CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

mercoledì 30 settembre 2015

Venezia


sciocca io



sciocca io che non avvìo l'attimo prima dell'addìo. Scrivo di mio prima che avanzi l'oblìo.
Se incontrassi una persona molto carina le direi che sono scarsa in educazione fisica, ma la curiosità intensifica arte antica, contemporanea, carta pregiata e geopolitica.
Non mi ritocco la faccia, al posto della braccia ho ali di gallina, non appaio con la mascherina, al massimo una foto di molti anni prima, non espongo problematiche private sul blog e sul display, sensazioni e proiezioni restano fatti miei.
Siti dai profili senza fili, conseguenze dei cali, fantasie legate ai pali. Siti da zero contenuto come un testo degli ZERO ASSOLUTO. Siti dove mi parte la biocca quando leggo post sullo scambio di coppia. Scambio la coppa col vino del castello, scambio la coppa in cambio del pane casereccio col culatello.
Per integrarsi alla perfezione con l'omologazione, è necessario svendere la propria psiche per un po' di attenzione, ecco perché lo spettacolo dell'emozione è sempre pronto in ogni occasione.
Per suscitare interesse di un libro o un quadro, qualche signora mette le tette. Un brivido trasmette. Linee perfette, non del libro o quadro, le tette.

sabato 26 settembre 2015

Barnard: il futuro è l’agri-business, e la mafia salverà l’Italia

Il celeberrimo economista del ‘700 Adam Smith (che tutti hanno travisato oggi) si trovò di fronte a una scelta di realismo: doveva scegliere fra un male abominevole, e cioè il dominio assoluto di Re e nobili parassiti, autoritari, succhiasangue di tutti senza far nulla, e un male assai minore, cioè il Libero Mercato nascente all’epoca della nuova borghesia commerciale. Fu realista. Non era certo una “bella anima”’ deficiente come quelle che qui oggi predicano peace&love fuori dal capitalismo senza capire un cazzo della realtà. Adam Smith sapeva che la scelta era quella, e realisticamente scelse il Libero Mercato solo perché gli altri erano troppo orribili da contemplare. Oggi siamo allo stesso punto. Piacerebbe avere il mondo della giustizia e delle violette, ma non ci è concesso. La scelta oggi è di nuovo fra il Neofeudalesimo orripilante della politica tecnocratica europea, fra le Mafie pressoché medievali che abbiamo, e la più moderabile realtà del Mercato. Qui per ora dobbiamo scegliere. Per ora. Chi mi conosce sa il curriculum che ho. Gli altri pazienza.
A questo punto dell’apocalisse in Eurozona, quando siamo alla fase forse più terribile del progetto di Friedrich Von Hayek (1899-1992) di distruzione di 250 anni di costruzioni democratiche, progetto pienamente avviato dalle tecnocrazie europee (fra Paolo Barnardcui quelle italiane di Andreatta, Padoa Schioppa, D’Alema, Bersani, De Benedetti, Prodi, Renzi ecc.), ho in mente quella che è l’unica via d’uscita. Ho in mente qualcosa un secolo avanti. Siamo quindi rimasti fra noi, le persone. Io, con mia madre cieca e 91enne che ha un badante che le succhia (meritevolmente) più di mezza pensione, e sempre io che devo vivere con mia madre con l’altra mezza pensione. Tu che lavori per una miseria, tu che sei un ‘flessibile’, tu che dopo la laurea hai nulla, tu che hai avuto il tuo primo contratto indeterminato a 50 anni, tu che sei cassintegrato, tu che bestemmi come regola ogni giorno, tu pensionato esodato indebitato, voi gente vera. Stiamo con l’Italia della disoccupazione fuori controllo che passa scoreggiando davanti al Job Act di Renzi (meno di 130.000 posti di lavoro creati dal fiorentino, con 285.000 posti persi solo per il sì del fiorentino alle sanzioni alla Russia, poi il resto della débacle).
Stiamo con le Piccole Medie Imprese i cui marchi se li stanno comprando per spiccioli i cinesi e russi e tedeschi, a causa del deprezzamento indotto dall’Eurozona sui paesi del Sud Europa, a un ritmo di 350 marchi di prestigio che perdiamo all’anno. Stiamo col fatto che oggi un laureato in giurisprudenza o medicina se non emigra va a lavorare nei pub, anche con famiglia che appoggia. Ok. Sono anni che listo i disastri italiani. Soluzione via d’uscita di Realismo N.1, prima di arrivare alle Mafie: A) Tornare alla Lira, cioè alla moneta sovrana, e applicare le politiche economiche chiamate Mosler Economics. Le potete leggere qui appieno. Cosa significano in soldoni? Significano una cosa importantissima fra le tante benefiche per l’Italia, e leggete: “Che l’Italia torna ad avere la sovranità di emettere la propria moneta senza limiti, come fanno Usa e Giappone e Inghilterra. Quindi i mercati sapranno che qualsiasi cosa investano sullo Stato italiano, questo Stato in possesso di moneta Adam Smithsovrana emessa senza limiti sarà sempre in grado di ripagarla in pieno e puntuale. La famosa “ability to pay”, cioè capacità di pagare sempre, che è l’unica cosa che interessa i mercati”.
“Oggi non l’abbiamo perché usiamo l’euro, che è moneta non italiana e che dobbiamo prendere in prestito dalla Bce per pagare i mercati, che per questo motivo diffidano di noi. Ripresa la moneta sovrana in Italia, i mercati tornerano a investire a man bassa sull’Italia ricca (perché lo siamo), sull’Italia sicura nei ripagamenti, e sull’Italia con la piccola media impresa migliore del mondo”. I Mercati sono amorali, sono liberi, vanno dove si sentono sicuri, e se saranno sicuri della ability to pay dell’Italia con moneta sovrana illimitata, noi li avremo in massa a investire su questo paese geniale che ha saputo passare dalle rovine a livello kosovaro della II Guerra Mondiale alla 5a potenza del mondo in soli 35 anni. I Mercati questo lo sanno, sanno di che fibra siamo fatti, sanno che un tintore di pelli di Reggio Emilia sa battere la concorrenza di tutto il pianeta e diventare un mostro multimiliardario per Ferré, Dolce & Gabbana, Gucci e Krizia. Lo sanno i Mercati di che pasta siamo fatti sul lavoro, e da noi verranno in massa. Sui nostri titoli di Stato investiranno tranquilli (facendoci crollare i tassi d’interesse che Roma paga su di essi), ma, ripeto, solo se avremo quella “ability to pay” che viene dall’essere sovrani nella moneta come Usa, Gb e Giappone.
