CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

mercoledì 20 novembre 2013

quando penso a Carlotta penso all'acqua


Carlotta mi ha dedicato le sue labbra, io, fabrax, le dedico l'acqua.

Siamo posseduti da quello che possediamo. Scriviamo quindi siamo.

martedì 19 novembre 2013

Sardegna in ginocchio


Ciclone in Sardegna, le vittime sono 18
“In 24 ore caduta la pioggia di 6 mesi”

Una regione in ginocchio. Evacuate centinaia di persone. Scuole chiuse, disagi nei trasporti. Dichiarato stato di emergenza. Letta: «Una tragedia nazionale. Stanziati 20 milioni»
Si aggrava ancora il bilancio dell’ondata di maltempo in Sardegna. Il ciclone Cleopatra che ha messo in ginocchio l’isola ha finora causato la morte di 18 persone. Ma il bilancio potrebbe salire perché ci sono ancora dei dispersi. Non si riesce a rintracciare due persone, una a Torpè e una a Onanì , nel nuorese. La macchina dei soccorsi è impegnata nelle ricerche con la speranza di trovarli vivi.  

Il presidente della Regione Ugo Cappellacci ha parlato di una «piena millenaria, un evento che si registra una volta nel millennio con una forza al di sopra di ogni ragionevole previsione. La situazione purtroppo è tragica. Ci sono centinaia di evacuati - ha detto - cui stiamo provvedendo per la notte». Le forze dell’ordine e il personale di soccorso sono state allertate in massa per le operazioni di pronto intervento in favore della popolazione colpita. “Polizia, carabinieri, vigili del fuoco, tutti sono stati attivati. Si sta intervenendo per capire la situazione nei luoghi e nel frattempo ci si sta organizzando per assitere” la gente, ha precisato Cappellacci. Sono “migliaia le persone colpite, che hanno avuto danni alle abitazioni” e gli alberghi di Olbia “sono già stati tutti riempiti”.  

Sull’isola caduta acqua pari a metà della quantità registrata in un anno  
Le precipitazioni che hanno colpito la Sardegna ieri, in particolare nella zona centromeridionale, hanno avuto portata eccezionale, toccando un massimo di 470 mm in 12 ore. Secondo l’Arpa Sardegna nel centrosud dell’Isola è caduta ieri una quantità d’acqua pari alla metà di quella registrata mediamente in un anno. I dati registrati dal dipartimento Idrometeo dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale evidenziano fenomeni piovosi «particolarmente intensi», causati dal ciclone che si è bloccato sul Mediterraneo occidentale.  

Le piogge che hanno investito la Gallura sono state meno intense che nel resto dell’isola ma più «veloci» e i danni causati non sono legati tanto alla massa d’acqua caduta, quanto alla particolare orografia del territorio. 
Le previsioni non annunciano lunghe tregue: in serata le precipitazioni riprenderanno in tutta l’isola, partendo dal sud per poi tornare in Gallura. L’intensità prevista è minore rispetto alle ultime ore, ma sono immaginabili comunque pesanti disagi vista la situazione già particolarmente difficile.  

Letta: “Tragedia nazionale”  
Intano il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza «per disastrosi eventi meteorologici». Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha annunciato lo stanziamento di 20 milioni di euro. «E’ una vicenda - ha sottolineato Letta - che ha assunto da subito carattere da tragedia nazionale. Un dramma di proporzioni incredibili». «Ieri - ha spiegato il premier - abbiamo riunito il comitato operativo della protezione civile che ha messo a punto i primi interventi, legati a due priorità: assistenza alle centinaia di persone sfollate e salvare i dispersi; interventi sulla viabilità, anche quella principale, fondamentale per questi primi elementi di aiuti. Ci sarà subito la ricognizione dei danni». Nei prossimi giorni, ha aggiunto Letta, sicuramente andrà in Sardegna. «Già oggi ci sarà il ministro della Difesa Mauro». Il premier ha spiegato che la fase di ricostruzione avrà «deroghe al patto di stabilità» dei Comuni. Dal presidente del Parlamento europeo Martin Schulz è arrivata la solidarietà alla Sardegna e alle vittime del maltempo con un tweet.ù 

