioni di bambini vulnerabili, ora trentenni, sono stati così sottoposti al lavaggio del cervello in giovane età da spaventosi cartoni animati che vedevano Capitan Planet dai capelli verdi e i suoi giovani “Planeteers” combattere contro affari malvagi e “eco-cattivi” come “Hoggish Greedly” “.
In un episodio, Greedly, un cattivo dall’aspetto mostruoso, complotta per bruciare deliberatamente più carbone e petrolio che può per sciogliere il ghiaccio polare e inondare il mondo. Solo Capitan Planet e i Planeteers possono fermarlo. Ecco alcuni dei dialoghi spaventosi di quell’episodio:
Greedly: bruceremo la Terra fino a quando questo posto (il Polo Nord) è caldo come i tropici. Bruceremo tutto il carbone e il petrolio che possiamo trovare.
Il socio di Greedly: Permettimi di mostrarti cosa succederà se lo farai. La combustione libererà tonnellate di anidride carbonica nell’aria. La luce solare che normalmente rimbalzerebbe nello spazio sara` intrappolata dall’aumento di anidride carbonica. È come tirar su i  finestrini su un’auto parcheggiata al sole o come una serra. Dopo alcuni anni, questo riscaldamento globale scioglierà il ghiaccio polare, innalzando il livello del mare in tutto il mondo, modificando le condizioni meteorologiche e peggiorando le tempeste.
(musica spaventosa)
Fortunatamente per il mondo, Captain Planet è stato in grado di contrastare la cospirazione di Greedly e “salvare il pianeta” – almeno per ora. Come per tutti gli episodi di capitan Planet, il pagliaccio dai capelli verdi ha chiuso lo show con un piccolo discorsetto.
Captain Planet: in tutto il mondo, ogni giorno viene aggiunta altra (anidride carbonica). Ecco perché è così importante bruciare meno di quei carburanti che inquinano l’atmosfera e rendono la terra più calda … Dobbiamo smetterla. Il potere è tuo!
Ogni bambino innocente che guardava questa cagata è stato influenzato – anche traumatizzato – da queste sfacciate menzogne (che analizzeremo in seguito). Anche le action figures di Capitan Planet e un gioco da tavolo di University Games vennero distribuite ai bambini. Sebbene il “supereroe” non abbia mai raggiunto il livello di “Spider Man” o “Super Man”, milioni di bambini dipendenti dalla TV sono stati effettivamente corrotti e oggi camminano tra di noi da adulti con un pregiudizio odioso nei confronti di affari, industria e mercato libero, e un pregiudizio venerabile a favore del grande governo e di organismi internazionali come le Nazioni Unite – esattamente come Ted Turner, che ha donato $ 1 MILIARDO all’ONU, e la sua folla globalista aveva programmato.
E così avvenne che milioni di bambini creduloni, in un periodo in cui mancavano della capacità emotiva e intellettuale di resistere a un così intelligente lavaggio del cervello, si prepararono a credere a queste sciocchezze diventando adulti.




1. Nei primi anni ’80, le immagini della Statua della Libertà, semi sommersa, come gli esperti prevedevano sarebbe stata nel 2000, furono usate per spaventare i bambini delle scuole in tutta l’America. 2. Capitan Planet e i planeters: Propaganda rivolta a bambini indifesi – molti dei quali da allora sono diventati adulti
1992: L’EARTH SUMMIT DI RIO


La propaganda ambientalista degli ultimi due decenni ha fornito ai promotori e agli agitatori globalisti la necessaria copertura per organizzare un “Summit della Terra” a Rio de Janeiro, in Brasile, per “salvare il pianeta”. Solo il fatto che le delegazioni di 172 paesi abbiano partecipato a questa convulsa conferenza ha convinto molti milioni di persone del fatto che doveva esserci un po ‘di verità in questo “effetto serra”. Perché altrimenti funzionari di così tanti paesi parteciparono a un evento del genere?
Anchee se non emersero cambiamenti di politica evidenti dal “Summit della Terra”, si inizio` a configurare il quadro per i futuri protocolli e accordi che vediamo oggi applicati- come l'”Agenda 21″ che minerà i diritti di proprietà e trasferirà un enorme potere ai governi centralizzati e istituzioni internazionali come le Nazioni Unite, Per ora, l’importante punto del Vertice della Terra a Rio è che Il grande spettacolo diede un altro enorme impulso di propaganda pubblica ai promotori dell ‘”Effetto serra” – che presto si chiamera` “Riscaldamento Globale”.


