CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

lunedì 26 febbraio 2018

simbologia del festival di Sanremo

Il Rituale sanremese è terminato. Ma la sua Alchimia è compiuta?


di Federico Bellini

Volenti o no, Sanremo siamo tutti quanti costretti a vederlo. Se ne parla ovunque, nei telegiornali, alla radio, nelle varie trasmissioni TV, sui giornali, i bar, ovunque. Seppure non abbia avuto occasione di vedere tutte le puntate, mi sono limitato a guardare solo l’ultima, e quel poco che ho visto, mi è bastato per collezionare una carrellata impressionante di spunti esoterici, alchemici, occulti e mistici che hanno quasi dell’incredibile. Lasciatemi passare questa “boutade complottista” come un semplice scherzo intellettualoide e niente più, ma che spero potrà darvi qualche spunto interessante di riflessione…
L’edizione di questo appena nato 2018 non sarà ricordata solo per i suoi tanti record, sia di ascolto che di clamore, ma anche per la quantità di messaggi che sono stati veicolati rispetto a tutti i precedenti festival. Sanremo è politica e società, ed è la dimostrazione che l’Italia è un paese “vecchio”, sorretto da Arconti che non mollano la presa, un paese saturnino insomma. Ne è una chiara dimostrazione non solo una rediviva Ornella Vanoni con una canzone decisamente per lei atipica (e anche molto bella), così come per le sue ritrovate risorse canore (almeno questa volta si sono capite le parole), ma anche nei gesti di un sempre più invecchiato Pippo Baudo


… e di una quasi novantenne ballerina che, dimostrando una vitalità fuori dal comune, ha letteralmente fatto impazzire il pubblico dell’Ariston, così come milioni di italiani a casa!


Ma le stranezze iniziano prima della Kermesse, con un’altra icona del passato della canzone italiana, Mina. Sempre più trasfigurata, quanto mai “Aliena”, non solo per il suo aspetto fuori dai canoni umani, con una pelle artificiale, diafana, bianca ed un cranio allungato, ma specie per la sua ambientazione, dato che si trova a bordo di una vera e propria astronave in qualità di comandante in capo e in rotta verso la Terra, lanciandosi a fine spot in un balletto di quasi ispirazione sufica…




Così come bianca è stata anche l’altra attempata icona della nostra musica rock, Gianna Nannini, inizialmente un po’ estraniata nell’esecuzione del suo “Fenomenale”, ma che si è infine addolcita duettando con Claudio Baglioni, concludendo l’esibizione tra le sue braccia, dimostrando così di essere fragile, quanto mai “umana”…


Dopo aver visto una Mina “Aliena” non saremo certo rimasti stupiti nel vedere anche la famosa scalinata dell’Ariston, che più un ambientazione per un festival canoro, somigliava ad una scenografia di Guerre Stellari, con quella pedana a 5 ali che scendevano giù dall’alto, come tipicamente avviene per gli Imperial Shuttle Lambda Class T-4a, mezzi aeromobili che Darth Fener utilizza spesso per muoversi negli spazi siderali…


“Che volevano cambiato l’universo
L’universo che opprimeva le ragazze demenziali
Poi quel giorno l’astronave dei marziani
Proveniente dagli spazi siderali
Con il tubo che ti aspira nel suo interno
E nessuno che ci crede
E quella sonda che sondava l’organismo
Ci ha trasformati in musicisti, ma maschi
Poi la carriera è andata molto bene per fortuna
Una storia unica, singolare e atipica
Completamente antieconomica, a propulsione elica
Una storia unica, una carriera artistica
Dolcemente stitica, ma elogiata dalla critica.”

E che dire della performance di Elio e le Storie Tese? Con il loro “Arriverdorci”, in pratica, hanno raccontato che all’inizio della loro carriera sono stati Rapiti dagli Alieni, portati su di una loro astronave, soggetti a visite con sonde che “sondavano” l’organismo, trasformandoli poi in musicisti che ha permesso loro di fare una singolare e atipica carriera…


Ma le stranezze proseguono ancora. Riccardo Fogli è un mio conterraneo, siamo nati nella stessa città, Pontedera (PI), e a parte la sua carriera ed alcune canzoni degne di nota, non c’è molto da dire, solo che mentre duettava con il vecchio amico Roby Facchinetti, evitava di guardarlo direttamente negli occhi. Perché? Ora, che Roby sia alquanto famoso per il suo insolito canto melismatico è cosa nota, ma in questa edizione ha raggiunto esiti davvero disastrosi.


