CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

mercoledì 28 novembre 2018

il Papa che fu gettato dalla finestra


Ottaviano dei conti di Tuscolo, figlio di Alberico di Roma, nacque probabilmente intorno al 937 a Roma. Sua madre era, con buone possibilità, Alda, figlia del Re d'Italia Ugo di Provenza. Non è da escludere il fatto che la vera madre di Ottaviano fosse una concubina. Il ragazzo crebbe nel palazzo di famiglia ottenendo un'educazione del tutto similare a quella dei suoi contemporanei aristocratici romani. Ottaviano discendeva dal Re d'Italia e la sua famiglia apparteneva ai marchesi di Spoleto: il nonno era il marchese Alberico I di Spoleto e la nonna era una donna di nome Marozia, personaggio famoso poiché instaurò, grazie all'aiuto della madre Teodora, il regime della pornocrazia pontificia. Maria, detta Mariozza e poi conosciuta come Marozia, nacque intorno all'anno 892 a Roma. Era figlia di Teodora e del Senatore romano Teofilatto. Maria era nota per la sua bellezza e per la spregiudicatezza delle sue azioni. Malgrado fosse analfabeta, riuscì a dominare Roma e la Chiesa Cattolica per un ventennio del secolo X grazie all'astuzia ed alla seduzione di cui era portatrice. Forti alleanze ed amicizie potenti permisero l'instaurazione della cosiddetta Pornocrazia: neologismo, ricalcato dal francese pornocratie, che indica una forma di governo caratterizzata dalla forte influenza sugli uomini di potere esercitata dalle cortigiane o favorite. L'elemento caratteristico della pornocrazia non è lo scambio di favori sessuali e posizioni di privilegio, perché questo scambio è tipico di qualsiasi relazione tra potenti e concubine, e nemmeno il ruolo politico o pubblico della concubina ma la capacità della favorita, o delle favorite, di creare un potere personale attraverso la relazione con il potente di turno, che sostituisce il potere del potente e talvolta gli sopravvive. 
Torniamo al nostro Ottaviano. Nel 932 il padre Alberico aveva preso il potere a Roma e vi aveva istituito una signoria de facto destinata a durare oltre vent'anni. Ottaviano sarebbe stato il successore nella carica di princeps, ma era consapevole che la diarchia instauratasi in Roma tra papato e principato poteva persistere solo grazie alla sua forte volontà. Le mire espansionistiche di Ottone di Sassonia avevano spinto Alberico ad unificare il potere spirituale e quello temporale in un'unica figura. Nel 954, poco prima della morte, Alberico fece giurare alla nobiltà ed al clero romano di eleggere Ottaviano al Soglio pontificio non appena fosse morto il papa in carica, Agapito II. L'anno successivo, 955, Ottaviano fu eletto papa malgrado non avesse l'età canonica per diventarlo, all'epoca dei fatti aveva solo diciotto anni. Inoltre possiamo presumere che il ragazzo non avesse nessuna formazione ecclesiastica. Fu consacrato pontefice il 16 dicembre del 955, assumendo il nome di Giovanni XII. Malgrado l'elezione al soglio di Pietro, Ottaviano non mutò le sue abitudini, conducendo una vita lasciva e totalmente estranea allo spirito evangelico. Il palazzo del Laterano divenne la sede delle sue dissolutezze. Gregorovius, storico e medievista tedesco vissuto nel XIX secolo, ne parlò con le seguenti parole: «Venuto in giovinezza immatura al possesso di una dignità che gli dava diritto alla reverenza di tutto il mondo, smarrì la moderazione dell’intelletto, e si gettò nel vortice dei piaceri più sfrenati Le sue case del Laterano diventarono un ridotto di piaceri, un vero harem; la gioventù ragguardevole di Roma diventò sua compagnia favorita; passava tutto il suo tempo in cacce, in giochi, in amorazzi, a mensa col bicchiere alla mano. Un tempo, Caligola aveva fatto senatore il suo cavallo; adesso Giovanni XII dava in una stalla di cavalli la consacrazione ad un diacono, forse in quella che erasi alzato ubriaco fradicio da tavola, dove, con lepidezza pagana, aveva fatto frequenti libazioni ad onore dei numi antichi.» 


Come persona, Giovanni XII si dimostrò totalmente inadeguato alla carica. Nemmeno per un istante pensò di interrompere la vita lussuosa cui si era abbandonato fino all'elezione a papa, seguitando a vivere tra sfrenati piaceri. Il palazzo del Luterano, che alle soglie del nuovo millennio ne aveva viste di scempiaggini, si tramutò in una vera e propria casa di piacere. Ottaviano, divenuto papa Giovanni XII, amò circondarsi di belle donne e bei ragazzi, conducendo una vita depravata, indegna della carica di pastore della cristianità. 
Le fonte coeve e successive si accordano sulla vita di Ottaviano, divenuto Giovanni XII. Il Liber pontificalis, importante fonte per la storia del primo medioevo, fu impietoso nei confronti di questo pontefice: l'incipit riportato all'inizio della sua biografia ricorda che «totam vitam suam in adulterio et vanitate duxit», ovvero il libro riporta l'indicazione che dedicò tutta la sua vita all'adulterio ed alla vanità. Liutprando, vescovo di Cremona, ricordò che: «...dum se cum viri cuiusdam uxore oblectaret, in temporibus adeo a diabolo est percussus, ut infra dierum octo spacium eodem sit vulnere mortuus. Sed eucharistiae viaticum, ipsius instinctu qui eum percusserat, non percepit...» che tradotto risuona come “mentre si apprestava a giacere con la moglie di un tale, fu percosso dal diavolo e nell'arco di otto giorni morì per le ferite. Ma non ricevette il viatico dell'eucarestia per lo stesso istinto di colui che l'aveva colpito”. Prima di soffermarmi sulla morte vorrei ricordare un'altra fonte per inquadrare il personaggio Ottaviano. Gregorovius, malgrado non lesinò critiche feroci alla condotta di Giovanni XII, concluse il suo racconto con una sorta di assoluzione: «... il figlio del glorioso Alberico cadeva vittima delle sue dissolutezze e altresì di quel dualismo che si accoglieva in lui, principe e papa ad un’ora medesima. Però la sua giovinezza, la origine che aveva da Alberico, i tragici contrasti della sua vita gli danno qualche diritto ad una sentenza più mite; né la storia gliela rifiuta.» 


