CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

martedì 26 febbraio 2013

Matt Blum


Forteto



Forteto, la relazione della commissione
«Una setta in cui gli abusi erano la norma»

Recentemente la Procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per 22 persone tra cui Fiesoli

Una setta, al cui interno gli abusi sessuali, psicoligici e affettivi sui minori rappresentavano la consuetudine: giorno dopo giorno i giovani ospitati venivano sostanzialmente plagiati. Sono alcune delle conclusioni a cui è giunta la commissione d'inchiesta del Consiglio regionale sull'affidamento dei minori in Toscana, che si è occupata in particolare del Forteto, la comunità guidata da Rodolfo Fiesoli. La commissione - presidente Stefano Mugnai (Pdl) e vicepresidente Paolo Bambagioni (Pd) - ha illustrato in aula la relazione finale (qui i dettagli con le accuse e i silenzi), frutto di un lavoro di 23 sedute in 4 mesi, durante le quali sono state ascoltate 53 persone, tra cui i rappresentanti dell'associazione «Vittime del Forteto».
Nella comunità, si legge nella relazione, «l'abuso risultava essere la prassi e i minori divenivano prede. Ciò avveniva con il consenso collettivo e dei genitori affidatari, e la comunità accettava e giustificava gli approcci sessuali di Fiesoli nei confronti dei ragazzi». Al Forteto, si legge ancora, «veniva incentivata l'omosessualità» e «osteggiata l'eterosessualità. Ciò implica che al Forteto nascono pochissimi bambini e nuove energie arrivano attraverso i minori in affido». Per Mugnai il Forteto era una struttura non deputata a fare accoglienza di minori ma dove, in pratica, la si è fatta per 35 anni. «Si è continuato ad affidarvi bambini - ha detto - anche dopo il 1985, quando Fiesoli e Luigi Goffredi, anch'egli fondatore del Forteto, sono stati oggetto di una sentenza di condanna (poi passata in giudicato) per vari capi d'imputazione».
Recentemente la Procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per 22 persone tra cui Fiesoli. «Questi fatti drammatici sono potuti accadere anche perché il Forteto godeva di una serie di relazioni importanti: dal Tribunale dei Minori, ad associazioni, alla Regione Toscana, al mondo della politica». Lo ha detto Stefano Mugnai (Pdl), presidente della commissione regionale d'inchiesta che si è occupata delle vicende del Forteto, commentando la relazione finale. Il Forteto è una comunità con sede a Vicchio del Mugello (Firenze) i cui componenti erano anche affidatari di minori: il fondatore, Rodolfo Fiesoli, e numerosi suoi collaboratori sono coinvolti in un'inchiesta che ipotizza, a vario titolo, i reati di violenza sessuale e maltrattamenti. Le testimonianze raccolte dalla commissione raccontano di numerosi politici che «a vario titolo - è scritto nella relazione - e con differenti modalità, passano al Forteto come Piero Fassino, Vittoria Franco, Susanna Camusso, Rosi Bindi, Livia Turco, Antonio Di Pietro, Tina Anselmi, Claudio Martini, Riccardo Nencini. Si va da chi compie un rapido passaggio in vista di prossime elezioni, a chi scrive prefazioni per le pubblicazioni editoriali del Forteto, a chi, magari anche solo per territorialità, diviene frequentatore più assiduo». Anche in virtù di questa rete di relazioni, il sistema Forteto ha goduto di molto vanto e ha ricevuto anche contributi pubblici dalla Regione Toscana. «Dal 1997 al 2010 - è scritto nella relazione - la cooperativa agricola della comunità ha ottenuto contributi per 1,2 milioni di euro».
fonte: corrierefiorentino.corriere.it