Come insolito è il suo sguardo, con una pupilla decisamente piccola (anche troppo), e una certa mancanza di energia del suo involucro fisico. Lungi da me fare ipotesi, la vecchiaia raggiunge tutti e gli anni si fanno sentire, ma credo sia alquanto evidente che qualcosa non quadra…


Ma facciamo un passo indietro. La sigla di apertura del Festival inizia poco dopo la visione aliena di Mina, e vede lo schermo diviso in rettangoli colorati, con all’interno i protagonisti che cantano l’ormai famoso ritornello: “poooo-popopoooo-popopoooo-popopooo…”


Ma un “po-po-po-po-pooooo” è anche la musichetta altrettanto celebre che gli Extraterrestri di “Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo” di Steven Spielberg (film del 1977), suonano con gli esseri umani, utilizzando gli stessi colori, una volta atterrati.


Come colorato era anche un Efod o Ephod, un articolo di vestiario e un oggetto di culto nell’antica cultura israelita, strettamente connesso alle pratiche oracolari e rituali sacerdotali e con le quali, si racconta, il sacerdote entrava in comunicazione direttamente e nientemeno con YHWH. Da notare la somiglianza con i colori sopra descritti, sia del film di Spielberg come della sigla di apertura del Festival di Sanremo.


Dimenticavo, gli stessi colori erano presenti anche nel bellissimo abito della cantante inglese Skin, che non si è certo distinta per la sua esecuzione, quanto invece per la sua disarmante bellezza, ribadendo comunque la funzione multicolore del messaggio in codice, insito ovviamente nel Festival.


Adesso arriviamo all’Alchimia, per chi non lo sa è una tecnica di raffinazione della materia e come tale consta di regole, principi specifici e che si mostra attraverso i simboli e la loro interpretazione e conseguente attuazione. In numerosi telegiornali i giornalisti hanno elogiato l’Alchimia (già!) dei tre conduttori e la loro strabiliante performance in questi giorni, ma se andiamo a ben vedere, gli abiti con cui hanno aperto la serata di sabato 10 febbraio non lasciano spazio a dubbi.


La tradizione ci dice che la Grande Opera è composta da tre fasi corrispondenti alla colorazione che assume la materia durante tutto lo svolgimento delle operazioni. Abbiamo quindi la Nigredo o Opera al Nero (l’abito della Hunziker), l’Albedo o Opera al Bianco (l’abito di Favino) e la Rubedo, Opera al Rosso (l’abito di Baglioni), con la quale si ottiene la tintura, l’elisir di lungavita (infatti sembra un eterno giovanotto), o polvere di proiezione, la pietra filosofale.


L’Opera al Nero però è il fulcro della trasmutazione. Da qui si parte per cambiare la materia da nera a rossa, in grado cioè di trasformare i metalli pesanti in oro. La fase del nero è dominata dall’influsso di Saturno, patrono della tristezza e della malinconia che assalgono l’operatore durante questo lungo periodo, durante il quale cerca di ottenere la “purificazione” e per fare ciò viene condotto alla putrefazione o putrefactio, per permettere all’artista di rinascere a una nuova modalità di vita. Qui si innesta, perfetto, il suo drammatico monologo “La notte poco prima della foresta” tratto dal dramma di Bernard-Marie Koltès.


Le uniche difese dell’Artista/Alchimista sono la volontà, la determinazione e il discernimento razionale. Deve saper interpretare i segni del profondo e individuare i punti deboli delle angosce determinate da Saturno. Il Dio Padrone del Tempo (quindi anche della Musica, ebbene si!) s’impossessa del Corpo e dell’Anima dell’Alchimista, si lascia sopraffare dagli intenti luttuosi di Saturno, ma riesce anche a trascendere i veleni tossici della sua trasmutazione. Ad un certo punto, terminata la putrefazione/recita, scaturisce in Alchimia un sale biancastro dal nero, una sostanza ustionante che, aggredendo il Sole lo divorerà facendone scaturire la tintura rossa, la pietra filosofale. Il colore della sostanza, il bianco, che da il nome, appunto, alla fase, successiva, l’Albedo. Ed infatti non è un caso che uno dei due vincitore di Sanremo, Fabrizio Moro, sfoggi un giacca rossa con sulla mano tatuato un Sole.


