Millenni fa un gruppo di individui ha voluto creare due personaggi fittizi, Yahweh e Satana, e ha portato avanti, con metodi subdoli, questa nuova concezione fino ai giorni nostri. Se per creare la figura di Yahweh sono stati utilizzati principalmente due dei famosi 'Anunnaki' mesopotamici, per la creazione del personaggio Satana ne sono stati usati fondamentalmente quattro, i cui caratteri sono stati fusi in un' unica entità dalle (presunte) molteplici sfaccettature.
L'opera, pur così lontana nel tempo e grandiosa, non è in realtà così complessa come si potrebbe pensare: è bastato semplicemente creare questi personaggi e 'imporli' al principio a suon di guerre di conquista.
E quando il Cristianesimo (che ancora non era codificato e standardizzato) riuscì a fare breccia a Roma, si vide la strada spianata per la 'conquista' definitiva. Conquista che continua ancora oggi e che nel corso di questi ultimi due millenni ha prodotto una serie lunghissima di tragedie ovunque si sia affacciato, in qualsiasi arco storico. Sempre con la scusa di portare 'la Parola del Signore' agli 'infedeli ed incivili'. Una parola d' Amore, viene detto, ma imposta con la spada, con la corruzione, con le connivenze tra Stato e Chiesa, sfruttando l'ignoranza di molti fedeli e di molti ministri del culto che, lasciatisi abbindolare dal fasullo messaggio propagandato, credevano e credono di essere nel giusto. Ma bando alle ciance, e torniamo ai nostri quattro personaggi mesopotamici utilizzati per creare Satana. Analizziamoli e conosciamoli uno per uno.
ENKI
Nei sigilli veniva rappresentato quasi sempre con dei getti d' acqua che fuoriuscivano dalle spalle, contenenti spesso dei pesci, veniva accompagnato da qualche animale (in genere con lunghe corna), e nelle prime raffigurazioni era associato alla Luna (alla falce di Luna). Fu in effetti il primissimo dio lunare della storia. Era anche un guaritore, infatti uno dei suoi tanti epiteti, Ninazu (che gli studiosi traslitterano in NIN.AZU) sembra avere il significato di 'Signore guaritore', e gli A.zu, a Sumer, erano una categoria di medici.
Il suo animale simbolo però, quello che lo rappresentava, era il SERPENTE, specialmente in epoca antica. Questo animale in realtà contraddistingueva tutta la stirpe enkita. Avrete già capito ormai che Enki è il 'proto-satana' per eccellenza: amante dell'uomo, re della terra, sapiente, in perenne contrasto con suo fratellastro Enlil. Ricordiamoci di queste caratteristiche e passiamo a conoscere il primo figlio di Enki: Marduk.
NINGISHZIDDA
Ora, per parlare ancora meglio di Ningishzidda, dobbiamo rifarci alle formidabili analisi e intuizioni dell' autore russo Zecharia Sitchin.
Ningishzidda è legato al ‘mondo di sotto’, l’Abzu, tramite Ereshkigal e anche tramite Enki, il quale era padrone dell’ Abzu mentre Ereshkigal ne era regina ‘ad honorem’ assieme a suo marito Nergal. Sitchin asserisce che Ereshkigal stessa, figura enlilita sorella di Inanna, avesse ricevuto l’Abzu in dono da Enki.
Il nome Ningishzidda secondo Sitchin significa ‘Signore del manufatto della vita’. Egli sostiene che suo padre Enki gli trasmise le proprie conoscenze in campo medico-biologico, e che questo giovane dio fosse in grado, addirittura, di ‘riportare in vita i morti’, una capacità che lo stesso Enki aveva, e per il quale viene attestata per esempio nel mito della ‘discesa di Inanna nel mondo di sotto’.
Le nozioni di Sitchin confermano il legame di Ningishzidda con la costruzione dei templi, ma egli non si limita a parlare del Girsu per Ninurta; infatti l’autore attribuisce al dio la costruzione di almeno tre centri megalitici sparsi per il globo: le piramidi di Giza, Teotihuacan, e Stonehenge. Per capire questa attribuzione è bene chiarire che Sitchin identifica, sulla base dei miti, dei tratti caratteristici, e della iconografia, Ningishzidda con il dio egizio Thot (e anche Enki con Ptah e Marduk con Ra) e con il dio mexicano Quetzalcoatl. Da questa identificazione si possono mettere in evidenza tante altre nozioni riguardanti questa figura. Prima fra tutte la conferma delle capacità ‘magiche’ in relazione alla medicina. Thot infatti riporta in vita Horus punto dallo scorpione. Thot era il dio della magia e della scrittura, infatti veniva rappresentato spesso con lo stilo dello scriba in mano.
Le stesse caratteristiche aveva in Mexico Quetzalcoatl, il dio ‘serpente piumato’ o ‘serpente alato’, il quale, secondo il mito, giunse via mare con alcuni seguaci (gli Olmechi, una popolazione mista ormai provata come composta in buona parte da africani negroidi). Quetzalcoatl portava con sé il ‘segreto del tempo’, infatti il più antico calendario mesoamericano ha come data di partenza il 3113 a.C., data di arrivo del Serpente Piumato.