mercoledì 20 febbraio 2013

la cultura psichedelica





In quell’ormai lontano pomeriggio d’aprile del 1943, quando sperimentò per la prima volta su di sé le proprietà psicoattive e visionarie della dietilamide dell’acido lisergico da lui stesso sintetizzata cinque anni prima, Albert Hofmann sicuramente non si rese conto di aver scoperto la sostanza che sarebbe diventata, nel bene e nel male, una delle più significative e importanti di tutto il Novecento. Men che mai avrebbe potuto rendersi conto che l’LSD, il suo “Bambino difficile”, come lo definirà in un libro autobiografico, avrebbe in capo a pochi anni rivoluzionato i fondamenti della psichiatria e della psicologia clinica, addirittura il pensiero e la filosofia di vita di milioni di artisti e giovani di tutto il mondo. Non poteva certo prevederlo, né immaginarlo, ma fu proprio ciò che avvenne.
Non è esagerato affermare che gli anni Sessanta furono caratterizzati da una vasta produzione artistica e filosofica direttamente influenzata dall’LSD. A qualcuno potrà sembrare assurdo, o per lo meno un po’ forzato affermare che una sostanza chimica possa generare o anche solo influenzare una filosofia o un sistema di vita, eppure non c’è dubbio che l’uso delle cosiddette droghe psichedeliche o allucinogeni che dir si voglia, sia strettamente associato a determinati atteggiamenti e schemi esistenziali. Il Movimento psichedelico fu portatore di idee ed ideali che, anche se non completamente nuovi, anche se confusi e velleitari, contradditori e spesso ambigui, hanno espresso potenti convinzioni e valori ricchi di significato per i giovani di tutto il mondo. Qualunque sia il giudizio che possiamo esprimere sui “valori” di quella generazione, resta indubbio che le sue caratteristiche erano rappresentate dalla ricerca di “nuovi valori”, sia sociali che individuali, dalla ricerca di una più ampia “consapevolezza”, di nuovi stati di coscienza. La generazione psichedelica fu, in altre parole, una generazione proiettata verso la ricerca attiva di un “qualcosa” che permettesse una consapevolezza piena. Movimento rivoluzionario, quindi. Nel senso semantico del termine, vale a dire teso a una trasformazione completa dell’ordine delle cose. Non è un caso che il 1968, l’anno che rappresentò l’apoteosi della rivolta dei Figli dei Fiori, fu anche l’anno in cui cominciarono le grandi rivolte (prima studentesche e poi operaie) in Europa e negli Stati Uniti.
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All’inizio di quella che fu definita l’Era Psichedelica, molti personaggi si entusiasmarono all’idea che si potesse giungere ad un controllo volontario degli stati di coscienza: l’uso ricreazionale –oggi diremmo ludico- degli allucinogeni era considerato, a ragione, solo la modalità più “povera” di queste sostanze che venivano enfatizzate come strumenti per allargare la coscienza, rivoluzionare il cervello e addirittura i rapporti sociali. Permettere, in altre parole, la creazione di una sorta di tecnologia dell’estasi. La storia ci insegna come andarono a finire le cose: nell’agosto del 1965 la SANDOZ fu costretta a sospendere la produzione e la distribuzione dell’LSD, fino allora legale. Nel 1967 venne messo al bando dal Governo americano dietro pressione dell’allora presidente Johnson -guarda caso lo stesso presidente responsabile dell’escalation bellica in Vietnam-, e di lì a pochi anni in tutti i Paesi del mondo. All’Era Psichedelica si passò così all’Era del Proibizionismo, delle Leggi antidroga, della demonizzazione e criminalizzazione delle droghe cosiddette “leggere”, della persecuzione “con la scusa della droga” delle opposizioni sociali meno disposte a farsi imprigionare nel Sogno americano e nella logica del capitalismo moderno.
Se l’LSD ha influenzato l’arte degli anni Sessanta e ha formato quella che abbiamo chiamato Generazione psichedelica, questa ha –direttamente o indirettamente- influenzato non solo il costume degli anni a venire, ma anche molte discipline scientifiche, prime fra tutte l’etnologia, la psicologia e la storia delle religioni. È proprio da quel crogiuolo generazionale ed esperienziale che sono usciti quei ricercatori che oggi movimentano il dibattito internazionale sugli stati di coscienza e sulla trance.
Camilla Giliberto
Vicepresidente della Società Italiana di Psicoanalisi Caratteriale nel 1987/88. Ha diretto l’Ambulatorio di Psicoterapia dell’Istituto Clinico Polivalente di Aosta. Appartenente al “nucleo storico” della SISSC ne è attualmente il Presidente. Direttore scientifico della Rivista Altrove. Autore di libri e numerosi articoli. Tra i lavori più recenti ricordiamo: Hofmann, Scienziato alchimista. Tributo allo scopritore dell’LSD; Psicofunghi italiani; Pionieri della Psichedelia (con Fulvio Gosso); Le Piante Sacre.
Pubblicato su Dolce Vita n°1 – Ottobre 2005
fonte: www.enjoint.info

lunedì 18 febbraio 2013

fuori corso



quello che provo per te è andato fuori corso
andato come il participio passato
come dargli torto, participio!
Rivedere dal principio.
Quello che provo per te è andato fuori corso,
sarà stato il morso
ricevuto durante un discorso decorso.
Accarezzavo il tuo viso col dorso
mentre sopraggiungeva il rimorso,
non so se sia di buon auspicio
aizzare un fuoco d'artificio, CURSUM PERFICIO,
sto finendo il mio percorso
concedimi l'ultimo sorso,
corsari desideri invocano soccorso
rari desideri ormai bloccati dall'altro ieri.
Quello che provo per te è andato fuori corso,
il presente non dura per sempre

sabato 16 febbraio 2013

il caso Chico Forti


Esiste un caso di cui non si parla tanto, o almeno non quanto si dovrebbe. Ed esiste un gruppo di persone che ogni giorno si batte, soprattutto attraverso la rete, affinché la situazione si sblocchi. Stiamo parlando di Chico Forti e delgruppo Facebook Chico Forti Free. Chico Forti si trova in carcere a Miami (Florida) dal 2000, con la prospettiva di restarci tutta la vita, dal momento che è stato condannato in via definitiva all’ergastolo. Cronaca-nera.it vi racconterà ora la sua storia, certi che alla fine anche voi vi unirete al coro di voci che chiede LIBERTA’ PER CHICO.
Enrico - detto Chico - Forti, classe 1959, è originario di Trento. Da giovane è un ragazzo molto sportivo e pratica a livelli agonistici il windsurf. Nel 1990 Chico è anche protagonista di una puntata del celebre quiz tv “Telemike”, dove si presenta come concorrente e vince. Grazie proprio a questa vincita, che gli permette di mettere dei risparmi da parte, nel 1992 Chico si trasferisce a Miami, in Florida, e precisamente nel lussuoso quartiere di Williams Island. Oltreoceano, l’italiano intraprende la carriera di conduttore di programmi televisivi che parlano di sport estremo e diventa anche filmaker e produttore. Inotre, si diletta a fare il mediatore immobiliare. Anche sotto la sfera sentimentale la vita di Chico è un successo: si innamora e sposa la modella Heather Crane: la coppia metterà al mondo 3 figli.
delitto versace
A questo punto della storia, che sembrerebbe destinata a un “happy ending”, arriva il primo colpo di scena, che apparentemente non ha nulla a che fare con Chico… il 15 luglio 1997 in Ocean Drive, sempre a Miami, viene ucciso lo stilista italiano Gianni Versace. Nove giorni più tardi il suo assassino, Andrew Cunanan, dopo essere stato accerchiato si suicida con un colpo di pistola alla testa all’interno di una casa galleggiante a Miami Beach.
Chico Forti, tramite un suo vicino di casa, il tedescoThomas Knott (personaggio chiave di tutta la vicenda), riesce ad acquisire i diritti della house boat e decide quindi di girare un documentario-inchiesta (dal titolo “Il sorriso della medusa”) sulla vicenda, in collaborazione con una tv francese e con Rai 3. Chico però ben presto si rende conto che qualcosa non torna nella ricostruzione del suicidio di Cunanan: forse l’uomo è stato ammazzato altrove e trasportato nella casa galleggiante già morto; forse, addirittura, Cunanan non è nemmeno l’assassino di Versace. Si tratta di insinuazioni gravi, che rischiano di mettere in cattiva luce la polizia di Miami Beach. Ma Chico ha i suoi buoni motivi per pensarla così, dal momento che ha avuto modo di visionare dei documenti riservati fornitigli dal detective Gary Schiaffo dietro ricompensa economica.
Ad un certo punto, però, ulteriori accordi con Schiaffo (che avrebbe dovuto dargli la foto del volto di Cunanan, ma viene meno al suo impegno) saltano e l’italiano e il detective si lasciano in malo modo. Il documentario comunque è finito ed è pronto per andare in onda (clicca QUI per vederlo integralmente).

