CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

domenica 26 aprile 2020

l'Italia orwelliana

In Italia sta circolando un video che mostra un poliziotto armato che interrompe bruscamente le celebrazioni di una messa in una piccola città del nord della Lombardia, ordinando al sacerdote di interrompere immediatamente la celebrazione e di far uscire i partecipanti.





Il sacerdote rifiuta e prosegue la messa, dicendo al Carabiniere di avere solo 13 partecipanti a messa ben distanziati tra loro e ognuno con una maschera. Il sacerdote verrà successivamente multato per un importo di 680 euro e ciascuno celebrante 280 euro, tutti per violazione delle attuali misure del governo contro gli incontri pubblici a causa del Covid-19.

MESSA INTERROTTA

Non importa se il poliziotto ignorava totalmente il Codice Penale italiano che afferma (art. 405) che chiunque interrompa i riti religiosi all’interno di un’area pubblica o di un edificio pubblico (una chiesa in questo caso) potrebbe subire una pena detentiva fino a 2 anni. Non importa l’art. 19 della costituzione italiana che tutela specificamente la libertà di religione e i riti religiosi. L’attuale governo italiano, probabilmente il peggiore della storia italiana recente e remota, ha abbandonato ogni possibile maschera di decenza e rispetto delle leggi fondamentali come la Costituzione italiana che – teoricamente – dovrebbero essere al di sopra di qualsiasi altra legge del paese.
Questo episodio è solo un’altra scena orwelliana che qualcuno avrebbe considerato impossibile solo poco tempo fa. Gli italiani si stanno rapidamente abituando a scene da incubo che potrebbero benissimo essere la trama di un film horror trash, come un convoglio dell’esercito che trasporta cadaveri dalle aree più colpite per essere cremati altrove e senza un funerale (e soprattutto senza autopsia) ai droni ed elicotteri che volano sopra un pedone solitario lungo una spiaggia o un parco pubblico, fino alle minacce della polizia che vuol fare multe “senza motivo” giustificato.
Ragione, logica, decenza e buon senso sono finiti tutti fuori dalla finestra velocemente e nessuno avrebbe potuto immaginarlo solo pochi mesi fa. La principale autorità morale che avrebbe dovuto mettere in discussione l’attuazione di misure folli si è rapidamente ridotta al silenzio. In effetti, la chiesa cattolica ha rapidamente adottato misure che nella maggior parte dei casi sono andate oltre quanto richiesto dalle autorità pubbliche, chiudendo chiese, messe e funerali, senza fare domande. E, come nel caso del prete che ha insistito per celebrare la messa, lo ha rapidamente liquidato come un reietto ribelle e inopportuno.
Inoltre, l’attuale governo italiano, a.k.a. La Giunta, ci ricorda in effetti una giunta militare sudamericana che ha dirottato il potere con un colpo di stato. Chiama questo colpo di stato come vuoi, Pandemia, Covid-19, il Virus, qualunque cosa. Le libertà civili sono state sospese anche al di là delle semplici necessità mediche e della ragionevolezza, molto peggio di qualsiasi altro paese in Europa. I governi italiani di oggi sembrano una replica di un governo fantoccio istituito da potenze straniere, proprio come nel 1943, dopo che l’Italia fu divisa in due governi, uno a sud nella zona occupata dagli Alleati e uno a nord nella zona occupata dalla Germania. Nessuno ha eletto questo governo, i suoi ministri, il Primo Ministro, i viceministri. Appartengono a una strana coalizione di ex arcinemici che divenne – durante la notte – amica per condividere il potere.
Il M5S (Movimento 5 stelle) e il PD (Partito Democratico) erano nemesi l’uno dell’altro prima che questo nuovo governo si formasse nel 2019 in quella che evidentemente e` stata una tipica commedia all’italiana. Ora vanno molto d’accordo, non solo politicamente, ma anche, che coincidenza, geograficamente. A parte alcuni ministri e vice ministri, la maggior parte dei membri di questo governo proviene dall’Italia meridionale, incluso il Primo Ministro Conte. La stragrande maggioranza di loro non ha precedenti esperienze lavorative di alcun genere se non essere un politico sin dalla loro giovinezza.
Dopo una serie infinita di nuove misure e restrizioni, il più delle volte in contraddizione reciproca, e in aperta violazione delle leggi costituzionali, il governo ha finalmente imposto un blocco nazionale a metà marzo, quando era davvero troppo tardi, mentre migliaia di persone provenienti da tutta Italia hanno avuto il tempo di tornare nelle loro città e villaggi dalla zona più colpita d’Italia, la Lombardia. Il fatto che la pandemia non si sia effettivamente diffusa – a parte pochi casi isolati – nell’Italia meridionale è stata una benedizione, in quanto avrebbe potuto essere un disastro di proporzioni bibliche dato che il sistema di assistenza sanitaria pubblica nel sud è notoriamente inferiore agli standard.
