Parigi ha una tradizione che risale all'XI secolo secondo la quale il suo nome deriva da Iside, cioè par-Isis che in greco significa "vicino a Iside" o "vicino al Tempio di Iside" che era situato non lontano dall'Ile de la Citè. Questo tempio era stato eretto probabilmente dai Romani nel IV secolo quando Giuliano l'Apostata era governatore di Parigi e devoto di Iside Pharia, ed è possibile che abbia chiamato questa regione col nome della Dea Egizia.
La Dea Iside/Isis è stata anche immortalata nella Statua della Libertà, opera a lei ispirata fin dal primo progetto del suo plasmatore, il massone francese Auguste Bartholdi. Quest'artista aveva concepito di scolpire una colossale statua di Iside con la torcia in mano da collocare all'ingresso del canale di Suez, che all'epoca l'ingegnere Ferdinand de Lasseps, suo ottimo amico, stava progettando di scavare per unire Mar Rosso e Mar Mediterraneo. Per mancanza di fondi la scultura, che avrebbe dovuto rappresentare l'idea dell'Egitto che illumina l'Oriente, non fu fatta, però Bartholdi non rinunciò al proprio sogno e cercò di realizzarlo altrove: a New York, dove su suo progetto la statua fu costruita da Alexandre Gustave Eiffel, l'ingegnere che avrebbe poi creato la celeberrima torre parigina.
Bartholdi convertì il progetto originale per l'Egitto proponendolo per New York come Statua della Libertà che illumina il mondo. A tal fine nel 1875 venne fondata l'Unione franco-americana, che si occupò di raccogliere i fondi necessari. Come c'era da aspettarsi, numerosi membri dell'Unione franco-americana appartenevano alla Massoneria, fra cui lo stesso Bartholdi; la statua era legata al culto della Libertà o culto della Ragione della Rivoluzione francese, entrambi connessi, nella mentalità dei repubblicani, agli ideali della Massoneria e le figure che rappresentavano la Libertà e la Ragione erano spesso modellate sulla Dea egizia Iside.
Prima che la Statua della Libertà venisse collocata nel porto di New York, Bartholdi si riferiva ad essa con il termine Pharos e aveva addirittura progettato una base uguale a quella che si riteneva avesse sorretto l'anticoPharos di Alessandria. Bartholdi, che aveva trascorso un lungo periodo in Egitto e aveva studiato le origini di quest'antica "meraviglia del mondo", era di sicuro al corrente del legame tra il Pharos e la Dea Iside e per estensione la sua stella, Sirio. Sotto questo punto di vista è molto probabile che la sua statua gigantesca di donna avvolta in un drappo che teneva alta una torcia, potesse essere stata immaginata come l'Iside Pharia del Faro di Alessandria.
Lo scopo delle società iniziatiche francesi doveva essere quello di restituire a Parigi il suo primato spirituale, che nel 1884 era minacciato dalla presenza di troppe "società straniere", perché Parigi era, onomanticamente, "Bar-Isis", il Vascello di Iside, ovvero la culla dell'iniziazione. La parola egiziana bar ha il senso di recinto, ricettacolo, qualsiasi oggetto capace di contenere nel suo seno, vascello ecc. Bar-Isis è dunque la traduzione in druido dotto della parola volgare Lutezia che aveva esattamente lo stesso significato. La radice Lo o Lu designa in celtico le acque, i fiumi, e Tec, in celtico, come in latino e in greco, significa riparo, nascondiglio, arca, vascello (nel senso di ciò che contiene). Lutetia o Lutezia è l'antico nome romano della capitale francese. Nello stemma araldico della città di Parigi compare, oltre al Fleur-de-Lys, la figura di un vascello a forma di falce di Luna, un ben noto simbolo di Iside.
La tragedia della nave Costa Concordia è avvenuta guarda caso sull'isola del Giglio, il simbolo per eccellenza delle casate toscane e che rappresenta anche la squadra di calcio della Fiorentina, provate a immaginare le origini simboliche da cui risalgono...
Iside Pharia o Signora del Mare era anche considerata genio della navigazione a cui venne attribuita l'invenzione della vela, ecco spiegata l'evidente connessione nello stemma della città di Parigi che rappresenta appunto un vascello: Il Vascello di Iside!