Ma a parte le simbologie ulteriori delle mani, di cui ci vorrebbe uno studio a parte, così come i titoli e i testi di molte altre canzoni, o l’utilizzo dei fiori e dei loro colori, specie in una città come Sanremo (anticamente conosciuta come “Sanctum Heremum”) balza agli occhi l’anello di Favino


… così simile anche a quello dell’altro vincitore di Sanremo, Ermal Meta (che ha già un cognome che è tutto un programma), che sfoggia in alcune sue foto (sotto riportata) sempre una pietra nera, perfettamente quadrata, quasi di ispirazione saturnina, in quanto rimanda al Cubo del grande Signore degli Anelli, venerato in tali contesti…


Ma la sostanza ustionante che aggredisce il Sole, facendone così scaturire la tintura rossa, la pietra filosofale, si manifesta non solo nell’esibizione duettata con l’ex vincitore di Sanremo, Simone Cristicchi (quello che cantava “Ti regalerò una Rosa“), ma anche nella serata finale, con la scenografia che colora di rosso l’Ariston, sui disegni di un filo spinato (somigliante alla Corona di Spine del Cristo). Del resto la canzone vincitrice parla di terrorismo, distruzione, morti e una flebile speranza, e qui la Meta-Mor(f)o-si si può dire conclusa.


«Non mi avete fatto niente»
di Ermal Meta e Fabrizio Moro
A Il Cairo non lo sanno che ore sono adesso
Il sole sulla Rambla oggi non è lo stesso
In Francia c’è un concerto
la gente si diverte
Qualcuno canta forte
Qualcuno grida a morte
A Londra piove sempre ma oggi non fa male
Il cielo non fa sconti neanche a un funerale
A Nizza il mare è rosso di fuochi e di vergogna
Di gente sull’asfalto e sangue nella fogna
E questo corpo enorme che noi chiamiamo Terra
Ferito nei suoi organi dall’Asia all’Inghilterra
Galassie di persone disperse nello spazio
Ma quello più importante è lo spazio di un abbraccio
Di madri senza figli, di figli senza padri
Di volti illuminati come muri senza quadri
Minuti di silenzio spezzati da una voce
Non mi avete fatto niente
Non mi avete fatto niente
Non mi avete tolto niente
Questa è la mia vita che va avanti
Oltre tutto, oltre la gente
Non mi avete fatto niente
Non avete avuto niente
Perché tutto va oltre le vostre inutili guerre
C’è chi si fa la croce
E chi prega sui tappeti
Le chiese e le moschee
l’Imàm e tutti i preti
Ingressi separati della stessa casa
Miliardi di persone che sperano in qualcosa
Braccia senza mani
Facce senza nomi
Scambiamoci la pelle
In fondo siamo umani
Perché la nostra vita non è un punto di vista
E non esiste bomba pacifista
Non mi avete fatto niente
Non mi avete tolto niente
Questa è la mia vita che va avanti
Oltre tutto, oltre la gente
Non mi avete fatto niente
Non avete avuto niente
Perché tutto va oltre le vostre inutili guerre
Le vostre inutili guerre
Cadranno i grattaceli
E le metropolitane
I muri di contrasto alzati per il pane
Ma contro ogni terrore che ostacola il cammino
Il mondo si rialza
Col sorriso di un bambino
Col sorriso di un bambino
Col sorriso di un bambino
Non mi avete fatto niente
Non avete avuto niente
Perché tutto va oltre le vostre inutili guerre
Non mi avete fatto niente
Le vostre inutili guerre
Non mi avete tolto niente
Le vostre inutili guerre
Non mi avete fatto niente
Le vostre inutili guerre
Non avete avuto niente
Le vostre inutili guerre
Sono consapevole che tutto più non torna
La felicità volava
Come vola via una bolla.