E qui siamo alle Mafie. Salveranno il Sud Italia. Ora, voi, fermi. Quanto guadagnano in stime approssimative le 3 maggiori Mafie italiane all’anno, assommate? Le stime ci dicono circa 100 miliardi di dollari lordi (il riciclaggio gliene mangia enormi fette, quindi il netto è molto meno). Ora attenzione: quanto guadagna una singola megabanca d’investimento, una singola, all’anno lordi? Prendiamo Jp Morgan di Ny: sono 101 miliardi di dollari nel 2014. E questa è una singola banca d’investimento, una sola, che guadagna poco più delle tre maggiori Mafie del mondo. Quante megabanche esistono nel mondo e quanto guadagnano, quindi? Mafie, fatevi una pippa. Quando le Mafie si sbarazzeranno, e accadrà, dei pecorari cervelli di culo di cane che ancora le dominano, capiranno che il loro futuro di ricchezza sta nel mega-banking in Sud Italia. Le Mafie Agribusinesslasceranno perdere gli investimenti puzzoni in puttane, armi, droga, racket, pizzi, omicidi, ed edificheranno le Istituzioni Finanziarie più avanzate del Sud Mediterraneo. Perché?
Perché siamo in attesa del boooom, e lo scrivo appositamente così, della più grande industria planetaria del futuro: l’agribusiness per il cibo, in sviluppo nell’Africa sub-sahariana. E chi si trova in Occidente ma vicino a quell’Africa? Questo dovete capirlo, capirlo!! Cristo: il Sud Italia è posizionato come nessuna terra al mondo all’incrocio dei traffici più lucrosi dei prossimi 500 anni, quelli del… cibo! No, non è il petrolio che manca. Non è il cobalto. Non sono cotone e computer. E’… il cibo. In Africa, la Cina, i Sauditi, la Korea e altri stanno comprando appezzamenti da dedicare all’Agribusiness con altissime tecnologie che sono grandi come mezza Francia o come l’intero Belgio. E mica sono scemi. E’ il cibo che scarseggia al mondo, e questa scarsità diverrà insostenibile quando 1 miliardo e 400 milioni di cinesi, quasi 1 miliardo d’indiani, poi i brasiliani e indonesiani ecc. arriveranno alla classe media. Sarà allora che l’Agribusiness per cibo spazzerà via qualsiasi concorrente in affari.
E chi, ditemi chi, avrebbe la capacità di smistare gli affari richiesti da Cina, India, Brasile, Indonesia, come super-banche a pochi chilometri dal Sudan, dalla Tunisia, dall’Egitto? Il Sud Italia! Le Mafie abbandoneranno la criminalità miserabile, apriranno super-banche e ci porteranno miliardi in parcelle, investimenti e intermediazioni sull’Agribusiness africano, e molto Palermoaltro in finanza. Fine famiglie di puzzoni psicopatici di Napoli, Sorrento, Catania, Palermo, Reggio, trogloditi taglieggiatori & puttanieri, fine riciclaggio di rifiuti tossici o armi, fine di un’epoca. Ora, realismo. Adam Smith vienici in aiuto. Non è il mondo peace&love di John Lennon. Ma è di certo un mondo assai migliore di quello di oggi. Cosa avremo?
Di fatto avremo due cose: la sovranità politica ed economica del legislatore italiano. E le ex-Mafie divenute colletti bianchi nei grattacieli di Pozzuoli o Messina a far affari sotto i regolatori parlamentari, come a Wall Street. Non c’è paragone con lo sfacelo italiano di oggi. Non esiste paragone. Poi da lì i nostri figli ripartiranno con un’altra battaglia, quella che oggi si combatte in Usa: come portare i secondi pienamente sotto il controllo dei primi per l’Interesse Pubblico. Ma questa è un’altra storia. Realismo: inutile sognare. Già oggi ci leccheremmo i baffi se avessimo uno Stato pienamente sovrano e benestante, e non più le 3 maggiori Mafie di assassini pecorari ricatta-vedove spacciatori trafficanti in droga e armi e puttanieri internazionali. Ecco tutto. Ecco come potrebbe accadere. Realisticamente.
(Paolo Barnard, “Ci salveranno i Mercati e le Mafie, per ora. Grazie, Adam Smith”, dal blog di Barnard del 13 settembre 2015).

fonte: www.libreidee.org

Cristoforo Colombo: un criminale spacciato per un eroe

Quello che a sQuola non ti insegnano


Articolo di : Ruggero Marino

Il Regno del Terrore di Colombo, come documentato da noti storici, fu così sanguinoso, il suo lascito così indicibilmente crudele. Perché tutt’oggi continuiamo ad onorare questo criminale? Perché a scuola e nei libri di storia viene presentato come un eroe?


STERMINI 
VOLUTAMENTE DIMENTICATI

Ma se ci pensate, l’intero concetto della scoperta dell’America è, beh, arrogante. Dopo tutto, i nativi americani scoprirono il Nord America circa 14.000 anni prima che Colombo fu nato!

Sorprendentemente, la prova del DNA suggerisce ora che i coraggiosi avventurieri Polinesiani navigarono con delle piroghe attraverso il Pacifico e si stabilirono in America del Sud molto prima dei Vichinghi. In secondo luogo, Colombo non era un’eroe. Quando mise piede sulla sabbia della spiaggia alle Bahamas il 12 Ottobre 1492, Cristoforo Colombo scoprì che le isole erano abitate da gente amichevole e pacifica che si chiamavano Lucayans, Taino e Arawak.

