Le tradizioni ermetiche ed alchemiche parlano dell’esistenza di due soli: uno nascosto, formato da oro alchemico e l’altro, quello materiale, di oro normale. Secondo il “Libro della Santa Trinità”, l’uomo sarebbe stato formato tramite il fuoco del Sole Nero.
Le teorie di Eraclito al riguardo furono essenziali per lo sviluppo della teoria di Filolao sul Sole o Fuoco Centrale.
E’ incredibile come già nel V secolo a.C. Filolao fosse arrivato ad una elaborazione non geocentrica dell’Universo, avendo intuito l’importanza marginale della Terra e del Sistema Solare che, secondo la sua ispirata visione, ruotavano attorno all’Hestia, il Sole Centrale Universale.
C’è un altro spunto astronomico interessante, il collegamento tra Sole Nero e la compagna oscura di Sirio (Sirio A è la stella più luminosa del firmamento ed uno degli astri più vicini al sistema solare, alla distanza di 8,6 anni luce). Sirio B, la compagna oscura, venne scoperta
solo nel 1862, ma i Dogon, una popolazione africana del Mali, ne conoscevano l’esistenza da secoli addietro, forse perché erano entrati in contatto con gli extraterrestri provenienti dalla compagna oscura di Sirio A.
Secondo gli studi dei due antropologi Marcel Griaule e Germaine Dieterlen svolti nel 1931, poi rielaborati ed in parte manipolati dal libro “The Sirius Mystery” di Robert Temple, la stella Sirio, secondo la tradizione Dogon, ha una compagna chiamata Po-tolo (che significa qualcosa come granellino) identificabile con Sirio B, che è effettivamente una piccola stella (una nana bianca) compagna di Sirio, orbitante attorno alla primaria con un periodo di circa 60 anni.
Il mistero legato a Sirio B è dovuto al fatto che essa risulta invisibile ad occhio nudo, e appare strano pensare che essa fosse già conosciuta ai Dogon, non avendo essi alcun mezzo per poterla osservare. Così Temple risolve la contraddizione sostenendo che i Dogon in passato siano entrati in contatto con una civiltà extraterrestre che avrebbe dato loro queste informazioni. A rafforzare questa tesi contribuisce la tradizione Dogon ove si parla della venuta di dèi anfibi sulle loro arche. (Wikipedia, voce Dogon)
E’ ovvio che extraterrestri, vestiti con una tuta spaziale,sarebbero stati descritti da popolazioni atecnologiche come divinità-pesce o anfibie.
Il Sole Nero (Schwarze Sonne) esoterico ha notevole importanza nel Misticismo Nazista. Parrebbe che questo simbolo fosse già conosciuto nell’era delle Grandi Migrazioni, essendo stati rinvenuti alcuni fermagli femminili con tali caratteristiche. Goodrick-Clarke afferma, invece, che esso avrebbe origine medioevale e sarebbe la rappresentazione del movimento solare, con la ruota solare a dodici raggi che, a sua volta. deriverebbe dai dischi dei Merovingi, visualizzazione simbolica delle dodici stagioni e dei dodici segni zodiacali.
Questo simbolo è presente nel mosaico posto al pianterreno della Torre Nord del Castello di Wewelsburg, la cui costruzione fu niziata nel 1603 in Nord Reno-Westfalia dal vescovo-principe di Paderborn Dietrich von Fürstenberg ed il cui nome deriva dal Cavaliere brigante Wewel von Büren.
Nel 1934, sotto la spinta dell’SS-Brigadeführer Karl Maria Wiligut, il Rasputin di Himmler, che sentiva presente in qual luogo un’enorme forza spirituale, Heinrich Himmler firmò un contratto di affitto del castello per 100 anni per la cifra simbolica di 100 marchi con il distretto di Paderborn.
Entrambi erano convinti che si trattasse del mitico castello della Westfalia che, secondo una leggenda, sarebbe stato l’unico a resistere all’assalto degli Slavi dell’Est e che da lì i Tedeschi sarebbero partiti per la vittoriosa riscossa finale.
Wewelsburg è un nodo energetico particolarmente potente anche a causa della vicinanza al complesso megalitico di Externsteine nella Foresta di Teutoburgo. Ad Externsteine sorgeva l’Irminsul, il pilastro sacro che regge l’Universo e che collega il Cielo con la Terra, un simbolo pagano identico all’albero cosmico della mitologia norrena, l’Yggdrasil, poiché entrambi sono la raffigurazione della realtà che sta dietro l’apparente ed effimero mondo materiale.
Externsteine venne profanata con la distruzione dell’Irminsul da Carlo Magno, quando, nel 772 sconfisse i Sassoni e li costrinse a convertirsi al Cristianesimo.
Non bisognerà mai dimenticare ciò che successe a Verden nell’anno 782. (…) Là si era svolto il massacro. Quattromilacinquecento prigionieri sassoni furono passati a fil di spada dai soldatacci cristiani di Carlo Magno.” (Jean Mabire, “Thule – Il Sole ritrovato degli Iperborei, Edizioni L’Età dell’Acquario).
Negli anni venti del secolo scorso lo storico tedesco Wilhelm Teudt ipotizzò credibilmente che l’Irminsul sorgesse proprio ad Externsteine. Aderendo al Partito Nazista nel 1933 propose di rendere sacro il luogo per la commemorazione degli antenati.
Wiligut affermava, senza alcun fondamento storico, che l’Irminismo era la vera religione rivelata da Cristo, addirittura nel 12.500 A.C. e che la Bibbia sarebbe stata scritta in lingua germanica.
