CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

martedì 13 maggio 2014

rincoglionimento

Come i media tentano di manipolare la realtà annebbiando la mente.


"Sono nato e cresciuto in un ghetto, ma il ghetto non è mai nè nato nè cresciuto nel mio cuore".
                                                                                Rev. Martin Luther King



di Sergio Di Cori Modigliani

Nel suo splendido libro "La fabbrica del consenso", pubblicato nel 1998 a New York, Noam Chomsky ci illustra sulle modalità usate dal sistema di potere vigente per imbrigliare le menti, annebbiare le facoltà di ragionamento e avere vita facile nella costruzione di un consenso basato sulla manipolazione dei fatti, sull'alterazione della realtà e l'occultamento della verità. L'immagine che vedete riprodotta in bacheca era la copertina del testo originale. 
In Italia, quel testo, venne tradotto e pubblicato subito da Marco Tropea editore, di Milano, ma passò -non a caso- inosservato, poco recensito, posizionato ai margini del dibattito. In quel momento, infatti, andava per la maggiore la pubblicistica gestita dai nostri colossi dell'informazione (l'asse Berlusconi-De Benedetti) tutta a favore dell'imminente varo dell'euro e di quella che Forza Italia e i DS propagandavano in quel momento come la grande occasione per l'Italia al fine di compiere un balzo in avanti: i grandi accorpamenti delle banche e l'investimento nella finanza speculativa. Anche la Lega Nord saltò su quel cavallo con entusiasmo, diffondendo in tutte le sezioni del partito in Lombardia, Veneto, Piemonte, degli opuscoli (a firma Umberto Bossi) dal titolo "L'euro e le banche: l'occasione d'oro per affermare il federalismo lanciando le imprese del Nord in Europa". Il giovane su cui tutti puntavano, considerandolo come l'astro nascente del poderoso cambiamento rivoluzionario del nostro paese, era allora un certo Enrico Letta, che di lì a breve avrebbe invaso le librerie con il suo testo, pubblicato da Rizzoli "Morire per l'euro". Gli faceva eco un economista della destra, un certo Giulio Tremonti, autore di un testo "Perchè e come l'euro ci salverà" che introduceva e lanciava quella che sarebbe stata per anni la narrazione costruita per quelle decine di milioni di italiani che poi hanno votato per tutti loro. 
Stanno tutti ancora lì, 16 anni dopo.
E' trascorsa una generazione, e le stesse identiche personalità che hanno consapevolmente e scientemente costruito lo smantellamento dell'economia industriale nazionale, il depauperamento del territorio, l'espoliazione delle risorse nel territorio, la resa dell'economia alla finanza, oggi si presentano in campagna elettorale sostenendo esattamente l'opposto di ciò che allora propagandavano come mantra ideali, salvifici e risolutori.
Sono le stesse persone, con l'aggiunta di new entry tipo Matteo Salvini o Matteo Renzi, tanto per far credere che ci siano delle novità.
Essendo noi una etnia che soffre di amnesia collettiva, è difficile trovare oggi chi ricordi le parole e gli scritti di questi personaggi alla fine degli anni'90.
In quel momento decisivo, la classe dirigente partitica italiana, la classe degli industriali e i professionisti della comunicazione avevano un unico e solido obiettivo: far dimenticare la stagione di Tangentopoli, spiegare agli italiani che quello era un tempo remoto e sorpassato, imbarcandoli tutti, bellamente riciclati con il loro bravo doppiopetto, chi a destra, chi a sinistra, chi al centro. "Il tempo è galantuomo" si dice da noi, in Italia.
Era ciò su cui puntavano i partiti.
Il filosofo tedesco Hegel sosteneva che la Storia è dotata di una "sua assurda e originale astuzia, venata di ironia e implacabile realismo" che immancabilmente si ripresenta nel sociale e nella vita politica quando uno meno se l'aspetta, soprattutto se non sono stati fatti i conti quando era il momento.
Tutta la questione relativa alle tangenti di Expo Milano 2015, a mio avviso, appartiene, appunto, a questa astuzia della Storia
Avvalendoci dei suggerimenti di Chomsky, è facile comprendere oggi come i dirigenti dei partiti di allora (gli stessi identici dei partiti di oggi) cerchino di manovrare i media, nel tentativo disperato di nascondere una realtà che appare - agli occhi degli spiriti più sereni e dotati- come la logica conseguenza e continuazione di quella stagione, perchè non esistono mezze rivoluzioni, mezzi repulisti, mezze inchieste, cambiamenti a metà: o si cambia o non si cambia.

