CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

lunedì 12 maggio 2014

oggi sposi di Accendere un fuoco e poi sparire



La cosa bella è che - almeno domattina - non dobbiamo svegliarci presto. L'appuntamento è a mezzogiorno e un quarto, nella saletta che il mio illuminato Comune mette a disposizione per quei (tanti, ormai) che alla munificità della chiesa preferiscono l'austerità del rito civile.
La cosa brutta è che con l'austerità un po' si esagera. La sala è piuttosto anonima - per non dire SPOGLIA. Inoltre, per regolamento comunale non sono ammessi addobbi, nemmeno floreali. Ma perché? A noi piacciono i fiori. Siamo anche disposti a portarceli a casa, dopo.
La cosa buona è che in dieci minuti abbiamo organizzato tutto. Avevamo già il modulo con i documenti da portare e allo "sportello matrimoni" del Comune c'era solo una persona davanti a noi. Il consigliere che ci sposerà è un amico di famiglia (o meglio, un amico dei miei suoceri). I testimoni sono avvisati - allungheranno solo un po' la loro pausa pranzo - e il rinfresco si potrà agevolmente gestire a casa nostra, con il servizio da 12 che ci hanno regalato i parenti dalla Germania.
La cosa brutta è che nessuno ci può accompagnare (nessuno perde una preziosa giornata di lavoro) e quindi dovremo prendere l'autobus vestiti da cerimonia. Non ci sposiamo in tait e abito bianco, ma nemmeno in jeans e infradito. Per fortuna non dovrebbe nè piovere nè fare troppo caldo. Ma non era meglio farlo nella chiesa della parrocchia, che vediamo dalla finestra di casa, invece che essere costretti ad andare in centro? No, perché non siamo credenti. Ok, amore.
La cosa bella è che, da domani, nostro figlio avrà un padre e una madre che non si limitano a convivere, ma lo fanno da "marito e moglie".
Proprio come mia madre, che non perde occasione per ricordarmi che alla mia età era già sposata da vent'anni e di figli ne aveva già tre. O come mio padre, che non dice niente ed è ancora peggio forse.
Arriveranno lì direttamente, come forma di protesta - non portata alle estreme conseguenze - perché noi non siamo come loro. Non abbiamo aspettato di essere sposati per avere un figlio, un lavoro fisso. Non abbiamo scelto la Chiesa nè il ristorante. Ma nonostante questo ci saranno.
La cosa brutta è che ci sposiamo di martedì. Questa non l'ho pensata io, ma tutti quelli a cui lo abbiamo sommessamente annunciato. "De venare e de marte no se se sposa e no se parte", hanno risposto tutti. Ma io, detto fra noi, non ci credo mica tanto. Siamo sempre partiti per le vacanze estive di venerdì pomeriggio e ci è sempre andata bene. Cosa volete che sia, un matrimonio di martedì.

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