CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

martedì 29 marzo 2016

terrore surrealista, anche a Bruxelles il festival del falso

I morti sono veri, il resto no: a cominciare dalle immagini dell’aeroporto devastato dall’esplosivo, che non è quello di Bruxelles ma quello di Mosca, immagini del 2011 spacciate per attuali da tutte le televisioni. Dopo Charlie Hebdo e la strage del Bataclan, per Roberto Quaglia stiamo ormai viaggiando verso il “terrorismo surrealista”, costruito con una narrazione “impazzita”, senza più alcun legame con la realtà. «Il capo dei servizi segreti ucraini tiene ad informarci che “non si stupirebbe” se dietro agli attentati di Bruxelles ci fosse la Russia», mentre il dittatore turco Ergogan, finanziatore dell’Isis attraverso il traffico di petrolio, si dichiara pronto ad aiutare Bruxelles a combattere il terrorismo, pochi giorni dopo avere dichiarato che «non ci sono motivi perché le bombe esplose ad Ankara non possano esplodere a Bruxelles». Non solo: «Per esclusive ragioni di alto surrealismo dobbiamo anche ricordare che in un’intervista a “Bel-Rrt” del 26 aprile 2013 a proposito dei jihadisti belgi il ministro degli esteri belga Didier Reynders aveva dichiarato: “Forse gli faremo un monumento come eroi di una rivoluzione”. Qualcuno dovrebbe ora chiedergli: quel momento è venuto?».
E il video dell’attentato di Mosca, “traslocato” a Bruxelles con un clamoroso “tarocco”? «Sorge il sospetto che a partire dai giornalisti della Cnn e scendendo giù giù fino ai nostri, senza consultare Facebook e YouTube ci sia una certa difficoltà a capire Le immagini di Mosca falsamente attribuite a Bruxellescosa accada nel mondo. Ma in verità in tali alte sfere giornalistiche un errore del genere non è soltanto colposo, bensì certamente doloso», scrive Quaglia su “Megachip”. «Non è certo la prima volta che la Cnn viene beccata a falsificare le notizie, quindi stupirsi ora o invocare l’errore sarebbe curioso». Ma ormai negli occhi e nella mente del pubblico ci sono le immagini false: «E lì rimarranno, il resto non importa». In un altro video, «un uomo sopravvissuto pare regga fra le mani un bambolotto piuttosto che un vero bambino. Nel Mondo Nuovo Surrealista non ci si può più interamente fidare neppure dei propri occhi». Inoltre, l’attentato di Bruxelles è ricco di pane per i denti dei teorici delle coincidenze: «Scopriamo infatti che una delle mancate vittime era già stata una mancata vittima a Parigi, al Bataclan, il 13 novembre 2015. Si tratta di tal Lahouani Ziahi, francese, che con tutti i posti che ci sono nel mondo ha avuto la sfiga di trovarsi per due volte esattamente là, dove i terroristi colpivano. E, naturalmente, anche la fortuna di rimanere illeso entrambe le volte».
Ancor meglio ha fatto il mormone Jason Wells, 19 anni, che prima di rimanere ferito a Bruxelles nell’esplosione all’aeroporto Zaventem, il 15 aprile 2013 si era trovato anche alla maratona di Boston a un isolato di distanza da dove esplose una bomba. Wells si trovava anche a Parigi il giorno dell’attentato al Bataclan: «Secondo il “Corriere” rimase ferito anche lì, secondo fonti più attendibili si trovava in altra parte della città, quindi il terzo miracolo al massimo vale solo a metà». D’altra parte, anche uno dei feriti sopravvissuti al Bataclan era una vittima recidiva, essendosi già stato presente a Manhattan l’11 Settembre: si trovava sotto la Torre Sud quando si schiantò il primo aereo. «Questa proliferazione di vittime recidive che balzano più o meno illese di strage in strage farebbe risuonare un campanello di allarme in qualsiasi persona razionale, ma nel Mondo Nuovo Surrealista ci pare tutto normale». Volendo osservare criticamente altri eventi americani come la strage di Sandy Hook o di San Bernardino, «scopriremmo di ritrovarci addirittura nel Paese delle Meraviglie di Alice». Ovvero: «Mentre nel mondo normale qualsiasi cosa succeda nove persone su dieci sfoderano il loro telefonino ed iniziano a filmare o a farsi i selfie che poi si riversano su Facebook Jason Wellse YouTube, nel Mondo Nuovo Surrealista i giovani rigorosamente dimenticano di comportarsi così, le app degli smartphone rigorosamente omettono di infestare i social network delle immagini scaraventate online in tempo reale».
Zero immagini da Bruxelles, come del resto anche da Parigi. «Subito dopo i fatti di Parigi, insospettito dal fatto che a parte poche eccezioni nessun giornalista “avvoltoio” intervistasse le centinaia di famigliari delle vittime, delle quali in buona percentuale nessuno neppure pubblicava le foto, provai a scoprire qualcosa di più su di loro cercandone i profili su Facebook». Prima sorpresa: «Una buona percentuale delle vittime, forse addirittura metà, non ce l’avevano. Questo, in un’epoca dove trovare un giovane che non sia su Facebook è quasi impossibile». L’80% delle vittime dell’11 Settembre, poi, non è neppure presente nell’Us Social Security Death Index. «Vittime che pare quasi non esistano, contrapposte a quasi-vittime che pare esistano anche troppo – come la studentessa 22enne Cordelia Bowdery, la quale della sua esperienza al Bataclan scrisse un breve post su Facebook, struggente, commovente, perfetto, così da manuale da parer scritto da un professionista (“a pensar male si fa peccato, ma…”) e che rapidamente totalizzò tre milioni di “likes” e quasi 800.000 condivisioni». Che dire: «Contrasti assurdi del Mondo Nuovo Surrealista, ove nulla è ciò che sembra».
Il Mondo Nuovo Surrealista, continua Quaglia, «è architettato in modo da mettere in stato permanente di dissonanza cognitiva i propri cittadini, poiché è noto in psicologia che chi è in stato di smarrimento e confusione, non potendo contare sul giudizio di se stesso, diviene molto più disposto a sottomettersi a quello dell’autorità». Tanto per cambiare, i presunti terroristi di Bruxelles sarebbero due fratelli, “i fratelli el-Bakraoui”. «Su questo canovaccio si butta anche un media russo, rivelando (falsamente) che gli attentatori suicidi sarebbero due fratelli bielorussi (i quali hanno prontamente contattato la stampa per chiedere come fanno ad essere ancora vivi dopo essersi fatti esplodere)». Per gli attentati di Parigi a novembre 2015 c’erano “i fratelli Abdeslam”. Per la strage di Charlie Hebdo “i fratelli Kouachi”. Per l’attentato di Boston “i fratelli Tsarnaev”. «Va bene che i film di Hollywood seguono sempre gli stessi canovacci, ma qui non dovremmo trovarci nel mondo reale?». Uno dei fratelli el-Bakraoui, peraltro, a L'arresto di Salah Abdeslamsentire Erdogan sarebbe stato arrestato in Turchia a giugno 2015, poi spedito in Belgio avvertendo le autorità belghe che avrebbe legami col terrorismo. Uno standard, ormai: gli attentatori “già noti alle forze di sicurezza”.
Cose simili sono state riferite anche per molti altri attentati, a partire da Londra nel luglio 2005: «Si alimenta il mito dell’inefficienza dei servizi di sicurezza creando così il pretesto per aumentarne i poteri». Intanto, nessuno viene mai punito per questi “errori” catastrofici. Al contrario: «Dopo l’11 Settembre, i vertici militari e di intelligence americani che avevano “fallito” nel prevenire gli attacchi, anziché licenziati vennero tutti promossi. I budget per la “sicurezza” vengono raddoppiati, triplicati. Esiste qualcuno che ancora abbia il cervello acceso? Qualcuno si ricorda cosa significhi “cui prodest”?». Come in un film di Hollywood, la strage di Bruxelles segue di pochi giorni un colpo di scena nel quale “i buoni” pareva avessero vinto: ecco infatti «l’improbabile, scenografica cattura del cattivissimo Salah Abdeslam, additato a “cervello” della strage di Parigi, esibito al pubblico con un sacco in testa come se ci dovessero proteggere dal suo sguardo letale, in grado di impietrirci come Medusa». E come in un film, proprio sul più bello, ecco il colpo di scena drammatico, la nuova strage. Canovaccio invariabile anche sull’identità dei killer: al posto del solito passaporto “dimenticato” sulla scena del crimine, stavolta «il kamikaze si autodenuncia lasciando il suo “testamento” su un computer gettato nella spazzatura. E a capire dove abitavano i terroristici è bastato chiedere al tassista».
Altra variazione di sceneggiatura: manca per ora la scoperta dell’esercitazione antiterrorismo, presente in tutti gli attentati terroristici precedenti, intenta a svolgersi nello stesso esatto momento e negli stessi luoghi dove poi per caso gli scenari immaginati divengono reali. Tuttavia, aggiunge Quaglia, abbiamo una grande esercitazione profetica di reazione a catastrofe a fine febbraio, con centinaia di partecipanti, a 400 metri dalla fermata del metrò di Maelbeek. «Praticamente, lo stesso posto dove ora c’è stato l’attentato». E quindi: «O chi ha fatto l’esercitazione sapeva che l’attentato sarebbe avvenuto lì, oppure i teorici delle coincidenze hanno messo a segno la lora ennesima vittoria consecutiva alla lotteria delle improbabilità». Poi, naturalmente, ci sono i “profeti”. Oltre a Erdogan, si fa notare il giornalista americano David Chase Taylor, caporedattore di “Truther.org” David Chase Taylor«autoesiliatosi in Svizzera». Con una settimana di anticipo, Taylor «ha previsto un attentato a Bruxelles fra il 16 e il 23 marzo». E c’è addirittura chi ha previsto un attentato nel giorno esatto, il 22 marzo 2016, anche se non in grado di specificare dove.
«Il fatto è che pare che il numero 322 (3/22 è il 22 marzo, per gli anglosassoni, che sono usi anteporre il mese al giorno) sia uno di quei numeri “speciali” ai quali certi circoli di potere riconoscerebbero un valore particolare». Cercando in rete, prosegue Quaglia, si scopre che sul 22 marzo, negli anni, è stato scritto di tutto e di più. Un po’ come il numero 11, un altro numero molto in voga in certi circoli e che ci ha regalato esperienze indimenticabili l’11 settembre 1973 (il golpe in Cile), l’11 settembre 2001 (Torri Gemelle), l’11 marzo 2004 (attentati alla stazione di Madrid), l’11 marzo 2011 (disastro di Fukushima). «Cosa ci regalerà stavolta il terrorismo surrealista? Una invasione Nato in Siria? Una fusione delle forze di sicurezza delle diverse nazioni europee? Ulteriori perdite di sovranità? Nuove leggi contro la libertà di stampa e di espressione? Di tutto un po’? Inutile avere fretta. Presto lo scopriremo. L’ex capo del Mossad in un’intervista a “Repubblica” suggerisce per noi un Patriot Act europeo. Accipicchia che sorpresa! Proprio quello che ci mancava».