I potenti convocati a Rio per “salvare il pianeta” dal riscaldamento globale e da altre “crisi” ambientali – mentre i media di Establishment pubblicizzano l’evento su stampa e in TV.
1992: IL SENATORE GORE PUBBLICA “EARTH IN THE BALANCE”

Mentre il Summit della Terra si concludeva a Rio, il 22 giugno 1992, il senatore degli Stati Uniti e il futuro vicepresidente, Al Gore (D-TN) pubblico` Earth in the Balance: Ecology and the Human Spirit, un libro in cui domandava un “Global Marshall Plan (* uno schema post WW2 per ricostruire l’Europa) per” salvare il pianeta “. Il libro altamente allarmista è stato pubblicizzato dalle stelle dal New York Times e dal resto della Piranha Press – facendo guadagnare al già ricco senatore un sacco di denaro dai diritti d’autore. Poiché il rilascio coincise con la stagione elettorale presidenziale, Gore (la futura scelta di Bill Clinton per il suo vice-presidente) e il suo libro pieno di errori furono riempiti di enorme pubblicità.
L’importante contributo di Gore a far avanzare la lunga marcia di questa beffa risiede nel fatto che è diventato il più alto e più visibile funzionario pubblico a mettere il suo nome dietro al “fatto” del “Riscaldamento Globale”. Alto, bello, articolato e pubblicizzato con le stelle da Hollywood e dalle Fake News, l’amico onnipresente di Bill Clinton ha venduto la truffa meglio e ad un pubblico più vasto di quanto chiunque altro avesse fatto prima. Grazie a Gore e ai poteri che lo sostenevano, la credenza nella “crisi” del “riscaldamento globale” non si limitava più esclusivamente ai vecchi hippy e ai ragazzi del college di sinistra. Con un leader politico “rispettato” come Al Gore “moderato” molti altri americani iniziarono a piegarsi verso la fede.


L’espansione propagandistica dell'”intellettuale” Al Gore e il suo problema domestico ovvero il “Riscaldamento globale” andarono di pari passo.
1997: I PROTOCOLLI DI KYOTO

Il Protocollo di Kyoto è un trattato internazionale che estende la Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 1992 (UNFCCC) elaborata a Rio cinque anni prima. Proprio come Rio 1992, anche il più sobrio evento di Kyoto (tenutosi a Kyoto, in Giappone) è stato promosso dai media, anche se non così intensamente.
Le nazioni si impegnarono a Kyoto per ridurre le emissioni di CO2, sulla base di un presunto “consenso scientifico” esplicabile in due punti a) il “riscaldamento globale” era un fatto e b) era probabile che la CO2 prodotta dall’uomo stesse causandolo. Il Protocollo di Kyoto fu adottato nel dicembre del 1997 e divenne legge internazionale per i paesi che vi partecipavano nel febbraio 2005. Sebbene il presidente degli Stati Uniti George Bush avesse sostanzialmente ritirato gli Stati Uniti dal Protocollo volontario nel 2001, il futuro presidente Obama avrebbe lavorato ancora una volta verso i suoi obiettivi. Lentamente ma inesorabilmente, queste conferenze internazionali porteranno il mondo sempre più vicino all’obiettivo finale, che non ha nulla a che fare con “salvare il pianeta”.


I protocolli non decisero nulla sul breve termine ma aiutarono a porre le basi per quelli a lungo termine. Al Gore fece il discorso di apertura
2005-PRESENTE: LA BUGIA DEL CONSENSO SCIENTIFICO