Giovanni XII sperperò gran parte del bilancio dello stato pontificio in campagne militari di conquista per ricostituire lo Stato della Chiesa. Giovanni XII cercò fuori dall'Italia un possibile alleato. Verso il 960 si rivolse al re di Germania, Ottone I, offrendogli la corona imperiale. Ottone, chiaramente, accettò, ergendosi a difensore della Chiesa in memoria degli antichi patti tra i pontefici e gli imperatori carolingi. L'incoronazione avvenne il 2 febbraio del 962 a Roma. Giovanni XII però non seppe tenere fede agli impegni presi con Ottone I, trattando con re Berengario. Nel 963, Ottone scese in Italia per attaccare Berengario, che sconfisse e fece prigioniero. L'imperatore decise di scendere verso Roma per regolare i conti con il Papa. Di fronte alle armate dell'imperatore, le forze romane fuggirono e Giovanni scappò nelle campagne. Ottone prese possesso dell'Urbe e convocò un concilio in San Pietro. Giovanni XII fu deposto e condannato per alto tradimento. Dal rifugio in Corsica, Giovanni XII ideò il ritorno a Roma. Quando Ottone I partì per Spoleto, agli inizi del 964, fece ritorno nell'Urbe. Convocò un concilio per far deporre il nuovo Papa, vendicandosi dei suoi avversari a cui fece tagliare la lingua ed il naso.
Grazie agli scritti di Liutprando, vescovo di Cremona, sappiamo che morì il 14 maggio del 964 a soli 27 anni ,a causa di un adulterio. Risulta molto interessante addentrarci nelle ricerche sulle cause della dipartita di Ottaviano. Secondo alcuni la causa della morte fu un colpo apoplettico. Altri, tra cui Liutprando vescovo di Cremona, riportano una versione diversa della morte, e sicuramente più interessante e pruriginosa. Papa Giovanni XII fu sorpreso in flagrante adulterio con una certa Stefanetta, moglie dell'oste presso cui alloggiava, ed il marito, identificato con il demonio secondo le dicerie popolari, lo gettò dalla finestra. Il colpo non fu mortale all'istante poiché il papa sarebbe rimasto in coma per otto giorno prima di morire. 
Così si concluse la spregiudicata vita di un ragazzo divenuto Papa.


Fabio Casalini

fonte: https://viaggiatoricheignorano.blogspot.com/

Bibliografia

Louis Marie Olivier Duchesne, Le Liber pontificalis, vol. 2, Parigi, Ernest Thorin, 1892

Ferdinand Gregorovius, Storia della città di Roma nel Medioevo, vol. 2, Roma, Societa Editrice Nazionale, 1900

Liutprando da Cremona, De rebus gestis Ottonis magnis imperatoris 

Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni, vol. 31, Venezia, Tipografia Emiliana, 1845

Roland Pauer, Giovanni XII, in Enciclopedia dei Papi, vol. 2, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2000

Claudio Rendina, I Papi - storia e segreti, Roma, Newton&Compton editori, 2005
Bartolomeo Sacchi, detto il Platina, Le vite de' Sommi Pontefici di Bartolomeo Platina cremonese, Venezia, Gio: Maria Turrini-Gio: Pietro Brigonci, 1663

FABIO CASALINI – fondatore del Blog I Viaggiatori Ignoranti
Nato nel 1971 a Verbania, dove l’aria del Lago Maggiore si mescola con l’impetuoso vento che, rapido, scende dalle Alpi Lepontine. Ha trascorso gli ultimi venti anni con una sola domanda nella mente: da dove veniamo? Spenderà i prossimi a cercare una risposta che sa di non trovare, ma che, n’è certo, lo porterà un po’ più vicino alla verità... sempre che n’esista una. Scava, indaga e scrive per avvicinare quante più persone possibili a quel lembo di terra compreso tra il Passo del Sempione e la vetta del Limidario. È il fondatore del seguitissimo blog I Viaggiatori Ignoranti, innovativo progetto di conoscenza di ritorno della cultura locale. A Novembre del 2015 ha pubblicato il suo primo libro, in collaborazione con Francesco Teruggi, dal titolo Mai Vivi, Mai Morti, per la casa editrice Giuliano Ladolfi. Da marzo del 2015 collabora con il settimanale Eco Risveglio, per il quale propone storie, racconti e resoconti della sua terra d’origine. Ha pubblicato, nel febbraio del 2015, un articolo per la rivista Italia Misteriosa che riguardava le pitture rupestri della Balma dei Cervi in Valle Antigorio.