fonte: www.libreidee.org

sabato 26 marzo 2016

22 - il numero del Caos

Si è molto discusso fra numerologi e cabalisti sul simbolismo del numero 22, ma non si è trovata altra soluzione se non che il 22 corrisponde al Caos. Nella cabala ebraica non indica disordine ma un ordine superiore e viene associato a morte o fine. Il numero 22 secondo la numerologia pitagorica, è il numero dell'errore o di chi ha perduto la giusta via. Da ciò si possono spiegare i vari "incidenti", gli errori di giudizio, cui questo numero si collega. E' anche il numero che può rappresentare l'illusoria felicità ottenuta dai piaceri del mondo, la tendenza all'imbroglio, all'inganno, a vivere di espedienti, l'incostanza, l'instabilità, le contraddizioni nel comportamento e infine un cambiamento che può essere logistico, di residenza, di attività, di regime...

Questo numero "parla chiaro" insieme all'11 ed è fondamentale per l'èlite al potere, perchè molti episodi chiave che hanno cambiato o comunque influenzato le sorti del mondo, sono avvenuti o sono stati fatti succedere proprio il giorno 22. Ecco alcuni esempi storici - per chi avesse la memoria corta - che presentano le stesse caratteristiche che riguardano il significato del numero 22 e sono strettamente legati a scenari di matrice terroristica che portano il caos, o ad ogni modo trattano storie spiacevoli ricche di inganni e sacrifici umani: 

22 luglio 1944 - Firma degli accordi di Bretton Woods

22 luglio 1946 - L'Irgun (l'Organizzazione Militare Nazionale del movimento sionista in Palestina) compie un attentato terroristico a Gerusalemme, facendo esplodere una bomba nel King David Hotel, quartier generale dell'amministrazione civile e militare inglese; muoiono una novantina di persone

22 settembre 1973 - USA: Henry Kissinger, ex consigliere alla sicurezza della Casa Bianca, è nominato Segretario di Stato

22 maggio 1974 - Roma: è costituito presso l'Arma dei carabinieri un nucleo antiterrorismo, al comando del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa

22 maggio 1975 - Italia: approvata la legge 152/75, con la quale vengono assegnati maggiori poteri alle forze di polizia in ottica antiterroristica. È la cosiddetta legge Reale

22 febbraio 1976 - Italia: Si rinnova l'armamento della Polizia italiana: i vecchi moschetti vengono sostituiti da più moderne pistole mitragliatrici

22 aprile 1977 - Roma: Il ministro dell'Interno, Francesco Cossiga, vieta qualsiasi tipo di manifestazione pubblica fino al 31 maggio

22 gennaio 1978 - Jedda: una principessa e suo marito sono giustiziati nella capitale saudita perché colpevoli di avere contratto un matrimonio non voluto dalla famiglia reale. La principessa Misha, 23 anni, viene fucilata davanti al marito, il quale subito dopo verrà decapitato con la scimitarra

22 giugno 1983 - Roma: scompare in circostanze misteriose Emanuela Orlandi, figlia di un dipendente del Vaticano