Il tema della "Linea di Sangue Reale" venne per la prima volta presentato ad un pubblico più vasto nel 1982, con l'uscita del saggio "Il Santo Graal" di Baigent, Leigh e Lincoln. Nelle loro teorie, la linea di sangue passerebbe per i sovrani Merovingi, e questa "origine divina" è alla base della leggenda che vedeva il re Meroveo, dal cui nome derivò quello della dinastia, generato da un mostro marino uscito dal mare. (Vedi anche Da Irminsul a giglio dei re merovingi)
I parigini la chiamano "Les Catacombs", le Catacombe, ma la sterminata serie di gallerie che trafora come un gruviera il sottosuolo di Parigi è stata originata, sin dai secoli più antichi, dalle necessità più varie. Con i suoi circa 300 km complessivi, sviluppati fino a tre livelli ad una profondità che va dai 5 ai 30 metri sotto il livello stradale, il sistema delle Catacombe fa retrocedere persino la fitta rete della metropolitana, che con le sue 16 linee dall'estensione complessiva di circa 215 km è considerata la terza rete per estensione nell'Europa occidentale, dopo quelle di Londra e di Madrid.
I primi scavi risalgono addirittura ai tempi dei Romani, quando il sottosuolo venne usato come cava di materiali ai tempi della costruzione dell'antica Lutetia, ampliamento dell'insediamento originario instaurato su un'isola al centro della Senna, l'odierna Île-de-la-Cité. Nel corso dei secoli vennero scavate fognature, depositi di materiali, cripte, ossari e bunker, e questo labirinto di cunicoli ha favorito nel tempo traffici illeciti, incontri clandestini per società segrete, rifugio per criminali e ricercati e luogo ideale per cospirazioni, come quella ordita dalla Cagoule, falange armata di estrema destra che nel 1937 progettò un golpe nel quale i sotterranei ebbero parte importante.
Da Parigi partiva la Via Turonense, uno dei quattro cammini principali di pellegrinaggio in territorio francese. Questi percorsi raccoglievano i viaggiatori da ogni parte di Europa e li immettevano verso ilCammino di Santiago, raccordandosi tutti a Saint-Jean-Pied-de-Port (Cammino Francese), oppure al Passo del Somport (Cammino Aragonese), prima di addentrarsi in territorio spagnolo. La Via Turonense era così chiamata perché aveva una delle sue tappe principali a Tours, la città legata al culto di San Martino, ed era in particolare usata dai viaggiatori provenienti dal nord della Francia, nonché dall'Inghilterra, dal Belgio e dal nord della Germania.
Può un gruppo sedicente integralista islamico chiamarsi Isis/Iside? Evidentemente: no! E’ l’ennesimo tributo in codice che il potere occulto offre alla sua dea di riferimento.
Strettamente connessi alla capitale francese sono anche molti luoghi legati al Priorato di Sion, la fantomatica Società Segreta nata ai tempi di Goffredo il Buglione, secondo un mito ben orchestrato dove la finzione e la mistificazione ha spesso preso il sopravvento sulla realtà. Tutto ebbe inizio, alla fine del XIX sec., dalle vicende legate al piccolo paese francese di Rennes-le-Château ed alle scoperte del parroco Berengér Saunière. In questo mito, Saunière dopo aver trovato le pergamene cifrate nascoste nel pilastro che sorreggeva l'altare nella Chiesa della Maddalena, si è recato a Parigi, presso Saint-Sulpice, per far tradurre le pergamene, e poi alMuseo del Louvre, per acquistare le copie di alcuni quadri di Nicolas Poussin e David Teniers. Nel famoso libretto esoterico denominato "Le Serpent Rouge", il "Serpente Rosso", ci sono indizi che coinvolgono il Meridiano di Parigi e due chiese del centro: l'Abbazia di Saint-German-des-Près e quella di Saint-Sulpice. Anche se tutta questa mitologia creata attorno al Priorato è frutto di una mistificazione, i luoghi che abbiamo citato esistono davvero e sono molto interessanti dal punto di vista simbolico.
Il famoso Axe Historique, l'asse viario che attraversa la capitale da est ad ovest ed è costellato dai più famosi monumenti della città, come la Torre Eiffel, l'Arco di Trionfo, l'Obelisco e il Museo del Louvre, è un compendio di simbolismo senza pari. È interessante osservare quanto attorno a questi argomenti ruoti, in un modo o nell'altro, la Massoneria.
A causa del simbolismo sparso ovunque, nelle strade, nei palazzi e nei vicoli, e per l'atmosfera magica che circonda e caratterizza Parigi, la capitale francese può ben definirsi una delle città più esoteriche d'Europa, in grado di rivaleggiare con Torino, Lione, Praga, Barcellona o Londra.
