CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

domenica 16 marzo 2014

Gratteri? Troppo pulito, l'Italia non può permetterselo

Con il suo piano organico di riforme, divenendo ministro Nicola Gratteri «minacciava di far funzionare la giustizia per davvero: ma una giustizia che funziona – dice Marco Travaglio – il nostro sistema di potere non se la può permettere». Secondo il fondatore del “Fatto Quotidiano”, «basta una ripresa dall’elicottero o dal satellite di tutti i politici nazionali o locali, banchieri, imprenditori, manager, faccendieri, lobbisti, massoni, boiardi, alti ufficiali e alti dirigenti delle forze dell’ordine e dei servizi sotto processo per cogliere la portata destabilizzante, eversiva di una giustizia rapida ed efficiente». Per Travaglio, «con una classe dirigente così corrotta e collusa, basterebbe una riforma di stampo europeo della prescrizione (che dappertutto smette di correre dopo il rinvio a giudizio, mentre qui galoppa fino in Cassazione) per fare una rivoluzione pacifica molto più devastante di quelle cruente».
Pur occupandosi dell’ala militare della ‘ndrangheta, scrive Travaglio in un editoriale ripreso da “Micromega”, Gratteri ha maturato sul campo una Il pm antimafia Nicola Grattericonoscenza approfondita e dunque “tridimensionale” dei sistemi criminali italiani: «Chi avesse dubbi dia un’occhiata alle facce e alle fedine penali dei dirigenti calabresi di Pd, Pdl, Ncd e Udc». Infatti, il pm antimafia che Napolitano non ha voluto al governo «non fa mistero di considerare questa classe politica, trasversalmente, un focolaio di infezione». Per questo, il magistrato chiedeva “mani libere”, e – nel caso – sarebbe andato fino in fondo, senza guardare in faccia a nessuno, «mettendo a repentaglio non la sua carriera (non ci ha mai tenuto), ma la stabilità e la sopravvivenza del Sistema».
E’ per questo che «l’Imbalsamatore ha subito sventato la minaccia: chiunque altro, ma non Gratteri. Infatti è toccato a un Chiunque Altro, il povero Andrea Orlando», che Travaglio definisce «un onesto e innocuo orecchiante», uno che «ha assorbito a sua insaputa l’intero armamentario berlusconiano: confonde la riforma della giustizia con quella dei giudici (azione penale facoltativa, separazione delle carriere, più politici nel Csm) e vuole abolire l’ergastolo come fossimo la Norvegia, non il paese delle mafie e delle trattative». Per Travaglio, il siluramento di Gratteri resta «il peccato originale del nuovo governo». Napolitano era «disposto a scaricare persino i suoi protetti Saccomanni, Bonino e Cancellieri, ma non a lasciar passare un pm antimafia alla giustizia».

fonte: www.libreidee.org

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