Napolitano esprime solidarietà  
«Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sta seguendo l’evolversi della situazione determinatasi a seguito della tragica alluvione in Sardegna, attraverso il Dipartimento della Protezione Civile e le Prefetture interessate». Lo afferma una nota. Napolitano esprime «solidarietà alle comunità» e «commossa partecipazione». Questo il testo della nota diffusa dal Quirinale: «Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sta seguendo l’evolversi della situazione determinatasi a seguito della tragica alluvione in Sardegna, attraverso il Dipartimento della Protezione Civile e le Prefetture interessate. Il Capo dello Stato esprime la propria solidarietà alle comunità coinvolte, la sua commossa partecipazione al dolore delle famiglie delle numerose vittime e, al tempo stesso, l’apprezzamento a quanti, sui territori colpiti, sono impegnati nella gestione dell’emergenza e nelle operazioni di soccorso».  

Decine di località isolate  
Intanto il capo della protezione civile Franco Gabrielli ha detto che ci sono ancora molte zone isolate: «La verifica definitiva la faremo solo quando queste zone saranno liberate dalle acque». Gli allagamenti hanno fatto saltare l’erogazione dell’energia elettrica e anche i telefoni sono in tilt. I danni sono ancora da quantificare. 

Oggi scuole chiuse  
Quella di ieri è stata una vera e propria strage con strade e case allagate per l’esondazione di fiumi, centinaia di sfollati, black-out elettrici, pesanti disagi alla circolazione stradale e ferroviaria, ritardi nei collegamenti aerei e marittimi. Oltre alla Gallura, Ogliastra, Oristanese e Medio Campidano le zone più colpite. Oggi molte scuole resteranno chiuse.  

Crolla un ponte: 3 morti  
La giornata tragica è iniziata con il ritrovamento di una donna di 64 anni, Vannina Figus, morta nella sua casa allagata a Uras (Oristano), uno dei centri più colpiti dal maltempo. Il marito, invece, è stato tratto in salvo ed è stato ricoverato all’ospedale San Martino di Oristano in ipotermia. Proprio a Uras, decine di famiglie sono state evacuate e hanno trascorso la notte nella palestra comunale, così come nella vicina Terralba, dove gli sfollati sono 800. Un’altra donna, un’anziana di 90 anni, è stata trovata morta nella sua casa allagata a Torpé (Nuoro). Un agente di Polizia è invece morto per il crollo di un ponte a Dorgali, nel Nuorese. A Olbia sono morte madre e figlia, che si trovavano a bordo di una Smart, travolta dalla furia dell’acqua. Tre morti anche in un incidente stradale causato dal crollo del ponte sulla Provinciale 38 Olbia-Tempio. 

Difficoltà nei trasporti  
Disagi anche nei trasporti. Ieri all’aeroporto di Cagliari-Elmas intorno alle 15.30, mentre sulla zona si abbatteva un violento acquazzone, quattro voli a causa della scarsa visibilità, per i fulmini e i campi magnetici a bassa quota, non sono riusciti ad atterrare. La nave Tirrenia che doveva partire da Civitavecchia per Cagliari è rimasta in porto, mentre il treno Olbia-Chilivani con a bordo 18 viaggiatori, è rimasto fermo alcune ore a causa dell’esondazione del torrente Enas, che ha allagato la sede ferroviaria. Il maltempo dovrebbe concedere una tregua alla Sardegna, anche se le precipitazioni continueranno. Per oggi sono previsti 50 millimetri di pioggia.  


