CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

venerdì 25 gennaio 2013

leggi razziali fasciste



Il testo del manifesto

Il 5 agosto 1938 sulla rivista La difesa della razza viene pubblicato il seguente manifesto:
« Il ministro segretario del partito ha ricevuto, il 26 luglio XVI, un gruppo di studiosi fascisti, docenti nelle università italiane, che hanno, sotto l'egida del Ministero della Cultura Popolare, redatto o aderito, alle proposizioni che fissano le basi del razzismo fascista.

LE RAZZE UMANE ESISTONO. La esistenza delle razze umane non è già una astrazione del nostro spirito, ma corrisponde a una realtà fenomenica, materiale, percepibile con i nostri sensi. Questa realtà è rappresentata da masse, quasi sempre imponenti di milioni di uomini simili per caratteri fisici e psicologici che furono ereditati e che continuano a ereditarsi. Dire che esistono le razze umane non vuol dire a priori che esistono razze umane superiori o inferiori, ma soltanto che esistono razze umane differenti.

ESISTONO GRANDI RAZZE E PICCOLE RAZZE. Non bisogna soltanto ammettere che esistano i gruppi sistematici maggiori, che comunemente sono chiamati razze e che sono individualizzati solo da alcuni caratteri, ma bisogna anche ammettere che esistano gruppi sistematici minori (come per es. i nordici, i mediterranei, i dinarici, ecc.) individualizzati da un maggior numero di caratteri comuni. Questi gruppi costituiscono dal punto di vista biologico le vere razze, la esistenza delle quali è una verità evidente.

IL CONCETTO DI RAZZA È CONCETTO PURAMENTE BIOLOGICO. Esso quindi è basato su altre considerazioni che non i concetti di popolo e di nazione, fondati essenzialmente su considerazioni storiche, linguistiche, religiose. Però alla base delle differenze di popolo e di nazione stanno delle differenze di razza. Se gli Italiani sono differenti dai Francesi, dai Tedeschi, dai Turchi, dai Greci, ecc., non è solo perché essi hanno una lingua diversa e una storia diversa, ma perché la costituzione razziale di questi popoli è diversa. Sono state proporzioni diverse di razze differenti, che da tempo molto antico costituiscono i diversi popoli, sia che una razza abbia il dominio assoluto sulle altre, sia che tutte risultino fuse armonicamente, sia, infine, che persistano ancora inassimilate una alle altre le diverse razze.

LA POPOLAZIONE DELL'ITALIA ATTUALE È NELLA MAGGIORANZA DI ORIGINE ARIANA E LA SUA CIVILTÀ ARIANA. Questa popolazione a civiltà ariana abita da diversi millenni la nostra penisola; ben poco è rimasto della civiltà delle genti preariane. L'origine degli Italiani attuali parte essenzialmente da elementi di quelle stesse razze che costituiscono e costituirono il tessuto perennemente vivo dell'Europa.

È UNA LEGGENDA L'APPORTO DI MASSE INGENTI DI UOMINI IN TEMPI STORICI. Dopo l'invasione dei Longobardi non ci sono stati in Italia altri notevoli movimenti di popoli capaci di influenzare la fisionomia razziale della nazione. Da ciò deriva che, mentre per altre nazioni europee la composizione razziale è variata notevolmente in tempi anche moderni, per l'Italia, nelle sue grandi linee, la composizione razziale di oggi è la stessa di quella che era mille anni fa: i quarantaquattro milioni d'Italiani di oggi rimontano quindi nella assoluta maggioranza a famiglie che abitano l'Italia da almeno un millennio.

ESISTE ORMAI UNA PURA "RAZZA ITALIANA". Questo enunciato non è basato sulla confusione del concetto biologico di razza con il concetto storico–linguistico di popolo e di nazione ma sulla purissima parentela di sangue che unisce gli Italiani di oggi alle generazioni che da millenni popolano l'Italia. Questa antica purezza di sangue è il più grande titolo di nobiltà della Nazione italiana.

È TEMPO CHE GLI ITALIANI SI PROCLAMINO FRANCAMENTE RAZZISTI. Tutta l'opera che finora ha fatto il Regime in Italia è in fondo del razzismo. Frequentissimo è stato sempre nei discorsi del Capo il richiamo ai concetti di razza. La questione del razzismo in Italia deve essere trattata da un punto di vista puramente biologico, senza intenzioni filosofiche o religiose. La concezione del razzismo in Italia deve essere essenzialmente italiana e l'indirizzo ariano–nordico. Questo non vuole dire però introdurre in Italia le teorie del razzismo tedesco come sono o affermare che gli Italiani e gli Scandinavi sono la stessa cosa. Ma vuole soltanto additare agli Italiani un modello fisico e soprattutto psicologico di razza umana che per i suoi caratteri puramente europei si stacca completamente da tutte le razze extra–europee, questo vuol dire elevare l'italiano a un ideale di superiore coscienza di sé stesso e di maggiore responsabilità.

È NECESSARIO FARE UNA NETTA DISTINZIONE FRA I MEDITERRANEI D'EUROPA (OCCIDENTALI) DA UNA PARTE E GLI ORIENTALI E GLI AFRICANI DALL'ALTRA. Sono perciò da considerarsi pericolose le teorie che sostengono l'origine africana di alcuni popoli europei e comprendono in una comune razza mediterranea anche le popolazioni semitiche e camitiche stabilendo relazioni e simpatie ideologiche assolutamente inammissibili.