22 gennaio 1987 - Stati Uniti: tragico suicidio in diretta televisiva per il politico statunitense Budd Dwyer, accusato di frode, corruzione e associazione a delinquere

22 luglio 2005 - Londra: la polizia uccide un presunto terrorista, ma si scoprirà che era un elettricista brasiliano ed era totalmente estraneo alle stragi

22 luglio 2011 - Norvegia: Un "attentato terroristico" forse di matrice cristiana integralista, colpisce il centro di Oslo con un ordigno esplosivo e l'isola di Utøya con una sparatoria: 93 morti. Il responsabile del massacro sarebbe un norvegese di 32 anni

22 febbraio 2014 Italia: Matteo Renzi assume l'incarico di Presidente del Consiglio dei ministri; per la terza volta consecutiva, dopo Monti e Letta, il Paese ha un presidente non eletto dai cittadini

17 luglio 2014 (1+7+7+2+0+1+4=22) - Ucraina: Il Volo Malaysia Airlines con a bordo 298 persone viene abbattuto da un missile mentre sorvolava il confine tra Ucraina e Russia. È il settimo incidente aereo più grave della storia. Il Boeing 777-200 della Malaysia Airlines aveva volato per la prima volta il 17 luglio 1997 ed è precipitato il 17 luglio 2014, esattamente 17 anni dopo la sua entrata in servizio. Il codice del volo? MH17
22 marzo 2016 - Belgio: Doppio attentato a Bruxelles in aeroporto e metro in cui si conterebbero più di 30 morti e oltre 130 feriti 

In questa lista seppur incompleta ne trovate ancora...


22 - Il Matto

Secondo la Smorfia Napoletana, il numero 22 è associato al Matto. Spaventa e preoccupa per la sua natura imprevedibile e irrazionale. La mancanza di raziocinio del malato mentale è ciò che più terrorizza la società umana, bisognosa di avere potere e controllo su tutti gli aspetti della vita quotidiana e per questo, nella maggior parte dei casi, vi è l’impulso di rinchiudere il matto per poterlo dimenticare più facilmente. Ma l’inconscio non dimentica.

Il Matto nella cartomanzia o Tarocchi rappresenta anche in questo caso l'energia originaria del caos, l'innocenza e la follia. Nei tarocchi marsigliesi il Matto è raffigurato con abiti da giullare e ripreso in altri mazzi di tarocchi, ha influenzato anche la rappresentazione del jolly o la matta, il cui utilizzo nei moderni giochi di carte è analogo a quello del Matto. Nei tarocchi Rider-Waite il Matto cammina sull'orlo di un precipizio e ha in mano una rosa (vedi simbolismo rosacroce) e rappresenta la perdita del libero arbitrio. In pratica nella realtà la vittima (il Matto) è trasformata in carnefice dopo essere stato sottoposto a tecniche di controllo mentale ed in seguito usata, anzi abusata per compiere qualsiasi ordine superiore, come attentati sotto falsa bandiera.

Non a caso il Matto è raffigurato con uno sguardo perso che simboleggia il distacco dalla realtà, la partenza senza destinazione; una sorta di limbo in cui non c'è alcuna certezza tranne la necessità di andare oltre (vedi kamikaze di 20-25enni mentalmente controllati dall'èlite che si fanno saltare in aria per scatenare il caos).

Nei tarocchi di Aleister Crowley, il Matto viene raffigurato da Dioniso, il dio che vive nel cuore della natura elementare, sull'ebbrezza dei sensi e dello spirito. Senza poggiare i piedi a terra, tiene in una mano una coppa rovesciata, simbolo dell'acqua cosmica, e nell'altra il fuoco creativo; dall'incontro di questi simboli, apparentemente inconciliabili, scaturisce il nuovo, la manifestazione vorticosa dell'energia (caos).


In astrologia corrisponde al cerchio dello zodiaco, al pianeta Marte e all'elemento Aria. In magia è il subcosciente. Nella cabala inglese il Matto corrisponde all'11°sentiero. Una poesia del 1928 di Anne Osmont (1872-1959), Le Fou (Il Matto), apparsa sulla rivista esoterica "Le Voile d'Isis" (il Volo dell'Isis), è dedicata al "vecchio zingaro, portatore dei Tarocchi", ovvero "il Folle che girovaga", il detentore delle XXII chiavi del Paradiso, colui che incantò il serpente sull'Albero di Smeraldo.

In alchimia il Matto rappresenta anche e soprattutto la Moltiplicazione Alchemica, cioè il fine principale dell'èlite: una società di schiavi dementi, mentalmente controllati ed in perpetua dissonanza cognitiva.


Ordine dal Caos (Tratto daAnticorpi - Fonte)

"Gli infami piani della élite globale sono stati covati a lungo. I loro scopi consistevano nello spostare l'economia verso paesi con irrisori costi d'impresa (eseguito), creare dal nulla una montagna di debiti (eseguito), imporre severe misure di rientro dai suddetti finti debiti tramite il FMI (in esecuzione), quindi dar fuoco alla miccia della rivoluzione (da eseguire).

Perché la rivoluzione? Perché è proprio da una rivoluzione che potrà nascere un nuovo ordine mondiale. E' a causa di una rivoluzione che il mondo occidentale potrà essere ancora più significativamente ridotto in schiavitù. E' mediante una rivoluzione che il male potrà essere esteso in maniera massiccia.

E' proprio dai regimi post-rivoluzionari che scaturiscono le conseguenze più nefaste per il genere umano, perché la rivoluzione conduce sempre al totalitarismo, alla paura, facendo il gioco degli squadroni della morte e consentendo ai più malvagi di dedicare grandi sacrifici al Dio dei modellatori della realtà. Una delle micce sarà rappresentata dalle rivoluzioni che avranno luogo all'interno dei paesi che hanno una storia di disordini civili" - 
[Olive Farmer]

Aprite gli occhi, perché l'inganno che sta consumandosi davanti al mondo è stato progettato da molto tempo. L'onda rivoluzionaria non è una sollevazione spontanea di popoli arrabbiati (per ora solo nelle nazioni arabe, ma presto in paesi più vicini a voi), bensì uno degli atti finali di una strategia lungamente covata dalla classe dirigente. Questa repentina escalation di caos è stata ordinata e pianificata in ogni dettaglio allo scopo di creare la distruzione degli attuali paradigmi della società mondiale come preparazione per il nuovo ordine mondiale, cioè il vecchio ordine mondiale impacchettato in una diversa confezione.

Sono impegnati nella distruzione di tutti i capisaldi concettuali dell'umanità. Anche della roba finta a cui essi stessi in passato ci hanno indotto a credere. Ogni cambiamento è inquietante, ma un cambiamento nei paradigmi di potere è il più inquietante di tutti.

