CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

lunedì 13 ottobre 2014

la vendetta di Francesca


Se fosse stata per una questione di lavoro, l'avrei definita una trattativa estenuante.
Mi attribuisco un po' di colpa anch'io, nel senso che se ci abbiamo messo più di due mesi per combinare un rendez vous sessuale è anche perché a me un paio di date proprio non andavano bene. Certo, non è nulla rispetto alle 8 volte che è stata Francesca a dire di no!
Ma la capisco: essendo entrambi sposati con figli, non è facile trovare un'occasione per passare qualche ora da soli in tranquillità.
Ieri pomeriggio, alla fine, ci siamo riusciti.
Ho pensato a tutto, dagli aspetti più pratici (prenotare l'hotel, assicurandosi che potessimo accedere da due entrate diverse e trovarci direttamente in camera) a quelli più romantici (la vasca piena di schiuma profumata all'ora giusta e lo champagne in fresca sul comodino).

Ma, se adesso sono qui con il cellulare in mano e il numero di Francesca già digitato, non è perché mi sento in obbligo di chiamarla, come succede spesso ai maschi dopo un rapporto occasionale. Sto premendo il tasto della chiamata per un bisogno più mio che suo.

"Ciao" - mi risponde...con una nota di esitazione. O è solo una mia impressione?
"Ciao. Stai bene? Ti disturbo?"
"Sto bene, grazie. Sono in pausa".
"Lo so, ti ho chiamato apposta a quest'ora" - sorrido. Non capisco se lei ricambia il sorriso...nel dubbio, proseguo:
"Senti, riguardo a ieri..." - faccio una pausa ad effetto.
Nessuna reazione, se non:
"Dimmi" - dopo un paio di secondi.
"Ti sei pentita?"
Anche qui, mi risponde dopo una breve pausa:
"No, perché? Tu hai dei ripensamenti?"
"Assolutamente no" - replico subito. Ed è vero: non credo di aver compiuto chissà quale abominio. Semplicemente, ho fatto una cosa che mi andava di fare con un'altra persona a cui andava di fare la stessa cosa, senza far male a nessuno. Come fare una partita a tennis...ma perché non è altrettanto facile fare la domanda che sto per fare? Mi butto:
"Ecco, volevo sapere come è stato per te".
Quell' "ecco" a inizio frase non mi piace, so che è un errore. Prima di chiamare pensavo che sarei stato più deciso, che non avrei detto nessuna parola inutile. Ma la realtà - che poi è il motivo per cui sto chiamando - è che mi sento in una posizione di debolezza. "Poco male, dai: non è sbagliato che lei ti veda per quello che sei anche con le tue incertezze" - riesco a pensare prima che lei mi risponda:
"E per te, come è stato?"
"Te l'ho chiesto prima io" - mi esce di bocca automaticamente.
Un sorriso da parte sua, finalmente:
"Comincia tu...poi ti dico la mia. Sorpresa!"
Sono rimasto piacevolmente spiazzato e lei sicuramente se n'è accorta, tanto che prosegue:
"Sei ancora in ufficio?"
"No, oggi ho finito presto...sono già a casa"
"Ok, mettiti comodo allora"
"Lo sono già" - rispondo incredulo.
"Dove sei?"
"Sul divano...ma tu non sei ancora in ufficio?"
"Non ti preoccupare, sono da sola oggi pomeriggio. Tutta per te..."
Comincio ad avvertire un leggero giramento di testa...lei continua:
"Allora dimmi: cosa hai pensato quando hai prenotato l'albergo?"
"Mah...niente..."
"Come niente? Non eri eccitato?"
"Beh, sì, certo..."
"E adesso?"
"Adesso? Sì..."
"Bene, continuiamo. Cosa hai pensato quando ho bussato alla camera?"
"Niente, mi batteva forte il cuore..."
"Che romantico! E ti batteva anche quando ho aperto lo spolverino?
