CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

domenica 16 giugno 2019

la misteriosa morte dell'aviatore francese Antoine de Saint-Exupèry


"Sotto la minaccia della guerra, sono più nudo e spoglio che mai. Se verrò abbattuto, non avrò nulla da rimpiangere. Ero nato per essere un giardiniere".

Antoine lasciò queste parole incise su una lettera adagiata sulla sua scrivania; fu come un presentimento, una sensazione nel petto che pulsava come le frasi del suo capolavoro “Il Piccolo Principe” pubblicato il 6 aprile 1943, da una casa editrice di New York, un anno prima del suo ultimo volo. “Rimase immobile per un istante. Non gridò. Cadde dolcemente come cade un albero. Non fece neppure rumore sulla sabbia.” 
Poi partì come il protagonista del suo capolavoro per una spedizione aerea scomparendo per sempre nel suo mistero. 
“sembrerò morto, e non sarà vero”. 
Era il 31 luglio del 1944, sul finire della Seconda Guerra Mondiale. Lo scrittore, esperto aviatore e amante del volo, era divenuto capitano di complemento e si arruolò nell’ Armèe de l’air, fu destinato ad una squadriglia di ricognizione aerea. 


Molti anni prima ebbe un grave incidente aereo, era il 30 dicembre del 1935, precipitò tra le dune dorate del deserto libico, qui rimase per molti giorni stremato e con ormai poche risorse per poter sopravvivere, venne tratto in salvo da una carovana di nomadi. 
Qui in questo deserto solitario incontrerà la meraviglia del Piccolo Principe. 
“Si è soli nel deserto, disse il piccolo principe. Si è soli anche con gli uomini, rispose il serpente.” 
Lo scrittore decollò con un P-38 con i colori della Francia libera, dalla base militare di Borgo, in Corsica, era diretto a Lione. 
Sorvolando il Tirreno, scomparve nel nulla, come una cometa nella notte. 


Come il suo piccolo principe. 
Un caro amico dello scrittore dichiarò che Antoine gli confessò che sarebbe voluto sparire come il piccolo principe, questo alimentò le voci di un possibili suicidio. 
Si parlò anche di un presunto sabotaggio al motore, vista la forte inimicizia con il futuro presidente Francese Charles De Gaulle. 
La realtà venne a galla con un braccialetto, intrappolato nelle reti di un pescatore di Marsiglia. Era il settembre del 1998. Era il bracciale di Antoine. Lo dichiarava l’incisione del suo nome sull’argento logorato dal mare. 
I resti del suo velivolo furono ritrovati nel 2004 al largo dell’Ile de Riou, a più di sessanta metri di profondità. 
Ma nel 2008 una dichiarazione pose forse fine a questa misteriosa morte. 


Horst Rippert, ex pilota della Luftwaffe confessò di aver abbattuto con il suo Messerschmitt Bf 109, un P-38 proprio in quella notte. 
“Quando ho saputo di chi si trattasse, ho sperato fino all’ultimo che non fosse lui”. 
“Non avrei mai sparato se lo avessi saputo”.
Le sue opere erano fonte di ispirazione per ogni pilota, come “Volo di notte” e “Terra degli uomini”, lo erano anche per lui. 
Dopo la guerra, il pilota nazista, divenne un giornalista nell’NDR, lavorò come giornalista sportivo. Non dichiarò mai prima del 2008 questa verità, mantenne il suo segreto per paura, per il timore di aver ucciso il Poeta del Cielo e con lui una parte di se stesso e di tutti gli aviatori. 
Di tutti quei sogni, della magia dei suoi testi per l’amore e il volo tra i cieli. 
Antoine morì a soli 44 anni. 


Rippert morì nel 2013, all’eta della guerra aveva soli 25 anni. 
Antoine de Saint-Exupèry continuò con il suo fascino a suscitare leggende e ipotesi surreali, ma come il suo piccolo principe forse è solo dal un’altra parte. 

“Capisci? É troppo lontano. Non posso portare appresso il mio corpo. É troppo pesante". 

Il suo corpo non fu mai ritrovato. 

Simone De Bernardin 

fonte: I VIAGGIATORI IGNORANTI


Simone De Bernardin nasce a Verbania sul Lago Maggiore il due settembre 1989. Fin dalla tenera età, dimostra di essere un bambino molto introspettivo, riflessivo e creativo, passa le sue giornate a inventare, osservare, riflettere e a domandarsi i perché dell’esistenza e tutto ciò che riguarda la vita e la natura. Verso la fine delle scuole elementari, comincia a scrivere appunti, riflessioni e poesie su ciò che gli accade e su ciò che lo circonda raccogliendole tutte in un grosso raccoglitore dove continua tutt’oggi a scrivere. Il primo anno di scuola media riceve la sua prima macchina fotografica con la quale comincia a scattare e a sperimentare la fotografia e da subito s’innamora del bianco e nero per la sua capacità espressiva di cogliere l’essenza delle cose.Studia fotografia e comincia a realizzare immagini e poesie che toccano temi tipici del Romanticismo di cui egli si sente attratto e che ne condivide i principi quali, il tema dell’infinito, il sentimento, il mistero, l’inconscio, la natura e il rapporto tra vita e morte. Nel 2012, realizza la sua prima mostra fotografica, presso il Comune di Verbania, e successivamente partecipa al concorso Il Segno dove viene segnalato come giovane artista, esponendo le sue opere a Venezia presso Palazzo Zenobio e successivamente a Milano presso la Galleria Zamenhof. Nel 2013 raccoglie un'insieme di sue poesie in un libriccino dal titolo Animam Meam. Nel 2014 termina il suo primo romanzo Lettere.

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