Potremmo chiederci cosa sia questa “bolla che vola via”, come potrei proseguire, sia sull’intervento di Laura Pausini, dell’inizio della trasmutazione con il suo abito nero accanto a quello rosso di Baglioni, sui suoi strani urli a fine del loro duetto, quando rivolgendosi a Claudio quasi gli urla “ma tu chi sei?!?” Così come la sua discesa tra il pubblico in sala, è stato funestato da dei misteriosi salti di segnale o interferenze televisive su tutto il territorio nazionale, come a monito nei riguardi dell’inizio del rituale stesso, ma lei ha proseguito cantando in sala, ed uscendo dall’Ariston è finita volutamente in strada tra la folla, quasi come se avesse voluto mettere in scena una rappresentazione dei Misteri Eleusini (Eleusini-Pausini?!?), ovvero quei misteri che rappresentavano il mito del Ratto di Persefone, strappata alla madre Demetra dal re degli Inferi, Ade, in un ciclo di tre fasi, la “discesa” (dal palco), la “ricerca” (del segnale?) e l'”ascesa” (tra il pubblico in delirio?), dove il tema principale dei misteri, però era la “ricerca” si, ma di Persefone e del suo ricongiungimento con la madre (l’utero del pubblico?)… ma rischierei di annoiarvi, e di portare questa mia fantasiosa disamina del nostro Festival-Popolar-Nazionale su ben altri lidi, e non è mia intenzione. E poi, scusatemi, non sono solo canzonette?!?

Articolo tratto da “Coscienza Aliena“, il blog di Federico Bellini: http://coscienzaliena.blogspot.it/2018/02/il-rituale-sanremese-e-terminato-ma-la.html

Fonte tratta dal sito .

fonte: http://wwwblogdicristian.blogspot.it/

giovedì 8 febbraio 2018

assemblato per la prima volta il Planisfero Rinascimentale di Urbano Monte


Dopo secoli di attesa, finalmente il desiderio di Urbano Monte si è realizzato: la preziosa mappa da lui disegnata, composta da 60 fogli, è stata finalmente esposta nel modo in cui voleva lui.

Le pagine, ricche di colori e di particolari fantastici, sono state disposte in cerchio, secondo le indicazioni dell’autore, per dare a chi le guarda una visione del mondo dall’alto, come se si trovasse al Polo Nord. 

Una prospettiva sorprendentemente moderna, che pochi cartografi hanno usato prima del 20° secolo.

La ricca decorazione del planisfero mostra un mondo reale, popolato anche da creature mitiche, come unicorni, sirene, centauri. “Un capolavoro di manoscritto cartografico, che ti porta via”: così descrive la mappa del 1587 G. Salim Mohammed, curatore del David Rumsey Map Center della Stanford University...


I 60 fogli che compongono la mappa sono stati inizialmente rilegati come un libro, ma poi, seguendo le istruzioni dell’autore contenute nell’atlante, sono stati assemblati digitalmente nel modo in cui voleva Urbano Monte, mostrando il mondo come era visto nel 16° secolo, con le sue esagerazioni e le errate convinzioni del tempo.


La preziosa carta geografica, acquistata a settembre dal collezionista statunitense, è una vera rarità: se ne conoscono solo tre copie. 

L’opera di Monte, intitolata Trattato universale. Descrittione et sito de tutta la Terra sin qui conosciuta, non fu mai pubblicata su vasta scala, perché troppo onerosa, ed è rimasta praticamente sconosciuta fino a non troppo tempo fa.


Non si sa molto della vita di Urbano Monte (1544-1613), solo che proveniva da un’agiata famiglia milanese. Appassionato più allo studio che alla vita pubblica, dimostrò, come molti suoi coevi, un particolare interesse per la geografia. Erano gli anni in cui molte nuove terre venivano scoperte, e il mondo era un luogo ancora tutto da esplorare, avvalendosi anche delle bellissime “carte murali” diventate di moda tra i decoratori italiani, vere e proprie opere d’arte.


Monte utilizzò fonti contemporanee per disegnare la sua gigantesca mappa circolare e, nonostante l’insolita proiezione azimutale, fece un lavoro abbastanza accurato per il proprio tempo, anche se non paragonabile a quello di Fra Mauro di qualche decennio prima.


Oltre a disegnare continenti ed isole del mondo conosciuto, Monte arricchì la mappa con illustrazioni di animali fantastici (unicorni sirene, grifoni), tra cui un gigantesco uccello che trasporta in volo un elefante.


E poi capi di stato come Filippo II di Spagna, e le sue navi che punteggiano gli oceani.


Particolare la raffigurazione del Giappone: Monte aveva avuto il privilegio di incontrare, nel 1585, la prima delegazione ufficiale giapponese in visita in Europa.

La sua mappa conteneva quindi molti toponimi non presenti in altre carte geografiche, anche se disegnò le isole orientate in maniera errata (da est ad ovest anziché da nord a sud).