In primis hanno minato la fiducia nella "democrazia" che essi stessi hanno creato (l'ago della menzogna si nasconde meglio in un pagliaio di verità). La maggioranza delle persone (compresi coloro i quali si sono bevuti tutte le bugie dei media mainstream) sta ora realizzando che i politici sono bugiardi, che sono burattini e co-cospiratori, e che i governi sono impegnati in una politica di tosatura del gregge. Tutto ciò risulta più evidente per gli abitanti delle finte democrazie o degli stati controllati da demagoghi, ma molto rapidamente risulterà evidente anche in tutte le democrazie occidentali, in Europa e poi in Cina, negli Stati Uniti, ovunque. E' una deliberata creazione del caos dal quale dovrà scaturire un nuovo ordine.

In secondo luogo, la truffa bancaria globale ha posto le basi per la distruzione della fede nell'attuale sistema valutario, che ci ha fatto così soffrire per via delle vicende finanziarie a tutti note. Il denaro - questa roba che ci mantiene separati in modo così efficace creando gelosie, desideri malsani, avidità distruttive, innaturali disparità tra tutti noi membri della famiglia dell'umanità - è in giro da così tanto tempo che nemmeno riusciamo più a immaginare un sistema in cui sia assente. Ebbene, ci toccherà farlo, dato che hanno intenzione di distruggere il sistema valutario, aprendo la strada ad un caos sempre maggiore per far fronte al quale ci presenteranno la loro soluzione.

La terza fase sarà la distruzione della fede nella sicurezza. Le perdite di denaro svolgeranno una parte importante in tutto ciò. L'idea che si possa programmare la propria vita, comprare una casa per noi e la nostra famiglia, lavorare duramente e guadagnare un tranquillo pensionamento in seno alla nostra famiglia. La fede in un mondo ordinato e tranquillo. Illusioni che dovremo definitivamente archiviare, dopo che le acque agitate hanno già travolto chi vi si trovava più vicino. Nei prossimi mesi saranno inghiottite da questo vortice perfino le rocce a cui ci aggrappavamo per mantenere un minimo di sicurezza. Tali rocce sono ormai fiaccate da decenni di erosione. Ecco che cosa si cela dietro la distruzione della famiglia e della comunità; un indebolimento costante e implacabile del vero potere dell'umanità: l'unione. In questo consiste la terza fase.

Aspettavate di vivere in pace per il resto della vostra vita? Ebbene, tale aspettativa oggi si trova sotto un grave attacco. Dalle rivoluzioni indotte emergeranno guerre civili ed interventi militari che vedranno i padri combattere contro i figli, fratelli contro fratelli, vicini contro vicini, nazioni contro nazioni. 
Da tanta discordia sorgerà poi un nuova leadership, una leadership macchiata di sangue, la più crudele e meno umana che sia mai esistita. Nel frattempo stanno distruggendo le fedi religiose proprio nel momento in cui la gente ne avrebbe più bisogno. Tale necessità fondamentale della psiche umana, strumento di chi cerca la pace, il bene e l'amore, spesso manipolato dai governi, è stato trasformato in odio, uccisioni, torture e perversioni.

Anche le grandi menzogne saranno distrutte nel cambiamento di paradigma. E migliaia di verità eterne resteranno sepolte tra le macerie, cosa ancor più inquietante. Dalla famiglia, alla sicurezza, al governo, al diritto, al denaro e poi alla religione, tutti i principi fondamentali della nostra vita sono in via di smantellamento, tirati via come un tappeto da sotto i piedi.

Il Nuovo Ordine Mondiale è un grande piano. L' intenzione è quella di distruggere tutto, cancellare la lavagna e disegnare un nuovo futuro su una tela bianca. Hanno bisogno di tale crollo totale per ammodernare gli strumenti autoritari e manipolativi, ormai desueti in questa era tecnologica. L'abilità del piano sta in questo. Le loro intenzioni sono sempre state guidate dalla consapevolezza che prima o poi l'umanità avrebbe scoperto la verità. Per impedire questa apocalisse (dal greco, letteralmente: la caduta del velo, la rivelazione dei misteri), cercano di usare tutti i trucchi a loro disposizione.

Se il loro piano fallirà, una nuova umanità nascerà. Le nuove idee, sistemi e leader apparentemente in opposizione al NWO sono - invece - agenti della stessa cabala luciferina. Non credete a niente. Controllate qualsiasi cosa e poi continuate a non credere. Naturalmente, gli UFO fanno parte di questo gioco. 
E poi i fantastici ritrovati di una tecnologia che cambierà il mondo (prodotti dello ingegno umano rubati e conservati per essere usati propagandisticamente in questi tempi).

Per quanto sia certo che il grande piano proseguirà a dispiegarsi, il suo esito non è affatto scontato. Le reazioni dell'umanità non sono già scritte, sebbene possa sembrare vero il contrario. Il libero arbitrio scriverà la fine di questa storia. Sosteniamo l'amore. In noi stessi e nella consapevolezza dell'amore. L'anima, autentica essenza della umanità è la più grande verità che mai potremo scoprire. 

Alcuni riferimenti tratti da Wikipedia

fonte: freeondarevolution.blogspot.it

giovedì 24 marzo 2016

30 cose che devi smettere di fare oggi



Quando smetti di inseguire le cose sbagliate, crei lo spazio per concentrarti sulle opportunità di crescita e di sviluppo.

Allora, a cominciare da oggi…

1 - Smetti di cercare di essere perfetto – Il mondo non premia i perfezionisti, ma coloro che portano a termine ciò che hanno iniziato.

2 - Smetti di paragonarti agli altri – L’unica persona con cui competere sei tu stesso.

3 - Smetti di arrovellarti il cervello sul passato o di preoccuparti troppo del futuro – Qui e ora è l’unico momento che ti è garantito. Il qui e ora è vita. Non mancarlo.

4 - Smetti di lamentarti – Piangerti addosso non giova né a te né a coloro che ti sono vicino.

5 - Smetti di covare rancore e risentimento – Perdona, lascia andare gli errori altrui. Trattenere queste emozioni è l’ostacolo più grande sulla strada delle felicità.

6 - Smetti di aspettare – Ciò che non inizi oggi difficilmente lo affronterai domani. Conoscenza e intelligenza sono nulla senza azione...



7 - Smetti di dire bugie – Nel lungo termine la verità si rivela sempre. Non mentire né a te stesso né al prossimo.

8 - Smetti di avere paura di sbagliare – L’unico vero sbaglio che tu possa commettere è decidere di non agire per paura di sbagliare.

9 - Smetti di dire “Non sono capace” – Come ha detto Henry Ford: “Che tu pensi di essere capace oppure no, in ogni caso avrai ragione.”

10 - Smetti di pensare di non essere pronto – Le migliori opportunità nel corso della nostra vita si presentano quando andiamo oltre la nostra zona di comfort, quindi all’inizio non ti sentirai mai completamente pronto. Tu agisci comunque, un piccolo passo dopo l’altro.

11 - Smetti di cercare di fare tutto da solo – Come recita un detto: “Se vuoi andare veloce, vai da solo. Se vuoi andare lontano, vai insieme agli altri”.

12 - Smetti di comprare cose di cui non hai bisogno – Non spendere soldi soltanto per cercare di fare impressione sugli altri. Non prenderti in giro, il benessere non si misura attraverso gli oggetti materiali.

13 - Smetti di incolpare gli altri per le tue responsabilità – Per vivere in pieno la vita dei tuoi sogni devi assumerti piena responsabilità delle tue azioni.