VARO E ARMINIO
(“Varo rendimi le mie legioni!”, Augusto)
Il termine Irmin, in Alto Germanico Antico, indica Forza e Grandezza, elementi connaturati nel Pilastro Cosmico. Sempre nella Foresta di Teutoburgo si svolse la battaglia omonima tra i Romani condotti da Publio Quintilio Varo e un gruppo di tribù germaniche guidate da Arminius il capo dei Cherusci, il cui nome era la romanizzazione di Irmin.
Varo condusse tre intere legioni romane alla distruzione, essendosi fidato ciecamente dei consigli di Arminius o Arminio, che egli considerava un fido alleato. Addentratosi nel fitto della Foresta di Teutoburgo, che i Romani non conoscevano affatto, si cacciò nella trappola ordita dai germanici, portando i suoi ventimila legionari all’annientamento al termine di tre giorni di accaniti combattimenti, resi vulnerabili da un campo di battaglia, tra fitta foresta e paludi, del tutto inadatto alle tattiche di guerra che avevano reso i Romani invincibili. Varo, l’ultimo giorno, si suicidò pur di non cadere vivo nelle mani dei barbari.
La crisi aperta dalla disfatta obbligò Augusto a mandare tutte le truppe disponibili al comando di Tiberio Cesare per tamponare la falla apertasi ai confini settentrionali dell’Impero. Solo sei anni dopo Gaio Giulio Cesare Claudiano, detto Germanico, il figlio adottivo di Tiberio, riuscì a recuperare due dei tre labari della legioni massacrate e a raggiungere il campo di battaglia. Lì vide che, “nel mezzo del campo biancheggiavano le ossa ammucchiate e disperse… sparsi intorno… sui tronchi degli alberi erano conficcati teschi umani. Nei vicini boschi sacri si vedevano altari su cui i Germani avevano sacrificato i tribuni ed i principali centurioni…” (Cornelio Tacito, Annales).
In ogni caso la vittoria di Arminio aveva dato i suoi frutti: l’esercito romano non varcò più il Reno, nel timore di una nuova disfatta ed anche questa vittoria germanica era ben presente nella mente di Himmler e Wiligut quando scelsero Wewelsburg come il luogo adatto per “… innalzare il livello spirituale dell’elite del Reich, i futuri arconti che dal castello di Wewelsburg avrebbero dispensato la saggezza germanica risvegliata.”(Miguel Serrano, cfr. articolo Vitriolum).
Il luogo era simbolico per un altro motivo storico. L’Ordine dei Cavalieri Teutonici, all’inizio del XIII secolo, aveva iniziato una lenta ma costante espansione verso i territori “pagani” ed i Cristiani ortodossi dell’Est.
Fino al 1242, quando lo Stato Monastico dei Cavalieri Teutonici subì una paurosa disfatta ad opera di Aleksandr Nevskij. Gli invincibili cavalieri corazzati germanici vennero battuti da una compagine di pescatori e contadini comandati dal Principe Nevskij, e costretti alla ritirata sul lago dei Ciudi. La superficie sottile di ghiaccio cedette sotto il peso della cavalleria pesantemente corazzata, trascinando nei suoi freddi gorghi i sogni dell’espansione germanica verso Est, il Lebensraum, concetto che sarebbe stato ripreso nel “Mein Kampf” di Hitler e che avrebbe portato all’Operazione Barbarossa, l’attacco all’Unione Sovietica destinato a vendicare, nelle intenzioni del Führer, l’umiliante sconfitta patita dai Cavalieri Teutonici.
IL CASTELLO DI WEWELSBURG
E’ ignoto se il famoso mosaico dello Schwarze Sonne, situato nella sala a pianterreno della Torre Nord che venne denominata la “Sala degli Obergruppenführer” (Obergruppenführersaal), fosse già presente quando Himmler acquisì il Castello o se sia stato semplicemente restaurato.
La Torre Nord era posta al centro della “freccia” o “lancia”, forma in cui è costruito il corpo principale del castello, ed è espressione simbolica della Lancia di Longino, uno dei tanti reperti mistico-esoterici su cui mise le mani Himmler.
La freccia punta verso Est, il “Lebensraum” fin dai tempi dei Cavalieri Teutonici.
Rappresentava, in ultima istanza, l’onphalos, l’ombelico del Nuovo Mondo e della Weltanschauung propugnati da Adolf Hitler.
Taluno attribuisce la creazione del simbolo ad Himmler stesso, che sarebbe partito da un vecchio simbolo ariano. Due sarebbero stati i riferimenti che avrebbe avuto in mente: la Tavola Rotonda, simbolo anch’esso di natura esoterica e la Svastica, i cui bracci (che rappresentano la runa Sieg -Vittoria- mentre la doppia Sieg è l’emblema delle SS le SchutzStaffel, i Corpi di Protezione) vengono moltiplicati per 3, numero magico ed esoterico par excellence, dando luogo al 12, il numero della Rinascita Iniziatica.
Comunque, noi dubitiamo fortemente e fondatamente che Himmler, con la sue ridotte conoscenze storiche ed esoteriche, abbia generato il disegno dello Schwarze Sonne a Wewelsburg (che sarebbe, se così fosse, attribuibile sicuramente a Wiligut).
Il mosaico era quasi sicuramente preesistente.Tante sono le fibule di fattura alemanna o franca, dal III al VII secolo d.C. raffiguranti ruote solari. D’altro canto la cosa non riveste grande importanza, in considerazione dell’identico significato mistico ed esoterico rivestito dal simbolo del Sole Nero.
