CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

giovedì 31 ottobre 2013

questo non c'entra nulla



il senso di colpa assilla
come la neve per Smilla,
ma questo non c'entra nulla.

A mio nipote cuoco
una volta gli dissi che l'emozione costa poco,
un incontro reale vale più di cento foto.
Non so se beve camomilla
ma questo non c'entra nulla.

Pare che non ci sia forma di vita su Marte
quindi la pizza d'asporto sarà inviata col teletrasporto,
è di sconforto sapere di avere il fiato corto...
Dopotutto sono tranquilla nonostante la perdita della spilla
ma questo non c'entra nulla

venerdì 25 ottobre 2013

adolescenti malati di sesso on line



Un ragazzino su 4 passa troppo tempo collegato a siti porno: rischia disfunzioni e “pornodipendenza” fino a un totale isolamento sociale
Adolescenti `malati´ di sesso online. Il 25% dei giovani tra i 14 e i 16 anni passa troppo tempo collegato a siti porno vietati ai minori di 18 anni, col rischio per di più di sviluppare disfunzioni sessuali. Le più frequenti: eiaculazione precoce e diminuzione del desiderio. I dati, elaborati dalla Società italiana di andrologia medica e medicina della sessualità (Siams), sono stati presentati alcune settimane fa dall’Istituto progetto uomo in occasione del Festival dei saperi educativi, e dimostrano che passare ore ed ore davanti ad immagini porno può causare patologie come la dipendenza dal sesso e la pornodipendenza.  

Dalla ricerca emerge che dal 2005 ad oggi il numero degli habitué di siti porno è quasi raddoppiato: da 5 a 8 milioni in Italia. Di questi, il 10% è costituito da minorenni. «La dipendenza da sesso non è un fenomeno nuovo - ha spiegato lo psicologo Stefano Bovero - . Si tratta di un comportamento caratterizzato da un desiderio sessuale anomalo che coinvolge l’attività del pensiero a tal punto da interferire seriamente con le normali attività quotidiane, e persino da non consentire più di perseguire altri scopi nella vita. Oggi questo disturbo è stato inserito tra le nuove dipendenze in quanto ha considerevolmente aumentato la sua, ancorché sottovalutata e drammatica, incidenza sociale». La pornodipendenza invece , continua Bovero, «appare come una particolare estensione autoerotica dello stesso aspetto compulsivo». 

Passare troppo tempo davanti ad immagini erotiche inoltre può provocare una diminuzione del desiderio sessuale. «Il calo del desiderio è dovuto al fatto che la pornodipendenza abitua il soggetto a fare tutto da solo - spiega lo specialista - e lo disabitua a contesti affettivi reali eliminando la corrente di tenerezza: la pratica esasperata dell’autoerotizzazione mediata dalla pornografia favorisce il calo del piacere e del desiderio erotico verso un autentico oggetto d’amore. L’eiaculazione precoce - conclude Bovero - obbedisce alla stessa logica, `risolvendo´ in fretta l’incapacità relazionale del soggetto le cui risorse neurologiche vengono progressivamente consumate, modificando la chimica cerebrale». 


Federico Tonioni, direttore del Centro per le psicopatologie da web del Policlinico Gemelli di Roma, autore del manuale `Psicopatologia web mediata, dipendenza da internet e nuovi fenomeni dissociativi´ (Springer), spiega che «L’80% dei nostri pazienti sono stati proprio i ragazzi dai 12 ai 25 anni, fruitori di chat, social network e giochi di ruolo». Ebbene, «nei giovani la relazione web mediata può portare a una dissociazione del rapporto mente-corpo. In pratica - spiega - nel cybersex manca la fase della formazione: il sesso via web mette al riparo da emozioni, sensazioni ma anche dai problemi di quello reale. Ci si spoglia e si fa texting mandando immagini hard per avere ricariche, ma poi dal vivo si è in imbarazzo perché non si tratta di esperienze reali. Ecco che il pericolo è quello di un blocco, una timidezza estrema con gli altri in carne ed ossa», che porta poi a una nuova fuga liberatoria sul web. 

Tonioni è convinto che sia in corso un’evoluzione del modo di pensare e comunicare, «evidente specialmente fra i nostri adolescenti che, di fatto, sono stati i primi nativi digitali, ovvero quei bambini che non hanno conosciuto un prima del computer e che sono entrati da subito in relazione con il mondo globale, dove le variabili spazio-tempo sono vissute in modo sostanzialmente diverso rispetto al passato». Lo stesso vale per le relazioni e il sesso. «I nostri giovani pazienti passano connessi ad internet tutto il tempo disponibile, hanno nella maggior parte dei casi compromesso il proprio iter scolastico o universitario, presentano stati dissociativi prima rispetto al corpo fisicamente inteso e poi a carico della propria identità, e manifestano un incremento dell’ideazione paranoidea, una difficoltà specifica nel vivere le emozioni e quindi la comunicazione non verbale, fino ad un progressivo ritiro sociale». Ragazzi che non hanno la consapevolezza di avere un problema, tanto che «spesso vengono scortati dai genitori presso il nostro ambulatorio dove poi, nella maggior parte dei casi, tornano spontaneamente».  


fonte: www.lastampa.it

la mutazione antropologica secondo Pasolini


Manifesto di denuncia, atto d'accusa rivolto agli italiani ed un severo processo al potere e alle sue istituzioni.

