CRISTO MORTO - ANDREA MANTEGNA

lunedì 12 marzo 2012

capoluogo esoterico





Fino a qualche giorno fa le mie idee potevo definirle confuse, in parte sapevo cosa cercavo, cosa volevo da un’amica, ho vissuto e assaporato momenti sublimi con le mie simili, ho conosciuto donne che cercavano gli stessi miei tesori, tesori che insieme abbiamo scoperto e condiviso; oggi invece le mie opinioni sui rapporti saffici sono diventate chiare, cristalline, non ero consapevole di amare le emozioni che si possono scaturire solo dai rapporti completi con una donna, emozioni che desideravo conoscere, che apprezzavo nelle mie fantasie ma che mai ho raggiunto nella realtà… questo fino allo scorso weekend.

Dopo interminabili giorni di lavoro fuori sede dove era costante il mio conto alla rovescia per quel venerdì che dovevo nuovamente incontrarmi con lei finalmente tutti si adempì, nel mio viaggio di ritorno passai da lei per abbracciarla e condividere due giornate particolari, appena scesa dal treno in arrivo da Milano la vidi sui binari ad aspettarmi, sorrisi nel vederla agitata e vigile che squadrava tutti i viaggiatori appena scesi, appena mi vide si disegnò un sorriso sulla sua bocca, mi corse incontro abbracciandomi con calore, i suoi seni compressi sui miei mi fecero subito eccitare risvegliando i ricordi di quei momenti vissuti con lei nei mesi precedenti, avevamo dormito sullo stesso letto per una notte, dormito e fatto giochi innocenti senza pudore e in piena disinvoltura.
Raggiungemmo una pensione del centro città, avevamo organizzato tutto nei minimi particolari, volevamo qualcosa di tranquillo, una camera per due notti in un hotel anonimo, posammo i miei bagagli ai piedi dei letti e tolte le scarpe rimanemmo sedute sul letto a guardarci, inevitabilmente le nostre bocche si congiunsero e iniziammo a baciarci dolcemente.

Le chiesi se era sempre di quella idea, avevamo stabilito di raderci insieme le labbra, lei annuì, non l’aveva mai fatto così l’avevo rassicurata che ci avrei pensato io, le dissi di prepararsi e aprì il beautycase, mentre tiravo fuori il rasoio e il sapone la osservavo spogliarsi, i suoi collant grigio perla la rendevano angelica, rividi le sue labbra e sorrisi, erano belle più che mai, l’accompagnai al bidet perché non era presente la vasca da bagno, lei si sedette e io feci scorre l’acqua calda sulle mia mani fredde, stando alle sue spalle e scaldate la mani le bagnai l’inguine più volte, ogni tanto un dito s’infilava tra le labbra calde mentre la mano scorreva, conoscevo già la sua figa ma le emozioni erano sempre le stesse, i suoi peli si ammorbidirono così la feci sedere sul letto sopra il telo bagno steso appoggiando la schiena sulla spalliera del letto, io in ginocchio davanti a lei iniziai ad armeggiare col sapone, lei silenziosa guardava ogni mia mossa, presi i rasoio che avevo messo a bagno nel bicchiere sul comodino, i suoi peli venivamo via senza problemi, man mano che la depilavo vedevo sempre più chiaramente le sue labbra carnose, finito il tutto le passai l’asciugamano piccolo bagnato per toglierle i residui.
“Guarda bimba! Non è magnifica?” Lei guardò incantata le sue stesse labbra passandosi lentamente i polpastrelli, le grandi labbra erano un fiore sbocciato rosa carne, aveva davvero una figa benfatta, rimasi estasiata anch’io e la accarezzai ripetutamente con il medio sfiorando il clito, poggiai poi i gomiti sul letto e la contemplai a pochi centimetri dal mio naso, lei mi accarezzava i capelli facendo una lievissima pressione con le mani come fosse indecisa sul da farsi, mi avvicinai maggiormente alla sua vagina e la pressione svanì, capì in quel momento cosa desiderava… non l’avevo mai fatto, non ero mai arrivata fino a quel punto, a volte molto vicino ma la mia lingua non conobbe mai nessun clito.

Cominciarono a frullare pensieri accesi nella mia mente, dissi a me stessa “o adesso o mai più”… i miei pollici si posarono sulle sue labbra schiudendole maggiormente, la mia bocca si posò sulla sua gola profonda e calda, chiusi gli occhi e la mia lingua arcuata fece capolino andando a raggiungere con la punta il clito.
“Oddio!” e così dicendo schiacciò la mia bocca sul suo inguine, sembrava che il tempo si fosse fermato… ecco l’ho fatto, lo sto facendo, sto leccando la figa a una donna, il mio viso era bagnato, sentivo le sue labbra avvolgermi il naso, i suoi umori continuavano ad erogare e io presi a leccarla, succhiarla con foga, il suo sapore mi aveva lasciata inebriata, un sapore simile al mio ma diverso, la penetrai con la lingua accarezzando le pareti dell’utero, dentro aveva un sapore ancora diverso, più forte e acidulo.

