CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

domenica 23 agosto 2020

Beppe Grillo, il profeta del postumano-disumano - Darwinismo alla rovescia: da evoluzione a involuzione


Con un mio intervento video alla conferenza sul 5G
BEPPE GRILLO, IL PROFETA DEL POSTUMANO-DISUMANO
Darwinismo alla rovescia: da evoluzione a involuzione

https://youtu.be/hTrYHK6aJ90  Fulvio Grimaldi sul 5G a Trevignano. Chiedo scusa per la scarsa qualità di una ripresa improvvisata.
Feriae Augusti
Scrivo questo nella giornata della Festa dell’Assunta. Quella che il popolo, nella sua memoria inconscia, ma collettiva e incancellabile, insiste a chiamare “Ferragosto”, confermando trattarsi della Feriae Augusti, quella di ben 15 giorni di vacanze, con cui l’imperatore e il popolo celebravano la fine del raccolto, in onore di Canso, dio della terra e della fertilità. Terra e fertilità sono scomparse, la vacanza è rimasta, anche se ora viene severamente redarguita e, addirittura, tamponescamente punita, per coloro che se la sono concessa, magari in Spagna, o Croazia, o Grecia, magari avviluppati con sabbia o acqua su qualche spiaggia. Dopo i vecchi, rinserrati a estinguersi in casa, ora tocca ai giovani che ancora si muovono.
Teletrasporto
Il raggiro, sulla base del quale ci si accanisce contro quando esercitiamo null’altro che il nostro diritto a vivere, si avvale del dogma, cioè dell’unico pensiero ammesso. La nuova campagna terroristica, basata sul nulla, è di una evidenza raggelante, perfino sotto la canicola agostana. In questa giornata di mezzo agosto si appaia all’altro dogma, quello della venerazione di una signora, ingravidata a insaputa sua, del legittimo partner e  di chiunque la frequentasse, risucchiata in cielo con armi a bagagli, a sfida divina della gravità. Impresa riuscita poi solo al Capitano Kirk dell’ ”Enteprise” in Star Trek.
Era il “teletrasporto” da cabina telefonica a cabina telefonica, pallida imitazione tecnologica di quanto capitato alla Madonna, quando, accompagnata da pippinai di puttini dal vago segno pedofilo, finiva, per disposizione di PioXII, in un cielo deputato a contenere, nella sua immensità, accanto a miliardi di corpi celesti, qualche milione di miliardi di esseri umani. Purchè cattolici, non peccaminosi, pentiti, o fruitori di esose indulgenze. Ci si dovrebbe chiedere come si troverebbe la povera Madonna, tutta testa ampiamente chiomata, busto, arti superiori e inferiori, apparato gastrointestinale, con le relative esigenze fisico-igieniche, tra un padreterno, un figliolo, uno spirito santo e trilioni di anime trapassate, tutte puro spirito, viventi nell’estasi dell’ineffabile, pure tutto spirito.
Grillo e la Madonna
Cosa c’entra tutto questo con l’appassionata perorazione per il 5G che Beppe Grillo, da bravo emissario dei signori del digitale, finalmente sceso in rete, denudatosi da solo a forza di orgasmi piddini, come l’imperatore della fiaba, ha espresso sul suo blog alla vigilia della festa dell’assunzione? Tanto più che, mentre il dogma di papa Pacelli celebra un corpo che, a dispetto della caducità di tutte le cose e del “polvere eravate e polvere ritornerete” se ne parte, con tanto di pelle e manti azzurri, verso i cieli e si manterrà corporalmente integro per l’eternità, lui del corpo celebra il disfacimento elettromagnetico e la resurrezione digitale. 
Dogma uguale imbroglio

