CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

venerdì 28 febbraio 2014

priapismo

donna nuda
Non sempre tutto ciò che suona sessualmente eccitante è bello e soddisfacente per chi lo prova. In Inghilterra una donna è finita all’ospedale dopo 5 giorni di erezione della clitoride. Un caso di priapismo al femminile che non ha portato piacere alla malcapitata protagonista, ma un dolore difficile da controllare.
Al centro di questa erezione clitoridea della durata di cinque giorni, forte e dolorosa al punto lasciarla senza forze, una donna londinese di 29 anni, che si è trovata a combattere contro il raro priapismo femminile. I medici che l’hanno avuta in cura hanno correlato l’accaduto con l’assunzione, o meglio l’abuso, da parte della stessa di antidepressivi. Il gonfiore della clitoride si è manifestato così impossibile da gestire da costringere la donna a ricorrere al ricovero ospedaliero. A prescindere da quello che potete pensare al momento la ragazza faceva uso di questi medicinali proprio per dare nuovo vigore al suo desiderio ed alla sua libido ed aveva di recente aumentato le dosi in base a ciò che indicava la sperimentazione clinica della quale faceva parte.
Il caso per la sua straordinarietà è stato pubblicato sulla rivista di settore “The Journal of sexual medicine“. Casi di priapismo maschile, per quanto non diffusissimi, non rappresentano una eccezione:  un pene in erezione costante è un problema, ma non un evento.  Nel caso di questa donna inglese, la clitoride era arrivata ad essere di 2 centimetri di lunghezza per 7 millimetri di diametro. E’ stato gioco forza per i medici somministrarle dei decongestionanti e poi dimetterla dopo una notte di osservazione.
Una disavventura di quelle che la donna probabilmente ricorderà a lungo. Nel voler essere utile per il progresso della ricerca della libido, si è trovata a sperimentare quel che succede quando la stimolazione chimica… è esagerata. Siamo quasi sicuri che non vorrà nemmeno più sentire parlare di viagra dopo quello che le è successo. Photo Credit | Thinkstock
fonte: www.cooletto.com

finanziatori dell'ambiente


LA FAMIGLIA ROCKEFELLER, AZIONISTA DI EXXON, FINANZIA GREENPEACE

L'organizzazione ambientalista più famosa del mondo riceve donazioni da grandi magnati del petrolio, automotive e mass media. Il caso più eclatante è quello dei Rockefeller, azionisti e fondatori di compagnie petrolifere come Exxon Mobil. La loro fondazione ha sostenuto Greenpeace con oltre un milione di dollari.


Manuel LLamas.- Greenpeace, l'organizzazione ambientalista più famosa e forse, più potente del mondo, si finanzia attraverso contributi volontari versati annualmente dai suoi donatori. Secondo quanto recita il suo statuto, al fine di "mantenere la loro totale indipendenza, Greenpeace non accetta fondi da aziende, governi o partiti politici. Noi prendiamo questo molto seriamente, e controlliamo e rimborsiamo assegni quando provengono da un account aziendali. Noi dipendiamo dalle donazioni dei nostri sostenitori per svolgere le nostre campagne non violente per proteggere l'ambiente". 

Tuttavia, tale slogan non include le donazioni generose che abitualmente ricevono da grandi fondazioni e organizzazioni non profit che, curiosamente, appartengono a grandi famiglie e magnati legati al petrolio, banche, media e anche automobili. 

Come è possibile? La ONG ambientale per eccellenza finanziata con il denaro generato da alcuni dei settori produttivi più inquinanti del pianeta? Un tuffo profondo nei conti oscuri di questa organizzazione rivela grandi segreti e, soprattutto, molte sorprese. 

Greenpeace ha molte filialii situate in tutto il mondo, ma in tutto il mondo uno dei più potenti ed influenti a livello mondiale è, senza dubbio, il quartier generale situato negli Stati Uniti. Il franchising di Greenpeace ha 4 volti:Greenpeace Foundation Inc. Greenpeace Fund, Inc. e Greenpeace Greenpeace Vision Inc.


Il progetto Activist Cash, creato dal Center for Consumer Freedom, un'importante associazione di consumatori statunitense, rivela alcune delle fonti di finanziamento più controverse di questo gruppo ambientalista. 

Il progetto nasce con l'idea di fornire informazioni sul profilo e le risorse economiche dei gruppi anti-consumo. E come non potrebbe essere diversamente, tale entità dedica una sezione esclusiva a Greenpeace .Secondo Activist Cash, Greenpeace ha ricevuto significtive donazioni dalle seguenti fondazioni, come evidenziato dal grafico seguente:


Ma cosa sono questi gruppi? Sono le fondazioni appartenenti ad alcune delle famiglie più ricche del mondo, le cui fortune provengono dal business petrolifero, automobilistico e grandi gruppi mediatici statunitensi. Il blog Desdeelexilio ha analizzato questi dati per dimostrare la quantità e la veridicità di tali azioni e il risultato è il seguente. 

Il flusso di denaro tra il franchising di Greenpeace con sede negli USA è costante. La legge statunitense impone una dichiarazione annuale delle imposte a tali organismi, nella quale figurano le entrate e le spese. 

Le informazioni annuali del pagamento dell'imposta si trovano nella cosiddetta IRS Form 990 (Return of Organization Exempt From Income Tax). In questi documenti ufficiali appaiono dettagliatamente, ad esempio alcune di queste donazioni nel corso degli ultimi anni.  