Sitchin identifica questa data come il momento in cui Thot su scacciato da Ra (Marduk) dall’Egitto. Sitchin, nell’ identificare Ningishzidda con Thot, lo lega indissolubilmente alle piramidi di Giza affermando che fu questo dio a progettarle come punto di segnalazione per la discesa degli dei dal cielo verso lo spazioporto situato nel Sinai. La grande conoscenza del dio in materia astronomica e astrologica si manifesta nell’ orientamento di queste piramidi con la cintura di Orione come appariva sull’ Egitto intorno al 10.500 a.C., data quindi attribuita da Sitchin per la costruzione delle piramidi. Thot era anche il dio che intercedeva per il faraone morto in modo che questi potesse ‘salire al Duat’ che, appunto, era identificato con Orione.
In seguito alla costruzione delle piramidi, per testimoniare questo evento, fu costruita la Sfinge dal corpo di leone (per indicare che la costruzione era avvenuta nell’Era del Leone) e con il volto del dio Ningishzidda che ne era stato il progettista.
Le piramidi erano senza dubbio la più grande opera di Ningishzidda il quale, scacciato da suo fratello Marduk/Ra intorno al 3150 a.C., cercò una nuova terra in cui stabilirsi. Secondo Sitchin questa ricerca lo portò in Mexico, dove fondò dei nuovi centri tra i quali il principale fu Teotihuacan. Li fu adorato come Quetzalcoatl, il dio che riassumeva i caratteri zoomorfi del serpente (simbolo della sua appartenenza alla dinastia enkita) e dell’uccello (come ‘falco degli dei’ sumeri e come Ibis egiziano).
Ma Sitchin evidenzia anche un altro aspetto della conoscenza di questo dio: quello legato alla misura del tempo che si manifestava in costruzioni orientate astrologicamente in maniera da poterne usufruire come ‘calendari’. E’ in questa ottica che Ningishzidda è visto come responsabile della progettazione di Stonehenge (o quantomeno della sua prima fase). Questo sito infatti ha una caratteristica che passa inosservata se considerata nel solo ambito della cultura preistorica inglese, ma che si rivela illuminante se considerata a livello globale, una caratteristica introdotta da Sitchin e sulla quale nessuno più ha indagato.
La prima fase di Stonehenge infatti consisteva in una serie di buche e in sette lastroni di pietra disposti a cerchio. Di queste sette lastre, sei erano in posizione perfettamente circolare, mentre una (la Heel Stone) era posta al di fuori di questo cerchio immaginario come per costituire un ‘punto di mira’ o un ‘punto di osservazione’ esterno. La stessa disposizione che troviamo, 7 secoli dopo, nel cortile del Girsu dedicato a Ninurta, a pochi chilometri da Lagash.
Veniamo ora alla identificazione di Ningishzidda con Thot. Quali indizi abbiamo che leghino queste due divinità? Sappiamo che Thot era il dio con la testa dell’ uccello Ibis. E’ quindi evidente un primo parallelo con Ningishzidda che aveva, tra i suoi epiteti, ‘Falco predatore degli dei’. L’Ibis inoltre è strettamente legato al serpente, animale a cui dà la caccia. L’ibis sacro in Egitto veniva mummificato e posto vicino alle sepolture o dentro casa come amuleto.
Un’altra caratteristica di Thot, poco divulgata, è che era legato anche alla figura del serpente, come attesta un murale nella tomba di Seti I che lo ritrae appunto con due serpenti attorcigliati ai suoi bastoni. Insomma, fino ad ora, Ningishzidda era un mago, aveva accesso al 'mondo di sotto', era depositario di innumerevoli nozioni e conoscenze, esattamente come suo padre Enki, era legato alla figura del serpente.
Thot era indissolubilmente legato al mito del viaggio di Osiride nel Duat, e alle cerimonie che si tenevano dopo la morte dei faraoni, cerimonie che altro non erano se non il tentativo di far ripercorrere al faraone morto lo stesso viaggio fatto da Osiride, che partiva da Rosteau (Giza) per arrivare fino al Duat. Questo viaggio veniva compiuto sia in luoghi sotterranei, sia via barca su un fiume.
Nel caso della identificazione di Ningishzidda / Thot con il Serpente Piumato adorato nel Mesoamerica col nome di Quetzalcoatl, abbiamo ancora una serie di somiglianze nei tratti distintivi, e ancor più nella iconografia. Come Ningishzidda, Quetzalcoatl era un dio legato al tempo, alla costruzione, alla vita. Era un abile architetto, progettò ed eresse Teotihuacan. Quetzalcoatl era legato all’uccello Quetzal , ma anche al serpente.
Di particolare interesse è una rappresentazione del dio nella sua forma 'Kukulkan', poco conosciuta, ma che paradossalmente sembra essere tra le più antiche: il dio ha infatti un bastone al quale stanno attorcigliati due serpenti. Sono dunque inglobati nella figura del Serpente piumato entrambi gli aspetti zoomorfi associati a Ningishzidda, eppure l’evidenza maggiore non si ha tanto nella rappresentazione del dio, ma in quella delle sue opere. Abbiamo già detto che il complesso di Giza doveva in qualche modo essere il ‘capolavoro’ di Ningishzidda. Ebbene una volta esiliatosi nel Mexico, il dio volle replicare la sua grande opera creando Teotihuacan che è orientata esattamente come il complesso di Giza.
Cosa lega Ningishzidda a Satana – Lucifero? Intanto le sue conoscenze, il suo atteggiamento di 'divulgatore' e donatore di sapienza. Il suo essere così 'pratico' del 'mondo di sotto' (espressione e figura mitologiche che serviranno secoli dopo a creare il concetto di 'Inferno'), l'associazione con il serpente e con i draghi.
Ora, andiamo a conoscere brevemente il nostro ultimo personaggio.