- Il sottosuolo della città vanta una fitta rete di gallerie sotterranee, divise tra linee del metrò, antiche Catacombe visitabili anche dai turisti e una vasta rete di cunicoli meno noti, che formano una città nella città, in larga parte inesplorata o conosciuta da pochi, popolata di figure sfuggenti, abitatori della notte e delle profondità della terra che si fanno chiamare “Cataphiles”.
- Le connessioni con le importanti dinastie dei Merovingi (molti dei quali sono sepolti nella Chiesa di St-Denis), i Cavalieri Templari (che avevano in Parigi il Quartier Generale principale fino ad arrivare alla Cattedrale di Rennes le Chateu), il Meridiano Zero di Francia (che attraversa la Chiesa di Saint-Sulpice, al centro di numerosi misteri), famosi alchimisti come Nicolas Flamel, o occultisti come Papus, ma anche Martines de Pasquallyed Eliphas Levi.
- La città è attraversata da est ad ovest dal famoso Axe Historique, un asse ideale lungo il quale sono allineati i maggiori monumenti di tutta Parigi e che ha un'importanza simbolica senza pari.
I sotterranei di Parigi
I parigini la chiamano "Les Catacombs", le Catacombe, ma la sterminata serie di gallerie che trafora come un gruviera il sottosuolo di Parigi è stata originata, sin dai secoli più antichi, dalle necessità più varie. Con i suoi circa 300 km complessivi, sviluppati fino a tre livelli ad una profondità che va dai 5 ai 30 metri sotto il livello stradale, il sistema delle Catacombe fa retrocedere persino la fitta rete della metropolitana, che con le sue 16 linee dall'estensione complessiva di circa 215 km è considerata la terza rete per estensione nell'Europa occidentale, dopo quelle di Londra e di Madrid.
I primi scavi risalgono addirittura ai tempi dei Romani, quando il sottosuolo venne usato come cava di materiali ai tempi della costruzione dell'antica Lutetia, ampliamento dell'insediamento originario instaurato su un'isola al centro della Senna, l'odierna Île-de-la-Cité. Nel corso dei secoli vennero scavate fognature, depositi di materiali, cripte, ossari e bunker, e questo labirinto di cunicoli ha favorito nel tempo traffici illeciti, incontri clandestini per società segrete, rifugio per criminali e ricercati e luogo ideale per cospirazioni, come quella ordita dalla Cagoule, falange armata di estrema destra che nel 1937 progettò un golpe nel quale i sotterranei ebbero parte importante.
Di questa rete attualmente solo una piccola parte è visitabile (circa 3 km), e l'accesso avviene da Place Denfert-Rochereau. Il pezzo forte di questo tour è, senz'altro, l'Ossario di Parigi, nel quale furono accumulate, tra il 1786 e il 1859, le ossa di migliaia e migliaia di morti prelevate dai cimiteri parigini, in seguito ad un'ordinanza emanata per rimediare al sovraffollamento dei cimiteri e limitare i rischi di epidemie. Le ossa vennero accumulate in questo luogo ed accatastate in macabre composizioni che ricordano, in una certa parte, la famosa Cripta dei Cappuccini in Via Veneto, a Roma.
Tutto il resto dei sotterranei è chiuso al pubblico, e inoltrarsi al suo interno è considerato illegale dal 1955. Incuranti del divieto, un nutrito gruppo di persone frequenta clandestinamente i sotterranei di Parigi da allora. Si fanno chiamare "les Cataphiles", i "Catafili": questo gruppo comprende semplici appassionati del sottosuolo, senzatetto, studiosi del mistero, artisti, musicisti e hippie di ogni genere. Sono persone ben organizzate, con torce e mappe dettagliate, frutto delle loro esplorazioni e, cosa più importante, sono dei ricercati. A causa del loro numero sempre crescente, infatti, la Polizia francese ha addirittura istituito uno speciale corpo di agenti, i cosiddetti "cataflics" (da noi si potrebbe chiamarli "catapoliziotti" o "catasbirri"…), addestrati nella speleologia urbana e incaricati di perlustrare i condotti e di multare o arrestare i trasgressori.
Il Vascello di Iside anche nella Rue du Temple! |
Parigi e i Templari
Il Quartiere del Tempio di Parigi, dove aveva sede il Quartier Generale dell'Ordine più ricco e potente di tutto il Medioevo, è localizzato nella zona centrale di Parigi (III Arrondissement) ed è segnalato da una fermata della metropolitana che i Parigini, in imitazione di quanto era già avvenuto per Londra, chiamarono "Temple" e che ancora oggi è una delle pochissime a conservare ancora l'insegna dell'epoca della costruzione (inizio 1900).
