CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

domenica 5 maggio 2019

Santa Maria Margherita Alacoque, tra schizofrenia e misticismo


Questa è la strana storia di una donna particolare che divenne santa nel 1920. 
Il suo nome era Margherita Alacoque. Nacque il 22 luglio 1647 a Lautecourt, nei pressi di Verosvres, in Borgogna. La sua famiglia era numerosa e molto religiosa. Claude, il papà, era notaio. Philiberte Lamyn, la mamma, era casalinga e benestante di famiglia, essendo a sua volta figlia di un notaio. Margherita aveva quattro fratelli, due dei quali morirono molto giovani a causa della loro salute cagionevole. 
A 8 anni rimase orfana di padre. In seguito a questo tragico evento, la madre decise di affidare la sua crescita e formazione alle suore Clarisse, inviandola in una struttura gestita da loro. 
La vita in collegio le fece maturare nel cuore la convinzione che solo dedicando la propria vita a Dio e al servizio degli ultimi, avrebbe potuto dare uno scopo alla sua esistenza. Decise così di prendere i voti. Nel 1669 ricevette il sacramento della cresima e aggiunse al suo nome quello di Maria. Successivamente entrò nell’ordine della Visitazione di Santa Maria, fondato nel 1610 da san Francesco di Sales, in un convento a Paray-le-Monial. La sua famiglia non era d’accordo, sognava per lei, vista l’educazione ricevuta, ben altro futuro. 


Margherita era molto determinata, non ascoltò nessuno. Le sue memorie e un libro scritto da alcune novizie che la conobbero, ci regalano una visione dettagliata di questa donna, che lascia alla storia e ai posteri la sua personale interpretazione del sacrificio, del donarsi agli altri e dell’espiazione dei propri peccati, oltrepassando limiti, a mio personale avviso, invalicabili dalla maggioranza delle persone. 
Misticismo? Follia? Amore incondizionato per il Signore? Dedizione a chi era sofferente e bisognoso? Cosa la spinse nel suo agire non lo sappiamo con certezza. 
Margherita inizia il suo cammino nella fede molto presto. Secondo i suoi diari, avrebbe fatto voto di castità già a 5 anni. Ma fu la vita monastica a cambiare profondamente il suo essere, portandola in una dimensione personale che solo lei e pochi altri potevano comprendere e da cui non uscì più. 


Per la prima volta, nel dicembre 1673, dichiarò di aver incontrato Gesù durante un’apparizione. Con lui conversava e raccoglieva le indicazioni che il figlio di Dio le consegnava. Queste visioni durarono fino alla morte della donna, suscitando molti dubbi in chi le stava accanto ogni giorno. La giovane monaca si distinse per la dedizione con cui curava i malati che incontrava. Per alcuni di essi, particolarmente sofferenti provava repulsione e questo senso di distacco la faceva sentire in difetto verso il Signore che l’aveva incaricata di occuparsi di loro. Per cancellare la vergogna di questo suo sentimento meschino e terreno, si autopunì compiendo gesti estremi, per mortificare il suo corpo e il suo spirito ingrato. Ella stessa racconta che un giorno, prendendosi cura di una donna sofferente che aveva rigurgitato sul pavimento, si senti nauseata da quella visione. Pentita della pochezza di quel sentimento, non poté sottrarsi dall’impulso irrefrenabile di pulire il vomito con la lingua e di ingoiarlo, donando quel gesto a Dio per dimostrare la propria devozione e il proprio pentimento. In un passo del libro “Vita della Venerabile madre Margherita Maria Alacoque”, le novizie che la conobbero e che furono da lei istruite, testimoniano il suo agire raccontando che un giorno, la suora. Mortificata dal disgusto provato verso una paziente affetta da dissenteria, si sentì costretta, per chiedere perdono all’Altissimo di quel sentimento incontrollato, mentre andava a buttare i panni sporchi di feci liquide e maleodoranti, a intingervi la lingua e a riempirsene la bocca. 
Margherita compiva atti di penitenza ogni giorno, mortificando corpo e spirito appena ne aveva la possibilità. Era solita recitare il rosario piegata sulle ginocchia nude, oppure facendo una genuflessione e baciando il suolo ad ogni Ave Maria. 
Spesso legava il proprio corpo con grosse corde ruvide e nodose, offrendo la propria sofferenza al Signore. A volte la legatura era tanto stretta da impedirle di respirare agevolmente o di mangiare; i solchi che le lasciavano addosso erano a tal punto gravi che quando procedeva a slegarsi, si strappava anche lembi di pelle. Non paga di quel dolore profondo, si cingeva le braccia con piccole catene, che nascondeva sotto gli abiti per giorni. Una volta rimosse le lasciavano la carne a brandelli. 
La mortificazione del suo corpo si concludeva la sera, quando andava a coricarsi o su un nudo asse o su bastoni nodosi. 