Ma torniamo ora a parlare di Thomas Knott… ve lo ricordate? È il vicino di casa che aveva aiutato Chico ad acquisire i diritti per la casa galleggiante… Knott ufficialmente è un maestro di tennis, ma in realtà è un truffatore condannato a 6 anni di reclusione in Germania e scappato negli Stati Uniti nel 1996. Chico, ovviamente all’oscuro di questa doppia vita di Knott, fa amicizia e si fida del tedesco. Un giorno, addirittura, lo incontra all’interno di un negozio di articoli sportivi intento ad acquistare una pistola: Knott, giunto alla cassa, si ritrova (casualmente?) senza carta di credito e Chico, da bravo amico, gli anticipa la spesa! Un gesto che, a distanza di tempo, si dimostrerà un gravissimo errore…
pikesThomas Knott da molti anni organizza i suoi loschi affari con un certo Anthony Pike, un anziano australiano che vive a Ibiza. Qui, negli anni Ottanta, Pike possedeva uno degli alberghi più esclusivi, ritrovo del jet set internazionale, il Pikes hotel. L’hotel, però, negli anni è andato in rovina e nel 1997 è solo lo spettro di se stesso. Pike oramai ne possiede appena il 5% (il restante 95% è sotto il controllo di una società), inoltre l’australiano non dispone nemmeno di questa piccola parte in quanto è stato interdetto, dal momento che è malato di Aids e negli anni, pare, ha perso di lucidità.
Ma la lucidità, quando si tratta di truffe e di denaro facile, ce l’ha ancora, eccome. Nel novembre 1997 Anthony Pike va a Miami a trovare l’amico Thomas Knott e in quell’occasione conosce Chico Forti, un uomo giovane, buono, di successo, con un discreto conto in banca… insomma, il perfetto “pollo da spennare”! Così Knott e Pike, il gatto e la volpe, organizzano la truffa del secolo: vendere il Pikes hotel a Chico. L’italiano purtroppo ci casca e così, nel gennaio del 1998, firma con Pike l’accordo (Knott viene tenuto fuori dalla cosa, perché nel frattempo Chico è venuto a conoscenza della sua natura “truffaldina”).
Alcuni giorni dopo Pike contatta Chico telefonicamente: suo figlio Dale, 42 anni, dopo essere rientrato dalla Malesia (dove viveva e da dove è scappato per motivi di soldi) vorrebbe andare a Miami a conoscerlo, ma loro non hanno i soldi per comprarsi i biglietti dell’aereo. Chico si offre di pagare e così si programma l’incontro. In realtà il motivo principale per cui Dale vuole fare quel viaggio è l’attività di produttore televisivo e cinematografico di Chico: il giovane Pike, infatti, vorrebbe proporre all’italiano un film, avente per protagonista la sua fidanzata (come si evince dalle mail tra Dale e la ragazza).  
Valentina Magrin
 fonte: www.cronaca-nera.it