Con l’interezza del Partito Democratico ora dietro la bufala e impaziente di imporre nuovi regolamenti e tasse per combattere il GW / CC, la macchina della propaganda si è scontrata con il mito del consenso scientifico quasi universale su GW / CC. Nel 2013 è stato pubblicato uno studio FAKE molto pubblicizzato secondo cui il 97% degli scienziati erano d’accordo con la “scienza stabilita”.
Uno dopo l’altro, le persone veramente “intelligenti” e gli scienziati famosi sono stati arricchiti e resi famosi dai media, sottoscrissero i loro nomi alla grande causa. C’era Bill Nye, lo “scienziato” d’azione affermativa Neil DeGrasse-Tyson, Stephen Hawking, Bill Gates di Microsoft, Mark Zuckerberg di Facebook, Nobel, scienziati della NASA e altri assortiti personaggi del mondo tecnologico e scientifico.
Bene, ora, se così tante persone “intelligenti” credono (o sostengono di credere?) nella “scienza stabilita” del GW / CC, allora solo una persona “ignorante” o “pazza” potrebbe negare la verità, giusto? Queste alte e possenti approvazioni della falsa teoria, combinate con l’infantile sminuire i miscredenti con l’etichetta sprezzante, “Climate Change Denier”, si sono combinate per creare un ambiente accademico, sociale e politico soffocante in cui persino scienziati addestrati, per non parlare di noi semplici mortali, ora hanno paura di esprimere pubblicamente anche il minimo dubbio sul dogma del GW / CC. Solo questa PAURA è la prova che la grande “causa” di “salvare il pianeta” si basa sul marketing e sul lavaggio del cervello, non sulla scienza.


Il non-scienziato Bill Nye, l’astro-astrofisico “sovversivo” Neil DeGrasse Tyson e il globalista Bill Gates vogliono che chiudiamo le nostre menti e ascoltiamo solo loro perché sono apparentemente più intelligenti di noi. Purtroppo, invece di usare le proprie facoltà di pensiero critico, molte persone basano il proprio giudizio su tali opinioni da “persone intelligenti”.
2006-GIORNI NOSTRI: IL COSTANTE ATTACCO AI BAMBINI


In linea con gli obiettivi dichiarati dall’UNESCO – l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura – l’intero establishment scolastico degli Stati Uniti (e dell’Europa occidentale) si è unito al potente movimento per “salvare il pianeta”. Quasi tutte le scuole superiori in America ora hanno un curriculum di “scienze ambientali”.
Non sono necessarie ulteriori parole. Basta guardare le immagini – tenendo presente che questa è solo una frazione di ciò che è là fuori nelle nostre scuole elementari e nelle sezioni per bambini delle librerie / Amazon.



2005: IL TERMINE RISCALDAMENTO GLOBALE COMINCIA AD ESSERE USATO COMUNEMENTE NEI DISCORSI PUBBBLICI

Mentre il XX secolo si chiudeva, le letture della temperatura del satellite del sensore remoto (RSS) – che avevano mostrato un leggero riscaldamento durante la metà degli anni ’90 – non registravano più temperature in aumento. In un primo momento, la pausa nel “Riscaldamento globale” è stata spiegata come temporanea “anomalia”, non in alcun modo in contraddizione con la teoria, ma mentre mesi e mesi di non riscaldamento trasformati in anni di inverni molto rigidi, in America e in Europa, gli “scienziati” adattarono la teoria del “Riscaldamento Globale” sostenendo che il freddo estremo può anche essere una manifestazione della “crisi”. E quindi, il termine generico “Cambiamenti climatici” era più comunemente usato come supplemento, anche se non necessariamente come rimpiazzo, per “Riscaldamento globale” – un termine che a sua volta aveva sostituito lo sciocco slogan del 1980, conosciuto come “Effetto serra”.
Vedete, le serre reali bloccano il calore principalmente perché i loro tetti in vetro massiccio ingrandiscono la luce del sole mentre intrappolano il calore con una barriera fisica. L’analogia ambientale con le serre doveva essere sostituita con il termine “Riscaldamento globale” perché “Effetto serra” era semplicemente troppo bizzarro e idiota.
“Il cambiamento climatico” copre tutto. Freddo estremo, caldo estremo, tempeste estreme, pioggia estrema, siccità estreme. Il freddo normale, il caldo normale, le tempeste normali e le piogge normali — spiegano tutto come se avesse a che fare con il clima, non con il clima a lungo termine. Qualunque cosa accada, “Climate Change” può essere usato per spiegarlo.


