Quanto vale la vita umana?
Nel 2017 poco, lo vediamo ogni giorno sui giornali o nei TG.
Si uccide per un posto auto, per una spinta involontaria, per uno sguardo verso la persona sbagliata, per un sorpasso. Calci, pugni, coltellate, investimenti, revolverate, sprangate.
In un attimo una vita si spegne e una cambia per sempre. Questione di scelte. In Africa la vita umana quanto vale? In alcuni casi poco, in altri può valere una cifra da far girare la testa, fino a 180.000 Euro. Questo è il prezzo che si arriva a pagare sul mercato un albino in alcune zone, come Kenya, Zimbabwe, Malawi, Burundi e Tanzania, paese che per altro annovera fra i suoi abitanti censiti, il più alto numero di persone affette da albinismo al mondo. Considerati magici dalla credenza popolare a causa del colore della loro pelle, gli albini vengono rapiti, torturati e mutilati in molte zone dell’Africa dove ancora si pratica la magia nera, ad opera di stregoni considerati più o meno potenti. Il fenomeno, molto diffuso nelle zone rurali, negli ultimi anni si sta diffondendo anche nei grandi centri abitati, con un conseguente aumento degli atti criminali ad essa legati.
In un attimo una vita si spegne e una cambia per sempre. Questione di scelte. In Africa la vita umana quanto vale? In alcuni casi poco, in altri può valere una cifra da far girare la testa, fino a 180.000 Euro. Questo è il prezzo che si arriva a pagare sul mercato un albino in alcune zone, come Kenya, Zimbabwe, Malawi, Burundi e Tanzania, paese che per altro annovera fra i suoi abitanti censiti, il più alto numero di persone affette da albinismo al mondo. Considerati magici dalla credenza popolare a causa del colore della loro pelle, gli albini vengono rapiti, torturati e mutilati in molte zone dell’Africa dove ancora si pratica la magia nera, ad opera di stregoni considerati più o meno potenti. Il fenomeno, molto diffuso nelle zone rurali, negli ultimi anni si sta diffondendo anche nei grandi centri abitati, con un conseguente aumento degli atti criminali ad essa legati.
Zeruzeru, figli del diavolo, fantasmi, spiriti dei morti reincarnati, così vengono chiamati gli albini.
Vivono una vita da reclusi, da emarginati, sotto costante minaccia di morte, in una società che non li considera come esseri umani, ma che vede solo l’enorme potere magico che deriva dalla loro morte violenta.
Chi sopravvive all’orrore dell’abbandono della famiglia, che li considera come una maledizione, all’emarginazione della società e alla violenza, rischia di morire per cancro alla pelle, mancando completamente una adeguata profilassi di protezione dai raggi solari.
I numeri di questo massacro non sono precisi. I rapporti di Amnesty Interntional o dell’ONU si riferiscono solo ai fatti conosciuti, denunciati alle autorità.
Perfino le salme degli albini non trovano pace. E’ in aumento il numero dei corpi riesumati, smembrati e venduti per ricavare preziosi amuleti da utilizzare durante i riti magici.
Più la morte dell’albino è violenta e più il loro potere magico aumenta.
Nessun luogo è sicuro. Le mura di casa non sono un riparo sufficiente, la scuola non basta per fermare i rapimenti e le scorribande dei cacciatori di albini, che nascosti dietro ai cespugli o confusi fra la gente comune aspettano la loro preda.
Le istituzioni sono al corrente di quanto accade, ma le pene inflitte non sono così gravi da scoraggiare le bande di criminali.
Fin dalla nascita la vita degli albini è segnata.
La donna che partorisce un bambino affetto da albinismo può essere ripudiata dal marito, il bambino abbandonato oppure ucciso, in quanto la sua nascita è un segno di grave sventura.
Ma fino a che punto si spinge la credenza popolare? Quali sono i poteri che gli stregoni riescono a liberare tramite un amuleto albino?
Le donne o le bambine albine che vengono rapite, prima di essere torturate a morte e mutilate, vengono stuprate perché si crede in questo modo di poter curare l’AIDS.
Le ossa degli albini combattono il malocchio.
Gli arti consentono di trovare l’oro e favoriscono la pesca abbondante.
I seni e i genitali rendono feconde le donne e sconfiggono la sterilità maschile.
Le unghie, seppellite nei campi coltivati a cacao, permettono un raccolto più abbondante.
Bere il sangue di un albino rende ricchi e fortunati.
In un continente dove si muore di fame e di sete, dove malattie da noi debellate sono ancora mortali, la mercificazione degli albini fa gola ancora a molte persone organizzate in bande che si spostano in tutta l’Africa a caccia delle loro prede, soprattutto bambini, considerati più preziosi e potenti.
Orecchie, occhi, naso, lingua, ossa, arti, genitali, sono venduti fino a 75.000 Euro.
