Ma, sulla luna, ci siamo andati o no?
di Roberto Molinari
Lo abbiamo sempre dato per scontato, ce l'hanno insegnato a scuola, lo affermano i libri di storia, lo mostra la diretta dello sbarco, (ma su questa diretta ci sarebbe molto da dubitare), lo mostrano poi filmati, le immagini... e mi fermo qui...
Ma quali filmati, quali immagini, se non c'è un originale?
Si perchè pare che sia proprio così: non c'è l'originale. Ne dei filmati, ne delle foto. L'amministrazione della NASA adesso ammette che, dopo tre anni di ricerca, non si trovano più i filmati originali dello sbarco sulla luna del lontano 20 luglio 1969. Però ci sono le foto taroccate.
Wikipedia dice:
"L'uomo sulla Luna
Qui a sinistra possiamo vedere Buzz Aldrin con Neil Armstrong riflesso nel proprio casco".
Qui a sinistra possiamo vedere Buzz Aldrin con Neil Armstrong riflesso nel proprio casco".
Ma proviamo ad ingrandire fin dove è possibile questa immagine.
Ecco la stessa immagine ingrandita.
Effettivamente nel casco di Aldrin si può vedere la sagoma di una altro astronauta girato di spalle. Dovrebbe essere Neil Armstrong che sta fotografando Aldrin. controluce!?! Ma osservate attentamente le ombre che si riflettono nel casco di Aldrin: tutte le ombre sono proiettate in avanti rispetto ad Aldrin. Tutte meno la sua propria, che invece si vede chiaramente in questa foto. Perchè mai? Quindi l'immagine di Aldrin, con i piedi verosimilmente posati sul suolo lunare è un fotomontaggio, un volgare tarocco?
Molti scettici che già da tempo gridavano al complotto, hanno fatto richiesta della foto originale per confrontarla con questa messa a disposizione della NASA, ma, udite udite, l'originale non c'è. La NASA ammette che è andata persa.
Wikipedia continua:
Gli esseri umani sono atterrati sulla Luna il 20 luglio 1969, all'apice di una gara spaziale tra URSS e Stati Uniti d'America, ispirata dalla guerra fredda.
Il primo astronauta a camminare sulla superficie lunare fu Neil Armstrong, comandante dell'Apollo 11. L'ultimo fu Eugene Cernan, che durante la missione Apollo 17 camminò sulla Luna il dicembre 1972.
L'equipaggio dell'Apollo 11 lasciò una targa di acciaio inossidabile, per commemorare lo sbarco e lasciare informazioni sulla visita ad ogni altro essere, umano o meno, che la trovi. Sulla targa c'è scritto:
Here men from the Planet Earth first set foot upon the moon, July 1969, A.D.
We came in peace for all mankind.
Il primo astronauta a camminare sulla superficie lunare fu Neil Armstrong, comandante dell'Apollo 11. L'ultimo fu Eugene Cernan, che durante la missione Apollo 17 camminò sulla Luna il dicembre 1972.
L'equipaggio dell'Apollo 11 lasciò una targa di acciaio inossidabile, per commemorare lo sbarco e lasciare informazioni sulla visita ad ogni altro essere, umano o meno, che la trovi. Sulla targa c'è scritto:
Here men from the Planet Earth first set foot upon the moon, July 1969, A.D.
We came in peace for all mankind.
Qui, uomini dal pianeta Terra posero piede sulla Luna per la prima volta, luglio 1969 d.C.
Siamo venuti in pace, a nome di tutta l'umanità.
Belle nobili parole che farebbero grande tutta l'umanità, non solo gli USA, se fossero vere...
Era l'epoca di Nixon. In quell'epoca ne accaddero troppe di cose "strane". Molti ricorderanno ad esempio, lo scandalo Watergate. Nella storia dei 41 presidenti americani che si sono succeduti alla Casa Bianca Richard Nixon è stato l'unico a fregiarsi di un primato negativo rimasto finora imbattuto. Costretto a dimettersi per evitare di essere dichiarato "decaduto" dai membri della Camera dei Rappresentanti che lo avevano messo in stato d'accusa, Nixon usciva di scena il 9 agosto 1974 con un drammatico discorso di commiato trasmesso dalle principali reti televisive del Paese.