venerdì 15 febbraio 2013

il programma politico di CasaPound



fsabatiniDa qualche giorno Roma è tappezzata da manifesti che annunciano la candidatura dei “fascisti del terzo millennio” alle comunali del 2013: CasaPound si presenta alle elezioni.  L’ottimo Alessandro Capriccioli ha intervistato per l’Espresso Gianluca Iannone, leader dell’organizzazione. E si tratta di un’intervista per certi versi sorprendente.
A parte gli attesi scivoloni sul fascismo (che è stato “un fiorire dell’arte, dell’onestà, dell’ironia” e che garantiva “più libertà d’espressione rispetto ad adesso”), Iannone ha mostrato sulla carta anche tanto buon senso parlando con moderazione di coppie di fatto, biotestamento e politiche sociali. “Un programma che occhieggia a sinistra”, l’ha definito Capriccioli. E in effetti a sinistra la candidatura di CasaPound non sembra destare preoccupazioni. Anzi, probabilmente è benvenuta, dato che i giovani fascisti – che in tante scuole superiori romane e anche nelle università godono di ampio seguito – è certamente ad Alemanno che toglieranno voti.
Tutto bene dunque? Mica tanto. Al di là delle dichiarazioni ruffiane di Iannone a un settimanale di centrosinistra, vale la pena chiedersi quale sia il vero programma politico di CasaPound, e se la “promozione” degli slogan di questa organizzazione fascista a temi “ufficiali” del dibattito elettorale non possa avere dei risvolti deleteri, di cui dovremmo preoccuparci. Scorriamo dunque il Pdf del programma, come suppongo abbiano fatto già con grande attenzione sia Alemanno sia Zingaretti.
Avvertenza: il programma è lungo 17 pagine, ci sono tanti passaggi suggestivi (ancorché demagogici e dai toni uniformemente marziali e categorici) e per farsi un’idea compiuta bisognerebbe leggerlo tutto. Io qui mi limito a isolare alcuni punti che mi hanno colpito (leggi preoccupato) particolarmente.
La parte economica anzitutto. Balzano subito all’occhio le proposte di:
- “Azzeramento unilaterale del debito pubblico e conseguente modifica dei parametri previsti dal Trattato di Maastricht”.
- “Proprietà statale della Banca d’Italia e controllo governativo della stessa”.
- “Politica autarchica integrata nell’area europea, con una partnership privilegiata nei confronti della Federazione Russa e la riproposizione di una politica mediterranea sovranista”.
- “Impedire il commercio con quelle nazioni in cui i lavoratori non hanno le stesse tutele e garanzie dei lavoratori europei”.
- “Tassazione comunitaria sui beni di consumo che sia direttamente proporzionale alla distanza dal suo luogo di produzione e alle differenti condizioni sociali e lavorative in cui questi beni sono prodotti.”
- “Nell’economia nazionale tutto ciò che per dimensioni o funzioni esce dall’interesse singolo per entrare nell’interesse collettivo, appartiene alla sfera d’azione che è propria dello Stato”.
Non credo ci sia bisogno di spiegare quali sarebbero le conseguenze di simili politiche. Il default, l’impossibilità di finanziare la spesa pubblica, l’abbandono dell’Euro, la chiusura delle frontiere ai prodotti stranieri (di fatto anche a quelli europei), la Russia come partner privilegiato. Sembra che i modelli dei fascisti del terzo millennio siano, oltre all’Italia di Mussolini ovviamente (e ci può stare), la Libia di Gheddafi e la Corea di Kim Jong-Il (non ditelo a Marco Rizzo però, potrebbe venirgli la tentazione di votare CasaPound).
Fin qui, forse, possiamo ancora prenderla a ridere. E’ quando si passa ai punti “Oltre la società multirazzista”, “Per una cultura libera” e “Per la difesa della sovranità nazionale”, che vengono i brividi.
Confusa nel mezzo di vaghe dichiarazioni di solidarietà per gli immigrati, costretti dalla povertà a farsi sfruttare dalle multinazionali, si scorge chiaramente la visione del mondo di Iannone e i suoi, che si può riassumere così: ognuno a casa sua. E basta.
- “Blocco dei flussi immigratori”.
- “Sostegno a tutti i movimenti identitari extraeuropei che favoriscano il radicamento e il re-insediamento delle popolazioni autoctone”.
- “Sospensione degli Accordi di Schengen e ratifica di un nuovo trattato che regoli la libera circolazione interna all’Ue in base a criteri più stringenti dal punto di vista sociale, economico, politico e culturale. Non può esistere, in Europa, un “terzo mondo interno” che esporti schiavi e delinquenti verso le zone economicamente più avanzate del continente”.
Quanto a cultura e difesa, be’, che si diceva a proposito di Kim Jong-Il?
- “Creazione di un Ente nazionale di cultura che coordini l’intera produzione culturale nazionale in ogni ambito e settore.”
- “Rilancio della cinematografa italiana in sinergia con le principali cinematografe europee fno a proporre concorrenza culturale alla mitologia hollywoodiana”.
- “Drastica revisione dei criteri per assegnare fnanziamenti statali al cinema. Abolizione di ogni sostegno alle inutili pellicole autoreferenziali che dominano il nostro cinema e promozione di opere ispirate al patrimonio culturale ancestrale dei popoli europei” (sì, c’è scritto proprio ancenstrale).
- “Ripristino della leva obbligatoria per tutti, uomini e donne al compimento del 18 anno di età. Il servizio può essere svolto nelle forze armate o nella protezione civile. Non devono essere previsti rinvii scolastici oltre il diploma”.
- “L’Italia non deve avere limitazioni su nessun sistema d’arma: dalle portaerei alle armi nucleari”.
Per concludere, fa sempre bene ricordare che cosa pensano i fascisti della democrazia: ““Democrazia” è stato, fino ad oggi, il nome di una truffa. Se i politici sono camerieri dei banchieri – come accade oggi – significa che la “sovranità popolare” viene svuotata in favore dei poteri forti di tipo economico, criminale, confessionale o sovranazionale”. Una brutta cosa insomma, che però si può aggiustare. Per esempio attraverso la “Sostituzione del Senato con una Camera del lavoro che garantisca la rappresentatività armonica di tutte le categorie produttive e lavorative”.
Dobbiamo preoccuparci insomma? Secondo me sì. Anche perché la propaganda di CasaPound troverà un terreno molto fertile nel substrato di qualunquismo, antieuropeismo, eterofobia e razzismo che l’impero mediatico berlusconiano coltiva certosinamente – e con ottimi risultati – da almeno venti anni.


(10 febbraio 2012)

fonte: MicroMega


la gente



tanto tempo fa in un paese lontano
dove tutt'ora ci sono sterminati campi di grano
agli occhi del mondo gli abitanti
erano visti come assoluti sudditi,
nonostante dissensi e dissidenti
erano garantiti piccoli redditi
piuttosto che debiti.
Da noi, i giovanissimi per riempire l'intervallo
non mangiano per giorni, assumono roba
quanto basta per uccidere un cavallo,
che sballo il colorito giallo.
Arrivasse una catastrofe immane
comuni e scomunicati
continuerebbero a fare uso
di zuccheri nocivi e andare a puttane.
Ci preoccupiamo se in giro ci sia libertà d'espressione,
ma chissà perché alla fine della sparatoria
la gente ha sempre poca memoria...
preferisce far baldoria
piuttosto che ricordarsi della Storia.
Scusate l'intrusione ma lo Stato
per chi ha ammazzato
gli trova vitto, alloggio ed un'occupazione,
a chi non ha soppresso nemmeno una gallina
per frustrazione se la prende con la vicina
perché gli ha sporcato il balcone.
Il potere mediatico abusa e si scusa,
anima perduta attraverso la TAC
ascesa e caduta degli imperi, crack,
vuoi far affondare il tuo vecchio motorino?
Rivolgiti a Schettino.
Scusate di nuovo, mi hanno pestato un callo
io da sola ballo, è meglio