sabato 24 novembre 2018

Svezia: Una finestra sul futuro delle politiche gender

La Svezia e` lo stato europeo con la visione più “progressiva” riguardo al gender. Asili e scuole sono all’avanguardia per fornire una istruzione gender-free, tuttavia dietro queste apparenza si nasconde un male temibile che nel giro di 10 anni devasterà completamente lo stato nordico.
Il papa` e una donna e la bambina un maschio…quanta confusione e tristezza
Sono incappato in questo video di Vice, dove una reporter hipster americana e`meravigliata dal “progressismo” di una famiglia genderless. Abbiamo due trans lesbiche che allevano 2 bambini maschi vestiti da bambine.
Il “padre” (che si fa chiamare “mapa”) e` disgustoso con una sorta di pizzetto finto e un’abito da donna. La madre e` più normale a livello esteriore.
Possiamo sentire dire ad uno dei bambini che “non ha genere e ha tutti i generi” insomma  e` molto confuso e quando sara` esposto al mondo reale, si prenderà una bella batosta.
Non solo, “mapa” modifica tutte le storie che racconta ai figli utilizzando il pronome “hex” (utilizzato dalle persone non binarie) e sostituendo a papa` la parola mapa.
Insomma e` una famiglia di disgraziati sostenuta da un governo di farabutti democratici.
Nelle scuole le bugie perpetrate dai genitori vengono mantenute illudendo ancora di piu` il bambino rispetto alla realtà.
Sono entrambi maschi
Da quello che si può vedere nel filmato essere genderless in Svezia significa odiare il maschio. Anche osservando i libri scolastici notiamo che i personaggi maschili vengono femminilizzati ma non viceversa. La donna rimane più o meno sempre la stessa mentre l’uomo viene ridicolizzato con abiti femminili e azioni che non rispecchiano la sua vera natura.
Fortunatamente uno dei bambini (vestiti da bambine) da grande vorrebbe fare il muratore. Un lavoro decisamente poco femminile. Sta forse in questa “rivelazione” la verità? Ovvero che il gender NON e un fattore imposto dalla società ma dal sesso in cui nasciamo? CERTAMENTE, ma questi svedesi e liberali sembrano essersene “dimenticati”.
Semplicemente ridicolo
La cultura genderless al pari della cultura della “diversificazione” sono solo facciate utili all’elite per tenerci calmi e obbedienti.
GENDERLESS= odio per la figura maschile
DIVERSITA`= odio per l’uomo bianco.
Gli Illuminati hanno reso la Svezia un paese degradato e finito. In certi luoghi non ci si può neppure andare: vengono considerati no go zone. Il motivo? I musulmani hanno imposto la sharia in molte zone della Svezia e fra 10 anni gli svedesi saranno meno della metà lasciando la loro nazione nelle mani dei “seguaci di Allah”.
L’elite ha reso la Svezia un paese senza spina dorsale ormai prono alla conquista dello Stato Islamico. Se non volete che l’Italia si trasformi in un cesso come la Svezia respingete con forza ogni iniziativa “gender fluid” “genderless” “il gender e` un ampio spettro” perché  e` uno strumento che viene utilizzato per indebolire la famiglia e quindi per traslato la nazione.
Se non vuoi essere invaso dai musulmani e non vuoi essere circondato da PNG evita di dare il tuo consenso alla sinistra.
Concludendo, a mio parere questa e` violenza su minore. Le “famiglie” che utilizzano queste pratiche dovrebbero essere allontanate dai figli e rieducate con valori e buonsenso. Nessuno può calcolare il danno effettivo che le politiche gender hanno causato a questa generazione

fonte: https://neovitruvian.wordpress.com/

lunedì 19 novembre 2018

chi viene finanziato da George Soros in Italia?

Chi viene finanziato da George Soros in Italia?

George Soros è fortemente presente, tramite i finanziamenti della sua Fondazione, in Italia e a livello europeo a favore della politica pro-UE, LGBT e migranti.



Integrazione europea e sostegno ai migranti: sono questi due degli obiettivi dichiarati della Open Society Foundation, la fondazione finanziata e guidata da George Soros, speculatore e personaggio controverso noto in tutto il mondo.
In Italia, come rivela un documento ufficiale della stessa fondazione datato 2014, quell’anno Soros ha versato oltre 250.000 dollari a sostengo di progetti all’interno del territorio italiano che promuovessero l’integrazione di rom, migranti, comunità LGBT e spingessero i cittadini italiani a votare per le allora imminenti elezioni europee.
Tramite i finanziamenti ad associazioni, progetti e Organizzazioni No Profit (ONG), Soros, di origini ungheresi ma statunitense d’adozione, contribuisce
alcuni critici preferirebbero dire “influenza” - alla direzione del cambiamento europeo.
Il progetto Open Society Initiative for Europe (OSIFE) si pone grandi obiettivi, dal sostegno a campagne elettorali che evitino la concentrazione del potere all’interno dei governi al finanziamento di progetti che scongiurino l’incitamento all’odio, fino all’erogazione di sostegno economico ai flussi migratori che nascono all’estero e arrivano in Europa.
Ma, nel dettaglio, chi viene finanziato da George Soros in Italia?