Scrivendo il suo diario, Colombo disse che erano un popolo affascinante, intelligente e gentile. Egli osservò che i gentili Arawak furono eccezionali nella loro ospitalità.


I NATIVI AMERICANI PACIFICI, 
SENZA PRIGIONI NE PRIGIONIERI !

”Essi si offrivano di condividere con chiunque e quando si chiedeva qualcosa non dicevano mai di no”, diceva. Gli Arawak non possedevano armi; la loro società non aveva ne prigioni, né criminali né prigionieri. Erano così di buon cuore che Colombo annotava nel suo diario che il giorno in cui la Santa Maria naufragò, gli Arawak lavorarono per ore per salvare il suo carico e il suo equipaggio.




I nativi furono così onesti che nessuna cosa sparì. Colombo fu così impressionato del duro lavoro di questi isolani gentili che confiscò immediatamente la loro terra per la Spagna e li ridusse in schiavitù per farli lavorare nelle sue brutali miniere d’oro. In soli due anni, 125.000 (la metà della popolazione), degli originali indigeni dell’isola erano morti.

Se fossi un nativo americano, vorrei segnare il 12 ottobre nel mio calendario come ilgiorno nero. Incredibilmente, Colombo supervisionò la vendita di ragazze native ridotte in schiavitù sessuale. Le ragazze giovani di 9 e 10 anni erano le più desiderate dagli uomini. Nel 1500 Colombo ne scrisse casualmente sul suo diario.

E disse:”Un centinaio di castellanoes sono così facilmente ottenuti per una donna come per una fattoria ed è assai universale che ci siano molti commercianti che vanno in giro in cerca di ragazze, adesso c’è la richiesta di quelle da nove a dieci anni.” Egli forzò questi pacifici nativi a lavorare nelle sue miniere d’oro fino a quando non morivano di sfinimento.


MASSACRI E VIOLENZE SENZA FINE !




Se un “Indiano” non consegnava l’intera sua quota di polvere d’oro alla scadenza data da Colombo, i soldati avrebbero tagliato le mani dell’uomo e gliele avrebbero annodate saldamente attorno al collo per divulgare il messaggio. La schiavitù era così insopportabile per questi dolci e gentili isolani che ad un certo punto 100 di loro commisero un suicidio di massa.

Nel suo secondo viaggio nel Nuovo Mondo, Colombo portò con sé cannoni e cani da attacco. Se un nativo resisteva alla schiavitù, gli si sarebbe tagliato via il naso o un orecchio. Se gli schiavi cercavano di scappare Colombo li bruciava vivi.

Altre volte mandava cani d’assalto a dar loro la caccia, e i cani strappavano via braccia e gambe dei nativi urlanti mentre essi erano ancora vivi. Se gli spagnoli si trovavano a corto di carne per nutrire i propri cani, venivano uccisi bambini Arawak e usati come cibo per cani.

Uno degli uomini di Colombo, Bartolome De Las Casas, fu così mortificato dalle brutali atrocità di Colombo contro i popoli nativi, che smise di lavorare per Colombo e diventò un sacerdote Cattolico. Egli descrisse come gli Spagnoli sotto il comando di Colombo “tagliavano le gambe dei bambini che correvano da loro, per testare l’affilatezza delle loro armi”.


STERMINI DI MASSA

In un sol giorno De Las Casas fu testimone oculare di come i soldati spagnoli smembrarono, decapitarono o violentarono 3000 persone native.”Tali disumanità e barbarie furono commesse ai miei occhi come nessun’altra età al confronto” scrisse De Las Casas. “I miei occhi hanno visto questi atti così estranei della natura umana che adesso Io tremo mentre scrivo.”

De Las Casas trascorse il resto della sua vita nel tentativo di proteggere il popolo nativo indifeso. Ma dopo un po non vi erano rimasti più nativi da proteggere. Gli esperti concordano sul fatto che prima del 1492 la popolazione dell’isola di Hispaniola probabilmente contava oltre 3 milioni di persone. Dopo 20 anni dall’arrivo degli spagnoli essa si ridusse a solo 60.000.

Nel 1516 lo storico spagnolo Peter Martyr scrisse:
”…una nave senza ne bussola, ne carta o guida, ma solo seguendo la striscia degli indiani morti che erano gettati dalle navi, poteva trovare la strada dalle Bahamas a Hispaniola.”


A SCUOLA VIENE CHIAMATO EROE…

In realtà Colombo fu il primo mercante di schiavi delle Americhe. Quando gli schiavi indigeni morivano essi erano rimpiazzati con schiavi neri. Il figlio di Colombo diventò il primo trafficante di schivi africani nel 1505.

Sei sorpreso e non hai mai imparato nulla di tutto ciò a scuola?

Il regno del terrore di Colombo è uno dei capitoli più oscuri della nostra storia...

