CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

lunedì 9 febbraio 2015

Die Welt: un tedesco su 6 non arriva più alla fine del mese

L’ufficio federale di statistica tedesco ha pubblicato dati allarmanti. Il rischio di impoverimento non è mai stato così alto. Addirittura 3,1 milioni di lavoratori guadagnano così poco da scivolare al di sotto della soglia di povertà. Il rischio di povertà è sensibilmente maggiore tra le donne che tra gli uomini. Per circa la metà dei colpiti (1,5 milioni), già una vacanza di 1 settimana all’anno fuori casa non rientra nelle possibilità. Quasi 600.000 poveri hanno rinunciato ad una autovettura propria perché non se la possono permettere. Questi dati si basano sulle indagini delle famiglie. «Il numero di lavoratori che con il loro reddito stanno appena sotto o appena sopra la soglia per le prestazioni Hartz-IV è spaventosamente alta», ha detto al giornale la presidente della Vdk (Sozial Verband Vdk Deutschland), Ulrike Mascher. Per molte di queste famiglie il sussidio è evidentemente insufficiente per superare in un certo qual modo le difficoltà. La responsabile delle politiche sul mercato del lavoro dei Linke, Sabine Zimmermann, chiede un rapido aumento del salario minimo a 10 euro.
Per combattere il trend negativo serve inoltre, secondo la Zimmermann, introdurre dei limiti nei rapporti di lavoro, come anche arginare o abolire il lavoro interinale e i Minijob. Un’occhiata alle statistiche svela anche come ci siano grosse differenze Sabine Zimmermann, della Linkeregionali. Nel 2013 il rischio povertà era chiaramente più alto della Germania Orientale che nella ex Repubblica Federale. Il numero delle persone a rischio è del 19,8% nei nuovi Land e del 14,4% nella Germania occidentale, chiaramente superiore rispetto al valore degli anni scorsi. L’ufficio di statistica presenta i dati sul rischio di povertà sulla base del censimento del 2005. Da allora gli indici di povertà dell’est e dell’ovest si sono certamente avvicinati, tuttavia la minaccia della povertà rimane sensibilmente più alta nella Germania orientale. Nel 2005 il 20,4% dei tedeschi dell’est e il 13,2% dei tedeschi dell’ovest era ritenuto a rischio di povertà.
In Germania sempre più lavoratori riescono, a quanto pare, a vivere a malapena col loro reddito. Come riferisce il “Saarbrücker Zeitung”, secondo i dati dell’ufficio federale di statistica, alla fine del 2013 circa 3,1 milioni di lavoratori percepiscono un reddito al di sotto della soglia di povertà. Nel 2008 erano almeno 2,5 milioni. E’ un aumento del 25%. Soprattutto la cosiddetta quota a rischio di povertà raggiunge il livello record di 16,1%. E’ considerato a rischio di povertà chi, compresi tutti i sussidi statali come, per esempio, fondi per la casa o per i figli, raggiunge meno del 60% del reddito medio. Nel 2013 la soglia era di 939 euro netti al mese. Per le famiglie con 2 figli si parla di soglia di povertà quando il reddito familiare netto è inferiore a 2.056 euro. Molti non ce la fanno ad andare in vacanza. Una analisi dettagliata delle statistiche ci offre una visione più precisa della sgradevole situazione di molti cittadini. Svela che nel 2013, 370.000 lavoratori poveri non sono riusciti a pagare l’affitto entro Nando Sommerfeldtla scadenza, 417.000 hanno rinunciato ad un riscaldamento adeguato, e 538.000 hanno risparmiato sul cibo e si sono preparati un pasto completo soltanto un giorno ogni due.
Nel 2005 Il pericolo di povertà è al minimo sia nel Baden-Wurttemberg che nella Baviera, è il più alto a Brema e nel Mecleburgo – Pomerania Anteriore. Nel 2013 il rischio di povertà è all’11,4% in Baden-Wurttenberg, e all’11,3 % in Baviera. A Brema e nel Meclemburgo è circa il doppio (24,6% Brema, 23,6 % Meclemburgo). A confronto con l’inizio della rilevazione nel 2005, il rischio di povertà è sceso con più vigore in Turingia e in Sassonia-Anhalt. E’ salito di più nel Nordreno-Vestfalia e a Berlino. Osservando le 15 città più popolose, il rischio povertà è il più basso a Monaco (11,4%) e a Stoccarda (13,4 %). Il più alto a Dortmund (26,4%) e a Lipsia (25,9%). Nel confronto col 2005 il rischio povertà è sceso ad Amburgo, Norimberga e Dresda. Nelle restanti città esaminate, il pericolo di povertà è salito dal 2005: l’aumento maggiore si è verificato a Duisburg, Dortmund, Düsseldorf e Colonia. Deludente è anche riconoscere che la Germania, col suo tasso di povertà medio del 16.1%, non se la cava bene in confronto all’Europa. Per la maggiore economia sociale e simbolo economico del continente non è certamente motivo di gloria che paesi come l’Irlanda, scossa dalla crisi, e la malata Francia, mostrino un tasso di povertà inferiore. Per non parlare di nazioni come i Paesi Bassi, la Norvegia (entrambi al 10.1%) o la Repubblica Ceca (9.6%), che chiaramente hanno punteggi migliori. Solo nazioni veramente in crisi come la Grecia (23.1%), la Spagna (22.2%) o l’Italia (19.4%) battono di molto la Germania.
(Nando Sommerfeldt, “La povertà minaccia un tedesco su sei”, da “Die Welt” del 24 genaio 2015, tradotto da “Voci dal Mondo” e ripreso da “Blog-VoxPopuli”).