1. Un numero del 1996 della rivista Newsweek assicura ai suoi lettori che le recenti “bufere di neve, inondazioni e uragani” erano dovuti al “riscaldamento globale”. Anni dopo, il termine “Cambiamenti climatici” è stato creato dagli uomini di marketing dietro questa truffa. 2. Anche i tornado sono frutto del GW / CC ora.

Da “Effetto serra” a “Riscaldamento globale” a “Cambiamenti climatici” — Per mantenere a galla la truffa, i pianificatori dovevano continuare a cambiare il nome della crisi per adattarsi ai dati contraddittori.
2006: INCONVENIENT TRUTH DI AL GORE DIVENTA UN BEST SELLER E UN FILM

Nella più vicina corsa alle elezioni presidenziali della storia, il vicepresidente Al Gore ha perso per poco contro George Bush nel 2000. L’incredibilmente ambizioso Gore era così avvilito che si era fatto crescere la barba e avvolgere dalla depressione buttando su 50 kg in un anno. Mio Dio, Albert! La fama e il potere significano davvero tanto per te?
Gore finalmente riacquistò il suo status di star pubblicando An Inconvenient Truth nel 2006. Affrontando esclusivamente la “crisi” di ciò che era ormai definito solo “Global Warming” (l’etichetta “Effetto serra” non era più efficace perché era troppo ridicola) il libro pieno di errori (ne parleremo più avanti) servì anche da base per una versione cinematografica diretta da Davis Guggenheim e narrata da Gore.
Il finto film di Gore è stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival del 2006. Sia il libro che il film sono stati debitamente spinti dalla Piranha Press, tanto che il primo e` diventanto il top nella lista del best-seller del New York Times; e il film documentario ha vinto due Academy Awards. Aggiungendo l’insulto all’idiozia, Gore assetato di soldi / fama è stato poi insignito del Premio Nobel per la Pace nel 2007 per il suo attivismo asinino.


Il mondo è impazzito! Greasy Gore diventa il numero 1 nella lista NY Times, colleziona un Academy Award e un Nobel per la pace.
2007 IL LIBRO DI GORE VIENE TRASFORMATO IN UN LIBRO PER BAMBINI E LETTO NELLE SCUOLE

Scholastic Books distribuisce libri alle scuole a livello nazionale (in America). Nel 2007, l’enorme azienda ha davvero contribuito a spingere il carrozzone del “Global Warming” in modo sostanziale. Dal sito Web di Scholastic.com (2007):
“Una scomoda verità” per bambini: il best-seller ora disponibile nella versione per bambini – Di Aaron Broder
“Le calotte polari ai poli Nord e Sud si stanno sciogliendo, causando un graduale aumento del livello del mare.La scorsa estate è stata una delle più calde mai registrate.Il numero di uragani e trombe d’aria sta gradualmente crescendo.Qual è la causa di tutta questa insolita attività globale? Due parole: riscaldamento globale.
Il riscaldamento globale è il tema di un nuovo libro per bambini basato su un best-seller per adulti. Una scomoda verità è stata adattata per bambini di età compresa tra 8 e 12 anni (Viking Children’s, 10 aprile 2007, 92 pagine). “
Ormai, non si poteva sfuggire alla costante ondata di propaganda sofisticata che veniva data in pasto al pubblico, specialmente ai giovani vulnerabili. La truffa era diventata “mainstream” – con sempre più scettici che mantenevano i loro dubbi privati in modo da evitare di essere scherniti.


2008: VIENE PRODOTTO UN REMAKE DI THE DAY THAT THE EARTH STOOD STILL

The Day the Earth Stood Still è un adattamento del film di fantascienza del 1951 con lo stesso nome. Questa volta, il tema del film non era la minaccia della guerra nucleare, ma piuttosto “salvare il pianeta” dalle attività create dall’uomo. Anche se il termine esatto “Riscaldamento globale” non è mai stato usato, quella era la presunzione comune del pubblico. Il film è incentrato sul personaggio “Klaatu” – un alieno inviato per convincere l’umanità a riformare il suo comportamento verso l’ambiente o affrontare l’estirpazione tramite il suo gigantesco robot.
Il film, che ha scelto Keanu Reeves come Klaatu, ha beneficiato di un sacco di pubblicità. Durante il weekend di apertura, e nonostante la scarsa risposta della critica, ha raggiunto il primo posto, incassando 30 milioni di dollari da 3.560 teatri. Nonostante le recensioni negative, l’appello al botteghino di Reeve e il clamore mediatico iniziale lo hanno mantenuto tra i primi 10 per le prime quattro settimane nelle sale. Gli alti e potenti pianificatori dietro lo spavento del “Riscaldamento Globale” comprendono molto bene il potere del film come mezzo per manipolare la mente pubblica. E sono stati “in combutta” con l’alta e possente Hollywood di sinistra per molto tempo.


