Inviarsi messaggi ed immagini è oggi molto più facile rispetto al passato: non occorrono grandi competenze, servono solo strumenti largamente a disposizione delle persone (pc o cellulari) e costa pochissimo, se non addirittura nulla. Non stupisce dunque che le persone abbiano iniziato a scambiarsi testi e immagini via sms, mms ed e-mails. Fra i tanti messaggi che quotidianamente vengono scambiati, una buona parte riguarda contenuti sessuali espliciti: si tratta di un fenomeno in crescita, diffuso in tutte le fasce della popolazione e ad esso è stato dato il nome di “sexting” (crasi fra sex e texting, cioè invio di testi via sms), dal momento che inizialmente questi scambi erotici riguardavano soprattutto dei testi. Con l’evolversi della tecnologia ciò che oggi viene maggiormente scambiato con gli strumenti elettronici sono soprattutto immagini di nudità ed immagini pornografiche.
Secondo un nuovo studio condotto su 1519 adulti, di età compresa fra i 18 e 54 anni, dalla società McAfee, il 54% degli adulti negli USA invia o riceve testi immagini e video a contenuto sessuale. La fascia d’età più interessata è quella dei più giovani (18-24 anni), gli uomini lo fanno più delle donne. La cosa più interessante è che 1 su dieci dei soggetti esaminati nel campione ha dichiarato di aver spedito una propria immagine sessuale ad una persona perfettamente sconosciuta, evidentemente sottovalutando le possibili conseguenze di un tale comportamento. Lo strumento tecnologico più utilizzato per questi scambi è il telefono cellulare, piuttosto che il pc. Circa il 45% dei soggetti che hanno partecipato a questa ricerca ha detto di aver salvato le immagini osé ricevute e il 40 % ha salvato quelle inviate. Il telefono cellulare di molte persone contiene dunque immagini potenzialmente compromettenti. Secondo lo studio, il 69% delle persone protegge il proprio cellulare con una password, ma il 46% ha detto di aver rivelato il proprio PIN ad un’altra persona. Situazioni incredibili, che non tengono conto del rischio che questi contenuti privatissimi possano facilmente diventare pubblici e divenire addirittura virali se pubblicati in rete.
Recentemente sono state create delle apps (es. Snapchat) che impediscono l’archiviazione del materiale da parte di chi lo riceve. Le immagini infatti rimangono sullo schermo per pochi secondi e poi si autodistruggono: per questo il sexting viene effettuato con questo genere di apps, che sembrano garantire un margine di sicurezza. In realtà basta un po’ di esperienza e di velocità per fare uno screenshot dell’immagine ricevuta, prima che essa scompaia, e il gioco è fatto. Per evitare questo, le apps più moderne avvertono il mittente se il destinatario esegue lo screenshot, ma saperlo a questo punto a cosa può servire?
Se la situazione è pericolosa fra gli adulti, lo è ancor di più quando questo comportamento riguarda i minori, che hanno ancora meno strumenti degli adulti per valutare le conseguenze delle loro azioni. In uno studio del 2012 pubblicato su Pediatrics (Mitchell KJ, Finkelhor D, Jones LM, Wolak J. Prevalence and characteristics of youth sexting: a national study) si è visto che fra i ragazzi della scuola superiore inviarsi immagini nude o seminude è ormai diventato molto comune, visto che ammettono di averlo fatto dal 18 al 28% dei soggetti (a seconda del tipo di sexting utilizzato).
Un’altra ricerca (Rice E, Rhoades H, Winetrobe H, et al. Sexually explicit cell phone messaging associated with sexual risk among adolescents. Pediatrics. 2012) ha invece dimostrato che i ragazzi che fanno sexting sono sessualmente attivi sette volte più dei loro coetanei che non lo praticano ed hanno il doppio delle probabilità di fare sesso non protetto. Lo studio mostra anche che le ragazze che hanno inviato delle foto che le ritraggono nude corrono maggiori probabilità di coinvolgersi in rapporti sessuali a rischio, come avere una sessualità promiscua e l’abitudine di usare delle sostanze prima di fare sesso.
Cosa spinge un adolescente a “sextare” ? Gli studi hanno dimostrato che vi è una sorta di pressione, da parte del gruppo dei pari, affinché il giovane si coinvolga nello scambio di contenuti erotici, allo scopo di essere meglio accettato dagli amici (Bond, 2010; Lenhart, 2009; Lippman & Campbell, 2012; Ringrose et al., 2012). Il sexting è infatti associato con un senso di maggiore popolarità (auto-percepita) nel gruppo composto da ragazzi e ragazze. I ragazzi si sentono percepiti come più virili, mentre le ragazze si sentono più popolari nel gruppo dei maschi (meno fra le congeneri).
In Italia, i dati dell’inchiesta Eurispes/Telefono Azzurro (2011) mostrano che il 6,7% dei giovani italiani ha inviato sms o video a sfondo sessuale col proprio cellulare, mentre il 10,2% ne ha ricevuto almeno uno. In alcuni casi l’invio e la pubblicazione online di queste immagini avviene come forma di bullismo, per umiliare il protagonista delle immagini stesse. La maggior parte delle immagini di contenuto sessuale che si scambiano gli adolescenti sono autoprodotte e autopromosse dagli stessi minori, anche se i ragazzi non appaiono consapevoli di scambiare materiale pedopornografico. Il fenomeno del sexting nel nostro Paese sembra interessare sia i maschi sia le femmine, seppur con qualche differenza: nella pubblicazione Eurispes/Telefono Azzurro si dice che “sono prevalentemente i maschi sia a inviare sms o mms a sfondo sessuale (contro il 3,6% delle femmine), sia a riceverli (15,5% contro il 7,1% delle femmine)”. In Italia l’ultimo studio pubblicato su questo tema, in ordine di tempo, è quello dell’Associazione MeterOnlus di don Fortunato, che registra una ulteriore crescita del fenomeno.
Quanto ai più giovani, come dice una recente ricerca, piuttosto che imporre divieti (che tanto non verrebbero rispettati), tanto meglio spiegare le ragioni della pericolosità di questi comportamenti e le relative conseguenze.
Gli adulti dovrebbero rendersi maggiormente conto che è necessario difendere la propria privacy e la propria reputazione, perché nulla di ciò che viene spedito tramite cellulare o messo in rete può restare del tutto privato; anche se viene inviato ad una persona apparentemente fidatissima, la quale potrebbe smarrire il suo cellulare, con tutto il suo contenuto. Non molto tempo fa una cosa del genere è accaduta a Formigoni cui (dice lui) qualcuno ha sottratto il telefono cellulare, divertendosi poi a postare su Twitter le immagini pornografiche in esso contenute. Prima di spedire un’immagine compromettente occorre dunque chiedersi: potrei accettare che degli estranei vedano questa foto senza che io mi senta poi in imbarazzo? Evitare inoltre di ritrarre il viso e gli oggetti riconoscibili che potrebbero ricondurre alla propria identità.
Dr. Giuliana Proietti
Pubblicato anche su Huffington Post
fonte: ilsessoelamore.it
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