Fonte: Scienza di Confine

fonte: terrarealtime.blogspot.it

giovedì 24 settembre 2015

Madsen: Gladio, terroristi “islamici” per spaventare l’Europa

Strani attentati alle ambasciate, presunti terroristi intercettati sui treni, killer “impazziti” che fanno stragi e poi vengono puntualmente giustiziati dalla polizia. Tutto questo ha un nome preciso: Gladio. Secondo Wayne Madsen, ex funzionario della Nsa, la storica rete “Stay Behind” che la Nato utilizzò per la strategia della tensione in Europa non è mai stata smantellata. E oggi torna utilissima, per intimidire gli europei schiacciati dalla crisi: anziché cercare soluzioni di rottura – politiche, economiche, internazionali – dovremmo restare incollati agli attuali leader, approvando decisioni sempre più autoritarie, “suggerite” dagli Usa, anche di fronte alla crisi dei migranti che agisce come detonatore della recessione economica, mentre il Medio Oriente è in fiamme e qualcuno, al Pentagono, sogna una guerra con la Russia. Già dirigente della struttura spionistica da cui fuggì anche Edward Snowden, scatenando lo scandalo “Datagate” (tutti i leader occidentali monitorati e intercettati), Madsen fu il primo, dopo l’11 Settembre, a evocare il fantasma di Gladio mettendo in collegamento il G8 di Genova con l’attentato alle Torri: due eventi di sangue, figli della stessa matrice, il terrorismo di Stato.
Oggi, Madsen denuncia il carattere opaco di troppi recenti attentati, dalla Francia alla Turchia, proprio mentre il quadro internazionale si fa sempre più pericoloso e instabile grazie all’azione “coperta” di Washington, che dopo aver devastato l’Iraq Wayne Madsen, già funzionario della Nsaha innescato la primavera araba, rovesciato Gheddafi scatenando il caos in Libia e infine armato i jihadisti in Siria dando origine al fenomeno Isis, da cui il grande esodo di profughi che sta assediando l’Italia e il resto d’Europa. In un dettagliato report su “Strategic Culture”, ripreso da “Come Don Chisciotte”, Madsen analizza le troppe “coincidenze” degli ultimi attentati che hanno scosso l’opinione pubblica europea. «La recente sparatoria al consolato americano di Istanbul da parte di due donne, secondo il governo turco membri di un gruppo terroristico di estrema sinistra, il “Revolutionary People’s Liberation Army-Front” (Dhkp-C), così come l’incidente sospetto sul treno ad alta velocità “Thalys” diretto a Parigi da Amsterdam, per Madsen indicano che le operazioni “false flag” condotte dalla rete Stay Behind della Cia dell’epoca della guerra fredda, conosciuta come Gladio, siano di nuovo pienamente operative.
Si ritiene che il Dhkp-C sia responsabile di un attentato suicida all’ambasciata americana di Ankara nel 2013, che causò la morte di un agente della sicurezza turca. In quell’attacco, un sito web chiamato “The People’s Cry”, presumibilmente gestito dal Dhkp-C, rivendicò il ruolo di uno dei suoi membri, Ecevit Sanli, come esecutore dell’attentato suicida all’ambasciata, finito con la morte dello stesso Sanli e della guardia turca. Per l’ex analista dell’intelligence Usa, c’è puzza di bruciato: «Il problema generale riguardo alla dichiarazione del coinvolgimento del Dhkp-C è stato un video postato dal “The People’s Cry” e scoperto dal “Site”, un gruppo legato al Mossad israeliano, con base a Washington, noto per aver distribuito ai media discutibili video e comunicati attribuiti ad “Al Qaeda”, “Is”, ed altri presunti gruppi terroristici islamici». Il presunto ritorno del Dhkp-C, continua Madsen, ha fornito al governo turco una copertura per colpire i guerriglieri curdi nella Turchia orientale e insinuare una
Ayoub El Khazzanimentalità da “Stato sotto assedio” nella mente dei votanti turchi, proprio mentre la nazione si avvia verso un’altra elezione nazionale che vedrà opporsi il governo filo-islamico del presidente Recep Tayyip Erdogan all’opposizione laica.
Poi c’è il caso del marocchino Ayoub El Khazzani, accusato di essere salito a Bruxelles sul treno diretto a Parigi con l’intenzione di sterminare i passeggeri. Khazzani, che aveva con sé un Ak-47 e altre armi, in una borsa che ha detto di aver “trovato “ in un parco di Bruxelles, è stato sopraffatto da tre americani e un inglese. Due degli americani che hanno aiutato a bloccare Khazzani sono militari statunitensi, il pilota dell’Air Force Spencer Stone e la guardia nazionle dell’Oregon Alek Skarlatos. Il cittadino di nazionalità inglese è Chris Norman, nato in Uganda e residente nel sud della Francia. Si ritiene che Khazzani, nativo di Tetouan in Marocco, al pari degli altri numerosi presunti terroristi in Francia, abbia viaggiato molto all’estero prima di commettere l’attacco terroristico. Fino al 2014 era residente in Spagna, poi si è trasferito in Francia per lavorare per la società di telefonia mobile “Lycamobile”. Si dice che Khazzani «si sarebbe radicalizzato in una moschea di Algeciras, di fronte al territorio inglese di Gibilterra, dove l’intelligence inglese mantiene uno stretto controllo sui territori spagnoli circostanti, Mahdi Nemmoucheinclusa Algeciras». A giugno, si ritiene che l’uomo stesse combattendo a fianco dei guerriglieri dello Stato Islamico in Siria, per poi spostarsi ad Antiochia in Turchia e a Tirana, in Albania.
La storia di Khazzani, scrive Madsen, è quasi uguale a quella di Mahdi Nemmouche, il franco-algerino ritenuto responsabile per l’attacco al Museo Ebraico di Bruxelles. Prima, anche Nemmouche avrebbe combattuto con l’Isis in Siria (e avrebbe trascorso del tempo in Inghilterra). Dopo l’attacco al museo di Bruxelles, Nemmouche è salito su un autobus notturno per Marsiglia. Un controllo doganale ha scoperto la sua sacca, contenente un Kalashnikov, un revolver e proiettili. Arrestato dalla polizia francese, Nemmouche ha dichiarato di aver trovato le armi in una macchina parcheggiata a Bruxelles e di averle rubate per poi venderle sul mercato nero a Marsiglia. Khazzani sostiene che voleva usare le armi trovate in un parco di Bruxelles (un Ak-47, una pistola Luger, un taglierino, mezzo litro di benzina e nove caricatori) per derubare i passeggeri del treno “Thalys”, così da comprarsi del cibo, in quanto era senza un soldo e senza casa. «Sia Khazzani che Nemmouche – continua Madsen – erano ben noti alle forze dell’ordine francesi ed europee come potenziali minacce, eppure non è stato fatto nulla per sorvegliare le loro attività».