lunedì 11 febbraio 2013

la domanda


signore mi dica,
cosa ha provato
quando ha visto
suo figlio spappolato?
Le rispondo con estrema fatica
che la mia vita è finita oltre al pane.
Bene. Tanti ossequi alla sua signora
e al cane

sabato 9 febbraio 2013

Lara dei Miracoli di Femmina Gaudente - 2 -




"Ora Lara devi sapere che sotto questa veste incantevole si nasconde una, come dire, piccola troia che brama per la tua bocca e il tuo sesso. Desidero che ora tu succhi la splendida fica di Ira, e voglio che tu la faccia impazzire di desiderio.

Lara ti guarda. E' una ragazza obbediente. Sfila lentamente il mio slip scoprendo il sesso umido, prima di gettarlo lontano passa la bocca socchiusa sul lato che era a contatto con la vulva. Socchiude gli occhi e muove le labbra per avere un primo assaggio del mio sapore.

Avvicina la bocca alla fica aperta, mi guarda dritto negli occhi mentre le sue labbra aderiscono perfettamente al mio sesso aperto. Mi guarda mentre la lingua esplora la carne pregna di umori e si perde in un lento roteare tra la clitoride e l'ingresso della vagina.

Ansimo. Il respiro e' rotto da piccoli sussulti.

"Hai ragione - sussurra Lara - e' davvero una piccola q. La sua fica e una lago che mi sta inondando la bocca.."

" dimmi Lara - domandi : che sapore ha?

Lara affonda la lingua nella calda cavità, succhia avidamente. " E' dolce, Sto arrivando! Di mandorle e acqua di mare..."

Lancio un breve grido rauco di piacere.

Dici: " senti come e' bagnata, credo che se insisterai finirà per godere nella tua bocca aperta. Non avere fretta Ira merita un piacere lungo ed intenso"

Lara, allora , fa scivolare la bocca umida dei miei umore lungo le gambe fino alle caviglie.

La lingua sfiora la pelle nera delle scarpe , poi ritorna a tormentare i dintorni della mi fica con piccoli morsi, sugge le piccole labbra.

Con una mano dietro la mia schiena slaccia il reggiseno e scopre la pienezza dei miei seni duri, due capezzoli turgidi che inizia a stimolare piano tra le dita delle mani.

Lara si sfila lo slip e si slaccia il reggiseno sul davanti. Le due piccole coppe rivelano capezzoli
appuntiti ed un'aureola minuta e scura. Il monte di Venere svela uno stretto ciuffo nero disegnato con il rasoio, sotto si apre una fica piccola e bruna che Lara inizia a sfiorare con la sua mano.
La sua bocca si ferma sul mio capezzolo e succhia con forza. Gemo e allungo una mano a stringerle il seno, poi mi sollevo a cercare la sua lingua in un bacio che arde di voluttà.

Lara lecca i miei seni, strizza tra i denti i capezzoli, una mano tra le sue gambe e l'altra tra le mie.
Poi si solleva e siede a cavalcioni del mio ventre. Con le dita apre bene il suo fiore per farlo aderire alla mia pelle., si strofina lasciando una scia lucente., segno che anche la sua eccitazione e' al massimo. Si spinge verso l'alto. Porto le sue mani sui suoi seni e comprimo insieme a lei. Lei spinge la fica fino sui miei capezzoli e si struscia gemendo piano. Il sul sesso scivola sul mio petto. Prima un capezzolo e poi l'altro. Poi la pienezza della carne. I miei capezzoli brillano dei suoi umori. Lara s'inarca e porge la fica alla mia bocca socchiusa.

"Ira non ti ho mai visto dare piacere ad una donna - continui - so che desideri mostrami quanto sei brava a leccare una piccola fica. Io non ho mai assistito ad uno spettacolo come questo.
Avanti piccola troia nutriti del suo sesso se lo desideri"

Ti guardo " vuoi impazzire di desiderio - guardami, voglio che ti masturbi mentre mi osservi, voglio vedere anche io la tua eccitazione"....

Non stacchi gli occhi dai miei mentre mi protendo verso il sesso di Lara. Allungo la lingua sulla sua fica aperta. La muovo in modo tale che puoi vedere.

Continui a guardarmi. Porti la tua mano sul tuo cazzo rigido e lo sfili dai pantaloni. E' caldo e turgido. La mano scivola piano lungo il tuo cazzo che diventa duro quasi a farti male. Il respiro si fa più intenso.

Lecco la fica di Lara con avidità penetrandola in profondità. Lara lancia piccole grida di piacere e spinge il bacino verso la mia bocca ancora di più.

Ti guardo: " la sua fica e' deliziosa, peccato tu ora non possa assaggiarla"

Ti mostro la lingua dopo averla lasciata correre lungo il suo loto e dico: " guarda mi viene in bocca, e' un lago di umori che scivolano tra le labbra della tua piccola troia. Ti eccita tutto questo?
Provi una fitta di piacere intenso, lasci cadere la testa indietro. La mano si ferma un attimo. Dopo torni ad accarezzare il tuo sesso umido e torni a goderti lo spettacolo....

venerdì 8 febbraio 2013

anziano preso a calci da un branco di bulli


Video choc/Bulli prendono a calci
un anziano e lo buttano a terra

Tre arresti, altri sei ragazzi denunciati a piede libero


PER APPROFONDIRE tagpoliziabullitrieste
I bulli prendono a calci un anziano
ROMA - «Dai, dai». Poi si sentono degli sghignazzi. E subito dopo si vede di spalle un bulletto che da un calcio a un signore anzianomentre cammina per strada da solo. L'uomo si gira di scatto, protesta, ma parla a fatica. Minaccia di denunciare i ragazzi se non la smettono, ma è impaurito. I bulletti lo prendono in giro. Poi insistono, lo colpiscono ancora e lo fanno finire a terra. Sono le immagni choc di un video girato a Trieste nei mesi scorsi e diffuso oggi dalla polizia.