L’attuale ministro italiano della sanità pubblica, Roberto Speranza (nomen omen) è un esempio appropriato di come funziona questo governo. Con una laurea in scienze politiche e nessuna esperienza in campo medico, ha nominato un team di (cosiddetti) esperti guidati da un altro esperto che ha affermato di essere un membro dell’OMS, tra gli altri onori e risultati medici.
Ma solo pochi giorni fa l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) si è sentita in dovere di rilasciare una dichiarazione ufficiale in cui ripudia formalmente il dott. Walter Ricciardi, l’ultra esperto del ministro Speranza, dicendo che non e` mai stato un membro dell’OMS, avvertendo che le sue opinioni “Non dovrebbero essere associate” con quelle dell’OMS. In realtà il ragazzo è un ex attore di serie B in film italiani poco conosciuti, ma una laurea in igiene medica e le giuste connessioni politiche gli hanno valso un posto di alta reputazione come direttore dell’ISS (l’Istituto Nazionale della Salute) fino al 2018, quando si è dimesso dopo un’inchiesta ha rivelato le sue collaborazioni (mentre direttore dell’ISS) con le case farmaceutiche e i suoi sforzi per rendere obbligatorio un vaccino contro il meningococco B che si è rivelato completamente inutile.
Non ci vuole una laurea in scienze politiche per notare che si tratta di un governo fatto di patetici Quislings, le cui uniche preoccupazioni sono di mantenere i loro (redditizi) posti il ​​più a lungo possibile seguendo gli ordini loro imposti su base giornaliera da Bruxelles o Berlino. Quando altri paesi hanno offerto il loro aiuto come la Russia, nonostante le dichiarazioni di calorosa gratitudine da parte della maggior parte delle autorità locali più colpite dal virus, le informazioni e gli aggiornamenti si sono interroti bruscamente. Ciò è accaduto dopo che La Stampa, notoriamente uno dei principali esponenti giornalieri pro UE di Torino, ha espresso dubbi aperti sulle “vere motivazioni” della Russia per essere così generosi con l’Italia.
Tutti concordano sul fatto che le restrizioni imposte agli italiani e alle loro libertà civili non sono solo draconiane: sono insensate anche dal punto di vista medico di base, implementate ufficialmente per diminuire la diffusione del virus, ma in realta` utili solo a distruggere il morale e la volontà delle persone. Perchè è così? Perché il peggio deve ancora venire. La volontà e la risoluzione degli italiani devono essere spezzate al fine di inaugurare tagli e “riforme” in stile greco che porteranno l’Italia in ginocchio, costringendola ad accettare qualsiasi misura imposta dall’UE.
L’acronimo onnipresente in questi giorni in Italia non è Covid. È MES, che sta per Meccanismo europeo di stabilità. Saltando tutti i tecnicismi non necessari, descrivero`  a cosa servira` in termini semplici. Questo governo Quisling, avendo ostinatamente rifiutato di adottare misure economiche che tutti gli altri paesi europei hanno implementato, sta semplicemente esponendo l’economia a un grave rischio di default. Quando ciò diventerà inevitabile, allora il MES interverrà e costringerà l’Italia, al fine di “essere salvata” dal completo collasso, ad accettare una raccapricciante varietà di misure di “recupero” proprio come è accaduto in Grecia negli anni precedenti.
Deja-vu, ancora una volta. Proprio come nel 2011 le improvvise – forzate – dimissioni di Berlusconi alla carica di primo ministro italiano hanno portato il presidente Giorgio Napolitano a formare un nuovo governo non eletto incaricato delle “riforme economiche” guidate dal tecnico europeo Mario Monti, il calvario si ripete nel 2020, per gentile concessione del “nemico invisibile” (aka Covid-19), assieme all’inevitabile arresto improvviso dell’economia italiana, così una “task force” di esperti che sovrintende alle politiche economiche del governo è stata nominata dal presidente italiano Mattarella.
Vi presento Vittorio Colao, il cui CV è praticamente un cliché che non vale la pena menzionare. L’ex CEO di Vodafone, MBA presso Harvard, esperienze in Morgan Stanley, McKinsey, Unilever e l’elenco potrebbe continuare all’infinito. Per non parlare del suo rapporto personale con Bill Gates, George Soros e altri simili.
Subito dopo essere stato nominato, Colao ha chiesto per se stesso e per i suoi “esperti” associati la completa immunità civile e penale. Pensi che una richiesta così particolare – come dire – abbia fatto notizia? Quasi. Dobbiamo a pochi rappresentanti dei partiti di opposizione che in qualche modo la notizia e` filtrata. Silenzio completo dei media mainstream. Cosa dovremmo pensare? Che questo gruppo di esperti stia evidentemente pensando di violare le leggi esistenti, per non dire altro. Sarà interessante vedere cosa accadrà nelle prossime settimane. Nel frattempo, gli italiani sono sempre più stanchi di questo blocco brutale e inutile.