Prima dell’attacco al treno, Khazzani era l’oggetto di una “Fiche S” della polizia francese: un dossier trasmesso a varie forze di polizia europee, per chiedere che il soggetto venisse posto sotto stretta sorveglianza. Inoltre, la polizia spagnola aveva il Dna di Khazzani in archivio. E ancora, prima dell’attacco sul treno, «dossier completi su Khazzani erano in possesso non solo della polizia spagnola, ma anche di quella tedesca e belga, così come di quella francese». Una storia simile a quella di altri attentatori. Il primo fu Mohamed Merah, il franco-algerino che nel 2012 uccise sette persone nella regione di Tolosa, inclusi tre bambini di una scuola ebraica. Lo imitarono Said e Cherif Kouachi, i fratelli franco-algerini che quest’anno hanno attaccato a Parigi la redazione di “Charlie Hebdo”. Anche loro erano oggetto di una “Fiche S” e di altri dossier delle forze dell’ordine Mohamed Merahfrancesi. Idem per il caso del franco-maliano-senegalese Amedy Coulibaly, che ha attaccato il supermarket ebraico Hyper-Cacher a Parigi durante l’attacco a “Charlie Hebdo”: pure lui era noto alla polizia e all’intelligence francesi.
In altre parole, nessuno dei nuovi presunti terroristi europei viene dal nulla: la polizia li controlla strettamente, fino al momento in cui entrano in azione per riempire le cronache. E non solo in Francia: «Anche i files della polizia e dei servizi segreti danesi hanno restituito il nome del presunto attentatore omicida della sinagoga centrale di Copenhagen e del Festival del Cinema danese, Omar Alhamid Alhussein, un danese di origini palestinesi». Di fatto, «un criminale schedato per violenza, che era stato rilasciato da una prigione danese appena due settimane prima dell’attacco alla singoga». Scontato, anche qui, il finale: «La polizia danese ha sparato e ucciso Alhussein dopo il suo presunto doppio attacco». Quanto al treno “Thalys”, quello dell’attacco “sventato”, stava transitando nella regione di Oignies nell’alta Piccardia in Francia, quando Khazzani è stato bloccato dai passeggeri. Attenzione allora al ministro degli interni francese, Bernard Cazeneuve: «Ha subito suggerito che Khazzani fosse un membro di un gruppo islamista radicale». Non ha perso tempo, il ministro, e si è recato immediatamente a Copenhagen subito dopo gli attacchi alla sinagoga e al festival. «Si dice che Il commissario Helric Fredou, suicidio sospettoCazeneuve fosse sotto inchiesta, da parte del 45enne commissario di polizia francese Helric Fredou, vicecomandante della polizia giudiziaria di Limoges, per legami con Jeannette Bougrab».
La Bougrab, continua Madsen, era la cosiddetta “fidanzata” del redattore ucciso di “Charlie Hebdo” Stephane Charbonnier, “Charb” per i colleghi. La donna sosteneva di essere la fidanzata di Charb, che sarebbe stato il padre di sua figlia. Si dice inoltre che Fredou si sarebbe suicidato al culmine dell’indagine sui legami tra Bougrab e Cazeneuve. «Fredou si sarebbe sparato alla testa in preda allo sconforto dopo aver incontrato la famiglia di una delle vittime degli attentati francesi». Tuttavia, aggiunge Madsen, la famiglia e gli amici di Fredou hanno scartato la possibilità di una presunta depressione del commissario. «Inoltre, essi hanno sottolineato il fatto che Fredou aveva scoperto importanti indizi sugli attentati terroristici, cosa che lo aveva messo in rotta con Cazeneuve». Secondo notizie francesi, Fredou sospettava del ministro fin dai suoi giorni di commissario alla polizia di Cherbourg, località di cui Cazeneuve era stato sindaco. In quel periodo, Fredou «aveva per la prima volta scoperto l’esistenza Il ministro Bernard Cazeneuvedei legami di Cazeneuve con il Mossad, della sua relazione con la Bougrab e con la sua congrega di sobillatori anti-musulmani».
Madsen non ha dubbi, è certo di riconoscere i sintomi del male oscuro: «La ricomparsa di Gladio sulla scena politica europea è la risposta alla crescente ostilità all’Unione Europea e all’austerità dettata dai banchieri centrali europei». E accusa: «I corporazionisti e i fascisti che hanno portato l’Europa al fallimento stanno ora usando le loro risorse mediatiche per trasformare la minaccia favorita degli ultimi vent’anni, il terrorismo islamico, in una minaccia composita di terroristi islamici che collaborano con una rete internazionale di anarchici». Secondo l’ex stratega dell’intelligence statunitense, «in Grecia, Italia, Turchia e Spagna ci sono segnali che il cambio di paradigma da terrorismo islamico ad anarchismo di sinistra sia già in corso, con attentati altamente sospetti e probabilmente di copertura presso ambasciate e altre strutture». Madsen è convinto che «i media faranno comparire sempre più storie fabbricate per collegare “anarchici” e “jihadisti”».
Dopo l’incidente del treno “Thalys” a Bruxelles, Cazeneuve e «il suo amico anti-musulmano e socialista di destra, il primo ministro francese Manuel Valls», stanno richiedendo controlli di tipo aeroportuale alle stazioni ferroviarie europee. «Il fine è dare all’Unione Europea un maggiore controllo politico e sociale sulle popolazioni del continente». Madsen fa notare che l’avanzata di gruppi “anarchici” fino a ieri sconosciuti sta avvenendo negli stessi paesi in cui le operazioni di Gladio erano più ampie: Italia, Turchia e Grecia. «L’Italia era il centro focale per l’“Organizzazione Gladio”, la filiale italiana delle operazioni terroristiche paneuropee gestite dalla Cia». In Turchia, Gladio era conosciuta come “Ergenekon”, e in Grecia come “Operazione Sheepskin”. «Finché Gladio sarà di nuovo attiva in Europa – avverte Madsen – i popoli del continente dovranno avere paura, molta paura».