Il grande planisferio, probabilmente il più grande del suo tempo, misura circa tre metri per tre.

Doveva probabilmente essere appeso ad un muro, per farlo ruotare come un disco, a conferma della sfericità della terra.


Grazie al lavoro degli studiosi del David Rumsey Map Center, i singoli fogli che compongono la mappa sono disponibili on-line, così come una versione della mappa elaborata su Google Earth.


Il video di Google Earth con la mappa animata: QUI 

Annalisa Lo Monaco

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Inoltre, per chi è interessato, o semplicemente curioso come me, ecco un altro video.  
Dal canale di Oliver Ibáñe, tradotto da Dino Tirelli che precisa: "NON SONO MEMBRO DELLA “FLAT EARTH SOCIETY”. Si tratta di un gruppo di opposizione controllata che diffonde menzogne sulle verità della Terra Piatta e/o nel complesso un movimento di verità ( ... )
Mettere in discussione, fare ricerca, eseguire prove e confutare dei fatti scientifici da tutte le angolazioni è scienza. Credere ciecamente in ciò che ci hanno detto ed insegnato è religione." ...

fonte: https://crepanelmuro.blogspot.it/

giovedì 1 febbraio 2018

oltre il vertice della piramide


Anche chi non si è mai occupato di cospirazionismo, comincia ormai ad essere convinto del fatto che il sistema dominante è controllato da un numero relativamente piccolo di organizzazioni, guidate da un numero ancor più piccolo di individui.

Per sistema dominante s’intende l’intera struttura politico-finanziaria-industriale che condiziona poi con la sua longa manus gli apparati informativi, educativi, scientifici, sanitari, ecc. ecc.

A questo livello è ormai comune prendersela con le banche e i banchieri, accusati di essere occupati solo ad ingigantire i loro profitti ed accapparrare quante più proprietà possibili. E’ sempre più evidente, inoltre, che in quell’elenco è il caso di includere anche la religione, per gli indubbi rapporti egemoni che il Vaticano ha con il mondo finanziario e con numerosi personaggi, associazioni e sodalizi schierati con l’ambiente cattolico.

I ricercatori cospirazionisti sostengono che in aggiunta a questo quadro ormai evidente vanno considerate le numerose società segrete di stampo esoterico-massonico che agiscono nell’ombra. Queste sono spesso celate dietro apparenti club umanitari dall’aspetto inoffensivo, che vanno in realtà a rifornire trasversalmente il personale che occupa i posti di comando delle diverse strutture della società, in ambiti anche molto diversi, ma uniti da uno stesso programma che segue alla fine un’unica agenda. 

La maggior parte di queste persone non conosce il quadro completo dello scopo finale dell’agenda...  


Solo coloro che occupano le posizioni al vertice di quella che viene chiamata la piramide della cospirazione globale la conoscono, anche se probabilmente sono veramente pochissimi quelli che la gestiscono.

Sono come quelle bambole russe che stanno una dentro l’altra, con quella più grande che le contiene tutte. Ogni organizzazione oggi è una piramide. I pochi che risiedono al vertice sanno di che cosa realmente si occupa l’organizzazione e quali sono i suoi obiettivi. Più si scende lungo la piramide, più persone si trovano a lavorare per l’organizzazione, ma esse non sanno quasi mai dei suoi veri scopi. Sono consapevoli solo dei singoli compiti che realizzano ogni giorno. Non hanno idea del fatto che il loro contributo si lega a quello di altri dipendenti in altre aree dell’organizzazione. Quelle nozioni vengono loro precluse e gli viene detto solo ciò di cui hanno bisogno per compiere il loro lavoro.

Queste piramidi più piccole, come le filiali locali di una banca, si inseriscono in piramidi sempre più grandi, finché si arriva poi alla piramide che comprende tutte le banche. La stessa cosa succede con le società multinazionali, i partiti politici, le sette segrete, gli imperi mediatici e il settore militare. A livello di vertici, tutte le multinazionali (come il cartello petrolifero), i maggiori partiti politici, le sette segrete, gli imperi mediatici e quelli militari (magari attraverso la NATO) sono controllati dalle stesse piramidi e dalle stesse persone che siedono ai vertici di tutte le piramidi. Alla fine c’è una piramide globale che comprende tutte le altre, la bambola più grande, se così volete chiamarla. Al vertice troverete l’élite dei (cosiddetti) Illuminati, i più puri tra i loro membri. Così, essi possono orchestrare le stesse politiche attraverso aree della società apparentemente slegate, persino opposte. È così che hanno diffuso la centralizzazione in ogni settore della vita: in quello governativo, finanziario, economico, mediatico, militare.