Fonte

https://neovitruvian.wordpress.com/

martedì 21 aprile 2020

Burioni: vaccinati tu!

di Gianni Lannes
Incredibile, anche il mammasantissima della virologia tricolore, alla stregua di un Conte qualunque in scadenza, unitamente al ministro pro tempore Speranza, confonde sul suo blog, il nuovo coronavirus (Sars CoV-2) con la malattia (Covid-19). Si può mai dare il minimo ascolto ad un camice bianco, stipendiato dal San Raffaele (fondato e diretto per decenni dal famigerato faccendiere don Luigi Maria Verzé, che premiò con il cedro d'oro Berlusconi e Vendola), uno addirittura che confonde platealmente il novello virus con la conseguente patologia? Chi fa errori così clamorosi può essere considerato socialmente un somaro ragliante? Ovviamente, senza offesa per gli asini di pura razza. Per cortesia, qualche accademico spieghi a mister "so tutto io" la differenza - almeno terminologica - che intercorre tra Sars CoV-2 e Covid-19. Comunque, secondo il virologo Giulio Tarro, "il vaccino non serve". 


Albert Sabin e Giulio Tarro





Ma chi lo ha "laureato" uno che pontifica un giorno sì e l'altro pure? Burioni con evidente sprezzo del ridicolo, pretende di imporre a più o meno 60 milioni di italiani, addirittura come vivere nel presente ed anche nel futuro. Ma come e quando fa "ricerca" il vate dei vaccini a più non posso, se bivacca costantemente sui social? A proposito: perché Burioni non è prima linea come tanti medici, ma invece bivacca comodamente nelle retrovie televisive?


Gentile televirorologo della domenica sera, visto il suo amore sconfinato per i vaccini, perché non si offre Lei come agnello sacrificale (anche se Pasqua è già trapassata) sull’altare della Scienza? Che male c'è? Tanto, come ci ripete da anni con Gualtiero il terribile, i prodotti di Pig Pharma sono sicuri-efficaci-sani-salutari. Provare per credere. Il vaccino per il Sars-COV2 più tutto il pacco dei 12 (a volte 14, senza contare i periodici richiami) somministrati da anni a neonati e bambini mediante la truffaldina "leggina Lorenzina". Burioni, già che si trova sempre in tivvù, racconti agli italiani come mai, nonostante gli scarsi (di numero) concorrenti, non ha superato gli esami del concorso a cattedra in ben tre università italiane (Camerino, Roma e Catanzaro), invece di pontificare da mane a sera. Dunque, tanto per vedere l'effetto che farà: i vaccinatori siano vaccinati come cavie per testare il nuovo vaccino.

Scherzi a parte, dopo un pò di salutare satira, mentre il popolo italiano è agli arresti domiciliari dal 10 marzo e l'esecutivo grulpiddino ha liberato dalle patrie galere più di 6 mila galeotti a causa del pericoloso agente virale piombato da chissà dove, la federazione italiana degli editori ha chiesto la sospensione di Telegram come da censura di regime. Nel frattempo, ecco la ricetta per gli italiani dettata al governicchio del Conte bis dalla coppietta Burioni/Lopalco:

«l’aspetto della comunicazione: il consiglio è di condividere una strategia comunicativacon l’Ordine dei giornalisti e i maggiori quotidiani a tiratura nazionale, nonché le principali testate radio-televisive pubbliche e private per evitare i danni potenziali sia dell’allarmismo esagerato che della sottovalutazione facilona o addirittura negazionista... il rafforzamento del sistema sorveglianza-risposta a livello sanitario dovrà essere accompagnato da un piano complessivo di limitazione del rischio di attivazione di focolai epidemici nei luoghi di lavoro e nel sistema educativo scolastico. Tale piano dovrà prevedere una profonda ristrutturazione delle procedure e delle attività”».

Per fortuna è sul piede di guerra almeno il sindacato dei militari:
 
«Abbiamo appreso con preoccupazione la notizia sulla possibilità di utilizzare il vaccino contro il Covid-19 “già a settembre per vaccinare personale sanitario e Forze dell’ordine in modalità di uso compassionevole”... Quando si affrontano argomenti seri come la salute non possiamo riporre la nostra incondizionata fiducia e quella dei nostri iscritti nelle azioni dei vertici militari. Per questa ragione impediremo a chiunque di fare “sperimentazioni compassionevoli” sul personale delle Forze dell’Ordine e sui militari affinché non ci siano mai più casi di morti bianche tra i servitori dello Stato».
Quando l'Autorità Giudiziaria finalmente si occuperà di Burioni e soci, che alimentano l'allarmismo sociale in Italia? A quando una sospensione ed infine una meritata estromissione salutare dal consesso civile del televirologo domenicale, sulla base della consapevolezza critica di ogni cittadino? Un consiglio spassionato? Spegnere la televisione e accendere la mente. 
Post scriptum:
La medicina non è una scienza, ma una disciplina tecnica.
 