Rockefeller Brother´s Fundation: 1,15 milioni dollari 

Dal 2000 al 2008 la Fondazione della famiglia Rockefeller ha finanziato Greenpeace con 1,15 milioni. La fortuna dei Rockefeller pro viene dal business del petrolio. 


Ma cosa sono questi gruppi? Sono le fondazioni appartenenti ad alcune delle famiglie più ricche del mondo, le cui fortune provengono dal business petrolifero, automobilistico e grandi gruppi mediatici statunitensi. Il blog Desdeelexilio ha analizzato questi dati per dimostrare la quantità e la veridicità di tali azioni e il risultato è il seguente. 

Il flusso di denaro tra il franchising di Greenpeace con sede negli USA è costante. La legge statunitense impone una dichiarazione annuale delle imposte a tali organismi, nella quale figurano le entrate e le spese. 

Le informazioni annuali del pagamento dell'imposta si trovano nella cosiddetta IRS Form 990 (Return of Organization Exempt From Income Tax). In questi documenti ufficiali appaiono dettagliatamente, ad esempio alcune di queste donazioni nel corso degli ultimi anni.  

Rockefeller Brother´s Fundation: 1,15 milioni dollari 

Dal 2000 al 2008 la Fondazione della famiglia Rockefeller ha finanziato Greenpeace con 1,15 milioni. La fortuna dei Rockefeller pro viene dal business del petrolio. 

John D. Rockefeller fondò la compagnia petrolifera Standard Oil, che venne a monopolizzare il business del petrolio agli inizi del XX secolo. Tuttavia, il governo degli Stati Uniti accusò la compagnia di monopolio e decretò la sua divisione in 34 società, ma i Rockefeller mantenennero la loro presenza in esse. 

La più famosa è ora, Exxon Mobil Corporation, una delle più grandi compagnie petrolifere del mondo. I discendenti di John D. Rockefeller sono azionisti di Exxon Mobil. Anche se di minoranza hanno ancora notevole influenza e peso nella società. I Rockefeller hanno anche una presenza in grandi banche come JP Morgan Chase & Co (Chase Manhattan Bank) o City Bank, che a sua volta detiene azioni in grandi compagnie petrolifere internazionali. 

Marisla Foundation: 460.000 dollari


Questa fondazione è anche conosciuta sotto il nome di Homeland Foundation. E 'stata fondata nel 1986 dalla potente famiglia Getty. J. Paul Getty fondo la petrolifera Getty Oil, ora nelle mani della russa Lukoil.  

Turner Foundation: 450.000 dollari 

Turner Foundation è stata creata da Robert Edward Turner nel 1990. Ted Turner è uno dei grandi magnati della comunicazione negli Stati Uniti, noto proprietario di canali televisivi come CNN, TNT e AOL Time Warner, tra gli altri. Il suo contributo alla Greenpeace, è di 450.000 dollari in soli tre anni. 



Charles Stewart Mott Foundation: 199.000 dollari 

Charles Stewart Mott era il padre del terzo gruppo industriale di produzione automobilistica a livello mondiale: la General Motors. Prima di presentare istanza di fallimento, nel giugno 2009 - questo gruppo fabbricava i suoi veicoli con marchi come paradigmatici e a basso inquinamento come Buick, Cadillac, Chevrolet, GMC, GM Daewoo, Holden, Opel, Vauxhall o il famoso Hummer. 

In breve, non è sorprendente che una delle organizzazioni ambientaliste più attive contro le emissioni di CO2 in atmosfera, accetti succulenti somme di denaro da alcuni dei principali attori del petrolio e del settore automotive in tutto il mondo. Soprattutto se si tiene conto del fatto che Greenpeace sbandiera grandi campagne accusando gli scettici del cambiamento climatico per ricevere denaro dal settore petrolifero e grandi imprese industriali.





fonte: terrarealtime.blogspot.it

giovedì 27 febbraio 2014

Grillo e l'euro

Beppe-Grillo
Non voglio essere disfattista e prima di condannare il leader del Movimento Cinquestelle per non aver preso una posizione nettamente a favore dell’uscita dall’euro voglio valutare tutte le possibili motivazioni anche le più nobili e perchè no anche le più improbabili per fare in modo che la mia analisi non parta da preconcetti o da sterili prese di posizione.
Nell’articolo che seguirà viene analizzato un punto di vista differente ma pur sempre possibile. Un punto di vista però che verrebbe smentito se davvero Grillo portasse avanti il referendum sull’euro perchè a quel punto sarebbe chiara la sua intenzione di legittimare la più grande truffa di tutti i tempi con una votazione popolare che a causa della disinformazione e del terrorismo mediatico propenderebbe senza dubbio per il SI EURO. Se l’annuncio del referendum, invece, fosse solo un modo per prendere tempo allora la tesi presa in considerazione nell’articolo che segue potrebbe avere un fondo di verità e a quel punto Grillo dovrebbe cominciare a coprirsi le spalle con alleanze strategiche sul territorio con movimenti e gruppi anti-europeisti.
Staremo a vedere. Buona lettura:

E se Grillo volesse davvero uscire dall’Euro?

