CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

lunedì 15 settembre 2014

Carlotta e i cimiteri militari

British military cemetery e la scoperta di Madame Harlay

Sottotitolo
Sto scrivendo dal prezioso e pur avendo uno schermo da 6.1, non è un PC e il mio italiano ne risente assai.
Abbiate pietà per refusi ed errori vari.




 In ogni posto dove vado all' estero, cerco sempre di andare nei cimiteri militari, perché ricordare è per me basilare. E poi, si scoprono perle di storia che nemmeno gli appassionati come me, trovano nei libri.
Oggi biglietto giornaliero sui mezzi e prima di avventurarci a Salonicco alta, abbiamo deciso di girare un po e scendere al volo in fermate sconosciute dai nomi impronunciabili, ogni volta che vedevamo  qualcosa che a nostro giudizio meritava.
OK i musei. OK anche ai monumenti più famosi, ma certe città bisogna viverle. Perdersi dentro le sue vie. Respirarle e respirare la gente del posto, con i loro odori e sapori.

Andando verso non so dove, ho visto da lontano un cartello che indicava il cimitero inglese.
Mi sono fiondata a suonare il campanello prossima fermata, mentre Soo con gli occhi al cielo, si era giá alzato dallo scomodo seggiolino in legno del bus.
Siamo entrati, trovando una troupe greca della loro TV che stava girando un film in costume con davvero un rispetto per il luogo che mi ha fatto sorridere. Di piacere naturalmente. Ogni volta che mi avvicino ad un luogo di morte mi viene in mente quando andai al campo di concentramentodi Dachau e nelle baracche dormitorio (completamente ricostruite) , gremite di gente silenziosa, davano sfoggio  un branco di italiani schiamazzanti ridendo e scherzando come se fossero al bar.
Un Olandese e Soo intervennero in tempo zero piuttosto rudemente ( e Soo quando si incazzata fa davvero brutto. ) e gli idioti la smisero.

Abbiamo visitato la zona degli italiani, Alpini per l'esattezza, constatando che non era tenuta bene e un pò  ci è dispiaciuto.
Certo. Si parla della prima guerra mondiale, decisamente lontana ma non cosi tanto in fondo, e quegli Alpini sono morti in Grecia, seppelliti li e non nella loro terra.
La zona francese invece era graziosa e ovviamente anche quella inglese.
Ma poi. Continuando a girare per l' immenso e silenzioso cimitero siamo arrivati in una zona nascosta in fondo. Che era un esplosione di verde e fiori delicati, a marcare lapidi candide che sembravano appena toccate dal tempo.
Abbiamo camminato su una ghiaia chiara, piccola  e scricchiolante, quasi unico rumore del luogo.
Era davvero una visione strana. E una sensazione leggera da tempo quasi fermo.
Solo io e Soo.
Ci siamo avvicinati, leggendo nomi e facendo sprofondare i piedi in un tappeto erboso talmente perfetto da sembrare finto.
Mi sono tolta le scarpe e ho cominciato a girare a piedi nudi, riempiendomi gli occhi di quel posto così particolare, e girando ho visto una tomba. Una vera tomba. Non una croce semplice, uguale a tutte. No.
Ed è una cosa che non ho mai visto in un cimitero militare.
Con Soo  le siamo arrivati di fronte, accorgendoci che era messa in una posizione "di inizio" davanti alla verdissima parte serba e che arrivando dal sentiero centrale sarebbe stata la prima cosa visibile, ma cosa ancora piú particolare il nome inciso sulla lapide.


Madame Harlay.

Madame Harlay? Una donna? In un cimitero militare? Con tanto di tomba in testa?
Io e Soo ci siamo guardati davvero stupiti e con tanto di mascella a penzoloni come Sebastian  il granchiaccio della Sirenetta, poi abbiamo letto l' epitaffio e...
Mizzica. Chi era questa donna inglese tanto da meritarsi l'onore altissimo di riposare in un cimitero militare con una tomba del genere?
Abbiamo chiesto ai greci ma ci hanno guardato come se gli chiedessimo la risoluzione di un problema di fisica quantistica.
Ho provato ad individuare qualche serbo ma nemmeno l' ombra.
Allora mi sono messa a cercare su internet e anche li poco più di niente. Dieci righe striminzite.
Ho scoperto che era una nobile donna inglese, sorella di un grande militare, che nella prima grande guerra ha messo a disposizione la sua casa inglese per tutti i piccoli serbi che avevano perso i genitori, o erano feriti o...insomma. Ha creato un isola protetta per i più piccoli mentre lei stava al " fronte" coordinando e aiutando i serbi.
Sono pochissime le notizie che la riguardano e spero che i serbi la conoscano bene, che la studino a scuola.
E soprattutto gli rimanga in testa.
Non come a noi che nemmeno ci ricordiamo le date dell' inizio della prima guerra mondiale, figuriamoci le cause.

Puppone storico finito.
Per stasera.
Non prometto sia l' ultimo ma prometto di fare un post sul pompino doloroso secondo Carlotta.
(E se trovo qualcuno che mi racconta di Madame Harlay glielo faccio provare. La cultura è erotismo puro. Adoro gli uomini colti, che non si mettono in cattedra. E vi dico una cosa. Le masturbazioni da liceale erano tutte per il mio insegnante di storia dell'arte. Bruttino e vecchiotto ma quando faceva lezione  mi rapiva. E io mi bagnavo.
Confessione finita e nego tutto a prescindere)








fonte: piccolipensierimpuri.blogspot.it

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