ma chi diavolo è questa Bianca Atzei che canta -canta?- Ciao amore ciao di Tenco?
ma chi sei?
ma lo sai cosa stai cantando? -cantando?
no.
certo che no.
è chiaro che no.
sono su un palco, discutibile ma notevole, dovrei essere competente sulla materia che porto e invece sono molto ignorante nella materia che porto.
non è che siccome scrivo poesie sono un poeta, e non è che siccome canto -canto?- sono un cantante.
non è che siccome canto Rose rosse me lo posso permettere...Raf, va bene la bronchite, vai a casa per favore.
non è che siccome canto Rose rosse me lo posso permettere...Raf, va bene la bronchite, vai a casa per favore.
si potrebbe pensare che io abbia una fissazione. magari è così e no ne sono consapevole. l'unica serata del festival di Sanremo che ascolto volentieri è quella delle cover. ne ho già parlato più volte, anche 2 anni fa, in occasione di un Ciao amore ciao cantato da Marco Mengoni (http://nuovateoria.blogspot.it/2013/02/ciao-amore-ciao-tenco-vince-il-festival.html).
altra musica, altra storia.
qui siamo nell'oceano della disperazione.
sul Corriere ho letto un commento che recitava qualcosa che somigliava a Bianca Atzei -ma chi è?- si schianta con Ciao amore ciao.
ecco, si, rende l'idea dello sfracello. uno schianto ad altissima velocità.
mi scoccia proprio questa cosa, non si fa, non si scherza con Tenco.
non si prende un monumento per farne ciotoli.
che non si ripeta mai più.
mi sono gustata invece il buon Nek, che ho avuto modo di apprezzare in alcune occasioni, con Se telefonando.
ora, questa canzone mi piace da pazzi, come molte del suo genere, come molte del suo tempo. canzoni per lo più cantate da Mina, amatissima da mia madre, come posso non averle in mente? le ho in mente tutte. è la televisione della mia infanzia, Canzonissima e altre trasmissioni di intrattenimento, rigoroso bianco e nero e fiumi di canzoni con quella voce che faceva crollare i muri.
perché, diciamolo, il buon Nek fa una discreta operazione musicale ma sull'amore già "finito" non ce la fa. no no, non ce la fa e quindi diventa fini....sto, spezzato in due con una pausa netta. e no, caro mio, Mina no, si sa, ce la faceva eccome: il suo "finito" non si spezza, si articola e basta.
ma al di là della potenza vocale impareggiabile, l'interpretazione a Sanemo di Nek mi piace, sento che ha colto lo spirito della canzone.
quel se telefonando mi fa pensare agli sms di oggi, ai quali a volte si affida la vita, perfino il sesso, il senso di un amore, la fine di un amore, se mai di amore si trattava. si faceva scrupolo invece, lei, di chiamarlo al telefono e di fargli male. come si dice una cosa così, è già finita, al telefono? buona domanda, domanda di altri tempi. dei miei, per l'appunto. e questa domanda bisognerà proprio farsela. ma anche a vedersi ci si fa male, anche guardandosi negli occhi, quel messaggio è senza scampo, comunque.
canzone breve, intensa, drammatica. poche parole, tutte le parole che servono.
io me la immagino tutta la scena.
poi lei si staglia, nel video, forse di Milleluci?, con quella sua fisicità così totalizzante, tra corpo bocca occhi e voce, voce voce. è un corpo che canta, Mina, la voce parte da ogni parte di quel suo corpo importante, ma senza bisogno di quelle braccia che, così spesso vedo oggi, vanno da tutte le parti. canta, canta e basta, il suo volto inquadrato che mi parla.
e il ricordo di mia madre schianta me.
Nek ci mette la sua arte, e va bene così.
racconta Maurizio Costanzo, coautore della canzone:
«Ricordo bene quel giorno», sospira Maurizio Costanzo. «Lei si avvicinò al pianoforte e cominciò a cantare. Fu un’emozione indimenticabile».
Lei sarebbe Mina.
«Sì. Eravamo a via Teulada, Mina era arrivata con il suo produttore Luciano Gigante. Disse solo: datemi lo spartito. E in un istante, come in una magia assoluta, "Se telefonando" diventò sua».
Al piano c’era Ennio Morricone.
«Uno dei coautori. Niente male, no?».
Com’era nato il brano?
«Era il ’66. Io e Ghigo De Chiara lavoravamo alla nostra trasmissione "Aria condizionata". Ci serviva una sigla. Ghigo conosceva Morricone e lo chiamò. Ennio insisteva con la storia della sirena di Marsiglia».
La sirena di Marsiglia?
«Morricone ripeteva: all’inizio la musica di "Se telefonando" vi farà pensare alla sirena della polizia. Po-pi po-pi. Poi esploderà mentre procede. Scrissi le parole e riuscii a imporre il gerundio nel titolo. Non era mica facile far accettare una cosa del genere. Ma funzionò, a quanto pare».
Lo stupore della notte
spalancata sul mar
ci sorprese che eravamo sconosciuti
io e te.
Poi nel buio le tue mani
d'improvviso sulle mie,
è cresciuto troppo in fretta
questo nostro amor.
Se telefonando
io potessi dirti addio
ti chiamerei.
Se io rivedendoti
fossi certa che non soffri
ti rivedrei.
Se guardandoti negli occhi
sapessi dirti basta
ti guarderei.
Ma non so spiegarti
che il nostro amore appena nato
è già finito.
Se telefonando
io volessi dirti addio
ti chiamerei.
Se io rivedendoti
fossi certa che non soffri
ti rivedrei.
Se guardandoti negli occhi
sapessi dirti basta
ti guarderei.
Ma non so spiegarti
che il nostro amore appena nato
è già finito.
Lo stupore della notte
spalancata sul mar
ci sorprese che eravamo sconosciuti
io e te.
Poi nel buio le tue mani
d'improvviso sulle mie,
è cresciuto troppo in fretta
questo nostro amor.
Se telefonando
io potessi dirti addio
ti chiamerei.
Se io rivedendoti
fossi certa che non soffri
ti rivedrei.
Se guardandoti negli occhi
sapessi dirti basta
ti guarderei.
Ma non so spiegarti
che il nostro amore appena nato
è già finito.
Se telefonando
io volessi dirti addio
ti chiamerei.
Se io rivedendoti
fossi certa che non soffri
ti rivedrei.
Se guardandoti negli occhi
sapessi dirti basta
ti guarderei.
Ma non so spiegarti
che il nostro amore appena nato
è già finito.
fonte: nuovateoria.blogspot.it
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