GLI EBREI NON APPARTENGONO ALLA RAZZA ITALIANA. Dei semiti che nel corso dei secoli sono approdati sul sacro suolo della nostra Patria nulla in generale è rimasto. Anche l'occupazione araba della Sicilia nulla ha lasciato all'infuori del ricordo di qualche nome; e del resto il processo di assimilazione fu sempre rapidissimo in Italia. Gli ebrei rappresentano l'unica popolazione che non si è mai assimilata in Italia perché essa è costituita da elementi razziali non europei, diversi in modo assoluto dagli elementi che hanno dato origine agli Italiani.

I CARATTERI FISICI E PSICOLOGICI PURAMENTE EUROPEI DEGLI ITALIANI NON DEVONO ESSERE ALTERATI IN NESSUN MODO. L'unione è ammissibile solo nell'ambito delle razze europee, nel quale caso non si deve parlare di vero e proprio ibridismo, dato che queste razze appartengono a un ceppo comune e differiscono solo per alcuni caratteri, mentre sono uguali per moltissimi altri. Il carattere puramente europeo degli Italiani viene alterato dall'incrocio con qualsiasi razza extra–europea e portatrice di una civiltà diversa dalla millenaria civiltà degli ariani. »

Elenco dei 10 scienziati italiani firmatari del manifesto della razza

Lino Businco, Assistente alla cattedra di patologia generale all'Università di Roma
Lidio Cipriani, Professore incaricato di Antropologia all'Università di Firenze
Arturo Donaggio, Direttore della Clinica Neuropsichiatrica dell'Università di Bologna, Presidente della Società Italiana di Psichiatria
Leone Franzi, Assistente nella Clinica Pediatrica dell'Università di Milano
Guido Landra, Assistente alla cattedra di Antropologia all'Università di Roma
Nicola Pende, Direttore dell'Istituto di Patologia Speciale Medica dell'Università di Roma
Marcello Ricci, Assistente alla cattedra di Zoologia all'Università di Roma
Franco Savorgnan, Professore Ordinario di Demografia all'Università di Roma, Presidente dell'Istituto Centrale di Statistica
Sabato Visco, Direttore dell'Istituto di Fisiologia Generale dell'Università di Roma, Direttore dell'Istituto Nazionale di Biologia presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche
Edoardo Zavattari, Direttore dell'Istituto di Zoologia dell'Università di Roma.

Intellettuali e personalità che pubblicamente sostennero le leggi razziali

Alcune fonti riportano un elenco di personalità stilato da alcuni storici e giornalisti (tra cui il saggista Franco Cuomo nel libro I Dieci. Chi erano gli scienziati italiani firmatari del manifesto della razza, il quale arriva a compilare una lista di circa 330 sostenitori) che aderirono ufficialmente al manifesto oppure sostennero pubblicamente le leggi razziali fasciste. I più noti sono:

Giacomo Acerbo
Dino Alfieri
Giorgio Almirante
Ermanno Amicucci
Mario Appelius
Gaetano Azzariti
Pietro Badoglio
Piero Bargellini
Gino Boccasile
Carlo Borsani
Giuseppe Bottai
Guido Buffarini Guidi
Luigi Cabrini
Emilio Canevari
Aldo Capasso
Giovanni Cazzani
Luigi Chiarini
Tullio Cianetti
Galeazzo Ciano
Giuseppe Cocchiara
Gioacchino Colizzi
Carlo Cossio
Carlo Costamagna
Alfredo Cucco
Gabriele De Rosa
Pier Lorenzo De Vita
Ludovico di Caporiacco
Julius Evola
Amintore Fanfani
Roberto Farinacci
Cesare Frugoni
Luigi Gedda
Virginio Gayda
Agostino Gemelli
Giovanni Gentile
Alessandro Ghigi
Niccolò Giani
Domenico Giuliotti
Ezio Maria Gray
Rodolfo Graziani
Giovannino Guareschi
Telesio Interlandi
Ugo Lanza
Paolo Lorenzini
Giuseppe Maggiore
Mario Missiroli
Walter Molino
Benito Mussolini
Umberto Notari
Paolo Orano
Biagio Pace
Antonino Pagliaro
Domenico Paolella
Giovanni Papini
Alessandro Pavolini
Federico Pedrocchi
Nicola Pende
Raffaele Pettazzoni
Concetto Pettinato
Angelo Piccioli
Giovanni Preziosi
Massimo Scaligero
Furio Scarpelli
Sergio Sergi
Ardengo Soffici
Arrigo Solmi
Achille Starace
Giuseppe Tucci
Emilio Villa
Paolo Zerbino

Dopo la pubblicazione del manifesto, furono pubblicati su quotidiani e riviste i nomi dei supposti sostenitori della norma, per un totale di 180 scienziati a cui si aggiungevano 140 personalità della politica, del giornalismo e vari intellettuali. Dopo la fine del regime fascista la reale adesione di alcune di queste persone alle leggi fasciste è stata tuttavia messa in dubbio, a volte dagli stessi "firmatari" che hanno negato di aver sostenuto le norme affermando invece che i loro nomi erano stati inclusi nelle liste di sostenitori o associati alle politiche antisemite fasciste senza consenso, in altri casi da storici successivi.

2 commenti:

  1. Oltre alla vergogna delle affermazioni si aggiunge la vergogna della palese ispirazione nazista. Insomma una manifestazione di sudditanza verso le "idee" tedesche. E poi parlavano di supremazia intellettuale dell'Italia. Bastava questa uscita per sbugiardare le supremazie.
    Il tutto sembra una farsa da operetta letta oggi. Eppure ogni giorno qualche piccolo essere si sveglia credendo davvero di essere superiore agli altri. :-(

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    1. concordo. Tra i firmatari compare Giuseppe Bottai gerarca fascista che votò contro Mussolini al gran consiglio del fascismo. Scampò alla fucilazione per alto tradimento fuggendo all'estero.
      Rutelli, ex sindaco di Roma, gli dedicò una via

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