La dimostrazione dell’esistenza della piramide ed il suo funzionamento è oggetto ormai di innumerevoli siti web anche in italiano.

Tra i molti ricercatori, David Icke probabilmente è il più famoso; egli ha scritto ponderosi volumi sull’argomento con una straordinaria mole di informazioni documentate. Se non conoscete quest’autore e volete saperne di più, ovviamente il consiglio è quello di leggerlo. Ma la grossa difficoltà che ha sempre presentato quest’autore è che egli non si limita a circoscrivere le sue descrizioni entro i limiti della comune percezione della realtà. Ad un certo punto, infatti, dopo aver raggiunto la descrizione del vertice della piramide, egli continua l’ascesi delle sue analisi decollando su aspetti del discorso non poco esotici. Egli richiama concetti e dettagli che per molti non stanno né in cielo né in terra. Ormai hanno fatto il giro del mondo le tesi che in realtà a controllare gli stessi controllori umani è una razza di matrice rettiliana proveniente da dimensioni ultraterrene.

Il risultato è stato spesso che chi ha seguito con interesse l’esposizione fino a quel punto, quando si comincia a parlare di riti satanici, esseri umani mutaformi, rettiloidi giganti, proprio non ce la fa a prendere sul serio questa parte così strampalata del discorso. Tanto più che Icke puntualmente inserisce nei suoi libri anche la consueta notazione di invitare i lettori a non reagire con la rabbia e la rivolta contro questi colonizzatori astrali, ma quasi provocatoriamente consiglia loro di accettarli e amarli addirittura . Il che per molti lettori è davvero troppo e così si finisce col rifiutare decisamente tutta l’esposizione gettando via, per così dire, con l’acqua sporca anche il bambino.

Ora, a prescindere dal fatto che nessuno può escludere che l’operazione di exposure che David Icke ha iniziato fin dai primi anni ’90, diventata in seguito quasi di dominio pubblico, abbia avuto effettivamente lo scopo di bruciare certe tematiche, prima che queste avessero la possibilità di avere una reale presa nell’opinione collettiva. La superficialità con cui a volte elabora quelle singolari conclusioni e la poca attenzione alla mentalità del target del lettore medio, può dar adito al sospetto che si sia trattata di una spericolata strategia di occultamento gestita dagli stessi manipolatori.

Nessuno può escludere questo. Il livello di ingegnosità della disinformazione oggi in atto è tale che tutto è veramente possibile.

Siamo ormai arrivati a capire che esiste in effetti qualcosa che va al di là della comune percezione degli eventi e quindi, come ci si eleva su piani di analisi superiori, così si alza anche il livello dello scontro tra corretta e scorretta informazione. In tal senso è molto importante che ognuno di noi operi un accurato ampliamento delle prospettive personali non allontanandosi tuttavia dalla propria esperienza di vita, in maniera che non perda la bussola e continui a seguire la giusta e necessaria combinazione di intuito e ragionamento personali.

Nell’articolo Cosa è il 2012 ho cercato di sintetizzare cosa rappresenti questo anno fatidico. Come si è visto, ritengo fondamentale tenere in considerazione che la realtà materiale non sia altro che una manifestazione energetica di piani dell’esistenza che risultano invisibili alla comune percezione. Se si vuole andare veramente a fondo nella propria conoscenza, occorre tenere a mente che è sul piano della manipolazione dell’energia che effettivamente avvengono i veri giochi dietro le quinte, sia riguardo i condizionamenti negativi subiti dall’umanità, sia riguardo quelli positivi.

A questo livello di discussione però i resoconti sui rettiliani non risultano poi così stravaganti. 

Tanto più che si ritrovano anche in molte interpretazioni di altri studiosi della cospirazione globale del tutto indipendenti tra loro, come è vero anche che serpenti, draghi e gargolle rettiloidi rappresentano una costante nei racconti tradizionali e mitologici di molti popoli, come vengono citati anche nelle relazioni delle sedute ipnotiche che l’esimio professor Corrado Malanga ho condotto per decine di anni sulle migliaia di vittime dei rapimenti alieni, i cosiddetti addotti.