fonte: www.lastampa.it

sabato 16 novembre 2013

troppi psicofarmaci ai bambini




Psicofarmaci ai bambini: cresce esponenzialmente il consumo

di Redazione - Giù le Mani dai Bambini

Troppi psicofarmaci ai bambini. Il problema non riguarda solo l'America

Un accurato studio dell’autorevole rivista scientifica “Pediatrics”(1)  aveva recentemente confermato la crescita inarrestabile in tutto lo scorso decennio delle vendite di psicofarmaci per bambini in USA: dagli inizi degli anni 2000 al 2010, i numeri confermano un + 46% d’incremento di prescrizioni, e quindi del giro d’affari miliardario – in dollari – generato a favore delle case farmaceutiche produttrici.
Un problema tutto americano, come a più riprese dichiarato da alcuni sedicenti esperti? Invece le recentissime statistiche sulle prescrizioni di psicofarmaci ai minori nella vicinissima Germania generano allarme anche nel nostro paese: 750.000 bambini tedeschi nel 2011 avrebbero avuto la diagnosi di ADHD (Sindrome da Iperattività e Deficit di Disattenzione), la malattia dei "Gianburrasca”, sempre distratti e in incontenibile movimento. In Germania, i bambini "iperattivi" sono prevalentemente maschi (620.000) con maggior diffusione intorno al 10° anno di età.
“Ovviamente – commenta Alain Goussot, Professore di Pedagogia all’Università di Bologna – dal momento che proprio quella è l’età, specie per i maschietti, di incontenibile movimento e di voglia di stare mai fermi”. Anche in Germania non sono mancate le voci critiche: chi parla di "doping scolastico" e chi - fra medici ed esperti tedeschi - punta il dito sui rischi dell'abuso di psicofarmaci che - nel 2011 - sarebbero stati prescritti al 7% dei pre-adolescenti tedeschi maschi e al 2% delle loro coetanee femmine. 
Ma non sono solo i famigerati Ritalin® (metilfenidato, prodotto dalla svizzera Novartis®) o Strattera® (atomoxetina, dell’americana Ely Lilly) ad essere utilizzati per questi trattamenti sui bambini, che - è bene ricordarlo - riducono solo i sintomi, a prezzo di effetti collaterali potenzialmente distruttivi, e senza curare alcunchè, dal momento che le ricerche scientifiche dimostrano che dopo massimo 24 mesi i “benefici” del farmaco diventano totalmente ininfluenti(2), e che comunque in larga misura questo genere di disagi si può risolvere con strategie non farmacologiche, e anche del tutto naturalmente con l’avanzare dell’età. I trend di crescita di mercato più significativi paiono infatti essere quelli dell’”iperattiva”: Shire®, la multinazionale inglese che con i suoi prodotti Vyvanse® (Lisdexamfetamine Dimesylate), Intuniv® (Guanfacina) e Adderal® (Dextro Anfetamina) supera ormai ampliamente gli 8 milioni di ricette all’anno con oltre 1,55 miliardi di dollari di incassi ogni 12 mesi(3).
Luca Poma, giornalista e portavoce nazionale di “Giù le Mani dai Bambini” Onlus, il più rappresentativo comitato per la farmacovigilanza pediatrica in Italia (www.giulemanidaibambini.org), dichiara: "Non è la prima volta che denunciamo anche in Italia attività promozionali propedeutiche alla commercializzazione di farmaci per l'ADHD, prodotti peraltro neppure ancora autorizzati nel nostro paese. Non si promuovono solo ricerche per l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni(4), ma anche attività di pre-marketing, come il finanziamento a congressi scientifici per affermare “l’emergenza ADHD”, oppure come la creazione di siti internet per propagandare la presunta malattia, se non addirittura per ‘spiegare’ ai bambini stessi come gestire la disattenzione e iperattività (5), stimolando così nelle famiglie l’interesse per la relativa terapia, ovviamente farmacologica.
E in tutti questi casi, la più ‘iperattiva’ tra le multinazionali del farmaco pare proprio essere la Shire®”.
Dopo Germania, Austria, Svezia e Danimarca, il prossimo obiettivo commerciale parrebbe essere l’Italia. "Le norme europee – prosegue Poma - rendono molto semplice registrare un farmaco già autorizzato in altre nazioni dell'UE, quindi anche Shire – dopo le autorizzazioni ottenute in vari Stati - si sta concentrando sul nostro paese, che è il 5° mercato farmaceutico al mondo: la strategia sembra quella di ‘medicalizzare’ i comportamenti di un numero crescente di minori italiani. Un business miliardario, che secondo molti osservatori viene promosso a spese della salute dei più deboli tra noi: i bambini".