Circa 13.000 anni fa, epoca in cui furono costruite le Piramidi di Giza secondo la datazione reale di Bauval ed Hancock, terminò l’Età dell’Oro, quando la Luce Vera del Sole Nero, lo Schwarze Sonne , il Sole Centrale, il Sole Galattico, cessò di illuminare le coscienze superiori.
La nostalgia per l’Epoca dell’Oro è sopravvissuta per rmigliaia di anni.
I nazisti ne rimasero conquistati. Tanto che Himmler fondò la segretissima Società del Sole Nero (Schwarze Sonne), una setta esoterica con credenze mistico-alchemiche facenti riferimento, appunto al Sole Nero.
Ma la società fondata da Himmler utilizzò tecniche sapienziali massonico-sataniche (orettiliane) poiché cercava di recuperare il potere occulto dei serpentilemuriani, cioè la possibilità di trasmutare la materia in una forzaocculta superiore, ma inerente il quarto livello dimensionale, il piùinfimo.
Peter Moon, nel suo libro “Schwarze Sonne”afferma l’unicità tra il simbolo della svastica ed il simbolo del sole Nero, espressioni della mitica Thule e di un’arcaica conoscenza.
Ovviamente,Himmler non poteva desiderare l’elevazione spirituale dei suoi adepti,Ciò che voleva era solo un potere conoscitivo che desse la Supremazia Mondiale al Terzo Reich.
Pertanto indirizzò le sue pulsioni esoteriche verso le Forze di Puro Male.
Nel castello di Wewelsburg acquistato da Himmler per forgiare gli arconti del Terzo Reich, nella sala degli Obergruppenführer è raffigurato, come abbiamo visto, il sole centrale galattico, lo Schwarze Sonne.
Le pratiche iniziatiche erano, ovviamente, maligne. Dall’uso di acqua distillata, opprtunamente “potentizzata” da gocce di sangue di Adolf Hitler (secondo una tecnica di Rudolf Steiner), al fine di raggiungere una “mistica unione con la natura”, alla“cerimonia dell’aria soffocante”, dove gli iniziati venivano avvolti dalle spire del fumo provocato dal fuoco di una bandiera di quelle battezzate da Hitler stesso (cioè toccate dalla bandiera intrisa di sangue dei martiri del fallito putsch di Monaco del 1923).
E’ ovvio che tali tecniche erano utili a schiavizzare ed obnubilare la coscienza degli iniziati (cfr. su tali cerimonie, Marco Dolcetta, “Nazionalsocialismo Esoterico”, Castelvecchi Ed.).
LA SIMBOLOGIA LEGATA AL NUMERO 12
L’Appeso, la lama XII dei Tarocchi, raffigura l’iniziazione attraverso il sacrificio e simboleggia chi, con il sacrificio ha redento sè e gli altri, come Cristo, Odino, Attys, Mitra. E questo ulteriore significato non poteva sfuggire ad Himmler che aveva nel suo entourage anche Oswald Wirth, noto esoterista e cartomante, che nel 1927 scrisse un manuale ove riassumeva la chiave interpretativa assegnata a ciascuna lama dai membri dell’ordine occulto a cui egli apparteneva: i Rosa+Croce.
Il riferimento all’Odinismo, una branca dell’Etenismo ed insieme al Wotanismo e all’Irminismo di cui abbiamo accenntato brevemente supra è ancora più chiaro considerando che il Paganesimo Germanico era tornato a nuova vita grazie al movimento romantico Sturm und Drang. Tutto questo fermento mistico-religioso non poteva non attirare l’animo di Himmler, galvanizzato dal Misticismo Neo Pagano, dal revival dei Cavalieri Teutonici e dalla forti personalità Sassoni del Medio Evo tedesco, tanto da credersi la reincarnazione di Enrico I l’Uccellatore, di cui riempì il castello di statue e raffigurazioni.
E’ da notare l’immagine della Crocifissione di Odino, identica alla lama dell’Appeso dei Taracchi, ennesima dimostrazione della potente simbologia legata, nel mondo esoterico, al numero 12.
Himmler era letteralmente ossessionato dal numero 12, dalla sua importanza esoterica, mistica e numerologica, come è dimostrato dal fatto che impose la formazione di 12 divisioni Waffen SS, le SS combattenti, e che 12 fossero gli Obergruppenführer, gli Apostoli neri di un Profeta nero, lui stesso, ai diretti ordini del Messia del Male: Adolf Hitler. 12 sono le costellazioni, 12 i segni zodiacali, 12 i capitoli dell’epopea di Gilgamesh, 12 i mesi dell’anno, 12 gli Dei dell’Olimpo, 12 i Cavalieri della Tavola Rotonda… è infinita la simbologia legata al numero 12.
In un libro di Walther Blachetta, “Das Buch der deutschen Sinnzeichen”, ripubblicato nel 1941, si evidenziava come il numero 12 rappresentasse il raggiungimento della perfezione, la completezza.
Come la Terra ruota attorno al sole, così il Sole ruota attorno al Centro della Galassia ove risiede il Sole Nero. L’anno cosmico, il periodo di tempo per una completa rotazione del Sole attorno al Sole Nero, si compie in 25.860 anni, il mese cosmico dura 2.155 anni (un dodicesimo dell’anno cosmico) e, per la precessione degli equinozi, varia la costellazione in cui sorge il Sole nell’equinozio di primavera. Attualmente sorge in corrispondenza dell’Acquario (Era dell’Acquario).
Germanico (cfr. supra) identifica la costellazione dell’Acquario con Deucalione, uno dei pochi uomini salvatisi dal Diluvio Universale e figlio di Prometeo, il Titano che rubò il fuoco a Zeus e che, per il furto, venne incatenato da Zeus sulla cime del massiccio dell’Elbrus (cfr. infra) e condannato a vedersi divorato ogni giorno il proprio fegato dall’aquila di Zeus, fegato che ricresceva di notte.