 


Riferimenti:

Gianni Lannes, IL GRANDE FRATELLO, Draco edizioni, Modena, 2012.

Gianni Lannes, ITALIA USA E GETTA, Arianna editrice, Bologna, 2014.

Gianni Lannes, VACCINI DOMINIO ASSOLUTO, Nexus edizioni, Battaglia Terme, 2017.

Gianni Lannes, VACCINI CAVIE CIVILI E MILITARI, Nexus edizioni, Battaglia Terme, 2018.
https://lnx.sindacatodeimilitari.org/vaccino-covid-19-sindacato-dei-militari-no-a-sperimentazioni-su-forze-dellordine-o-personale-sanitario-militare-no-a-nuove-morti-bianche/

http://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2020/04/coronavirus-dati-falsi-sulla-mortalita.html
 
https://notizie.virgilio.it/coronavirus-cosa-serve-fase-2-parla-ilaria-capua-1372542?ref=libero

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=burioni

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus

https://it.businessinsider.com/giulio-tarro-coronavirus-non-e-ebola-il-vaccino-non-serve-la-sanita-e-crisi-per-colpa-di-chi-ha-dimezzato-le-terapie-intensive/

https://www.corrieredellosport.it/news/attualit/cronaca/2020/04/15-68860026/il_virologo_tarro_coronavirus_il_vaccino_non_serve_e_attacca_burioni/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/02/tangenti-truffe-abusi-edilizi-lincredibile-storia-prete-manager-luigi-verze/181051/

https://www.unionesarda.it/articolo/news/italia/2020/04/13/burioni-per-ridurre-i-tempi-di-sperimentazione-infettare-dei-volo-137-1007935.html

fonte: SU LA TESTA GIANNI LANNES

giovedì 16 aprile 2020

coronavirus: weschool, banche, traffico di armi e violazione dei diritti umani...




di Gianni Lannes
Bullismo di Stato? Se la scuola è maestra di vita dov'è l'etica in questo caso particolare che investe tanti bambini e ragazzini, segregati in casa in base a decreti incostituzionali, ossia fuorilegge? Sull'onda dell'emergenza dettata dal nuovo coronavirus, dopo la chiusura forzata della scuola in Italia (5 marzo 2020), è spuntata dal nulla la piattaforma digitale WeSchool, propinata a molti alunni da docenti e dirigenti scolastici spesso all'oscuro del traffico di armi e delle sue implicazioni, nonché dei diritti umani violati nel mondo da banche e multinazionali petrolifere, col favore e l'indirizzamento addirittura del Miur. Dov'è la coerenza deontologica di docenti e dirigenti scolastici? Gli esempi etici sono ben altro che la subordinazione al peggio o la sottomissione all'autoritarismo istituzionale. Don Lorenzo Milani docet: "L'obbedienza non è più una virtù".
WeSchhol che peraltro come già evidenziato in un precedente approfondimento giornalistico, traccia il profilo di chiunque (registrando i dati sensibili, in barba alle normative europee sulla privacy), minori inclusi, vanta come suoi partners addirittura la banca Unicredit e la multinazionale Snam.

Sui crimini commessi dall'ENI (Snam) in Africa o ad esempio in Nigeria, è sufficiente leggere con attenzione i rapporti di Amnesty International, o giornali nazionali ed internazionali degli ultimi 10 anni.
Alla luce di fatti oggettivi ed inequivocabili, dal punto di vista morale, come possono insegnanti, presidi e Miur promuovere collaborazioni con la piattaforma WeSchool che vanta simili soci come fiore all'occhiello e coinvolgere alunni e studenti?



 

Tema: operazioni bancarie di appoggio all’export di armamenti nel mondo. Dall'ultima relazione (di dominio pubblico) del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), nel 2018 risultano transazioni bancarie attinenti ad operazioni di esportazione di armamenti per un valore complessivo di 4.855.463.428 euro di “importi segnalati” e di 3.213.552.154 per “importi accessori segnalati”. Nella Relazione non è spiegata la differenza concettuale e pratica tra questi due importi. La Relazione, inoltre, segnala in modo generico operazioni di “Intermediazioni per Aziende” per “vendita/incasso” per un valore complessivo di 973.091.454 euro di cui 968.266.061 euro da attribuirsi al gruppo Leonardo (ex Finmeccanica). Le maggiori operazioni per esportazioni di sistemi militari sono state svolte da tre gruppi bancari: UniCredit che riporta “importi segnalati” per 1.345.377.931 euro a cui vanno aggiunti gli “importi segnalati” da UniCredit Factoring del valore di 568.327.577 euro; Deutsche Bank che riporta “importi segnalati” per 643.359.977 euro e Intesa Sanpaolo che riporta “importi segnalati” per 550.000.173 euro. Una nota della Relazione del MEF segnala che «l'importo complessivo attribuito ad Intesa Sanpaolo ed UniCredit ricomprende anche transazioni dove la stessa banca è intervenuta come banca agente con funzioni amministrative per conto di un pool di istituti bancari». 
 
