L'importanza della componente erotica presso gli egizi è ancora, per la moderna archeologia, un vasto campo d'indagine, dato che sino ad ora questo tema è stato rimosso dalla ricerca a causa di un superficiale pudore.
In Egitto non vi sono raffigurazioni erotiche che descrivano i rapporti interumani. Ciò potrebbe far supporre che l'erotismo sulle sponde del Nilo sia tabù.
Non è vero.
Basti pensare che, se gli egizi non ci hanno tramandato immagini erotiche ( come invece hanno fatto greci e romani), ci hanno lasciato sull'argomento parecchi scritti.
Il grande papiro di Torino dimostra che tremila anni or sono nella Terra delle piramidi circolava già la pornografia.
Gli antichi egizi erano soliti anche usare dei misteriosi miscugli afrodisiaci.
Se confrontiamo la lettura erotica degli egizi con quella dei greci e dei romani, emerge che nel Paese del Nilo la donna in amore era molto libera, seducente ed aggressiva, del tutto diversa da colei che si legge dai racconti di Ovidio ( Ars Amandi) o di Luciano ( Dialoghi).
Le donne egizie contavano molto più delle donne del resto del mondo.
E ciò valeva anche e soprattutto per la componente erotica.
In nessun'altra parte del mondo c'erano gli strip tease, le danzatrici così belle.
Le troviamo per la prima volta alla corte del quarto Thutmosi, bisnonno di Tutanakhamon: uno scriba templare di Thutmosi IV fece riprodurre nella propria tomba una di quelle danzatrici chiamate "della bellezza".
Da allora, esse comparvero spesso nelle sepolture private tebane.
E' possibile ammirarle anche nel sacro tempio di Luxor; una cosa oscena per il pudico Erodoto.
In Egitto non vi sono raffigurazioni erotiche che descrivano i rapporti interumani. Ciò potrebbe far supporre che l'erotismo sulle sponde del Nilo sia tabù.
Non è vero.
Basti pensare che, se gli egizi non ci hanno tramandato immagini erotiche ( come invece hanno fatto greci e romani), ci hanno lasciato sull'argomento parecchi scritti.
Il grande papiro di Torino dimostra che tremila anni or sono nella Terra delle piramidi circolava già la pornografia.
Gli antichi egizi erano soliti anche usare dei misteriosi miscugli afrodisiaci.
Se confrontiamo la lettura erotica degli egizi con quella dei greci e dei romani, emerge che nel Paese del Nilo la donna in amore era molto libera, seducente ed aggressiva, del tutto diversa da colei che si legge dai racconti di Ovidio ( Ars Amandi) o di Luciano ( Dialoghi).
Le donne egizie contavano molto più delle donne del resto del mondo.
E ciò valeva anche e soprattutto per la componente erotica.
In nessun'altra parte del mondo c'erano gli strip tease, le danzatrici così belle.
Le troviamo per la prima volta alla corte del quarto Thutmosi, bisnonno di Tutanakhamon: uno scriba templare di Thutmosi IV fece riprodurre nella propria tomba una di quelle danzatrici chiamate "della bellezza".
Da allora, esse comparvero spesso nelle sepolture private tebane.
E' possibile ammirarle anche nel sacro tempio di Luxor; una cosa oscena per il pudico Erodoto.
La contraccezione
I tentativi di controllare le nascite erano ampiamente diffusi nell’antico Egitto, come testimoniano alcuni documenti. Tra questi, un un papiro del 1850 a.C. circa, in cui vengonodescritti delle specie di diaframmi fatti di gomma arabica, che ha effettivamente delle qualità spermicide. Il papiro parla anche di una miscela di miele e carbonato di sodio che veniva applicata all’interno della vagina, e di un altro tipo di diaframma fatto di sterco di coccodrillo. Sempre in Egitto sono stati ritrovati degli antichi disegni che raffigurano uomini con indosso capsule simili a preservativi, ma non è chiaro se questi venissero usati come contraccettivi o decorazioni cerimoniali.
Fonte il Post
Fonte il Post
fonte: www.anticoegitto.net
Chissà com'è l'odore dello sterco di coccodrillo ... magari all'epoca era come lo Chanel N°5 di oggi
RispondiEliminameglio non saperlo
EliminaPerchè pensavano che in Egitto non avessero pulsioni sessuali? Gli egizi son sempre stati avanti... Piuttosto fa pensare il fatto che papiri con queste pratiche si siano conservati per migliaia di anni arrivando intatti a noi. Non credo che la stessa sorte potrà toccare a un numero di Playboy o Le Ore tra due o tremila anni.
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