Sapevo che prima o poi quel momento sarebbe arrivato e qualcosa sarebbe cambiato, adesso mi sentivo diversa, non ero più solo una donna giocosa che di tanto in tanto si lasciava andare con un’altra ragazza, adesso ero diventata e per meglio dire avevo scoperto di essere bisessuale, avevo scoperto quanto fosse magnifico leccare una donna e degustare le sue essenze.
Intanto il suo ansimare si era accentuato, i suoi gemiti mi eccitavano perché erano la conferma che stava iniziando il suo godimento… “Vieni tesoro, vienimi in bocca… godi bimba”. Desideravo veramente suggellare questo momento facendola venire con la mia lingua, era questione di secondi, i suoi talloni continuavano a puntare sul letto, la sua schiena si arcuava spingendo il suo pube sul mio viso e poi accadde.

Venne convulsamente, io l’aiutai con le mani continuando a stimolarla sul suo fiore completamente aperto, le labbra erano unte, lucide e alla fine dell’orgasmo rimase completamente priva di energie, a gattoni mi coricai a fianco a lei accarezzandola e baciandola, volevo far sentire anche a lei il sapore dei suoi umori dolcissimi e densi.
“Ti rendi conto bimba? Sei la prima, la prima donna con cui l'ho fatto… mi piace A., mi piace da morire” e detto ciò lei mi sorrise ancora col fiatone accarezzandomi tutto il corpo, mi resi conto solo allora di essere completamente vestita, lei mi tolse la gonna con frenesia lasciandomi in autoreggenti, io mi sfilai il perizoma rimanendo con le gambe piegate, davanti a me spinse maggiormente in alto le mie ginocchia e mi guardò con occhi interrogativi, io annuì solamente e aprì del tutto le gambe, i suoi occhi si alternavano dalle mie labbra al mio viso, io le sussurrai solamente: “è tua se vuoi”, lei prese in bocca le mie labbra oramai fradice e cominciò a succhiarle, avvicinai così le mie mani alla vagina e la tenni aperta, ecco… sentì allora la sua lingua prima accarezzarmi con timore poi… succhiarmi avidamente, era nata in quel momento una coppia di amanti.
Venimmo meno ai programmi stabiliti, A. non attese nemmeno la mia depilazione, era troppo il desiderio di provare anche lei nuove emozioni che solo noi donne sappiamo donarci.

Venni anch’io a tempi brevi trovandomi senza rendermi conto con i seni in mano, con i capezzoli tra le dita, fu lei a quel punto a portare nella mia bocca i miei umori e mi baciò pizzicandomi con dolcezza i capezzoli turgidi.
La serata continuò sempre a tema, non facemmo cena perché la fame era solamente sul sesso che tanto avevamo atteso giorno dopo giorno. Ci coricammo infine senza veli sullo stesso letto addormentandoci abbracciate come due fervide amanti, le mia gambe accavallate alle sue, le nostre bocche con un sorriso disegnato.

Mi risvegliai la mattina quasi nella stessa posizione di quando lei ed io chiudemmo gli occhi, sentivo il suo respiro davanti a me, sentivo la sua gamba sopra la mia, la sua carne era calda, la pelle liscia e delicata, contemplai il suo viso per qualche momento poi con dolcezza le accarezzai la coscia sotto la coperta, la mia mano raggiunse la parte interna, era bollente, fermandosi poi sopra la vulva, era asciutta. Con destrezza le mie dita dischiusero le sue labbra e il medio iniziò ad accarezzarla.
Iniziò a fare qualche mugolio piegando la gamba, il mio medio era dentro… passò qualche secondo e le sue cosce strinsero la mia mano imprigionandola nella carne, poi cedettero nuovamente e le sue gambe si aprirono, A. aprì gli occhi e mi sorrise.
“Vorrei esser svegliata così tutte le mattine” e così dicendo mi diede il buongiorno con un leggero bacio.

Adesso anche la sua mano scorreva sul mio corpo, esplorava il mio ventre, le sue dita roteavano sul mio clito, slinguavamo palpando i seni con la mano libera, modellavo il suo capezzolo tra i miei polpastrelli, era turgido e invitante, i nostri stomaci brontolavano e reclamavano cibo, avevamo saltato cena la sera prima per qualcosa di più prezioso, volevamo goderci ogni momento.
“Non partire oggi… ti prego”
Quelle parole mi riportarono alla realtà, avevamo previsto due notti ma non era stato possibile, i bambini e lui mi aspettavano con ansia, erano due settimane che gli mancavo.
“Non posso stellina, vorrei tanto ma non mi è possibile”
“Fammi venire allora, fammi godere”.
Scalciai allora le coperte e presi l’olio di mandorle spremute a freddo sul comodino, mi misi sopra a cavalcioni sul pancino di lei e con la mano unta iniziai a spalmarlo sulle labbra, sembrava di avere in mano le cipolle cotte al forno, la stessa consistenza e viscidità, le dita scorrevano fuori e dentro la figa, la masturbavo col delicatezza ascoltando i suoi gemiti. Quando la vidi vicino all’orgasmo mi chinai su di lei… volevo che venisse con la mia lingua, il sapore del suo miele miscelato con l’olio mi mandò in fibrillazione, a gattoni sedevo quasi sul suo viso ma lei non fece cenno di volermi leccare, voleva godersi rilassata e a occhi chiusi il suo orgasmo.
Venne come per incanto in maniera fluida, ad ogni movimento le sue labbra bagnate mi accarezzavano il viso facendomi sentire appagata.
Divorammo due tavolette di cioccolato Lindt preso in Svizzera sacrificando anche il pan brioche che avevo promesso a mio marito, il mio treno sarebbe partito poco prima delle 15.00 e avevamo solo la mattinata a disposizione e avevamo stabilito di stare tutto il tempo nude, fortunatamente i caloriferi rendevano bene.
Il giorno prima avevo depilato la vulva di A., era in programma di farlo anche sulla mia ma non andò in porto perché eravamo troppo prese a giocare sul letto, la facemmo così sabato mattina, A. imitò i miei gesti e in ginocchio sullo scendiletto prese a radermi mentre stavo seduta sulla punta del letto, ogni tanto intingeva il rasoio nel bicchiere con l’acqua calda posato per terra, era la prima volta che lo usava e finito il servizio le mie labbra bruciavano un tantino.