NO, tranquilli che non vuole, direbbero molti. E’ ambiguo, indeciso, sfuggente. Io penso che dovrebbe, ma per quello che sembra, questi timori sono esatti.
Tuttavia, prima di rispondere definitivamente, vi chiedo di seguirmi in un ragionamento
Un anno fa, il 25 febbraio 2013, il M5S era dato in tutti i sondaggi al massimo sul 17-18% dei voti e, siccome i sondaggi pubblici erano (e sono) truccati, alle elezioni vere prese il 25%. Oggi i sondaggi lo danno al 25%: se tanto mi dà tanto, c’è da credere che stia ampiamente oltre il 30%, forse al 35%. Del resto se le proposte di riforma elettorale presentate da due coalizioni che solo un anno fa hanno preso il 29% ipotizzavano prima un premio di maggioranza al 35% e poi addirittura al 37% con – udite udite – il ballottaggio se nessuno raggiunge la soglia, io comincio a pensare male . Non è che la soglia serve non tanto a premiare loro, quanto a NON PREMIARE qualcun altro? Qualcuno che, magari, sarebbe ampiamente in vantaggio, ma  si potrebbe provare a battere lo stesso, costringendolo a un ballottaggio contro le due forze di “insider” unite contro il “nemico populista”? Fantapolitica? Forse.
Quello che qualcuno sussurra, negli ambienti finanziari, è che l’improvvisa sparizione dall’orizzonte degli eventi della riforma elettorale e questa strana crisi politica accompagnata addirittura da un calo dello spread siano tutte legate al timore di due eventi, che loro (gli ambienti finanziari) vedono concatenati, talmente grossi che nemmeno l’interessato osa parlarne: a) GRILLO AL POTERE e b) L’ITALIA FUORI DALL’EURO. Grillo sta facendo uno spettacolo dove attacca l’Europa: perché lo sta facendo nei teatri? Potrebbe riempire le piazze, o almeno i palasport, anche restando a pagamento, e invece va in teatro. Sembra avere fifa, come se non volesse farlo sapere troppo in giro. Ne parla, allude, sembra propendere per, ma poi si ritira dietro formule generiche. I sette punti del M5S per le elezioni europee sono il trionfo del cerchiobottismo, un mix di cose impossibili ed altre facili, talmente facili che ci sono già.
È tutta colpa di Casaleggio che solo pochi mesi fa diceva “se torniamo alla lira i risparmi varranno zero?“. Può darsi, ma credo ci sia dell’altro.
Non sarà che la fifa di Grillo viene da lontano, da quell’estate del 2011 in cui, dicono, la sola idea di tornare alla Lira che B ventilò in colloqui privati fece di lui il bersaglio dei ben noti attacchi concentrici e dell’Italia l’obiettivo della così detta “guerra dello spread” che portò prima alla lettera BCE che giunse a Roma e poi, preparato il terreno ben bene, alle dimissioni dell’ultimo premier eletto per passare al ben più affidabile Monti? E non fu lo stesso meccanismo adottato con la Grecia (cui addirittura fu cambiato il governo al solo annuncio di un referendum) e la Spagna e anche con l’Irlanda ?
Aggiungo una cosa: tutti i fautori dell’uscita dall’Euro concordano su un fatto: quando se ne uscirà, la notizia deve essere tenuta segreta il più possibile fino all’ultimo, per evitare una serie di nefaste conseguenze. Giusto. Peccato che ciò dovrebbe essere fatto da parte di un qualche governo e che questo governo dovrebbe essersi, nel frattempo, insediato con pieni poteri. Ebbene, visti i precedenti io non credo che l’UE lascerebbe insediare un capo del governo che avesse dichiarato pubblicamente la sua volontà di portare l’Italia fuori dall’Euro. Le armi ci sono, e sono micidiali: l’Italia non ha migliorato nessuno dei fondamentali che furono presi come “scusa” per l’attacco del 2011: abbiamo più debito, più disoccupazione, il PIL è calato di parecchio e in più, l’esposizione verso creditori stranieri è molto diminuita. Ci tengono per le palle: gli avvertimenti mafiosi di Olli Rehn e dello stesso Draghi “Renzi sa quello che deve fare” sono il sinistro avvertimento del capo mandamento al picciotto colto dal dubbio. Il Presidente del Consiglio che volesse tirare fuori l’Italia dall’Euro, dovrebbe farlo in incognito: dovrebbe vincere le elezioni parlando d’altro e poi… zac, tirare fuori ‘asso della manica.
Vi sembra possibile? Probabilmente no.
Ma Grillo potrebbe essere quanto di più simile abbiamo oggi a questo ritratto: non ha ancora detto nulla di impegnativo e potrebbe già avere il 35% dei consensi. Certo, io penso che se dichiarasse guerra aperta a Bruxelles vincerebbe a mani basse le elezioni, ma se facesse così, avremmo ancora delle elezioni in cui votarlo o verremmo trascinati di crisi in crisi come la Grecia fino a che, stremati, gli elettori italiani farebbero come quelli sardi nelle recenti elezioni regionali, dove il 50% degli elettori che vota per convenienza sarebbe l’unico ad andare alle urne ed eleggerebbe un altro governo di esponenti del Pud€?
E dall’altro lato, se Grillo acquisisse “in incognito” consensi sufficienti ad andare al governo, una volta lì, porterebbe l’Italia fuori dall’Euro?
Come dice acutamente il prof.Rinaldi , molti dei punti del programma del M5S non sono minimamente realizzabili restando nell’Euro, ma – guarda un po’ – tutti e sette sarebbero raggiunti automaticamente  tornando alla Lira.
Quindi? La strategia di Grillo potrebbe anche essere quella di chi, richiuso in un campo di nudisti al circolo polare artico, NON DICHIARA MAI APERTAMENTE DI VOLERSI VESTIRE DI TUTTO PUNTO, ma dice a persone diverse e in momenti diversi di volersi mettere solo le scarpe, oppure le calze e i pantaloni, oppure solo la sciarpa e il maglione, etc.. Sa benissimo che si dovrebbe circolare col cappotto e che, rimanendo lì, prima o poi moriranno tutti di freddo, ma sa anche che urlare a squarciagola “voglio un cappotto” non farebbe che attirare l’attenzione dei guardiani e quindi, in ultima analisi, far fallire la rivolta cui sta lavorando sottotraccia e alla quale, poco per volta, molti altri prigionieri stanno aderendo.
Sarà quello che pensa anche lui? E, se lo fosse, basterà per ingannare gli occhiuti custodi del campo?
fonte: francescoamodeo.net

sabato 22 febbraio 2014

Lucia Annibali


suicidi


Continuano a suicidarsi banchieri. Siamo vicini ad un apocalisse finanziaria?