(1) Trends of Outpatient Prescription Drug Utilization in US Children, 2002-2010, June 18, 2012 (DOI: 10.1542/peds.2011-2879)

(5)http://www.giulemanidaibambini.org/media-room/dicono-di-noi/fumetti-per-bambini-che-inducono-al-consumo-di-psicofarmaci-vendere-malattie-sul-web-anche-ai-bimbi-italiani-5 


fonte: www.disinformazione.it

martedì 12 novembre 2013

protesta davanti al Cremlino


Forma di protesta estrema in difesa dei diritti umani in Russia. Un artista, Pyotr Pavlensky, 29 anni si è inchiodato i testicoli sulla pavimentazione della piazza Rossa a Mosca, accanto al mausoleo di Lenin.
Il video dell'impresa diffuso sulla rete mostra il giovane completamente nudo, seduto per terra, con un singolo grande chiodo che gli attraversa lo scroto e si infila nello spazio tra due sampietrini. L'agenzia Ria Novosti ha riferito che dopo essere stato portato via dalla polizia ed essere stato curato in ospedale, l'uomo è stato portato in un commissariato.
L'artista, originario di San Pietroburgo, ha spiegato sul sito Grani.ru che ha tentato di attirare l'attenzione sull'indifferenza della società russa alla trasformazione del Paes in quello che ha definito "uno stato di polizia". Per fare questo il giovane ha scelto il gionro della festa della polizia.
Pavlensk non è nuovo a queste forme di proteste: in precedenza si era cucito le labbra per manifestare contro la condanna delle Pussy Riot. A maggio era stato arrestato per essersi mostrato a San Pietroburgo completamente nudo con il corpo avvolto da filo spinato.

fonte: www.huffingtonpost.it

lunedì 11 novembre 2013

copricapo del 3000

non ditemi che sono slip col pizzo trasparente perché vi sbagliate di grosso. L'avanguardia che riguarda l'oggettistica racchiude secoli di controriforme... e di controindicazioni... Risiedo in una piccola località dove la (sotto) cultura (di massa) impone di farsi i cazzi degli altri. Se andassi in giro così, chiamerebbero i carabinieri e mi domanderebbero se io sia stata veramente felice da piccola, ma siccome pare che nel 2014 inizierà lo smantellamento dell'Arma, sono "salva".
Chiudo il cerchio altrimenti mi scappa tutto.