fonte: www.libreidee.org

martedì 22 settembre 2015

rapporti sessuali e menopausa, le 10 verità


"La donna è come i continenti:
a 20 anni è come l'Africa, quasi totalmente inesplorata;
a 30 anni è come l'India, calda, misteriosa e lussureggiante;
a 40 anni è come l'America, tecnicamente perfetta;
a 50 anni è come l'Europa, completamente in rovina;
a 60 anni è come la Siberia, tutti sanno dov'è ma nessuno ci vuole andare."

Quante volte avete sentito questa cagata?
Demi Moore, Sharon Stone, Madonna...sono forse "completamente in rovina"?
A differenza di qualche decennio fa, dove già a 30 anni una donna era considerata inchiavabile, oggi ci sono un sacco di over 50 che...avercene!

Non so cosa le donne temano di più se la cellulite o la menopausa.
Per quello che riguarda la cellulite potete stare tranquille: quello è un problema solo per voi.
Se siete abili nella Nobile Arte del Pompino, con ingoio ovviamente, e vi fate scopare il culo, potreste avere la pelle squamata come Godzilla che il vostro lui nemmeno se ne accorgerebbe.
Di norma la cellulite la notano, e la criticano, le vostre pseudo amiche alle quali tira il culo che voi abbiate una vita sessuale più intensa e varia della loro.

Sulla menopausa...ah qua non so che dire ed ecco perché ho dato un'occhiata in giro ed ho scoperto le 10 verità!

Verità # 1: la tua vagina non sta per avvizzire come una prugna
Verità # 2: investire in un buon lubrificante
Verità # 3: rifiuto dell’immagine del corpo
Verità # 4: Siete ancora a rischio di malattie sessualmente trasmissibili
Verità # 5: Potrebbe essere più faticoso raggiungere l’orgasmo
Verità # 6: Il tuo desiderio sessuale potrebbe andare giù o ….. esplodere
Verità # 7: Il tuo bisogno di intimità può aumentare
Verità # 8: le tue pareti vaginali si assottigliano
Verità # 9: Una vita sana aiuta ad aumentare il desiderio sessuale
Verità # 10: la tua vita sessuale probabilmente non cambierà drammaticamente

Per approfondire:
Rapporti sessuali e menopausa: le 10 verità

Capito?
Quindi, se siete ancora giovani e lontane dagli "anta" avete davanti a voi ancora decenni di splendide scopate, a patto di non venire a letto con me (l'ultima che ha avuto questa pessima idea è letteramente scomparsa...l'ho cercata ed ho scoperto che è entrata a far parte dell'ordine delle canonichesse regolari del Santo Sepolcro di Gerusalemme).
Se, invece, avete raggiunto gli "anta" potete ancora godere dei piaceri del sesso, magari anche più di prima.
Si perché una cosa che le donne mature hanno in più rispetto alle giovani è che hanno superato le mentate dell'aspetto fisico e si godono il sesso senza paranoie.
E credetemi, una donna che sa godersi il sesso senza menate è un'amante molto più piacevole di quelle che hanno millemila pare.

fonte: cunni4ever.blogspot.it

sabato 19 settembre 2015

dipendenza da smartphone

La vita è ciò che ti accade mentre sei impegnato a guardare il tuo smartphone

IL VIDEO https://youtu.be/PsH9wGB_Acs E’ opera dello studente Xie Chenglin questo breve ma sapiente filmato d’animazione cinese sulla dipendenza da smartphone, vincitore nel 2014 del premio annuale della Central Academy of Fine Arts.
I protagonisti, trasposizione grafica di ognuno di noi, sono ridotti a occhi e dita, le uniche parti del corpo utili per essere sempre connessi. I dialoghi non sono necessari per capire il senso di una storia che si coglie dagli eventi che nel frattempo accadono intorno ai personaggi e che sono dirette conseguenze della loro dipendenza. Catastrofi, sicuramente ironiche ed esagerate, che dalla prima all’ultima scena si susseguono a catena rivelando un triste paradosso: la perenne connessione in un mondo virtuale e la totale estraneità alla realtà che ci circonda.
Perché non è forse vero che camminiamo a testa bassa, intenti a guardare lo schermo del nostro smartphone? Che quei silenzi imbarazzanti in coda alle poste o alle fermate degli autobus li riempiamo con Facebook? Che non guardiamo più l’altro se non attraverso le foto postate sui social network?
Forse questo corto sarà anche un po’ eccessivo, ma parafrasando una celebre citazione di John Lennon: “La vita è ciò che ti accade mentre sei impegnato a guardare il tuo smartphone”

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martedì 15 settembre 2015

Gabriele D'Annunzio



mia crudele amica

Perché, perché, o mia crudele amica
non vi lasciate mettere l'uccello in
quella ricca e opulenta fica che nel
suo genere è il perfetto bello?

Vorrei essere davvero una formica
per entrare quatto quatto in quel
corbello; sapete, non m'importerebbe
mica di restare preso nel cresputo vello.

Voi fareste addolcir qualunque amaro
noi tutti quanti ripetia in coro: voi siete
qualche cosa di ben raro

Portate di bellezza un gran tesoro
via, via, prendete un pugno di denaro
e lasciatemi entrare nel vostro foro.


Argentea

Quando prona, con l'1 ventre ne l'arena,
nuda si lascia a'1 conquistare lento
delle maree, non dunque a luna piena
ella è una grande statua di argento?

Venere Calippige in una oscena posa.
Scolpiti ne'1 tondeggiamento de' lombi
stan due solchi; ampia la schiena
piegasi ad un profondo piegamento.

Cresce il flutto e la bagna. Ella si scuote
io a'1 senso di quel gelido contatto e di
piacere le vibrano le terga.

Il flutto sulla faccia la percuote ma
rimane godendo in quell'atto fin che
l'alta marea non la sommerga.

venerdì 11 settembre 2015

la congiura invisibile


L’ingiustizia domina il mondo: miseria, paura e dolore soffocano l’esistenza, fame e malattie imperversano, le finanze mondiali creano ovunque debiti. C’è una congiura invisibile….

