CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

mercoledì 30 aprile 2014

primo maggio su coraggio

LAVORO? BASTA IPOCRISIA E RETORICA DEL 1° MAGGIO




di Gianni Lannes

Fanno carriera prevalentemente i figli di papà alla Renzi. E i cervelli migliori emigrano all'estero. Prevale l'oblio: di lavoro super sfruttato e precario si muore nel bel paese, mentre aumentano le diseguaglianze sociali. Briciole di miseria, gli 80 euro promessi da Matteo Renzi in busta paga dei dipendenti pubblici. Ma dove sta scritto che Giuliano Amato (promosso recentemente giudice della Corte costituzionale) per dirne uno tra tanti, debba intascare una pensione da capogiro, mentre milioni di persone muoiono concretamente di fame e di stenti dopo una vita di lavoro e di sacrifici? Ma di quale diritto vanno blaterando i soloni in cattedra, nei salotti tv, a palazzo chigi e al quirinale? La normalità è l'assurdità.

L’articolo 1 della Costituzione recita: «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo…».

Niente di più falso e menzognero, insito addirittura nelle fondamenta di un ex Stato di diritto. Tra l’altro il 13 dicembre 2007, il Trattato di Lisbona (entrato in vigore nel 2009), firmato da Prodi & D’Alema, senza uno straccio di mandato popolare, ha stracciato la nostra carta costituzionale. Alla prova dei fatti, siamo ormai privi di sovranità.  

Eppure, domani primo maggio, in questa colonia a stelle e strisce andranno in onda i soliti spettacoli di cartapesta organizzati da Cgil-Cisl-Uil e mandati in onda dalle tv di regime. A Roma e Taranto i soliti vip da quattro soldi e contorno di aspiranti tali, si esibiranno per ammaestrare le folle. Per un giorno saranno tutti felici e contenti. Eppure mai in Italia la disoccupazione ha toccato un livello simile, accompagnata dall'analfabetismo cronico e funzionale.

In realtà, il capitalismo al capolinea licenzia il lavoro produttivo e assume solo il profitto. Ma più di tutto e soprattutto: è scaduta la qualità della vita, lavoro o meno. L'Italia non ha una classe dirigente con la spina dorsale, e va rifatta dalle fondamenta.

fonte: sulatestagiannilannes.blogspot.it

martedì 29 aprile 2014

lettera di Amodeo a Casaleggio


Perchè certe cose lei non le racconta alla base del M5S ?