Il Quartiere del Tempio di Parigi, dove aveva sede il Quartier Generale dell'Ordine più ricco e potente di tutto il Medioevo, è localizzato nella zona centrale di Parigi (III Arrondissement) ed è segnalato da una fermata della metropolitana che i Parigini, in imitazione di quanto era già avvenuto per Londra, chiamarono "Temple" e che ancora oggi è una delle pochissime a conservare ancora l'insegna dell'epoca della costruzione (inizio 1900).
Poco oggi rimane di quei tempi gloriosi, se non il nome di alcune vie nella topografia stradale. Questo luogo fu teatro, in quel famigerato Venerdì 13 Ottobre 1307, del primo grande arresto di massa, ordito in segreto dal re Filippo il Bello di Francia che intendeva sbarazzarsi dell'Ordine ed appropriarsi dei suoi beni. Esistono alcuni luoghi ancora legati all'Ordine del Tempio, se non altro dal punto di vista simbolico, come la Chiesa di Santa Elisabetta, traboccante di simbolismo, oppure quella di St. Merri, sul cui portale è incastonata una figura demoniaca comunemente additata come "Bafometto".
Templari a Parigi significa anche, notoriamente, parlare di Pont-Neuf: questo ponte sovrasta l'isolotto sul quale, il 18 Marzo del 1314, venne arso al rogo Jacques De Molay, l'ultimo Gran Maestro dell'Ordine, insieme a Geoffrey de Charnay, Gran Precettore di Normandia nonché Tesoriere del Tempio. Il sito esatto è ancora oggi ricordato da una lapide commemorativa sotto il ponte ed è meta (quasi di "pellegrinaggio") dei tanti appassionati di Templari).
Parigi e la Via Turonense
Da Parigi partiva la Via Turonense, uno dei quattro cammini principali di pellegrinaggio in territorio francese. Questi percorsi raccoglievano i viaggiatori da ogni parte di Europa e li immettevano verso ilCammino di Santiago, raccordandosi tutti a Saint-Jean-Pied-de-Port (Cammino Francese), oppure al Passo del Somport (Cammino Aragonese), prima di addentrarsi in territorio spagnolo. La Via Turonense era così chiamata perché aveva una delle sue tappe principali a Tours, la città legata al culto di San Martino, ed era in particolare usata dai viaggiatori provenienti dal nord della Francia, nonché dall'Inghilterra, dal Belgio e dal nord della Germania.
Oltre ai Cavalieri Templari, dunque, troviamo in città le mansioni o commanderie di numerosi altri ordini monastici e assistenziali dell'epoca. In particolare, l'ordine ospitaliere per eccellenza, quello dei Cavalieri di San Giovanni (in seguito diventato, attraverso successive trasformazioni, Ordine dei Cavalieri di Malta) aveva in Parigi una imponente commanderia che nei documenti più antichi è menzionata semplicemente come "maison de l'Hôpital". Il suo territorio era delimitato da Place de Cambrai, Rue Saint-Jacques, Rue des Noyers e Rue de Saint-Jean-de-Beauvais. Dopo la soppressione dell'Ordine Templare (XIV sec.), gli Ospitalieri ne ereditarono i beni, e fecero dell'ex Quartiere del Tempio la loro nuova sede principale. L'antica commanderia rimase in utilizzo con il nome di Ancien Hôpital, per distinguerla da quella nuova. Talvolta la si trova indicata anche come Saint-Jean-de-Latran (ossia, "San Giovanni in Laterano", come l'omonima basilica romana), ma non se ne conosce il motivo...
In Rue Saint-Jacques si era stabilito anche un altro importante ordine, quello dei Cavalieri di Altopascio, detti anche Cavalieri del Tau per il simbolo distintivo che portavano cucito sopra il mantello: la Croce del Tau. Nato in Italia all'inizio dell'XI secolo, nel piccolo borgo di Altopascio, vicino Lucca, l'ordine raggiunse presto un notevole prestigio che mantenne per tutto l'arco dei due secoli successivi. Dopo aver instaurato numerose mansioni in Italia, soprattutto in località posizionate lungo la Via Francigena, l'Ordine cominciò ad espandersi anche all'estero. La mansione parigina venne fondata dopo il 1180, nella zona situata all'incrocio tra Rue Saint-Jacques e Rue de l'Abbé de l'Épée. Oggi vi troviamo la splendida Chiesa di Saint-Jean-de-Haut-Pas. La chiesa appartenne ai Cavalieri fino al XV sec., quando l'Ordine venne sciolto. Caterina de' Medici, nel 1572, ne decise l'assegnazione ai Benedettini espulsi dall'Abbazia di Saint-Magloire, che ivi traslarono le sue reliquie.