GUARDA IL VIDEO

I bulli responsabili dell'aggressione, tre giovanissimi, di cui due minorenni, specializzati soprattutto in piccoli furti, sono stati arrestati dalla Squadra mobile di Trieste mentre altri 6 sono stati denunciati a piede libero. Lo riferisce oggi un comunicato pubblicato sul sito della Polizia.

Ad esser presi di mira dal branco sono stati ristoranti,pizzerie e associazioni culturali. Ma i teppistelli arrestati dalla polizia, nell'ultimo semestre del 2012, si erano resi protagonisti anche di una sequenza incredibile di episodi di bullismo per le strade cittadine. Tantissimi gli anziani, le donne con bambini, i disabili, i senzatetto, tutti soggetti deboli, umiliati solo per deridere le vittime.

fonte: www.ilmessaggero.it

giovedì 7 febbraio 2013

avamposti della mistica


Lara dei Miracoli di Femmina Gaudente




La ragazza mostra un corpo esile, snello. Di statura normale, il viso incorniciato da corti capelli biondi, grandi occhi verdi. Poco trucco, un rossetto scarlatto a disegnarle la bocca dalle labbra carnose, piene. Indossa un intimo molto particolare, un bustino di pelle aderente sotto il quale s'intravede un seno pieno e sodo. Dove il corsetto su apre sull'arco del del bacino e' visibile un tatuaggio tribale posto a cornice di quel mandolino perfetto. Ha belle gambe inguainate in calze scure , ai piedi una calza nera, il tacco alto e slanciato.

Siede sul letto. Mi guarda mentre mi spoglio. Allunga una mano verso di me. Ornata di un guanto in pelle che fascia il braccio. Dice di chiamarsi Lara ma e' un soprannome, un logo di battaglia che confessa di adoperare in questi intimi frangenti.

Seduto sulla poltrona accanto al letto, mi osservi mentre mi svesto. Scopri l'emozione di un reggiseno in latex che comprime le mie forme piene e fa schizzare i miei seni verso l'alto. Lo slip dello stesso materiale, minimo a nascondere appena la soglia della figa, a perdersi nell'incavo trai glutei rotondi e perfetti. Resti ammaliato dai tacchi scuri. Indugio un attimo, mentre contempli la mia figura perfetta ed un'eccitazione profonda s'impadronisce di te.

Ti guardo e guardo il suo braccio teso verso di me. Mi sorridi. Io scivolo con leggerezza sul letto e siedo accanto a lei.

Io e lei ci guardiamo per un momento. Lei pone le sue mani sulle mie spalle., le da scorrere lungo le braccia, le posa sulla vita. Ci avviciniamo impercettibilmente, i visi che si sfiorano. Le labbra entrano in contatto, lievemente indugiano a lungo lambedosi con una dolcezza che e' un preludio alla bramosia dei sensi. La sua bocca si schiude, umida e la lingua guizza a leccare le mie labbra con un movimento circolare. Anche la mia bocca si apre, le lingue si toccano , la mia si allunga ad esplorare la cavità calda ed e' un attimo. ... Le bocche incollate in un bacio profondissimo che mi fa ansimare, le lingue che si cercano, le sue mani a cingermi il capo e a spingermi in un bacio ancora più' profondo ed intenso. Le mie mani cercano il suo corpo mentre il respiro si fa accelerato.

Ci baciamo così' a lungo, lasciando alle mani il compito di scoprire ed esplorare la pelle dell'altra. Le bocche si separano. Lara protende il capo verso il mio petto e lecca docile la sommità dei miei seni, cibandosi di ciò a cui lo stretto reggiseno lascia libertà'.

Sulle mie labbra uno sbruffo di rossetto scarlatto, infrangi le regole e ti avvicini a me, porti la tua bocca sulla mia, suggi dolcemente le mie labbra per cancellare quella virgola indiscreta, vedi la testa di Lara scivolare nella mia scollatura. Mi senti eccitatissima, ti regali il calore della mia bocca in un bacio rapido che ti lascia con un lieve sentore di fragola. Ho gli occhi lucidi, lo sguardo del desiderio che conosci bene mio caro. Torni a sederti e a guardare.

Lara mi spinge sul letto, cado di spalle tra i cuscini. Si china su di me, le mani stringono il mio seno, la bocca erra nel mio ventre, scivola verso........ Si incunea tra le mie gambe che apro bene sotto l'invito delle sue labbra.

La lingua si muove sotto lo slip lucido, lasciando una traccia umida, poi si sposta sul confine tra carne e latex, muove piatta leccando la mia pelle viva. Ansimo. Una strana sensazione di piacere. Il contatto intenso con la mia pelle e quello ambiguo allorché' la sua bocca si posa sul mio intimo, una sensazione di calore lieve che attraversa il sottile strato di materiale e si trasferisce alla mia vulva aperta.
Lara stringe lo slip e lascia scoperta solo una minuscola porzione della sua intimità. Ora la lingua accarezza le grandi labbra, la bocca succhia la porzione di sesso scoperta. Un gemito mi sfugge, le mie mani si serrano sulla sua testa e la spingo con forza tra le gambe spalancate.

Ti rivolgi a Lara: " vedi cara Lara ciò che hai davanti e' l'incarnazione del mio desiderio. Guardala non e' bellissima?"