'The European House' Workshop
Gentile Gianroberto Casaleggio,
dal fondatore di un Movimento come quello 5 Stelle ci si aspetta trasparenza e coerenza, e soprattutto ci si aspetta che mai alcuna verità venga celata alla propria base seguendo la dicotomia tanto cara ai partiti tradizionali caratterizzata da  “ quello che bisogna dire al popolo” “e quello che si fa ma che il popolo non deve sapere.”
Negli ultimi tempi il Movimento si è trovato di fronte all’esigenza di prendere posizioni importanti e decise ed ha invece preferito mantenere una posizione ambigua, come nel caso più significativo dell’Euro e dei trattati europei e più genericamente sulla posizione dell’Italia in Europa in vista delle prossime elezioni: Elezioni Europee dove il Movimento si presenta con un programma di 7 punti contraddittori, tecnicamente e giuridicamente irrealizzabili,che sembrano essere stati elaborati esclusivamente per ottenere consensi e tenere compatta la base, formata da persone oneste e stanche della politica al servizio dei più forti, ma spesso all’oscuro del progetto diabolico di sottomissione e schiavitù dei Popoli che questa Europa sta portando avanti da tempo.
La domanda che mi sono posto al cospetto di tante anomalie che non trovano una spiegazione razionale se provenienti da un Movimento anti-sistema e anti-casta è la seguente: Ci sono interessi che influenzano le scelte dei leader del Movimento e che i loro elettori non devono assolutamente sapere? Ci sono gruppi che si muovono nell’ombra e influenzano il Movimento stesso ?
In questa lettera non intendo fare illazioni ne supposizioni ed essere corretto e trasparente enunciando solo i fatti surrogati da prove che risultano anomali rispetto agli ideali del Movimento che si propone come paladino dei più deboli e del bene comune.
Sul sito di una rete di ricchi imprenditori del Nord Italia ho trovato alcuni punti di un programma che sinceramente ritengo che possano essere condivisibili da chi ha grossi interessi economici o aziende delocalizzate all’estero o da chi è un fervente sostenitore del liberismo e delle privatizzazioni, ma non possono essere condivisi e nemmeno accettati nella maniera più assoluta dalla base del Cinquestelle che ha una visione dell’economia e del bene comune diametralmente opposta da chi nel proprio programma scrive quanto segue:
“Il debito pubblico e la spesa pubblica devono essere ridotti gradualmente con la vendita del patrimonio, delle concessioni e delle partecipazioni pubbliche e con l’utilizzo delle riserve della Banca d’Italia e della Cassa Deposito Prestiti”
Forse mi sbaglierò, ma non credo che la base abbia queste idee eppure sul sito in questione si legge che quelli che vengono definiti i “Pilastri del buon Governo” così come le proposte di legge e i contenuti in progress sul blog, sono il lavoro collegiale di tanti imprenditori, manager, lavoratori e giovani. Basta scorrere la lista dei partecipanti di quello che chiamano il Think Thank Group (nome un po’ inquietante a dir la verità) che ha redatto il programma, per trovarci tanti grossi imprenditori del Nord Italia e dirigenti di Banca come Enrico Gava di Unicredit. Fin qui non ci sarebbe nulla di male, è giusto che ognuno faccia gli interessi della classe che rappresenta. L’anomalia sta nel fatto che non esistono esponenti politici di riferimento nella lista, fatta eccezione per due politici entrambi del Movimento 5 Stelle.Troviamo infatti:
Eleonora Bechis, parlamentare del M5S - Vito Crimi, Senatore della Repubblica del M5S
E’ stata una scelta votata dalla base ?
Il Presidente di Rete SI è Massimo Colomban che ho avuto il piacere di incontrare pubblicamente più volte. E’ una persona molto per bene; un imprenditore di successo fondatore anche della Confapri, che nel sito ufficiale spiega essere“un’associazione nata quasi spontaneamente nell’estate 2012 dalla volontà di una cinquantina di imprenditori italiani che si erano incontrati a un forum dell’Ambrosetti a Castel Brando”castello di proprietà dello stesso imprenditore.
Ricordiamo che il forum Ambrosetti ideato da Alfredo Ambrosetti, membro del Bilderberg, è un forum al quale partecipano i rappresentanti dei potentati economici ed il gotha della finanza internazionale come Henry KissingerChristine Lagarde, oltre ai più dannosi politici nostrani provenienti dalle lobby che hanno messo in ginocchio il paese come Romano Prodi e Mario Monti. In pratica tutti membri di quel sistema che i Cinquestelle dovrebbero combattere. La domanda allora nasce spontanea: cosa ci faceva lei Gianroberto Casaleggio tra questi personaggi all’ultimo forum Ambrosetti? Perché non era lì fuori a protestare con i suoi pentastellati o con quei parlamentari che volano fino a Londra per presenziare fuori al Bilderberg contro le decisioni prese dagli esponenti di quelle lobby che sono palesemente contro gli interessi del Popolo e degli Stati nazionali?
Massimo Colomban in passato ha partecipato anche alle riunioni dell’Aspen Institute, il think thank fondato dallo spietato uomo d’affari David Rockefeller fondatore del Bilderberg e della Trilaterale. Nulla in contrario sulla trasparente partecipazione di Colomban all’Aspen dato che quel think thank nasce proprio per portare avanti gli interessi dei grandi capitalisti.
(https://www.aspeninstitute.it/…/aspeninstitute.it/…/ComunicatoPMI.pdf‎)
Ma quali sono i rapporti tra lei Casaleggio e Massimo Colomban ?
Colomban ha avuto con lei diversi e documentati rapporti di collaborazione eravate  insieme, fianco a fianco, durante un convegno nel quale lei per la prima volta fece trapelare tutta la sua contrarietà ad un eventuale ritorno alla lira, evidentemente in linea con le posizioni dei grandi imprenditori rappresentati nella Rete Si, molti dei quali, avendo aziende all’estero, non troverebbero vantaggiosa l’uscita dalla moneta unica.
Ma se la posizione di Colomban è chiara ed i suoi personali interessi giustificano la sua presenza alle riunioni come quelle dell’Aspen o Ambrosetti che riuniscono tutti i grandi capitalisti, industriali e banchieri,quello che non si capisce è quale può essere il nesso tra gli interessi del Movimento 5 Stelle e quello dei grandi capitali, che ha spinto lei a prendere parte all’Ambrosetti, ed ha poi spinto alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle a far parte di un think net di una rete nata proprio in seno ad una riunione del Gruppo Ambrosetti da un imprenditore che fa relazioni all’Aspen.
A questo punto mi viene il dubbio che certi legami con queste lobby non siano casuali. Ricordo per esempio che il fondatore della Casaleggio Associati insieme a lei era tale Enrico Sasoon, Board Member proprio dell’Aspen Institute Italia emanazione diretta del Gruppo Bilderberg. Ma non solo, Sassoon è stato anche Presidente del Comitato Affari Economici dell’American Chamber of Commerce in Italy, la camera di commercio americana in Italia, praticamente una super lobby di multinazionali, banche e grandi gruppi che unisce le forze per proteggere in maniera più efficace i propri interessi. Per rendere bene l’idea di quanto esteso sia questo cartello basta leggere i nomi di alcuni dei gruppi presenti in Amcham: Standard &Poor’s, Philip Morris, IBM, Microsoft, ENI, Enel, Intesa San Paolo, Sisal, Rcs Editori, Esso, Bank of America, Coca Cola, Fiat, Fincantieri, Finmeccanica Jp Morgan, Pfizer, Sky, Unicredit. Tutti i migliori/peggiori gruppi che hanno generato la crisi economica in cui versiamo e tutti gruppi puntualmente rappresentati sia all’Aspen che al Bilderberg che all’Ambrosetti.