14 - Smetti di ingigantire i problemi – Di fronte a una situazione problematica che ti affligge, domandati: “Questo problema sarà davvero tale da qui a un anno?”. Chiediti sempre se vale la pena preoccuparsi.

15 - Smetti di vivere in base alle aspettative altrui – Segui le tue passioni e i tuoi sogni, lavora duro per soddisfare le tue aspettative, non quelle di altri.

16 - Smetti di fare promesse che non manterrai – Non illudere o ingannare il prossimo. Dai di più di ciò che prometti.

17 - Smetti di trattenere pensieri ed emozioni – Esprimi te stesso, comunica sempre ciò che senti, non tenere tutto dentro.

18 - Smetti di evitare il cambiamento – Abbraccia le novità, non temere i cambiamenti. Dietro ogni cambiamento risiede un’opportunità di crescita.

19 - Smetti di preoccuparti di ciò che gli altri pensano di te – Ciò che gli altri pensano e dicono su di te non è così importante. Ciò che davvero conta è come ti senti con te stesso.

20 - Smetti di cercare di controllare tutto – La vita è un fenomeno imprevedibile, lo saprai bene. Non cercare di avere tutto sotto controllo, non ci riusciresti.

21 - Smetti di continuare a fare sempre le stesse cose – Espandi i tuoi orizzonti, esci dalla tua zona di comfort. Se continui a fare le stesse cose, continuerai a ottenere le stesse cose.

22 - Smetti di fare multi-tasking – Fai una cosa per volta e falla per bene.

23 - Smetti di pensare di essere più importante degli altri – Metti da parte il tuo egoismo, non dimenticare mai di pensare alle esigenze del prossimo.

24 - Smetti di riempire ogni momento libero con impegni e attività – Va benissimo essere da soli, a volte. Va benissimo non fare nulla, a volte. Rilassati.

25 - Smetti di fare le cose sbagliate soltanto perché le hai sempre fatte – Fai ciò che senti essere giusto, ascolta il tuo cuore. Pensa in grande.

26 - Smetti di focalizzarti su ciò che non vuoi che accada – Concentrati sui tuoi sogni e sui tuoi obiettivi. Il pensiero positivo è alla base di ogni successo.

27 - Smetti di prenderti troppo sul serio – Altri lo faranno. Impegnati sul serio, ma non dimenticare di divertirti.

28 - Smetti di fare un lavoro che odi per tutta la vita – La vita è troppo breve per accettare questo compromesso. Trova ciò che ti appassiona e lavoraci sodo.

29 - Smetti di pensare a ciò che ti manca – Apprezza tutto ciò che hai. La maggior parte delle persone su questa terra non è così fortunata.

30 - Smetti di dubitare degli altri – Le altre persone sono la risorsa più preziosa che hai. Fidati di coloro che ti sono vicino e non pensare di poter far sempre tutto da solo.

Fonte: www.vivizen.com


fonte: crepanelmuro.blogspot.it

sabato 19 marzo 2016

Giordano Bruno: questo potere ipocrita ci vuole sudditi

La filosofia di Giordano Bruno è il grido di coraggio per alzare la testa contro la sottomissione fideista, che vuole un’umanità eterna minore: «gregge», «asino», «pulcino», «pulledro». In uno stato di perenne infantilismo, sottomessa a libri “sacri” e ai loro “sacralizzati” interpreti, che con la promessa del cielo pretendono di dettar legge sulla terra. Bruno a costoro toglie ogni ruolo, non solo mettendone a nudo le brame di potere, ma spazzando via le gabbie dell’ideologismo delle loro presunte Verità eterne. Il copernicanesimo è il trampolino di lancio della rivoluzione bruniana dell’infinito divenire. «Con la Terra ruotano tutte le cose che in terra stanno». Quindi, anche soggezione mentale e sociale possono essere ribaltate, cancellate. Ed è l’uscita dell’umanità dalla condizione infima in cui la divisione tra un cielo superiore ed una terra inferiore la costringeva. Ciascun individuo può finalmente volare sulle ali della libertà, per conoscere, comprendere, agire autonomamente.
Bruno azzera creazionismo, finalismo, provvidenzialismo: «gentil sogno, baia di rimbambiti» – per usare la squilla delle sue parole – riportando il pensiero a funzione corporale, così che ogni individuo, libero dai “padroni dell’anima”, possa diventare Giordano Bruno«padrone del proprio destino». Gli esseri umani, fiduciosi nella ragione, nei sentimenti nelle possibilità e capacità loro, possano finalmente «far quel progresso col spirito», «e liberarse da le chimere di quei  che [...] discesi dal cielo, con multiforme impostura han riempito il mondo tutto d’infinite pazzie». La filosofia di Bruno diviene militanza politico-sociale. Il filosofo deve essere «risvegliator di dormienti» per la liberazione da dogmi e padroni. La sua filosofia ci costringe a fare i conti con pregiudizi e ristrettezze mentali. Perché non ammette zone grigie. Perché è un atto d’accusa contro l’opportunismo, la pavidità, l’ipocrisia che producono – scrive Bruno – il «servilismo che è corruzione contraria alla libertà e dignità umana».
Giordano Bruno è la tromba del coraggio dell’emancipazione, per sperimentarci al di fuori delle maschere inumane di chi vorrebbe un mondo già tutto descritto e prescritto per schiavi consenzienti, che docilmente – scrive il nostro filosofo – si fanno «guidare con la lanterna della fede, cattivando [imprigionando] l’intelletto a colui che gli monta sopra et, a sua bella posta, l’addirizza e guida». Al regno della sottomissione, l’umanità deve sostituire il regno delle libertà e dei diritti. Il regno della dignità e dell’uguaglianza. «Non è possibile – afferma il nostro filosofo – che tutti abbiano una sorte; ma è possibile ch’a tutti sia ugualmente offerta. La legge – aggiunge – faccia che gli potenti per la loro preminenza e forza non sieno sicuri». EMaria Mantellospecifica: «Gli potenti sieno più potentemente compressi e vinti» affinché «gli deboli non siano oppressi».
E ancora: «Due son le mani per le quali è potenza a legare ogni legge, l’una è quella della giustizia, l’altra è della possibilità; [...] atteso che quantunque molte cose sono possibili che son giuste, niente però è giusto che non sia possibile». Noi oggi chiamiamo tutto questo Democrazia. E sappiamo bene che non esiste senza Laicità. Laicità: dimensione privata e pubblica per la dignità di ogni essere umano contro gli analfabeti dei diritti umani, che vomitano la più nera pulsionalità di sopraffazione sul mondo intero. Contro questi razzisti, maschilisti, sessisti, omofobi… dobbiamo essere intransigenti, per non essere rituffati nella notte della non verità che mandò Bruno al rogo.
(Maria Mantello, “Giordano Bruno, il coraggio dell’emancipazione”, da “Micromega” del 15 febbraio 2016).

fonte: www.libreidee.org

controinformazione deviata



Controinformazione deviata: un appello! 