2008: LA CAMPAGNA “WE CAN SOLVE IT”

Molti milioni di spettatori e lettori sono stati esposti alla campagna pubblicitaria “We Can Solve It!”. Le pubblicità sdolcinate erano caratterizzate da avversari politici “che non sempre sono d’accordo”, seduti su una panchina amorosa insieme e concordando sul fatto che la “crisi” di GW / CC doveva essere “risolta”. I liberal-democratici erano a bordo del GW / CC Express sin dall’inizio della truffa. Lo scopo di questa campagna di propaganda era di prendere di mira repubblicani e conservatori con la falsa idea che GW / CC non fosse un movimento politico, ma piuttosto, qualcosa che era in tutti i nostri interessi “risolvere”.
Ecco il dialogo della pubblicita` con la speaker per i democratici Nancy Pelosi e l’ex speaker dei repubblicani, Newt Gingrich:
Pelosi: Ciao. Sono Nancy Pelosi, democratica per tutta la vita e presidente della Camera.
Gingrich: E io sono Newt Gingrich, repubblicano per tutta la vita.
Pelosi: e` difficile che ci incontriamo faccia a faccia. Vero Newt?
Gingrich: No. Ma siamo d’accordo, il nostro paese deve agire per affrontare il cambiamento climatico.
Pelosi: Abbiamo bisogno di forme di energia più pulite e ne abbiamo bisogno velocemente.
Gingrich: Se un numero sufficiente di noi richiede un’azione dai nostri leader, possiamo scatenare l’innovazione di cui abbiamo bisogno.
Pelosi: vai su wecansolveit.org. Insieme possiamo farlo.
Un altro spot televisivo ha visto il reverendo “conservatore” Pat Robertson e il reverendo “liberale” Al Sharpton su un divanetto in spiaggia, concordando sulla necessità di affrontare GW / CC. E ancora un altro presentava una studentessa democratica di sesso femminile e una studentessa di medicina repubblicana, anche loro d’accordo, nonostante i diversi background, che il GW / CC doveva essere “risolto”.

2008-2016: L’ELEZIONE E LA PRESIDENZA DI BARACK OBAMA

L’elezione del senatore Barack Obama (D-IL) – d’ora in avanti chiamato affettuosamente “Obongo” – alla presidenza degli Stati Uniti è stato un grande passo avanti per la “causa” di fermare l’inesistente GW / CC dopo quasi un quarto di secolo di graduale modellamento della mente pubblica, il truffatore convinto non aveva davvero dovuto vendere la truffa perché era già stata accettata, in un modo o nell’altro, da poco più della metà di tutti gli elettori. Durante un discorso di Berlino dell’estate 2008 davanti a una folla di 200.000 imbecilli tedeschi, il candidato ha parlato di “Riscaldamento globale” e “innalzamento del livello del mare” come se fosse già un fatto stabilito e ha dichiarato le sue intenzioni di fermarlo. Fatti una scorpacciata di questo vomito presidenziale:
Mentre parliamo, le auto a Boston e le fabbriche a Pechino stanno sciogliendo le calotte polari nell’Artico, riducendo le coste nell’Atlantico e portando la siccità nelle fattorie dal Kansas al Kenya.
“Stasera, parlo davanti a te non come candidato alla presidenza, ma come cittadino – un fiero cittadino degli Stati Uniti e un concittadino del mondo ….
Questo è il momento in cui dobbiamo riunirci per salvare questo pianeta. Se risolviamo il problema non lasceremo ai nostri figli un mondo in cui gli oceani si alzano e la carestia si diffonde e terribili tempeste devastano le nostre terre. ”
Cerchiamo che ogni nazione – inclusa la mia – agirà con la stessa serietà di propositi e ridurrà il carbonio che inviamo nella nostra atmosfera. Gente di Berlino – gente del mondo – questo è il nostro momento. Questo è il nostro tempo.
In un’intervista al San Francisco Chronicle, il candidato Obongo dichiarò apertamente che intendeva far andare in bancarotta le compagnie del carbone e aumentare i costi dell’elettricità. Un estratto:
“Penso che l’aria pulita sia critica e il riscaldamento globale sia fondamentale. … (Secondo il suo piano) se qualcuno vuole costruire una centrale elettrica a carbone, può farlo. È solo che li manderà in bancarotta perché verra` richiesta una somma enorme per tutto quel gas serra che viene emesso “.
Ha aggiunto:
“Secondo il mio piano … le tariffe dell’elettricità saliranno necessariamente alle stelle.”
Incredibilmente, sotto l’EPA di Obongo, il CO2 (cibo vegetale) è stato classificato come “inquinante” – con i media che incoraggiavano le sue azioni economicamente distruttive fino in fondo. L’industria privata è stata quindi sottoposta a regolamentazioni senza precedenti e costosi progetti per combattere un problema fittizio. Fortunatamente, e con grande piacere degli operai del carbone disoccupati, il presidente Trump, che una volta aveva “twittato” che riteneva che il riscaldamento globale fosse una burla, avrebbe in seguito abrogato alcune di queste restrizioni nel 2017