DI MICHAEL SNYDER

theeconomiccollapseblog.com

Che dobbiamo fare con questi improvvisi suicidi dei banchieri?  Questo stretto sentiero pieno di banchieri morti ci porterà da qualche parte?  O sarà solo una coincidenza che tanti banchieri si siano ammazzati in così poco tempo?  Voglio essere onesto ed ammettere che non ci capisco niente.


Ma c'è qualcosa in comune, qualcosa che collega questi suicidi.  

Prima di tutto, la maggior parte di questi uomini godeva di buona salute ed era al culmine della carriera. 

Seconda cosa, la maggior parte di questi "suicidi" sembra emergere dal nulla e sono stati una totale sorpresa anche per le loro famiglie. 

Terza cosa, tre dei banchieri morti lavorava alla JP Morgan. 

Quarta cosa, parecchi di questi uomini negoziavano con il commercio estero o avevano a che fare con i derivati.  Così quando stamattina ho letto che  "un  foreign exchange trader" si era buttato giù dal tetto del quartier generale di JP Morgan a Hong Kong, mi si è alzato un sopracciglio. Questi banchieri morti stanno cominciando ad essere troppi e c’è qualcosa che sicuramente puzza in tutta questa faccenda.

Cosa potrebbe aver spinto un uomo nel fiore degli anni, che sta facendo davvero un pacco di soldi, a  saltare giù da un palazzo di 30 piani ?  Ecco come  the South China Morning Post  ha descritto il drammatico suicidio di Li Jie, 33 anni.

Ieri un banchiere che si occupava d'investimenti alla JP Morgan si è suicidato buttandosi dal tetto della sede della banca.

Alcuni testimoni hanno detto che l'uomo è salito sul tetto al 30° piano della Chater House, nel cuore del quartiere commerciale di Hong Kong e, malgrado i tentativi di parlare con lui, è saltato, dandosi la morte.

Se questo fosse stato solo un incidente isolato, nessuno avrebbe dato importanza alla notizia.

Ma questo è ormai il settimo caso di morte sospetta di un banchiere a cui abbiamo assistito solo nelle ultime settimane...

- Il 26 gennaio, un ex dirigente della Deutsche Bank Broeksmit è stato trovato morto nella sua casa di South Kensington, dopo che la polizia era arrivata per la segnalazione di un uomo impiccato in una casa. Secondo i reports, Broeksmit aveva “stretti-legami con il co-chief executive Anshu Jain.”

- Gabriel Magee, un Senior Manager di 39 anni degli Uffici Centrali della JP Morgan’s Europa, ha fatto un salto di 300 metri giù dal tetto della sede di Londra il 27 gennaio scorso, ed è caduto sul tetto di un palazzo di nove piani.

- Mike Dueker, Capo Economista della Russell Investments, è scivolato in un terrapieno di 30 metri in qualcosa che la polizia ha descritto come un suicidio. Il 29 gennaio era stato dichiarato scomparso dagli amici, che avevano detto che “aveva problemi sul lavoro.”

- Richard Talley, 57, fondatore dell' American Title Services a Centennial, in Colorado, è stato trovato morto all'inizio di questo mese dopo che apparentemente si era sparato con una pistola-sparachiodi.

- L' executive director della J P Morgan Ryan Henry Crane di 37 anni, è morto la settimana scorsa.

- Tim Dickenson, Direttore delle Comunicazioni della Swiss Re AG, di base in UK, è morto, anche lui il mese scorso per circostanze che ancora non sono state chiarite.

Allora ? Tutti questi uomini si sono ammazzati da soli ?

Beh, c'è motivo per credere che almeno qualcuna di queste morti potrebbe non essere un suicidio, dopo tutto.

Per esempio, prima di buttarsi giù dalla JP Morgan di Londra, Gabriel Magee si era organizzato per la serata...

Non c'era nessun segnale che Magee stesse per uccidersi, anzi la ragazza di Magee aveva ricevuto una email in cui le diceva che stava finendo di lavorare e che sarebbe tornato presto.

E anche il cinquantasettene Richard Talley, quello trovato "con otto chiodi di pistola sparati nel torace e nella testa" nel suo garage.

Ma chi altri al mondo ci sarebbe riuscito?

Come ho detto, c'è qualcosa che puzza in tutta questa storia.

Nel frattempo, la finanza continua a deteriorarsi in tutto il mondo. Basta prendere in considerazione alcune delle cose che sono successe nelle ultime 48 ore ...

-Secondo  the Bangkok Post, la gente "sta togliendo tutti i soldi dalle banche" in Tailandia e proprio adesso.

-Il Venezuela sta venendo giù a pezzi.  Basta guardare le foto di  questo articolo.

-La disoccupazione in Sud Africa è oltre il 24 per cento.