Ma pure l’altro aspetto balzano delle conclusioni di Icke, quello di dover amare i propri manipolatori, non è così peregrino. Ed è soprattutto qui che volevo arrivare, dal momento che sempre più persone in questo momento stanno accorgendosi di quanto esteso sia il grado del malaffare politico e della profonda manipolazione mediatica in atto. E’ comprensibile che il livello del risentimento e della disperazione collettiva crescano ogni giorno di più. Non per questo tuttavia ritengo condivisibile questo tipo di reazione. Ci terrei dunque a sottolineare quanto sia invece opportuno una risposta diversa dalla reazione comune della gente e quindi è il caso esporre meglio le ragioni che sono alla base dello strano invito di Icke.

Ci sono due ordini di motivi e così concludo per ora il discorso. Il primo è che queste strane entità rettiliane dominano il pianeta attraverso il pieno controllo, per non dire la totale possessione, delle persone che occupano i vertici piramidali delle strutture di potere. Con questo intendo dire che queste persone sono in realtà delle vittime e umanamente sono degli esseri distrutti, malati, profondamente corrotti. Impossessati, appunto. Le entità che li posseggono provengono da un’evoluzione genetica diversa dalla nostra. Perciò seguono coerentemente dei modelli di comportamento che non hanno niente a che vedere con i nostri. In questo senso non è proprio corretto attribuirgli tutta quella cattiveria, malvagità, crudeltà di cui li accusiamo quando parliamo di loro, come se questo comportamento fosse fine a se stesso.

So benissimo che appare un ragionamento assurdo e fuori luogo, ma secondo me essi sono in perfetta buona fede nel credere di agire secondo il migliore dei modi possibili. Essi sono convinti di dover stare al di sopra di tutto e tutti per decreto divino e si comportano di conseguenza. Di fatto essi hanno un’intelligenza senz’altro superiore alla nostra e sono estremamente sviluppati tecnologicamente. E’ stato grazie alla loro avanzatissima evoluzione che la nostra civiltà ha raggiunto i livelli che abbiamo attualmente. Loro in effetti hanno letteralmente costruito il nostro mondo.

Facciamo un esempio pratico per capirci meglio. Prendiamo la storia della massoneria. 

Vogliamo combatterla e toglierla di mezzo, ma non è così semplice quando abbiamo tutte le prove che è stata grazie ad essa che oggi abbiamo la democrazia. Possiamo e dobbiamo criticarne radicalmente l’efficacia, il valore e i metodi truffaldini, ne abbiamo tutte le ragioni, ma ciò non toglie che la massoneria ha rappresentato il motore trainante di molti progressi civili della nostra società ed è stata anche la base di molte rivoluzioni sociali su cui sono state create molte ideologie che hanno fatto sognare milioni di uomini. Ripeto, tutto ciò è criticabile alla luce dell’attuale consapevolezza, tuttavia non è così semplice sbarazzarcene in un colpo solo. Lo stesso vale per i progressi tecnologici che hanno consentito per esempio lo sviluppo dell’informatica digitale. Queste realtà provengono da quel tipo di mentalità che ha come origine l’estrema sofisticatezza intellettiva del pensiero rettiliano.


Perciò il fatto che faccia parte del loro DNA la congenita tendenza al dominio e al controllo è questione da considerare come un loro intrinseco bisogno naturale. E’ così che loro funzionano e hanno sempre funzionato. Serpente grosso mangia serpente piccolo, non ci sono mezze misure. Questa è l’unica legge sociale che conoscono e non ne possono fare a meno. Senza il dominio e il controllo non possono fare più niente, sarebbero del tutto persi, vulnerabili, annichiliti. Dal nostro punto di vista si tratta in fondo di esseri estremamente deboli.

Loro sono dei veri trogloditi sul piano dei sentimenti. Anzi, non ne hanno affatto. Sono freddi, rigidi, calcolatori, all’apparenza spietati. A loro confronto noi siamo estremamente più sviluppati. Noi siamo esseri a sangue caldo, conosciamo cosa sia l’amore, la compassione, il senso di fratellanza, la condivisione con l’altro. Le due specie insomma appartengono a due diverse catene evolutive. Il genere umano ha nel suo DNA la buona fede, tanto che si fa facilmente abbindolare da chi agisce come loro, secondo il criterio del puro calcolo opportunistico. Il risultato infatti è che oggi il pianeta si presenta completamente conquistato da loro e sembra che l’amore e l’altruismo sia stato effettivamente estromesso da ogni genere di rapporto istituzionale. Dal momento poi che la modalità istituzionale si è insinuata dappertutto, anche all’interno delle nostre relazioni private, come la famiglia e la coppia, potremmo quasi dire che effettivamente stiamo perdendo la nostra umanità. Certamente il denaro è stato il loro principale strumento vincente per raggiungere questo scopo.