I finanziamenti di George Soros all’Italia

ARCIGAY
Questo progetto ha mirato a mobilitare, canalizzare e amplificare la voce e le richieste di della comunità LGBT italiana e dei suoi simpatizzanti alle elezioni europee 2014.
Finanziamento da 99.690 dollari.
Associazione 21 luglio
Per i diritti, contro la xenofobia
Il progetto porta i diritti umani e la lotta alla xenofobia e alla discriminazione al centro del dibattito, per far sentire le voci e le richieste di Rom, Sinti, migranti e detenuti.
Finanziamento da 49.782 dollari.
Centro Studi ed Iniziative Europeo (CESIE)
Dato che i gruppi emarginati e le loro organizzazioni rappresentative
(dove esistono) hanno poche risorse, abilità e tempo per sviluppare chiari messaggi per sostenere i propri bisogni, questo progetto mira a sviluppare una comunicazione sostenuta da fatti e statistiche. Insieme a International Alert e al suo progetto, il CESIE ha organizzato forum locali a Palermo, in Sicilia, che hanno incluso migranti e minoranze per identificare le sfide comuni che occorre affrontare.
Finanziamento da 8.910 dollari.
Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti (COSPE)
Migliorare la partecipazione dei cittadini dell’UE al Parlamento europeo e alle elezioni locali.
Il progetto affronta la questione dell’insufficiente partecipazione politica dei cittadini europei residenti in Italia e ha l’obiettivo di stimolare l’impegno attivo nella politica
e nella vita pubblica, mobilitandoli a registrarsi e votare alle elezioni del Parlamento europeo del 2014. Gli obiettivi specifici del progetto consistono nel sensibilizzare i cittadini dell’UE sul loro diritto di voto e a candidarsi alle elezioni europee e locali in Italia, spingendoli a partecipare attraverso una campagna di informazione multimediale.
Finanziamento da 46.090 dollari.
Associazione Upre Roma
Il progetto è stato sviluppato da Upre Roma e dai suoi partner nelle cinque regioni principali del nord Italia: Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia. Sono stati organizzati incontri in varie località in cui sono presenti comunità rom, per presentare l’Unione europea, il voto e perché i rom dovrebbero essere coinvolti in ciò che accade a livello europeo. Ai candidati sono stati presentati documenti che descrivono le comunità Rom e i loro punti di interesse principali, come la necessità di un riconoscimento formale come minoranza.
Finanziamento da 26.100 dollari.
Fondazione Romani Italia
Questa campagna ha mirato a sensibilizzare e migliorare la partecipazione attiva di Roma alla vita politica e a rafforzare la partecipazione alle elezioni europee. Il progetto è stato implementato in 8 regioni italiane centrali e meridionali: Lazio, Calabria, Abruzzo, Emilia Romagna, Molise, Toscana, Marche e Puglia. Le attività sono state organizzate e attuate localmente da otto giovani attivisti, che hanno preso parte al progetto educativo «Fuochi Attivi».
Finanziamento da 25.000 dollari.

Gli altri finanziamenti in Europa

ALTER-EU
Verso Parlamento europeo trasparente e responsabile
Lo scopo di questo progetto è quello di attuare una campagna di sensibilizzazione paneuropea volta a coinvolgere i cittadini nel processo elettorale, mobilitandoli a contattare direttamente i candidati al Parlamento europeo in vista delle elezioni.
Finanziamento da 150.000 dollari.
DEMOS
Mobilitare il voto tramite i social media.
Finanziamento da 129.484 dollari.
Uobserver ASBL
Il progetto ha utilizzato delle notizie giornalistiche professionali per favorire il dibattito su come i valori della società aperta sono messi sotto stress nel periodo che precede le elezioni europee.
Finanziamento da 130.992 dollari.
European Alternatives 
L’obiettivo principale di questo progetto transnazionale è quello di amplificare la voce di chi è lontano dal centro del potere dell’UE, compresi quelli in situazioni vulnerabili, come migranti e giovani, nonché coloro che sono politicamente attivi a livello locale ma attualmente ignari della dimensione politica europea.
Finanziamento da 49.500 dollari.
Migration Policy Group (MPG)
Il progetto si occupa di «campagne di cittadinanza» che mirano a incoraggiare gli immigrati a richiedere la cittadinanza, a registrarsi per votare e a votare alle elezioni europee.
Finanziamento da 80.073 dollari.

ProDemos
Il progetto sponsorizza l’app «VoteMatch Europe 2014», che riporta le posizioni politiche dei partiti politici nazionali in 12 paesi dell’UE.
Finanziamento da 217.249 dollari.
Stichting Onderzoek Multinationale Ondernemingen (SOMO)
SOMO propone di spingere l’UE e i governi di Italia e Paesi Bassi prima e dopo le elezioni del Parlamento europeo per adottare misure politiche concrete soprattutto sul fronte dei flussi di capitale illeciti.
Finanziamento da 150.000 dollari.
Giovani federalisti europei
Lo scopo è sensibilizzare i cittadini (giovani) circa le elezioni europee e incoraggiare il dialogo diretto e lo scambio tra i cittadini e i responsabili politici europei su una serie di argomenti.
Finanziamento da 49.270 dollari.
I finanziamenti della Open Society Foundation in Europa
I dati risalgono al 2014 e riportano i progetti sostenuti dalla fondazione di George Soros in vista delle Elezioni europee 2014.