C’entra. Intano ci troviamo davanti a due imbrogli, uno che ha retto per due millenni a forza di governare nascita e morte e promettere eterna dannazione, o eterna salvezza; l’altro, più laico e terreno, che si ripromette di durare anche di più, governando la scelta tra dannazione della morte e salvezza del vaccino. Chi non ci stava era eretico e finiva sul rogo e nella damnatio memoriae. Chi non ci sta è negazionista, finisce alla colonna infame e nella damnatio Burionis ac mediorum.
5G, venite adoremus
E’ in questo nuovo Zeitgeist che si è tempestivamente inserito Beppe Grillo con il suo atto di fede, di amore e di servizio per il 5G, possibilmente cinese. Lo ha compiuto in perfetta contemporaneità e sintonia con la disgregazione/sputtanamento, pure da lui originariamente pensati e ora gestiti, del cucuzzaro parlamentare e, in gran parte, amministrativo, entrambi prodotti da un astuto quanto dissennato processo elettorale di ‘ndò coglio, coglio, del Movimento 5 Stelle. Ecco il grillo ignaro a cui, come racconta un acuto entomologo, Andrea Cecchi, un perfido parassita, il verme nematomorfo, innesta la sua larva. Questa ha bisogno di acqua, ma il grillo vive sulla terra. Così la larva penetra nel cervello del grillo e lo zombifica al punto da farlo precipitare nella prima acqua a disposizione, dove annega e muore. Bella metafora se pensiamo al Grillo, al Movimento, ai signori del 5G/vaccino, tipo il nematomorfo Bill Gates. Eccovi il peana al 5G.


Iniettando il suo veleno digitale, al quale possiamo anche attribuire l’apparente dissennatezza di una organizzazione tutta digitale e “antifisica” del Movimento, senza corpi ed assemblee, in uno dei due corni del fenomeno epocale in corso, il guro per niente comico di Sant’Ilario ha dato il contributo richiestogli. Che era quello di schierare i suoi followers a sostegno del virtuale, digitale e decorporizzato, come si prefigura nell’apoteosi del 5G. Velocissima, globale e cosmica connessione di quinta generazione, integrativa, sinergica e complementare all’altro corno, l’Operazione Coronavirus. Senza che qualcuno ponga sconvenienti intralci relativi a rischi sanitari, fantasiosamente denunciati da centinaia di scienziati e già subiti da milioni di persone e senza che si tiri ancora fuori l’obsoleto principio di precauzione.
La testa, il dilemma, ha due corni
Come ho cercato di spiegare nel mio intervento al convegno 5G tenutosi a Trevignano, quei due corni escono dalla stessa testa. Testa bicorne sotto alla quale si può immaginare il piede biforcuto, con il che non si fatica a riconoscerla nella sua classica iconografia. Non più anticristiano, nel senso di Lucifero, portatore di luce (ragione), ma laico, tecnologico, digitale, antiumano, nel senso di demonio, spegnitore della luce, morfologicamente un po’ diverso.  
 Il leader del Movimento 5 Stelle
 
Verso l’uomo-macchina
Credo che ormai sia chiaro a molti (certamente al 1,3 milioni di manifestanti di Berlino) come il Covid19 stia al digitale 5G e al vaccino che, secondo l’Agenda ID20-20 dei signori di Davos, dovrebbe digitalizzare 7,3 miliardi di esseri umani (e fortunato il bassotto Ernesto che, insieme ai suoi simili per ora la scampa), come al treno sta la locomotiva (nel degrado della lingua oggi “motrice”). Col Covid abbiamo imparato a farci incarcerare a casa, a comunicare, lavorare, studiare, curarci, copulare (si fa per dire) via macchine al coltan e al litio, a stare isolati, distanti e diffidenti, a coprirci quattro quinti della faccia (secondo il Dr. Fauci, nemico di Trump, anche gli occhi con gli occhialetti), a stare lontani dai figli, a far stare lontani i figli dai figli degli altri. A entrare in sintono e sincrono con la macchina, a non poter esistere senza macchina e, dunque, a diventare macchina.