Un talk show mattiniero di oggi, su Rainews24, è stato davvero emblematico. A partecipare alla trasmissione, per dare un contributo informativo sul rapporto appalti pubblici/corruzione privata/società politica, nel rispetto della par condicio, hanno invitato esponenti del PD, di Forza Italia, della Lega Nord, che sono tutti indagati, che sono tutti coinvolti, chi in un modo chi nell'altro. E non è certo un caso che dicano tutti la stessa cosa: "Oggi è completamente diverso da allora, perchè nella prima repubblica si trattava di un sistema, oggi, invece, siamo in presenza di individui che approfittano di qualche conoscenza per fare degli affari, e i partiti non sono coinvolti".
Penso che questo tipo di argomentazione si commenti da sola.
Ma gli italiani, incredibile ma vero, in gran parte se la stanno bevendo.
Se fosse come i dirigenti politici stanno andando in giro a sostenere, vorrebbe dire che in Italia è possibile per dei businessmen e per degli imprenditori fare affari avvalendosi di appalti pubblici senza che la politica venga coinvolta, neppure sfiorata. La verità è che -come i magistrati hanno puntualizzato e spiegato in diverse occasioni- oggi esistono sistemi più sofisticati e occulti per manovrare e gestire il flusso di danaro. L'imprenditore (o il politico) che consegna una busta (o la prende) con dentro 10 o 15 mila euro è una rarità, un errore dovuto a onnipotenza arrogante o una specie di mancia in più di cui qualcuno approfitta per arraffare delle briciole non visto da nessuno. Ma si tratta di veri scemi, ammalati di miseria interiore.  Tutto il sistema passa attraverso incroci azionari multipli che finiscono per convogliare nelle fondazioni che poi diventano proprietarie di banche, perché sono loro a stabilire le nomine di chi siederà nei consigli di amministrazione e farà avere o non avere crediti a questa o quella persona, questa o quell'azienda. 
Quello è il sistema che blocca l'economia, e lì dentro, in quell'ingranaggio, si sono infilati gli esponenti della criminalità organizzata che, in tal modo, hanno invaso sia il sistema bancario che quello imprenditoriale, rendendo inestricabile la matassa della corruttela. Ecco perché è diventato fondamentale, in Italia, per i partiti, l'abbattimento della competenza tecnica: sostituendola con quella dei "nominati" sia come deputati e senatori che come dirigenti, amministratori e presidenti di enti, istituti finanziari, fondazioni. 
I media, gestiti dai partiti, vogliono farci credere che i partiti non c'entrano. 
Lo credo bene: i partiti sono proprietari dei media e salvaguardano i propri interessi. 
Un piccolo esempio valido per tutti: sei giorni fa, il sindaco di Pavia (Forza Italia) ha fatto un comizio elettorale incentrato sulla necessità di combattere la diffusione delle videoslot attaccando il gioco d'azzardo, perché sanno che questo è ciò che la gente vuol sentirsi dire. Finito il comizio, è andato a cena (senza giornalisti nè videocamere) insieme alla Gelmini e a un rappresentante di una importante azienda che distribuisce videoslot, ed è tra i finanziatori di una fondazione legata agli esponenti politici che "ufficialmente" fanno campagna elettorale contro. Ciò che conta per loro, infatti, è prendere i voti per seguitare a fare affari, e se per prendere voti bisogna dire che aboliamo le videoslot allora lo fanno. Tanto sanno che poi, finite le elezioni, non se ne parla più, e gli affari proseguono. I produttori di videoslot erano tra i più solerti finanziatori della fondazione di Enrico Letta che lui ha chiuso due mesi prima di essere eletto primo ministro per non dar adito a nessuna forma di sospetto. Ma quella fondazione ha lavorato sul territorio per anni, ha finanziato attività, mostre, seminari, convegni ai quali hanno partecipato persone e personaggi (regolarmente e lautamente pagati, magari addirittura contro-fattura) i quali "ufficialmente" non hanno nulla a che fare con la corruzione o con malandrini. Sono nel giro "a loro insaputa". Ma ci stanno.
Questo tipo di persone (Chomsky lo spiega benissimo) finiscono per costruire dentro la propria mente un determinato impianto mentale che li porta a produrre automaticamente una forma di autocensura.
Non la si può combattere con una Legge.
Non sono le manette a risolvere il problema.
Si tratta di attuare un cambiamento mentale che comporta la diffusione di una diversa consapevolezza individuale che va estesa all'intera collettività. Conosco diversi medici, ai quali deve andare il rispetto dell'intera comunità pensante di persone per bene, i quali, invitati a un convegno scientifico in un posto da sogno, trattati come se fossero Einstein, con regali da sogno, (compresi anche quelli per il coniuge rimasto a casa) rispondono "Grazie, lei è molto gentile, non ci vengo al convegno, non mi interessa". Perché, quando cinque mesi dopo, quell'industria chimico-farmaceutica che ha pagato le spese, bussa alla porta per imporre il proprio farmaco, è "automatico" dire di sì a chi è stato tanto generoso con te e con tua moglie.
Noam Chomsky identifica la chiave di volta nel concetto di "propaganda sublininale tesa a produrre autocensura": quello è il passaporto che spiana la strada alla corruttela.