fonte https://www.money.it/Finanziamenti-di-George-Soros-in-Italia

fonte: http://alfredodecclesia.blogspot.com/

venerdì 16 novembre 2018

scie chimiche, Gianini: se smontate un aereo scoprite tutto

«Mi portino pure in tribunale», dice. «Gli dirò di fare una cosa semplicissima: basta prendere un aereo e smontarlo, per capire subito da dove vengono quelle scie». Enrico Gianini, per anni operatore aeroportuale a Milano Malpensa, ha le idee chiarissime sulle strane tracce, bianche e persistenti, che da circa 15 anni intasano letteralmente i nostri cieli. «Tutti sanno tutto, in aeroporto, ma nessuno dice niente», dichiara Gianini ai microfoni di “Border Nights”, denunciando l’omertà generale che coprirebbe la cosiddetta irrorazione quotidiana dell’atmosfera. «Sanno tutto anche i piloti, la cui mortalità sembra sia in aumento: tumori e infarti». Da quando le normative antiterrorismo li obbligano a volare in cabine sigillate, aggiunge, proprio i piloti sono i primi a respirare l’aria inquinata dai composti destinati a essere rilasciati dall’aereo sotto forma di aerosol. Gianini è convinto di aver scoperto il dispositivo clandestino: serbatoi supplementari inseriti in coda, nelle stive dei velivoli. Per trent’anni addetto al carico e scarico dei bagagli, se n’è accorto stazionando sotto gli aerei, da cui sgocciola liquido anomalo, pieno di metalli pesanti. Ne ha parlato tempo fa in un video su YouTube, che ha fatto notizia. E oggi conferma: l’operazione “cieli a strisce” continua, nell’indifferenza generale, senza che nessuna autorità di vigilanza protesti per il costante inquinamento indotto dai jet di linea trasformati abusivamente in “tanker”, aerei-cisterna.
Alluminio e cadmio, bario, manganese. E poi ferro, torio e stronzio: sono gli elementi chimici riscontrati nel liquido che gli aerei perdono, una volta a terra. L’atmosfera è cambiata, da quando è diventato massiccio il ricorso alla geoingegneria. Sul sito Enrico GianiniTanker Enemy”, Rosario Marcianò spiega che i primi esperimenti risalgono agli anni ‘80, ma il “trattamento dei cieli” è diventato intensivo, anche in Italia, dopo che l’allora primo ministro Berlusconi firmò con gli Usa nel 2001 l’accordo “Open Skies Treaty”, divenuto operativo il 23 giugno 2003. Motivazione: il contrasto del surriscaldamento climatico. Di fatto, secondo lo stesso Gianini, era un pretesto per manipolare le condizioni atmosferiche con esiti anche catastrofici, come si è visto anche nella recentissima alluvione che ha devastato il Sud, in particolare la Calabria. Ma in fenomeno è vistoso anche in Sicilia e Sardegna. «Da allora – dice Gianini – è aumentata la concentrazione anomala di piogge, capaci di trasformare ruscelli asciutti in impetuosi torrenti». Gianini crede alla manipolazione sistematica usata come arma: cita i vigneti della Loira e della Borgogna, qualche anno fa distrutti dalle intemperie (caldo africano, seguito da gelate) allo scopo di “convincere” François Hollande a rinunciare alla sua iniziale politica anti-austerity.
Nel dossier “Owning the weather”, il generale Fabio Mini, già a capo delle forze Nato in Kosovo, conferma che la “guerra climatica” è ormai una realtà: si possono creare nubi artificiali per “accecare” le difese avversarie, ma quelle stesse nubi possono essere “fabbricate” per provocare siccità o eventi alluvionali, danneggiando l’agricoltura e le infrastrutture. Gianini parla di voli-fantasma, militari, che una volta in Italia vengono classificati civili. Ma cita soprattutto le compagnie low-cost, Ryanair e EasyJet, come i maggiori vettori dell’aerosol atmosferico: sospetta che alcune compagnie campino, letteralmente, con questo “lavoro” clandestino, non essendo sostenibile il bilancio economico del solo trasporto dei passeggeri a bassissimo costo. Inoltre, aggiunge, la recentissima liberalizzazione delle quote da seguire, all’interno delle rotte, rende ancora più efficace l’azione di “disseminazione chimica” del cielo, consentendo sorvoli a minore altitudine. Visivamente, lo strano spettacolo a cui tutti possono assistere è ormai familiare: mentre le ormai rarissime “contrails” (scie di condensazione) svaniscono quasi Parigisubito, le “chemtrails” rilasciate dagli aerei restano nell’aria per ore, fino ad espandersi e abbassarsi, creando un velo capace di appannare il sole e ingrigire il cielo.
Fate un esperimento semplicissimo, dice Gianini: se al mattino trovate la vostra auto cosparsa di una leggera polverina, vedrete che quella polvere – stranamente – si attaccherà alla calamita che avrete cura di far scorrere sul parabrezza. E’ vero che la “sabbia del deserto” può essere anche ferrosa, ammette Gianini, ma ben di rado la sabbia del Sahara “piove” fino alle nostre latitudini, dove invece la “polverina” è pressoché quotidiana. «Oppure – scherza – fate la prova del nove con il comandante di un aereo: quando vi imbarcate, provate a domandargli “scusi, oggi spruzziamo o voliamo puliti?”, e state a vedere che faccia fa». Non teme ritorsioni sul lavoro, Gianini: «Ho di fatto già abbandonato Malpensa, ma per altri motivi. Mai mi avrebbero licenziato per la mia denuncia pubblica: avrebbe fatto troppo rumore e avrebbe costretto i media a parlare del caso, cioè delle scie». Movente e regia? I massimi poteri, secondo Gianini: «I mafiosi, in confronto, sono dei dilettanti». Ma perché nessuno parla, a parte lui? E soprattutto – gli domanda il conduttore di “Border Nights”, Fabio Frabetti – come si fa a custodire un segreto così ingombrante? Non è improbabile che tutte quelle persone – piloti, assistenti, meccanici, controllori di volo – tengano sempre la bocca chiusa, per anni, senza che a nessuno scappi mai una parola?
Enrico Gianini ha una spiegazione anche per questo: il programma di irrorazione dei cieli, dice, è stato avviato in modo graduale, dopo una partenza in sordina affidata a pochissimi voli. Poi l’operazione è cresciuta progressivamente, poco alla volta, ma in modo inesorabile. Quello che ieri poteva sembrare un’anomalia, oggi è la normalità – di cui tutti, sostiene, sono al corrente. «E se lavori in aeroporto a chi la racconti, questa cosa, sapendo che i tuoi colleghi la sanno già?». E la polizia aeroportuale? «Mi rivolsi anche a loro», racconta sempre Gianini, «e ho visto che non erano molto contenti delle mie curiosità». Ma, aggiunge, non è stato mai ostacolato nelle sue ricerche, quando si aggirava sotto la pancia degli aerei armato della bottiglietta con cui raccogliere il liquido, inquinatissimo, che colava sull’asfalto. «In fondo, a nessuno – nemmeno ai poliziotti – fa piacere scoprire che qualcuno può avvelenare impunemente l’aria che poi respiriamo tutti». Che fare?Chemtrails«Semplice: continuare a denunciare il fenomeno, sperando che prima o poi qualcuno si svegli, controlli e intervenga. Ripeto: basta prendere un aereo a caso e smontarlo, per vedere che la coda è ingombra di cisterne piene di liquido».
Il caso è clamoroso: di scie chimiche, semplicemente, è vietato parlare. Chi lo fa viene deriso, preso per un cretino visionario e complottista. Le tante interrogazioni parlamentari, sul tema (presentate anche da esponenti del Pd) sono rimaste senza risposta. Ogni tanto, anche sui media mainstream filtra qualche notizia, perlomeno riguardo all’impalpabile mondo dei voli civili, sempre protetto dalla massima discrezione: la “Stampa” ricorda che, se un pilota muore d’infarto mentre è ai comandi, viene sostituito dal suo vice fino all’atterraggio, senza che i passeggeri abbiano il minimo sentore dell’accaduto. Su “Smartweek”, Federico Ciapparoni scrive: «Non è raro che fumi tossici facciano breccia nella cabina di pilotaggio». E aggiunge che molti piloti hanno condotto aerei affollati «mentre respiravano dalle mascherine attraverso cui fluisce l’ossigeno, mentre tutti i passeggeri erano ignari di ciò che accadeva nella cabina». Sulle “chemtrails”, però, la rimozione più eclatante sembra quella della gente comune: ormai ci si è abituati a vedere il cielo “a strisce”, quasi fosse un fatto naturale. Il fenomeno è invece palesemente artificiale: tutti vedono che sono gli aerei a depositare quelle strisce, che poi diventano “nuvole”, ma quasi nessuno si chiede perché. Già: perché, oggi, i cieli sono diventati “sporchi”? Nessuno sente il bisogno di scoprire come mai – da una quindicina d’anni – i normalissimi aerei di linea “sporcano” il cielo, fino a cancellare l’azzurro?