Necessità di conformare le decisioni su export militare ai principi delle norme nazionali ed internazionali.


La Rete Italiana per il Disarmo come già fatto negli anni passati rinnova anche al Governo Conte l’invito a migliorare gli standard di trasparenza sui dati relativi all’export militare poiché la modalità attuale di pubblicazione impedisce che Parlamento ed opinione pubblica possano esercitare un concreto controllo su un ambito così delicato. L’esportazione di materiali di armamento non ha solo aspetti economici o tecnologici, ma impatta direttamente sui conflitti e la sicurezza internazionale e la stessa legge (oltre che le norme internazionali cui l’Italia ha aderito) ne sottolinea la valenza fondamentale per politica estera e sopratutto per il rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario. Rete Italiana per il Disarmo rinnova dunque il proprio invito a conformare le decisioni sulle autorizzazioni all’export ai principi e alle prescrizioni delle norme italiane ed internazionali, e sollecita il Parlamento ad intraprendere un approfondito dibattito sulla questione e sugli ultimi dati trasmessi dal Governo. 

  
A tutt'oggi (14 aprile 2020) il Governo del Conte bis - in evidente violazione della normativa vigente - non ha ancora inviato al Parlamento la relazione 2019 sull'export di armi dall''Italia nel mondo. Gli indaffarati deputati e senatori della Repubblica tricolore, però, non se ne sono proprio accorti.
Una parte delle bombe piovute in testa ai curdi siriani sono made in Italy. Negli ultimi quattro anni le forniture di armi ad Ankara sono state un crescendo: 128,8 milioni nel 2015; 133,4 nel 2016; 266,1 nel 2017 e 362,3 nel 2018. Elicotteri da guerra, sistemi di precisione, bombe, razzi, missili e armi da fuoco per un totale di 890,6 milioni. La Turchia è nella NATO, è un forte partner commerciale e politico dell’Europa, non è sottoposta ad alcun embargo e compra i nostri armamenti. Tutto legale Conte?
La legge 185 del 9 luglio 1990 (e successive modifiche e integrazioni) vieta l’esportazione e il transito di materiali di armamento verso Paesi in conflitto, a meno che non siano stati aggrediti da altri Paesi (come stabilisce l’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite), verso Paesi la cui politica contrasti con i principi dell’articolo 11 della Costituzione e verso Paesi i cui governi siano responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani, accertate Onu, Ue o Consiglio d’Europa. Che Ankara violi sistematicamente i diritti umani è un fatto, come lo è l’eterno conflitto con il popolo curdo al confine sud della Turchia. Insomma, non dovremmo vendergli armi da guerra, eppure lo facciamo insieme a Germania, Francia, e Olanda. Per caso quello della Turchia è un caso isolato?
Il nostro Paese, ad esempio, viola il Trattato ONU sul commercio delle armi. L’articolo 13, infatti, prevede che ciascun Stato presenti annualmente un rapporto sulle autorizzazioni o effettive esportazioni e importazioni. Bene, l’Italia ha presentato i propri dati all’agenzia dell’Onu Unroca fino al 2009. Da allora risultano solo i rapporti2013 e 2014. Siamo, insieme al Lussemburgo il paese europeo più inadempiente. A livello globale siamo in ottima compagnia, visto che nel 2018 solo 31 Stati hanno inviato il loro rapporto. Nel 2006 lo presentarono in 113. Questo dimostra che i trattati si firmano, e poi non si rispettano. L’unica documentazione che il Governo italiano presenta pubblicamente ogni anno, obbligatoria per legge, è la «Relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento» e l’ultima è quella relativa all’anno 2018 (volume I, volume II). Cosa attesta questa relazione? A chi vendiamo e quanto, ma non «cosa» vendiamo. Negli ultimi quattro anni (2015-2018) sono stati autorizzati trasferimenti di armi per 36,81 miliardi, cioè oltre 2 volte e mezzo in più rispetto ai 14,23 miliardi autorizzati nei quattro anni precedenti (2011-2014). Nella classifica per importi troviamo il Qatar (1,92 miliardi), Pakistan (682 milioni), Turchia (362 milioni) ed Emirati Arabi uniti (220 milioni), poi c’è l’Egitto, l’Afganistan, l’Iraq, il Marocco, la Nigeria.
Rete Disarmo - unitamente a Mwatana ed ECCHR - ha denunciato all'Autorità giudiziaria italiana l’illegalità di tali forniture in quanto bombe italiane sono sicuramente state utilizzate anche in operazioni di attacco a civili risultanti in morti di uomini, donne, bambini. Nonostante diverse risoluzioni del Parlamento Europeo (la Risoluzione del 13 settembre 2017 sull’esportazione di armi e la Risoluzione del 4 ottobre 2018 relativa allo Yemen) abbiano chiesto agli Stati membri di porre un embargo sulle forniture militari all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti in considerazione delle gravi violazioni del diritto umanitario, a differenza di altri paesi europei, il governo italiano non ha posto in atto alcuna sospensione ed anzi ha continuato a fornire armamenti e munizionamento militare all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti a cui, nel 2018, sono state autorizzate esportazioni militari per oltre 220 milioni di euro. Il presidente del Consiglio pro tempore, Giuseppe Conte, nella conferenza stampa del 28 dicembre 2018 ha affermato che «Il governo italiano è contrario alla vendita di armi all’Arabia Saudita per il ruolo che sta svolgendo nella guerra in Yemen. Adesso si tratta solamente di formalizzare questa posizione e di trarne delle conseguenze». Nella Relazione, tuttavia, non risulta alcuna iniziativa intrapresa dal Governo italiano in questo senso. Al contrario, per promuovere nuovi ordinativi militari con i paesi del Golfo Persico, la Difesa italiana ha promosso la “campagna navale” della fregata FREMM Carlo Margottini. Salpata il 17 gennaio 2019 dal porto della Spezia, la fregata Margottini ha partecipato al “Naval Defence Exhibition” (NAVDEX 2019) di Abu Dhabi per promuovere le attività dell’industria militare italiana e successivamente ha fatto scalo a Kuwait City (Kuwait), a Damman (Arabia Saudita) e a Muscat (Oman), ritornando a Gedda (Arabia Saudita) alla fine di aprile 2019. Nel 2018 sono invece state autorizzate per l’Egitto 6 esportazioni di sistemi militari del valore di 69.131.310 euro che fanno del Paese del generale Al-Sisi il terzo acquirente di armamenti italiani tra gli Stati non appartenenti all’UE o alla NATO. Sono inoltre state svolte, anche sulla base di licenze rilasciate negli anni scorsi, 61 esportazioni di sistemi militari del valore complessivo di 31.400.207 euro. Dalla Relazione non è possibile conoscere gli specifici modelli degli armamenti esportati, ma è documentata l’autorizzazione per l’esportazione nel 2018 di “armi e armi automatiche di calibro uguale o inferiore a 12,7 mm.”, di “bombe, siluri, razzi, missili ed accessori”, di “apparecchiature per la direzione del tiro”, di “apparecchiature elettroniche” e di “software”.
A tale proposito va ricordato che il 21 agosto 2013, il Consiglio degli Affari esteri dell’UE ha annunciato che gli Stati membri avevano deciso di “sospendere le licenze di esportazione all’Egitto di ogni tipo di materiale che possa essere utilizzato per la repressione interna”, di rivalutare le licenze di esportazione per attrezzature militari e di rivedere la loro assistenza per la sicurezza in Egitto. Nonostante il Consiglio non abbia emesso un regolamento in grado di rendere la decisione giuridicamente vincolante, queste misure rappresentano un impegno politico che non è mai stato revocato da parte del Consiglio degli Affari esteri. È l'omicidio di Giulio Regeni in Egitto? Già dimenticato dalle autorità nostrane?