DUMUZI
Questo tema ricorrente si è protratto fino a noi, tanto che ancora oggi la figura di Satana nelle iconografie bibliche é rappresentato come serpente o uomo-serpente.
Particolarmente importanti sono quelle raffigurazioni in cui Satana risulta mezzo uomo e mezzo serpente.
L'opera, pur così lontana nel tempo e grandiosa, non è in realtà così complessa come si potrebbe pensare: è bastato semplicemente creare questi personaggi e 'imporli' al principio a suon di guerre di conquista.
Il popolo ebraico, militarmente molto forte potendo contare al proprio interno elementi di gruppi etnici da sempre dediti all' arte delle armi, ha conquistato con la spada e con i soldi tantissime terre e popolazioni.
Il resto, purtroppo, l'ha fatto la natura umana e la sua innata mancanza di responsabilità. Sopratutto con la nascita della parte più subdola del post-ebraismo, il Cristianesimo, l' uomo si è macchiato di azioni riprovevoli con la giustificazione di rivalersi da decenni di persecuzione da parte dell'Impero Romano...
E quando il Cristianesimo (che ancora non era codificato e standardizzato) riuscì a fare breccia a Roma, si vide la strada spianata per la 'conquista' definitiva. Conquista che continua ancora oggi e che nel corso di questi ultimi due millenni ha prodotto una serie lunghissima di tragedie ovunque si sia affacciato, in qualsiasi arco storico. Sempre con la scusa di portare 'la Parola del Signore' agli 'infedeli ed incivili'. Una parola d' Amore, viene detto, ma imposta con la spada, con la corruzione, con le connivenze tra Stato e Chiesa, sfruttando l'ignoranza di molti fedeli e di molti ministri del culto che, lasciatisi abbindolare dal fasullo messaggio propagandato, credevano e credono di essere nel giusto. Ma bando alle ciance, e torniamo ai nostri quattro personaggi mesopotamici utilizzati per creare Satana. Analizziamoli e conosciamoli uno per uno.
ENKI
Era uno dei massimi dingir Anunnaki, il grande scienziato, sapiente signore che conosceva ogni cosa. Se c'era, a Sumer, un personaggio dal quale Ishkur / Yahweh poteva rubare la caratteristica dell'onniscenza, era proprio Enki. Era il figlio maggiore di Anu, capo supremo 'ad honorem' di tutti i dingir. Non era però il suo erede ufficiale, titolo che spettava a un altro figlio: Enlil (Signore del vento). Ed Enlil era il padre di Ishkur. Enki era patrono e costruttore di Eridu, la prima città sumera, una città i cui primi strati sembrano risalire fino agli ultimi secoli del VI millennio (si accetta generalmente una datazione intorno al 5000 a.C. - in pieno periodo Ubaid I) ma che i miti sumeri rimandano indietro di almeno altri 20.000 anni. Certo è che nel calcolitico, fino a circa il 7000 a.C. quando nasce il primo segno di cultura Ubaid, nel tell dove sorgeva Eridu vi erano già stanziamenti di popolazioni organizzate e sedentarie.
Enki era un dingir benevolo, giusto, rigoroso anche se parecchio libertino, ben disposto nei confronti degli uomini, che non mancava mai di giustificare e aiutare, spesso salvandoli con escamotages divertenti dalle grinfie di suo fratellastro Enlil. E non sarebbe potuto essere altrimenti, visto che fu proprio Enki a creare l' uomo. Ci sono almeno 3 fonti diverse che ci parlano dei mezzi 'fantascientifici' (per l' epoca) utilizzati da Enki e sua sorellastra Ninmah per creare l' uomo.
Bene Enki era il dingir che creò l'uomo, che impedì che un umano (Adapa, il primo saggio) diventasse immortale, che salvò l'umanità dall'annientamento a causa del Diluvio, che confuse le lingue, che organizzò le nazioni, e che donò ai popoli due importanti conquiste: la scrittura e il calcolo del tempo.
Enki aveva tantissimi epiteti, tra i quali val la pena ricordare:
- Nudimmud (NU.DIM2.MUD) con il significato di 'Colui che crea e dà forma'
- Ea (E2.A) con il significato di 'Colui che ha casa nell'acqua'
- Buzur (BUR.ZUR – BUZUR5) un nome che è un raffinato gioco di parole, in quanto significa allo stesso tempo 'segreto – cosa nascosta' (BUZUR5) ma anche 'donatore di conoscenza' (BUR = lacerare, aprire, rivelare + ZUR = sapienza), facendo così di Enki un 'rivelatore di segreti e dispensatore di conoscenza'.
- Engurra (ENGUR.RA o ENGUR.A) dal significato di 'quello delle profondità (delle acque)'
Enki era un dingir benevolo, giusto, rigoroso anche se parecchio libertino, ben disposto nei confronti degli uomini, che non mancava mai di giustificare e aiutare, spesso salvandoli con escamotages divertenti dalle grinfie di suo fratellastro Enlil. E non sarebbe potuto essere altrimenti, visto che fu proprio Enki a creare l' uomo. Ci sono almeno 3 fonti diverse che ci parlano dei mezzi 'fantascientifici' (per l' epoca) utilizzati da Enki e sua sorellastra Ninmah per creare l' uomo.
Bene Enki era il dingir che creò l'uomo, che impedì che un umano (Adapa, il primo saggio) diventasse immortale, che salvò l'umanità dall'annientamento a causa del Diluvio, che confuse le lingue, che organizzò le nazioni, e che donò ai popoli due importanti conquiste: la scrittura e il calcolo del tempo.