La boccetta dell’olio era ancora senza tappo sul comodino, ci rimettemmo a letto e la presi versandone un po’ sulle mani di lei, mi accomodai sul telo bagno aperto sul letto e lei cominciò a palparmi le labbra, a stimolarmi il clito, a scorrere le dita unte nel solco dei glutei, raccolsi le gambe sotto le ginocchia e le divaricai, lei osservo attentamente il mio orifizio e cominciò ad ungerlo in superficie, lo faceva poi si fermava guardandomi negli occhi come se aspettasse qualcosa da me.
“Dai tesoro.. spingilo, fallo”.. lei continuò a guardarmi fissa negli occhi ma mentre mi osservava sentivo la pressione del suo dito che si faceva strada, la prima falange era dentro.
“Spingilo ancora… tutto dai” e lei obbedì.
Prima lo stantuffò lentamente ma poi si fece prendere dall’eccitazione e i suoi movimenti diventarono più violenti, mi stava penetrando il lato B e lo faceva con lo sguardo fisso sui miei occhi mordendosi il labbro inferiore. Adesso anche il pollice era dentro la figa, entravano ed uscivano insieme.
“vieni sopra dai” e così mi ritrovai con le sue labbra unte sul mio viso, mi unsi anch’io la mano e feci lo stesso gioco su di lei solo che il mio pollice affusolato scelse di esplorare il suo culetto. Appena spinto dentro A. fece un piccolo strillo, io non mi fermai e continuai a scoparla con le dita, dilatati i nostri buchi spinsi verso il mio viso il suo basso ventre e presi le sue labbra in bocca succhiandole come mentine, anche lei strofinò il suo nasino sulla vulva e cominciò a leccarmi, sentivo la sua lingua calda dentro me, stava diventando brava la mia bimba.

Venimmo quasi insieme, a qualche secondo di distanza, appena finiti gli orgasmi lei si mise vicino a me per giocare con i miei piccoli seni, i suoi erano ben pronunciati, i capezzoli erano superbi, presi a morderli, volevo sentirli tra i denti, mordevo e succhiavo alternandomi sulle tette.
Persi il conto degli orgasmi raggiunti in quel weekend, era stato un fine settimana davvero particolare, avevo scoperto insieme a lei com’è meraviglioso assaporare gli umori, sentirli in bocca, visitare con la lingua gli orifizi di una donna.
Ci vestimmo scambiandoci il perizoma ed andammo a mangiare in un ristorante indiano nei paraggi, avevamo entrambe le facce soddisfatte, poi rientrate in camera per recuperare il mio trolly ci salutammo con un lungo bacio passionale, avrei tanto voluto farlo alla stazione ma le circostanze non me lo permettevano, le succhiai la lingua più volte ed infine abbandonammo il nostro nido d’amore per avviarci alla stazione mano nella mano.
La magica T..... aveva partorito una nuova storia d’amore.

fonte: acquakiara.blogspot.it

(titolo sostituito)

7 commenti:

  1. Che felicità, leggere e immaginarsi la felicità degli altri, se lo capissero tutti sarebbe una cosa bellissima...davvero.

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  2. che bel racconto.. :) brave!!
    Quando due persone si piacciono e stanno bene insieme è la cosa piu bella del mondo

    TF

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  3. grazie alla blogger che l'ha scritto

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  4. Bellissimo... in alcuni momenti mi ha ricordato il mio non troppo lontano passato... purtroppo ho dovuto fare una scelta che si è rilevata comunque meravigliosa... ma nel momento della scelta è stato tremendo, sensi di colpa...e il mio Karma credo abbia subito un tracollo uno0 scossone tremendo...

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  5. che gran cosa fabrax...sono ...come dire...intontito dalle sensazioni che ha evocato questo scritto.
    ti linko sul mio blog

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  6. Sono eccitata, è bellissimo questo racconto!

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  7. mi piace molto lo stile di questa blogger, peccato che l'argomento che tratta sia sempre lo stesso. Comunque grazie

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