E’ da considerare il legame tra il pianeta Mallona o Marduk, Prometeo per i Romani, il pianeta da cui proverrebbero gli Ariani (cfr., al riguardo, l’articolo Vril) ed il Caucaso, ove è posto l’Elbrus e sito ove si sarebbe arenata l’Arca di Noè (Monte Ararat).
Tra le tante ossessioni mistiche del Reichsführer va ricordato, altresì, il mito arturiano, al punto che fece porre, proprio nella famosa Sala degli Oberguppenführer, un’enorme Tavola Rotonda con 12 sedie ove riuniva i suoi Nuovi Cavalieri Teutonici.
All’interno del complesso di Wewelsburg erano state allestite 12 stanze sempre a disposizione per i dodici cavalieri di Himmler.
L’idea della nuova ricerca del Sacro Graal venne ripresa in questi luoghi, facendo però riferimento alle ricerche di Jörg Lanz von Liebenfels che, sulla rivista Ostara, tanto amata dal Führer, riavvicinò il significato del Sacro Calice a quello di sang real, il sangue reale che scorrerebbe solo nella pura razza ariana, la cui purezza sarebbe stata ritrovata eliminando le contaminazioni e la commistione con razza inferiori, ridonando agli adepti l’energia del Vril. Ovviamente la razza ariana, per Von Liebenfels, era il popolo germanico.
E’ da notare che il simbolo dell’Ordo Novi Templi, fondato da Von Liebenfels nel 1907, fosse il Sole Nero.
La dottrina del Sole Nero proviene dall’Impero Accadico di Sargon il Grande, lo stesso Sargon che sarebbe divenuto poi il Re Scorpione egiziano, l’apportatore della scrittura e della civiltà, associato alla divinità Thot. Questa dottrina crede nei due soli, quello bianco, al centro del sistema solare, e quello mistico, dell’illuminazione spirituale, il Sole Nero posto al centro della Galassia. In una visione successiva, il Sole Nero viene accomunato a Thule, l’origine celeste della Razza Ariana, la vera, che non coincide con quella germanica e che non è ovviamente una diversa stirpe o razza perché esiste solo nel cuore dei puri.
Ad Himmler e alla sua cerchia premeva, invece, di provare inequivocabilmente, l’equivalenza tra Razza Ariana e razza germanica che loro consideravano la vera razza eletta.
L’ AHNENERBE E LE ALTRE OSSESSIONI MISTICHE DI HIMMLER
Come conseguenza di ciò, Himmler costituì, insieme a Wirth e Walter Darrè, l’Ahnenerbe, “Società di ricerca ed insegnamento dell’eredità ancestrale”, la cui missione principale era la ricerca riguardante la storia antropologica della razza germanica.
“L’incarico di coordinare le ricerche alla fondazione delle Ahnenerbe venne conferito da Himmler direttamente a Herman Wirth (1885-1981), poeta e letterato amburghese che, appassionato della cultura nordica riprese la tradizione dell’Edda, reinterpretandola in chiave nazionalsocialista, e si interessò allo studio e all’interpretazione delle rune. Wirth, sotto indicazione di Himmler, che voleva aprire le Ahnenerbe alla magia operativa accentuandone il carattere di vera e propria setta iniziatica, fu affiancato dall’austriaco mago e astrologo Karl Maria Wiligut, in arte Weisthor, che si dedicava principalmente alla pura divinazione e alla magia nera. Egli era in contatto con la Loggia del Vril a Berlino e con Aleister Crowley a Londra” (Marco Dolcetta, “Nazionalsocialismo Esoterico”, Castelvecchi Editore).
Il castello di Wewelsburg divenne, pertanto, centro esoterico e di iniziazione, oltreché il più importante SS-Ordensburg, per l’ addestramento della futura elìte hitleriana, le SS.
I componenti ufficiali della “Tavola Rotonda di Wewelsburg” erano i seguenti:
- Heinrich Himmler – Reichsfürer
- Manfred von Knobelsdorff – Comandante
- Siegfried Taubert – Comandante
- Karl Elstermann von Elster Stabsführer – sostituito da Paul Hübner
- Walter Muller – Hauptsturmführer
- Josef Schneid – Hauptsturmführer
- Walter Franzius – Architetto
- Karl Lasch
- Dr. Hans Peter de Courdes
- Dr. Bernhard Frank – Commandante SS del complesso dell’Obersalzberg
- Dr. Heinrich Hagel (Fisico) – Obersturmbannführer
- Wilhelm Jordan
- Elfriede Wippermann.
Uno dei membri eminenti del Gruppo che (solo) apparentemente non partecipò mai ufficialmente alle riunioni a Wewelsburg fu l’Obergruppenfürer Hans Friedrich Karl Franz Kammler, il vero responsabile dello sviluppo delle armi segrete hitleriane dalle conosciute V-2 alle Vril ed alle Haunebu, gli UFO di Hitler.
Elemento centrale nell’opera di iniziazione degli arconti–SS era la consapevolezza che il vero significato del simbolo delle SS non fosse SchutzStaffel ma Schwarze Sonne.