-L'Ucraina è sull'orlo di un collasso totale...

Le tre settimane di tregua tra il governo ucraino e i manifestanti filo-occidentali sono finite martedì scorso con uno scoppio di violenza in cui almeno tre ( NdT : 26)  persone sono state uccise, per cui le autorità hanno dovuto fare un altro giro di vite per ristabilire l'ordine. I manifestanti fuori dal parlamento ucraino hanno lanciato pezzi di mattoni e bottiglie molotov contro la polizia, che ha risposto con granate assordanti e proiettili di gomma.

-Questa settimana abbiamo appreso che il livello dei crediti inesigibili in Spagna è salito a un nuovo massimo storico del 13.6 percent.

-La Cina ha cominciato a vendere lentamente il debito U.S.A  ed ha già ridotto le sue partecipazioni nel U.S. Treasury al livello minimo  dell'ultimo anno.

-Nel 4° semestre 2013, il debito dei consumatori USA è aumentato al ritmo più veloce dal 2007.

-La fiducia nei costruttori U.S.A ha conosciuto il declino mensile più alto  mai registrato.

-George Soros ha raddoppiato  la sua scommessa che  S&P 500 sta per crollare.  Per il momento ci ha messo sopra  circa $1,300,000,000.

Per tanti altri segnali sui problemi finanziari che sta attraversando tutto il pianeta, vogliate leggere il precedente articolo intitolato "20 Segnali che la Crisi Economica Globale sta Per Prendere Fuoco".

Qualcuna di queste morti potrebbe avere qualcosa a che vedere con questa crisi finanziaria emergente ?

Questa è veramente una bella domanda.

Ancora una volta, sarò il primo ad ammettere che proprio non so perché così tanti i banchieri stanno morendo.

Ma una cosa è certa - i banchieri morti non parlano.

Tutti sanno l'enorme corruzione che esite nel nostro sistema bancario. Se la verità su tutta questa corruzione dovesse veramente uscire fuori e giustizia dovesse essere effettivamente fatta, ci sarebbe una marea di gente molto importante che dovrebbe andare in prigione.

Eppoi, ormai è solo un segreto di Pulcinella che Wall Street sia stata trasformata nel più enorme casino di tutta la storia del mondo negli ultimi decenni.  Le nostre grandi banche sono diventate  più spericolate che mai, e migliaia di miliardi di dollari pendono da una parte o dall'altra a secondo delle decisioni che vengono prese ogni giorno.

In questo contesto, è d'obbligo essere "fedeli" con chi ti fa lavorare e mantenere la bocca sempre chiusa sui segreti che conosci. Alla fin fine, non c'è davvero molta differenza tra come lavora la Mafia e come lavora Wall Street.

Chiunque attraversa la linea, può rischiare di pagare un prezzo molto, molto alto.

Fonte: http://theeconomiccollapseblog.com

Link: http://theeconomiccollapseblog.com/archives/does-the-trail-of-dead-bankers-lead-somewhere


fonte: terrarealtime.blogspot.it

giovedì 20 febbraio 2014

a terra di Rossa

a terra

vado al lavoro, CPS di Sesto San Giovanni, passo da Piazza Caneva.
prima di svoltare a destra e proseguire vedo una persona, una donna, a terra.
è sulla strada davanti ad alcune auto parcheggiate a spina di pesce.
è improbabile tirarla sotto ma è in una posizione più che visibile e comunque pericolosa.
soprattutto è a terra, accasciata, mezza nuda, sull'asfalto e ha gli occhi aperti spalancati.
penso: potrebbe anche essere morta.
nessuno si ferma.
io mi fermo.
accosto e corro.
è viva, si muove, biascica qualcosa.
puzza di alcool, ha bevuto, viene da una notte di terrore.
è certamente sudamericana, gli stivali in mano, gambe nude scoperte, ai piedi dei calzini neri di nylon.
una borsa vicino a lei, abbandonata.
trucco pesante ormai sfatto.
mi chino su di lei, piegandomi sulle gambe, le parlo, la tranquillizzo, la tocco, le chiedo come si chiama, le ingiungo di non muoversi. ma non mi risponde.
qualcuno si è fermato insieme a me, un motociclista, chiama il 118.
aspettiamo l'ambulanza.
piange, dice che vuole morire ma è molto confusa. della bava le cola dalla bocca. ripete parole che non capisco, in spagnolo credo, o forse in un italiano incomprensibile.
è calda, il cuore accelerato ma regolare, respira male.
le chiedo di respirare meglio, più profondamente ma non mi sente.
le chiedo di guardarmi, mi guarda e poi si agita, comincia a tremare violentemente.
corro in macchina, prendo la coperta che uso a yoga, le copro le gambe fredde e chiaramente cianotiche.
sono minuti lunghi, in cui trema e respira male. la tocco le mani il collo le gambe, ma sembra non vedermi.
la gente intorno si ferma, ma poco, qualcuno è curioso, più che altro.
dalla sua borsa prendo qualcosa che sporge, sono dei leggins leopardati, li piego e li infilo sotto la sua testa appoggiata sull'asfalto lurido e puzzolente. dalla borsa emerge una parrucca.
è la vita di questa gente perduta, prostituzione, travestitismo, alcool, droghe, consumo di corpi, violenza, abbandono. spazzatura.
mi chiedo: da quanto tempo è qui? da tutta la notte? non sarebbe possibile, qualcuno si sarebbe fermato.
glielo chiedo ma non mi risponde.
mi chiedo: quanta gente è passata senza fermarsi? qui il traffico è pazzesco, ora sono le 8.00, ma da almeno un'ora e mezza qui la gente passa, a piedi e in macchina.
è calda ma le gambe sono gelate, non è qui da 5 minuti.
il motociclista non si sposta, gli vedo solo le gambe e i guanti, non si abbassa, non chiede nulla, lascia fare a me. ci sono anche, da poco, le gambe di una donna, anche lei ferma immobile, in piedi. non li vedo in volto.
arriva l'ambulanza, mi dicono grazie, ora facciamo noi. spiego loro che sono un medico e, sommariamente, le condizioni della signora. ma non mi ascoltano, non mi danno retta, lavorano e basta. è un soggetto da prelevare, e consegnare. bisogna ripulire la strada.
mi riprendo la coperta e vedo che la montano sulla lettiga e in ambulanza, le dico che è tutto passato ora andrà in ospedale.
mi alzo, ho il cappotto fradicio e sporco, piegandomi si è inzuppato sull'orlo di questa pioggia di merda di questa città di merda di questo mondo di merda.

