Marce di protesta sono previste anche in altre città del Paese, tra cui una a Mumbai con personalità del mondo del teatro e cinema, ed altre a Bangalore e Calcutta organizzate da associazioni giovanili. A Nuova Delhi la polizia ha chiuso 10 stazioni della metropolitana e l'area attorno al monumento India Gate, dove nei giorni scorsi ci sono state proteste di massa contro lo stupro.
"Voglio vivere": queste le parole rivolte alla madre e al fratello dalla studentessa. Parole rivolte ai suoi cari tre giorni dopo la violenza, raccontano oggi i media indiani, sottolineando come la donna abbia sempre comunicato con parenti, medici e inquirenti durante le sue due settimane di lotta tra la vita e la morte. Un atteggiamento che ha fatto dire ai medici, nell'annunciarne il decesso, come sia stata "coraggiosa", lottando "a lungo per continuare a vivere".
Sono proprio coraggio e ottimismo a emergere nei resoconti della stampa, in cui si ricorda che la donna rilasciò il 21 dicembre scorso una "coraggiosa dichiarazione" agli inquirenti, offrendo dettagli sulla violenza e sulla successione degli eventi nella notte dello stupro, confermati poi dal ragazzo che si trovava con lei sull'autobus quando venne aggredita, e che gli psicologi che l'avevano incontrata tre volte l'avevano definita "ottimista sul futuro".
Int8
fonte: http://www.tmnews.it
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