Fin dall’inizio, “Himmler fu incaricato delle organizzazione delle S.S. non come corpo di polizia, ma come un vero ordine religioso, gerarchicamente organizzato, di frati laici sotttoposti ai superiori. Nella alte sfere si trovano i responsabili consapevoli di un Ordine Nero, la cui esistenza del resto non fu mai riconosciuta dal governo nazionalsoscialista. Anche in seno al partito si parlava di quelli che erano ‘nel gruppo del cerchio interno, ma non fu mai data una designazione legale. Sembra certo chela dottrina, mai pienamente enunciata, avesse come base la credenza assoluta in poteriche oltrepassano i poteri umani comuni. Nelle religioni di distingue la teologia, considerata come una scienza della mistica, intuitiva e incomunicabile. (…) L’Ordine Nero è l’aspetto mistico della religione dei Signori di Thule.” (Louis Pawels e Jacques Bergier, “Il Mattino dei Maghi”, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1963)
Ad Externsteine c’è una tomba scavata nella roccia che veniva utilizzata dagli iniziati SS di Wewelsburg nel tentativo di trasmutarsi nell’ Uomo Millenario, attraverso la morte mistica.
Si rimaneva per una una notte intera dentro la tomba, come morti, recitando un mantra e visualizzando nella mente la runa Sieg, fino ad arrivare ad uno stato di estasi trascendentale.
Secondo Miguel Serrano si trattava di “un procedimento magico-alchemico che avrebbe dovuto innalzare il livello spirituale dell’elite del Reich, i futuri arconti che dal castello di Wewelsburg avrebbero dispensato la saggezza germanica risvegliata.”
Afferma ancora, “L’obiettivo era di creare il Sonnenmensch, tramutare l’uomo in Superuomo, l’Uomo Eterno, e ci riuscirono, eccome. Questa è gente immortale, sono i Morti viventi, sono passati attraverso la morte mistica.”
Il propugnatore dell’Hitler-Avatar, dell’Hitler-Messia, sostiene inoltre che, “il suo dramma centrale (della Nuova Religione) è l’ apparizione su questa terra della Persona di Adolf Hitler, l’ ultimo Avatar che giunse per produrre questa enorme tempesta o catastrofe con l’ obiettivo di risvegliare tutti coloro che ancora dormono e annunziare la Nuova Era che verrà dopo il Diluvio. Ecco la ragione per la quale abbiamo iniziato a contare l’ inizio della Nuova Era dopo la nascita di Hitler. Ora siamo nell’ anno 105.” (intervista a Marco Dolcetta, 1994)
“La vera S.S. di formazione ‘iniziatica’ si pone (…) al di là del bene e del male. ‘L’organizzazione di Himmler non conta sull’aiuto fanatico si sadici che cerano la voluttà dell’assassinio: essa conta su uomini nuovi’. (…) Il mondo è una materiada trasformare perché se ne sprigioni un’energia concentrata da maghi, un’energia psichica capace di attirare le Potenze del Difuori, i SUperiori Sconosciuti, i Signori del Cosmo. L’attività dell’Ordine Nero non risponde ad una necessità politica o militare: essa risponde ad una necessità magica. I campi di concentramento procedono dalla magia imitativa: sono un atto simbolico, un modello. Tutti i popoli saranno sradicati, cambiati in un’immensa popolazione nomade, in materia bruta su cui sarà lecito agire, e da cui spunterà il fiore: l’uomo a contatto con gli dei. E’ il modello vuoto del pianeta divenuto campo dei lavori magici dell’Ordine Nero.” (Louis Pawels e Jacques Bergier, op. cit.)
All’interno del Castello erano stati raccolti qualcosa come dodicimila testi di varie tematiche
Fece, inoltre, raccogliere in giro per l’Europa occupata, dalle SS un numero incredibile di testi sulla stregoneria, pare 140.000.
Era rimasto suggestionato dalle storie che giravano attorno al Castello, secondo le quali, nel XVII secolo migliaia di presunte streghe erano state ivi torturate e bruciate vive per ordine della Santa Inquisizione.
Affermò che “la caccia alle streghe era costata ai Tedeschi centinaia di migliaia di madri e donne crudelmente torturate e condannate a morte”.
Per lui quella della caccia alle streghe condotta dall’Inquisizione della Chiesa di Roma fu un vero e proprio olocausto, infatti alcuni autorevoli autori parlano di un totale di circa 12 milioni di processi per stregoneria con 9 milioni di condanne a morte. Di queste, l’80% riguardò donne.
Rafforzò, al fine di riabilitare la figura e la memoria delle streghe, il SS Amt VII, la sezione che si occupava di Chiese e massoneria. Reinhard Heydrich, il capo dell’RHSA, riferì ad Himmler di aver scoperto il caso di una donna tedesca, tale Margareth Himbler, bruciata per stregoneria. Himmler rimase letteralmente sconvolto dalla somiglianza dei cognomi, tanto da spingerlo sempre più avanti nel recupero della verità storica sulle streghe.
L’AFFAIRE BLOMBERG-FRITSCH
Walter Schellenberg, uno dei capi del Reichssicherheitshauptamt (RSHA) ne “Le momorie di Schellenberg” (Longanesi Editore) afferma che,
in occasione del caso von Fritsch ebbi modo di assistere a una delle tante strane pratiche mistiche di Himmler. Egli radunò nella sala accanto a quella in cui si svolgeva l’interrogatorio del generale (von Fritsch) dodici fedeli ufficiali delle SS,ordinò loro di concentrare la propria mente su von Fritsch per condizionarlo e spingerlo a dire la verità. Rimasiinpietrito quando, entrato casualmente, mi trovai davanti ai dodici ufficiali seduti in circolo e profondamente immersi in profonda meditazione.
Risulta indispensabile precisare brevemente i contorni dell’affaire Blomberg-Fritsch. All’inizio del 1938 Ministro della Guerra era Werner von Blomberg, mentre Comandante in Capo della Wermacht era il gentiluomoWerner von Fritsch. Entrambi appartenevano all’aristocrazia guerriera degli Junker prussiani, incorruttibili e dal profondo senso dello Stato ereditato dalla Germania guglielmina.