Va ricordato che, quando queste realtà vennero fuori e la gente cominciò a chiedersi come diavolo fosse possibile che la Casaleggio Associati, del Movimento 5 Stelle, avesse il suo membro più importante all’interno di un Istituto popolato da quelli che dovrebbero in realtà essere i nemici dichiarati proprio di Grillo, Sassoon si dimise. In pratica dopo aver contribuito alla fondazione e dopo aver finanziato una sua creatura decise di lasciarla nel momento del suo massimo splendore. Sinceramente ho sempre trovato poco plausibile una cosa del genere e più sensato credere che sia stato solo un gesto di facciata ma come ho precisato all’inizio non farò illazioni e mi limito ad enunciare fatti.
Per chi volesse approfondire, ecco in un video le dichiarazioni di Sassoon su Grillo e Casaleggio:
Ultimamente Colomban ha deciso di schierarsi apertamente con i secessionisti veneti arrivando persino a mettere a disposizione il proprio castello di proprietà come eventuale sede della simbolica “Repubblica Veneta”.
E cosa è successo a pochi giorni da quell’annuncio? E’arrivato puntuale il comunicato di Grillo che ha deciso di schierarsi proprio con i secessionisti veneti, cosa che fa dubitare ancora una volta che questa influenza da parte dei grandi gruppi imprenditoriali sia reale.
Avete chiesto alla vostra base se vogliono dividere l’Italia ? Avete indetto un referendum o una consultazione on line su un argomento di cruciale importanza come quello di una ipotetica secessione ? A me non risulta. Come mai ?
Le dico la verità, le scrivo questa lettera perché non voglio credere a quanto letto qualche mese fa sull’Espresso dove scrivevano che “Confapri dispone e i grillini portano in Parlamento”. Io sono il primo a non credere ai media di regime però mi dia atto che il dubbio viene esaminando i dati che le ho appena esposto.
Poi c’è ancora un’altra questione ed è quella del fondo che voi del Cinquestelle avete creato per aiutare il microcredito usando i soldi dei rimborsi ai quali avete rinunciato. Sempre sull’Espresso si legge che: “Un gruppo scelto di parlamentari grillini ha incontrato Artom (socio di Colomban) per discutere tempi e modi per alimentare un fondo destinato a sostenere le piccole e medie imprese. Il fondo in questione potrebbe ricevere una parte del finanziamento pubblico che il Movimento non intende accettare. E Confapri, rivelano fonti vicine alla trattativa, si candida a gestire il tesoretto da destinare agli imprenditori.
Ma scusi Casaleggio non è che avete fatto in modo che i soldi dei rimborsi vadano alle imprese dei suoi amici ? Non voglio crederlo.
Però lo stesso Artom all’Huffington post ha dichiarato che con lei Casaleggio: “Ci vediamo più o meno una volta al mese. Cavolo possibile che lo incontra più volte di quanto incontra i suoi stessi parlamentari ? E cosa avrete mai da dirvi se tanto tutte le decisioni del Movimento si prendono in rete secondo la regola del “uno vale uno” ?
A questo punto non vorrei mettere a nessuno la pulce nell’orecchio ne tirare in ballo personaggi che voi avete definito poco attendibili però mi ricordo che ad Agorà Fabrizio Bocchino  l’ex portavoce del MoVimento 5 Stelle «sfiduciato» fece la seguente dichiarazione che al momento sembrava delirante ma che alla luce di quanto abbiamo visto andrebbe forse valutata sotto una luce diversa:
“Questo fondo (per le piccole e media imprese dove vengono depositati i contributi dei parlamentari del M5S, ndr) non aiuta le imprese in difficoltà, ma aiuta le imprese che non sono in difficoltà, perché c’è una commissione che decide e valuta il grado di affidabilità delle imprese. In questa commissione ci sono le imprese in cui è coinvolto Casaleggio, peraltro si apre la possibilità di un conflitto di interesse”.
Bocchino nell’intervista ad Agorà cita proprio  la Confapri a cui andrebbero i soldi.
E’ una frase delirante di un espulso arrabbiato come lei ha dichiarato o è proprio uno dei motivi per cui questo ragazzo è stato sfiduciato ? Non è che ficcava troppo il naso in cose che “non gli dovevano riguardare”? come testimoniato dalla sua dichiarazione durante la trasmissione Rai quando ha fatto presente che  “nei mesi scorsi a questo proposito abbiamo aperto un dibattito interno”.
Io le ripeto, Colomban è una brava persona e quello che sta costruendo è una sorta di nuova Confindustria che troverà sicuramente il favore dei grandi imprenditori e dei grandi gruppi capitalisti infatti come faceva notare l’Huffington post “tra le proposte, figurano un convinto sostegno “all’ammodernamento delle infrastrutture viarie, ferroviarie, aeree, marittime e logistica moderna con parcheggi e snodi scambiatori (gomma, treno, bus, aereo)”, alla necessità del pareggio di bilancio, ma soprattutto ad un piano di “investimenti e le gestioni private in concessione nel settore pubblico, che, fatti salvi alcuni servizi essenziali, dovranno andare in gara ogni 5-10 anni”. Temi assolutamente non  in sintonia con la sensibilità grillina.                                                                                             Anche Letta e Renzi sono brave persone però lei non c’ha mai voluto avere a che fare perché rappresentavano dei sistemi che favoriscono i grandi capitali e le peggiori elite finanziarie che non fanno gli interessi dei meno abbienti a cui invece voi fate appello.
Può chiarire la sua posizione a riguardo ? Non si dimentichi che chi ha grossi interessi soprattutto all’estero vede in malo modo un ritorno alla lira. Non è che questo abbia influenzato la scelta del Movimento di tenere una posizione ambigua sulla questione euro ?
Ma poi Aspen, Ambrosetti ma le pare che lei può avere parlamentari che fanno interventi contro il Bilderberg e poi avere rapporti così privilegiati e diretti con associazione che fanno capo ai medesimi fondatori e finanziatori. Così mi viene il dubbio che il fatto che il gruppo comunicazione del  Cinquestelle non abbia mai appoggiato le mie denunce a riguardo sia dovuto al fatto che lei in realtà non è così contrario agli obiettivi e agli scopi di questi gruppi come fa credere ala sua base. Mi sbaglio ? sto facendo illazioni ? allora è meglio che mi fermo subito non vorrei che i suoi seguaci mi dessero del venduto, del complottista o del massone. Anche se io credo che aldilà degli slogan populisti suggeriti da esperti di marketing, delle invettive contro la casta che non toccano però mai la casta vera, e dei proclami sensazionalistici del “tolgo ai ricchi per dare ai poveri”, la base stessa del Movimento 5 Stelle dovrebbe aprire gli occhi su alcune dinamiche prima che sia troppo tardi.
Mi fermo qui. Lasciamoci con la cronaca di fatti documentati e ai posteri l’ardua sentenza.
Con stima,
Francesco Amodeo

