CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

sabato 1 settembre 2018

mistica sacrificale e terrorismo rituale in politica

la Legione dell’Arcangelo Michele di Conrneliu Zelea Codreanu.




La nascita di un movimento politico non è mai stato nella Storia un fatto casuale, ma sempre una risposta a problemi spirituali, etici, pratici e contingenti che caratterizzano un'epoca. La storia politica europea, non è una storia asettica e limpida. Anzi, quasi sempre, la politica è stata, ed è, una manifestazione, più o meno evidente, della cultura elitaria religiosa, esoterico-magica occidentale.  La storia, poco conosciuta, della Legione dell’Arcangelo Michele di Corneliu Zelea Codreanu (1899-1938) ne è una dimostrazione. Siamo nella Romania post Prima Guerra mondiale, una nazione che nella sistemazione europea che segue il crollo degli Imperi centrali, ottiene notevolissimi vantaggi territoriali in seguito all'annessione di aree geografiche quali la Bessarabia, la Transilvania e la Bucovina, diventando cosi uno tra i più estesi e popolati paesi dell'Europa orientale. La grande maggioranza dei Romeni era costituita da contadini che vivevano e lavoravano, in condizioni assai dure, su terreni di proprietà di un ristretto ceto di grandi latifondisti. I contadini erano l’80% della popolazione complessiva, e mantenevano ancora vivi valori quali l'orgoglio nazionale, la fedeltà alla religiosità cristiana ortodossa e alla tradizione latina. Questo mondo contadino fu punto di riferimento di tutta una corrente letteraria d'ispirazione populista, che lo contrapponeva al mondo cittadino corrotto. Esisteva un baratro politico tra la stragrande maggioranza dei romeni, e il 'paese legale' rappresentato dai partiti e da un ristretto gruppo di affaristi e speculatori raccolti attorno agli ambienti di Corte. Il ceto medio era estremamente ridotto, e questo spazio sociale era stato occupato nel tempo da stranieri soprattutto ebrei, ma anche russi, greci e armeni. Lo Stato era vissuto come una realtà astratta, lontana, presente soltanto attraverso un apparato burocratico lento e farraginoso. I contadini erano soliti organizzarsi in piccole confraternite nei villaggi, formate da persone vincolate da un reciproco giuramento di fedeltà. Spesso, in queste leghe, era presente il pope, in veste di consigliere, di guida spirituale e di custode della gerarchia dei valori che si tramandavano di generazione in generazione.  Alcuni intellettuali romeni denunciavano pubblicamente la presenza ebraica nel paese che, a loro giudizio, si traduceva in un controllo dell'intera vita politica ed economica nazionale. Tra questi intellettuali spiccava Alexandru Cuza, professore di economia politica nell'università di lasi, in Moldavia. Cuza elaborò un programma fondato sul concetto di unità nazionale ed etnica del popolo romeno, e su una rinnovata coscienza del patrimonio tradizionale. Nel 1919 fondò, insieme a Nicolae lorga (storico, letterato, museologo), il Partito Nazionale Democratico, al quale aderirà, per un certo periodo, anche Codreanu.  Corneliu Zelea Coderanu era nato nel 1899, figlio del professore di liceo Ion Zelea Codreanu e di Elizebeth Brunner, di origine austro-tedesca. Appena laureato, nel 1922, si recò in Germania per studiare economia politica nelle Università di Berlino e Jena. Nel marzo del 1923 tornò in Romania e fondò la Lega della Difesa Nazionale Cristiana (LANC), un movimento dai forti caratteri religiosi e mistici, sulla cui bandiera appariva il simbolo della svastica, un simbolo ancora, all’epoca, poco noto nell’accezione ‘antisemita’. Di certo Codreanu lo aveva conosciuto in Germania. Egli riteneva che il suo movimento dovesse distinguersi radicalmente da tutti gli altri partiti politici: il militante doveva essere un uomo di fede, non un semplice aderente per motivi 'razionali' o opportunistici. L'accusa di aver ordito una cospirazione per uccidere il capo del governo Ion Brătianu e alcuni ministri, poi fallita per un tradimento interno al gruppo stesso, porterà in carcere i capi della LANC, che saranno rinchiusi nel carcere di Vacaresti. Nella cappella del carcere, l’8 novembre 1923, giorno nel quale il calendario ortodosso festeggia i santi Michele e Gabriele, vittoriosi nell’Apocalisse, Codreanu ha una visione, con i suoi compagni, di fronte all’icona che raffigura l’Arcangelo Michele: «L’icona ci parve di una bellezza straordinaria.  […] ora mi sentivo legato a quella con tutta l’anima e avevo l’impressione che il Santo stesse lì, vivo davanti a me». In quello stesso giorno a Monaco, avviene il tentativo fallito di Putsch di Hitler, che farà di quella specifica data, con i suoi caduti nazisti, il giorno cruciale nella simbologia delle camicie brune. Il processo decretò l'assoluzione di Codreanu (che rivendicò le motivazioni ideali della cospirazione) e degli altri imputati. Pochi anni dopo, iI 24 giugno 1927, il giorno di San Giovanni Battista, Codreanu fonda la Legione dell'Arcangelo Michele. L’unità di base della Legione è il cuib, cioè il nido. L'Arcangelo Michele è inteso come il simbolo dell'eterno conflitto fra le forze del bene (della Tradizione) e quelle del male (della disgregazione e dei disvalori propri della cultura europea degli ultimi due secoli). La Legione nacque dalla volontà di un ristretto numero di persone che intendevano dar vita a una struttura compatta, elitaria, combattiva, che fosse in grado di rappresentare in potenza il futuro assetto dell'intera nazione romena. Codreanu richiedeva a ogni singolo militante di essere un uomo di fede, disposto alla lotta e alla sofferenza per il futuro della Romania. La lotta che la Legione indicava come lo strumento necessario per il riscatto della comunità nazionale, era in primo luogo una lotta interiore: ciascun legionario doveva trasformare il proprio essere prima di proporre qualcosa all'ambiente esterno. Non aveva senso per Codreanu la creazione di uno Stato nuovo che fosse poi messo nelle mani di uomini 'vecchi’. La configurazione dello Stato proposta dalla Legione si basava su un'elite formata da uomini interiormente rinnovati e liberati da individualismo, edonismo, materialismo, viltà. Il cuib era un nucleo composto al massimo da tredici persone, e al suo interno erano affrontati tutti i problemi che la Legione incontrava.  Si tenevano conferenze su questioni di politica interna e internazionale; era esaminata la situazione dei ceti romeni più bisognosi di aiuto, studiando ad esempio nuovi sistemi di coltivazione e di irrigazione. Il legame tra i legionari era prima di tutto un legame spirituale. Essi 'sentivano' e vivevano allo stesso modo; la comunità era fondata su una visione del mondo dai forti accenti mistici e religiosi, e non consisteva in una semplice adesione a un programma ideologico. La Legione creò una vera mistica della morte. L'eterna lotta contro le forze del male poteva essere vinta soltanto da chi sapeva «...assicurarsi il concorso delle potenze spirituali» cioè di tutti i morti per la Stirpe, e naturalmente di Cristo. La fede in Dio era uno dei capisaldi della vita legionaria secondo il Libro del Capo del cuib: «Ci occupiamo di lotte tra noi e gli altri uomini e non di lotte tra i comandamenti dello Spirito Santo e i desideri della nostra natura terrestre; ci preoccupiamo e desideriamo le vittorie sugli uomini, non le vittorie sul diavolo e sui peccati. Tutti i grandi uomini del mondo di ieri e di oggi: Napoleone, Mussolini, Hitler etc. sono maggiormente preoccupati di quelle vittorie. Il movimento legionario fa eccezione, occupandosi — ma insufficientemente — anche della vittoria cristiana nell'uomo, in vista della sua redenzione».