Perciò, erano invisi ad Himmler e Göring. Il generale Von Blomberg, proprio all’inizio del 1938, aveva lasciato la moglie per sposare una giovane attivista SS, con un testimone delle nozze d’eccellenza: Adolf Hitler. Appena pochi giorni dopo si diffuse la notizia che la donna era una ex prostituta.
Hitler mise il vecchio generale di fronte ad un aut aut: ripudiare la novella sposa o dimettersi. L’anziano ministro preferì dimettersi. Sembra che la trappola amorosa fosse stata ordita fin dall’inizio dalle SS, ma non vi è alcuna prova certa. E’ certo, comunque, che l’occasione venne subito sfruttata per arrivare alle dimissioni di von Blomberg.
Nel caso di Von Fritsch la trappola, invece, era stata accuratamente preparata. Venne fatto in modo che un informatore della polizia propalasse la notizia che il Generale Von Fritsch era omosessuale, al fine di montare un nuovo scandalo. Von Fritsch, per non macchiare l’istituzione militare di cotale onta, pur essendo innocente, si dimise. Si scoprì successivamente che il Von Fritsch omosessuale era un capitano omonimo dell’ex Capo della Wehrmacht, fatto di cui Himmler era perfettamente a conoscenza.
Agli occhi degli spregiudicati gerarchi nazisti la verità non contò mai alcunché. Si volevano le dimissioni di Von Fritsch e ciò era stato ottenuto. Ogni altra considerazione etica era risibile nell’entourage hitleriano.
Hitler aveva assommato a sè anche la carica di Ministro della Guerra, mentre al comando delle Forze Armate era stato nominato il ben più docile Walther von Brauchitsch.
Tale era il rispetto che Hitler ed i suoi accoliti nutrivano per i gloriosi Generali Tedeschi!
Una certa storiografia, di matrice stalinista, prendendo come spunto tali comportamenti spregiudicati, afferma che Hitler fosse un paranoico incolto e pazzo.
Niente di più falso. “Hitler aveva letto Nietzsche e Schopenauer. Egli primeggia nel gruppo di Rosenberg, Hess, Himmler, Frank perché possiede due caratteristiche che possono anche prescindere dalla cultura esoterica. È un oratore efficacissimo e un abile organizzatore” (Giorgio Galli).
Agitato da forze oscure e tenebrose, demoniache, sicuramente, ma non stupido ed incolto, come si converrebbe, da molte parti, far credere.
Sottovalutare o misconoscere questo elemento significa sovvertire la verità storica, rendendo incomprensibile come Hitler sia riuscito a sedurre il popolo tedesco e milioni di persone in altri Paesi. E’, peraltro, un modus operandi tipico di una cultura che ha giustificato a suo tempo (salvo rinnegare e smentire il tutto a posteriori) un regime, quello bolscevico-stalinista, che direttamente ha provocato in tutto il mondo almeno cento milioni di morti ed indirettamente fino a cinque volte tanto, generando infine la reazione di massa che ha determinato la sua scomparsa dalla realpolitik mondiale.
E’, d’altro canto, la stessa cultura politica che si referenzia di estrazione “progressista” e che adesso sproloquia vantando i pregi della “democrazia decisionista”, come se questo concetto non fosse quello che è in realtà, un ossimoro.
Dimenticano, o fingono di dimenticare, codesti sicofanti di regime e giornalisti prezzolati che in tante Nazioni chiosano di“democrazia” e tanto si esaltano per i loro rispettivi capi quando quest’ultimi proclamano che “la gente è con noi”, il fatto che Adolf Hitler avesse utilizzato proprio la democrazia parlamentare ed il consenso popolare per conquistare, il 30 gennaio 1933, la carica di Cancelliere del Reich.
L’ANELLO DELL’ONORE
Che Himmler vedesse l’arruolamento nelle SS come un’affiliazione ed una via iniziaticaè dimostrato, ancora, da una sua decisione.
Nel 1934 decise di istituire il SS-Ehrenring, l’Anello dell’Onore delle SS, chiamato comunemente Totenkopfring der SS, un anello da assegnare agli ufficiali più fedeli della Vieille Garde, ma negli ultimi anni della Guerra lo possedevano tutti gli Ufficiali dello Stato Maggiore delle SS-Allgemeine e gli uomini delle Waffen-SS e della Gestapo, purché avessero uno stato matricolare eccellente.
Un anello unico per un corpo unico, quello delle SS, che aveva ranghi ed insegne diverse da quelli della Wehrmacht e che aveva come motto “Meine Ehre heißt Treue (Il mio Onore è la mia Lealtà)”.
Ecco ciò che Himmler stesso scrisse al riguardo: “Vi assegno l’anello delle SS. L’anello simbolizza la nostra lealtà al Führer, la nostra illimitata obbedienza e la nostra fratellanza ai camerati. La testa di morto ci ricorda che potremmo essere chiamti in qualsiasi momento a dare le nostre vite peril popolo germanico. Le rune diametralmente opposte al simbolo della morte sono i simboli dal nostro passato e della prosperità che ristabiliremo con il nazionalsocialismo. Le due rune sieg corrispondono al nome delle ss. La svastica e la runa Hagall rappresentano la nostra fede incrollabile nella vittoria finale. (…) Portate l’anello con onore!“
Gli anelli erano forgiati in argento e lavorati totalmente a mano dalla Otto Gahr di Monaco. Al loro interno veniva inciso il nome dell’Ufficiale meritevole dell’assegnazione, la data e l’abbreviazione Slb. “Seinem Lieben” (“Il Nostro Caro”). La consegna avveniva in una cerimonia presenziata quasi sempre da Himmler.