venerdì 8 novembre 2013

veleni campani


CatturaVeleni vecchi di vent’anni escono dal sottosuolo mentre i segreti raccontati nel 1997 ai parlamentari dal boss pentito di camorra Carmine Schiavone non vengono resi pubblici. Non ancora, per lo meno.
E’ questo forse il più importante fra i fatti nuovi a proposito del verminaio che esiste sotto e attorno ai rifiuti tossici sepolti da decenni nelle campagne della provincia di Napoli e di Caserta: avvelenano terra ed acqua e fanno morire la gente. Da decenni, non certo da ieri.
Oggi si sono trovati altri resti di bidoni interrati negli Anni 90 in via Sondrio a Casal di Principe (Caserta) e si continuerà a scavare negli altri luoghi indicati dal camorrista pentito Luigi D’Ambrosio che fu autista per conto di Carmine Schiavone, il boss della camorra anche lui pentito che, tornato libero cittadino, ha rilasciato nei giorni scorsi varie interviste. Alcuni sostengono (ci si risale dall’ultimo link) che anche Schiavone, pentitosi nei primi Anni 90, avesse indicato la presenza di rifiuti in vi Sondrio.
Carmine Schiavone cominciò a parlare ormai vent’anni fa, e disse anche alla Commissione parlamentare sui rifiuti, nel 1997, dove erano sepolti i veleni. Quei verbali sono tuttora segretati. Infatti oggi, dopo la richiesta del M5S di togliere il segreto, l’Ufficio di presidenza della Camera ha stabilito di domandare innanzitutto alla Direzione nazionale antimafia se i fatti di cui parlò Schiavone nel 1997 sono ancora coperti da segreto.
Sono passati 16 anni, diconsi sedici, dall’audizione di Schiavone davanti ai parlamentari, e ne sono trascorsi 18, diconsi diciotto, dalla sua deposizione del 1995 custodita negli archivi del Tribunale di Napoli. Forse che non sono terminate le indagini scaturite da documenti così vecchi?
Schiavone – lo ricorderete – sostiene di essere pentito di essersi pentito, dal momento che le sue dichiarazioni non hanno mai avuto seguito. Non sono certo in grado di dire se questo avvenne perchè le sue dichiarazioni risultarono farlocche o per altri motivi.
Infine – altro fatto nuovo – oggi a Casal di Principe, in seguito al rinvenimento dei rifiuti sepolti in via Sondrio, è stato reiterato il divieto (già in vigore dal 2011) di usare acqua proveniente da pozzi privati. Le campagne di Napoli e Caserta sono coltivate soprattutto ad ortaggi che – ovviamente – hanno bisogno di irrigazione, soprattutto in piena estate. Di norma l’irrigazione nelle campagne è assicurata da pozzi. Sarei curiosa di sapere se a Casal di Principe, a partire dal 2011, le colture sono avvizzite sotto il sole ferragostano o in alternativa dove i contadini hanno preso l’acqua per innaffiarle.
E poi una considerazione. Con o senza i verbali di Schiavone, i veleni sepolti nelle campagne di Napoli e Caserta sono noti da anni e annorum. L’avrete sentito anche voi: va per la maggiore l’opinione che tutto ‘sto fervore di interviste di pentiti e di bidoni tossici sia venuto fuori perché la camorra – dopo avere guadagnato smaltendo nei campi le peggiori schifezze – ora ambirebbe allo stanziamento di denaro pubblico destinato alle bonifiche, così da poter guadagnare anche su queste.
Sarebbe peggio che cadere dalla padella alla brace. Per quel che vale, spezzo una lancia a favore di analisi a tappeto dei terreni e della conversione a colture no food di quelli avvelenati: fiori, fibre tessili, canapa per bioedilizia. Va bene tutto, purché non ne esca un altro banchetto di soldi&criminali.
fonte: blogeko.iljournal.it

vegans do it better di cunny


Della serie "cazzo ho sputato sangue per mandarti a scuola e tu perdi tempo a fare studi del cazzo! Era meglio se andavi a lavorare!" ecco un nuovo studio inutile che fornirà notizie inutili e che è perfetto per un blog inutile come il mio.

"I vegetariani lo fanno meglio. Spesso esili rispetto ai 'carnivori', sono loro ad avere l'ultima parola al momento di entrare in camera da letto. Tutto merito della soia, in particolare del tofu, e di altri alimenti consumati in gran quantità nella dieta verde. Così, secondo uno studio Usa, chi la segue ha una vita sessuale migliore rispetto ai golosi di bistecche e hamburger."

Aspettate prima di buttare i ciccioli in pattumiera perché scoprirete che questo studio è una minchiata colossale.

La ricerca, infatti, è stata condotta su un gruppo di colobi rossi.
Cazzo sono i colobi rossi?
Sono delle scimmie che vivono in varie zone dell'Africa sub-sahariana.
Il nome viene dal greco kolobòs (κολοβός) "mutilo", "monco", e si riferisce alla quasi assenza del pollice, ridotto ad un moncone: una caratteristica comune ai generi appartenenti alla tribù colobini.

