FENICOTTERI NEL MEDITERRANEO - FOTO GIANNI LANNES |
di Gianni Lannes
Gli ultimi giorni dell’umanità sull’orlo di un olocausto nucleare? E noi ci siamo già dentro. Qualità della vita al ribasso, ingiustizie dilaganti, diseguaglianze sociali, malattie e morte. Quale presente e quale futuro? Si profila un unico sistema globale, conformista e standardizzato, improntato sul mero consumo di merci, che sta incorporando gradualmente i figli della Terra. Nel medioevo tecnologico la tecnocrazia in salsa bellica e militare ha rimpiazzato la democrazia, la pubblicità ha annichilito la letteratura, il chiacchiericcio ha oscurato la poesia, le macchine hanno sostituito gli umani, l’arricchimento materiale ha soppiantato la generosità sociale.
L’uomo del benessere effimero improntato esclusivamente sul tornaconto personale, ha perso la capacità di indignarsi e di commuoversi. Non ha occhi né cuore per quel che accade accanto. Insomma, non vede, non sente e non comunica con i suoi simili, tanto meno con madre Natura.
L’ipocrisia generale, i pregiudizi correnti. Poi non bisogna sorprendersi se il Mediterraneo è stato trasformato in un cimitero di disperati che fuggono dalla fame e dalle persecuzioni. Non è tollerabile che per salvaguardare lo stile di consumo occidentale, si debbano causare milioni di migranti, provocando intollerabili sofferenze, nonché la morte di donne e bambini. Perché l’Occidente (Stati Uniti d'America in primis) ha colonizzato ancora una volta l’Africa e il Medio Oriente, se non per rapinare le risorse naturali? Perché si producono incessantemente e si usano ancora le armi di distruzioni di massa, nonostante fior di trattati internazionali. Forse, perché le convenzioni sono di carta velina e servono ad esibire solo le apparenze?
Tutti o quasi ripetono le stesse cose, tutti o quasi pensano allo stesso modo, tutti o quasi credono di farlo liberamente, e non si rendono conto che il loro conformismo è la conseguenza del pericolo che scorgono appena. Una volta le catene degli schiavi erano lampanti; oggi sono invisibili ma preponderanti.
Dubitare è una funzione fondamentale del pensiero umano: il dubbio, appunto, è il movente della ricerca, la base della cultura. Allora, dobbiamo coltivare ed arricchire i campi del sapere, non i terreni minati di guerra.
Il salto evolutivo, il risveglio della coscienza? La vera libertà non è quella di scegliere, bensì di essere. La prima rivoluzione è interiore, può scaturire in ognuno di noi per costruire un mondo migliore. Se non ora, quando?
fonte: sulatestagiannilannes.blogspot.it
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