1. Berlino: Obama dice a 200.000 imbecilli urlanti che abbasserà il livello del mare. 2. Trump sa che sono tutte cazzate 3. Compiaciuto e arrogante Obongo parla freddamente di aziende in bancarotta e di tagliare posti di lavoro senza nemmeno battere ciglio 
MARZO 2009: IL PRINCIPE CARLO AFFERMA CHE CI RIMANGONO SOLO 100 MESI PER SALVARE IL PIANETA

La stampa mondiale annunciò l’evento con grande clamore quando quel damerino senza valore dalle orecchie di elefante noto come “Il principe di Galles” aggiunse il suo nome al cast di all-star della mitologia GW / CC.
The Herald of Scotland (12 marzo 2009):
Prince Charles: 100 mesi per scongiurare il catastrofico cambiamento climatico
“Il principe Carlo ha avvertito ieri sera che l’umanità ha otto anni per salvare il pianeta da un disastro creato dal clima.
L’erede al trono ha detto a 150 uomini d’affari a Rio de Janeiro, in Brasile, che “le migliori proiezioni ci dicono che abbiamo meno di 100 mesi per modificare il nostro comportamento prima di rischiare cambiamenti climatici catastrofici e gli orrori inimmaginabili che questo porterebbe”. (enfasi aggiunta)
Ha aggiunto: “Qualsiasi difficoltà che il mondo affronterà oggi non sarà nulla in confronto ai pieni effetti del riscaldamento globale sull’economia mondiale, e si tradurrà in vasti movimenti di persone in fuga o inondazioni o siccità, in una produzione incerta di alimenti e in mancanza di acqua e, naturalmente, aumentando l’instabilità sociale e il potenziale conflitto.
“Influirà sul benessere di ogni uomo, donna e bambino sul nostro pianeta.”
Questo avvertimento di 100 mesi ha provocato il nuovo giorno del giudizio a luglio 2017. Fortunatamente per Charles, nel 2015, la sua previsione di “100 mesi” e` stata aggionata a “in altri 30 anni”.
Daily Mirror (19 luglio 2015): il principe Carlo dice che abbiamo solo 30 anni per salvare il pianeta dalla catastrofe


Prince Charles 2009: ci restano solo 8 anni per “salvare il pianeta”. Prince Charlie 2015: ci restano solo 30 anni per “salvare il pianeta

2009: Scienziato Nasa: Ci restano solo 4 anni per salvare il pianeta
DICEMBRE 2009: LA CONFERENZA DI COPENAGHEN SUL CLIMA

La conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2009 si è tenuta a Copenaghen, in Danimarca. Un quadro generale per la mitigazione dei cambiamenti climatici oltre il 2012 doveva essere concordato in tale sede. Ha riconosciuto il GW / CC come una crisi e ha dichiarato che dovrebbero essere intraprese azioni per mantenere gli aumenti di temperatura al minimo. Il ridicolo documento non era giuridicamente vincolante e non conteneva alcun impegno per ridurre le emissioni di CO2. Ciononostante, la conferenza e` stata pubblicizzata molto, venendo addirittura soprannominata “Hopenhagen” dai warmisti, fornendo un ulteriore impulso di propaganda al movimento GW / CC La conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2009 si è tenuta a Copenaghen, in Danimarca.