Scritto da MMJ in febbraio 12th, 2016. Lo scorso 10 Febbraio io, Mason Massy James, Roberto Scalisi (alias Logica convenzionalistae Fulvio Venanzini abbiamo partecipato ad una diretta web sul canale di Salvo Mandarà.

Nonostante il tempo ci abbia impedito di illustrare in maniera esaustiva, come ci eravamo prefissati, i concetti che volevamo esporre (e speriamo ci sia una seconda occasione per approfondire e completare quanto abbiamo detto), credo che questa diretta abbia segnato un punto di svolta e di rottura nella cosiddetta controinformazione online.

Da troppo tempo quest’ultima, complice l’eccessiva leggerezza con cui si analizzano i fatti e le informazioni da parte di chi si informa, è stata presa d’assalto e infiltrata (consapevolmente o no) da argomentazioni e ideologie tutt’altro che antisistema. La controinformazione online si è trasformata piuttosto in un veicolo dell’informazione mainstream, abilmente camuffata, perciò assimilata come realtà alternativa e di opposizione al sistema.

C’era da aspettarselo. Sarebbe stato ingenuo pensare che il potere non avesse i mezzi e il movente per contaminare internet ed usare la potenza informativa intrinseca a questo mezzo, a suo vantaggio.

Così, attraverso i canali e i personaggi che erano soliti divulgare informazioni contro il sistema, oggi stanno dilagando e prendendo piede ideologie che in realtà sono le stesse con cui abbiamo permesso ad un sistema di consolidarsi, dividerci, farci odiare e continuare indisturbato il suo incessante lavoro di sottomissione e delega al potere.
La controinformazione appare oggi in mano a coloro che ritengono possibile creare gay artificialmente, persone che sostengono che l’omosessualità sia contronatura, che vada fermata o comunque limitata perché l’elite avrebbe interesse a divulgarla per diversi scopi come ad esempio sdoganare la pedofilia, ridurre la popolazione, mercificare il corpo umano. Tutto questo ovviamente in assoluta antitesi con la logica, la biologia, l’antropologia e soprattutto il buonsenso.

Senza argomentare oltre sul fatto che per depopolare la terra ci siano mezzi e tecnologie molto più efficaci e facilmente utilizzabili, l’omosessualità non lede nessuno, gli studi sociali dimostrano che l’adozione da parte di coppie omogenitoriali non dà risultati diversi dalle adozioni etero, non c’è alcuna correlazione tra pedofilia e omosessualità e infine essa è presente nel regno animale e umano da sempre, quindi non può essere certo frutto di una moderna manipolazione delle menti. Il punto infatti di queste tesi non è quello di difendere i bambini e la società da un pericolo (che non esiste). Il punto è fingere di proteggerci da quel pericolo inesistente, con il recondito scopo di alimentare quello status quo e quella divisione che esiste e resiste grazie a millenni di manipolazione sessuale che ci vuole veder scannare e reprimere l’un l’altro su questioni irrisorie.

Non è un caso che gli stessi che propinano queste tesi sono gli stessi che difendono “la famiglia tradizionale/naturale”. Un concetto che non esiste perché la famiglia non è né naturale né tradizionale, è solo un modello socialeUn modello che è funzionale al capitalismo e all’economia industriale in quanto è la base del classismo, della divisone per sangue delle persone, della continuazione e protezione del patrimonio di generazione e generazione. E’ lo strumento primo di controllo sociale ed è per questo ora che questo modello si sta estendo alle coppie gay: non perché il potere è diventato buono, ma solo per estendere quel dominio ad una parte di popolazione ancora fuori dai giochi ma che ora sta acquisendo quell’accettabilità sociale necessaria per cadere nelle fauci di quella forma di controllo.

Altri controinformatori blasonati sostengono la tesi del piano Kalergi, il ché implicitamente ammette non solo che le migrazioni siano destabilizzanti a prescindere, ma anche che il miscuglio genetico tra razze generi automaticamente un cosiddetto “meticciato” più facilmente dominabile dal potere.

Vedere le migrazioni come fatto aprioristicamente destabilizzante è una semplificazione superficiale e criminale. Superficiale perché non contempla tutti i casi storici in cui le migrazioni non hanno causato destabilizzazione e criminale perché non si prende in considerazione il motivo per cui le migrazioni avvengono, né come i migranti vengono gestiti una volta arrivati, una deumanizzazione del problema agghiacciante oltre che paralizzante dal punto di vista della risoluzione pratica. Se venissero presi davvero in considerazione questi due elementi (il perché i migranti partano e il come vengano accolti), qualsiasi piano Kalergi sarebbe evidentemente impraticabile, perché se si smettesse di martoriare le terre del terzo mondo non ci sarebbero migrazioni di massa; se i pochi migranti che partissero comunque fossero integrati nel rispetto reciproco, non vi sarebbe alcuna tensione sociale e quindi alcuna destabilizzazione economica, culturale o di altro genere (la destabilizzazione sociale che vediamo oggi di certo non è dovuta alla presenza di stranieri, ma ad una programmata diminuzione delle risorse e anzi, questa scusa è stata usata in passato molto proficuamente da svariati totalitarismi, come collante per ottenere il consenso necessario a consolidare posizioni di potere). Sentir dire che non dobbiamo occuparci dei migranti perché non abbiamo le risorse per farlo (e quindi prima gli italiani) o perché non ne siamo responsabili, dalle stesse persone che conoscono le truffe bancarie, il sistema a moneta debito, le guerre inventate dal nulla in medio oriente attraverso false flag, neocolonialismo, lo sfruttamento dei paesi poveri da parte delle multinazionali ecc.è assolutamente inaccettabile!
Il concetto del miscuglio di razze che genera una razza più dominabile svela la natura di chi divulga e vuole che si parli di questi temi piuttosto che delle loro vere soluzioni. La razza è un marker genetico che determina un aspetto estetico non diverso dal gene che fa avere i capelli neri ad una persona e i capelli biondi ad un’altra. Quindi è come se stessimo dicendo che le persone meticce (castani) che vengono fuori dal miscuglio dei biondi con i mori sia più facilmente dominabile. Queste sarebbero dunque le ridicole basi logiche e biologiche del Kalergi e dei controinformatori che lo divulgano, non dissimili alla pseudoscienza della frenologia con cui si pensava di poter capire la psiche criminale di una persona semplicemente osservando l’aspetto del cranio.

Quindi anche qui si può vedere la vera natura della divulgazione di queste tematiche che non è quella di comprendere e infine risolvere il problema per migliorare il mondo in cui viviamo (per tutti!), ma è solo ed esclusivamente quello di identificare un nuovo nemico nello straniero, creando quello strappo sociale che serve al potere per poterci manipolare. Paradossalmente credere a ciò che il piano Kalergi implica, è fare in modo che un piano Kalergi avvenga.