Nel 1890, gli occultisti dell'Ordine cabalistico della Rosa-Croce, Papus e Chamuel lanciano la rivista "Le Voile d'Isis". Nel 1892 Chamuel diventa "vescovo" della chiesa gnostica, incaricato della diocesi di Saintes e La Rochelle, e adotta a questo scopo il patronimico Tau Bardesane.
Toh, neanche a farlo apposta nel simbolo del Priorato è presente il Giglio! |
Parigi e il Priorato di Sion
Strettamente connessi alla capitale francese sono anche molti luoghi legati al Priorato di Sion, la fantomatica Società Segreta nata ai tempi di Goffredo il Buglione, secondo un mito ben orchestrato dove la finzione e la mistificazione ha spesso preso il sopravvento sulla realtà. Tutto ebbe inizio, alla fine del XIX sec., dalle vicende legate al piccolo paese francese di Rennes-le-Château ed alle scoperte del parroco Berengér Saunière. In questo mito, Saunière dopo aver trovato le pergamene cifrate nascoste nel pilastro che sorreggeva l'altare nella Chiesa della Maddalena, si è recato a Parigi, presso Saint-Sulpice, per far tradurre le pergamene, e poi alMuseo del Louvre, per acquistare le copie di alcuni quadri di Nicolas Poussin e David Teniers. Nel famoso libretto esoterico denominato "Le Serpent Rouge", il "Serpente Rosso", ci sono indizi che coinvolgono il Meridiano di Parigi e due chiese del centro: l'Abbazia di Saint-German-des-Près e quella di Saint-Sulpice. Anche se tutta questa mitologia creata attorno al Priorato è frutto di una mistificazione, i luoghi che abbiamo citato esistono davvero e sono molto interessanti dal punto di vista simbolico.
L'alchimista Nicolas Flamel, che viene indicato come 8° Gran Maestro del Priorato tra il 1398 e il 1418, realmente visse ed operò a Parigi durante quegli anni, e la sua abitazione, ancora oggi visibile in Rue de Montmorency, 51, sebbene trasformata in una taverna, presenta numerosi bassorilievi di carattere simbolico i quali, secondo la leggenda, se si riuscisse a decifrali descriverebbero il processo di trasformazione dei metalli vili in oro puro. Victor Hugo, altro presunto Gran Maestro (il 24° nell'elenco, in carica dal 1844 al 1885) descrisse nei suoi romanzi alcuni luoghi chiave del simbolismo parigino, come le già citate Catacombe e la gotica Cattedrale di Nôtre-Dame. Da non dimenticare, infine, la superba Basilica di Saint-Denis, che conserva le tombe di alcuni re Merovingi, che sono considerati i discendenti per linea di Sangue da Gesù stesso. (Vedi anche: Il Priorato di Sion, l'araba fenice delle società segrete e Il Priorato di Sion e la Linea Rosa)
Parigi e la Massoneria – L'Axe Historique
Il famoso Axe Historique, l'asse viario che attraversa la capitale da est ad ovest ed è costellato dai più famosi monumenti della città, come la Torre Eiffel, l'Arco di Trionfo, l'Obelisco e il Museo del Louvre, è un compendio di simbolismo senza pari. È interessante osservare quanto attorno a questi argomenti ruoti, in un modo o nell'altro, la Massoneria.
Massone era l'ingegnere Gustaive Eiffel che progettò la Torre, così come Massone era uno dei progettisti che collaborò alla realizzazione dell'Asse. Troviamo simbologia massonica sparsa ovunque in tutta Parigi, come quella attorno al Ponte dell'Alma, dove trovò (per caso...) tragica morte in un presunto incidente d'auto la Principessa Diana d'Inghilterra ed il suo compagno Dodi Al-Fayed. Al centro del ponte è stata costruita una statua (la fiamma di Nimrod), in omaggio a Lady D, ma in realtà è l'ennesimo omaggio alla Dea Iside che è anche chiamata Diana. L'opera artistica del Ponte dell'Alma rappresenta inoltre la stessa fiamma che tiene in mano la Statua di Iside, soprannominata dai massoni la Statua della (Loro) Libertà!
Riferimenti:
Riferimenti:
I 7 Veli di Iside
Opere di G. G. Winckelmann
fonte: freeondarevolution.blogspot.it
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