fonte: http://www.libreidee.org/

lunedì 12 novembre 2018

l'errore di metodo della sinistra di Rosario Picolla


Non voglio entrare ancora nel giudizio della manovra economica che il Governo ha deciso di varare.
Noto soltanto che da "sinistra" - ovvero quella parte a cui politicamente io appartengo, ma che tanti altri hanno abbandonato a loro insaputa, nonostante dicano di farne parte - leggo commenti che mettono in risalto un errore grossolano di metodo e ignoranza sesquipedale di merito.
Oltre che i soliti, onnipresenti, paradossi.
L'errore di metodo sta nel fatto che, siccome la manovra viene adottata dai 5Stelle e dalla Lega, allora è sbagliata a prescindere.
E' un'equazione senza senso, che non trova alcun fondamento e che evidenzia, semmai, il carattere inutilmente fazioso, stomachevole e intestinale tipico dell'italiano medio.
"Italiano medio" come categoria socio-antropologica, di cui anche il "sinistroide" medio - che si sente culturalmente superiore, più illuminato e più progressista... ma che alla fine non è NULLA di tutto ciò - fa parte.
Ne fa parte anche perché, mentre il pensiero critico continua generalmente a latitare e, anzi, a piegarsi alle idee economiche mainstream - che dovrebbero essere "normali" per un partito di destra ultra-liberista, ma non per partiti che si dichiarano progressisti e socialdemocratici - i commenti alla manovra sono critici perché - udite udite!! - si accusa il Governo di "aumentare il debito pubblico e il deficit" e che tutto ciò "verrà pagato dai nostri figli e dai figli dei nostri figli".