L’ultimo giorno di “Hopenhagen”, il buffone del presidente americano, che ha corso su una piattaforma di “speranza” con il preciso obiettivo di fermare “l’innalzamento del livello del mare” – si e` rivolto ai truffatori e agli sciocchi riuniti.
Un altro po` di vomito:
“Buongiorno, è un onore per me entrare a far parte di questo illustre gruppo di leader provenienti da nazioni di tutto il mondo, siamo qui a Copenaghen perché il cambiamento climatico rappresenta un pericolo grave e crescente per il nostro popolo. come me, siete convinti che questo pericolo sia reale, non una finzione, questa è scienza. Senza controllo, i cambiamenti climatici porranno rischi inaccettabili per la nostra sicurezza, le nostre economie e il nostro pianeta.
Quindi la domanda che abbiamo di fronte non è più la natura della sfida: la domanda è la nostra capacità di raggiungere l’obiettivo. Perché mentre la realtà del cambiamento climatico non è in dubbio, la nostra capacità di intraprendere azioni collettive è in bilico. ”
Credo che possiamo agire con coraggio e in modo decisivo di fronte a questa minaccia comune. Ed è per questo che sono venuto qui oggi. Come l’economia più grande del mondo e la seconda fonte di emissioni al mondo, l’America ha la sua parte di responsabilità nell’affrontare il cambiamento climatico e intendiamo assumerci questa responsabilità
2015: ANCHE IL PAPA E` ALLARMATO PER i “CAMBIAMENTI CLIMATICI”

Il cripto-marxista argentino Papa Francesco ha emesso un’enciclica senza precedenti (una forma più morbida di editto) intitolata Laudato Si, che ha essenzialmente diretto i suoi 5.000 sacerdoti ad accettare che il “peccato” del “Cambiamento climatico” è reale e ad istruire i membri della loro chiesa ad unirsi alla chiamata per “l’azione”.
Sebbene non sia altrettanto influente come nei decenni o nei secoli passati, il Papa cattolico ha ancora un enorme seguito internazionale e porta un alto grado di “autorità morale”, anche per i non cattolici.
L’approvazione senza precedenti del Papa liberale su ciò che, in sostanza, è davvero una questione politica, ha dato un forte impulso alla spinta per il grande “Accordo sul clima” internazionale che doveva avvenire a Parigi nel 2016. Prima di Parigi 2016, lo spregevole attivista di sinistra che si maschera da “santo” ha sfruttato spudoratamente la sofferenza delle persone nelle Filippine devastate dalla tempesta collegando in modo subdolo un letale tifone del 2013 ai “Cambiamenti climatici”. Il falso papa ha dichiarato:
“È l’uomo che schiaffeggia continuamente la natura, abbiamo in qualche modo preso possesso della natura, penso che abbiamo sfruttato troppo la natura, penso che l’uomo sia andato troppo oltre
Gli incontri in Perù non mi hanno soddisfatto, sono rimasto deluso. C’era una mancanza di coraggio. Speriamo che a Parigi i rappresentanti abbiano più coraggio per andare avanti “.
Il sostegno del Papa al grande scherzo diede un enorme impulso alla propaganda e portò molti nuovi credenti.