Lara contempla il mio corpo per lunghi secondi. Fa si con la sua testa mentre la sua mano mi esplora sotto.... Io ascolto e mi accarezzo il seno.....

to be continued

mercoledì 6 febbraio 2013

unioni omosessuali


Diritti, contratti, eredità
Che cosa sta già cambiando
per le coppie gay in Italia

Il corriere è arrivato a Strasburgo la settimana scorsa: Antonio Garullo, 47 anni, e Mario Ottocento, 40, di Latina, hanno presentato ricorso alla Corte europea dei diritti umani per vedere riconosciuto il loro matrimonio in Italia. Sono stati la prima coppia gay italiana a sposarsi all’estero, nel 2002 in Olanda.
«Ti senti sempre dire che non sei come gli altri, che il matrimonio ti è vietato. Quella cerimonia, di fronte alla nostra famiglia e ai nostri amici, ci ha dato un riconoscimento pubblico – racconta Garullo – Ma sul nostro certificato anagrafico, in Italia, c’è ancora uno spazio bianco. E io voglio vederci scritto “coniugato”».
Il ricorso, un chilo e mezzo di documenti e argomentazioni giuridiche, è l’ultimo atto di una lunga battaglia legale per riempire quella linea vuota. Non è una battaglia solitaria: sempre più gay e lesbiche, in assenza di una regolamentazione per le coppie omosessuali in Italia, chiedono a colpi di carte bollate l’accesso a diritti e doveri nel nostro Paese.

Nozze all’estero, ricorsi in Italia

Il matrimonio di Garullo e Ottocento all’Aja nel 2002
Come è successo il 31 agosto, quando la Corte d’Appello di Milano ha dato ragione a un bancario milanese che chiedeva di poter iscrivere il proprio compagno «convivente more uxorio» alla suamutua di categoria, e ha respinto l’istanza contraria della Cassa per il personale delle Banche di credito cooperativo. O come era successo solo il giorno prima, quando la Questura milanese aveva rilasciato il permesso di soggiornoal marito serbo (sposato in Canada) di un cittadino italo-canadese.
Garullo e Ottocento hanno fatto leva sulla legislazione europea. «Quando ci siamo sposati eravamo già determinati ad arrivare alla Corte, se fosse stato necessario», racconta il primo. I due sposi hanno chiesto latrascrizione del matrimonio al Comune e, quando è stata rifiutata, hanno fatto ricorso in tribunale assistiti da un avvocato di Latina, Alessandro Mariani. «All’inizio nessuno ci appoggiava. Anche Arcigay era contraria: temeva che chiedere le nozze avrebbe alienato l’opinione pubblica, mentre allora le unioni civili sembravano a portata di mano», dice Garullo.
Un avvocato per i diritti lgbt
Il loro tentativo, però, ha attirato l’attenzione di Francesco Bilotta, un avvocato di 39 anni che insegna all’università di Udine, nutre un’incrollabile fiducia nella capacità del diritto di regolare in modo razionale i rapporti umani e ha fondato, con Antonio Rotelli e Saveria Ricci, l’«avvocatura per i diritti lgbt» Rete Lenford (l’acronimo sta per «lesbici, gay, bisessuali e transgender»).
«In Italia c’è un problema di discriminazione che la classe politica non sta affrontando – spiega Bilotta – La cosa più naturale, come avvocati, era mettere il nostro tempo a disposizione di quei cittadini che si rivolgono al giudice per ottenere giustizia».
Bilotta ha difeso i due sposi di Latina in Cassazione, nel 2011, dopo che i giudici hanno respinto in primo e secondo grado la richiesta di trascrivere il loro matrimonio, definendolo «inesistente». Anche dalla Suprema Corte, il 15 marzo scorso, è arrivato un no. «Ma con alcune decisive novità», dice Barbara Pezzini, studiosa di diritto costituzionale e preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bergamo. «La Cassazione, infatti, spiega che non è vero che il matrimonio tra persone dello stesso sesso non esiste, ma solo che è “inidoneo” a produrre effetti nell’attuale ordinamento giuridico. Inoltre, richiamando una precedente sentenza della Corte Costituzionale, sancisce che le coppie dello stesso sesso hanno un “diritto fondamentale” alla vita familiare, al riconoscimento giuridico delle loro unioni e alle stesse tutele dei coniugi eterosessuali», aggiunge Pezzini.
«Arriveresti al punto si sposarmi?»
Il pronunciamento della Corte Costituzionale citato dalla Cassazione è arrivato dopo un’altra battaglia legale, avviata nel 2005 da Bilotta con Clara Comelli e Sergio Rovasio dell’associazione radicale Certi Diritti. Si tratta dell’iniziativa «Affermazione civile», in cui 30 coppie gay e lesbiche hannochiesto le pubblicazioni di nozze ai loro comuni di residenza e impugnato in tribunale il rifiuto, appellandosi al principio di uguaglianza. Tra le coppie che hanno partecipato ci sono Antonella D’Annibale, 48 anni, e Debora Galbiati Ventrella, 47, di Torino.
«L’abbiamo fatto per un desiderio che non sapevamo neppure d’avere. Ero sempre stata convinta che il matrimonio fosse un’istituzione superata. Ma quando sei molto innamorata vuoi il massimo: “arriveresti al punto si sposarmi?” chiedi (e ti chiedi) – racconta D’Annibale – Io e Debora ci siamo risposte di sì, e a quel punto ci siamo rese conto che non potevamo. Allora abbiamo deciso di cercare una soluzione».
Su internet hanno trovato l’iniziativa di «Affermazione civile» e hanno deciso di aderire perché «era pratica, reale, concreta: finalmente qualcuno faceva qualcosa» (in attesa di un riconoscimento legale, le due donne nel 2010 hanno celebrato comunque un matrimonio simbolico davanti all’allora sindaco di Torino Sergio Chiamparino).
Il matrimonio nella Costituzione
In quattro dei processi che sono scaturiti da «Affermazione civile», i giudici hanno sollevato la questione di costituzionalità, per verificare se il divieto del matrimonio gay fosse legittimo alla luce dell’evoluzione sociale. La Corte costituzionale, con la sentenza 138 del 2010, ha sancito che la stabile convivenza di una coppia dello stesso sesso deve essere consideratatra le formazioni sociali tutelate dalla Costituzione, «ottenendone – nei tempi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge – il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri».
«I giudici hanno affermato che serve un riconoscimento giuridico per le coppie gay: in termini tecnici parlare di “diritto fondamentale” significa indicare che deve essere garantito al più presto», spiega Pezzini. La Corte Costituzionale ha anche chiarito che quando la Carta nomina il matrimonio si riferisce a quello eterosessuale. Per alcuni giuristi questo significa che il matrimonio gay non è contemplato dalla Costituzione. Ma un numero crescente di costituzionalisti legge la sentenza come un’apertura: «I giudici rilevano solo che non possono interpretare gli articoli sul matrimonio allargandolo alle coppie dello stesso sesso. Ma una legge del Parlamento può farlo, senza violare la Costituzione», spiega Giuditta Brunelli, ordinaria di Diritto pubblico all’Università di Ferrara.
Per Bilotta è un risultato importantissimo: «Quando nel 2005 abbiamo avviato “Affermazione civile” nessuno pensava che in Italia il matrimonio potesse essere allargato alle coppie gay, neppure le associazioni lgbt. Oggi, che se ne parli con accenti negativi o positivi, è un tema reale», dice.
Il Pdl, Rosy Bindi e il desiderio di Vendola
Tra il 1988 e il 1996, quando si è iniziato a pensare di regolare le unioni gay, è stata presentata una sola proposta di legge a legislatura. Tra il 1996 e il 2001 sono salite a 8, ma nessuna prevedeva il matrimonio. Nella quindicesima legislatura (2006-2008) sono state depositate 21 proposte e un disegno di legge, quello del governo Prodi sui Dico. È solo con l’attuale Parlamento che si è iniziato a discutere di matrimonio: lo contemplano 3 su 16 progetti presentati. Ma in tutti questi anni solo un testo è stato dibattuto dai parlamentari, quello di Franco Grillini sui Pacs del 2002.
Questa estate, intanto, 173 parlamentari pdl hanno firmato un documento contro le nozze gay. Anche l’Udc è contraria. Il Pd, dopo una contrastata discussione interna, ha scelto di sostenere un «presidio giuridico» separato per le coppie dello stesso sesso. E il leader di Sel Nichi Vendola, gay dichiarato e fino a qualche anno fa favorevole alle unioni civili, è sbottato con Rosy Bindi (Pd): «Non voglio Pacs né Dico, non voglio acronimi: a 54 anni voglio sposarmi con il mio compagno». Oltre al partito di Vendola, per i matrimoni si sono schierati Idv, Movimento 5 Stelle, Radicali. Ma è improbabile che il parlamento affronti presto la questione: «Credo che il Paese debba fare un passo avanti sul tema dei diritti civili. Tuttavia penso che la crisi economica e sociale imporrà altre priorità», ha sintetizzato Massimo D’Alema (Pd) al Corriere due settimane fa.

