Tra
gli errori ormai accertati, nella gestione dell’emergenza Covid, c’è il
fatto di non aver svolto le autopsie: questo è stato sicuramente la
causa di migliaia di morti, cosa che ha “sporcato le mani” di molti
medici, che – in maniera del tutto involontaria – in quel momento,
purtroppo, stavano uccidendo le persone che pensavano di curare. E
ancora continuiamo a essere causa della morte di molte persone, quasi
uno sterminio, con la prassi della “vigile attesa” e la somministrazione
della sola Tachipirina, in questo caso inutile e addirittura
controproducente. Non capisco la permanenza di Speranza come ministro
della sanità: nella “più grande tragedia per emergenza sanitaria che
l’uomo abbia mai affrontato negli ultimi 200 anni” (così ce la
presentano) continuiamo ad avere un ministro che ha fatto diversi errori
– le autospie negate, le terapie sbagliate – ma soprattutto un ministro
che non capisce nulla, di medicina. Mai come in questo momento, forse,
sarebbe stato corretto avere, in quel ruolo, un medico che avesse anche
una certa apertura mentale.
Io
ho studiato tanti anni, in America, proprio occupandomi dei virus Rna.
Come tutti i virus influenzali, gli Rna hanno un’incredibile capacità di
sviluppare mutazioni con una velocità enorme. Puoi difenderti impedendo
che il virus entri nella stanza dove vivi. Ma una volta entrato, si
infettano tutti: non c’è possibilità di evitarlo, e la medicina dice che
non c’è alternativa all’immunità di gregge. Da ministro della
salute,
al posto di Speranza io avrei assolutamente isolato i soggetti deboli
(malati oncologici, anziani in età molto avanzata), proteggendoli con
vere mascherine, non quelle che fanno indossare a noi. E avrei fatto
proliferare il virus, permettendogli di circolare tra tutti gli altri
soggetti. Dovete infatti sapere che l’unica immunità vera è quella
naturale. La proteina che ci stanno inoculando con le vaccinazioni è
solo una piccola parte del virus: tant’è vero che, chi si è vaccinato
all’inizio, tra poco si potrà re-infettare (perché il virus, nel
frattempo, è mutato). Chi invece si è infettato con il virus ha permesso
al suo sistema immunitario di conoscere tutti gli aspetti di questo
virus.
Faccio
un esempio: la variante giapponese ha l’80% della sua struttura che è
completamente diversa da quella del virus che abbiamo avuto noi. Ma chi
si è infettato, in Italia, è immune anche da quella variante, perché
comunque il 20% della struttura virale è comune. Chi invece ha fatto il
vaccino non ha quel 20%, e quindi – sostanzialmente – è come se il
vaccino non l’avesse mai fatto. Sono quindi a favore dell’immunizzazione
naturale, anche perché – non dimentichiamolo mai – il Covid è
curabilissimo. La malattia va rispettata, come tutte le patologie, ma si
cura: ormai abbiamo una terapia perfetta. Come associazione
(”L’Eretico”) noi oggi stiamo curando 600 persone, in casa, senza
ospedalizzare nessuno. Ma non abbiamo fatto niente di eccezionale: basta
utilizzare i farmaci giusti. Quindi, il Covid si cura. Però,
mettiamocelo in testa: noi dobbiamo comunque immunizzarci. Se stiamo
chiusi in casa per mesi, non risolviamo niente: il virus rimane lì, mica
scompare. Anzi, nel frattempo muta: e quindi troveremo un virus
ulteriormente diverso.
Allora:
o ci infettiamo tutti, e quindi ci immunizziamo, oppure saremo dei
vaccinati cronici. Dovremo fare richiami continui su tutte le mutazioni:
arriveremo a 4-5 vaccini l’anno. Chi mai potrebbe desiderare una
situazone simile, a parte ovviamente le aziende farmaceutiche?
Ripeto,
l’immunizzazione naturale possiamo affrontarla con tranquilità, perché
ormai per il Covid abbiamo profilassi e terapie: idrossiclorochina,
antibiotici, antinfiammatori ed eparina, e in alcuni casi anche il
cortisone. Questi farmaci sono alla base della guarigione dal Covid: e
vi assicuro che, se li si
usa,
non muore nessuno. L’essenziale è che la terapia venga iniziata subito.