Molte cose ci hanno preparato alla bisogna, prima che Grillo allestisse la cerimonia finale. A forza di automatismi ed elettronicismi, ci siamo parzialmente atrofizzati. Chi gira più la manovella del finestrino, chi digita più i numeri nella rotella del telefono, chi muove più le gambe per andare a trovare l’amico, il nonno, chi, fra poco, guida ancora una macchina, al massimo un monopattino. Pochi ancora fanno i piani per arrivare su, in casa. Non ingobbiti su degli schermi per meno di 15 minuti al giorno, i nostri giovani passeranno dalla forma Prassitele a quella Andreotti. Ci servirà solo un grande dito indice, per spingere bottoni. Finchè non basterà uno sguardo. O il pensiero.

Darwinismo testacoda
E’ darwinismo alla rovescia, ben studiato e oleato. Con l’alternativa moderna di non farci retrocedere alla bestia, ma alla macchina. Proponendosi di formare dominanti globali, la tribù di Silicon Valley non fa avvicinare i propri figli al computer e la tribù dei vaccinari (spesso coincidono e entrambe coltivano il millenarismo del Talmud) non vaccina la sua prole. Sono la razza che pensa, decide, ordina. Tu esegui, per tutto il resto hai perso coscienza, conoscenza e facoltà.
Tutto sommato, l’umanità non se l’è vista troppo bene. Faticato per decine di migliaia di anni per uscire dalle caverne a schiena dritta e fronte ampia, per capire e farsi capire non solo a grugniti, per mettere per iscritto pensieri su tavolette di argilla, per muovere se stessa e le sue cose su ruote, tutto sempre con sforzo collettivo e di collaborazione, si ritrova a iniziare, esseri soli tra soli, rintanati in case come nelle caverne, su banchi scolastici isolati e su rotelle. Con il peggio che verrà dopo.
Tribù o impero
Qualche migliaio di anni come tribù autorganizzata e autodeterminata. Struttura orizzontale. Poi regni, imperi, satrapie, troni. Verticalissimi, appuntiti. Tutti inevitabilmente costruiti e retti su un impasto di sangue versato e di ossa spezzate. Il richiamo della tribù riusciva a volte a spezzare l’incanto e, dopo mezzo millennio, ci furono da noi i liberi Comuni e, dopo altri secoli, qualche repubblica e, quanto meno, la libertà del pensiero e della creazione. Raggiunse l’apice il pensiero tribale, poi nazionale, che i globalisti, che ne sono terrorizzati, ovviamente diffamano quanto possono, nei due secoli precedenti al nostro, tanto da riuscire ad arginare, almeno in Europa, i nuovi totalitarismi.
Oggi ci risiamo, l’eterna lotta tra i pochi disumani e i tanti umani da rendere subumani, o, come si dice meno bene, transumani, ci impone nuovi sovrani assoluti e sanguinari. Quelli del vaccino per l’ingegneria genetica, quelli del digitale, per l’ingegneria psicofisica. Con il 5G che, perfezionando il lavoro di WI-FI, 3G, 4G, completa la nostra distruzione biologica e il nostro annientamento cerebrale.


Non è detta l’ultima parola. Lo smascheramento di questi complottisti è iniziato. Leonardo da Vinci ci ricordava, contro tutte le baggianate catechesiche, che l’anima risiede nel cervello. E il cervello e il re del corpo.  Non c’è dubbio che sia così. Tanto è vero che i monoteismi non hanno mai cessato di prendersela con i corpi e con la loro congiunzione. Oggi, infettando e manipolando il cervello, rimuovendo dalla scena il corpo, anzi rendendolo un pericolo per sé e per gli altri, questi puntano alla nostra anima. Proprio come quegli altri spuntati duemila anni fa. Si tratta, ancora una volta, di difendere, col corpo, l’anima. E viceversa.

fonte: FULVIO GRIMALDI