domenica 12 aprile 2020

grazie al virus, Apple e Google traccerano 3 miliardi di persone



di Marcello Pamio

Una interessantissima newsletter di Bloomber datata 10 aprile 2020 ci racconta qual è l'impatto del Covid-19 sull'industria tecnologica globale.
Sembra proprio che l'emergenza coronavirus sia riuscita a mettere assieme i colossi rivali della Silicon Valley: Apple Inc. e Google Inc. hanno infatti rivelato la loro partnership per aggiungere tecnologia alle piattaforme smartphone in grado di avvisare gli utenti se sono entrati in contatto con una persona con Covid-19.
Le persone in teoria devono aderire volontariamente al sistema, ma il giochetto è potenzialmente in grado di monitorare almeno un terzo della popolazione planetaria!
La tecnologia, nota come “traccia-contatti” è progettata per frenare la diffusione del coronavirus avvisando gli utenti di mettersi in quarantena o di isolarsi dopo il contatto con un individuo infetto.
Venerdì le sue aziende hanno dichiarato di voler costruire la tecnologia nei loro sistemi operativi iOS e Android in due passaggi. A metà maggio aggiungeranno la possibilità per iPhone e telefoni Android di scambiare informazioni anonime in modalità wireless tramite app gestite da autorità sanitarie pubbliche. Questo significa che se un utente risulta positivo al Covid-19 gli utenti che sono entrati in prossimità con questo nei giorni precedenti verranno informati con messaggino. Tale periodo potrebbe essere di 14 giorni, ma le agenzie sanitarie potranno impostare l'intervallo di tempo a proprio piacimento...
Il secondo preoccupante passo richiede più tempo. Nei prossimi mesi aggiungeranno la tecnologia direttamente nei loro sistemi operativi in ​modo tale che il software di tracciamento dei contatti funzioni senza dover scaricare nessuna app. Avete capito?
Ricordo che l'iOS di Apple e Android di Google hanno circa 3 miliardi di utenti!
Ufficialmente il “traccia-contatti” è fondamentale per il cosiddetto “ritorno alla normalità”, perché potrà aiutare le autorità a contenere la riattivazione del virus man mano che le persone riprenderanno le normali attività. D'altronde chi non vuole tornare alla normali? Chi non vuole tornare a fare quello che faceva prima?
Per cui se anche perdiamo un po' della miserrima libertà che avevamo prima del lockdown, dov'è il problema, giusto?
La triste verità è che questo inquietante connubio tra i due mostri, dimostra senza alcun dubbio che l'era del totale e pervasivo controllo delle masse è iniziata!
Tratto da


https://www.bloomberg.com/news/articles/2020-04-10/apple-google-bring-covid-19-contact-tracing-to-3-billion-people