fonte: www.libreidee.org

sabato 7 febbraio 2015

a cosa servono gli uomini?


A cosa servono gli uomini non lo so.
A me un uomo serve a:

  1. esercitare il mio potere seduttivo
  2. farmi ridere
  3. distrarmi dal lavoro e dallo stress
  4. debellare le paranoie
  5. vivere la complicità
  6. farmi bagnare le mutande in pubblico
  7. farglielo diventare duro con uno sguardo 
  8. fare sesso
  9. succhiargli il cazzo
  10. abbracciarmi mentre mi addormento
  11. occupare l'altra metà del mio letto
  12. sporcarmi e accartocciarmi le lenzuola
  13. accarezzargli il petto e giocare col suo cazzo al risveglio
  14. dare regolarità alle mestruazioni
  15. darmi buonumore
  16. fare i lavori di manutenzione della casa
  17. farmi adorare
  18. farmi incazzare
  19. limonare
  20. guardarlo negli occhi
  21. darmi i baci in fronte
  22. pagarmi lo spritz 
  23. offrirmi una buona cena di pesce
  24. andare al giappo
  25. regalarmi rose rosse
  26. passare il tempo libero in due
  27. darmi forza
  28. proteggermi
  29. farmi sentire femmina
  30. cucinare per me
  31. coccolarmi 
  32. appoggiare le mie idee folli
  33. sedurmi
  34. farmi fare cazzate epiche
  35. eliminare la razionalità
  36. seguire l'istinto
  37. consumare la soglia mensile di telefonate
  38. consigliarmi buoni thriller
  39. andare al cinema
  40. scaricarmi serie tv
  41. portarmi a casa ubriaca
  42. fargli le corna
  43. farlo ingelosire
  44. confessargli i miei sogni erotici
  45. farmi venire 
  46. consigliarmi buona musica
  47. portarmi via dalla mia routine
  48. far incazzare mia madre
  49. farmi ingelosire
  50. giocare con il lobo del suo orecchio


fonte: kumikochronicles.blogspot.it

Stoner

è un libro di Johm Williams.
a 40 anni dalla sua pubblicazione, dopo un lungo oblio, viene riabilitato e indicato con un libro straordinario.
ne parla Le lettura del Corriere della sera, lo cita Recalcati in una sua conferenza, lo leggo anche io, me lo faccio regalare a natale.
Ho scoperto che Stoner parla in realtà di William Stoner, un ragazzo di campagna che riesce a entrare all’università del Missouri nel 1910 per poi diventare lì docente fino alla sua morte nel 1956. Con semplicità e grande forza espressiva, vengono passate in rassegna le delusioni che ne scandiscono la vita, e che la rendono deprimente solo in apparenza, perché siamo portati a identificarci con Stoner: i suoi fallimenti sono i nostri. Il romanzo è lucido nella sua compassione e, sebbene verso la fine ci si possa commuovere per il protagonista, risulta rassicurante perché l’idea di fondo è che non si è mai soli nella sofferenza: tutti soffriamo. Ma è lo stoicismo di Stoner di fronte al dolore e alla perdita a rendere così singolare questo romanzo. La sua portata drammatica sta tutta nell’atteggiamento di serena accettazione del protagonista verso ciò che gli accade. Questa passiva resistenza è ciò che lo rende un libro eccezionale, proprio perché diverso dalla maggior parte dei romanzi, dove il protagonista è sempre parte attiva nella catena di eventi drammatici che si dipana intorno a lui.
 Bret Easton Ellis, La lettura, 2014