28 aprile 2014
 fonte: francescoamodeo.net

dietro alle guerre ci sono i banchieri


HsbcFONTE: WASHINGTONBLOG.COM

Tutte le guerre sono guerre di banche

L'ex amministratore delegato di Goldman Sachs - e capo del gruppo di analisti internazionali presso la Bear Stearns a Londra (Nomi Prins) - sostiene che "Per tutto il secolo che ho esaminato, che ha avuto inizio con il Panico del 1907 ... quello che ho rilevato, accedendo agli archivi di ogni presidenza, è che nel corso di numerosi eventi e periodi particolari i banchieri sono sempre stati in costante comunicazione con la Casa Bianca – e non solo riguardo a temi finanziari e di politica economica, e quindi di politica commerciale, ma anche riguardo ad argomenti strettamente legati alla I Guerra Mondiale, alla II Guerra Mondiale e poi alla Guerra Fredda, in termini di piani di espansione politica dell’America come superpotenza del mondo, alimentata dalla sua espansione finanziaria attraverso lo sviluppo della sua comunità bancaria.” 

All'inizio della I Guerra Mondiale, Woodrow Wilson aveva adottato una politica di neutralità. 
Ma quelli della Banca Morgan, la più potente banca del tempo, che durante la I Guerra Mondiale aveva raccolto oltre il 75% dei finanziamenti per le forze alleate, indussero Wilson fuori dalla sua posizione di neutralità prima di quanto avesse voluto fare,  dato il loro forte desiderio di essere in qualche modo coinvolti nella guerra. Ora, dall’altro lato di quella guerra, c’era, ad esempio, la National City Bank, che, anche se lavorava a fianco della Morgan nel finanziamento ai francesi e agli inglesi, non si faceva problemi a lavorare anche per finanziare alcune cose sul fronte tedesco, come anche fece la Chase…
Quando Eisenhower divenne presidente, gli Stati Uniti stavano vivendo quest’espansione, fornendo, sotto la sua guida, aiuti e sostegni militari a quei paesi sotto la cosiddetta “minaccia” di essere sopraffatti dal comunismo ... Quello che fecero i banchieri fu l’insediamento di presidi in zone come Cuba e Beirut in Libano per stabilire delle roccaforti statunitensi nella Guerra Fredda contro l’Unione Sovietica.  E fu così che finanza e politica estera iniziarono a essere molto ben allineate.
Poi, negli anni ’70, divennero un po’ meno allineate, poiché mentre l'America continuava la sua politica estera di espansione, i banchieri trovarono il petrolio e fecero uno sforzo immane per attivare delle nuove relazioni in Medio Oriente, relazioni che poi il Governo Americano finì con il seguire. Ad esempio, in Arabia Saudita ed altri luoghi simili, ottennero l’accesso ai petrodollari per poi riciclarli in debiti dell’America Latina e altre forme di prestiti nel resto del mondo.   Questo faceva in quegli anni il Governo Americano.
La JP Morgan, inoltre, aveva acquisito il controllo dei 25 principali quotidiani americani, allo scopo di propagandare l'opinione pubblica statunitense pilotandola in favore dell’entrata degli Stati Uniti nella Prima Guerra Mondiale.
E possiamo dirlo:  molte grandi banche hanno realmente finanziato I Nazisti.
Nel 1998 la BBC riportò che “La Barclays Bank ha accettato di pagare $ 3.6 milioni a favore degli ebrei i cui beni erano stati sequestrati dai rami francesi della banca britannica durante la seconda guerra mondiale”.
***

La Chase Manhattan Bank ha ammesso di aver sequestrato, durante la Seconda Guerra Mondiale, circa 100 conti intestati ad ebrei nella sua filiale di Parigi.... "Recenti rapporti non classificati dal Tesoro degli Stati Uniti sulle attività di Chase a Parigi nel 1940 indicano che la branch locale ha lavorato in stretta collaborazione con le autorità tedesche per bloccare i beni degli ebrei”.   
Il New York Daily News riportò, lo stesso anno: “I rapporti tra la Chase ed i nazisti, a quanto pare, erano piuttosto amichevoli, talmente che Carlos Niedermann, capo della filiale Chase di Parigi,  scrisse al suo supervisore di Manhattan che la ‘banca godeva di molta stima presso i funzionari tedeschi’ e vantava ‘una rapida crescita dei depositi’ (Newsweek).”
La lettera di Niedermann fu scritta nel maggio del 1942, ovvero cinque mesi dopo che i giapponesi avevano bombardato Pearl Harbor e che gli Stati Uniti erano entrati in guerra contro la Germania.
Nel 1999 la BBC riportò che: “Una commissione governativa francese, indagando sul sequestro dei conti bancari ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale,  riferì che erano coinvolte cinque banche americane: Chase Manhattan, JP Morgan, Guaranty Trust Co. di New York, la Banca della città di New York e American Express.  Emerse inoltre che le loro branch di Parigi consegnarono agli occupanti nazisti circa un centinaio di questi conti”.
Uno dei principali quotidiani britannici - il Guardian – riportò nel 2004 che: “Il nonno di George Bush, (padre di George H.W., padre di Bush), il compianto senatore degli Stati Uniti Prescott Bush,  era amministratore e socio in società che trassero largo profitto dal loro coinvolgimento nel finanziare la Germania nazista”.
The Guardian ha ottenuto la conferma, da documenti dell’Archivio Nazionale degli Stati Uniti recentemente scoperti, che la società di cui Prescott Bush era amministratore fu direttamente coinvolta con gli architetti finanziari del Nazismo.
I suoi rapporti di affari…continuarono fino a che il patrimonio della società fu sequestrato nel 1942 nell’ambito del Trading with Enemy Act (legge che sequestrava i beni di chi aveva fatto affari con il nemico in tempo di guerra n.d.t.).
***
Alcuni documenti rivelarono che la ditta per cui Prescott Bush, la Brown Brothers Harriman (BBH), agì come base statunitense per  l’industriale tedesco Fritz Thyssen, che contribuì a finanziare Hitler nel 1930 prima di cadere con lui alla fine del decennio. The Guardian ha materialmente visto la prova che dimostra che Bush è stato il direttore della UnionBanking Corporation  di New York (UBC), che rappresentava gli interessi di Thyssen negli Stati Uniti, e continuò a lavorare per la banca anche dopo che l’America entrasse in guerra.
***