Allora, a parte il fatto che mi chiedo se avremo mai figli, visto che la crisi economica - diventata nel frattempo crisi sociale, esistenziale e della democrazia (cosa che mi ricorda il famigerato rapporto del 1975 della Trilateral Commission, "The Crisis of Democracy") - non sta lasciando scampo a nessuno, a parte pochi privilegiati.
Poi, come dicevo, rilevo ancora una volta generale ignoranza in fatto di temi economici, pericolosissima, perché dopo le esperienze nefaste dei Governi tecnici e di "larghe intese", è ancora profondamente radicata.
Quell'ignoranza che il "sinistroide medio" stesso addebita all' "italiano medio", categoria di cui - come dicevo - fa parte a tutti gli effetti.
La situazione diventa tanto più grave quando si ha pure il coraggio di presentarsi al mondo come difensori della "laicità".
Ma "laicità" de che esattamente?
A cosa serve dichiararsi, ad esempio, "anti-clericali", contro il Vaticano e i fondamentalismi religiosi cattolici (contro quelli islamici no, perché è da "razzisti", ma questa è un'altra storia), se poi si aderisce - consapevolmente o meno (in quest'ultimo caso è più grave, date le presunte capacità critiche e culturali vantate) - a un pensiero dominante, che si auto-definisce "responsabile" e che si rifà a un modello che venera e teme i "mercati" come se fossero divinità?
Dove sta la "laicità" quando - come le pecore di "Animal Farm" di George Orwell - vengono ripetuti concetti che sono parte integrante di quella che è diventata ormai una vera e propria teologia dogmatica, cioè il "neoliberismo"?
Non vi sorprendete, allora, cari amici sedicenti "sinistroidi" se la Lega alle prossime elezioni europee prenderà il 30% e diventerà il primo partito in Italia: la responsabilità, prima di addebitarla a cittadini che esercitano una determinata scelta in DEMOCRAZIA - ovvero quel regime, quell'insieme di "regole del gioco" o se preferite, quella "cosa", secondo cui se vince qualcuno che a me non piace, devo accettarlo e basta - andrà ricercata innanzitutto in chi sistematicamente fallisce nella lettura della realtà che lo circonda e nella sua incapacità di rendersene conto, tanto per cominciare.

di Rosario Picolla

fonte: http://maestrodidietrologia.blogspot.com/

venerdì 9 novembre 2018

Marozia e la pornocrazia pontificia


Maria, detta Mariozza e poi conosciuta come Marozia, nacque intorno all'anno 892 a Roma. Era figlia di Teodora e del Senatore romano Teofilatto. Maria era nota per la sua bellezza e per la spregiudicatezza delle sue azioni. Malgrado fosse analfabeta, riuscì a dominare Roma e la Chiesa Cattolica per un ventennio del secolo X grazie all'astuzia ed alla seduzione di cui era portatrice. Forti alleanze ed amicizie potenti permisero l'instaurazione della cosiddetta Pornocrazia: neologismo, ricalcato dal francese pornocratie, che indica una forma di governo caratterizzata dalla forte influenza sugli uomini di potere esercitata dalle cortigiane o favorite. L'elemento caratteristico della pornocrazia non è lo scambio di favori sessuali e posizioni di privilegio, perché questo scambio è tipico di qualsiasi relazione tra potenti e concubine, e nemmeno il ruolo politico o pubblico della concubina ma la capacità della favorita, o delle favorite, di creare un potere personale attraverso la relazione con il potente di turno, che sostituisce il potere del potente e talvolta gli sopravvive. 


La pornocrazia prescinde dal sesso e dall'orientamento sessuale dei protagonisti e può instaurarsi anche nel caso di relazioni tra donne di potere e cortigiani. Torniamo nella Roma del X secolo. Marozia, appena quindicenne, fu la concubina di Papa Sergio III, suo cugino, che conobbe quando era semplice vescovo di Cerveteri, all'epoca Caere. Questa relazione però appare controversa secondi alcuni storici, Pietro Fedele per citarne uno, mentre la gran parte degli autori accettò il racconto di Liutprando da Cremona, vescovo e diplomatico italiano al servizio del Sacro romano impero. Nel corso della sua vita adulta, Marozia si sposò ben tre volte, e tutti i matrimoni furono politici. Nel 909, quando era incinta del primo figlio, sposò Alberico di Spoleto. Il figlio che attendeva fu in seguito legittimato. Alberico e Marozia ebbero un figlio, cui fu dato, senza molta fantasia, il nome di Alberico. Marozia si unì ad Alberico, il vecchio, poiché scorgeva in lui due caratteristiche che apprezzava: il potere e l'ambizione di poterne avere ancora di più. Le aspettative di Marozia si realizzarono quando Alberico si alleò a Papa Giovanni X. Insieme, nel 916, sconfissero i Saraceni al Garigliano. Alberico, il vecchio, fu immediatamente nominato console di Roma, ma lasciò la povera Marozia presto vedova poiché fu ucciso nel 924 ad Orte. L'inconsolabile donna ritentò la scalata al potere sposando Guido, marchese di Toscana. L'uomo era un acerrimo oppositore del Pontefice. Per amore di Guido, e del potere, Marozia divenne la principale nemica di Papa Giovanni X. 