E cosa hanno fatto gli studiosi?
Hanno seguito le scimmie e registrato quello che mangiavano, analizzato quello che cagavano ed hanno osservato quanto erano incazzosi e quanto scopavano.
Hanno notato che i maschi di colobo rosso che si nutrivano delle foglie di un albero tropicale ricco di sostanze simili a estrogeni, e molto vicine alla soia, avevano maggiori concentrazioni di estradiolo, l'ormone del sesso e, quindi, scopavano di più.

Ora, se fossimo dei colobi rossi questa notizia ci farebbe piacere.
Andremmo a cercare l'albero le cui foglie sono ricche di sostanze simi ad estrogeni, ne mangeremmo fino a scoppiare e poi cercheremmo delle femmine di colobo rosso e le scoperemmo a sangue.
Ma noi non siamo dei colobi rossi e non ci manca nemmeno la voglia di scopare:
siamo esseri umani e ci manca la materia prima, la gnocca!

Siamo sempre lì...è tutta una manovra dei vegetariani per screditare noi che mangiamo la carne.
Non so se lo avete notato ma i vegetariani sono sempre lì a rompere il cazzo.
Ti additano, ti offendono, te ne dicono di tutti colori anche se non fai nulla di male mentre stai addentando il tuo panino col salame.
Noi carnivori siamo così? No, non siamo così.
Rompiamo forse il cazzo a chi si sta mangiando il suo bel pezzo di tofù alla griglia? No.
La meniamo a chi sta preparandosi la sua bella insalata? Macchè, proprio no.

Ecco quindi che, pur di screditarci, arrivano a dire che chi si nutre con delle foglie di un albero del cazzo scopa di più.
Eh no miei cari...credetemi.
Potrei mangiare tutte le foglie di tutti gli alberi delle foreste dell'africa sub-sahariana che scoperei tanto quanto ora, perché non manca la voglia ma la materia prima.

Ah, il sottoscritto non ama solo il cunnilingus ma anche infilare la lingua nell'altro buchetto.
La donna è fatta davvero bene: ha i due buchetti vicini e la strada da percorrere per passare da uno all'altro è piacevolissima. Non solo per me ma anche per chi si lascia assaggiare.

mercoledì 6 novembre 2013

brevemente



la mia adolescenza fu sotto l'insegna del torpore, al tal punto che la prof di matematica convocò il genitore per comprendere se ci fossi o ci facessi. Le dinamiche aritmetiche non si confacevano con le parti mistiche psicosomatiche. Ero strana allora come lo sono ora. Intuii che non ero tagliata per la gonna, santa madonna! Mi rompevo troppo le palle, aspettavo il momento giusto per infilare i jeans come seconda pelle. La battaglia quotidiana della grana già zampillava come la fontana. L'attentato di piazza Fontana a Milano, fu uno spartiacque per l'italiano.

- continua -

martedì 5 novembre 2013

prostituzione minorile a Roma




ROMA — La prima a crollare, a gridare «non ce la faccio più, sono loro che mi obbligano, voglio soltanto tornare a scuola» è stata Emanuela, 14 anni, un pianto di lacrime e accuse contro gli affetti più cari: la madre, che guadagnava sul suo corpo violato, e Serena, l’amica del cuore, che per mano l’aveva portata nell’abisso dei corpi venduti. Serena no, lei è la dura, per quattro ore resiste ai magistrati che l’interrogano, non piange mai, solo alla fine si piega, capisce cosa ha fatto, anzi che cosa le hanno fatto. Eccolo il giorno dopo delle due baby-prostitute della Roma bene, le due ragazzine che ricevevano nell’appartamento con le tende di broccato e i mobili finto antichi di un brutto palazzo dei Parioli. Una storia nera e torbida, fatta di sfruttatori, di clienti senza scrupoli, di una madre che finisce in carcere perché spinge la sua bambina adolescente a prostituirsi, e di un’altra madre che per fortuna tesse la tela della salvezza.

