L’alleanza europea, formata da 50 associazioni, si adopera per salvare api e agricoltura. A questo proposito ha fatto sentire ieri la sua voce alle assemblee generali di Syngenta, Bayer e BASF, per chiedere a queste due società di ammettere le loro responsabilità nell’uso diinsetticidi neonicotinoidi, incuranti dei divieti imposti a livello europeo.
È assurdo che queste multinazionali ci vogliano convincere che non sono parte in causa di questo genocidio. Il continuare ad utilizzare pesticidi killer testimonia la loro responsabilità, ed è veramente puerile addossare la colpa ad un acaro di nome varroa, o ad altre fantasiose supposizioni con un atteggiamento ipocrita e letale per la natura.
È il momento di passare dalle attuali pratiche agricole intensive e dipendenti dalla chimica a sistemi compatibili con la biodiversità e l’apicoltura» dichiara Francesco Panella, presidente di BeeLife, il coordinamento apistico europeo, intervenendo all’assemblea della Syngenta.
L’uso della chimica produce monoculture, ma in questo modo si perde la biodiversità, e funzioni essenziali come l’impollinazione. Siamo in presenza di attività non umane, e mi chiedo come si fa ad avvallare la distruzione di questo pianeta, attraverso sostanze letali per l’ambiente che inevitabilmente finiremo per ingerire avvelenandoci.
Vogliamo arrivare a fare come in Cina, dove l’inquinamento, la deforestazione e soprattutto l’uso improprio di fertilizzanti e pesticidi hanno sterminato la quasi totalità delle api e così i contadini cercano di correre ai ripari con l’impollinazione manuale? I frutteti, soprattutto le coltivazioni di meli, sono popolati da uomini-ape, costretti ad arrampicarsi sugli alberi e a impollinare a mano ogni singolo fiore.
E così ora in alcune regioni il 95% dei fiori devono essere fecondati a mano con opportuni pennelli. Il tempo a disposizione dei coltivatori è breve (soltanto due settimane) e sono milioni le persone impiegate per sostituire le api – reclutate con paghe bassissime, ma che crescono con il crescere incessante della domanda. Il rischio di non farcela è sempre in agguato: un uomo-ape impollina 20 alberi al giorno, mentre uno sciame ne farebbe 200.
È veramente triste ciò che sta accadendo al nostro pianeta ovunque si volga lo sguardo. Non esiste campo che non sia inquinato, e mi chiedo se coloro che sono parte in causa di questo genocidio abbiano ancora un cuore, oppure siano stati modificati in macchine per fare il lavoro sporco, rendendo questo pianeta ospitale per forze aliene.
Perdere le nostre radici, il contatto con la terra, e tutto ciò che concorre a mantenerlo vitale, non è umano. Anche se siamo accerchiati da preponderanti forze nemiche, dobbiamo combattere per mantenere viva la scintilla che ci consenta di rimanere umani.
Altrimenti come non pensare che tutto quello che viene irrorato non contenga anche sostanze che modificano la nostra coscienza rendendoci inerti, per riattivarci solo davanti a tutto ciò che di inutile ci viene propinato?
Fonte: primapaginadiyvs.it
fonte: www.nocensura.com
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