Non voglio entrare ancora nel giudizio della manovra economica che il Governo ha deciso di varare.
Noto soltanto che da "sinistra" - ovvero quella parte a cui politicamente io appartengo, ma che tanti altri hanno abbandonato a loro insaputa, nonostante dicano di farne parte - leggo commenti che mettono in risalto un errore grossolano di metodo e ignoranza sesquipedale di merito.
Oltre che i soliti, onnipresenti, paradossi.
L'errore di metodo sta nel fatto che, siccome la manovra viene adottata dai 5Stelle e dalla Lega, allora è sbagliata a prescindere.
E' un'equazione senza senso, che non trova alcun fondamento e che evidenzia, semmai, il carattere inutilmente fazioso, stomachevole e intestinale tipico dell'italiano medio.
"Italiano medio" come categoria socio-antropologica, di cui anche il "sinistroide" medio - che si sente culturalmente superiore, più illuminato e più progressista... ma che alla fine non è NULLA di tutto ciò - fa parte.
Ne fa parte anche perché, mentre il pensiero critico continua generalmente a latitare e, anzi, a piegarsi alle idee economiche mainstream - che dovrebbero essere "normali" per un partito di destra ultra-liberista, ma non per partiti che si dichiarano progressisti e socialdemocratici - i commenti alla manovra sono critici perché - udite udite!! - si accusa il Governo di "aumentare il debito pubblico e il deficit" e che tutto ciò "verrà pagato dai nostri figli e dai figli dei nostri figli".
Allora, a parte il fatto che mi chiedo se avremo mai figli, visto che la crisi economica - diventata nel frattempo crisi sociale, esistenziale e della democrazia (cosa che mi ricorda il famigerato rapporto del 1975 della Trilateral Commission, "The Crisis of Democracy") - non sta lasciando scampo a nessuno, a parte pochi privilegiati.
Poi, come dicevo, rilevo ancora una volta generale ignoranza in fatto di temi economici, pericolosissima, perché dopo le esperienze nefaste dei Governi tecnici e di "larghe intese", è ancora profondamente radicata.
Quell'ignoranza che il "sinistroide medio" stesso addebita all' "italiano medio", categoria di cui - come dicevo - fa parte a tutti gli effetti.
La situazione diventa tanto più grave quando si ha pure il coraggio di presentarsi al mondo come difensori della "laicità".
Ma "laicità" de che esattamente?
A cosa serve dichiararsi, ad esempio, "anti-clericali", contro il Vaticano e i fondamentalismi religiosi cattolici (contro quelli islamici no, perché è da "razzisti", ma questa è un'altra storia), se poi si aderisce - consapevolmente o meno (in quest'ultimo caso è più grave, date le presunte capacità critiche e culturali vantate) - a un pensiero dominante, che si auto-definisce "responsabile" e che si rifà a un modello che venera e teme i "mercati" come se fossero divinità?
Dove sta la "laicità" quando - come le pecore di "Animal Farm" di George Orwell - vengono ripetuti concetti che sono parte integrante di quella che è diventata ormai una vera e propria teologia dogmatica, cioè il "neoliberismo"?
Non vi sorprendete, allora, cari amici sedicenti "sinistroidi" se la Lega alle prossime elezioni europee prenderà il 30% e diventerà il primo partito in Italia: la responsabilità, prima di addebitarla a cittadini che esercitano una determinata scelta in DEMOCRAZIA - ovvero quel regime, quell'insieme di "regole del gioco" o se preferite, quella "cosa", secondo cui se vince qualcuno che a me non piace, devo accettarlo e basta - andrà ricercata innanzitutto in chi sistematicamente fallisce nella lettura della realtà che lo circonda e nella sua incapacità di rendersene conto, tanto per cominciare.
di Rosario Picolla
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