Immagine 1: Il papa globalista con una storia politica di sinistra (Teologia della liberazione) ha lasciato intendere che il tifone del 2013 che ha devastato le Filippine fu causato da “emissioni di carbonio”.
“È urgente sviluppare una politica in modo che nei prossimi anni riduciamo drasticamente l’anidride carbonica e altre emissioni di gas altamente inquinanti”.
– Papa Francesco
DICEMBRE 2015: GLI ACCORDI SUL CLIMA DI PARIGI


L’Accordo sul clima di Parigi (alias Paris Climate Accord) è un accordo all’interno del quadro preesistente delle Nazioni Unite. Le parti dell’accordo sono destinate ad attenuare le emissioni di gas serra e perseguire fonti di energia alternative “energia verde” a partire dal 2020. A partire da giugno 2017, 150 stati lo hanno ratificato.
L’accordo richiede che ogni paese riferisca regolarmente sul proprio contributo per mitigare il “riscaldamento globale”. Anche se non esiste un meccanismo di applicazione internazionale per imporre la conformità, i politici nei paesi di tutto il mondo ora hanno una base legale per adattare le politiche all’interno delle rispettive nazioni – costose restrizioni che possono essere imposte dalla forza governativa. Questo è ciò che rende lo schema di Parigi così pericoloso
Poiché la Costituzione degli Stati Uniti richiede una maggioranza di 2/3 al Senato per approvare un trattato, il Presidente Obongo ha dovuto emettere un “Ordine esecutivo” illegale per aggirare la legge e intrappolare l’America nell’Accordo di Parigi. La minoranza in diminuzione degli americani che ancora nutrono alcun rispetto per la Costituzione furono inorriditi dalla presa di potere di Obongo. Ma i ministri della propaganda del New York Times e del resto della Piranha Press si sono affrettati a lodarlo per la sua “leadership” nel combattere la “crisi”. L’effettiva firma dell’Accordo di Parigi da parte delle parti non è avvenuta fino al 22 aprile 2016 (Giornata della Terra). Ha avuto luogo presso le Nazioni Unite.
Nel 2017, il presidente Trump, che una volta correttamente fece riferimento al “Global Warming” come ad una “beffa”, ha da allora attenuato la sua posizione per motivi politici, tuttavia, ritirò gli Stati Uniti dall’accordo. Ciò ha causato una diffusa condanna tra i globalisti negli Stati Uniti e in Europa, oltre che da Obongo e Papa Francesco. Nonostante il ritiro di Trump, molti sindaci e governatori democratici in tutta l’America hanno annunciato la loro intenzione di utilizzare il potere dei loro uffici per mettere in atto i costosi obiettivi climatici di Parigi 2016 nelle loro giurisdizioni. Ed è del tutto possibile che un futuro presidente degli Stati Uniti possa ricongiungersi. La truffa di Parigi è quindi ancora uno schema pericoloso.

2016: LEONARDO DI CAPRIO FA UN DOCUMENTARIO SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Il “crockumentary” della Super-star Leonardo DiCaprio sul “Climate Change” segna la sua introduzione come nuovo volto del movimento per “salvare il pianeta”. Il pacchetto di bugie, massicciamente pubblicizzato dalla Piranha Press, è intitolato Before the Flood.
Il film è stato presentato al Toronto International Film Festival a settembre 2016, prima di essere trasmesso sul National Geographic Channel poche settimane dopo. Per aumentare il pubblico, la propaganda di DiCaprio è stata resa ampiamente disponibile e gratuita su diverse piattaforme.
Alla prima europea di Londra nell’ottobre 2016, DiCaprio ha presentato il film come segue:
“Siamo andati in ogni angolo del mondo per documentare gli impatti devastanti dei cambiamenti climatici e messo in discussione la capacità dell’umanità di invertire quello che potrebbe essere il problema più catastrofico che l’uomo abbia mai affrontato.Abbiamo una difficile sfida davanti a noi.Tutto quello che abbiamo visto in questo viaggio ci mostra che il clima del nostro mondo è incredibilmente interconnesso e che è vicino al punto di rottura “.
Bugie! E, scusami un attimo…quanto di questa “pericolosa” CO2 hai emesso tu e il tuo equipaggio volando in “ogni angolo del globo”, eh Professor DiCaprio?


Pochi anni dopo il suo imbarazzante scandalo per violenza sessuale  – in cui fu accusato di masturbarsi con forza su una massaggiatrice professionista – e il successivo divorzio da parte di sua moglie, il ruolo di Gore come principale volto pubblico della beffa fu assunto dal giovane DiCaprio – mostrato con il co-cospiratore Papa Francesco nell’immagine 2.

fonte: https://neovitruvian.wordpress.com/