Il sistema politico e finanziario mondiale è composto da pochi “potenti”: secondo vari studi circa 300 famiglie. Considerando i loro diretti collaboratori, tutti i governi del pianeta, le alte gerarchie delle varie chiese, il numero dei veri responsabili del sistema non supera i centomila individui, a dir tanto. Sono questi i nemici dei miliardi che popolano la Terra? No, sono la prova di quanto l’umanità si lasci ingannare, e sia disposta a vendersi per un pugno di dollari…

La congiura invisibile è quella tra i “potenti” e gli addetti alla “cultura”. Media e intellettuali che trasmettono la “cultura”, a favore o contro il sistema, ripetono la stessa falsa convinzione, secondo la quale questo mondo è l’unico possibile, e la “vita” è solo quella che conduciamo in questo mondo. Esistono invece infiniti mondi intelligenti…

La congiura è la “conoscenza”, con i suoi tanti tabù: soldi, sesso, morte… L’eterna realtà è il Messaggio d’Amore che unisce Tutti. La “conoscenza” si fonda su due discipline di base, scienza e religioni che non solo non hanno fermato la “macchina”, l’intero sistema politico mondiale, ma hanno contribuito in modo sempre più efficace al suo funzionamento.

La scuola è la trasmissione della “conoscenza” alle nuove generazioni, ed è per molti versi, una sorta di ipnosi che tende ad assopire il cervello umano. La scuola è un accumulo di nozioni e di obblighi contro natura, come il rimanere incastrati nei banchi per ore. La plasticità cerebrale, naturale del bambino, viene irrigidita dalla infinite norme che l’adulto gli impone; così gli vieta la scoperta, blocca la sua abilità alla ricerca, lo obbliga a inglobare le regole stabilite dalle precedenti generazioni, ed a ripetere gli stessi modi di operare del passato. La scrittura stessa è un modo per irrigidire la mente creativa del bambino, e così la parola: i bambini hanno una sensibilità straordinaria, hanno amici immaginari, sogni che gli adulti ignorano o pretendono di ignorare, perché non sopportano di mettere in crisi il loro concetto di “realtà”, quella corsa quotidiana che chiamiamo “vita”.

La “conoscenza” ufficiale è conservazione di se stessa, così forte da dimenticare fatti e novità che la mettono in discussione. C’è un cover-up, un’auto-censura dell’informazione per escludere tutto ciò che potrebbe stravolgerla. Ogni disciplina si fonda su basi prive di fondamenti, sembra un gioco di parole, ma non lo è.

La fisica che si occupa di atomi, non sa dire che cosa sono. La chimica, che studia le molecole, quindi i legami tra gli atomi, non conosce la Forza che li genera. La biologia, che studia la vita, non sa cos’è la vita; la medicina non sa cos’è la malattia; la psicologia non sa cos’è la psiche.

La scienza non risponde mai alla domande “perché?” e “che cosa?”. Prima o poi ci riuscirà, dicono. Si… se si ponesse le domande, ma non lo fa. La scienza è scambiata per certezza. Oggi gli astronomi si interrogano sulla natura della misteriosa energia oscura, ben il 70% di tutta la massa esistente. In quanto forma di Luce, l’energia oscura non ha confini, non ha spazio e non ha tempo. Può essere composta di Luce debole. Ma perché l’astrofisica non considera la Luce debole come possibile ingrediente dell’energia oscura? Perché è instabile, dicono.

Ormai più di cento anni fa, con la teoria della relatività ristretta, Einstein ha dimostrato che il tempo è relativo all’osservatore. Ciò che per noi popoli sulla superficie della Terra è instabile, può essere stabile per altri osservatori. Gli scienziati ortodossi credono però che non esistano altri osservatori oltre noi. E’ un altro dei tanti esempi di fede cieca, tutt’altro che scientifica, perché non c’è osservazione diretta del 95% oscuro.

Ogni disciplina ha la sua porzione eretica, proibita dall’accademia ed emarginata dalle istituzioni e dall’accesso ai media. Ogni proibizionismo genera business, utile a volte ad entrambi i lati, sia quello che rispetta, sia quello che viola la proibizio

Giuliana conforto
segue su

fonte: altrarealta.blogspot.it

domenica 6 settembre 2015

la ricetta dell'olio di cannabis di Rick Simpson

“Una volta che le persone vengono a conoscenza del fatto che con la canapa è possibile curare e controllare praticamente qualsiasi patologia medica, chi può desistere dal provarla?”
Rick Simpson ha dedicato la sua vita ad aiutare le persone malate e sofferenti (di qualsiasi tipo di malattia e disabilità), con l’uso dell’olio di canapa naturale.

L’olio di canapa di Rick Simpson si rivela efficace nella cura del cancro.

Rick Simpson è un attivista della marijuana medica e da quasi un decennio fornisce alle persone informazioni dettagliate sulle proprietà curative dei medicinali prodotti con l’olio di canapa. Rick ha guarito se stesso da un melanoma metastatico nel 2003 e da allora ha dedicato la sua vita a diffondere la verità sull’olio di canapa. Lungo il suo percorso ha incontrato una quantità assurda di persone in opposizione e la totale mancanza di sostegno da parte delle autorità canadesi, come pure le aziende farmaceutiche, agenzie governative per la salute e uffici delle Nazioni Unite. Nonostante tutto, Rick Simpson ha trattato con successo oltre 5.000 pazienti (gratuitamente) e crede che tutte le forme di malattia e le condizioni fisiche siano curabili con l’olio di canapa. Egli afferma che è possibile curare tutti i tipi di cancro e di malattie mediante una terapia con olio di canapa di alta qualità.
Rick ha trattato pazienti di qualsiasi condizione medica, tra cui: cancro, AIDS, artrite, sclerosi multipla, diabete, leucemia, morbo di Crohn, depressione, osteoporosi, psoriasi, insonnia, glaucoma, asma, ustioni, emicranie, regolamento del peso corporeo, dolore cronico e mutazione cellulare (polipi, verruche e tumori).