Troviamo ancora su Wikipedia:
Si riconoscono decisamente due serie di fotomontaggi: quelli della prima missione, l'Apollo 11, con foto riprese presumibilmente in interni; e quelle delle altre missioni con foto manipolate da riprese all'esterno.
Sulle immagini dell'Apollo 11 infatti, le ombre non si diffondono parallelamente. Tale fatto è dovuto ad uno studio cinematografico dotato di uno o più riflettori disposti ad una distanza finita, come esposto nelle tesi del Dr. David Groves ampiamente divulgate sulla rete. All'osservazione, sono assolutamente rilevabili ombre divergenti, su una superficie piana, ogni volta che i due astronauti vengono a trovarsi a una distanza, l'uno dall'altro, paragonabile a quella della fonte illuminante. Per una fonte da considerarsi posta a distanza infinita, o meglio non proporzionabile alla distanza relativa dei soggetti illuminati, come è proprio dell'illuminazione solare, le ombre non possono in nessuno modo risultare divergenti (e invece sono apprezzabili pesantissime divergenze di novanta gradi). Nelle foto panoramiche delle missioni possono notarsi la disposizione delle ombre rispetto alle pietre e ai declivi. Come nella foto ad alta risoluzione AS11-40-5888
Le ombre sono radiali rispetto alla fonte illuminante anziché parallele.
Le ombre sono brevi in prossimità della fonte illuminante e lunghe quando sono più distanti
Queste sono prove inconfutabili, della relativa vicinanza della fonte illuminante ai soggetti, a causa dell'immutabilità della legge della proiezione delle ombre che non può risentire delle condizioni atmosferiche, chimiche o fisiche dell'ambiente lunare. Si deduce che la fonte illuminante principale, nella missione fotografata, non sia il sole. In altri casi risultano illuminati particolari nascosti, posti in cavità o al di sotto di elementi già di per se posti in controluce, dove è possibile individuare in maniera inequivocabile un'ombra totalmente opposta a quella del sole. Le tesi del dr. Groves, sono state rafforzate dalla ricostruzione di un modello in scala del modulo lunare dove si raggiunge la stessa identica illuminazione delle foto della missione Apollo 11 grazie all'ausilio di una seconda luce opposta a quella principale, tecnica consueta nella realizzazione dei fotorendering, e nella cinematografia tradizionale In alcune foto si rilevano contemporaneamente.
Sole inspiegabilmente "anemico" (che consente un diaframma sufficiente a leggere le ombre, nonostante l'inquadratura diretta).
La zona in ombra illuminata da riflessi ingiustificati (il "compromesso impossibile" del controluce),
il vistoso cono di luce al centro dell'immagine, dove il terreno risulta molto più chiaro che non ai lati.
Le ombre sono radiali rispetto alla fonte illuminante anziché parallele.
Le ombre sono brevi in prossimità della fonte illuminante e lunghe quando sono più distanti
Queste sono prove inconfutabili, della relativa vicinanza della fonte illuminante ai soggetti, a causa dell'immutabilità della legge della proiezione delle ombre che non può risentire delle condizioni atmosferiche, chimiche o fisiche dell'ambiente lunare. Si deduce che la fonte illuminante principale, nella missione fotografata, non sia il sole. In altri casi risultano illuminati particolari nascosti, posti in cavità o al di sotto di elementi già di per se posti in controluce, dove è possibile individuare in maniera inequivocabile un'ombra totalmente opposta a quella del sole. Le tesi del dr. Groves, sono state rafforzate dalla ricostruzione di un modello in scala del modulo lunare dove si raggiunge la stessa identica illuminazione delle foto della missione Apollo 11 grazie all'ausilio di una seconda luce opposta a quella principale, tecnica consueta nella realizzazione dei fotorendering, e nella cinematografia tradizionale In alcune foto si rilevano contemporaneamente.
Sole inspiegabilmente "anemico" (che consente un diaframma sufficiente a leggere le ombre, nonostante l'inquadratura diretta).
La zona in ombra illuminata da riflessi ingiustificati (il "compromesso impossibile" del controluce),
il vistoso cono di luce al centro dell'immagine, dove il terreno risulta molto più chiaro che non ai lati.
fonte: www.novara-software.com
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