Ancora una volta la razza è usata per dividerci e darci un alibi per non occuparci del vero problema: il senso critico delle persone, come queste vedono se stesse e vedono la società, la responsabilità verso il prossimo e verso se stessi. Tutto questo ci viene precluso in una visione razziale di separazione in cui ce la prendiamo con le pedine piuttosto che con chi le manovra dall’alto. Un perfetto sistema del potere per continuare ad agire indisturbato.
Non esagero se, parlando della diretta a cui abbiamo partecipato, la indico come uno strappo e svolta nella controinformazione. Ne sono esempio le aspre critiche che ci hanno sommersi, nel numero e nella qualità.
Infatti queste critiche sono state portate avanti da pochi individui, ma in maniera determinata, sistematica, all’unisono. Queste critiche si sono basate su etichette politiche, accuse di varia natura; siamo stati chiamati massoni, sinistroidi, tecnocrati, sionisti, adoranti del cornuto ecc. ma ben poche argomentazioni.

Questo è evidentemente frutto di una ideologizzazione delle argomentazionianche nella controinformazione: le persone non si confrontano più sul merito delle questioni (base imprescindibile di una corretta crescita e comprensione del mondo) ma vogliono dare etichette per permettersi e permettere di non confrontarsi sui temi. Lo stesso meccanismo che usano i convenzionalisti per continuare a credere nelle menzogne del sistema e che lo proteggono da una visione critica delle cose che lo distruggerebbe con uno schiocco di dita.

Alla luce di tutto questo, la nostra apparizione in quella diretta e il presente articolo sono un appello a tutte le persone che hanno a cuore la controinformazione e vogliono davvero cambiare le cose e vedere realizzato un mondo migliore per tutti, in cui i miti che ci hanno separati, imbruttiti, resi vittime e carnefici allo stesso tempo, vengano scacciati via come brutti incubi.
So che siete in molti lì fuori e che in molti avete abbandonato l’attivismo e la controinformazione perché l’avete vista cadere nelle mani sbagliate, nelle mani di coloro che in realtà perpetrano gli stessi meccanismi del potere. Siete molti più di quanti crediate. Il problema è che siete più silenziosi e il vostro silenzio sta lasciando spazio alle urla violente di chi, infiltrando la controinformazione, la sta rendendo strumento del potere. Siamo noi la maggioranza e vi assicuro che è una maggioranza schiacciante, ma sarà tale solo quando tutti inizieremo a parlare insieme.

Visione & Coraggio.

Ecco la diretta integrale:

https://www.youtube.com/watch?v=NFqjzL8UDAU
Ecco alcuni esempi di commenti ricevuti:



Fonte: Mason Massy James 


http://compressamente.blogspot.it/2016/02/controinformazione-deviata.html#more

fonte: alfredodecclesia.blogspot.it

martedì 15 marzo 2016

Eco: morire è facile, appena scopri che il mondo è una truffa

Recentemente un discepolo pensoso (tale Critone) mi ha chiesto: Maestro, come si può bene appressarsi alla morte? Ho risposto che l’unico modo di prepararsi alla morte è convincersi che tutti gli altri siano dei coglioni. Allo stupore di Critone ho chiarito. Vedi, gli ho detto, come puoi appressarti alla morte, anche se sei credente, se pensi che mentre tu muori giovani desiderabilissimi di ambo i sessi danzano in discoteca divertendosi oltre misura, illuminati scienziati violano gli ultimi misteri del cosmo, politici incorruttibili stanno creando una società migliore, giornali e televisioni sono intesi solo a dare notizie rilevanti, imprenditori responsabili si preoccupano che i loro prodotti non degradino l’ambiente e si ingegnano a restaurare una natura fatta di ruscelli potabili, declivi boscosi, cieli tersi e sereni protetti da un provvido ozono, nuvole soffici che stillano di nuovo piogge dolcissime? Il pensiero che, mentre tutte queste cose meravigliose accadono, tu te ne vai, sarebbe insopportabile.
Ma cerca soltanto di pensare che, al momento in cui avverti che stai lasciando questa valle, tu abbia la certezza immarcescibile che il mondo (sei miliardi di esseri umani) sia pieno di coglioni, che coglioni siano quelli che stanno danzando in discoteca, Umberto Ecocoglioni gli scienziati che credono di aver risolto i misteri del cosmo, coglioni i politici che propongono la panacea per i nostri mali, coglioni coloro che riempiono pagine e pagine di insulsi pettegolezzi marginali, coglioni i produttori suicidi che distruggono il pianeta. Non saresti in quel momento felice, sollevato, soddisfatto di abbandonare questa valle di coglioni?
Critone mi ha allora domandato: Maestro, ma quando devo incominciare a pensare così? Gli ho risposto che non lo si deve fare molto presto, perché qualcuno che a venti o anche trent’anni pensa che tutti siano dei coglioni è un coglione e non raggiungerà mai la saggezza. Bisogna incominciare pensando che tutti gli altri siano migliori di noi, poi evolvere poco a poco, avere i primi dubbi verso i quaranta, iniziare la revisione tra i cinquanta e i sessanta, e raggiungere la certezza mentre si marcia verso i cento, ma pronti a chiudere in pari non appena giunga il telegramma di convocazione. Convincersi che tutti gli altri che ci stanno attorno (sei miliardi) sino coglioni, è effetto di un’arte sottile e accorta, non è disposizione del primo Cebete con l’anellino all’orecchio (o al naso). Richiede studio e fatica. Non bisogna accelerare i tempi. Bisogna arrivarci dolcemente, giusto in tempo per morire serenamente. Ma il igorno prima occorre ancoraLa bustina di Minervapensare che qualcuno, che amiamo e ammiriamo, proprio coglione non sia. La saggezza consiste nel riconoscere proprio al momento giusto (non prima) che era coglione anche lui. Solo allora si può morire.
Quindi la grande arte consiste nello studiare poco per volta il pensiero universale, scrutare le vicende del costume, monitorare giorno per giorno i mass-media, le affermazioni degli artisti sicuri di sè, gli apoftegmi dei politici a ruota libera, i filosofemi dei critici apocalittici, gli aforismi degli eroi carismatici, studiando le teorie, le proposte, gli appelli, le immagini, le apparizioni. Solo allora, alla fine, avrai la travolgente rivelazione che tutti sono coglioni. A quel punto sarai pronto all’incontro con la morte. Sino alla fine dovrai resistere a questa insostenibile rivelazione, ti ostinerai a pensare che qualcuno dica cose sensate, che quel libro sia migliore di altri, che quel capopopolo voglia davvero il bene comune. E’ naturale, è umano, è proprio della nostra specie rifiutare la persuasione che gli altri siano tutti indistintamente coglioni, altrimenti perché varrebbe la pena di vivere? Ma quando, alla fine, saprai, avrai compreso perché vale la pena (anzi, è splendido) morire. Critone mi ha allora detto: Maestro, non vorrei prendere decisioni precipitose, ma nutro il sospetto che Lei sia un coglione. Vedi, gli ho detto, sei già sulla buona strada.
(Umberto Eco, “Importante lezione per Critone”, dalla rubrica “La bustina di Minerva” su “L’Espresso” del 12 giugno 1997, ripreso da “Viewfromwesthill” il 14 giugno 2007).

fonte: www.libreidee.org

sabato 5 marzo 2016

come pensa la classe dominante

Dobbiamo comprendere che la grave situazione in cui viviamo non è una parentesi. Niente funzionerà più come prima del 2008. È probabile che stiamo entrando in un sistema forse anche peggiore del capitalismo, una sorta di economia della rapina, più simile al modo in cui funzionano le mafie del narcotraffico che ai modelli imprenditoriali che abbiamo conosciuto nella maggior parte del XX secolo. La crisi è stata provocata da los de arriba, quelli che stanno in alto, per continuare a restarvi, a essere classe dominante. Vogliono farlo a spese dell’umanità intera e sono disposti a creare anche un’ecatombe demografica pur di togliere di mezzo o far scomparire tutto quel che limita i loro poteri e intralcia i loro piani. A noi non resta altra strada che organizzare il nostro mondo nei nostri spazi/territori.