fonte: DISINFORMAZIONE

sabato 4 aprile 2020

virus, lo sterminio della generazione che lottò per l’Italia

Il Covid-19 sta sterminando chi ha dai settant’anni in su, la mia generazione e quelle più vicine. Generazioni nate a cavallo della seconda guerra mondiale, che ne hanno incontrato le sofferenze, le distruzioni, i morti, le lotte o direttamente, o subito dopo nei ricordi dei genitori che ogni tanto si lasciavamo scappare qualche frase, magari mentre si parlava d’altro. Io, che sono nato nel dopoguerra, ho conosciuto questa parola per un gioco stupido che avevo imparato in strada – allora i bambini ci vivevano – da miei compagni più grandi. Facevano con la bocca il rumore sempre più forte degli aerei che si avvicinavano: uuuuuuuuu. Mi era sembrato divertente e poi ero bravo a riprodurre quel suono, e una sera lo provai a tavola. Un urlo disperato di mia madre – smettila! – mi ammutolì. Seppi poi che ad altri bambini non era andata così bene, il loro rievocare il rumore dei bombardieri in arrivo era stato interrotto da solenni scapaccioni. La mia generazione ha visto il mondo cambiare forse come poche altre. Quando ero piccolo il solo mezzo di comunicazione della famiglia con il mondo, oltre ai giornali, era la radio. Telefoni e televisione erano un lusso che sarebbe arrivato dopo, già con l’adolescenza.
La mia generazione non è stata determinante per la ricostruzione del paese, realizzata da quelle precedenti. Però la mia generazione è stata decisiva, questo sì, per la costruzione sociale civile e culturale. Quando ero adolescente la moralità Giorgio Cremaschidominante era ancora quella medioevale. La donna era sottoposta all’uomo, vigeva persino il diritto di ucciderla se “traditrice dei doveri di matrimonio”. E divorzio, aborto, omosessualità, erano proibiti persino come parole, la maledizione ed il sospetto incombevano su chi osasse parlarne senza usare termini spregiativi. La scuola era un privilegio da cui erano esclusi i figli degli operai e dei contadini. Il primo esame era in seconda elementare e si poteva essere bocciati, ricordo miei compagni di classe che lo furono. Poi dopo l’esame di quinta elementare c’era la vera spartizione sociale. Per entrare nella scuola media – dove si studiava il latino e solo attraverso la quale si poteva accedere al liceo e all’università – si doveva superare un difficile esame di ammissione, pubblico però senza alcuna preparazione pubblica. Così le famiglie dovevano pagare un’insegnante privata e quelle che non potevano permetterselo mandavano i figli alla scuola di avviamento, che dopo tre anni spediva direttamente al lavoro.
La maggioranza della mia classe seguì quella via e a tredici o quattordici anni molti di quei ragazzi erano già apprendisti operai, o semplicemente garzoni, così si chiamavano, in qualsiasi altro posto di lavoro. Nei luoghi di lavoro vigeva un autoritarismo padronale che si sommava a quello che si era riaffermato in tutta la società, dopo il breve dilagare di libertà seguito al 25 aprile del ‘45. Giuseppe Di Vittorio lo definì il ritorno del fascismo nelle fabbriche. E anche se il paese cresceva e diventava diverso, lo sfruttamento era gigantesco, come la miseria che spingeva milioni di persone dal Mezzogiorno verso il Nord, ove si accelerava lo sviluppo industriale. Il mondo cambiava e la politica, la grande politica, entrava nelle vite della mia generazione da tanti lati. Dal conflitto delle sinistre – comunisti e socialisti – con la Democrazia Cristiana, che attraversava tutto il paese e che prima o poi ti coinvolgeva. Dallo sconvolgimento del mondo, dove crollavano gli imperi coloniali eOperaiavanzava il socialismo; dalle lotte di liberazione, Cuba, l’Algeria, il Vietnam, che ti chiedevano di prendere posizione. Dal cambiamento dei costumi che avanzava e minava l’Italia bigotta, familista e autoritaria che ancora dominava.