fonte: nuovateoria.blogspot.it

la sesta estinzione


Il pianeta Terra si sta dirigendo verso la sesta estinzione di massa


Il pianeta Terra si sta dirigendo verso la sesta estinzione di massa di molte specie animali

Nel corso della sua storia la Terra ha conosciuto cinque episodi di estinzione di massa: secondo alcuni ricercatori saremmo alla vigilia della sesta, e questa volta non sarà responsabilità di un’asteroide o dell’era glaciale, ma degli esseri umani. Attualmente il tasso di estinzione delle specie animali è andato sempre più accelerando, quindi il nostro pianeta si sta dirigendo verso un “punto di non ritorno”, la sesta estinzione di massa di molte specie animali. Le cause sono da addebitare alla deforestazione, dissesto geologico, cambiamento climatico e l’acidificazione degli oceani. Quest’ultimo potrebbe essere il fattore più preoccupante.

Gli scienziati sono in allerta, per la scomparsa ad un ritmo eccessivamente veloce di specie animali di tutto il mondo: gli esseri umani hanno modificato l’ecosistema (o Ecosfera) della Terra in modo fondamentale. Elizabeth Kolbert, una esperta sul cambiamento climatico, ha presentato tramite la rivista americana ‘The New Yorker’, il suo nuovo libro ‘La sesta estinzione‘ (‘The Sixth Extinction‘) dove avverte che la Terra ha sperimentato cinque estinzioni di massa nella sua storia, e adesso si appresta a vivere un’altra estinzione su larga scala. Anche il quotidiano The Independent riporta questa allerta globale, dove si denuncia l’estinzione di animali, il taglio di ampie aree delle giungle, portando alla scomparsa di specie animali selvatiche e liberando anche miliardi di tonnellate di anidride carbonica in atmosfera, per non parlare dell’alterazione della salinità degli oceani che stanno registrando una elevata acidificazione e altri cambiamenti climatici, che l’umanità ha spinto verso il “punto di non ritorno”. Un terzo del biossido di carbonio in aria termina quasi immediatamente negli oceani.

Quando questo gas viene disciolto in acqua sottoforma di un acido, avviene l’alterazione chimica dell’oceano, che attualmente risulta essere il più drastico cambiamento in 300 milioni di anni, aggiungendo che questo tipo di alterazione è associata con alcune delle peggiori crisi di estinzione nella storia del pianeta. L’estinzione che sta avvenendo è la peggiore dei cinque, nota come l’estinzione di massa del Permiano-Triassico che avvenne 250 milioni anni fa, in cui il 96% delle specie marine e il 70% delle specie terrestri si sono estinti. Questa estinzione sarebbe stata causata da un grande evento vulcanico durato per lungo tempo, liberando una grande quantità di gas nell’atmosfera. Questo è abbastanza inquietante, dice la ricercatrice Kolbert, considerando che attualmente una notevole quantità di CO è stata rilasciata nell’aria nel mese di febbraio e gli scienziati stanno tracciando un parallelo tra i due eventi.



fonte: terrarealtime.blogspot.it

lunedì 17 febbraio 2014

buco nero



Italia
da strapazzo
dove non c'è un cazzo
fraintesa
indifesa
incompresa
villipesa
corrotta
ridotta alla bancarotta
democratica di facciata
degradata
saccheggiata
squallida
fallita
ferita

