CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

venerdì 8 novembre 2013

veleni campani


CatturaVeleni vecchi di vent’anni escono dal sottosuolo mentre i segreti raccontati nel 1997 ai parlamentari dal boss pentito di camorra Carmine Schiavone non vengono resi pubblici. Non ancora, per lo meno.
E’ questo forse il più importante fra i fatti nuovi a proposito del verminaio che esiste sotto e attorno ai rifiuti tossici sepolti da decenni nelle campagne della provincia di Napoli e di Caserta: avvelenano terra ed acqua e fanno morire la gente. Da decenni, non certo da ieri.
Oggi si sono trovati altri resti di bidoni interrati negli Anni 90 in via Sondrio a Casal di Principe (Caserta) e si continuerà a scavare negli altri luoghi indicati dal camorrista pentito Luigi D’Ambrosio che fu autista per conto di Carmine Schiavone, il boss della camorra anche lui pentito che, tornato libero cittadino, ha rilasciato nei giorni scorsi varie interviste. Alcuni sostengono (ci si risale dall’ultimo link) che anche Schiavone, pentitosi nei primi Anni 90, avesse indicato la presenza di rifiuti in vi Sondrio.
Carmine Schiavone cominciò a parlare ormai vent’anni fa, e disse anche alla Commissione parlamentare sui rifiuti, nel 1997, dove erano sepolti i veleni. Quei verbali sono tuttora segretati. Infatti oggi, dopo la richiesta del M5S di togliere il segreto, l’Ufficio di presidenza della Camera ha stabilito di domandare innanzitutto alla Direzione nazionale antimafia se i fatti di cui parlò Schiavone nel 1997 sono ancora coperti da segreto.
Sono passati 16 anni, diconsi sedici, dall’audizione di Schiavone davanti ai parlamentari, e ne sono trascorsi 18, diconsi diciotto, dalla sua deposizione del 1995 custodita negli archivi del Tribunale di Napoli. Forse che non sono terminate le indagini scaturite da documenti così vecchi?
Schiavone – lo ricorderete – sostiene di essere pentito di essersi pentito, dal momento che le sue dichiarazioni non hanno mai avuto seguito. Non sono certo in grado di dire se questo avvenne perchè le sue dichiarazioni risultarono farlocche o per altri motivi.
Infine – altro fatto nuovo – oggi a Casal di Principe, in seguito al rinvenimento dei rifiuti sepolti in via Sondrio, è stato reiterato il divieto (già in vigore dal 2011) di usare acqua proveniente da pozzi privati. Le campagne di Napoli e Caserta sono coltivate soprattutto ad ortaggi che – ovviamente – hanno bisogno di irrigazione, soprattutto in piena estate. Di norma l’irrigazione nelle campagne è assicurata da pozzi. Sarei curiosa di sapere se a Casal di Principe, a partire dal 2011, le colture sono avvizzite sotto il sole ferragostano o in alternativa dove i contadini hanno preso l’acqua per innaffiarle.
E poi una considerazione. Con o senza i verbali di Schiavone, i veleni sepolti nelle campagne di Napoli e Caserta sono noti da anni e annorum. L’avrete sentito anche voi: va per la maggiore l’opinione che tutto ‘sto fervore di interviste di pentiti e di bidoni tossici sia venuto fuori perché la camorra – dopo avere guadagnato smaltendo nei campi le peggiori schifezze – ora ambirebbe allo stanziamento di denaro pubblico destinato alle bonifiche, così da poter guadagnare anche su queste.
Sarebbe peggio che cadere dalla padella alla brace. Per quel che vale, spezzo una lancia a favore di analisi a tappeto dei terreni e della conversione a colture no food di quelli avvelenati: fiori, fibre tessili, canapa per bioedilizia. Va bene tutto, purché non ne esca un altro banchetto di soldi&criminali.
fonte: blogeko.iljournal.it

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