CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

giovedì 22 gennaio 2015

come lo Stato distrugge la storia italiana

Castel del Monte: abusivismo edilizio - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)



di Gianni Lannes


Abusivismo legalizzato e degrado a perdita d'occhio, tollerato dalle autorità locali, nazionali ed internazionali. «Castel Del Monte possiede un valore universale eccezionale per la perfezione delle sue forme, l’armonia e la fusione di elementi culturali venuti dal nord dell’Europa, dal mondo musulmano e dall’antichità classica - recita il Rapporto Unesco del 1996 - E’ un capolavoro unico dell’architettura medievale, che riflette l’umanesimo del suo fondatore: Federico II di Svevia». Perfetto, almeno sulla carta. Ma il gioiello federiciano - uno dei siti italiani dichiarati “Patrimonio dell’Umanità” (icona che dal 2002 circola sull'euro) - è in serio pericolo, almeno a considerare la valanga di cemento abusivo piombato attorno che offusca la sua bellezza; ovviamente con il beneplacito delle autorità di ogni ordine e grado (Comune di Andria, Sovrintendenza ai beni ambientali e paesaggistici, Regione Puglia, governo Renzi). 

  Castel del Monte: abusivismo edilizio - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Ai piedi del monumento imperiale (in realtà, un laboratorio astronomico), ad una cinquantina di metri in linea d’aria, ben tre fabbricati (un ristorante, un edificio privato con annesso parcheggio automobilistico su strada d’accesso personalizzata, ma soprattutto un cantiere-albergo in costruzione) cingono l’assedio. Non è tutto. Il campionario della “modernità” propina rifiuti speciali dismessi dell’Enel: tralicci abbandonati fanno bella mostra nel bosco di pino d’Aleppo, martoriato impunemente dall’uomo. L’architetto Salvatore Buonomo, sovrintendente per i Beni Ambientali e Paesaggistici non ha offerto spiegazioni, mentre la collega Anna Vella ha sbottato infastidita: «Non ne so nulla». 


  Castel del Monte: abusivismo edilizio - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


Anche il governatore Nichi Vendola, imbarazzato si è eclissato, eppure è sul tronetto regionale dal 2005. Vediamo allora chi ha realizzato e sponsorizzato l’ennesimo scempio nel Parco dell’Alta Murgia su un bene “tutelato” a parole dallo Stato italiano. Il cartello sulla porta d’ingresso della cabina elettrica asservita al cantiere edile attesta: «Unione europea fondo europeo di sviluppo regionale. Programma operativo interregionale 2007-2013». E ancora: «Impianto cofinanziato nell’ambito del POI. Programma reti intelligenti MT, progetto Puglia». Anche l'Enel legittima lo scempio del territorio.

  Castel del Monte: abusivismo edilizio - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

  Castel del Monte: abusivismo edilizio - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


Norme di carta - In questo laboratorio astronomico a pianta ottagonale si fondono in perfetta simbiosi elementi dello stile arabo, romanico, normanno e gotico. L’area del complesso monumentale federiciano - sotto l’ala dell’Unesco da 16 anni - è di «notevole interesse pubblico, perché forma un complesso estetico tradizionale di singolare bellezza, nonché un quadro ricco di punti di vista e belvederi accessibili al pubblico dai quali si gode la vista di un panorama incomparabile…» stabilisce il decreto ministeriale risalente al primo agosto 1985. Infatti sulla zona - Parco dell’Alta Murgia - sussiste il vincolo paesaggistico, storico ambientale e faunistico.  Eppure, si è accolti non da Saraceni, bensì dai sedicenti «lavori di recupero funzionale del complesso turistico ricettivo ostello Federico Castel Del Monte». 