Enki aveva tantissimi epiteti, tra i quali val la pena ricordare:
- Nudimmud (NU.DIM2.MUD) con il significato di 'Colui che crea e dà forma'
- Ea (E2.A) con il significato di 'Colui che ha casa nell'acqua'
- Buzur (BUR.ZUR – BUZUR5) un nome che è un raffinato gioco di parole, in quanto significa allo stesso tempo 'segreto – cosa nascosta' (BUZUR5) ma anche 'donatore di conoscenza' (BUR = lacerare, aprire, rivelare + ZUR = sapienza), facendo così di Enki un 'rivelatore di segreti e dispensatore di conoscenza'.
- Engurra (ENGUR.RA o ENGUR.A) dal significato di 'quello delle profondità (delle acque)'
Nei sigilli veniva rappresentato quasi sempre con dei getti d' acqua che fuoriuscivano dalle spalle, contenenti spesso dei pesci, veniva accompagnato da qualche animale (in genere con lunghe corna), e nelle prime raffigurazioni era associato alla Luna (alla falce di Luna). Fu in effetti il primissimo dio lunare della storia. Era anche un guaritore, infatti uno dei suoi tanti epiteti, Ninazu (che gli studiosi traslitterano in NIN.AZU) sembra avere il significato di 'Signore guaritore', e gli A.zu, a Sumer, erano una categoria di medici.
Il suo animale simbolo però, quello che lo rappresentava, era il SERPENTE, specialmente in epoca antica. Questo animale in realtà contraddistingueva tutta la stirpe enkita. Avrete già capito ormai che Enki è il 'proto-satana' per eccellenza: amante dell'uomo, re della terra, sapiente, in perenne contrasto con suo fratellastro Enlil. Ricordiamoci di queste caratteristiche e passiamo a conoscere il primo figlio di Enki: Marduk.
MARDUK
Amar.Ud – giovane toro del sole, compare sulla scena improvvisamente a Babilonia. Di lui però, sotto diversi nomi, si parla anche in epoca accadica e probabilmente (secondo alcune identificazioni non universalmente accettate) in epoca sumera classica.
Prima di essere Marduk era Asarluhi, e in un testo lunghissimo di esaltazione di Ninurta, viene chiamato Azag (prima) e Zalag (dopo). Marduk era, durante l'impero babilonese (a partire quindi circa dal 1900 a.C.), il primissimo esempio di divinità capo di un culto enoteista, cioè che riconosceva anche altri dei, a lui sottomessi. Marduk era figlio primogeito di Enki, nato dall'unione con Damkina. Era sposato con Sarpanit e aveva almeno un figlio: Nabu.
Il grande tempio di Babilonia, chiamato Esagila (casa del grande dio), aveva al suo ultimo piano un Santa Sanctorum chiamato 'E.Kua' in cui dimoravano Marduk e sua Moglie. Marduk era un grande ingegnere, specialmente abile, come già suo padre, in tutto ciò che aveva a che fare con le risorse idriche. Fu lui infatti, secondo quanto si legge nei miti, a rinforzare in epoca di crisi gli acquedotti di Babilonia. Era un grande mago, aveva vaste conoscenze in ogni campo, tanto che in un testo religioso leggiamo che Enki gli si rivolge dicendo: “Cosa non ti ho insegnato? Cosa so io che tu non sai?”. Eppure, qualcosa che Enki non aveva insegnato a Marduk c' era: come far rivivere i morti.
Marduk era associato all'ariete in Egitto, ove era venerato con il nome di Ra, e quando cercò di occupare Sumer, allontanandosi dalla terra d' Egitto, nasce il culto di Amon-Ra (il Ra nascosto / lontano). In questo periodo infatti (dal 1900 a.C. in poi) Marduk era appunto signore di Babilonia, il dingir più potente della mesopotamia, solo occasionalmente ostacolato dal suo eterno rivale Asshur (un dio 'composito' nato dall'unione dei caratteri di Enlil e Ninurta), dingir a capo del culto assiro.
Prima di essere Marduk era Asarluhi, e in un testo lunghissimo di esaltazione di Ninurta, viene chiamato Azag (prima) e Zalag (dopo). Marduk era, durante l'impero babilonese (a partire quindi circa dal 1900 a.C.), il primissimo esempio di divinità capo di un culto enoteista, cioè che riconosceva anche altri dei, a lui sottomessi. Marduk era figlio primogeito di Enki, nato dall'unione con Damkina. Era sposato con Sarpanit e aveva almeno un figlio: Nabu.
Il grande tempio di Babilonia, chiamato Esagila (casa del grande dio), aveva al suo ultimo piano un Santa Sanctorum chiamato 'E.Kua' in cui dimoravano Marduk e sua Moglie. Marduk era un grande ingegnere, specialmente abile, come già suo padre, in tutto ciò che aveva a che fare con le risorse idriche. Fu lui infatti, secondo quanto si legge nei miti, a rinforzare in epoca di crisi gli acquedotti di Babilonia. Era un grande mago, aveva vaste conoscenze in ogni campo, tanto che in un testo religioso leggiamo che Enki gli si rivolge dicendo: “Cosa non ti ho insegnato? Cosa so io che tu non sai?”. Eppure, qualcosa che Enki non aveva insegnato a Marduk c' era: come far rivivere i morti.