Per i giornalisti che vediamo alla tivvù, è "normale" dire frasi del tipo "Non so se potrebbe funzionare Marina Berlusconi come esponente politico; è senz'altro una grande imprenditrice e ottima amministratrice di azienda, ma la Politica è un'altra cosa". (usano tutti questa frase fatta). All'ascoltatore arriva l'input che la Berlusconi è bravissima nel suo lavoro, il che non è vero. Nel 2010 la Mondadori valeva in borsa circa 8 euro, oggi ne vale 1,30; l'azienda è indebitata fino al collo e la casa editrice sta andando a picco, ma non troverete nessuno che lo dice. Parlando in questo modo si prendono due piccioni con una fava: si fa credere che si sta facendo una critica, quando, invece, è esattamente l'opposto, e si promuove una persona che, nella realtà dei fatti, ha dimostrato di non essere capace. 
Per questo, sia il PD che Forza Italia si stanno arrampicando sugli specchi per far credere che l'ex democristiano Frigerio e l'ex comunista Greganti siano due individui disonesti che, motu proprio, hanno deciso di fare i malandrini facendosi dare delle tangenti personali.
Non esistono "tangenti personali" se non in casi davvero molto rari: è un po' come con i concorsi. Ogni tanto arrestano qualche primario sostenendo che ha "truccato un concorso".
La tragedia è che non esistono concorsi puliti, il che è diverso.
Ma qui è necessario ragionare con acume.
Perché c'è il rischio di scivolare nell'errore di sostenere che "tanto sono tutti dei ladri".
Non è così.
Non è affatto vero.
E' come dire che le donne sono tutte delle troie o i maschi sono tutti maiali.
E' il mondo dei partiti verticali che funziona così, ed è il mondo che loro vogliono che esista.
Ma quello è un mondo piccolo, è un ghetto, è il mondo della miseria interiore.
E' il mercato italiano che funziona così perché questa è la regola imposta dalle segreterie dei partiti che sono diventate delle aziende d'affari.
Esiste un altro mondo, così come esiste un'altra Europa.
Essersi accordati con le mafie non è servito a rabbonire le mafie come i realisti cinici dicevano in giro, sostenendo che era il modo migliore per calmarli. E' stato il modo migliore, invece, per invitarli a nozze, mettendo nelle loro mani le segreterie dei partiti verticali che sono diventate tutte ricattabili, quindi complici, sapendolo o a loro insaputa. Non ha importanza. 
Quello è il cancro dell'Italia, ed è il segreto di Pulcinella.
Berlusconi può fare l'animalista o promettere soldi ai pensionati, Salvini può andare in giro a sostenere che l'euro è la causa di tutto, e Renzi può cavarsela con dei tweet ad effetto o una striscetta su facebook: sono tutte facce della stessa identica medaglia.
L'Italia ha bisogno di facce diverse di una medaglia che sia diversa.
Abbiamo bisogno di mandare in Europa una rappresentanza di cittadini italiani che non appartengano a cosche di riferimento ricattabili. Da diverse parti sento spesso persone che sostengono che i candidati M5s alle europee non hanno la preparazione adeguata, come se invece la Zanicchi o la Picierno, Scoppelliti o Fitto, invece, ce l'avessero. Forse non hanno una laurea in economia, non hanno praticato nè l'inglese nè il francese, ma una cosa è certa: non sono ricattabili e quindi mettono paura ai colossi di Bruxelles.
Soprattutto, non appartengono a un ghetto mentale, il più pericoloso di tutti in assoluto.
Quel ghetto piccolo-.borghese, fatto di meschinità, di piccinerie, di ambizioni squallide, che rivela sempre l'italianità dalla quale dobbiamo prendere le distanze.
Noi italiani abbiamo distrutto questo paese, non sono stati i tedeschi o i russi o gli americani.
Noi italiani, quindi, siamo i soli e gli unici che lo possiamo aggiustare.
L'idea di mandare in Europa esponenti della cittadinanza che non possono essere ricattati da nessuno per nessun motivo, in questo momento, mi sembra la risposta etica migliore alla vittoria delle mafie sulle persone per bene.
Il nostro è un paese ignorante in cui la criminalità organizzata detta l'agenda politica.
Dobbiamo andare a Bruxelles a dettarne un'altra.
Non sarà certo lo Stato a darci una mano per liberarci dai mafiosi, visto che ci si è accordato.
Come sostiene Marco Travaglio "E' Stato la mafia".
Siamo noi che ci dobbiamo dare una mano da soli, tra di noi, per dare quindi noi una mano allo Stato, affinché arrivi chiaro e forte il messaggio che consenta di liberarci non di Frigerio o di Greganti, ma dell'intera classe dirigente dei partiti verticali che li ha da sempre alimentati, foraggiati, sostenuti, supportati.
Cambiare si può.
E' possibile.
Matteo Renzi ha twittato: "L'Italia è molto più grande delle sue paure".
La penso in maniera opposta.
L'Italia è piccola piccola e le paure sono immense.
La vera paura che ho io è quella di sapere che i mafiosi e i camorristi seguiteranno a occupare le stanze del potere politico impedendo una vita serena ai miei figli.
E' una paura che attanaglia alla gola, ed è grandissima. E' giusto che sia così.
E se siete spaventati da questo anche voi, avete ragione.
A me, l'idea che Renzi sostenga che quest'Italia è un grande paese, mi fa davvero paura.
Non lo è.
Se lo fosse, Marcello Dell'Utri non starebbe a Beirut definendosi prigioniero politico.

fonte: sergiodicorimodiglianji.blogspot.it

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