La mutazione antropologica del popolo italiano: “Lettere Luterane” di P.P.Pasolini.

La mutazione antropologica del popolo italiano: “Lettere Luterane” di P.P.Pasolini.

La mutazione antropologica che Pasolini denunciava a gran voce negli anni ’70 è il grande tema delle Lettere Luterane, raccolta di articoli scritti sul Corriere della Sera tra il ’73-’75, ma uscita postuma soltanto nel 1976.
Aumentano a dismisura gli storici o i sociologi che nelle loro analisi fanno riferimento alla grande trasformazione che avvenne sul finire degli anni sessanta, in termini antropologici prima che economici o politici. Oggi il tema pasoliniano ci appare nella sua più assoluta evidenza, mentre più di trentacinque anni fa era l’argomento prediletto di un grande intellettuale, lucido e spietato, ma nonostante tutto isolato da un pervasivo appiattimento culturale e, sotto certi aspetti, da una società ancora retrograde e razzista. Per Pasolini era impossibile affrontare le problematiche interne del Palazzo (vuoi in termini legali, in termini mafiosi, in termini amministrativi o in termini politici) senza tener conto della profonda e devastante mutazione culturale verso cui gli italiani, in quegli anni, si stavano avviando. La sua suggestiva metafora non venne presa sul serio, così più tardi, all’inizio degli anni ’90, dopo la profondissima crisi scatenata dallo tsunami Tangentopoli, si diffuse l’illusione che bastasse rimpiazzare il Palazzo vecchio con uno nuovo per sperare in una società civile, ma le euforiche speranze di una Seconda Repubblica furono l’inizio di altri disastri, molti dei quali furono la naturale e logica conseguenza di quella mutazione.
In primo luogo non  mancano le critiche rivolte alla televisione, alla sua esacerbante forma di indottrinamento, e alla imminente società dei consumi. Tra gli anni cinquanta e sessanta la televisione e il consumismo parteciparono alla fabbricazione degli italiani, anzi a standardizzare il modo di essere italiani, quella spiccata italianità dell’arrangiarsi in cambio di un’ossequiosa e narcisistica omertà, il mai dire mai, il continuo distogliere altrove lo sguardo da una società sempre più opulenta e sempre più vanitosa. L’attacco meritevole e doveroso nei confronti dello Stato e delle sue istituzioni, prima fra tutte la scuola (quest’ultima e la televisione sono le protagoniste in una meritevole proposta di abolirle), alla cultura cattolica, socialista e comunista e gli innumerevoli ed onnipresenti rimandi ai golpe, alle stragi, alle trame della politica italiana coi servizi segreti, il clima clerico-fascista degli anni ’50, il pomposo ottimismo democratico-progressista e la sua famosa invettiva contro il Palazzo, quel processo che solo Pasolini poteva inscenare, rendono ancora più evidente la poca distanza che separa il degrado e l’inadeguatezza di ieri col feticismo umano e il parossismo nevrotico di oggi.
Le stragi fasciste di Piazza della Loggia e del treno Italicus, l’arresto del generale Vito Miceli per cospirazione contro lo Stato, le indagini del giudice Violante riguardanti il “golpe bianco”e al contempo lo stretto legame tra la vittoria del referendum sul divorzio e l’avanzata pseudo-democratica del Pci erano per Pasolini un preambolo. Le vittorie amministrative del ’75 e l’affermazione del Pci non vennero interpretate come la rivalsa del laicismo e della democrazia, ma una efferata manifestazione di come i valori dei ceti medi siano stati assoggettati dal modello culturale americano e dal suo edonismo consumistico. Questa nuova forma di democrazia, questa nuova forma d’intendere la (ri)produzione, ha distrutto il vecchio scenario clerico-fascista degli anni ’50 ed è stato rimpiazzato da un potere falsamente laico e falsamente tollerante (per usare i suoi termini).
Il 1974 fu un anno cruciale anche in tema di corruzione politica, aprendo le porte al suo celebre processo. Infatti, con la rivelazione delle tangenti petrolifere che venivano versate rigorosamente ai partiti di governo, la corruzione divenne non più un elemento episodico, ma una prassi sistematica. Mi viene da dire quasi quotidiana. In questo audace e ambizioso atto d’accusa scritto di getto, Pasolini fece luce su una verità molto chiara: i democristiani non fecero in tempo a capire che quella forma di potere (clerico-fascista) che avevano servito nei 20’anni precedenti si era del tutto esaurita, rimpiazzata da una edonistica-consumistica che li aveva prima strumentalizzati e poi, di conseguenza, rigettati, perché oramai del tutto inutili. Cioè, è intrinseca nella natura di questo nuovo potere (Capitalismo, Consumismo), oggi attualissimo, l’alienazione stessa dello Stato.
Le Lettere lasciano ancora senza parole. Guardare il passato per poter programmare il futuro. (fonte: www.letteratu.it)

mercoledì 23 ottobre 2013

testimonianza di Davide

TESTIMONIANZA

Davide: "Da uomo confermo: abortire in Italia è una tortura"