Marduk era associato all'ariete in Egitto, ove era venerato con il nome di Ra, e quando cercò di occupare Sumer, allontanandosi dalla terra d' Egitto, nasce il culto di Amon-Ra (il Ra nascosto / lontano). In questo periodo infatti (dal 1900 a.C. in poi) Marduk era appunto signore di Babilonia, il dingir più potente della mesopotamia, solo occasionalmente ostacolato dal suo eterno rivale Asshur (un dio 'composito' nato dall'unione dei caratteri di Enlil e Ninurta), dingir a capo del culto assiro.
Che Marduk fosse religiosamente e culturalmente preminente, è attestato dal fatto che gli assiri utilizzavano le stesse valenze fonetiche e lo stesso stile cuneiforme sviluppato a Babilonia. Marduk era stato un eterno rivale della fazione Enlilita, era il più odiato degli Enkiti, il ribelle, potremmo dire che era il dingir che, caratterialmente, è servito a modello per la creazione di Satana. Se infatti Enki era il rivale di Enlil, il suo carattere bonaccione e conciliante non poteva essere utilizzato per creare un personaggio così negativo.
Il carattere di Marduk invece, iracondo, guerrafondaio, superbo, orgoglioso, era perfetto. Ed infatti nella Bibbia, in una carrellata storica, si parla proprio di Marduk, chiamato alla maniera semita: Merodach. Ma se in Egitto era assocciato all'Ariete, e se il suo nome lo descrive come un 'Toro del sole' (due animali che con Satana non hanno nulla a che vedere), nelle sue rappresentazioni è quasi sempre accompagnato dal 'serpente dragone Mushushu'.
Abbiamo detto che Enki non insegnò una cosa a Marduk: far rivivere i morti. Lo insegnò però al suo figlio più giovane, di cui parleremo adesso molto estensivamente:
Il carattere di Marduk invece, iracondo, guerrafondaio, superbo, orgoglioso, era perfetto. Ed infatti nella Bibbia, in una carrellata storica, si parla proprio di Marduk, chiamato alla maniera semita: Merodach. Ma se in Egitto era assocciato all'Ariete, e se il suo nome lo descrive come un 'Toro del sole' (due animali che con Satana non hanno nulla a che vedere), nelle sue rappresentazioni è quasi sempre accompagnato dal 'serpente dragone Mushushu'.
Abbiamo detto che Enki non insegnò una cosa a Marduk: far rivivere i morti. Lo insegnò però al suo figlio più giovane, di cui parleremo adesso molto estensivamente:
NINGISHZIDDA
Parlare di Ningishzidda significa inevitabilmente abbandonare le concezioni storiche e mitologiche che fino ad oggi abbiamo dato per certe.
Mai, come nel caso di questo giovane dio, si può trovare la chiave per identificare Satana non nella sua concezione di 'diavolo' o 'demone' ma in quella di 'donatore di luce'. Ningishzidda è il modello perfetto per il Satana – Lucifero.
Tutti i sumerologi ortodossi concordano nel collegare Ningishzidda all’Abzu. Loro traducono e identificano l’Abzu come il ‘regno dei morti’ e assegnano a Ningishzidda, che ne entra ed esce a piacimento, la funzione di psicopompo, sopratutto in relazione alla sua apparente capacità di ‘apparire nei sogni’. Il nome Ningishzidda secondo gli studiosi ortodossi significa "Signore del buon albero"(T.Jacobsen / J. Halloran) o "Signore che fa crescere gli alberi in maniera corretta" (J.W. Bell); questo personaggio viene legato, oltre agli ‘Inferi’ anche al concetto di fertilità, sia perché un lemma del suo nome (GISH) può essere tradotto come ‘Pene’, sia a causa del termine ‘albero’, sia a causa del suo vessillo, una coppia di serpenti intrecciati. Jacobsen nelle sue opere afferma che i serpenti intrecciati sono una rappresentazione delle radici aggrovigliate.
Inoltre, collegando questa somiglianza al particolare legame con l’Abzu (considerato il luogo delle acque sotterranee), egli asserisce tutto questo quadro emergente fa del vessillo del dio una metafora "di come le radici intrecciate vadano verso il basso a cercare le acque). Oltre a ciò gli studiosi legano il dio alla costruzione dei templi, come testimonia la stele di Gudea che racconta di un sogno in cui il dio gli descrive come costruire l’Eninnu di Lagash e il Girsu, dedicati a Ninurta. Gli studiosi ortodossi ci dicono che a Ningishzidda era dedicato un tempio, di cui non abbiamo il nome (alcuni propongono: Eningishzidda o Egishbanda), situato a Gishbanda, una città che gli archeologi non hanno mai ritrovato ma che suppongono essere nel sudovest della Mesopotamia.
Ningishzidda risulta essere nato in mezzo alle montagne, è un valoroso guerriero, i testi ci dicono che è ‘pericoloso’ come unmushushu (il serpente dragone di Marduk), che è legato alle inondazioni, che è un ‘mago’, e che presiede o prende parte alla coltivazione dei campi. Ningishzidda inoltre è un mediatore, una delle sue rarissime rappresentazioni in forma umana lo ritrae mentre presenta Gudea a Ninurta/Ningirsu. Ningishzidda stesso era accompagnato dai Bashmu e dai Mushmah, i serpenti cornuti (draghi), e quando ritratto in forma umana aveva appunto due serpenti cornuti che spuntavano dalle sue spalle. Un mito a lui dedicato riporta:
d.nin.gish.zi.da mush.mah ushumgal.a.da tab.ba
Ningishzida, che si accompagna a grandi dragoni e serpenti
Mai, come nel caso di questo giovane dio, si può trovare la chiave per identificare Satana non nella sua concezione di 'diavolo' o 'demone' ma in quella di 'donatore di luce'. Ningishzidda è il modello perfetto per il Satana – Lucifero.