Il sì di Obama che parla agli eterosessuali
Anche perché i partiti si stanno preparando alle elezioni del prossimo anno. E se negli Usa il presidente Barack Obama ha usato il suo sì alle nozze gay come argomento elettorale, in Italia non è così. «Le persone che si definiscono omosessuali, nel nostro Paese, sono solo il 2% della popolazione», dice il sociologo dell’università di Bologna Asher Colombo, co-autore della più estesa ricerca sugli omosessuali italiani. «I loro voti non sono considerati decisivi. In America la situazione è diversa non perché i gay siano di più, ma perché il tema conta per gli eterosessuali: c’è una lunga storia di attenzione ai diritti civili. Da noi, invece, sia la tradizione politica cattolica che quella comunista hanno sempre avuto un atteggiamento negativo nei confronti dell’omosessualità. Eppure ormai da dieci anni la maggioranza degli italiani è favorevole a un riconoscimento per le coppie gay».
Una legge dal basso
Dal 2000 a oggi, a cambiare è stata sicuramente la posizione del movimento lgbt, quella galassia di associazioni che offre servizi e rappresentanza politica alla comunità gay e che in Italia è diventata visibile sulla scena pubblica con il World Gay Pride di quell’anno. A giugno è partita una campagna di raccolta firme per una legge di iniziativa popolare che introduca unioni civili riservate alle coppie dello stesso sesso, con diritti e doveri uguali a quelli del matrimonio. Sponsorizzata dall’azienda di gelati Ben&Jerry’s, è coordinata da Alessandro Zan, assessore padovano di Sel e dirigente di Arcigay. Tra i primi firmatari ci sono i politici di punta del mondo gay: Anna Paola Concia, Franco Grillini, Vladimir Luxuria. Ma a sorpresa non ha ricevuto (con l’eccezione di Arcilesbica) il sostegno delle associazioni lgbt. Che, Arcigay in testa, hanno iniziato a preparare una campagna per un’altra iniziativa di legge popolare, stavolta sul«matrimonio egualitario»: l’estensione del matrimonio civile alle coppie dello stesso sesso.
«Per quale motivo dovrei accontentarmi di un istituto diverso? È come se dicessero: i neri devono andare sull’autobus verde e non su quello rosso, tanto sono uguali. Ma allora perché un altro autobus?» chiede Giuseppina La Delfa, presidente dell’associazione di genitori gay Famiglie Arcobaleno. Intanto andrà avanti anche il ricorso di Garullo e Ottocentoalla Corte europea dei diritti umani. Potrebbe richiedere molti mesi, oppure precedere ancora una volta i tempi della politica. Loro nel frattempo hanno festeggiato comunque i dieci anni di matrimonio.
fonte: 27esimaora.corriere.it