Inizia sui banchi di scuola, in un liceo classico della capitale, l’amicizia spericolata di Emanuela, 14 anni, la famiglia che tira a campare con un bar sulla via Prenestina, e di Serena (così le abbiamo chiamate), 15 anni, orfana di padre, una rabbia che le devasta vita e la porta più volte a scappare di casa. Su Facebook si fotografano insieme, trucco pesante, pose sexy e broncio sensuale, tatuaggi che parlano di “disperati amori”, ma anche cuoricini e ogni tanto immagini di giovinezza normale con i compagni di classe. Insieme hanno oltre quattromila amici, condividono il motto “freghiamo il mondo”, ma anche “vita ti odio”, e poi “scopate, non studiate”. L’estremo dell’età incerta, il buio e la luce dell’adolescenza. Ogni tanto spacciano. «Mai senza di te», si scrivono l’una all’altra.

È Serena a cominciare: cerca soldi, è in lotta perenne con sua madre, una professionista affermata, le piace sniffare cocaina. E’ ribelle e arrabbiata Serena. A 12 anni ha il primo rapporto sessuale. Più volte aggredisce la madre, la picchia, la minaccia: «Ti mando i miei amici cocainomani a sgozzarti, ti brucio i vestiti, ti sgozzo con le mie mani». Vendersi è facile, la cosa più facile, nell’universo ipersessuato dei ragazzi 2.0. Serena mette le sue foto su “Bakecaincontrii.com”, sito hard, pornografia per tutti, vero e proprio canale di prostituzione online. I clienti arrivano subito, figuriamoci, e così i soldi. Emanuela la segue, lei davvero non ha una lira in tasca, cento euro, duecento, sempre di più. Chissà come si sentivano dopo, e poi a scuola, Emanuela e Serena. Ancora su Fb le due si postano sexy e sicure, seminude spesso, “non lasciarmi mai” si scrivono l’una all’altra, quelle amicizie profonde e terribili dell’adolescenza.

È il maggio della scorsa primavera quando la mamma di Serena, disperata per quella figlia così dura e violenta, che già una volta aveva denunciato ai servizi sociali, decide di farla seguire da un investigatore privato. E la rete si mostra in tutta la sua sordida trama: perché nel “gioco” di Serena ed Emanuela, si sono inseriti due personaggi, entrambi magnaccia di professione, Nunzio Pizzacalla, caporal maggiore dell’esercito, e Mirko Ieni, ambiguo autista- organizzatore di feste notturne. Le intercettano su “Bakecaincontriii. com”, le convincono a lavorare per loro. «Mandami foto a seno nudo», chiedono. E se una delle due si rifiuta Pizzacalla attacca: «Non ti piace andare negli alberghi? Ok, basta che li scopi».

Le Lolite piacciono, i clienti non mancano. Qualcuno si fa chiamare “papy”. Più eccitante. «Tu mi piaci — scrive in un sms il
cliente Riccado Sbarra, commercialista, alle ragazze — adoro le lolitine, e rosico che ancora non abbiamo giocato...». È Mirko Ieni ad affittare l’appartamento di viale Parioli 190, quell’appartamento di cui restano le immagini squallide di letti sfatti nel video girato dai carabinieri. Il resto è noto: Serena ed Emanuela diventano baby squillo a tutti gli effetti: «Queste due me fanno guadagnà 600 euro al giorno» dice trionfante Ieni in una intercettazione telefonica. Escono da scuola ed entrano nell’appartamento. E se tardano Ieni, che le chiama “stronze”, le ricatta e le sgrida. Ma la cosa peggiore avviene poche settimane dopo: la madre di Emanuela, la più piccola, scopre che “Manu” si prostituisce. E non la salva, non l’aiuta, non denuncia gli sfruttatori. No, la incita a proseguire, perché in casa non c’è più un soldo, il bar è chiuso, i debiti sono tanti. È l’anima nera di questa storia: finirà arrestata la madre di Manu, insieme a Ieni, Pizzacalla e ad altri due clienti. Cinque invece denunciati a piede libero. Perché Emanuela e Serena non fuggono, non scappano? «Alienazione, depersonalizzazione, non abitare più il proprio corpo» dice provando a decodificare la nebulosa, la psicologa Marilena Mazzolini.

