CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

giovedì 14 luglio 2016

in Puglia una strage annunciata a responsabilità politica!



di Gianni Lannes

Alta velocità? Non è stato un incidente. Lo scontro frontale tra due treni sulla linea a binario unico tra Corato e Andria, in Puglia il 12 luglio 2016, ha causato almeno 27 morti, mentre i feriti più o meno gravemente sono oltre cinquanta. La collisione, poco dopo le 11, al chilometro 51 della linea gestita dalla società privata Ferrotramviaria. Uno dei due convogli era partito da Corato diretto ad Andria e l'altro, viceversa, proveniva da Andria e andava in direzione Corato. L'impatto tra i treni, che viaggiavano ad una velocità di 110 chilometri all'ora, è stato violentissimo. Uno dei treni ha soltanto due vagoni rimasti pressoché intatti; l'altro solo l'ultimo, quello di coda.



Sulle linee ferroviarie in concessione la sicurezza viaggia a velocità ridotta, se non proprio inesistente. Prevenzione e controlli? Pari a zero, mentre la disattenzione istituzionale è al massimo livello nonostante gli altisonanti proclami televisivi di Renzi e Delrio, quella amministrativa in ambito nazionale, regionale e locale non ha eguali in Europa.

Questa strage su binario unico, al di là delle disfunzioni tecniche, ha dei precisi e identificabili irresponsabili politici, insomma ciarlatani che non hanno ragione di conservare la poltrona. 

Il denaro pubblico c’era e perfino il progetto per il raddoppio del binario. Ma è mancata la volontà politica di spenderli, quei fondi europei e mettere fine al rischio tante volte denunciato. E che purtroppo, è costato la vita a tantissime ignare persone. Il governoRenzi, e le giunte regionali di Vendola ed Emiliano (il cui presidente è l'ex prefetto Antonio Nunziante) hanno qualche responsabilità nei ritardi di realizzazione del doppio binario? E' opportuno vederci chiaro.



Questo non è stato un incidente. C'era un progetto di raddoppio per quel binario unico, risalente addirittura al 2007. E c'erano i fondi europei, ben 180 milioni di euro scaduti nel primo troncone il 31 dicembre 2015. Il grande progetto di adeguamento ferroviario dell'area metropolitana del Nord barese includeva fra gli interventi,anche il raddoppio del binario della morte. A parte le inadempienze degli enti locali, si è perso tempo con gli espropri, tempo con le autorizzazioni, tempo con l'impiego delle risorse. Il progetto non è mai partito, il binario è rimasto unico fino alla strage preannunciata appunto, dall'inampienza politica e amministrativa.  

Almeno altri tre anni sono andati persi nei percorsi nebulosi della burocrazia: si arriva così al 16 giugno scorso, quando la Ferrotramviaria ha comunicato una proroga (al 19 luglio 2016) per la scadenza della presentazione delle domande di partecipazione alla gara, inizialmente prevista per il 1° luglio.

Il deputato Giuseppe D'Ambrosio aveva presentato un'interrogazione sulla situazione dei fondi e della cantierizzazione, esattamente il 12 giugno 2013, più di 3 anni fa. Ma prima il ministro Lupi, e poi Delrio non hanno mai risposto. Vale a dire: se ne sono strafregati dell'incolumità pubblica.






Le delibera della giunta regionale pugliese numero 499 del 18 marzo 2014 attesta inequivocabilmente: «L’acquisizione dei pareri richiesti dalle norme vigenti, ivi compresi gli adempimenti a cura delle amministrazioni locali interessate dai singoli interventi… ha determinato un allungamento imprevisto della fase istruttoria…».

E ancora, la successiva deliberazione numero 1450 del 10 luglio 2014 ha precisato: «Negli interventi da realizzare nella programmazione 2007-2013 ha ricompreso il lotto “Raddoppio di linea Corato-Andria”, ma da una serie di incontri tenuti con il beneficiario è risultato che l’acquisizione dei pareri richiesti dalle norme vigenti, ivi compresi gli adempimenti a cura delle amministrazioni locali interessate dal suddetto intervento, ha determinato un allungamento imprevisto della fase istruttoria propedeutica all’avvio delle attività di realizzazione dell’intervento…».

Ridurre il rischio non è abbastanza: il rischio va azzerato. E oggi la tecnologia lo consente. Se solo si avesse la volontà politica di investire risorse laddove occorrono. Su quella tratta mancano i sistemi automatici che sono più sicuri perché funzionano a blocchi, e azzerano il rischio. In pratica: non ci sono i sensori presenti sulla stragrande maggioranza della rete ferroviaria italiana, anche nei tratti a binario unico. Questi sensori segnalano blocco per blocco se la linea è occupata: a man a mano che il treno avanza, i sensori comunicano eventuali ostacoli e, nel caso, attivano automaticamente procedure di rallentamento o di stop.

I politicanti responsabili di questa situazione a qualsiasi livello sempre in vetrina a fingere di strapparsi le vesti, vanno processati e condannati, ciò non riporterà in vita le vittime della sciagura, ma sarà almeno un segnale di giustizia minima. Infine, il governo dell'ineletto e inconcludente Renzi va dismesso seduta stante. L'Italia è diventata il terzo mondo dell'Europa, poiché non ha una classe dirigente all'altezza dei tempi, espressione della volontà popolare.


riferimenti:





fonte: https://sulatestagiannilannes.blogspot.it

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