Il problema più grande, semmai, è il vero e proprio decadimento fisico,
che ormai si è diffuso: siamo tutti invecchiati, parzialmente
ingrassati e demuscolarizzati. Questo significa che nei prossimi anni
avremo tantissime patologie del metabolismo, oltre alle patologie
psichiatriche che già ci stanno inondando.
I
dati ufficiali, come quelli del Bambin Gesù e di tante altre strutture,
ci parlano di patologie depressive e sindromi depressivo-maniacali,
ormai all’ordine del giorno. Abbiamo una impennata delle vendite di
psicofarmaci e calmanti, come lo Xanax. E’ una cosa che pagheremo a caro
prezzo. Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei Medici, a “Radio
anch’io” ha appena detto una cosa verissima: ha ammesso che, oggi, tra
le diagnosi di cancro, 6 su 10 rivelano tumori ormai in fase avanzata,
perché sono saltati completamente gli screening di prevenzione. E questo
è devastante: anche per il servizio sanitario nazionale, oltre che
ovviamente per i malati oncologici. Non facciamo più prevenzione, e da
un anno e mezzo non investiamo più nella ricerca sul cancro. Una
diagnosi qualsiasi – di melanoma, o di cancro al colon o al pancreas –
se fatta con 20 giorni di ritardo può equivalere a una condanna a morte.
E questo i medici lo sanno, lo ha ammesso lo stesso presidente
nazionale: per colpa del Covid, i meccanismi di
sicurezza sanitaria sono saltati.
Il
coordinatore nazionale degli screening sul tumore al colon, che è uno
dei nostri maggiori killer, ha detto che 54 persone su 100, oggi, non
fanno più i controlli al colon. E’ un dato devastante: un
disastro
che pagheremo a carissimo prezzo. Bisognerebbe quantomeno smettere di
aggravare la situazione: quasi sempre, nel caso del Covid, il rimedio è
stato peggiore del male. Curando e guarendo centinaia di pazienti Covid,
ci siamo anche accorti che a volte la patologia ha dei colpi di coda.
In 8 casi su 10, intanto, il virus è completamente asintomatico. Quando
invece è sintomatico, può accadere che dia la sensazione che si sia
superata la fase patologica: alcuni sintomi (perdita dell’olfatto e del
gusto, tosse, leggero calo dell’ossigenazione) possono persistere. Una
volta entrato nel corpo – come dimostrato dalle autopsie – il virus può
creare fenomeni trombotici. Le polmoniti però non sono legate
direttamente al virus, ma al fatto che il soggetto infettato “presta il
fianco” a dei batteri. Quindi non si può dire che la polmonite sia per
forza di origine virale.
L’elemento
veramente decisivo è invece la tempestività. L’unica cosa da evitare è
proprio la “vigile attesa” che le autorità ancora raccomandano ai medici
di famiglia, che nel frattempo in questa
storia
sono praticamente scomparsi (non visitano più, non fanno più diagnosi a
distanza). Infatti, i pochi che continuano a fare il loro mestiere – in
scienza e coscienza – fanno notizia, occupano le cronache. Dunque, in
caso di Covid: tempestività. Altra cosa: evitare la Tachipirina, che
prima non era mai stata somministata, in caso di infezioni virali,
proprio perché diminuisce il glutatione, che è uno dei più forti
antiossidanti che noi abbiamo. I miei pazienti Covid, io li guarisco con
l’ibuprofene due volte al giorno, l’azitromicina due volte al giorno e
l’eparina alla sera, insistendo con gli antinfiammatori per alcuni
giorni, proprio per evitare il possibile protrarsi di certi sintomi
fastidiosi.
Questa è la terapia. La “vigile attesa”, proprio no: nella
storia
della medicina, non s’era mai visto che a un paziente venisse detto
“aspettiamo che stai proprio male, e poi iniziamo a curati”. La “vigile
attesa” è da fuori di testa: perché sappiamo che questo virus, quando si
manifesta a livello sintomatico, il più delle volte ha già infettato il
corpo da qualche giorno. Tra i nostri pazienti c’è stato anche chi è
stato molto male, certo. Ma ripeto: tutti i soggetti curati con il
nostro protocollo hanno sempre avuto un restituzione integrale di se
stessi. Sono tornati in forze, esattamente com’erano prima. Il nostro
protocollo è liberamente accessibile, sul sito de “L’Eretico”: chiunque
può valutarlo, consulandosi con il proprio medico.