"Beh, certo...sotto avevi solo le calze..."
"Già. Sapessi com'ero eccitata...avevo paura che si sporcasse tutto!"
"Oddio..."
"Ti ricordi cosa è successo dopo?"
Ecco. E' proprio questo il punto. Il vero motivo per cui ho chiamato Francesca...azzardo:
"Ci siamo stesi sul letto, no?"
"Ah, ah. Scemo. Non ti ricordi che hai provato a leccarmela e io ti ho detto di lasciar perdere, che ero già pronta?"
No, non me lo ricordo. Ma non credo sia prudente che lei lo sappia. Per evitare di essere preso in castagna faccio una specie di mugolio, che subito lei interpreta a modo suo:
"Ti stai segando vero?"
Non ancora, ma già che ci sono...
"Avevi dubbi?"
"No, caro. Proprio nessuno. Stai pensando a me?"
"Ovvio..."
"Vorresti che fossi lì?"
"Sì..."
"Ok, sono lì con te...ti sto guardando..."
"Mmmmmm"
"Ma non mi basta guardare, sai..."
"No?"
"No"
"E cosa vuoi fare allora?"
"Te lo voglio prendere in bocca..."
"Oooohhhhh"
"Voglio farti un bel pompino..."
"Sì..."
"Te lo voglio succhiare tutto...mi piace sai?"
"Oh sì...anche a me"
"Ti è piaciuto quando te l'ho succhiato ieri?"
"Da morire..."
"Bugiardo!"
Sta parlando sul serio?
"Come sarebbe bugiardo?"
"Lo so qual'è la cosa che ti ha fatto godere di più, cosa credi?"
"Mmmm...sarebbe?"
"Quando ti ho fatto una sega..."
"Mmmmm"
"Due colpi e sei venuto subito, non ti ricordi?"
Eh, sì. Almeno questo me lo ricordo...
"Questo è quello che ti piace veramente, no? Una mano che ti stringe il cazzo fino a farti venire. No?"
"Sì...."
"E se adesso fossi lì vorresti solo che te lo menassi...giusto?"
"Mmmmmm"
"Anzi, non avresti neanche bisogno di me. Faresti tutto da solo, guardandomi...no?"
"Sì..."
"Immaginavo...vieni allora, dai. Fammi sentire quanto ti piace..."
"Oooohhh sìììì"
Dopo qualche secondo mi chiede:
"Sei venuto?"
"Beh, sì...non si era capito?"
"Certo. Ho capito un po' di cose da questa telefonata..."
"Ah, davvero? Tipo?"
"Di che colore erano le pareti della stanza?"
Ok, ci siamo. Prendo tempo. Ma l'unica risposta che mi viene in mente è un banalissimo:
"Perché me lo chiedi?"
"Rispondi"
Ma non me lo ricordo, così come non mi ricordo praticamente nulla di quello che è successo ieri, da quando abbiamo messo piede in camera a quando siamo usciti. Cazzo.
"Bianche?"
"Viola. Ma come fai a non ricordartelo? Te l'ho anche fatto notare..."
"Vabbè, ma chi se ne frega, scusa..."
E non appena ho pronunciato questa frase, capisco chiaramente che sarà l'ultima cosa che le dico.
Infatti, dopo pochissimo, lei mi fa:
"Lo so che per te non è importante. Ho capito benissimo cosa volevi da me...e cosa vorresti da me ancora adesso. Io avevo bisogno di far l'amore con un uomo. Tu avevi solo bisogno di svuotarti. Se non ero io sarebbe stata un'altra...o altrimenti avresti fatto anche da solo, come infatti è successo. Il colore della stanza non è l'unica cosa che non ti ricordi, vero? No, non serve che mi rispondi. Magari la prossima volta, oltre a pagare l'albergo, paga anche una signorina, ok? Cancello il tuo numero. Ciao".
Clic.

2 commenti:

  1. Azzz. ...tremenda vendetta..e oserei dire..figura di...

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  2. Beh mi sembra il minimo!
    Con queste lezioni.,. Si impara!
    Francesca è una donna consapevole, lui è uno qualsiasi come tanti... È giusto così,
    Coglione!
    Buona domenica.

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