Tutti i sumerologi ortodossi concordano nel collegare Ningishzidda all’Abzu. Loro traducono e identificano l’Abzu come il ‘regno dei morti’ e assegnano a Ningishzidda, che ne entra ed esce a piacimento, la funzione di psicopompo, sopratutto in relazione alla sua apparente capacità di ‘apparire nei sogni’. Il nome Ningishzidda secondo gli studiosi ortodossi significa "Signore del buon albero"(T.Jacobsen / J. Halloran) o "Signore che fa crescere gli alberi in maniera corretta" (J.W. Bell); questo personaggio viene legato, oltre agli ‘Inferi’ anche al concetto di fertilità, sia perché un lemma del suo nome (GISH) può essere tradotto come ‘Pene’, sia a causa del termine ‘albero’, sia a causa del suo vessillo, una coppia di serpenti intrecciati. Jacobsen nelle sue opere afferma che i serpenti intrecciati sono una rappresentazione delle radici aggrovigliate.
Inoltre, collegando questa somiglianza al particolare legame con l’Abzu (considerato il luogo delle acque sotterranee), egli asserisce tutto questo quadro emergente fa del vessillo del dio una metafora "di come le radici intrecciate vadano verso il basso a cercare le acque). Oltre a ciò gli studiosi legano il dio alla costruzione dei templi, come testimonia la stele di Gudea che racconta di un sogno in cui il dio gli descrive come costruire l’Eninnu di Lagash e il Girsu, dedicati a Ninurta. Gli studiosi ortodossi ci dicono che a Ningishzidda era dedicato un tempio, di cui non abbiamo il nome (alcuni propongono: Eningishzidda o Egishbanda), situato a Gishbanda, una città che gli archeologi non hanno mai ritrovato ma che suppongono essere nel sudovest della Mesopotamia.
Ningishzidda risulta essere nato in mezzo alle montagne, è un valoroso guerriero, i testi ci dicono che è ‘pericoloso’ come unmushushu (il serpente dragone di Marduk), che è legato alle inondazioni, che è un ‘mago’, e che presiede o prende parte alla coltivazione dei campi. Ningishzidda inoltre è un mediatore, una delle sue rarissime rappresentazioni in forma umana lo ritrae mentre presenta Gudea a Ninurta/Ningirsu. Ningishzidda stesso era accompagnato dai Bashmu e dai Mushmah, i serpenti cornuti (draghi), e quando ritratto in forma umana aveva appunto due serpenti cornuti che spuntavano dalle sue spalle. Un mito a lui dedicato riporta:
d.nin.gish.zi.da mush.mah ushumgal.a.da tab.ba
Ningishzida, che si accompagna a grandi dragoni e serpenti
Ora, per parlare ancora meglio di Ningishzidda, dobbiamo rifarci alle formidabili analisi e intuizioni dell' autore russo Zecharia Sitchin.
Ningishzidda è legato al ‘mondo di sotto’, l’Abzu, tramite Ereshkigal e anche tramite Enki, il quale era padrone dell’ Abzu mentre Ereshkigal ne era regina ‘ad honorem’ assieme a suo marito Nergal. Sitchin asserisce che Ereshkigal stessa, figura enlilita sorella di Inanna, avesse ricevuto l’Abzu in dono da Enki.
Il nome Ningishzidda secondo Sitchin significa ‘Signore del manufatto della vita’. Egli sostiene che suo padre Enki gli trasmise le proprie conoscenze in campo medico-biologico, e che questo giovane dio fosse in grado, addirittura, di ‘riportare in vita i morti’, una capacità che lo stesso Enki aveva, e per il quale viene attestata per esempio nel mito della ‘discesa di Inanna nel mondo di sotto’.
Le nozioni di Sitchin confermano il legame di Ningishzidda con la costruzione dei templi, ma egli non si limita a parlare del Girsu per Ninurta; infatti l’autore attribuisce al dio la costruzione di almeno tre centri megalitici sparsi per il globo: le piramidi di Giza, Teotihuacan, e Stonehenge. Per capire questa attribuzione è bene chiarire che Sitchin identifica, sulla base dei miti, dei tratti caratteristici, e della iconografia, Ningishzidda con il dio egizio Thot (e anche Enki con Ptah e Marduk con Ra) e con il dio mexicano Quetzalcoatl. Da questa identificazione si possono mettere in evidenza tante altre nozioni riguardanti questa figura. Prima fra tutte la conferma delle capacità ‘magiche’ in relazione alla medicina. Thot infatti riporta in vita Horus punto dallo scorpione. Thot era il dio della magia e della scrittura, infatti veniva rappresentato spesso con lo stilo dello scriba in mano.
Le stesse caratteristiche aveva in Mexico Quetzalcoatl, il dio ‘serpente piumato’ o ‘serpente alato’, il quale, secondo il mito, giunse via mare con alcuni seguaci (gli Olmechi, una popolazione mista ormai provata come composta in buona parte da africani negroidi). Quetzalcoatl portava con sé il ‘segreto del tempo’, infatti il più antico calendario mesoamericano ha come data di partenza il 3113 a.C., data di arrivo del Serpente Piumato.