domenica 16 febbraio 2014

bugiardo e pericoloso

«Matteo Renzi è un mentitore pericoloso», taglia corto Pino Cabras su “Megachip”. «Ha illuso milioni di elettori con la narrazione del Rottamatore, ma ha rottamato solo chi gli si opponeva, imbarcando ogni genere di boss e sotto-boss nella sua scalata». Una lunga sequenza di menzogne: aveva «dichiarato solennemente di non voler andare a Palazzo Chigi senza legittimazione popolare», mentre ora – abbattendo Letta – disegna il nuovo scenario «con un Parlamento eletto con una legge incostituzionale», peraltro peggiorata con l’aiuto del Cavaliere, «con il quale – altra bugia per prendere i voti – diceva che non si potevano mai fare accordi». Il nuovo capo del Pd tradisce sistematicamente chi gli ha dato fiducia? «Certo, Renzi ha un disegno. Ma questo disegno non è nelle mani di alcuno che gli abbia dato fiducia dal basso. È nelle mani dei veri potenti che detengono le cambiali politiche che Renzi ha firmato durante la fase ascendente della sua parabola». E gli “azionisti” di Renzi non sono soltanto italiani.
Quando negli anni ‘80 Michael Ledeen varcava l’ingresso del dipartimento di Stato, ricorda Franco Fracassi su “Popoff”, chiunque avesse dimestichezza Renzicon il potere di Washington sapeva che si trattava di una finta: quello, per lo storico di Los Angeles, rappresentava solo un impiego di facciata, per nascondere il suo reale lavoro. E cioè: consulente strategico per la Cia e per la Casa Bianca. «Ledeen è stato la mente della strategia aggressiva nella Guerra Fredda di Ronald Reagan, è stato la mente degli squadroni della morte in Nicaragua, è stato consulente del Sismi negli anni della Strategia della tensione, è stato una delle menti della guerra al terrore promossa dall’amministrazione Bush, oltre che teorico della guerra all’Iraq e della potenziale guerra all’Iran, è stato uno dei consulenti del ministero degli Esteri israeliano. Oggi – aggiunge Fracassi – Michael Ledeen è una delle menti della politica estera del segretario del Partito democratico Matteo Renzi».
Forse è stato anche per garantirsi la futura collaborazione di Ledeen che l’allora presidente della Provincia di Firenze si recò nel 2007 al dipartimento di Stato Usa «per un inspiegabile tour». Non è un caso, continua Fracassi, che il segretario di Stato Usa John Kerry abbia più volte espresso giudizi favorevoli nei confronti di Renzi. Ma sono principalmente i neocon ad appoggiare Renzi dagli Stati Uniti. Secondo il “New York Post”, ammiratori del sindaco di Firenze sarebbero gli ambienti della destra repubblicana, legati alle lobby che lavorano per Israele e per l’Arabia Saudita. «In questa direzione vanno anche il guru economico di Renzi, Yoram Gutgeld, e il suo principale consulente politico, Marco Carrai, entrambi molti vicini a Israele». Carrai, scrive Fracassi, ha addirittura propri interessi in Israele, dove si occupa di venture capital e nuove tecnologie. «Infine, anche il suppoter renziano Marco Bernabè ha forti legami con Tel Aviv, attraverso il fondo speculativo Wadi Ventures». Suo padre, Franco Bernabè, fino a pochi anni fa è stato «arcigno Michael Ledeencustode delle dorsali telefoniche mediterranee che collegano l’Italia a Israele».
Forse aveva ragione l’ultimo cassiere dei Ds, Ugo Sposetti, quando disse: «Dietro i finanziamenti milionari a Renzi c’è Israele e la destra americana». O perfino Massimo D’Alema, che definì Renzi il terminale di «quei poteri forti che vogliono liquidare la sinistra». Dietro Renzi, continua Fracassi, ci sono anche i poteri forti economici, a partire dalla Morgan Stanley, una delle banche d’affari responsabili della crisi mondiale. «Davide Serra entrò in Morgan Stanley nel 2001 e fece subito carriera, scalando posizioni su posizioni, in un quinquennio che lo condusse a diventare direttore generale e capo degli analisti bancari». Una carriera, quella del giovane broker italiano, punteggiata di premi e riconoscimenti per le sue abilità di valutazione dei mercati. «In quegli anni trascorsi dentro il gruppo statunitense, Serra iniziò a frequentare anche i grandi nomi del mondo bancario italiano, da Matteo Arpe (che ancora era in Capitalia) ad Alessandro Profumo (Unicredit), passando per l’allora gran capo di Intesa-San Paolo Corrado Passera».
Nel 2006 Serra decise tuttavia che era il momento di spiccare il volo. E con il francese Eric Halet lanciò Algebris Investments. 
Già nel primo anno Algebris passò da circa 700 milioni a quasi due miliardi di dollari gestiti. 
L’anno successivo Serra, con il suo hedge fund, lanciò l’attacco al colosso bancario olandese Abn Amro, compiendo la più importante scalata bancaria d’ogni tempo. Poi fu il turno del banchiere francese Antoine Bernheim a essere fatto fuori da Serra dalla presidenza di Generali, permettendo al rampante finanziere di mettere un piede in Mediobanca. Definito dall’ex segretario Pd Pier Luigi Bersani «il bandito delle Cayman», Serra oggi ha quarantatré anni, vive nel più lussuoso quartiere di Londra (Mayfair), fa miliardi a palate scommettendo sui ribassi in Borsa (ovvero sulla crisi) ed è «il principale consulente finanziario di Renzi, nonché suo grande raccoglitore di denaro, attraverso cene organizzate da Algebris e dalla sua fondazione Metropolis».
E così, nell’ultimo anno il gotha dell’industria e della finanza italiana si è schierato dalla parte di Renzi. A cominciare da Fedele Confalonieri che, riferendosi al sindaco di Firenze, disse: «Non saranno i Fini, i Casini e gli altri leader già presenti sulla scena politica a succedere a Berlusconi, sarà un giovane». Poi venne Carlo De Benedetti, con il suo potentissimo gruppo editoriale Espresso-Repubblica («I partiti hanno perduto il contatto con la gente, lui invece quel contatto ce l’ha»). E ancora, Diego Della Valle, il numero uno di Vodafone Vittorio Colao, il fondatore di Luxottica Leonardo Del Vecchio e l’amministratore delegato Andrea Guerra, il presidente di Pirelli Marco Tronchetti Provera con la moglie Afef, l’ex direttore di Canale 5 Giorgio Gori, il patron di Eataly Oscar Farinetti, Francesco Gaetano Caltagirone, Cesare Romiti, Martina Mondadori, Barbara Berlusconi, il banchiere Claudio Costamagna, il numero uno di Assolombarda Gianfelice Rocca, il patron di Davide SerraLega Coop Giuliano Poletti, Patrizio Bertelli di Prada e Fabrizio Palenzona di Unicredit.
Fracassi cita anche il Monte dei Paschi di Siena, collegato al leader del Pd attraverso il controllo della Fondazione Montepaschi gestita dal renziano sindaco di Siena Bruno Valentini. Con Renzi anche l’amministratore delegato di Mediobanca, Albert Nagel, erede di Cuccia nell’istituto di credito. «Proprio sul giornale controllato da Mediobanca, il “Corriere della Sera”, da sempre schierato dalla parte dei poteri forti, è arrivato lo scoop su Monti e Napolitano, sui governi tecnici. Il “Corriere” ha ripreso alcuni passaggi dell’ultimo libro di Alan Friedman, altro uomo Rcs. Lo scoop ha colpito a fondo il governo Letta e aperto la strada di Palazzo Chigi a Renzi». Fracassi conclude citando il defunto segretario del Psi, Bettino Craxi, che diceva: «Guarda come si muove il “Corriere” e capirai dove si va a parare nella politica».
Gad Lerner, recentemente, ha detto: «Non troverete alla Leopolda i portavoce del movimento degli sfrattati, né le mille voci del Quinto Stato dei precari all’italiana. Lui (Renzi) vuole impersonare una storia di successo. Gli sfigati non fanno audience». Ormai è tardi per tutto: il Pd – già in coma, da anni – si è completamente arreso all’ex Rottamatore. «Dove mai andrà il “voto utile” in mano a Renzi? In quale manovra di palazzo, in quale strategia dell’alta finanza verrebbe bruciato? In quale menzogna da Piano di rinascita democratica?», si domanda Pino Cabras. «Ogni complicità con il nuovo Sovversore dall’alto diventa intollerabile ogni minuto di più». Fine della cosiddetta sinistra italiana. Fuori tempo massimo, ora, «in tanti saranno costretti ad aprire gli occhi, e a comprendere la differenza fra militanti e militonti. Ma hanno riflessi troppo lenti. La riscossa – a trent’anni dalla morte di Enrico Berlinguer – passerà da altre parti».