Quanto
ai vaccini, ribadisco la mia contrarietà. Ne abbiamo due – Pzifer e
Moderna – che agiscono sull’mRna. Cioè: inseriamo nell’organismo
l’Rna-messaggero, che penetra nel citoplasma della cellula e viene poi
replicato (quindi non inseriamo il virus, ma ce lo “produciamo”
dall’interno). Gli altri vaccini invece sono a Dna, e quindi vanno
direttamente nel nucleo cellulare (AstraZeneca, Sputnik e Johnson &
Johnson). I vettori vaccinali sono leggermente diversi, ma tutti e 5
adottano lo stesso meccanismo: penetrano all’interno della cosa più
intima che abbiamo, la cellula, e lì “lavorano”. E’ la prima volta,
nella
storia
dell’uomo, che succede una cosa del genere. Finora, la terapia genica
l’avevamo usata solo in alcune forme terminali di cancro, e con il pieno
consenso del paziente. In questo caso, invece, agiamo sul nostro
genoma. Andrà bene o andrà male? Questo, io non lo so. Ma so per certo
che l’ingresso di questo vaccino nel nostro corpo ci cambia: non ci
lascia così come eravamo prima.
(Pasquale
Mario Bacco, dichiarazioni rilasciate a Marco Ludovico del Movimento
Roosevelt nella video-chat “Strage di Stato”, trasmessa il 22 aprile
2021 da MRTV, su YouTube. Medico e docente universitario, il professor
Bacco è co-autore, con il magistrato Angelo Giorgianni, del
libro-inchiesta “Strage di Stato. Le verità nascoste della Covid-19″,
edito Lemma Press, con prefazione del giudice antimafia Nicola
Gratteri).
Tra gli errori ormai accertati, nella gestione dell’emergenza Covid,
c’è il fatto di non aver svolto le autopsie: questo è stato sicuramente
la causa di migliaia di morti, cosa che ha “sporcato le mani” di molti
medici, che – in maniera del tutto involontaria – in quel momento,
purtroppo, stavano uccidendo le persone che pensavano di curare. E
ancora continuiamo a essere causa della morte di molte persone, quasi
uno sterminio, con la prassi della “vigile attesa” e la somministrazione
della sola Tachipirina, in questo caso inutile e addirittura
controproducente. Non capisco la permanenza di Speranza come ministro
della sanità: nella “più grande tragedia per emergenza sanitaria che
l’uomo abbia mai affrontato negli ultimi 200 anni” (così ce la
presentano) continuiamo ad avere un ministro che ha fatto diversi errori
– le autopsie negate, le terapie sbagliate – ma soprattutto un ministro
che non capisce nulla, di medicina. Mai come in questo momento, forse,
sarebbe stato corretto avere, in quel ruolo, un medico che avesse anche
una certa apertura mentale.
Io ho studiato tanti anni, in America, proprio occupandomi dei virus
Rna. Come tutti i virus influenzali, gli Rna hanno un’incredibile
capacità di sviluppare mutazioni con una velocità enorme. Puoi
difenderti impedendo che il virus entri nella stanza dove vivi. Ma una
volta entrato,
si infettano tutti: non c’è possibilità di evitarlo, e la medicina dice
che non c’è alternativa all’immunità di gregge. Da ministro della salute,
al posto di Speranza io avrei assolutamente isolato i soggetti deboli
(malati oncologici, anziani in età molto avanzata), proteggendoli con
vere mascherine, non quelle che fanno indossare a noi. E avrei fatto
proliferare il virus, permettendogli di circolare tra tutti gli altri
soggetti. Dovete infatti sapere che l’unica immunità vera è quella
naturale. La proteina che ci stanno inoculando con le vaccinazioni è
solo una piccola parte del virus: tant’è vero che, chi si è vaccinato
all’inizio, tra poco si potrà re-infettare (perché il virus, nel
frattempo, è mutato). Chi invece si è infettato con il virus ha permesso
al suo sistema immunitario di conoscere tutti gli aspetti di questo
virus.