 
  Castel del Monte: abusivismo edilizio - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

L’immobile acquistato alcuni anni fa dalla società “Ostello di Federico II Srl” (sigla dietro cui si cela la famiglia Santovito, anche se la committente dello scempio risponde al nome di Angela Salvemini, coadiuvata dai direttori dei lavori Francesco Onesti e Alfonso Di Liddo), invece di essere demolito si è allargato a macchia d’olio - duplicando la sua volumetria - addirittura sotto “l’alta sorveglianza” del sovrintendente per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici, Marcello Benedettelli. «Temo che l’ampliamento ci sia, ed è ancora più grave che il sovrintendente Benedettelli abbia rilasciato il nulla osta - accusa l’avvocato Michele Di Lorenzo, ex presidente regionale dei Verdi - Lo stesso architetto ha redatto il progetto per un mega parcheggio da 20 mila metri quadrati, poi bocciato dal Tar». Eppure la legge Galasso (n. 431/1985) prevede protezione assoluta e immediatamente obbligatoria. Non lo ricordava la Sovrintendenza? Non lo sa il primo cittadino di Andria o il governatore Vendola che sbandiera il suo ecologismo parolaio? Per la cronaca: Castel del Monte escluso dai percorsi turistici della Puglia. La giunta Vendola non lo ritiene «all’altezza» di uno specifico programma turistico: leggere alla voce delibera di giunta regionale 830 del 13 maggio 2009. E mister primarie del Piddì, Michele Emiliano, a proposito perché non fiata?


  Castel del Monte: abusivismo edilizio - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)
   
Storia - Lui, il castello, se ne sta sul colle fuori dal tempo, testimone di epoche scomparse. Fin dal secolo XVIII rimasto incustodito, l’emblema federiciano - di pietra calcarea bianca o rosata a seconda delle situazioni metereologiche - fu sistematicamente devastato, spogliato dei marmi e degli arredi e divenne ricovero per pastori, briganti e profughi politici. Quando nel 1876 lo Stato italiano lo acquistò per 25 mila lire dalla famiglia Carafa, l’edificio era ridotto a poco più di un rudere. I lavori di restauro iniziarono nel 1879 e, procedettero a singhiozzo fino al 1910. Ripresero con continuità nel 1928. Dal 1979 al 1983 è stato realizzato l’ultimo intervento conservativo. Il mistero del primo e tuttora unico tempio planetario, innalzato in onore del multiculturalismo, guida la curiosità dei circa 250 mila visitatori che ogni anno - soprattutto dalla Germania, ma anche dal Giappone - vi salgono in pellegrinaggio. Nella campagna - spietrata e incendiata - è un abusivo pullulare di informi ville, insignificanti villini, abnormi sale ricevimento e mastodontiche strutture agrituristiche che hanno quasi del tutto cancellato gli antichi “pagghiari” di pietra, sorta di minuscoli trulli. «E’ la mafia dei colletti bianchi che investe su attività paravento» commentano storici e naturalisti locali che invocano l’anonimato per timore di rappresaglie omicide. 

   Castel del Monte: abusivismo edilizio - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


Agromafie? Recentemente sono stati rasi al suolo oliveti e vigneti. Non è tutto. Il sovrano svevo riposa dal 1250 in Sicilia (a Palermo), ma l’ultimo luogo in cui ha dimorato - Castelfiorentino, a 10 chilometri da Lucera in provincia di Foggia - cade in rovina. Il Ministero al ramo non ha pensato di sottoporre l’edificio a vincolo. Oltretutto l’area circostante il maniero accoglie tombaroli della peggior specie. Nel Belpaese le stagioni dispiegano il manto verde-argento degli ulivi, i filari di vigna, le fioriture di mandorli. Sulla bellezza, tutti d’accordo; e su come valorizzarla che i soliti furbastri ne approfittano a scapito della civiltà.

   Castel del Monte: abusivismo edilizio - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


«L’Italia è come un signore che sa di avere sotto il suo campo una miniera di diamanti ma preferisce coltivarci sopra patate e costruirci capannoni». Queste parole, pronunciate dall’ex ministro della cultura francese Jack Lang, esprimono uno dei paradossi dello Stivale: la fortuna di custodire un patrimonio di arte, cultura e storia unico al mondo senza la capacità di tutelarlo e di valorizzarlo. Allora, le norme di salvaguardia parlano chiaro: «Castel del Monte: patrimonio mondiale dell’umanità tutelato dall’Unesco». Meno male, altrimenti sarebbe stato già disintegrato nell'indifferenza generale. Che fare? Ripristinare lo stato dei luoghi a spese dei nuovi Attila di turno, ovvero demolire gli abusi e processare - penalmente e civilmente - i responsabili, inclusi i disattenti controllori istituzionali.

riferimenti:


fonte: sulatestagiannilannes.blogspot.it

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