Bush fu uno dei membri fondatori della banca (UBC).  ... La banca era stata fondata da Harriman e dal suocero di Bush per mettere una banca statunitense al servizio dei Thyssen, la più potente famiglia di industriali della Germania.
***

Alla fine del 1930, la Brown Brothers Harriman, che si considerava la più grande banca privata d'investimento del mondo, e la UBC, avevano acquisito e trasferito milioni di dollari in oro, petrolio, acciaio, carbone e buoni del tesoro USA alla Germania,  alimentando e finanziando l’ascesa di Hitler fino alla guerra.
Tra il 1931 e il 1933 la UBC acquisì più di 8 milioni di dollari in oro, di cui 3 milioni inviati all’estero. Secondo i documenti visti dal Guardian, dopo la sua istituzione, la UBC trasferì $ 2 milioni di dollari a conti BBH e tra il 1924 e il 1940 il suo giro di affari sfiorò in media i 3 milioni di dollari, scendendo solo saltuariamente a 1 milione.
***
La UBC fu colta in flagrante a gestire una società di comodo americana per la famiglia Thyssen otto mesi dopo che l'America era entrata in guerra, e si scoprì che era questa la banca che aveva finanziato in parte l’ascesa di Hitler al potere.
In verità, la banche spesso finanziano entrambi i lati di una guerra:
(Il San Francisco Chronicle documentò che anche Rockefeller, Carnegie e Harriman finanziarono i programmi eugenetici nazisti,  ma di questo parliamo un’altra volta…).
Anche la Federal Reserve ed altre banche centrali hanno contribuito ad iniziare delle guerre finanziandole.
Il militare Americano più decorato nella storia ha dichiarato che la guerra è un racket, e ha aggiunto: “Non dimentichiamoci dei banchieri che hanno finanziato la grande guerra. Se c’e’ qualcuno che ne ha tratto profitto, quelli sono stati i banchieri.”
Le grandi banche hanno anche riciclato denaro sporco per i terroristi.  Quell’ impiegato di una grande banca che ha faytto la soffiata sulle  operazioni di riciclaggio di denaro per i terroristi ed i cartelli della droga, ci dice: che la grande banca sta ancora aiutando i terroristi: “La gente deve sapere che il denaro è tuttora convogliato attraverso la HSBC direttamente verso chi compra le armi ed i proiettili che uccidono i nostri soldati…Le banche che finanziano i terroristi è un fatto che riguarda tutti gli Americani, nessuno escluso.”
Ha anche detto“E’ una cosa tremendamente disgustosa che le nostre banche, il 9 settembre del 2013, STIANO ANCORA finanziando i terroristi”.
Leggete qui: Secondo la BBC ed altre fonti, Prescott Bush, JP Morgan e altri investitori importanti, hanno anche finanziato un colpo di stato contro il presidente Franklin Roosevelt, nel tentativo – fondamentalmente - di attuare un regime fascista negli Stati Uniti. Leggere quiquiquiqui.
Kevin Zeese scrive“Gli americani stanno imparando a riconoscere il legame tra il comparto militare/industriale e gli oligarchi di Wall Street, una connessione che risale agli inizi dell’impero americano moderno. Le banche hanno sempre tratto profitto dalla guerra perché il debito creato dalle banche si traduce in un grasso bottino di guerra per la grande finanza; e perché sono state utilizzate per aprire i paesi esteri agli interessi corporativi e bancari degli Stati Uniti”.
Il Segretario di Stato William Jennings Bryan, ha scritto: "C’erano grandi interessi bancari legati alla guerra mondiale poiché grandi erano le opportunità di profitto”.
Ora molti storici riconoscono che un motivo nascosto alle origini dell’entrata in guerra degli Stati Uniti era quello di tutelare gli interessi degli investitori statunitensi. Grandi interessi commerciali statunitensi avevano fortemente investito negli alleati europei prima della guerra: “Nel 1915, la neutralità degli Americani fu oggetto di critica, mentre banchieri e commercianti iniziarono a prestare denaro e a offrire prestiti alle parti interessate dal conflitto, anche se le Grandi Potenze ne ricevettero di meno. Tra il 1915 e il 1917, gli Alleati ricevettero 85 volte l'importo prestato alla Germania”.  Il totale dei dollari prestati a tutti i mutuatari alleati in questo periodo fu di 2.581,3 milioni di dollari.
I banchieri ritennero che, se la Germania avesse vinto la guerra, i loro prestiti agli alleati europei non sarebbero stati rimborsati. Il più grande banchiere statunitense dell’epoca,  J.P. Morgan ed i suoi associati, fecero di tutto pur di trascinare gli Stati Uniti in guerra a fianco dell'Inghilterra e della Francia.  Morgan disse: “Abbiamo convenuto che dobbiamo fare tutto ciò che è legittimamente in nostro potere per aiutare gli alleati a vincere la guerra il più presto possibile”.  Il Presidente Wilson, che in campagna elettorale disse che avrebbe tenuto gli Stati Uniti fuori dalla guerra, alla fine vi entrò allo scopo di proteggere gli investimenti delle banche americane in Europa.
Il Marine più decorato nella storia, Smedley Butler, ci ha parlato delle sue guerra combattute per le “banche americane”. Ci ha detto: “Ho alle spalle 33 anni e 4 mesi di servizio militare attivo e ho trascorso la gran parte di questo tempo a fare il supersoldato per quelli del Big Business, per Wall Street e per tutti i grandi banchieri.  In poche parole, sono stato un camorrista, un gangster del capitalismo. Nel 1914 ho aiutato a mettere in sicurezza il Messico e soprattutto Tampico per gli interessi petroliferi degli Stati Uniti. Ho contribuito a rendere Haiti e Cuba dei luoghi decenti per i “ragazzi” della National City Bank;  per aiutarli ad arricchirsi ho contribuito allo stupro di una mezza dozzina di repubbliche dell'America Centrale, a beneficio di Wall Street.   Dal 1902 al 1912 ho aiutato a “purificare” il Nicaragua per la International Banking House degli Brown Brothers. Nel 1916 ho portato alla luce la Repubblica Dominicana per gli interessi americani dello zucchero. Ho aiutato a rendere l’ Honduras un posto adeguato per le compagnie frutticole americane nel 1903. In Cina, nel 1927, ho fatto in modo che la Standard Oil passasse indisturbata.  Guardando indietro, avrei potuto dare dei buoni suggerimenti ad Al Capone. Il massimo che è riuscito a fare è stato imporre il suo racket in tre distretti: io l’ho fatto su tre continenti.”
In “Confessioni di un Sicario Economico”, John Perkins descrive in che modo i prestiti della Banca Mondiale e del FMI sono utilizzati per generare profitti per le imprese statunitensi e debiti enormi per i paesi in difficoltà, consentendo così agli Stati Uniti di poterli facilmente controllare. Non è una sorpresa che ex-ufficiali militari come Robert McNamara e Paul Wolfowitz  abbiano continuato a dirigere la Banca Mondiale.  Il debito di questi paesi verso le banche internazionali assicura agli Stati Uniti il loro controllo, forzandoli in un certo senso ad entrare nella “coalizione dei volenterosi”, quella che ha contribuito attivamente all’invasione dell’Iraq, o ad acconsentire all’insediamento nel loro territorio di basi militari statunitensi.  Se i paesi si rifiutassero di “onorare” i loro debiti, la CIA o il Dipartimento di Difesa farebbero in modo da fargli rispettare la volontà politica degli Stati Uniti, provocando colpi di stato o compiendo azioni militari.
***
Sono sempre più numerose le persone coscienti della stretta connessione tra il mondo bancario ed il mondo bellico…