Nel libro si accenna (in più punti) anche a prove iniziatiche: «Là, alla fine della strada difficile delle tre prove, ha inizio l’opera bella, l’opera benedetta per costruire dalle fondamenta la nuova Romania». La riunione del cuib si apre con un rito preciso: «Dopo che i membri sono adunati, il capo si alza e grida con voce marziale ‘Camerati!’, a questo segnale tutti si alzano in piedi. Volgono la faccia verso oriente e salutano col braccio teso: un saluto al cielo, alle altezze e al sole simbolo della vittoria, della luce e del bene». La preghiera era considerata un atto magico di potenza che attraeva forze misteriose del mondo invisibile, come nella tradizione ermetica, da Plotino ad Agrippa. Il cristianesimo della Legione era un cristianesimo guerriero che all’epica del sacrificio univa quella del terrorismo. Nel 1929 Codreanu uccide il prefetto della città di Iasi, capoluogo della Moldavia, ma è liberato a furor di popolo diventando l’eroe dei super patrioti. Il 20 giugno 1930 costituisce la Guardia di Ferro, considerata strumento di autodifesa contro le persecuzioni del potere, che fa dell’omicidio uno strumento di lotta politica. La Legione all’inizio fu vista di buon occhio dalle autorità di polizia, ma non fu mai presa molto sul serio, tanto che la Guardia di Ferro ricevette finanziamenti da vari uomini politici su iniziativa dello stesso re Carol, che sperava di utilizzarli a suo favore. E’ indubbio che all’interno del movimento legionario si compissero riti di sangue, veri e propri riti sacrificali soprattutto nei riguardi dei traditori. Mihail Stelescu, ad esempio, un giovane deputato uscito dalla Legione per fondare un suo gruppo, fu ucciso il 16 luglio 1936 in modo rituale. Dopo essere stato crivellato, in ospedale, da 120 colpi, il suo corpo fu fatto a pezzi a colpi d’ascia e i dieci ‘giustizieri’ eseguirono attorno ai resti una danza accompagnata da un canto di purificazione, unendoci segni di croce.
Nel 1937 la Legione ebbe un importante successo elettorale, diventando il terzo partito romeno con il 17% dei voti, ed eleggendo 66 deputati. La repressione non tardò a manifestarsi: Codreanu fu accusato di aver leso l'onore di una personalità di regime e, per questo, fu condannato a sei mesi di carcere. Dopo poco tempo fu aperto un altro procedimento penale contro di lui. Questa volta le accuse erano pesanti, i capi d'imputazione parlavano di tentativi insurrezionali, attività terroristica, spionaggio a favore di uno Stato straniero. Il processo fu tenuto presso un tribunale militare, Codreanu fu condannato a dieci anni di lavori forzati. Ma la sua sola esistenza fisica rappresentava, agli occhi del sistema, una costante fonte di pericolo di instabilità.  Nella notte fra il 29 ed il 30 Novembre 1938, Codreanu, insieme ad altri tredici legionari, fu assassinato dai gendarmi nel bosco di Baneasa, con il pretesto di un trasferimento da un carcere a un altro. La mistica sacrificale della Legione e il terrorismo rituale del suo braccio armato, la Guardia di ferro, secondo gli storici non trovano riscontri in altri movimento fascisti dell’epoca.


Fonti principali
G., Galli, La Magia e il Potere, Lindau, 2004, Torino.
H., Seton-Watson, Le democrazie impossibili, Rubettino Editore, 1992, Messina.

fonte: http://larapavanetto.blogspot.com/

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