Il disegno originale era del solito Karl Maria Wiligut (che aveva, tra l’altro, svariati pseudonimi, Weisthor, Jarl Widar, Lobesam e Karl Maria Weisthor).
Il Reichsfürer Himmler pretendeva la restituzione di tutti gli anelli appartenenti ai caduti in battaglia, anelli che dovevano essere restituiti all’SS-Personalhauptmat per essere posti in un Reliquiario a Wewelsburg, a perenne memoria.
Verso la fine della Guerra, nel reliquiario erano presenti circa 11.000 anelli dei caduti delle SS sui circa 14.500 assegnati. Per non farli finire nelle mani del nemico avanzante, Himmler ordinò che venissero posti in una caverna all’interno di una montagna nei dintorni di Paderborn il cui ingresso venne sigillato con cariche di dinamite.
Non sembra che, a tutt’oggi siano mai stati ritrovati, mentre i pochi ancora in circolazione, trattandosi di pezzi unici, hanno un valore che, per alcuni degli ufficiali più conosciuti (o famigerati), possono raggiungere i 50.000 euro.
I RITI INIZIATICI
I desiderata di una crescita iniziatica degli accoliti SS vennero presto disattesi dallo scoppio della II Guerra Mondiale.
Da allora in poi, l’impegno di Reichsheini (come era soprannominato), si concentrò sull’Endlõsung der Judenfrage, la Soluzione Finale del problema ebraico. In altre parole il folle genocidio di milioni di Ebrei e di appartenenti ad altre etnie. Altro compito era quello di organizzare la massa-lavoro (gli schiavi) formata dagli Ebrei atti al lavoro, i prigionieri di guerra Russi, gli uomini rastrellati nei Paesi occupati, per la produzione bellica nazista.
Vi era poi la necessità di impegnare gli uomini e i mezzi migliori contro i Russi nell’infausto attacco del 22 giugno 1941, verso quel Fronte, il Fronte Orientale, che si sarebbe presto trasformato nel peggiore incubo dei soldati della Wermacht.
Ma le azioni di guerra non impedirono ad Himmler di progettare strane missioni.
(Nell’autunno del 1942), “Tre alpinisti SS si arrampicarono sulla cima dell’Elbrus, montagna sacra degli Ariani, cima magica della setta degli “Amici di Lucifero”. Essi piantarono la bandiera con la svastica, benedetta secondo il rito dell’Ordine Nero.La benedizione della bandiera sulla cima dell’Elbrus doveva segnare l’inizio della nuova era”. (Louis Pauwels e Jacques Bergier, “Il mattino dei maghi”).
Speer ricorda sulla faccenda che
Giunse la notizia che un reparto di truppe alpine tedesche aveva conquistato, piantandovi la bandiera di guerra germanica, la vetta dell’Elbrus. Impresa inutile e certo di scarso rilevo, da giudicarsi soltanto come frutto dell’entusiasmo di un manipolo di scalatori. Ma mi è accaduto spesso di vedere Hitler furibondo; mai, però, come in quell’occasione. Strepitò per ore, come se tutti i suoi piani di battaglia fossero stati rovinati da quell’impresa. Ancora molti giorni dopo lo si sentiva lanciare maledizioni contro quegli “alpinisti pazzi” che “meritavano la corte marziale”. Quegli sciagurati, diceva, si lasciano trascinare dalle loro sciocche vanità e vanno alla conquista di una stupida montagna, nonostante che egli avesse ordinato che tutti gli sforzi fossero concentrati su Sukumi. Ecco una prova lampante di come si eseguivano i suoi ordini. (Giorgio Galli, “Hitler e il Nazismo Magico”).
Il tutto appare un rito magico-esoterico, ma la reazione isterica del Führer fa pensare che o i tempi o le modalità fossero sbagliate e che egli temesse un esito nefasto da quel rito malfatto. Quel che è certo è che quella dell’Elbrus rappresentò la punta più avanzata dell’avanzata nazista. Da quel momento in poi sarebbe iniziata una lenta ma costante ritirata che avrebbe portato l’Armata Rossa alla conquista di Berlino.
L’importanza nell’ambito del Nazismo esoterico del Caucaso è rafforzata dal seguente passo tratto da “Hitler e il Nazismo Magico” di Giorgio Galli: “Secondo una leggenda tibetana, trenta o quaranta secoli fa esisteva nel Gobi un’altra civiltà. In seguito a una catastrofe, forse atomica, il Gobi fu trasformato in un deserto e gli scampati emigrarono, alcuni verso la punta Nord dell’Europa, altri verso il Caucaso. Il dio Thor delle leggende nordiche sarebbe stato uno degli eroi di questa migrazione [che] componevano la razza fondamentale dell’umanità, il ceppo ariano. Dopo il cataclisma, i maestri dell’alta civiltà, i detentori della conoscenza, si installarono in un immenso sistema di caverne sotto la catena dell’Himalaya. Nel cuore di queste caverne si scissero in due gruppi, seguendo l’uno “la via della mano destra”, l’altro “la via della mano sinistra”. La prima via avrebbe avuto il suo centro ad Agharti, città nascosta del bene, tempio della non partecipazione al mondo. La seconda sarebbe passata per Shambahlah, città della violenza e della potenza, le cui forze comandano agli elementi, alle masse umane e affrettano l’arrivo dell’umanità alla cerniera dei tempi. Ai maghi condottieri di popoli sarebbe stato possibile fare un patto con Shambahlah.”