Fonte: www.infowars.com

Link: http://www.infowars.com/bankers-are-behind-the-wars/

18.04.2014

Traduzione per www.comedonchisciotte.org da SKONCERTATA63

Fonte: comedonchisciotte.net

fonte: www.nocensura.com

Riccardo Magherini


Magherini, le foto shock del corpo martoriato


Qualche giorno fa vi avevo mostrato il video della vicenda di Riccardo Magherini (39 anni), l’ex calciatore della Fiorentina che nella notte tra il 2 e il 3 marzo è morto per strada, a Firenze, dopo essere stato fermato dai Carabinieri ... dopo il discusso video e dopo qualche settimana di attesa, stanno spuntando fuori le foto scioccanti del corpo martoriato di Riccardo (perchè a vedere le immagini non posso che definirlo "martoriato") ...

... e sicuramente adesso, come già avvenuto per Riccardo RasmanStefano Cucchi,Federico AldrovandiGiuseppe UvaGabriele SandriMichele Crisafulli (e tutti gli altri sventurati prima di loro), ci diranno che anche lui è caduto dalle scale o magari come per Marcello Lonzi, (trovato morto con 8 costole rotte e due buchi in testa), per "aritmia cardiaca" ...



ATTENZIONE: IMMAGINI FORTI, NON ADATTE A UN PUBBLICO SENSIBILE: FOTO ANSA (via Blitz Quotidiano e Fatto Quotidiano.it )