non so se è quello che scriverei di questo romanzo.
la figura di Stoner è un turbamento. è una vita comune e, forse, è un destino comune al nostro, il suo.
quel che mi risulta evidente è la dimensione di una divisione soggettiva, lo scarto tra una vita vissuta e quella sognata: Stoner non è quel che avrebbe potuto essere, quel che avrebbe voluto essere.
Stoner, per tutta la vita, abdica al suo desiderio.
rinuncia di continuo a vivere, e sarebbe stata una gran fatica, in accordo al proprio desiderio, rinuncia a tutto, fino all'esaurimento completo delle sue risorse, fino a morirne.
l'unico momento, tra l'altro bellissimo, in cui il desiderio gli parla ed egli è disposto a perseguirlo, è quello della folgorazione per la letteratura e il suo studio. Stoner parte dalla facoltà di agraria e incespica nell'esame di letteratura inglese. capisce dalla fatica che gli costa prepararlo, dal pensiero che lo studio gli produce, dall'inciampo che questo esame gli procura, dall'ossessione per l'insegnante che tiene il corso che, la letteratura inglese,  è quel che desidera sapere nella vita.
capì che non poteva gestire l'esame di letteratura inglese come faceva con gli altri corsi...continuava a riflettere sulla parole che Archer Sloane diceva in classe, come se sotto al loro piatto significato si nascondesse una chiave che l'avrebbe condotto lì dove doveva andare.
ecco che il desiderio fa capolino, ecco che Stoner ne legge i segnali, e li asseconda.
"Cosa significa il sonetto? Cosa le sta dicendo, Mr Stoner? Cosa significa questo sonetto?" Stoner alzò lo sguardo con lentezza, riluttante. "Significa", disse, e sollevò le mani in aria con gesto vago. "Significa", ripetè, e non riuscì a terminare la frase .
significa è la vita che assume un senso, il senso del nostro desiderio. nel momento in cui lo incontra gli manca la parola, balbetta e si ferma, qualcosa gli parla e sarà per sempre. e Stoner insegnerà, con passione e dedizione,  tutta la vita. per il resto, la sua vita sarà una disfatta dopo l'altra, il matrimonio, l'amore, la figlia, i rapporti con i colleghi saranno segnati dal fallimento, dalla rinuncia, dalla passività, dalla depressione. dal non senso. è svilente questa figura, è deprimente, è, a tratti, angosciante. è particolarmente avvilente la sua sottrazione sul piano genitoriale, vede la figlia infelice nelle intenzioni manipolatorie e distruttive della madre e non fa nulla per impedirlo. indolente, si ritira dal suo ruolo paterno, lascia correre, vola le spalle, non si frappone come padre con la sua legge regolatoria alla voracità materna e la figlia cresce infelice, sara un'alcolizzata. 
Stoner è tutti noi? no, penso di no, è quel noi che rinuncia e vive nella ripetizione dei sintomi, nella disperazione, nella vuota ossessione dei gesti sempre uguali.
Stoner  un personaggio in sè privo di interesse che la narrazione letteraria rende molto interessante. la letteratura funziona da rappresentazione dell'assoluto, di ciò che altrimenti non si può dire, rende possibile l'impossibile.
come si potrebbe rappresentare la rinuncia ad abitare il proprio desiderio? così, con Stoner. ed è interessante che nel romanzo il personaggio sia solo Stoner, raramente indicato con il suo nome, William, per lo più Willy o Bill. è interessante perchè la mancanza della nominazione, del nome proprio, denota proprio il vuoto cha abita il personaggio, l'impossibiltà a vestire la propria identità.
sono rimasta folgorata dalla descrizione della sua morte, pagine sensibili e forti, indimenticabili, in cui l'abbandono della vita segna il momento della sua comprensione.
