CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

giovedì 19 gennaio 2012

al cinema


Estate 2002

I biglietti non erano numerati e noi eravamo liberi di scegliere le poltrone dove sedersi, lui in casual e io con gonna a balze e sandali ci accomodammo sull’ultima fila delle poltrone, era lo spettacolo delle 22.30 e il cinema era quasi deserto, si spensero le luci e iniziò prima la pubblicità dei film in uscita poi cominciò We were soldiers, andammo a vederlo più per lui che per me, non sono mai andata pazza per i film di guerra.

Come immaginavo il film non mi coinvolse più di tanto, lo guardavo ma senza entusiasmo, mi misi comoda togliendo i sandali e puntando i piedi sullo schienale davanti dal momento che la fila era vuota, la gonna scivolò sopra le ginocchia lasciandomi gustare il fresco sulle gambe, ricordo che con le unghie mi facevo solletico sulle cosce, le dita scorrevano sulle gambe creando la pelle d’oca e i brividi di tanto i tanto.

Le unghie però non vollero fermarsi alle cosce e coi minuti che passarono andarono a solleticare anche sopra gli slip, immancabilmente i polpastrelli esplorarono anche sotto gli orli dell’intimo permettendo così alle labbra di fare capolino.

Mentre mi massaggiavo spensieratamente la figa anche la sua mano si fece avanti accarezzandomi le cosce interne… era piacevole sentirla sulla pelle, sentire le sue ditta sull’inguine, anche l’altra mia mano allora iniziò a farsi strada andando a tastare il suo basso ventre, era sveglio e scalpitava per uscire, tirai giù lo zip ed ecco anche la sua verga fuori, calda che pulsava, lentamente lo masturbai, le nostre braccia adesso si incrociavano facendo ognuna il suo lavoro, intanto la battaglia in Vietnam era già iniziata, esplosioni e grida assordanti erano costanti sul film, tolsi la mia mano dalla figa e lascia spazio alla sua che mentre toreava il pollice sul clito rigonfio mi permetteva di succhiarmi i polpastrelli intrisi di umori, la mia nuca era posata completamente sullo schienale, i miei occhi chiusi, le mie labbra, tutte le mie labbra aperte, con le sue dita che stantuffavano nella vulva raggiunsi un orgasmo intenso sprigionando un urlo di piacere accompagnato alle grida dei soldati, il mio corpo era tutto convulso, sembrava che l’orgasmo non avesse mai fine, mi accorsi che le sue dita si stavano allontanando e per istinto le bloccai con la mano libera, le desideravo ancora dentro di me mentre ero ai postumi, mentre lui mi passava il dorso della mano tra le labbra dilatate per raccogliere i miei umori generosi diedi gli ultimi colpi di mano al suo uccello ed anche lui venne creando una parabola di sperma, il suo arcobaleno bianco e caldo andò ad infrangersi sulla poltrona davanti scavalcando lo schienale tanto i suoi getti erano potenti.

E mentre i nostri sessi respiravano ancora quell’atmosfera particolare che si era creata le nostre bocche si cercarono, le nostre lingue si congiunsero per strofinarsi e diventare una cosa sola, ci baciammo con passione mentre le nostre mani accarezzavano con grazia i sessi assopiti e inermi che avevano appena combattuto e vinto con onore la battaglia.

1 commento:

  1. lo so, l'immagine non c'entra nulla col contenuto del post, ma è talmente bella e sensuale che l'ho inserita lo stesso

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