venerdì 14 febbraio 2014

la droga del cannibale

Allarme in Italia: si sta diffondendo la “droga del cannibale” che trasforma in zombie

Si sta diffondendo anche in Italia la “droga del cannibale”, sostanza stupefacente dagli effetti devastanti che suscita istinti cannibaleschi

Ha fatto la sua prima comparsa nel 2010, quando i media statunitensi iniziarono a parlare di una droga dai devastanti effetti allucinogeni, una miscellanea di sostanze chimiche detta “Sali da bagno”, capace di provocare estrema euforia, insonnia e alta irritabilità emotiva.

Una droga purtroppo sempre più diffusa non solo in America, ma anche in Italia. La chiamano anche “Droga del cannibale” o “Settimo cielo” e i suoi abominevoli effetti sull’uomo costellano di raccapriccianti dettagli le recenti cronache d’oltreoceano: basti pensare, per citare solo alcuni episodi, a quello studente ventunenne americano che ha confessato l’uccisione del suo coinquilino e la polizia, perquisendo la sua casa, ha ritrovato due scatole contenti resti umani. Oppure a quell’uomo che, nudo in strada, la polizia ha dovuto uccidere perché stava divorando il volto di un barbone. Violenza e ferocia disumane, degne del più spietato film horror. Ma non si tratta di finzione cinematografica, è pura realtà.Droga del cannibale in Italia

Ci sono anche dei casi italiani, prova del fatto che l’uso di questo stupefacente si sta diffondendo anche nel nostro Paese. A Genova, un ragazzo è stato ricoverato  in stato shock  e arresto cardiaco, per aver aggredito la sua compagna, staccandole brutalmente il labbro a morsi e provocandole diverse lesioni da morso su tutto il corpo. Ed è di ieri, mercoledì 12 febbraio, la notizia dell’arresto a Padova di una 33enne rumena, Monica Ioana Balaban, cameriera nel noto ristorante “Belle Parti” in pieno centro storico. L’insospettabile spacciatrice è stata sorpresa dai carabinieri con quasi sei etti di droga sintetica, di cui 500 gr di “droga del cannibale”, destinati non si sa ancora a chi.

Ma cos’è esattamente questa sostanza stupefacente? Sicuramente molto pericolosa e di facile reperibilità in quanto acquistabile online. Il suo principio è il mefedrone che, testato dai ricercatori dell’Università Health Care del North Carolina (Stati Uniti) sui ratti da laboratorio, causa effetti paragonabili a quelli di cocaina, ecstasy e anfetamina, ossia effetti stimolanti e di rapida dipendenza. Ma con un’ulteriore aggravante: provoca istinti cannibaleschi. Stimola l’aggressività già insita in alcuni soggetti, spingendo ad atti di violenza incontrollati, accompagnati da manifestazioni di spaventosa follia. Il mefredone viene ricavato dal metcatinone, una molecola sintetica la cui struttura può essere assimilata a quella del catinone, principio attivo ottenuto dalla pianta del Khat, consumato in Etiopia, Kenia e Yemen. Gli studiosi al momento non sanno dare una esaustiva spiegazione circa gli istinti cannibaleschi risvegliati da questa droga che, al momento, restano ancora un enorme punto interrogativo.


fonte: terrarealtime.blogspot.it