L’altro strumento è stato il sesso; un sesso senza amore, e hanno fatto tutto il possibile per ridurre la grande poesia del rapporto amoroso al piano della pura interazione genitale.

La posizione di Icke a questo punto diventa più chiara. Se il genere umano vuole liberarsi dall’influenza rettiliana e vuole combatterla ponendosi sul suo stesso piano, usando la competizione, la guerra e la tecnologia, non ha alcuna speranza di farcela. Loro ci sono decisamente superiori, tanto è vero che la prima tattica che loro usano nei nostri confronti, è quella di spingerci sempre all’interno del loro terreno privilegiato, quello che loro controllano attraverso lo strumento della paura, esacerbando lo scontro, aizzando la rabbia, allontanandoci da madre natura e proponendo soluzioni alternative che si pongono sempre sul piano dell’artificialità. La sfida vera da parte nostra invece sta proprio nell’essere capaci di non cadere in questo genere di trucchi e agire attraverso i nostri punti di forza. Ricordiamoci che noi apparteniamo ad un genere evolutivo superiore, perché noi abbiamo sviluppato un corpo emotivo che loro non hanno. Abbiamo quindi la possibilità di lavorare con una consapevolezza più ampia che attira quell’energia luminosa, sinteticamente definita amore, e che corrisponde ad una vibrazione coscienziale inclusiva e non esclusiva, di cui loro hanno un terrore puro.

Il secondo ordine di motivi per agire da veri esseri umani non rettilianizzati, è la considerazione che questi nostri antagonisti vivono non all’esterno di noi ma all’interno. E’ vero, accusiamo sempre le strutture di potere che controllano il mondo, le istituzioni corrotte e manipolatrici, ma queste non sono altro che il risultato del nostro stesso consenso che ci è stato estorto più o meno consapevolmente. In genere siamo stati tratti in inganno anche laddove non sospettavamo affatto che ci fossero secondi fini, ma sta di fatto che è a causa della nostra ignoranza e buona fede che siamo arrivati dove siamo arrivati. Un esempio è lo status stesso di cittadinanza così come lo esponevamo a proposito del recupero della nostra sovranità personale.

Se però vogliamo essere più diligenti nell’esporre il quadro generale, dobbiamo ricordarci che le entità rettiliane di cui Icke e noi stiamo trattando non vivono a livello materiale, ma abitano un mondo che esiste su un piano dimensionale diverso ed è invisibile a noi nostri occhi fisici.

Agendo da quel piano essi si alimentano della nostra energia emotiva, rinforzandosi e assestando le loro posizioni. In questo piano dimensionale, tempo e spazio sono concetti diversi dai nostri. Non corrispondono cioè alla nostra comune percezione della realtà. Si tratta di un tempo e di uno spazio che secondo il nostro senso comune non esistono. Ecco che allora essi agiscono non solo all’esterno ma anche all’interno di noi, all’interno cioè del nostro complesso costituito dall’unione corpo-mente-spirito. Sono insomma entità energetiche su cui dobbiamo lavorare operando un attento, onesto e coerente lavoro di introspezione personale. Nessuno di noi ne è immune!

E’ questo allora il vero confronto con cui si decidono i destini del mondo. 

Come sa bene ognuno che si è impegnato seriamente in un lavoro di trasformazione personale, come può essere quello compiuto con la terapia psicoanalitica o con le costellazioni familiari o le meditazioni spirituali, il primo atto da imparare, dopo l’auto-osservazione, è proprio quello di accettare e amare se stessi. E da qui che inizia il vero cambiamento personale. Se non riconosciamo e accettiamo noi stessi anche nei nostri aspetti negativi, non andiamo da nessuna parte. Questo vale nella nostra vita privata e in quella pubblica. 
Questa dunque è la grande sfida ed il perno su cui si potrà costruire veramente il nuovo paradigma.

Fonte: www.pickline.it (sito offline)

fonte: https://crepanelmuro.blogspot.it/