Nel maggio del 928 la battaglia raggiunse il culmine e Marozia riuscì, assediando la residenza del Papa al Laterano, ad imprigionare Giovanni X. Deposto ed in miseria, il papa morì poco dopo l'inizio della prigionia, probabilmente per soffocamento. Guido divenne il signore di Roma e Marozia riuscì nella non facile imprese di pilotare l'elezione di tre papi successivi: Leone VI, Stefano VII e Giovanni XI (il suo primo figlio, che appena ventunenne salì al trono di Pietro). A causa del carattere estremamente debole, Giovanni XI fu un facile strumento nelle mani della donna che assunse il ruolo di vero pontefice. 


Poco tempo dopo la consacrazione del figlio, morì Guido, il secondo marito. Nel 932, scontato il lutto, Marozia si sposò per la terza volta: il prescelto era Ugo di Provenza, Re d'Italia dal 926 al 947. La particolarità di questa unione risiede nel fatto che Ugo era fratello di Guido e quindi impossibilitato a sposare Marozia. Come riuscirono a risolvere il problema? Ugo giurò e spergiurò, dicendo il falso chiaramente, d'essere figlio illegittimo del proprio padre. La donna, sfruttando l'influenza sul figlio divenuto Papa, progettò l'incoronazione di Ugo ad imperatore. Ma la sorte non sempre è benevola con i malfattori ed Alberico II, secondo figlio di Marozia e fratellastro di Giovanni XI, sventò i propositi della potente madre. Alberico, prima della data prevista per l'incoronazione, sollevò la città contro Ugo e lo costrinse alla fuga. Unico padrone della città, Alberico avviò il riordino di Roma e dei territori circostanti, che si presentavano abbandonati e decaduti. 


Sotto il suo dominio i pontefici non furono altro che degli strumenti nelle sue mani che potevano in ogni momento essere deposti. Alla morte di Giovanni XI fece eleggere Papa Leone VII ed alla morte di quest'ultimo Stefano VIII. E Marozia? Dal momento dell'arresto si persero le tracce. Probabilmente finì i suoi giorni reclusa in un convento. Morì, presumibilmente, prima del 936 e venne sepolta nel monastero dei Santi Ciriaco e Nicola. Secondo lo storico Edward Gibbon, la vicenda di Marozia potrebbe aver ispirato la leggenda della Papessa Giovanna, che molti credettero realmente esistita sino alla Riforma Protestante. 



Sino a qui la storia per come ci è pervenuta tramite gli scritti di Liutprando da Cremona, che non lesinò parole dure nei confronti di Marozia: “bella come una dea e focosa come una cagna, viveva nel cubicolo del Papa e non usciva mai dal Laterano”. Secondo la storica, vissuta nel Novecento, Luigina Fasoli la storia potrebbe essere diversa: “gli studiosi più aggiornati, senza giurare che Marozia fosse un esempio di cristiana modestia, sono convinti che la sua autorità dovesse posare su una base più solida della lussuria e del vizio. Marozia doveva avere molto ingegno, molta abilità e pochi scrupoli”. Molti secoli dopo gli avvenimenti narrati, un poeta e scrittore irlandese disse: “fornite alle donne occasioni adeguate e le donne potranno fare di tutto”. Oscar Wilde forse conosceva la storia della bella Marozia?

Fabio Casalini

fonte: https://viaggiatoricheignorano.blogspot.com/

Bibliografia

Paola Toscano, Straordinaria e scellerata vita di Marozia che volle farsi imperatrice, Mondadori, 1998  

Vittoria Calabri, Marco Poli, Intrighi e misfatti. Marozia fra storia e leggenda, Nuova S1, 2012 

Giovanni Di Capua, Marozia. La pornocrazia pontificia intorno all'anno Mille, Scipioni, 2013 

Tommaso di Carpegna Falconieri, Marozia, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 70, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2008


FABIO CASALINI – fondatore del Blog I Viaggiatori Ignoranti
Nato nel 1971 a Verbania, dove l’aria del Lago Maggiore si mescola con l’impetuoso vento che, rapido, scende dalle Alpi Lepontine. Ha trascorso gli ultimi venti anni con una sola domanda nella mente: da dove veniamo? Spenderà i prossimi a cercare una risposta che sa di non trovare, ma che, n’è certo, lo porterà un po’ più vicino alla verità... sempre che n’esista una. Scava, indaga e scrive per avvicinare quante più persone possibili a quel lembo di terra compreso tra il Passo del Sempione e la vetta del Limidario. È il fondatore del seguitissimo blog I Viaggiatori Ignoranti, innovativo progetto di conoscenza di ritorno della cultura locale. A Novembre del 2015 ha pubblicato il suo primo libro, in collaborazione con Francesco Teruggi, dal titolo Mai Vivi, Mai Morti, per la casa editrice Giuliano Ladolfi. Da marzo del 2015 collabora con il settimanale Eco Risveglio, per il quale propone storie, racconti e resoconti della sua terra d’origine. Ha pubblicato, nel febbraio del 2015, un articolo per la rivista Italia Misteriosa che riguardava le pitture rupestri della Balma dei Cervi in Valle Antigorio.