La crisi continua a rivelare tutto quello che nei periodi di normalità rimaneva celato. Anche i progetti strategici della classe dominante, il suo modo di vedere il mondo, la scommessa principale che fa per continuare a essere classe dominante. È questo, a grandi linee, il suo obiettivo centrale, quello al quale subordina tutto il resto, comprese le forme capitaliste di riproduzione dell’economia.

Si potrebbe pensare che la crisi sia appena una parentesi dopo la quale tutto continuerebbe, più o meno, come funzionava prima. Non è così. La crisi non è solo un rivelatore, ma il modo con il quale los de arriba, quelli che stanno in alto, stanno rimodellando il mondo. Perché la crisi è, in grande misura, provocata da loro per spostare o far scomparire ciò che limita i loro poteri. In sostanza, nel nostro continente (in senso generale l’América latina, ndt): i settori popolari, gli indigeni, i neri e i meticci.

D’altro canto, una crisi di questa portata (si tratta di un insieme di crisi che comprendono crisi/caos climatico, ambientale, sanitario e, quel che investe tutto, una crisi della civilizzazione occidentale) significa mutazioni più o meno profonde delle società, dei rapporti di forza e dei poli di potere nel mondo, in ogni regione e in ogni paese. Sembra necessario affrontare tre aspetti. Non esauriscono tutte le novità che presenta la crisi ma sono, a mio modo di vedere, quelli che possono maggiormente influenzare le strategie dei movimenti antisistemici.

In primo luogo, ciò che chiamiamo economia ha sofferto cambiamenti di fondo. Un quadro elaborato dall’economista Pavlina Tcherneva, sulla base degli studi sulla disuguaglianza di Thomas Piketty, rivela come sta funzionando il sistema dagli anni Settanta, la situazione si è aggravata con la crisi del 2008.

Il quadro abbraccia sessanta anni dell’economia statunitense, dal 1949 a oggi. Descrive poi di quale parte della crescita delle entrate si impadronisce il 10 per cento più ricco della popolazione, e quanto spetta al 90 per cento restante. Negli anni Cinquanta, per esempio, il 10 per cento ricco si appropriava di una quota tra il 20 e il 25 per cento delle nuove entrate annuali. Così funziona un’economia capitalista “normale”, con un’appropriazione maggiore del frutto del lavoro umano da parte degli imprenditori, quel che Marx chiamò plusvalore. È l’accumulazione di capitale per riproduzione allargata.

A partire dal 1970 si produce un importante cambiamento che diventa ben visibile negli anni Ottanta: il 10 per cento ricco della popolazione comincia a impadronirsi dell’80 per cento della ricchezza e il 90 per cento rimane appena con il 20 per cento di quello che si genera ogni anno. Questo periodo corrisponde all’egemonia del capitale finanziario, quello che David Harvey ha chiamato “accumulazione per espropriazione” o spoliazione.

Qualcosa di straordinario avviene però a partire dal 2001. I ricchi si tengono tutte le nuove entrate e, dal 2008, arraffano anche una parte di quello che aveva il 90 per cento in termini di risparmi o beni. Come chiamiamo questo modo di accumulazione? È un sistema che non è più capace di riprodurre le relazioni capitaliste perché consiste nella rapina. Il capitalismo estrae plusvalore e accumula ricchezza (anche per espropriazione), ma lo fa espandendo le relazioni capitaliste, per questo impiega lavoro salariato e non lavoro schiavistico (devo queste riflessioni a Gustavo Esteva, che le ha formulate nei giorni della scuoletta zapatista e in successivi scambi di opinioni).

È probabile che stiamo entrando in un sistema forse anche peggiore del capitalismo, una sorta di economia della rapina, più simile al modo in cui funzionano le mafie del narcotraffico che ai modelli imprenditoriali che abbiamo conosciuto nella maggior parte del XX secolo. È probabile, inoltre, che questo non sia stato pianificato dalla classe dominante, ma che sia il frutto della smisurata ricerca di profitti avvenuta nel periodo finanziario e dell’accumulazione per espropriazione, (un processo, ndt) che ha fatto nascere una generazione di avvoltoi/lupi incapaci di produrre niente altro che distruzione e morte intorno a sé.

In secondo luogo, il fatto che il sistema funzioni in questo modo fa sì che quelli in alto abbiano deciso di salvarsi a spese dell’intera umanità. In un qualche momento devono aver cancellato ogni sentimento nei confronti degli altri esseri umani e sono disposti a provocare un’ecatombe demografica, come suggerisce il quadro menzionato. Vogliono tutto.

Per questa ragione, la forma in cui sta funzionando il sistema è più appropriato definirla “quarta guerra mondiale” (come ha fatto il subcomandante insurgente Marcos) che “accumulazione per espropriazione”, perché l’obiettivo è l’umanità intera. Sembra che la classe dominante abbia deciso che con l’attuale grado di sviluppo tecnologico possa prescindere dal lavoro salariato che genera ricchezza, e che per i suoi prodotti non dipenda più dai consumatori poveri. Al di là del fatto che questo possa essere un delirio indotto dalla superbia, sembra evidente che quelli in alto non sono intenzionati a mettere ordine nel mondo secondo i loro vecchi interessi, bensì a creare regioni intere (e a volte continenti) dove regna il caos assoluto (come tende ad accadere in Medio Oriente) e altre di assoluta sicurezza (come in alcune zone degli Stati Uniti e dell’Europa, e nei quartieri ricchi di ogni paese).

Insomma, quelli in alto hanno rinunciato all’idea di “una” società, un’idea che viene sostituita dall’immagine del campo di concentramento.

In terzo luogo, questo ha enormi ripercussioni per la politica di quelli in basso. La democrazia è solo un’arma che si può scagliare contro i nemici geopolitici (iniziando da Russia e Cina) e che non si applica ai regimi amici (Arabia Saudita), ma non è più il sistema al quale una volta veniva concessa una qualche credibilità. La stesso vale per lo Stato-nazione, ormai solo un ostacolo da superare, come dimostrano gli attacchi in Siria che violano la sovranità nazionale.

Non ci rimane altra strada che organizzare il nostro mondo, nei nostri spazi/territori, con la nostra salute, la nostra educazione e la nostra autonomia alimentare. Con i nostri poteri per prendere decisioni e farle rispettare. Ossia, con nostre stesse istituzioni di autodifesa. Senza dipendere da quelle statali.


Fonte - Fonte - Fonte

fonte: freeondarevolution.blogspot.it