Sitchin identifica questa data come il momento in cui Thot su scacciato da Ra (Marduk) dall’Egitto. Sitchin, nell’ identificare Ningishzidda con Thot, lo lega indissolubilmente alle piramidi di Giza affermando che fu questo dio a progettarle come punto di segnalazione per la discesa degli dei dal cielo verso lo spazioporto situato nel Sinai. La grande conoscenza del dio in materia astronomica e astrologica si manifesta nell’ orientamento di queste piramidi con la cintura di Orione come appariva sull’ Egitto intorno al 10.500 a.C., data quindi attribuita da Sitchin per la costruzione delle piramidi. Thot era anche il dio che intercedeva per il faraone morto in modo che questi potesse ‘salire al Duat’ che, appunto, era identificato con Orione.
In seguito alla costruzione delle piramidi, per testimoniare questo evento, fu costruita la Sfinge dal corpo di leone (per indicare che la costruzione era avvenuta nell’Era del Leone) e con il volto del dio Ningishzidda che ne era stato il progettista.
Le piramidi erano senza dubbio la più grande opera di Ningishzidda il quale, scacciato da suo fratello Marduk/Ra intorno al 3150 a.C., cercò una nuova terra in cui stabilirsi. Secondo Sitchin questa ricerca lo portò in Mexico, dove fondò dei nuovi centri tra i quali il principale fu Teotihuacan. Li fu adorato come Quetzalcoatl, il dio che riassumeva i caratteri zoomorfi del serpente (simbolo della sua appartenenza alla dinastia enkita) e dell’uccello (come ‘falco degli dei’ sumeri e come Ibis egiziano).
Ma Sitchin evidenzia anche un altro aspetto della conoscenza di questo dio: quello legato alla misura del tempo che si manifestava in costruzioni orientate astrologicamente in maniera da poterne usufruire come ‘calendari’. E’ in questa ottica che Ningishzidda è visto come responsabile della progettazione di Stonehenge (o quantomeno della sua prima fase). Questo sito infatti ha una caratteristica che passa inosservata se considerata nel solo ambito della cultura preistorica inglese, ma che si rivela illuminante se considerata a livello globale, una caratteristica introdotta da Sitchin e sulla quale nessuno più ha indagato.
La prima fase di Stonehenge infatti consisteva in una serie di buche e in sette lastroni di pietra disposti a cerchio. Di queste sette lastre, sei erano in posizione perfettamente circolare, mentre una (la Heel Stone) era posta al di fuori di questo cerchio immaginario come per costituire un ‘punto di mira’ o un ‘punto di osservazione’ esterno. La stessa disposizione che troviamo, 7 secoli dopo, nel cortile del Girsu dedicato a Ninurta, a pochi chilometri da Lagash.
Veniamo ora alla identificazione di Ningishzidda con Thot. Quali indizi abbiamo che leghino queste due divinità? Sappiamo che Thot era il dio con la testa dell’ uccello Ibis. E’ quindi evidente un primo parallelo con Ningishzidda che aveva, tra i suoi epiteti, ‘Falco predatore degli dei’. L’Ibis inoltre è strettamente legato al serpente, animale a cui dà la caccia. L’ibis sacro in Egitto veniva mummificato e posto vicino alle sepolture o dentro casa come amuleto.
Un’altra caratteristica di Thot, poco divulgata, è che era legato anche alla figura del serpente, come attesta un murale nella tomba di Seti I che lo ritrae appunto con due serpenti attorcigliati ai suoi bastoni. Insomma, fino ad ora, Ningishzidda era un mago, aveva accesso al 'mondo di sotto', era depositario di innumerevoli nozioni e conoscenze, esattamente come suo padre Enki, era legato alla figura del serpente.
Thot era indissolubilmente legato al mito del viaggio di Osiride nel Duat, e alle cerimonie che si tenevano dopo la morte dei faraoni, cerimonie che altro non erano se non il tentativo di far ripercorrere al faraone morto lo stesso viaggio fatto da Osiride, che partiva da Rosteau (Giza) per arrivare fino al Duat. Questo viaggio veniva compiuto sia in luoghi sotterranei, sia via barca su un fiume.
Nel caso della identificazione di Ningishzidda / Thot con il Serpente Piumato adorato nel Mesoamerica col nome di Quetzalcoatl, abbiamo ancora una serie di somiglianze nei tratti distintivi, e ancor più nella iconografia. Come Ningishzidda, Quetzalcoatl era un dio legato al tempo, alla costruzione, alla vita. Era un abile architetto, progettò ed eresse Teotihuacan. Quetzalcoatl era legato all’uccello Quetzal , ma anche al serpente.
Di particolare interesse è una rappresentazione del dio nella sua forma 'Kukulkan', poco conosciuta, ma che paradossalmente sembra essere tra le più antiche: il dio ha infatti un bastone al quale stanno attorcigliati due serpenti. Sono dunque inglobati nella figura del Serpente piumato entrambi gli aspetti zoomorfi associati a Ningishzidda, eppure l’evidenza maggiore non si ha tanto nella rappresentazione del dio, ma in quella delle sue opere. Abbiamo già detto che il complesso di Giza doveva in qualche modo essere il ‘capolavoro’ di Ningishzidda. Ebbene una volta esiliatosi nel Mexico, il dio volle replicare la sua grande opera creando Teotihuacan che è orientata esattamente come il complesso di Giza.
Cosa lega Ningishzidda a Satana – Lucifero? Intanto le sue conoscenze, il suo atteggiamento di 'divulgatore' e donatore di sapienza. Il suo essere così 'pratico' del 'mondo di sotto' (espressione e figura mitologiche che serviranno secoli dopo a creare il concetto di 'Inferno'), l'associazione con il serpente e con i draghi.