Sua moglie, incinta, ha avuto un incidente. Dopo il quale ha scoperto che il feto aveva gravi problemi genetici. Lui è stato al fianco della compagna tutto il tempo. E ha capito cosa significa chiedere un'interruzione volontaria di gravidanza in Italia: aspettare un medico di buona volontà "in una stanzetta che sembrava il retro bottega di un veterinario"

Davide: Da uomo confermo: abortire in Italia è una tortura
Vorrei testimoniare quanto possono soffrire anche gli uomini, in una città "europea" come Milano.

Qualche anno fa mia moglie è stata vittima di un incidente quando era incinta di neanche un mese, a nostra insaputa.

Dopo vaccini e radiografie (fatte, tra l'altro, senza adeguata copertura) scopriamo che nel feto sono stati riscontrati problemi cromosomici seri.

Avendo avuto fin da piccolo una madre gravemente malata so cosa significa, e conoscendo il grado di assistenza e d'aiuto che l'Italia riserva ai portatori di handicap, oltre la naturale "bastardaggine" che contraddistingue il genere umano - molto più grave di quella che certa gente imputa alle donne che abortiscono - abbiamo deciso di interrompere la gravidanza.

In un ospedale pubblico del centro di Milano siamo riusciti a stare nei tempi esclusivamente grazie al gentile aiuto di alcune conoscenze e di un medico umano, che ha visitato mia moglie in una stanzetta che sembrava il retro bottega di un veterinario. Senza queste persone, che si sono esposte contro i "comodi" obiettori, non saremmo mai riusciti ad arrivare in tempo, fra diagnosi, "volontaria" burocrazia anti-aborto e pause di legge.

La mattina dell'intervento ho visto circa dieci donne andare al patibolo, distrutte, tremanti, scosse e lacrimanti. Altro che aborto come contraccettivo: c'era chi aveva problemi ereditari o la ragazzina quattordicenne al primo rapporto con il fidanzato. Non ho visto nessuno, ripeto, nessuno, sottovalutare la decisione.

Ho visto però mariti e padri piangere non sapendo come aiutare e sostenere le proprie mogli/figlie. Ho toccato con mano una burocrazia che lascia a delle donne che sanno di dover abortire un feto in grembo per troppo tempo, nella speranza di non so cosa, ma sicuramente con il risultato di infierire, colpevolizzarle e criminalizzarle.

Ritengo che in un paese moderno e civile la religione e la professione medica debbano rimanere due cose distinte. Ci potranno anche essere dei casi di obiettori, ma queste persone non possono essere chirurghi, o almeno, quel tipo di interventi devono essere numericamente coperti in fase di assunzione da medici non obiettori. Chi non se la sente di sparare non può fare il poliziotto o il soldato, non ci si può appellare alla propria fede, dopo, ma ci si può rifiutare, farsi trasferire, licenziare o andare in un ospedale privato che non prevede aborti.

È ora che la politica, la stessa che compra protesi difettose, che "nomina" primari incapaci, che va a messa con tre ex mogli e chiede voti a mafie varie, cresca, sia contemporanea e diventi meno ipocrita, più vicina ai cittadini e alle persone. Al contrario non vedo la nostra differenza con popoli e totalitarismi retrogradi invasati da religioni integraliste che condizionano la vita.
fonte: espresso.repubblca.it

pornostar senza trucco

Attrici porno senza make upBrufoli, arrossamenti, rughe, colorito giallastro: senza trucco, le attrici porno sono come tutte le donne. Lontano dall'immagine di bambola gonfiabile che troviamo in tutto il cinema a luci rosse, queste ragazze, una volta senza trucco, hanno una faccia ben diversa da quella che mostrano sullo schermo...
Melissa Murphy, una make up artist professionista del mondo del porno, ha avuto la buona idea di mostrare il suo talento fotografando le varie attrici prima e dopo il trucco. La giovane professionista di 35 anni ha pubblicato su Instagram un centinaio di fotografie che mostrano la metamorfosi di queste pornostar: come appaiono prima delle riprese e prima del trucco, e come vengono presentate poi sul set.
Sorpresa dal successo delle sue foto, Melissa Murphy ha ringraziato le sue docili modelle che si sono prestate senza vergogna nel gioco del prima/dopo. E la maggior parte dei commenti sul suo account Instagram sono state delle lodi al suo lavoro, con una maggiorana di uomini che ha affermato di preferire il look senza make up rispetto al trucco finale.
 
 
Attrici porno senza make up
fonte: www.alfemminile.com