Magari si cominciava con la musica, il rock contro il melodico, e poi si finiva in piazza. Quelli più grandi di noi lo fecero già nel 1960 scendendo in strada con le loro magliette a righe contro il governo filofascista di Tambroni e furono uccisi a Reggio Emilia, in Sicilia. Poi ci furono il ‘68 ed il ‘69, le grandi lotte degli anni Settanta, che davvero trasformarono il paese, spazzarono via tutto l’autoritarismo che ancora lo permeava e provarono a costruire una società giusta. Negli anni ‘80 cominciò il riflusso, il giro di boa della storia, e in diversi decenni di restaurazione molte conquiste sociali e democratiche furono cancellate. Nel nome del mercato e dell’impresa, che si presentavano come moderni, rivoluzionari persino. Una parte della mia generazione fu catturata da questi tempi nuovi e se ne fece complice e artefice. In molti però resistemmo, per fermare ciò che vedevamo come il ritorno al passato, mentre si presentava come il futuro. Così da rivoluzionari in fondo diventammo conservatori, e così fummo definiti e dileggiati. Lottammo tanto, ma perdemmo; il mondo diventò ciò che non avremmo mai voluto che fosse, dominato dalla ricchezza e dal denaro.
Prima di restare chiuso in casa, girando per Brescia mi capitava spesso di incontrare operai con cui avevo lottato negli anni Settanta e Ottanta e tutti mi facevano lo stesso discorso: quanti scioperi quante lotte, e ora si è perso tutto; i giovani non hanno più nulla di ciò che avevamo conquistato noi. Già, i giovani… Ai quali la mia generazione era additata come causa dei loro guai, da chi ci aveva sconfitto. Noi eravamo considerati dei privilegiati perché avevamo conquistato un lavoro più sicuro, perché avevamo una pensione, bassa ma dignitosa. Noi avevamo lottato contro la distruzione dei diritti sociali e del lavoro, contro la precarizzazione dei lavori e delle vite, ma paradossalmente, proprio coloro che avevano cancellato le nostre conquiste, ora ci accusavano di essere la causa del fatto che nessuna di esse fosse arrivata ai giovani. Eravamo i baby boomers, la generazione Anziani mascherinanata col boom delle nascite del dopoguerra, che “viveva alle spalle” di tutte le altre. Ok, boomers era il termine che si stava diffondendo e che serviva a zittire con disprezzo uno della mia generazione, se provava a dire che il mondo attuale non gli piaceva affatto. “Vai all’inferno vecchietto, accontentati dei tuoi privilegi e della tua vita fortunata”.
Poi è arrivato il morbo che ha aggredito in particolare gli anziani e ucciso tante e tanti di essi. Come per una tremenda legge del contrappasso, noi che abbiamo lottato per la sanità pubblica e contro i tagli e le privatizzazioni, ora siamo vittime della nostra sconfitta e del successo di chi ci ha battuto. Ora di fronte allo sterminio delle generazioni anziane l’opinione verso di noi sta mutando, e una società che ha colpito i diritti ed il futuro dei giovani dandone la colpa a noi, ora riscopre le parole e le idee della nostra gioventù. Il conflitto generazionale quasi scompare e tornano le differenze di classe, le ingiustizie sociali, la divisione tra ricchi e poveri, anche quelle tra stati nel mondo. E la solidarietà e l’eguaglianza riconquistano improvvisamente la ribalta, i politici che le hanno sempre ignorate e dileggiate ora si nascondono ipocritamente dietro di esse. La mia generazione e quelle più vicine pagano con migliaia di morti il ritorno di ciò per cui si sono battute fin dalla gioventù e per cui bisognerà riprendere a lottare. Coloro che ce l’avranno fatta in fondo torneranno giovani, e ci auguriamo che essi siano il più possibile.

(Giorgio Cremaschi, “Lo sterminio della mia generazione”, da “Contropiano” del 30 marzo 2020. Già leader sindacale Fiom, Cremaschi è un esponente di “Potere al Popolo”).

fonte: LIBRE IDEE