Ora, andiamo a conoscere brevemente il nostro ultimo personaggio.
DUMUZI
Dunque finora abbiamo trovato le tracce di alcune delle caratteristiche fondamentali di Satana: la sua parte 'creatrice' e 'ribelle' attraverso Enki, la sua parte 'guerrafondaia', superba, orgogliosa, battagliera attraverso Marduk, il suo legame con il 'mondo di sotto' e la magia, la sapienza delle cose scientifiche e civilizzanti attraverso Ningishzidda. Ma ci manca un altro lato caratteristico di Satana. Il lato 'pagano'. E questo è riscontrabile in Dumuzi, figlio di Enki e Sirtur, famoso per il suo fidanzamento con Inanna e per il nomignolo di 'Dio pastore'.
Dumuzi era in effetti un 'dio agreste', strettamente legato ai campi, agli animali, alle attività della terra. Nella lista dei re sumeri egli viene ricordato come 'Dumuzi il pastore'. Non solo, Dumuzi incarna anche vari aspetti del peccato: in un mito egli stupra sua sorella Geshtinanna, e per questo viene poi inseguito da alcuni 'sceriffi', un inseguimento che porterà alla sua morte. Dumuzi nel mito muore, viene resuscitato, e costretto però a passare 6 mesi all' anno nel 'mondo di sotto' come schiavo di Ereskigal.
Dumuzi era il personaggio perfetto dal quale attingere per creare quel lato 'pagano' di Satana tanto caro a stregoni, studiosi di occultismo, e di paganesimo inteso come contatto con le 'forze della natura'. Ovviamente, anche lui era associato al serpente, ma anche agli animali come la capra, e non c'è dubbio che sia stato proprio Dumuzi a servire per la creazione del Pan e, forse, addirittura del Kernunno.
Possiamo anche avventurarci brevemente in una analisi iconografica delle origini del personaggio satana attraverso i suoi quattro costituenti. Pur essendo Satana un personaggio 'relativamente nuovo' che nasce iconograficamente con il Cristianesimo, le antiche e recenti fonti ci vengono in aiuto per quanto riguarda l'identificazione con la famiglia 'enkita', identificazione che come abbiamo già detto, a parte i tratti caratteriali si basa sostanzialmente sull'icona del serpente.
Dumuzi era in effetti un 'dio agreste', strettamente legato ai campi, agli animali, alle attività della terra. Nella lista dei re sumeri egli viene ricordato come 'Dumuzi il pastore'. Non solo, Dumuzi incarna anche vari aspetti del peccato: in un mito egli stupra sua sorella Geshtinanna, e per questo viene poi inseguito da alcuni 'sceriffi', un inseguimento che porterà alla sua morte. Dumuzi nel mito muore, viene resuscitato, e costretto però a passare 6 mesi all' anno nel 'mondo di sotto' come schiavo di Ereskigal.
Dumuzi era il personaggio perfetto dal quale attingere per creare quel lato 'pagano' di Satana tanto caro a stregoni, studiosi di occultismo, e di paganesimo inteso come contatto con le 'forze della natura'. Ovviamente, anche lui era associato al serpente, ma anche agli animali come la capra, e non c'è dubbio che sia stato proprio Dumuzi a servire per la creazione del Pan e, forse, addirittura del Kernunno.
Possiamo anche avventurarci brevemente in una analisi iconografica delle origini del personaggio satana attraverso i suoi quattro costituenti. Pur essendo Satana un personaggio 'relativamente nuovo' che nasce iconograficamente con il Cristianesimo, le antiche e recenti fonti ci vengono in aiuto per quanto riguarda l'identificazione con la famiglia 'enkita', identificazione che come abbiamo già detto, a parte i tratti caratteriali si basa sostanzialmente sull'icona del serpente.
Il primo e più importante dei 4 personaggi utilizzati per creare Satana, come detto, è Enki, e di Enki abbiamo varie raffigurazioni legate al serpente.
La più famosa è forse quella del sigillo chiamato 'Sigillo della Tentazione', in cui Enki compare seduto dinanzi a una donna. Tra loro un albero, e dietro il dio appunto un serpente.
La più famosa è forse quella del sigillo chiamato 'Sigillo della Tentazione', in cui Enki compare seduto dinanzi a una donna. Tra loro un albero, e dietro il dio appunto un serpente.
Nell'immagine seguente sono riportate alcune delle più famose iconografie di Enki che coinvolgono il serpente.
Anche nel caso di Ningishzidda abbiamo parlato molto di serpenti o, più specificatamente (e questo è molto importante nel trattare di Satana) di DRAGONI o serpenti cornuti;
in effetti non possiamo non pensare al Leviatano dragone, e al fatto che Satana nell'Apocalisse venga descritto come drago (con 7 teste, 10 corna, e 7 diademi).
Qui a fianco alcune rappresentazioni di Ningishzidda legato a serpenti e draghi.
Di Marduk abbiamo poche raffigurazioni iconografiche, e solo una o due che lo legano al dragone / serpente. Sono riportate qui sotto.
Vediamo qui di seguito alcune di queste raffigurazioni.
Perché? Perché esiste una raffigurazione del dio Enki, chiamata 'Il sigillo del Diluvio', in cui Enki avvisa Ziusudra dell'imminente Diluvio, e in questa raffigurazione (riportata qui sotto), Enki è ritratto proprio come un essere dal corpo metà umano e metà serpentino.
Fonte: ningizhzidda.blogspot.it
fonte: crepanelmuro.blogspot.it
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