La sua lotta contro quei sentimenti negativi verso chi era sofferente era continua. Provando ribrezzo per le piaghe, prese la decisione di accudire proprio quei malati che ne erano affetti. Oltre alle amorevoli cure, per chiedere perdono di ciò che il suo cuore provava, prese a baciare le più purulente e disgustose. 
Durante la Quaresima offriva il proprio sangue a Dio, conficcandosi aghi nelle dita; compiva anche atti di flagellazione per ricordare la pena subita da Gesù prima della morte. 
Ricercava con ogni mezzo la sofferenza, non considerandola mai abbastanza per farla sentire degna di essere al cospetto del Signore. Il dolore era il suo unico sollievo alla vita terrena. 
Queste sue frequenti stranezze non passarono inosservate agli occhi di chi condivideva il convento con lei. Le sue consorelle e il priore la guardavano con sospetto, non comprendendo i suoi comportamenti ritenuti oltre ogni logica. Molti dubitavano delle apparizioni che raccontava di avere. I suoi dialoghi con Gesù non convincevano nessuno, soprattutto perché in seguito a queste mistiche conversazioni era solita mortificarsi. 
Ma qualcuno le credeva, riteneva veritieri i suoi racconti. A difenderla dagli attacchi della chiesa locale e dei suoi superiori fu Claude de la Colombière, che divenendo suo padre spirituale, intravide in lei il sacro fuoco della fede. Col suo appoggio e con quello di Giovanni Eudes, diffusero il culto del Sacro Cuore di Gesù. 
In vita Margherita, ricevette durante le sue visioni, delle rivelazioni personali, che la spinsero ad andare avanti nel suo operato nonostante gli ostacoli quotidiani che le rendevano difficoltoso il cammino. Si spense il 17 ottobre 1690, nel convento in cui aveva trascorso la maggior parte della sua esistenza. 
Nel settembre del 1864 Margherita Maria Alacoque fu beatificata da papa Pio IX. Durante il pontificato di papa Benedetto XV, nel 1920, venne canonizzata. 
Di lei resta il ricordo delle sue stranezze e della sua completa dedizione al prossimo sofferente.

Rosella Reali

fonte: I VIAGGIATORI IGNORANTI

Bibliografia
Ivan Gobry, Margherita Maria Alacoque e le rivelazioni del Sacro Cuore, 1989 

Alberto Macchi, Pompeo Batoni e il Sacro Cuore di Gesù, Prefazione di P. Casimiro Przydatek S.J., Colosseo Editore, Roma 2006 

Santa Margherita Maria Alacoque, Autobiografia, Edizioni AdP Apostolato della Preghiera, 2015 

ROSELLA REALI
Sono nata nel marzo del 1971 a Domodossola, attualmente provincia del VCO. Mi piace viaggiare, adoro la natura e gli animali. L'Ossola è il solo posto che posso chiamare casa. Mi piace cucinare e leggere gialli. Solo solare, sorrido sempre e guardo il mondo con gli occhi curiosi tipici dei bambini. Adoro i vecchi film anni '50 e la bicicletta è parte di me, non me ne separo mai. Da grande aprirò un agriturismo dove coltiverò l'orto e alleverò animali. 
Chi mi aiuterà? Ovviamente gli altri viaggiatori.
Questa avventura con i viaggiatori ignoranti? Un viaggio che spero non finisca mai...

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