Faccio un esempio: la variante giapponese ha l’80% della sua
struttura che è completamente diversa da quella del virus che abbiamo
avuto noi. Ma chi si è infettato, in Italia, è immune anche da quella
variante, perché comunque il 20% della struttura virale è comune. Chi
invece ha fatto il vaccino non ha quel 20%, e quindi – sostanzialmente –
è come se il vaccino non l’avesse mai fatto. Sono quindi a favore
dell’immunizzazione naturale, anche perché – non dimentichiamolo mai –
il Covid è curabilissimo. La malattia va rispettata, come tutte le
patologie, ma si cura: ormai abbiamo una terapia perfetta. Come
associazione (”L’Eretico”) noi oggi stiamo curando 600 persone, in casa,
senza ospedalizzare nessuno. Ma non abbiamo fatto niente di
eccezionale: basta utilizzare i farmaci giusti. Quindi, il Covid si
cura. Però, mettiamocelo
in testa: noi dobbiamo comunque immunizzarci. Se stiamo chiusi in casa
per mesi, non risolviamo niente: il virus rimane lì, mica scompare.
Anzi, nel frattempo muta: e quindi troveremo un virus ulteriormente
diverso.
Allora: o ci infettiamo tutti, e quindi ci immunizziamo, oppure
saremo dei vaccinati cronici. Dovremo fare richiami continui su tutte le
mutazioni: arriveremo a 4-5 vaccini l’anno. Chi mai potrebbe desiderare
una situazione simile, a parte ovviamente le aziende farmaceutiche?
Ripeto, l’immunizzazione naturale possiamo affrontarla con tranquillità,
perché ormai per il Covid abbiamo profilassi e terapie:
idrossiclorochina, antibiotici, antinfiammatori ed eparina, e in alcuni
casi anche il cortisone. Questi farmaci sono alla base della guarigione
dal Covid: e vi assicuro che, se li si usa,
non muore nessuno. L’essenziale è che la terapia venga iniziata subito.
Il problema più grande, semmai, è il vero e proprio decadimento fisico,
che ormai si è diffuso: siamo tutti invecchiati, parzialmente
ingrassati e demuscolarizzati. Questo significa che nei prossimi anni
avremo tantissime patologie del metabolismo, oltre alle patologie
psichiatriche che già ci stanno inondando.
I dati ufficiali, come quelli del Bambin Gesù e di tante altre
strutture, ci parlano di patologie depressive e sindromi
depressivo-maniacali, ormai all’ordine del giorno. Abbiamo una impennata
delle vendite di psicofarmaci e calmanti, come lo Xanax. E’ una cosa
che pagheremo a caro prezzo. Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei
Medici, a “Radio anch’io” ha appena detto una cosa verissima: ha ammesso
che, oggi, tra le diagnosi di cancro, 6 su 10 rivelano tumori ormai in
fase avanzata, perché sono saltati completamente gli screening di
prevenzione. E questo è devastante: anche per il servizio sanitario
nazionale, oltre che ovviamente per i malati oncologici. Non facciamo
più prevenzione, e da un anno e mezzo non investiamo più nella ricerca
sul cancro. Una diagnosi qualsiasi – di melanoma, o di cancro
al colon o al pancreas – se fatta con 20 giorni di ritardo può
equivalere a una condanna a morte. E questo i medici lo sanno, lo ha
ammesso lo stesso presidente nazionale: per colpa del Covid, i
meccanismi di sicurezza sanitaria sono saltati.
Il coordinatore nazionale degli screening sul tumore al colon, che è
uno dei nostri maggiori killer, ha detto che 54 persone su 100, oggi,
non fanno più i controlli al colon. E’ un dato devastante: un disastro
che pagheremo a carissimo prezzo. Bisognerebbe quantomeno smettere di
aggravare la situazione: quasi sempre, nel caso del Covid, il rimedio è
stato peggiore del male. Curando e guarendo centinaia di pazienti Covid,
ci siamo anche accorti che a volte la patologia ha dei colpi di coda.