Sul finire della guerra, Himmler ordinò la distruzione del suo castello allo stesso ufficiale delle SS, l’SS-SturmbannführerHeinz Macher, a cui era stata ordinato l’occultamento degli anelli, distruzione che avvenne il 31 marzo 1945. Le SS avevano ormai solo mine anticarro e perciò poche parti del Castello vennero distrutte, anche se l’incendio successivo provocò più vasti danni. “Ma in questo particolare castello-museo, qualcosa di più inquietante è rimasto: il Valhalla, il sotterraneo voluto dallo stesso Himmler. Dodici piedistalli su cui stavano ritte dodici SS. Lo stesso numero, magico, è quello dei dodici iniziati seduti al piano di sopra. Dodici mesi, dodici discepoli, dodici ufficiali comandanti a Wewelsburg. E uno, l’unico non in divisa militare: Hielscher” (Marco Dolcetta, op. cit.).
Nella Torre Nord, sotto la Obergruppenführersaal, c’è una sala chiamata Valhalla, ove venivano compiute le tecniche di meditazione studiate da Wiligut per realizzare la comunione e la commistione con la natura e con la vis germanica.
Ivi, i Cavalieri sedevano sui sedili e iniziavano a concentrarsi, come narra Schellenberg (cfr. supra), visualizzando e pronunciando all’infinito i nomi di alcune rune, in particolare la Sieg.
Questa giaculatoria, a causa del particolare effetto eco provocato dalla struttura della sala, con le quattro cavità della svastica posta sul soffitto del Valhalla che amplificano e ripetono ossessivamente i suoni, generava una risonanza quasi praeternaturale. Un effetto che si ripeteva all’infinito, trascinando gli uomini all’interno della sala in uno stato di trance profonda.
La meccanica è identica nella ritualità religiosa. Preghiere ripetute all’infinito per abbassare le difese della coscienza e penetrare nell’anima degli individui per poterli controllare.
Nel regime nazista la tecnica propagandistica della ossessiva ripetizione era massicciamente utilizzata per controllare la mente degli individui e bloccare totalmente la razionalità ed il giudizio, un sistema usato ancora più prepotentemente dagli attuali mass media, per azzerare la capacità critica dei fruitori di contenuti.
Sempre Marco Dolcetta (op. cit.), afferma che, “dai documenti segreti di cui si è in possesso si attesta che nel Valhalla, in questa stanza sotterranea nella biblioteca del museo, avveniva una cerimonia, in particolare «La Prima Cerimonia dell’aria soffocante». Qui dodici militari sull’attenti davano fuoco, a ogni cambio di stagione, a una bandiera (molto probabilmente una delle bandiere che Hitler battezzava simbolicamente con il sangue), unita a quella dei primi morti del Nazionalsocialismo. Il battesimo delle bandiere era un rito di unione con il sangue collettivo: tutti partecipavano. Qui, secondo un vecchio rito taoista, i dodici militari e i dodici segreti che stavano al piano di sopra, leggevano, vaticinando il futuro, le volute di fumo che passava attraverso la grata forma di svastica del soffitto del sotterraneo. Qui si sedevano i dodici iniziati: Himmler, Hieschler, Taubert, Weisthor, Wirth, e altri”.
LA FINE
L’ultima notazione: “der treue Heinrich”, il fedele Heinrich, come Hitler chiamava il Capo delle SS, tradì, negli ultimi giorni di guerra, il suo padrone, tentando, inutilmente, una pace separata con gli Alleati.
E’ ironico che proprio l’ultimo atto del capo della polizia hitleriana sia stato il venir meno al giuramento di lealtà al suo capo, proprio colui che, in nome di Hitler, milioni di persone aveva fatto arrestare e trucidare, con le accuse più folli, dall’appartenenza a razze inferiori alla contaminazione della purezza della razza, dalla diserzione al tradimento.
“(Alla notizia del tradimento di Himmler) Hitler gridava come un matto” ricorda Hanna Reitsch, “Il suo viso, paonazzo per la collera, era dienuto quasi irriconoscibile.” Era l’ultimo, il più tremendo dei colpi: der treue Heinrich, il fedele Enrico, l’aveva tradito; il solo capo nazista al disopra di ogni sospetto, l’aveva ora colpito alla schiena. (Hugh Trevor-Roper, “Gli ultimi giorni di Hitler”, Rizzoli Editore).
Così Hitler bollò Himmler e l’altro traditore, Göring, nel testamento che redasse poco prima di suicidarsi: “Anche a prescindere del tutto dalla loro infedeltà nei miei riguardi, Göring e Himmler hanno coperto di un’onta irrimediabile l’intera nazione …”
Il 30 Aprile 1945, due giorni dopo la fucilazione dell’alleato Benito Mussolini, Adolf Hitler si suicidava. In tal modo, con l’Europa ridotta in mecerie, dopo appena 12 anni, terminava l’epopea del sedicente Reich Millenario.
Heinrich Himmler avrebbe condiviso, di lì a breve, la sorte del suo Führer, ma non la spettacolarità del funerale nibelungico che avvolse e distrusse i corpi di Hitler ed Eva Braun. Il 23 maggio 1945, prigioniero della II Armata Britannica, spezzò la capsula di cianuro che nascondeva tra i denti e dopo 10 minuti di agonia, morì. Alcuni giorni dopo, il cadavere fu sepolto da soldati inglesi in qualche luogo ignoto del bosco di Lüneburg.
http://www.isoladiavalon.eu/sole-nero-schwarze-sonne/
fonte: alfredodecclesia.blogspot.it
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