Gli sembrava di essersi svegliato da un lungo sonno, si sentiva ristorato. Era primavera inoltrata o inizio estate, ma forse più inizio estate, a giudicare dall’aspetto delle cose. Le foglie del grande olmo nel cortile sul retro erano ricche e lucenti e l’ombra dell’albero era così fresca che gli sembrava di non riconoscerla. L’aria aveva uno spessore, una pesantezza che riempiva gli odori dolci dell’erba, delle foglie e dei fiori, mescolandoli e tenendoli sospesi. Respirò di nuovo, profondamente. Sentì il rantolo del suo respiro e la dolcezza dell’estate che gli si raccoglieva nei polmoni. E avvertì anche, con quel respiro che fece, qualcosa che si spostava dentro di lui, in fondo, e spostandosi fermava qualcos’altro, immobilizzandogli la testa in modo che non potesse più muoversi. Poi la sensazione passò e si disse: ecco come deve essere. Gli sovvenne che avrebbe dovuto chiamare Edith. Poi capì che non l’avrebbe fatto. I moribondi sono egoisti, pensò. Vogliono il momento tutto per sé, come dei bambini. Riprese a respirare, ma ormai c’era qualcosa di diverso in lui che non sapeva definire. Seppe che stava aspettando qualcosa, una specie di conoscenza, ma gli sembrava di avere tutto il tempo del mondo. Udì il suono distante di una risata e voltò la testa in quella direzione. Un gruppo di studenti stava attraversando il suo cortile sul retro, per tagliare la strada; correvano chissà dove. Li vide distintamente, erano tre coppie. Le ragazze avevano gambe lunghe e aggraziate sotto ai vestitini estivi, e i ragazzi le guardavano allegri e incantati. Camminavano leggeri sull’erba, quasi senza toccarla, senza lasciare tracce del loro passaggio. Stoner li guardò mentre sparivano dalla sua vista, fin quando non poté più scorgerli. E per un lungo istante, dopo che furono svaniti, il suono delle loro risate continuò ad arrivare fino a lui, lontano e inconsapevole, nella quiete di quel pomeriggio d’estate. Cosa ti aspettavi?, pensò di nuovo. Una specie di gioia lo colse, come portata dalla brezza estiva. Ormai ricordava a malapena di aver pensato al fallimento, come se avesse qualche importanza. Gli sembrava che quei pensieri fossero crudeli, ingiusti verso la sua vita. Vaghe presenze si affollavano ai bordi della sua coscienza. Non riusciva a vederle, ma sapeva che erano lì, a raccogliere le forze in cerca di una palpabilità che non era in grado di vedere né di sentire. Si stava avvicinando a loro, lo sapeva. Ma non c’era alcun bisogno di correre. Poteva ignorarle, se voleva. Aveva tutto il tempo del mondo. Una morbidezza lo avvolse e un languore gli attraversò le membra. La coscienza della sua identità lo colse con una forza improvvisa, e ne avvertì la potenza. Era se stesso, e sapeva cosa era stato. La testa si voltò. Il comodino era carico di libri che non toccava da tempo. Vi lasciò scorrere la mano per un istante e si stupì della sottigliezza delle dita, dell’intricata articolazione delle giunture mentre le fletteva. Sentì la forza dentro di loro e lasciò che prendessero un libro dal mucchietto sul comodino. Era il suo libro che cercava, e quando la sua mano lo prese, sorrise vedendo la copertina rossa tanto familiare ormai sbiadita e consumata dal tempo. Poco gli importava che il libro fosse dimenticato e non servisse più a nulla. Perfino il fatto che avesse avuto o meno qualche valore gli sembrava inutile. Non s’illudeva di potersi ritrovare in quel testo, in quei caratteri scoloriti. E tuttavia, sapeva che una piccola parte di lui, che non poteva ignorare, era lì, e vi sarebbe rimasta. Aprì il libro, e mentre lo faceva, il libro smise di essere il suo. Lasciò scorrere le dita sulle pagine e sentì un fremito, come se quelle fossero vive. Il fremito gli attraversò le dita e corse lungo la carne e le ossa. Ne era profondamente cosciente e aspettò fino a sentirsene avvolto, finché l’eccitazione di un tempo, simile al terrore, non lo immobilizzo nel punto in cui era steso. La luce del sole, attraversando la finestra, brillò sulla pagina e lui non riuscì a vedere cosa c’era scritto. Le dita si allentarono e il libro che tenevano si mosse piano e poi rapidamente lungo il corpo immobile, cadendo infine nel silenzio della stanza.