magherini-640

magherini_salma

fc4573efc3dd100d31c90d99fb9de82f_520_520

ea4fc4698c0c035f076e97c7ee04f640_520_520

91515f9303698e144d8672fa9526dfaf_520_520


fonte: www.stopcensura.com

sabato 26 aprile 2014

dal profondo del cuore

«Quel poliziotto è un cretino, va punito», dice il capo della polizia, Alessandro Pansa, commentando l’immagine dell’agente in borghese che calpesta una ragazza a terra, alla manifestazione dei movimenti per la casa il 12 aprile a Roma. «E’ terribile, gli agenti non possono picchiare così», rincara la dose Filippo Bubbico, viceministro dell’interno. Altri invece difendono gli agenti: impossibile criminalizzare poliziotti bersagliati dal lancio di bottiglie e bulloni, biglie e sampietrini. «Non sono contro la polizia, ne ho solo paura»: parola di Alfred Hitchcock. «E se lo diceva lui, riconosciuto maestro del brivido, qualcosa vorrà pur dire», scrive Rossella Guadagnini. «Possiamo fidarci della polizia e di quella italiana in particolare?». Taglia corto il criminologo Francesco Carrer: «Ogni paese ha la polizia che si merita, quella che è stato capace di darsi: il che sarà democratico, ma garantisce risultati prevedibili».
Censura e condiscendenza, rabbia e difesa corporativa, sconcerto e meraviglia: sono le emozioni che, dopo gli ultimi scontri di piazza, hanno polizia violenzescosso l’opinione pubblica, stavolta in prima fila per via dei filmati resi pubblici, scrive Guadagnini su “Micromega”. «Le immagini nitide ed esplicite sono passate e ripassate in tv, in rete, sui social network», e la foto-shock dei ragazzi schiacciati per terra «ha fatto il giro del mondo». Le “cose” si sono viste, eccome: «I pestaggi, la violenza, l’intimidazione, la forza, la rabbia, la paura». Per Luigi Manconi, presidente della Commissione parlamentare sui diritti umani, «sono troppe le illegalità commesse negli ultimi 15 anni da militari chiamati a gestire l’ordine pubblico». Lo dicono i nomi di Giuliani, Uva, Sandri, Cucchi, Aldrovandi e Shalabayeva. «Raccontano una storia fatta di sopraffazioni e violenze ingiustificate a opera di chi è chiamato a difenderci», scrive la Guadagnini. «Una storia di abusi coperti da falsità e bugie nel tentativo di nascondere e proteggere i veri colpevoli».
Indossare una divisa non significa essere autorizzati a travestirsi da giustizieri armati. «La polizia ha sempre funzionato come termometro della democrazia», spiega Marco Preve, autore di un saggio appena uscito per “Chiarelettere”, intitolato “Il partito della Polizia”. «Più è presente in una società, meno quella società è libera e democratica». Nessuno Stato può fare a meno della polizia, ammette Preve, perché ad essa sono affidati l’ordine pubblico, la difesa della proprietà privata, l’incolumità delle persone. Dunque, «il sacrificio di una piccola porzione di libertà individuale vale la pena se, in cambio, tutti si sentono più sicuri. A patto che, attraverso le istituzioni, la società sia in grado di controllare l’operato dei poliziotti e riesca a intervenire laddove emergano degli abusi. Nessun abuso, infatti, può essere commesso contro cittadini inermi. Se non è così – aggiunge Preve – i responsabili devono saltare, ma in Italia ciò non è avvenuto. E continua a non avvenire, dai tempi delle torture alle Br fino alle morti di Cucchi, La ragazza schiacciata a Roma da un agenteAldrovandi, Uva e molti altri: la polizia non garantisce la sicurezza, la politica non sorveglia, la stampa non sempre denuncia, la magistratura non sempre indaga».
Il perché di questa anomalia lo rivela Filippo Bertolami, vicequestore e sindacalista di polizia. «Negli ultimi anni si è assistito al paradosso di un sistema capace da un lato di coprire e premiare i colpevoli di violenze e insabbiamenti, dall’altro di punire chi ha “osato” mettersi di traverso». Imputati, condannati, premiati: a vincere è la paura, riassume Rossella Guadagnini. Il “partito della polizia” è «troppo forte», conta su «troppe protezioni politiche a destra e a sinistra», ricorda Preve, «da Berlusconi a Prodi, da Violante a Renzi». De Gennaro, capo della polizia al G8 di Genova? «E’ diventato presidente di Finmeccanica e i suoi collaboratori non si toccano. Troppe onorificenze, troppe amicizie, anche tra i media. Intanto le auto rimangono senza benzina e gli agenti continuano ad Marco Preve, Francesco Carrer e Filippo Bertolamiavere stipendi da fame, mentre vengono assegnati appalti miliardari».
Il “partito della polizia” è anche un partito degli affari: «Se non c’è una cultura del diritto in chi orienta il pensiero collettivo – sostiene il criminologo Francesco Carrer – mi chiedo come possa nascere in un corpo di polizia i cui vertici sono più attenti ai desiderata dei politici che alle esigenze di chi è in prima linea». Un ragionamento che, volenti o nolenti, secondo Guadagnini non fa una piega. Per Preve, i gruppi che hanno controllato e controllano i vertici del Dipartimento della pubblica sicurezza «hanno potuto permettersi, o consentire ai loro fedelissimi, comportamenti al di sopra delle regole e delle istituzioni». E questo, precisa Preve, nonostante una “base” «sicuramente non collusa, in molti casi insofferente e addirittura vittima di questa gestione». Il giornalista fissa un discrimine: tutto questo è potuto accadere a partire dal 21 luglio 2001, la notte della “macelleria messicana” della scuola Diaz.