In 8 casi su 10, intanto, il virus è completamente asintomatico. Quando
invece è sintomatico, può accadere che dia la sensazione che si sia
superata la fase patologica: alcuni sintomi (perdita dell’olfatto e del
gusto, tosse, leggero calo dell’ossigenazione) possono persistere. Una
volta entrato nel corpo – come dimostrato dalle autopsie – il virus può
creare fenomeni trombotici. Le polmoniti però non sono legate
direttamente al virus, ma al fatto che il soggetto infettato “presta il
fianco” a dei batteri. Quindi non si può dire che la polmonite sia per
forza di origine virale.
L’elemento veramente decisivo è invece la tempestività. L’unica cosa
da evitare è proprio la “vigile attesa” che le autorità ancora
raccomandano ai medici di famiglia, che nel frattempo in questa storia
sono praticamente scomparsi (non visitano più, non fanno più diagnosi a
distanza). Infatti, i pochi che continuano a fare il loro mestiere – in
scienza e coscienza – fanno notizia, occupano le cronache. Dunque, in
caso di Covid: tempestività. Altra cosa: evitare la Tachipirina, che
prima non era mai stata somministrata, in caso di infezioni virali,
proprio perché diminuisce il glutatione, che è uno dei più forti
antiossidanti che noi abbiamo. I miei pazienti Covid, io li guarisco con
l’ibuprofene
due volte al giorno, l’azitromicina due volte al giorno e l’eparina
alla sera, insistendo con gli antinfiammatori per alcuni giorni, proprio
per evitare il possibile protrarsi di certi sintomi fastidiosi.
Questa è la terapia. La “vigile attesa”, proprio no: nella storia
della medicina, non s’era mai visto che a un paziente venisse detto
“aspettiamo che stai proprio male, e poi iniziamo a curati”. La “vigile
attesa” è da fuori di testa: perché sappiamo che questo virus, quando si
manifesta a livello sintomatico, il più delle volte ha già infettato il
corpo da qualche giorno. Tra i nostri pazienti c’è stato anche chi è
stato molto male, certo. Ma ripeto: tutti i soggetti curati con il
nostro protocollo hanno sempre avuto un restituzione integrale di se
stessi. Sono tornati in forze, esattamente com’erano prima. Il nostro protocollo è liberamente accessibile, sul sito de “L’Eretico”: chiunque può valutarlo, consultandosi con il proprio medico.
Quanto ai vaccini, ribadisco la mia contrarietà. Ne abbiamo due –
Pzifer e Moderna – che agiscono sull’mRna. Cioè: inseriamo
nell’organismo l’Rna-messaggero, che penetra nel citoplasma della
cellula e viene poi replicato (quindi non inseriamo il virus, ma ce lo
“produciamo” dall’interno). Gli altri vaccini invece sono a Dna, e
quindi vanno direttamente nel nucleo cellulare (AstraZeneca, Sputnik e
Johnson & Johnson). I vettori vaccinali sono leggermente diversi, ma
tutti e 5 adottano lo stesso meccanismo: penetrano all’interno della
cosa più intima che abbiamo, la cellula, e lì “lavorano”. E’ la prima
volta, nella storia
dell’uomo, che succede una cosa del genere. Finora, la terapia genica
l’avevamo usata solo in alcune forme terminali di cancro, e con il pieno
consenso del paziente. In questo caso, invece, agiamo sul nostro
genoma. Andrà bene o andrà male? Questo, io non lo so. Ma so per certo
che l’ingresso di questo vaccino nel nostro corpo ci cambia: non ci
lascia così come eravamo prima.
(Pasquale Mario Bacco, dichiarazioni rilasciate a Marco Ludovico del
Movimento Roosevelt nella video-chat “Strage di Stato”, trasmessa il 22
aprile 2021 da MRTV, su YouTube. Medico e docente universitario, il professor Bacco è co-autore, con il magistrato Angelo Giorgianni, del libro-inchiesta “Strage di Stato. Le verità nascoste della Covid-19“, edito Lemma Press, con prefazione del giudice antimafia Nicola Gratteri).
fonte: LIBRE IDEE