La pelle arriva a costare da 1.500 a 7.000 euro, a seconda dell’età della vittima.
L’entità del fenomeno non è chiaro ai più. I casi di rapimenti e mutilazioni che non arrivano alle autorità sono numerosi. I rapporti dell’Onu, basati sui fatti conosciuti, ci parlano di 80 casi dal 2000 al 2015, ma il numero è quasi sicuramente maggiore.
Basti pensare che a livello mondiale si stima, nessuna certezza, che una persona su 20.000 sia affetta da albinismo. L’incidenza stimata in Africa orientale, soprattutto Tanzania, è di una persona su 1.400.
Gli stati africani interessati, anzi colpiti da questo disumano fenomeno, si pensa siano 23.
Riportare qui i nomi di alcune vittime non credo sia necessario. Sono decine, forse centinaia, le morti silenziose, quelle che nessuno denuncia.
A noi arrivano solo i casi che l’eco dell’indignazione ci porta, quelli che avvengono sotto gli occhi dell’opinione pubblica.
Ve ne riporto alcuni, che hanno avuto rilievo grazie alla stampa internazionale.
Un neonato albino, rapito dalla culla a pochi giorno dalla nascita, è ritrovato morto senza arti.
Un ragazzo di 17 anni, dopo giorni di ricerche, è stato rinvenuto senza ossa di gambe e braccia.
Ad un bambino di 10 anni hanno amputato un braccio alla fermata del bus che lo avrebbe portato a scuola. Sono solo alcuni casi, l’orrore è grande, la solitudine è profonda, il silenzio è spesso come una coltre di nebbia.
Il grande lavoro di sensibilizzazione di Amnesty International o di alcuni organi di volontariato presenti sul territorio, sta avendo i primi risultati. Ma la strada è lunga e spesso ostacolata dal silenzio dei governanti.
Nel 2010 Salum Khalfani Bar Wani è il primo uomo albino eletto in Tanzania al Parlamento. Nel nord-est del paese è sorto il Kabanaga Protectorate Centre, il centro della tribù dei fantasmi. Qui risiedono 70 persone albine, da 0 a 60 anni. Un’oasi di pace, una possibilità, un rifugio, un luogo da chiamare casa. Una grande conquista in un paese in cui esiste ancora oggi, nonostante la condanna unanime dell’opinione pubblica mondiale, una taglia sulla testa di bambini albini. Un passo avanti. Tutto questo accade ogni giorno, sotto gli occhi delle autorità, sotto i nostri occhi capaci di scandalizzarsi solo per ciò che gli organi di informazione ci passano. Indigniamoci anche per questo, combattiamo per sconfiggere la superstizione, l’ignoranza. Gli albini non sono figli del demonio, sono persone come noi, che soffrono di una malattia che causa la depigmentazione parziale o totale della pelle, dei peli, dei capelli, dell’iride e della coroide.
Anche queste sono vittime, ma silenziose, come molte altre in Africa e nei paesi devastati dalla guerra e dalla fame.
Vittime silenziose e preziose, vittime che i più ignorano perché nessuno vede, sono fantasmi. Muoiono ogni giorno senza arrivare a noi perché non hanno la forza di bussare alla nostra porta.
Rosella Reali
fonte: https://viaggiatoricheignorano.blogspot.it/
fonte: https://viaggiatoricheignorano.blogspot.it/
Bibliografia
The Social Post.it – La strage degli albini africani, uccisi e mutilati per riti di magia nera - Gabriele Sebastiani – 28 marzo 2017
Avvenire - Albini, in Africa massacro senza precedenti - Matteo Fraschini Koffi - 8 giugno 2016
Diritti d’Europa - I bambini albini africani: la strage dimenticata – Michele strazza – 22 aprile 2015
Amnesty International, Rapporto annuale 2010, in www.amnesty.it
Amnesty International, Rapporto annuale 2011, in www.amnesty.it
Amnesty International, Rapporto annuale 2012, in www.amnesty.it.
Amnesty International, Rapporto Annuale 2014-2015, Roma, Castelvecchi editore, 2015.
Rosella Reali - nel team dal 2016
Sono nata nel marzo del 1971 a Domodossola, attualmente provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Mi piace viaggiare, adoro la natura e gli animali. L'Ossola è il solo posto che posso chiamare casa. Mi piace cucinare e leggere gialli. Sono solare. Sorrido sempre e guardo il mondo con gli occhi curiosi tipici dei bambini. Adoro i vecchi film anni '50 e la bicicletta è parte di me. Non me ne separo mai.
Da grande aprirò un agriturismo dove coltiverò l'orto e alleverò animali. Chi mi aiuterà? Ovviamente gli altri viaggiatori. Questa avventura con i viaggiatori ignoranti? Un viaggio che spero non finisca mai..
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