Era da un po' che la stavo fissando e, a un certo punto, anche lei aveva cominciato a fissare me.
In teoria avrei avuto altro da fare, ma proprio non riuscivo a concentrarmi. Avevo occhi solo per lei e, sinceramente, non vedevo l'ora di finire per potermi avvicinare, salutarla...e poi chissà. Forse stava pensando anche lei la stessa cosa, anche se stava facendo tutt'altro.
Era buffo: in fondo c'erano solo poche persone a dividerci, ma il poco spazio a disposizione sembrava rendere l'avvicinamento paradossalmente molto più difficile. La confusione e le grida intorno sicuramente non aiutavano. Ma non avevo voglia di sovrastare le voci degli altri per farmi capire da lei: in fondo, se anche i nostri corpi erano tesi e contratti, c'erano le nostre labbra a guardarsi. Fu così che le sussurrai:
"Dopo, cosa fai?"
Lei sorrise. Si alzò in piedi, si scrollò di dosso le altre persone e venne verso di me porgendomi la mano:
"Perché aspettare dopo?"
Pochi minuti dopo uscivamo all'aria aperta.
"Per fortuna ogni tanto nelle orge si conosce qualcuno di interessante" disse lei, e io non ebbi nulla da obiettare.
ti ringrazio FUOCO. E' sempre un piacere leggerti
RispondiEliminaMeglio uscire dalla folla per potersi perdere
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