Per fortuna c’è anche un’altra madre in questa storia di abisso e chissà se di resurrezione, adesso che Serena ed Emanuela sono in una comunità protetta. È lei, la genitrice di Serena, ragazza fragile, a denunciare tutto alla polizia, le sue investigazioni private che la portano a scoprire l’abisso in cui vive la figlia. Fino a ieri, quando nell’interrogatorio davanti dal procuratore aggiunto Maria Monteleone, e al pm Cristiana Macchiusi, Serena ed Emanuela finalmente raccontano: la voglia di denaro facile che diventa un gioco pericoloso, sporco e triste. Gli adulti avidi e corrotti. La loro giovinezza interrotta.

fonte: www.repubblica.it

sabato 2 novembre 2013

il delitto d'onore in Italia



in Italia, sino a pochi decenni fa, la commissione di un delitto perpetrato al fine di salvaguardare l'onore (ad esempio l'uccisione della coniuge adultera o dell'amante di questa o di entrambi) era sanzionata con pene attenuate rispetto all'analogo delitto di diverso movente, poiché si riconosceva che l'offesa all'onore arrecata da una condotta "disonorevole" valeva di gravissima provocazione, e la riparazione dell'onore non causava riprovazione sociale.

Vale la pena di riportare il dettato originario della norma:

Codice Penale, art. 587

Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell'atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d'ira determinato dall'offesa recata all'onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella.

L'art. 587 del codice penale consentiva quindi che fosse ridotta la pena per chi uccidesse la moglie (o il marito, nel caso ad esser tradita fosse stata la donna), la figlia o la sorella al fine di difendere "l'onor suo o della famiglia". La circostanza prevista richiedeva che vi fosse uno stato d'ira (che veniva in pratica sempre presunto). La ragione della diminuente doveva reperirsi in una "illegittima relazione carnale" che coinvolgesse una delle donne della famiglia; di questa si dava per acquisito, come si è letto, che costituisse offesa all'onore. Anche l'altro protagonista della illegittima relazione poteva dunque essere ucciso contro egual sanzione.
A titolo di chiarimento sulle mentalità generali su queste materie, almeno al tempo della promulgazione del Codice Rocco (che però riprendeva concetti già presenti nel Codice Zanardelli), va detto che contemporaneamente vigeva l'istituto del "matrimonio riparatore", che prevedeva l'estinzione del reato di violenza carnale nel caso che lo stupratore di una minorenne accondiscendesse a sposarla, salvando l'onore della famiglia.
Quanto all'ordinamento penale italiano, la prima innovazione venne dalla Corte Costituzionale, la quale aveva sancito l'incostituzionalità dell'art. 559 c.p., che prevedeva la punizione del solo adulterio della moglie e non anche del marito e del concubinato del marito (sentenze n.126 del 19 dicembre 1968 e n.147 del 3 dicembre 1969, ma in precedenza, nel 1961 si era già espressa in senso opposto). La prima sentenza era seguita, almeno temporalmente, ad un disegno di legge (n.4849, presentato alla Camera dei deputati il 6 febbraio 1968) dell'on. Oronzo Reale, ministro Guardasigilli, che proponeva l'abrogazione delle speciali previsioni sulle lesioni e sull'omicidio "a causa d'onore", proposte riprese pochi mesi dopo da un progetto di revisione dell'ordinamento penale affidato a Giuliano Vassalli. Le proposte erano restate senza effetto, sia per problemi di insufficiente durata delle legislature, sia per una certa posizione di "non sgradimento" da parte dell'opinione pubblica (stigmatizzata, con una certa eco, dal Nuvolone, il quale sottolineò come non si potesse non tenerne conto).
Dopo il referendum sul divorzio (1974), dopo la riforma del diritto di famiglia (legge 151/1975), e dopo il referendum sull'aborto, dunque davvero molto tempo dopo le dette sentenze, le disposizioni sul delitto d'onore sono state abrogate con la legge n. 442 del 5 agosto 1981.

fonte: Wikipedia