fonte: www.libreidee.org

tutto quello che avreste voluto sapere sul sexting


Inviarsi messaggi ed immagini è oggi molto più facile rispetto al passato: non occorrono grandi competenze, servono solo strumenti largamente a disposizione delle persone (pc o cellulari) e costa pochissimo, se non addirittura nulla. Non stupisce dunque che le persone abbiano iniziato a scambiarsi testi e immagini via smsmms ed e-mails. Fra i tanti messaggi che quotidianamente vengono scambiati, una buona parte riguarda contenuti sessuali espliciti: si tratta di un fenomeno in crescita, diffuso in tutte le fasce della popolazione e ad esso è stato dato il nome di “sexting” (crasi fra sex e texting, cioè invio di testi via sms), dal momento che inizialmente questi scambi erotici riguardavano soprattutto dei testi. Con l’evolversi della tecnologia ciò che oggi viene maggiormente scambiato con gli strumenti elettronici sono soprattutto immagini di nudità ed immagini pornografiche.
Secondo un nuovo studio condotto su 1519 adulti, di età compresa fra i 18 e 54 anni, dalla società McAfee, il 54% degli adulti negli USA invia o riceve testi immagini e video a contenuto sessuale. La fascia d’età più interessata è quella dei più giovani (18-24 anni), gli uomini lo fanno più delle donne. La cosa più interessante è che 1 su dieci dei soggetti esaminati nel campione ha dichiarato di aver spedito una propria immagine sessuale ad una persona perfettamente sconosciuta, evidentemente sottovalutando le possibili conseguenze di un tale comportamento. Lo strumento tecnologico più utilizzato per questi scambi è il telefono cellulare, piuttosto che il pc. Circa il 45% dei soggetti che hanno partecipato a questa ricerca ha detto di aver salvato le immagini osé ricevute e il 40 % ha salvato quelle inviate. Il telefono cellulare di molte persone contiene dunque immagini potenzialmente compromettenti. Secondo lo studio, il 69% delle persone protegge il proprio cellulare con una password, ma il 46% ha detto di aver rivelato il proprio PIN ad un’altra persona. Situazioni incredibili, che non tengono conto del rischio che questi contenuti privatissimi possano facilmente diventare pubblici e divenire addirittura virali se pubblicati in rete.
Recentemente sono state create delle apps (es. Snapchat) che impediscono l’archiviazione del materiale da parte di chi lo riceve. Le immagini infatti rimangono sullo schermo per pochi secondi e poi si autodistruggono: per questo il sexting viene effettuato con questo genere di apps, che sembrano garantire un margine di sicurezza. In realtà basta un po’ di esperienza e di velocità per fare uno screenshot dell’immagine ricevuta, prima che essa scompaia, e il gioco è fatto. Per evitare questo, le apps più moderne avvertono il mittente se il destinatario esegue lo screenshot, ma saperlo a questo punto a cosa può servire?
Se la situazione è pericolosa fra gli adulti, lo è ancor di più quando questo comportamento riguarda i minori, che hanno ancora meno strumenti degli adulti per valutare le conseguenze delle loro azioni. In uno studio del 2012 pubblicato su Pediatrics (Mitchell KJ, Finkelhor D, Jones LM, Wolak J. Prevalence and characteristics of youth sexting: a national study) si è visto che fra i ragazzi della scuola superiore inviarsi immagini nude o seminude è ormai diventato molto comune, visto che ammettono di averlo fatto dal 18 al 28% dei soggetti (a seconda del tipo di sexting utilizzato).
Un’altra ricerca (Rice E, Rhoades H, Winetrobe H, et al. Sexually explicit cell phone messaging associated with sexual risk among adolescents. Pediatrics. 2012) ha invece dimostrato che i ragazzi che fanno sexting sono sessualmente attivi sette volte più dei loro coetanei che non lo praticano ed hanno il doppio delle probabilità di fare sesso non protetto. Lo studio mostra anche che le ragazze che hanno inviato delle foto che le ritraggono nude corrono maggiori probabilità di coinvolgersi in rapporti sessuali a rischio, come avere una sessualità promiscua e l’abitudine di usare delle sostanze prima di fare sesso.
Cosa spinge un adolescente a “sextare” ? Gli studi hanno dimostrato che vi è una sorta di pressione, da parte del gruppo dei pari, affinché il giovane si coinvolga nello scambio di contenuti erotici, allo scopo di essere meglio accettato dagli amici (Bond, 2010; Lenhart, 2009; Lippman & Campbell, 2012; Ringrose et al., 2012). Il sexting è infatti associato con un senso di maggiore popolarità (auto-percepita) nel gruppo composto da ragazzi e ragazze. I ragazzi si sentono percepiti come più virili, mentre le ragazze si sentono più popolari nel gruppo dei maschi (meno fra le congeneri).
In Italia, i dati dell’inchiesta Eurispes/Telefono Azzurro (2011) mostrano che il 6,7% dei giovani italiani ha inviato sms o video a sfondo sessuale col proprio cellulare, mentre il 10,2% ne ha ricevuto almeno uno. In alcuni casi l’invio e la pubblicazione online di queste immagini avviene come forma di bullismo, per umiliare il protagonista delle immagini stesse. La maggior parte delle immagini di contenuto sessuale che si scambiano gli adolescenti sono autoprodotte e autopromosse dagli stessi minori, anche se i ragazzi non appaiono consapevoli di scambiare materiale pedopornografico. Il fenomeno del sexting nel nostro Paese sembra interessare sia i maschi sia le femmine, seppur con qualche differenza: nella pubblicazione Eurispes/Telefono Azzurro si dice che “sono prevalentemente i maschi sia a inviare sms o mms a sfondo sessuale (contro il 3,6% delle femmine), sia a riceverli (15,5% contro il 7,1% delle femmine)”. In Italia l’ultimo studio pubblicato su questo tema, in ordine di tempo, è quello dell’Associazione MeterOnlus di don Fortunato, che registra una ulteriore crescita del fenomeno.
Quanto ai più giovani, come dice una recente ricerca, piuttosto che imporre divieti (che tanto non verrebbero rispettati), tanto meglio spiegare le ragioni della pericolosità di questi comportamenti e le relative conseguenze.
Gli adulti dovrebbero rendersi maggiormente conto che è necessario difendere la propria privacy e la propria reputazione, perché nulla di ciò che viene spedito tramite cellulare o messo in rete può restare del tutto privato; anche se viene inviato ad una persona apparentemente fidatissima, la quale potrebbe smarrire il suo cellulare, con tutto il suo contenuto. Non molto tempo fa una cosa del genere è accaduta a Formigoni cui (dice lui) qualcuno ha sottratto il telefono cellulare, divertendosi poi a postare su Twitter le immagini pornografiche in esso contenute. Prima di spedire un’immagine compromettente occorre dunque chiedersi: potrei accettare che degli estranei vedano questa foto senza che io mi senta poi in imbarazzo? Evitare inoltre di ritrarre il viso e gli oggetti riconoscibili che potrebbero ricondurre alla propria identità.
Dr. Giuliana Proietti
Pubblicato anche su Huffington Post
fonte: ilsessoelamore.it