CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

lunedì 9 marzo 2015

non esistevano i telefoni cellulari - parte seconda


Sono sempre stato un uomo dal temperamento focoso,forte e deciso. Un vero toro sotto ogni punto di vista,con la propensione a non lasciar mai perdere le cose,ma ad affrontarle subito,di petto a qualsiasi costo.
Quella mattina,installai l'apparecchiatura mentre lei era fuori,ci misi poco,riavvitai il tutto e con molto malessere uscii anch'io,andando a fare le mie cose. Rientrai alle 16 circa,mia moglie non era a casa,andai a prendere la audiocassetta  la misi nello stereo, di li a poco sentii il segnale della linea,e subito dopo: la partenza della registrazione.
Lei- pronto..
Lui-ciao
Lei- dove sei?
Lui-qua' dietro
Lei-solito posto?
Lui-si
Lei-sai,mi ha fatto una menata.....
Lui-e.....prima o poi me l'aspetto.....
Lei- dobbiamo stare attenti,arrivo.
Lui- ti aspetto.
Io ero sbigottito,per tutto quello che avevo sentito,e per aver riconosciuto la voce del tipo che era al telefono con mia moglie,era un suo amico da anni,della stessa età e frequentava la nostra casa,spesse sere veniva da noi,stavamo in compagnia nel salone a guardare films o ad ascoltare musica,vedevo solo amicizia tra loro, affetto ma niente di più.Riascoltai la cassetta...me la misi in tasca uscii,salii sulla mia auto ed incominciai a girare attorno alla zona"qua dietro" cercando di capire dove fossero.Era ovvio che non erano per strada.
Non sapevo che fare,dentro di me si era aperta una ferita devastante,ero un uomo tradito,raggirato,trattato come un niente!Stavo male,tanto, la mia gelosia mi faceva impazzire,e io non ci stavo. La mia rabbia ad un tratto si placò,ritornai verso casa,il gelo e la consapevolezza presero il sopravvento.
Aspettavo in giardino,verso le 19,arriva lei,parcheggia la sua auto nel vialetto accanto alla mia,si guarda intorno mentre io apro il cancello ed esco. "Ciao amore" mi disse lei,e io" Ciao",con un sorriso forzato,e poi le dico:" Vieni con me un momento, sali sulla mia auto" Lei un poco imbarazzata sorridendo mi disse che era un po stanca ,ma io insistetti. Alla fine sali' partii con tranquillita' chiedendole come era andata la giornata,come facevo tante altre volte,lei mi rispose che era tutto a posto,solo un po stanca. Le chiesi :"mi devi dire qualcosa?" Lei mi disse:" no,perché mi dici questo?"a quel punto io estrassi dalla tasca della giacca la cassetta e le chiesi di inserirla nell'autoradio,lei la prese rispondendomi che non aveva voglia di musica,io insistetti e le dissi di ascoltarla. Inserì la cassetta e partì la registrazione........nel sentire la sua voce e subito dopo quella di Stefano  rimase senza fiato,si girò a guardarmi senza saper cosa dire,non aveva parole,poi abbassò il capo restando in silenzio religioso,ed in quel momento vidi tutta la debolezza la fragilità e la paura in una donna.
la riaccompagnai a casa e le dissi che non sarei rientrato.
Risalito in auto mi ritrovai per la statale Gardesana ad oltre duecento km all'ora senza rendermene conto ( in quegli anni,non esistevano i limiti di velocità) ma anche se ci fossero stati.....non cambiavano il mio atteggiamento in quel preciso momento.Raggiunsi la casa di Stefano,suonai il citofono e gli chiesi se poteva scendere un attimo....lui senza aggiungere altro mi rispose "subito"
Odorante forse ancora di mia moglie,mi salutò con perplessità io tagliai corto e gli dissi di venire con me che dovevo parlargli di una cosa importante e delicata,e che non potevamo sicuramente parlarne nel cortile e neppure a casa sua con i suoi famigliari presenti.
Una volta in auto,chiesi anche a lui se avesse qualcosa da dirmi...ma anche lui negativo! Scuotendo la testa mi diceva che non aveva nulla da dire. Mentre inconsapevolmente la mia auto  si dirigeva verso casa mia."sei sicuro che non devi dirmi niente? "Ma no,non so di che stai parlando" allora io,riavvolsi il pezzetto di cassetta e gliela feci ascoltare a forte volume.
Paralizzato,anche lui senza parole.arrivai fuori casa spensi il motore,e mi girai verso di lui guardandolo,"Stefano,ti avevo chiesto se avevi qualcosa da dirmi ma tu mi hai detto che non c'è niente da dire..." Poi"adesso scendi,sei un pezzo di merda che non meriti il mio tempo"
Scendemmo e lui mi disse che voleva entrare per parlare con mia moglie,io gli sorrisi e avvicinandomi gli chiesi di andarsene che era meglio,ma lui insisteva voleva parlare con lei  e sembrava non ascoltare le mie parole,mi fermai di scatto,gli misi la mano sinistra aperta davanti quasi a bloccarlo intimandogli nuovamente di andarsene e non farsi più vedere,lui non desisteva,a quel punto gli rifilai un destro potente dritto sulla bocca e lui crollò a terra,si rialzò tenendosi la faccia,io lo guardai per un po assicurandomi che non stesse troppo male...poi mi voltai,entrai in casa,chiamai Lei e le dissi che il suo Stefano voleva parlargli e che era messo male.Lei si spaventò molto,usci' subito a vedere,poi senti la sua auto che partiva insieme a lui.
Ritornò dopo un paio d'ore dopo averlo accompagnato a casa. Era triste,addolorata, "E adesso cosa intendi fare" Io tranquillamente :"Niente,domani me ne vado,Chiuso il discorso!"
il giorno successivo traslocai in un appartamento di una amica,nel centro della città,dove per alleviare i dispiaceri ed il malessere che provavo,con la complicità di amici  mi lanciai in serate hard, Prive',incontri con coppie......troie.......
Ma non mi sentivo meno male, ero ferito a morte!

Chiedo scusa se ho riportato quel gesto di violenza avuto con Stefano,ma se narri una verità e la devi narrare per intero.
Stefano era un bravo ragazzo,sano giocatore di calcio,alto,belo,simpatico ed intelligente,e con doti...nascoste. (lo scoprii in seguito) Mi è dispiaciuto quel che è successo,ma le cose accadono......

fonte: lastanzadeidesideri.blogspot.it

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