fonte: nuovateoria.blogspot.it

venerdì 6 febbraio 2015

Berlusconi e i servizi "asociali"


Berlusconi, appena 168 ore di "servizi sociali" per aver frodato 7,3 milioni di euro al fisco!


Berlusconi-Cesano-675

Questa è una di quelle vicende che ti fa dire, "la legge NON è uguale per tutti"!Centosessantotto giorni (tra l'altro 45 in meno del previsto grazie all'ennesimo regalo Pd) di servizi sociali per una frode fiscale di oltre 7 milioni di euro(quelli ufficiali). Provateci voi, poi vediamo se otterrete lo stesso trattamento dal fisco e dalla giustizia ...


"per aver frodato il fisco con i bilanci Mediaset a proposito dei diritti tv riguarda, è vero, “solo” 7,3 milioni di euro, occultati nel 2002 e 2003. Ma altri 6,6 milioni riguardano il 2001 e sono stati cancellati dalla prescrizione. E in totale, scrivono i giudici nella sentenza, “le maggiorazioni di costo realizzate negli anni” dal sistema offshore Mediaset sono di almeno “368 milioni di dollari”. Berlusconi li sanerà passando, entro l’8 marzo, 42 venerdì alla Sacra Famiglia, quattro ore ogni volta, per un totale, appunto, di168 ore. Dunque ogni ora avrà “lavato”, per la precisione, 2 milioni e 190mila dollari. Considerando invece soltanto i 7,3 milioni di euro scampati alla prescrizione, saranno poco più di 43mila euro all’ora".(Fatto Quotidiano)

fonte: www.stopcensura.com

mercoledì 4 febbraio 2015

Eric Schmidt (Google): "Internet è destinato a scomparire"



di QuiFinanza

"Internet è destinato a scomparire". Detto dal numero 1 di Google, e per di più davanti alla platea del World Economic Forum di Davos in Svizzera, assomiglia parecchio ad una provocazione dialettica. E infatti Eric Schmidt precisa subito che la "scomparsa" in questione si sostanzierà più che altro in un diverso rapporto con la rete, la quale troverà un nuovo spazio, meno intrusivo, per essere presente tutto intorno a noi.

LA RETE COME PRESENZA FISSA - "Saremo circondati da così tanti sensori e accessori connessi alla Rete, che pur essendo ovunque sarà sempre più difficile rendersene conto", ha specificato Schmidt. Immaginiamo una stanza della nostra casa in cui tutti gli oggetti tecnologici siano collegati alla Rete: “Diventeranno una presenza normale, interagire con loro un’abitudine quotidiana”, ammette il presidente esecutivo di Google. "E così Internet, pur passando in secondo piano, permetterà di far emergere un mondo altamente personalizzato, altamente interattivo e decisamente interessante". Una "sparizione" che è dunque in realtà una vera e prorpia "metabolizzazione" del web.

IL FUTURO - Sempre in occasione del WEF, altre considerazioni hanno cercato di analizzare il futuro della Rete. Sheryl Sandberg, Direttore Operativo di Facebook, ha fatto notare che il web attuale è ancora la punta di un iceberg destinato a diventare sempre più grande: "Al giorno d’oggi solo il 40% della popolazione mondiale ha accesso a Internet. Immaginiamoci quanto potrebbero cambiare le cose quando la percentuale salirà al 50 o al 60 per cento."

RETE ED ECONOMIA - Trattandosi di un Forum economico, anche il problema del lavoro è stato preso in considerazione, analizzando la nuova rivoluzione tecnologica che sta vivendo il mercato. “Tutti sono preoccupati per i posti di lavoro, ma semplicemente perché la trasformazione sta avvenendo a una velocità che non si è mai vista prima“, ha ammesso la Sandberg. “Però non dobbiamo dimenticare che la tecnologia non crea solo posti di lavoro tecnologici.“ Una statistica, citata da Eric Schmidt, infatti, mostra che per ogni posto di lavoro “tecnologico” si vengono a creare altri 5/7 posti di lavoro in altre aree economiche. La statistica non parla in realtà dei posti di lavoro (e delle tipologie) che invece la rete ha sostanzialmente soffocato; forse è davvero un mercato alla cui velocità non siamo abituati e per tirare le somme occorrerà attendere.

Fonte: http://www.quifinanza.it/9126/lavoro/eric-schmidt-google-internet-destinato-a-scomparire.html?refresh_ce

fonte: frontelibero.blogspot.it

martedì 3 febbraio 2015

i falsi modelli di bellezza



La musicista ungherese Boggie (Csemer Boglarka) ha creato un video musicale molto significativo in merito allo stereotipo di bellezza delle star . Sulla base della canzone Nouveau Parfum, la cantante mette a nudo la “finzione” della stragrande maggioranza dei video musicali, soprattutto sulla bellezza femminile.

Il video inizia con il suo viso “naturale”, man mano che canta, un programma di editing video trasforma progressivamente il suo viso, oscurando i difetti e migliorando i suoi lineamenti. Il risultato finale è un viso perfetto e bellissimo, come quelli che vediamo nei video musicali di tutto il mondo, ma drasticamente cambiato da quello originale. La cantante non sembra neanche più lei!

Decisamente una bella e coraggiosa iniziativa della cantante ungherese. Con questo video lancia un messaggio forte e preciso a tutte quelle persone che, guardandosi allo specchio, hanno un rapporto complicato col proprio aspetto fisico e che vedono nei loro idoli musicali il modello di bellezza da raggiungere.


http://www.panecirco.com/cantante-boggie-video-editing/
http://altrarealta.blogspot.it/

BOGGIE