“Run from the cure” il video del documentario ufficiale

Questo documentario “Run from the cure” è stato realizzato da Christian Laurette nel 2008 e racconta la storia di Rick Simpson. Il film contiene interviste con persone che sono state curate dall’olio di Rick, ma si sono rifiutate di testimoniare a favore di Rick nella Corte Suprema del Canada durante il suo processo del 2007. In questo documentario vengono spiegati in modo meticoloso tutti i benefici dell’olio di cannabis.

“Voglio che le persone sappiano come guarire se stesse.”

Rick Simpson ritiene che ingerire oralmente olio di canapa distrugga le cellule tumorali nel corpo. Quando viene utilizzato come topico, l’olio di canapa può controllare o addirittura curare varie malattie della pelle, quali i melanomi.
Tuttavia, come con qualsiasi “droga”, troppo olio di canapa può avere alcune controindicazioni e causare effetti collaterali; i tre più importanti sono: desiderio di cibo, euforia e sonnolenta. Si tratta di un farmaco estremamente sicuro rispetto ai centinaia di farmaci in commercio che sono stati approvati con poco o nessuno studio ed hanno recato ai pazienti orribili effetti collaterali, compresa la morte. Infatti, nessuno è mai morto dalla cannabis, somministrata in qualsiasi forma.

La ricetta dell’olio di cannabis di Rick Simpson

La prima volta che fai l’olio di cannabis inizia con un’oncia (circa 28,35 grammi) di canapa secca. Un’oncia produrrà circa 3-4 grammi di olio, anche se la quantità di olio prodotto per oncia varierà da ceppo a ceppo. Un chilo di materiale essiccato produrrà circa due once di olio di alta qualità.
IMPORTANTE: Queste istruzioni sono prese direttamente dal sito internet ufficiale di Rick Simpson. Fai molta attenzione durante l’ebollizione del solvente [opzioni del solvente], le fiamme sono estremamente infiammabili! EVITA il fumo, le scintille, i fornelli e le resistenze elettriche. Posiziona un ventilatore per soffiare via i fumi dalla pentola e allestisci un’area ventilata per tutto il processo.

Ecco il procedimento per produrre l’olio di cannabis:

1. Posiziona la canapa completamente asciutta in un contenitore di plastica.
2. Inumidisci l’erba con il solvente che hai deciso di utilizzare. Possono essere utilizzati molti solventi (opzione solventi). È possibile utilizzare nafta pura, etere, butano, 99% alcool isopropilico o anche acqua. Due litri di solvente sono necessari per estrarre il THC da un chilo, per un’oncia sono sufficienti 500 ml.
3. Schiaccia il materiale vegetale con un bastoncino di legno pulito non trattato o con qualsiasi altro utensile simile. Anche se il materiale sarà umido, riuscirai ancora facilmente a schiacciarlo perché ancora abbastanza asciutto.
4. Continua a schiacciare il materiale con il bastoncino e nel frattempo aggiungi il solvente, fino a quando il materiale vegetale sarà completamente coperto e bagnato. Continua a mescolare il composto per circa tre minuti. Mentre esegui questa operazione, il THC (uno dei maggiori e più noti principi attivi della cannabis) viene rilasciato e dissolto nel solvente.
5. A questo punto separa l’olio-solvente dal materiale, versa il composto ottenuto in un altro contenitore. Con questa operazione avrai hai messo a nudo circa l’80% del tuo THC.
6. Seconda lavata: aggiungi nuovamente il solvente al materiale precedentemente separato e lavoralo per altri tre minuti per estrarre il THC rimanente.
7. Versa questa miscela di olio-solvente nel contenitore, contenente la prima miscela, precedentemente versata.
8. Scarta il materiale vegetale lavato due volte.
9. Filtra e versa il composto di olio-solvente in un contenitore pulito.
10. Operazione di evaporazione del solvente: per questa operazione sarebbe meglio utilizzare un cuoci riso o rice cooker. Così facendo sarà possibile bollire il solvente senza utilizzare fornelli, resistenze elettriche e fiamme libere, poiché i fumi sono estremamente infiammabili.
11. Aggiungi l’olio-solvente nella pentola fino a quando è piena per circa ¾ e accendila  Assicurati di essere in una zona ben ventilata e accendi un ventilatore per portare via i vapori del solvente. Come il solvente inizia ad evaporare, aggiungi altra miscela fino a quando l’avrai terminata.
12. Come il livello della miscela inizia a scendere per l’ultima volta nel cuoci riso, aggiungi poche gocce d’acqua (circa 10 gocce di acqua per un chilo di materiale secco). Questo ti aiuterà a liberare il solvente residuo e proteggere l’olio dal troppo calore.
13. Quando è rimasto circa un pollice (circa 2,50 cm.) di miscela solvente-acqua nella pentola, indossa un guanto da forno e agita il contenuto fino a quando il solvente avrà finito di evaporare.
14. Quando il solvente ha evaporato completamente, accendi nuovamente il fornello a fuoco BASSO. L’olio non deve mai raggiungere una temperatura superiore ai 290˚F (140˚ C).
15. Mantenendo il tuo guanto da forno, togli la pentola contenente l’olio dal fornello. Versa delicatamente l’olio in un contenitore di acciaio inox.
16. Metti il contenitore di acciaio inox in un essiccatore, o metterlo su un dispositivo di riscaldamento delicato come un coffee warmer. Questa operazione potrebbe richiedere un paio d’ore, ma l’acqua evaporerà dall’olio. Quando non c’è più alcuna attività superficiale, l’olio è pronto per l’uso.
17. Aspira l’olio con una siringa di plastica, o in qualsiasi altro contenitore appropriato. Con una siringa avrai facilità ad estrarre l’olio. Quando l’olio si raffredda completamente avrà la consistenza del grasso denso.
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